16 dicembre 2009

Greetings from San Carlo Hospital

Si dovrebbe concludere con questa notte una simpatica degenza di 3 giorni e 3 notti presso il reparto pediatrico dell'ospedale San Carlo Borromeo di Milano.
Siamo stati catapultati in questa realtà parallela a causa di una febbre altissima e di una sorta di orticaria che ha colpito Anita nel weekend scorso.
Dal Pronto Soccorso ci hanno spedito direttamente in questo ospedale perché sembra che fosse l'unico con posti letto disponibili in Pediatria.
Avendo Elena piccola e ancora allattata al seno, per ovvie ragioni il genitore "accompagnatore" sono stato io.
Dalia è venuta di mattina a darmi il cambio, in modo che io potessi fare colazione, farmi una doccia, eccetera. Il tutto con l'ausilio della zia Paola, nel non secondario ruolo di babysitter per Elena (e da stasera ci ha raggiunto pure la nonna).

La situazione si è rivelata assai pesante, soprattutto per le continue richieste e gli esami a cui Anita è stata sottoposta: il fatto che la mattina ci svegliasse un'infermiera per misurare la temperatura; che subito dopo un'altra ci portasse il vasetto per l'esame delle urine; che un'altra ancora ci venisse a somministrare un farmaco; e che dopo mezz'ora dovessi portare Anita a fare delle analisi; insomma tutte queste continue "richieste" hanno fatto sì che Anita praticamente iniziasse a piangere ogni volta che entrava qualcuno in stanza. Foss'anche solo per portare la colazione.

Adesso, se dio vuole, sembra tutto a posto. Finalmente i dottori hanno trovato risposta ai loro quesiti e, soprattutto, Anita non ha più la febbre e l'orticaria se ne sta andando.
Domattina ci dovrebbero dimettere. Speremm.



Parlavo all'inizio di realtà parallela non a caso. Il reparto pediatrico di un ospedale è veramente un mondo a se'. Fatto di persone straordinarie (dottori, infermiere, volontari) e di situazioni assurde, di quelle da farti maledire qualsiasi cosa o persona dal creatore in giù; basta poter avere qualcuno con cui prendersela.
Non voglio raccontarvi episodi strappalacrime o casi umani che vi facciano rimanere a bocca aperta, anche perché sono stati giorni "tranquilli", se capite quello che vi voglio dire.
Semplicemente: vedere l'innocenza dei bimbi a contatto con certe cose ti lascia veramente da pensare. Soprattutto per come reagiscono positivamente proprio loro, nonostante le difficoltà. Anche se, va sottolineato, tu sei il loro filtro e quindi, se perdi la speranza o il buonumore tu, tutto ciò si ritorce direttamente su di loro. Ma se riesci a mantenere il sorriso e a farli giocare... beh... ti ritorna tutto centuplicato.

Adesso vado in bagno e poi a dormire, dopo un'intensissima giornata.
E perdonatemi se, mentre percorro i corridoi silenziosi e semibui, mi viene da fischiettare il tema di Kill Bill (quello di Daryl Hannah finta infermiera); d'altronde la demenza è l'ultima a morire. In me, se non altro.

in foto: il nostro "residence", per questi giorni.

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