23 aprile 2011

caos

Vigilia di Pasqua assai particolare: Milano è deserta come se fosse il 15 d'agosto; per strada s'incontrano solo vecchi e immigrati. Nel nostro palazzo ci siamo solo noi, più la rompiballe del primo piano e qualche altro anziano. Le uniche forme di vita si concentrano all'Esselunga, dove la prospettiva di stare due giorni con il supermercato chiuso fa comprare alla gente ogni genere alimentare a disposizione sugli scaffali.

Siamo a Milano perché Anita sta male. Ha avuto una complicazione allergica simile a quella che le capitò un anno e mezzo fa.
Questa volta, se non altro, eravamo preparati e armati di Zirtec e cortisone siamo riusciti a combattere i ponfi che erano comparsi sul corpo di Anita e a tenerla calma. Ce la siamo cavata in un paio d'ore e, verso le 5 di mattina, siamo tornati a dormire.
Parlo degli altri, ovviamente. Perché la mia insonnia non mi ha dato tregua, come al solito.

Nel buio della notte riflettevo su questa festività che avremmo dovuto trascorrere a Celle, in compagnia della mia famiglia e che, invece, passiamo a Milano. Mi sforzo di trovare un perché a tutto ciò, come se un ordine superiore avesse interceduto affinché succedesse una determinata cosa. O come se dovessi ricavare chissà quale insegnamento per la mia vita. È una cosa che mi capita spesso.

Ma probabilmente è solo sfiga. E allora? Perché abbiamo così bisogno di trovare un senso a tutto? Ci è così necessario pensare che facciamo parte di un disegno superiore? È così difficile accettare che le nostre azioni sono solo frutto di un grande caos?

1 commento:

  1. Lo zirtec lo usiamo anche noi per
    Stefano. La sua allergia si
    manifesta in una fastidiossima
    congiuntivite che si presenta
    da marzo a settembre, periodo nel
    quale giriamo sempre armati di
    vari colliri (da usare a seconda dell'intensità
    dell'attacco) e gocce.

    coraggio, filippo :-)

    RispondiElimina