31 luglio 2008

una sorta di legge del contrappasso

Come già detto mi piace andare nei cinema all'aperto.
Ieri sera, per esempio, ho visto "ai Confini del Paradiso" all'Arianteo - Porta Venezia.
Che significa: una sala a cielo aperto in mezzo al parco di Porta Venezia. Con eterna gratitudine delle zanzare del luogo.



Insomma: mi gusto tutto il film (bello!) nonostante il caldo infernale, fino a che non si vedono dei lampi all'orizzonte, dietro il grande schermo. Nei dieci minuti finali inizia a piovere, ma non è un problema: c'è un grosso albero sotto cui mi sono prontamente riparato (non sia mai che io interrompa una proiezione; non di un film così iteressante, se non altro) e ho continuato a godere dello spettacolo.
E mentre scorrono i titoli di coda si scatena l'inferno: un nubifragio assurdo costringe me e un'altra dozzina di persone a cercare riparo sotto ad uno dei ponticelli che ci sono nel parco.

Rimaniamo lì un'oretta nella vana attesa che spiova, mentre tonnellate d'acqua e una fitta grandinata si riversano attorno a noi. Per carità, la cosa è anche divertente: facciamo amicizia e ci scambiamo quattro battute tra perfetti sconosciuti, mentre intorno a noi la scena si fa sempre più apocalittica.
E mentre sono lì, forse contagiato dalla full immersion di cinema che ho compiuto nell'ultimo mese, penso tutto questo che potrebbe essere l'inizio di un orribile film americano tipo "disaster movie" che tanto piacciono al pubblico d'oltreoceano.
E - rido dentro di me - sarebbe il massimo se fossimo protagonisti di una storia del genere. Proprio noi che siamo andati al cinema a vedere un film di un certo "spessore".

Ah, per la cronaca: non ha mai spiovuto.
Ed io, ovviamente, ero in motorino.
Sono arrivato a casa fradicio dalla testa ai piedi.

pensieri liberi

La mia mente fluttua: sarà la stanchezza. O il caldo.
Lascio libero sfogo a pensieri in libertà. Un po' alla Maurino.

- A proposito di Maurino: perché continuiamo a chiamarlo Maurino anche se ha la corporatura di un camallo? (senza offesa, eh, Mau. Ci mancherebbe)
- Sono molto stanco. Avrei bisogno di un paio di giorni di ferie da solo a Milano per poter sistemare tutte le faccende che ho in ballo (posta, banca, ecc.)
- Sono entrato nel tunnel del latte e menta. Buono, rinfrescante. Goduria.



- Stasera ultima partita a calcio della stagione 2007/2008. Nelle ultime settimane ho giocato il lunedì, il martedì e il giovedì. Figata.
- Domani sera ho una cena a Celle ma non so ne' a che ora riuscirò a uscire dall'ufficio, ne' tantomeno a che ora avrò concluso tutte le faccende di casa e sarò salito in macchina.
Forse per le due di notte sarò giù. ForZe.

30 luglio 2008

aperitivi

Arrivando a Milano, un forestiero può rimanere affascinato dagli aperitivi milanesi. Non che dalle altre parti non ci siano, ma a Milano da diversi anni gli aperitivi sono uno dei fulcri della vita sociale.
Se vuoi conoscere meglio una ragazza, amica di amici, organizza un aperitivo. Se poi si sviluppa il feeling, bene; altrimenti nulla di grave.
Se vuoi uscire con una ragazza che già conosci e "affondare il colpo" puoi cominciare la serata con un aperitivo. L'invito a cena è troppo formale e sfacciato allo stesso tempo. Ma se durante l'aperitivo ti sembra che le cose filino lisce, puoi tentare un upgrade con un "perché non andiamo a mangiarci qualcosa?". A seconda della sua risposta, capisci se c'è trippa per gatti o meno.
Ma anche con gli amici l'aperitivo è l'ideale: quando vuoi puoi fuggirtene per un cinema o una cena, a seconda di come ti senti e di quello che hai voglia di fare.



Io però negli anni devo averne un po' abusato, perché adesso ne ho un rifiuto quasi totale. E non è anticonformismo, intendiamoci.
È proprio l'atteggiamento. È come se uno decidesse di avere con le donne solo storie non impegnative. All'inizio può piacere, però dopo un po' ci si stufa e si sente il bisogno di qualcosa di più intimo.
Per me vale la stessa cosa. Probabilmente nasce tutto dal fatto che, da quando ho una figlia, ho meno tempo libero; e questo tempo me lo voglio giocare bene: voglio avere delle amicizie sane e profonde. Le chiacchiere da bar vanno bene per un'oretta. Due al massimo.
Poi però ho bisogno di "fare" qualcosa. E di far sì che l'amicizia non rimanga "da aperitivo" ma diventino due chiacchiere in due o tre persone al massimo. O di andare andare al cinema insieme a una di queste persone.
Che dite, sarà la vecchiaia?

Ah, ovviamente per gli altri questo mio atteggiamento è da snob.
Ovviamente.

23 luglio 2008

Earl

Insomma, in questi giorni sono a casa da solo e nei tempi morti che faccio?
Avrei dei bellissimi dvd della 4° serie di "Lost" che mi ha mandato Angelo, ma se li guardo Dalia mi spezza le gambe perché non posso andare avanti nella serie senza di lei.
E allora? Allora mi sono comprato i dvd della prima serie di "My name is Earl". L'avete mai visto? c'è questo sbandato che in seguito a una forte vincita alla lotteria viene travolto da una macchina e allora si convince che tutto dipende dal suo karma: finchè non si comporterà bene, le cose gli andranno sempre male.
Così stila una lista delle peggiori azioni che ha combinato in vita sua (sono qualcosa tipo 250) e decide di recuperare affrontando a una a una le conseguenze delle sue malefatte.

Il risultato è esilarante, anche perché i personaggi sono ben caratterizzati e le gag non mancano. Per carità: è solo un telefilm. Però veramente scemo.

22 luglio 2008

Chicco dei Bagni Sole

Mi appresto a passare la terza estate consecutiva a Celle Ligure.
Per carità: non c'è niente di male. Anzi.
La cosa che mi fa sorridere è che in giro per Celle incontro un sacco di gente che non vedevo da anni e che, come me, ci tornano perché hanno avuto dei figli e reputano che tutto sommato sia un bel posto per andare in vacanza con i bambini.
Anche perché questi miei coetanei quando erano bambini hanno fatto le vacanze a Celle e, con molte probabilità, hanno avuto in eredità la casa di quando i genitori li portavano al mare.

Così mi capita di incontrare persone che ti guardano come a dire "questo lo conosco". E io, che ho una buona memoria, mi ricordo di tutti. Mi ricordo anche i loro nomi, in buona parte.
Fra questi episodi voglio segnalarne uno che mi ha fatto molto sorridere.
Alle paperelle (giostrina insopportabile) incontro lui: Chicco dei Bagni Sole.
Era il classico ragazzino un po' bauscia, amato dalle ragazze e odiato da tutti i ragazzi. Perché era bello, biondo, con la faccia da canaglia. E antipatico.
Ci siamo incontrati diverse volte in passato. O forse dovrei dire "scontrati": nei vecchi tornei tra stabilimenti balneari me lo trovavo sempre contro. E lui era pure bravo a calcio.
Quindi io, che sono sempre stato difensore, ero il suo persecutore. Nel nome di tutti i ragazzi frustrati, ingaggiavo duelli al limite delle regole sportive.

E così, mentre lo vedo (e mi chiedo se è proprio lui), sabato scorso sulla passeggiata, sento riaffiorare un sacco di ricordi. La maggior parte dal sapore un po' negativo.
Ma lui mi spiazza subito: lo vedo che si avvicina a una delle paperelle della giostra, e prende in braccia una bambina poco più grande di Anita; e mentre si gira, incrocia il mio sguardo, vede che sono anch'io in giro con una bimba, mi fa un sorrisone e mi dice "ciao". E si allontana con la bimba in braccio.

Provate voi a rispondere "ciao" con la bocca spalancata dallo stupore.

17 luglio 2008

eccolo lì

Come già detto, quando Anita e Dalia sono al mare io mi butto su cinema e calcio (giocato, sia chiaro).
Lunedì e oggi calcio, ergo martedì e mercoledì (ieri) cinema.
E finalmente ecco il film che attendevo.

Dopo due parziali delusioni ("Il divo" e "Non è un paese per vecchi") ieri sera mi sono riconciliato con la settima arte.
Sono andato al Conservatorio (il cinema Anteo d'estate si trasforma in cinema all'aperto, trasferendosi in alcuni luoghi - peraltro suggestivi - storici di Milano dove adibisce queste spazi a sale di proiezione) a vedere "La Banda", di Eran Kolirin.
È la storia della Banda della Polizia di Alessandria d'Egitto che per un disguido si perde in un paese israeliano.
Sinceramente me lo aspettavo più divertente, ma non è stato un problema: alcune scelte di regia e di fotografia (molto alla Kaurismaki, come sottolinea giustamente Ale) ne fanno un piccolo gioiellino che svetta su tutti i film visti fino ad ora.
È proprio cinema.

14 luglio 2008

a sort of homecoming

Venerdì sera parto da Milano con tutta la famiglia alla volta di Celle: una volta arrivati là, lascio giù le bimbe e scappo da solo in direzione Borzonasca per quel che resta dell'addio al celibato di Coghia.
Arrivo infatti al ristorante/trattoria alle 22,30 circa, con tutta la tavolata già schierata e parte dei festanti già "carburati" da un po' di vino (anche se la cena vera e propria non era ancora iniziata).
Il colpo d'occhio mentre scendo le scale è devastante: una serie di facce che mi catapultano indietro di 18 anni: infatti a parte Nick, Lao e lo stesso Coghia è tutta gente che non vedo dall'ultimo anno del Liceo. Impressionante.

Ora: io sono tendenzialmente contrario alle reunion tra compagni di scuola.
Primo perché ti ritrovi a parlare con gente con cui con hai più nulla in comune. Nel mio caso, poi, questa sensazione è amplificata, perché i miei amici sono tutti rimasti a Genova, mentre io sono l'emigrante. Il secondo motivo è che di solito queste rempatriate ti prendono pallido, sfatto, ingrassato, ecc. E la gente che non ti vede da così tanti anni ti guarda per capire se sei veramente tu o hanno mandato una brutta e malriuscita controfigura.

Beh, contrariamente alle mie previsioni, alla fine mi sono divertito tantissimo. Sono rimasto solo 3 ore, ma sono state più che sufficienti per farsi grasse risate e riallacciare rapporti leggermente sopiti, ma mai sepolti.
Da rifare.

07 luglio 2008

girls in their summer clothes

Ieri finalmente sono tornate Dalia e Anita dalla Sardegna.
Non ce la facevo più senza di loro: la casa era troppo vuota e le giornate scorrevano quasi senza un significato.
Sono scese dall'aereo, leggermente abbronzate (tra l'una e l'altra non so chi ha la pelle più chiara) tutte vestite da vacanza e con addosso l'odore di crema solare.
Mi han fatto venire una voglia di andare al mare...

05 luglio 2008

il potere logora chiunque.

Ieri sera sono andato a vedere "Imperium", l'ultimo spettacolo de "La Fura dels Baus", insieme a Tommy.
Per chi non lo sapesse questa compagnia teatrale catalana ("La Fura" appunto) si contraddistingue perché mette in scena rappresentazioni particolarmente suggestive, dove lo spettatore è in totale interazione con gli attori.
Infatti durante lo spettacolo ci siamo presi un po' d'acqua e sono tornato a casa con la maglietta sporca di vernice argentata perché, durante un combattimento tra due teatranti (entrambi verniciati d'argento), uno dei due scappando si è aggrappato a me per nascondersi.



Per la verità la trama non era particolarmente originale; ma la sua messa in scena decisamente sì. È stato un bellissimo spettacolo. Molto suggestivo, come si conviene a tutti gli spettcoli de "la Fura", dove la lotta per il potere (e gli espedienti per esercitarlo) la facevano da padrone.
Finte rivalità, scontri fratricidi, capri espiatori: tutto è finito in questo calderone che porta lo spettatore a correre da una parte all'altra del parterre dove si svolge la scena.
La resa emozionale è garantita.
Consigliato a chiunque voglia vedere fin dove si possa spingere il teatro moderno, fatto comunque con intelligenza.

02 luglio 2008

Greetings from Milano, Ireland

Ieri mattina sono uscito di casa alle 6,20 e pioveva. In maniera abbastanza sostenuta, fra l'altro.
Per il resto del giorno ha fatto molto caldo (siamo a luglio!).
Poi sono uscito dall'ufficio verso le 19,00 ed ha iniziato a piovere e successivamente a grandinare. Poi di nuovo bel tempo. Verso l'una di stanotte (ero sul terrazzo a casa di Carlo, insieme a Gabriele) ha ricominciato a piovere. E poi stanotte c'è stato un forte temporale.

Ora: io non so cosa cazzo stia succedendo al clima; e sembra che la gente dia per scontato che da quando c'è Berlusconi al governo piova.
Ma io mi sono rotto le balle: se volevo i "four seasons in one day" me ne andavo ad abitare in Irlanda, mica rimanevo qua. Eccheccazz...