30 gennaio 2019

billy bob and friends

Potrebbe sembrare un paradosso, però, nonostante io guardi un sacco di serie tv, ho difficoltà a trovarne una che veramente mi coinvolga. Quelle proprio che non vedi l'ora di vederne la puntata successiva. Mi manca la sensazione che ti dava Game of Thrones quando dicevi "no, e adesso come faccio ad aspettare una settimana?".
Un po' penso sia colpa del binge watching; un po' forse sono le troppe ore di visione, per cui diventa sempre più difficile trovare qualcosa che si erga veramente dal mare della mediocrità.

In una moltitudine di serie più o meno carine, secondo me Goliath merita un plauso.
Il protagonista è Billy Bob Thornton, attore che io adoro, che interpreta un ex avvocato di grido, nonché fondatore di un mega studio legale, che oramai si dedica solo a piccoli casi.
Finché un giorno non si deve scontrare proprio contro la sua ex azienda nonché contro il suo ex socio (William Hurt) e la sua ex moglie (Maria Bello). Questo vagamente il sunto della prima stagione.

Nella seconda lo incontriamo dopo un po' di tempo, ritirato quasi a vita privata, ma che non può esimersi dall'aiutare un amico, il cui figlio si trova in grossi guai.
Ecco, la seconda stagione secondo me è molto meglio della prima, perché si allontana un po' dal legal drama classico e si sposta più sul lato personale, sugli affetti e sulla personalità del protagonista.
E Billy Bob, con la sua faccia vissuta, è l'interprete perfetto. Si soffre insieme a lui e ci si affeziona al suo mondo strampalato.

Due stagioni di 8 puntate da un'ora scarsa ciascuna, che secondo me vale la pena vedere.
Se avete Amazon Prime Video non dovete neanche fare lo sforzo di scaricarlo.


18 gennaio 2019

il problema dei Queen

Poco prima di Natale è uscito "Bohemian Rhapsody", il film su Freddie Mercury, ed è stato un gran successo al botteghino, tanto che fra poco, mi hanno detto, uscirà pure la versione "karaoke" del film, in cui - nei momenti musicali - si potranno cantare le canzoni insieme ai Queen.
Lasciando perdere il senso di schifo che mi dà l'idea di una sala con 200 pecoroni che cantano insieme canzoni strafamose (non è quello che forse faccio anche io ai concerti???), devo dire che ho sempre avuto un problema coi Queen. Ed è difficile parlarne senza sembrare snob.

Avendo due fratelli più grandi, la mia formazione musicale è stata un po' prematura rispetto a quella dei miei coetanei. I primi 33 giri che sono entrati in casa mia erano dei Dire Straits, quando avevo 10 anni. E per la musica, così come per il cibo, o altro, il gusto si sviluppa, si evolve, esplora.
Quindi a 14/15 anni ascoltavo i Pink Floyd, gli Iron Maiden, gli AC/DC, gli U2. Anche tanta rumenta, per carità, non lo nego.
Però - fatto salvo per poche canzoni - i Queen li ho sempre trovati troppo pop e pure molto furbetti.
E così, nel periodo in cui godevo a sentire le chitarre distorte e i riffoni di chitarra, le canzoncine tipo "We will rock You" o "We are the Champions" mi sembravano delle gran paraculate.
Non mi dispiacevano gli assoli di Brian May, per carità, ma - prima ancora di saper dell'esistenza del marketing - tutte quelle strizzatine d'occhio al pubblico, con i ritornelli facili da cantare non mi sono mai piaciuti. Mi vantavo di essere più duro e puro.

Ricordo quando uscì "Radio Ga-Ga", probabilmente una delle canzoni più brutte che abbia mai sentito ad opera di un gruppo rock, che veramente ebbi un moto di schifo. Quando passava alla radio, abbassavo il volume o cambiavo stanza (cambiare stazione non era contemplato).
Insomma, tutto questo per dire che ho seguito attentamente la carriera dei Queen, ma sempre da lontano, senza che entrasse nel mio spettro musicale.
E adesso che con questo film vengono ancora più osannati dal grande pubblico, io guardo tutti dal mio piedistallo snob, e dico: "bah, musica per chi non ne capisce".



02 gennaio 2019

Buon anno!

E così, come se niente fosse, ricomincio a scrivere sul blog. Sarò costante? Riuscirò a trascrivere qua la valanga di pensieri e avvenimenti che mi succedono? Sinceramente sono abbastanza pessimista a riguardo, però non si sa mai.
Il primo pensiero è che peggio dell'anno scorso - con ben un unico post - non posso fare, anche perché con questo che sto scrivendo ho già pareggiato i conti.

Cosa è successo in questo ultimo anno? Tante cose, ma niente di particolarmente strano.
Sicuramente l'ha fatta da padrone Anita e la sua preadolescenza. Ma questo è un discorso lungo e difficile da trattare.
Il lavoro continua, benché sempre più precario.
Insomma, per farla breve non è stato un gran periodo e le premesse non sono proprio eccellenti; ma chissà che questo 2019 non mi riservi qualcosa di inaspettato e di positivo.