19 febbraio 2007

una domenica tutta per noy

Che titolo orribile. Vabbè.
Ieri ci siamo concessi un po' una giornata di relax. La casa fa un po' schifo, c'è un sacco di roba da lavare e stirare, ma chissenefrega.
E così siamo usciti a pranzo. Sì, perché a cena non riusciamo, quindi abbiamo optato per un brunch domenicale.
Sotto consiglio di una delle amiche di Dalia siamo andati al "noy", locale molto carino (e molto trendy) con un buffet a dir poco ricco (dalle patatine fritte alle ostriche) dove non c'è la solita ressa di tavolini, ma degli ampi spazi con divani, tavoli bassi, ecc.
Inutile dire che siamo stati molto bene.



Poi abbiamo fatto un salto a trovare Michele in ufficio e poi a casa, dove sono stato assalito dai sensi di colpa, soprattutto vedendo la casa in quello stato, allora mi sono messo a fare il filippino e ho lavato tutto finché non ha fatto proprio buio che non si vedeva più nulla.
Comunque è stata una bella giornata. Qualsiasi giornata riesco a passare in compagnia di mia figlia è una bella giornata, anche se ho un sacco di roba da fare.

14 febbraio 2007

Buon viaggio, Luca!

Ieri sera è venuto Luca a cena a casa nostra. Sta facendo il giro di saluti di tutti gli amici, perché lunedì prossimo lui e Alessio partono e vanno a vivere a Barcellona.
Ovviamente, dopo che se n'è andato, sono partite un po' di riflessioni personali, del tipo:

1 - cazzarola, io pensavo di trasferirmi a Barcellona (e avevo fatto pure dei colloqui in varie agenzie di pubblicità) nel febbraio del 1999. No, dico: 1999. Ero avantissimo; e lo dico con pochissima modestia.
A parte gli scherzi: si capiva già da allora che questa città incarnava il progresso a misura d'uomo. E ne ho avuto conferma da Luca: mi ha detto di alcune novità (io non ci vado dal 2002, mi sembra) che favoriscono decisamente le persone a scapito di macchine, traffico, ecc.
Per non parlare della situazione a livello di istituzioni statali, che... vabbè... non c'è neanche bisogno di dirlo.



2 - come diceva John Lennon "life is what happens while you are making other plans". Quanto tempo passiamo a sperare, sognare, desiderare e quanto poco ad agire? Certo: non è che bisogna essere degli irresponsabili. Bisogna fare le cose con un certo criterio. Ma se questa vita ci sta stretta, perché dobbiamo farcela andare bene lo stesso?
Sono anche questi pensieri che mi hanno portato a licenziarmi. Il mio è un progetto a lungo termine: questo è solo il primo passo. Magari rimarrà l'unico. Ma "ci sto provando, Ringo, ci sto provando".

A chiusura di tutto, non dimentichiamoci il motivo principale di questo post: perderò un amico (che peraltro non vedevo neanche così spesso) ma sono molto felice per lui.
Buon viaggio, Luca!
In bocca al lupo.

12 febbraio 2007

Pappa

Ieri Anita ha fatto la sua prima pappa.
Sembrava dovesse partire per militare, da quanto abbiamo armeggiato per fargliela fare: lava i piatti di plastica, prepara il brodo, monta il seggiolone, compra i cucchiani di plastica, ecc.
Lei, per fortuna, non si è accorta di nulla: ha mangiato la sua pappa (poca per la verità) senza troppi indugi e senza fare scenate o altro. Sembrava una cosa naturale.
Peccato che un'ora dopo avesse fatto una dose inquietante di cacca all'aroma di crema di riso ed avesse ancora fame. Vabbè.

09 febbraio 2007

Lettera

Milano, 9 febbraio 2007

I 9 anni trascorsi presso la Vostra azienda sono stati anni, per me, di proficua collaborazione, durante i quali sono cresciuto sia del punto di vista professionale che dal punto di vista personale.

Ho partecipato a progetti di importanza internazionale e le mie competenze sono arrivate ad un livello manageriale. È giunto per me il momento di provare a mettermi in proprio e rassegno, quindi, le mie dimissioni a partire da oggi, 9 febbraio 2007.

Certo che il mio contributo sia stato da Voi apprezzato e di valore aggiunto per l’azienda, resto a disposizione per permettere un adeguato passaggio di consegne, al mio successore, rispettando i termini previsti dal contratto di lavoro sottoscritto.

Saluto e ringrazio tutti.
Filippo Marrè Brunenghi.

08 febbraio 2007

ci siamo

Oggi o, più probabilmente, domani mi licenzierò.
Mi lancio nel pericoloso mondo del mettersi in proprio.
Mi ha chiamato Steven da Vicenza, ché il cliente ha firmato il contratto.
Ci sarà una marea di lavoro da fare, ma non mi spaventa lavorare tanto.
Adesso devo vedere tempi e modalità.

06 febbraio 2007

Bologna



L'altro eri siamo stati a Bologna, al matrimonio di Monica (cugina di Dalia) e Marc (un ragazzo francese che è il sosia pelato di Bob Geldof). Nel complesso è stata una giornata divertente. Giusto alcune osservazioni, a margine:
1 - i francesi si vestono malissimo.
2 - Anita è stata veramente brava: niente scene, pianti, isterismi,
nonostante la folla vociante e una serie di zie/cugine che le si
appiccicavano e non la mollavano più.
3 - il mio nuovo ruolo di padre, mi costringe alle passeggiate nelle sale attigue, mentre la gente mangia, giusto perché la bimba si rompe a stare sempre seduta. Passeggiate che, ammettiamolo, mi procurano anche una bella dose di piacere e mi fanno sentire molto papà.
Incoveniente: gli altri papà. La maggior parte sono noiosissimi e hanno un atteggiamento (Anita era la più piccola di tutti) da padri ormai navigati, lasciandosi andare a frasi tipo "eh, caro mio, poi vedrai.." e cose di questo tipo.
A parte il fatto che non sono caro tuo, vedrò cosa?
Perché non ti godi tua/o figlia/o anziché voler dimostrare a me che sei un superpapà?
Ma soprattutto: e se divento anch'io così?

02 febbraio 2007

Pensieri sparsi

Il lavoro, in questo periodo, mi sta uccidendo.
In questo momento (venerdì sera, ore 19:04) ho ancora un sacco di robe da fare, ma sono stanchissimo. Sto cercando di capire se mollare tutto e andare a casa (e ritrovarmi un inizio settimana da brivido) o se rimanere a finire e arrivare a casa tardi (sarebbe la terza volta negli ultimi 3 giorni). Ma è vita, questa?, ci si può domandare.
Purtroppo sì, anche perché, di mia indole, non riesco a fare i lavori "alla cazzo" e mollare tutto alle 18,00. Non ce la faccio.
Quindi vado avanti così: finché una cosa non mi soddisfa, continuo a lavorarci.

Dalia ha ricominciato a lavorare. Fà qualche freelance da casa, anche se sarebbe troppo presto, secondo sia lei che me. Però, dice, se non tiene i contatti, dopo sarà più difficile riprendere.

Anita sta che è una meraviglia. Ride sempre e, quando mi vede, mi fa un sacco di feste: inizia a fare gridolini di gioia e agita le braccia e le gambe. Chi non ci è passato non può sapere che gioia sia. Al limite del sopportabile, giuro. Anche adesso che ne scrivo, mi viene da piangere da quanto mi fa felice.
Per la cronaca: domenica compie 6 mesi.



L'alternativa lavorativa prosegue. All'appello manca ancora una firma. Una cazzo di singola firma. Se riusciamo ad avere quella (settimana prossima?), posso licenziarmi. E - novità del giorno - ho solo 30 giorni di preavviso. Insomma: è tutto dietro l'angolo. Bisogna solo girarlo. Ma purtroppo non dipende solo da me o da Steven.