25 marzo 2013

i Croods

Ieri doppio battesimo spettacolare, nel senso di "riguardante lo spettacolo", delle nostre figlie.
Mentre Dalia se ne andava a Teatro con Anita a vedere uno spettacolo di Kataklò (sia Anita che Dalia praticano il Kataklò, ovviamente in lezioni separate), io e Elena siamo andati al cinema a vedere "i Croods".

Se levate il fatto che sia ambientato nell'epoca preistorica, il film è assolutamente non originale: ragazzina ribelle, padre buono ma conservatore, lei che vuole scappare, madre che fa da tramite tra l'uno e l'altra, lei che si innamora di un giovane valoroso, padre che è geloso del nuovo arrivato, ecc.
Plot già visto e stravisto, ne converrete.
Anche i personaggi comprimari, che creano una cornice simpatica a tutto il sipario, sono abbastanza prevedibili.

Quindi film brutto? No di certo, perché i signori Dreamworks sanno benissimo come far funzionare la macchina divertimento. Certo: non lo consiglierei a nessun adulto, ma per i bambini tutto il pacchetto è molto ben confezionato. Addirittura un paio di scene mi hanno fatto saltare sulla sedia dal ridere, nonostante il film non mi abbia entusiasmato.

L'unica nota veramente di merito è stata Elena che ha visto tutto il film seduta tranquilla sulla sua poltrona (enorme), subendo solo un po' di soggezione dovuta allo schermo grande e al volume molto alto, rispetto ai nostri standard. Mi ha confessato di essere "molto emozionata".


12 marzo 2013

conclave

Da oggi si riunisce il Conclave per nominare il nuovo Papa.
Impossibile non pensare a questa scena del film di Nanni Moretti "Habemus Papam".
D'altrone anche i cardinali sono essere umani come tutti gli altri.


11 marzo 2013

the D is silent

Voglio dire la mia su Django, ultimo film di Quentin Tarantino.
Io a Quentin gli voglio bene. Siamo un po' cresciuti insieme: "Le Iene" mi piacque molto. Tanto che mi feci sostenitore di "Pulp Fiction" quando molte persone non sapevano neanche chi fosse Tarantino.
Mi lessi anche dei libri sul suo modo di interpretare il cinema e sviluppai una forte simpatia per il suo modo di ragionare e il suo modo di amare il cinema (ha lavorato a lungo in un negozio di Videotape).

Poi però le cose gli sono un po' sfuggite di mano. Lui è stato portato sugli allori dopo Pulp Fiction e da lì ha definito un suo modo di fare cinema che non mi convince.
L'esempio più eclatante penso sia Kill Bill: con il pretesto di citare (e omaggiare) i film del passato, è riuscito a confezionare un fumettone splatter di dubbio gusto. Sempre a mio modo di vedere, ovviamente.

E così ha proseguito per la sua strada, sia con Bastardi senza Gloria, che con questo ultimo Django.
Cioè: lui secondo me potrebbe fare dei film belli. Magari anche molto belli. Ma poi si autocita e si autoplagia, scadendo nel manierismo e di conseguenza nel ridicolo.

In pratica: la prima ora e mezza a me è piaciuta. Non da impazzire, ma mi è piaciuta. Poi parte con sparatorie assurde e fiotti di sangue, facendo (quasi) dimenticare quanto di buono avevo visto fino ad allora. Come il tema del razzismo, per esempio.
O come la fotografia (bella) o come le varie interpretazioni degli attori.
Ecco, a proposito degli attori: Foxx e Waltz perfetti nella parte, Di Caprio bravissimo, Franco Nero patetico e Samuel L. Jackson decisamente sopra le righe (questa è per Ale).

Ma quello che volevo dire - e che mi porto dietro già da Inglorious Bastards - è: Quentin quand'è che farai un film veramente bello? Quand'è che smetterai di giocare all'enfant prodige e cominci a diventare un grande regista?
Anche il fatto che tu faccia la tua comparsata: non c'entra una mazza, eri completamente fuori ruolo.
Quentin, da' retta a me: piantala con le cagate e inizia a fare film di un certo valore, senza che la gente, uscendo dal cinema dica "è Tarantino: o lo ami o lo odi".
Tu ne sei in grado, fidati, te lo dice un amico.


08 marzo 2013

Anitenerezze

"Quando vado a scuola al pomeriggio (ovvero 2 volte su 5 alla settimana, ndS) sono contenta perché poi sembra che papà torna prima a casa."


05 marzo 2013

della mia passione per le moto

L'amico Samuele cerca di trasmettermi (giustamente) l'entusiasmo per le sua nuova moto.
Ma in me ha trovato una specie di muro di gomma.
Sì, perché io non ho mai avuto nessuna passione per auto, moto e motorini. Ma proprio mai.

Ricordo ancora durante il primo anno di liceo uno scambio di battute tra me e il mio compagno Diego Risi, superfanatico di motori (non per niente lavorava o forse lavora ancora all'Aprilia).

Diego: "e tu che motorino hai?"
io: "quello di mio fratello"
Lui scoppia a ridere, credendo che io volessi fare una battuta.
Diego: "dai, di che marca è?"
io: "boh. Credo che sia della Pioneer"
(il motorino, credo Yamaha, ma non sono sicuro, aveva un enorme adesivo Pioneer sul fianco)
Nuova risata fragorosa da parte di Diego. Da quel momento non sono mai più stato interpellato sull'argomento motori.

in foto: il Fifty, il primo motorino che abbia mai usato di cui sapevo anche il nome.