29 marzo 2011

giovani (e giganti) promesse

Appena esce un disco di un nuovo gruppo indie, il primo giochetto in cui si tende a cadere è quello di associare la band a qualche altra realtà musicale ben precisa.
E infatti, al primo ascolto dei "Young the Giant" (album omonimo) ho iniziato a snocciolare nomi tipo Kings of Leon, Coldplay e via dicendo.

A un secondo ascolto invece mi son detto un bel "chissenefrega" e mi sono goduto questo disco. Carino, piacevole e promettente. Bravi, ragazzi. Coraggio, continuate così!

25 marzo 2011

si comincia

Anche se l'età è decisamente prematura, Anita è fidanzata.
Qualche giorno fa mi ha detto che ha baciato Giulio sulla bocca così le altre compagne capivano che lui ero suo e basta. E fin lì, vabbè.
Oggi l'ho accompagnata a scuola e quando siamo entrati in classe, lei è andata subito da Giulio, che sembrava aspettarla; e si scambiavano sguardi languidi e parole sottovoce.
Di fronte al mio stupore la maestra ha detto "guarda che qua si sono formate le coppie ormai".
E mentre la prendevo sul ridere e stavo andandomene, ho visto Lorenzo (loro compagno di scuola) abbracciato alle gambe della mamma, tutto malinconico.
E mentre stavo per uscire ho sentito la sua mamma che diceva alla maestra "Silvia è vero che Fatima lunedì torna?" E lei di risposta "Ma sì, Lorenzo, stai tranquillo".

Mi sono girato verso la maestra con gli occhi che dicevano "Non può essere".
E lei: "cosa ti avevo detto?"

23 marzo 2011

indovina la citazione - 15

Questo è facile facile, eh!


1 - Dopo tanti anni come hai fatto a decidere di lasciarla?
- Basta, non ne potevo più. Erano anni che volevo lasciarla, ma era bellissima. Tutti mi invidiavano e io dicevo "come posso lasciare una cosa così preziosa? Ma dovrà invecchiare così nessuno più la vorrà e posso lasciarla senza rimpianti. Macché, quella non invecchiava mai, era sempre bellissima."
- E intanto tu invecchiavi.
- Pazienza.
- L'hai sempre amata, non l'hai mai amata...?
- Non mi ricordo.

2 - "Non si uccide per amore, basta solo aspettare, aspettare".
"E allora non mi uccido per amore, mi uccido per impazienza"

3 - Lasciatemi soffrire tranquillo. Chi vi chiede niente a voi? Vi ho chiesto qualcosa? No. Voglio solo soffrire bene. Mi distraete, non mi riesco a concentrare. Con voi qua non riesco... Soffro male, soffro poco, non mi diverto. Non c'è quella bella sofferenza...

4 - Ma perché siete tutti così sinceri con me? Che cosa vi ho fatto di male?

5 - Com'è che vi sposate? avete problemi?

6 - Io credo che, in particolare, un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro.

15 marzo 2011

rain

Giornate piovose e stancanti. Ogni giorno la mole di lavoro mi sommerge e l'umore ne risente.
Per accompagnare le mattinate, un disco che rispecchia questo mood: "Eleonore" dei the Bony King of Nowhere.
Giusto per farvi capire, direi che siamo a metà tra il cantautorato alla Tim Buckley e le atmosfere malinconiche dei Radiohead. (ricordiamolo: "The Bony King of Nowhere" era il sottotitolo di "There There", canzone dei Radiohead, contenuta in "Hail to the Thief")

In un altro periodo mi sarei sparato alla terza canzone. Ma, si sa, ci sono album che arrivano al momento giusto e quindi...

14 marzo 2011

no, ma io

Mi colpisce la mancanza di responsabilità e la mancanza di collettività della gente.
Di tutti, intendo, eh! Alti, bassi, belli, brutti, ricchi o poveri.
Quando tendo a criticare una situazione generale, mi sento spesso rispondere al singolare. A voi capita?

Mi capita in ufficio, con il calcetto, in parrocchia; praticamente ovunque.
Se dico: "mi dà fastidio questa o quella situazione che si è venuta a creare", raramente ho in risposta qualcuno che dice "anche a me" oppure un semplice "mi dispiace", "ti capisco". Mi andrebbe bene anche un semplice cenno del capo.
No. Qualunque sia l'interlocutore, parte direttamente sulla difensiva: "no, ma io ti avevo detto...", "no, ma io non ho mai fatto..."

Anche oggi. Stasera dovremmo giocare a calcetto, ma c'è il solito che disdice poche ora prima della partita. Parlando con un amico, dico: "Se c'è una cosa che mi fa incazzare sono le persone che disdicono il lunedì stesso. Dobbiamo cambiare questo modo di fare".
La risposta: "ma io avviso sempre per tempo".
Ma chi ti sta dicendo niente? Non sto parlando di te. Ti sto esponendo un problema da risolvere, cazzo.

Perché alla gente manca completamente il senso della collettività? Perché le persone, alla minima occasione, si chiudono a riccio e passano subito all'autodifesa?
Ditemi voi: si tratta di egoismo o semplicemente di mancanza di visione allargata?
Aiutatemi voi, perché io vi giuro che non capisco.

11 marzo 2011

gelosie

In casa nostra viene applicata un'involontaria suddivisione: Dalia si occupa più di Anita e io più di Elena. Non l'abbiamo stabilito: è successo.
Con la piccolina abbiamo un tale rapporto che ormai lei chiama me per qualsasi cosa (anche di notte, purtroppo).
È prassi quindi che la mattina, mentre Dalia comincia le scaramucce con Anita per vestirsi, lavarsi e quant'altro, io stia con Elena a giocare sul lettone, a leggere un libro o a disegnare.

Ma stamattina, anche un po' per restare in contatto con la gnoma grande, mi sono messo a fare il solletico ad Anita e a giocare sul lettone. Non l'avessi mai fatto!
Elena ha cominciato una scena di gelosia pazzesca che l'ha portata a tenermi il broncio e a dirmi "no" a qualsiasi cosa le dicessi o proponessi.
Ha persino rifiutato latte e cibo, lei che di solito a tavola sembra un inceneritore.
Verrò scalzato nella hit parade delle preferenze?
Per quanto riguarda la notte non sarebbe un grave danno...



in foto: piccoli Picasso crescono

08 marzo 2011

thank you for booking

È un periodo un po' difficile: tantissimi impegni di lavoro e, vabbè, la situazione a casa che si è un po' normalizzata ma è pur sempre impegnativa. Che fare?

Un mio approccio semiterapeutico è pensare alle vacanze. E oggi, sfruttando una promozione in corso, ho acquistato 4 biglietti andata e ritorno per Praga.
Se non crolla il mondo, dall'8 al 14 maggio sarò là, con tutta la famiglia.
E ci aggiungerei pure un vaffanculo.

03 marzo 2011

potere alle donne

C'è poco da dire: musicalmente il 2011 è iniziato con la voce femminile protagonista. Per quanto mi riguarda ho dato ascolto, in particolare, a quattro cantanti.



Cominciamo da Joan as a Police Woman: il suo "The Deep Field" è una meraviglia, dominato da un'atmosfera sensuale e intima. Sarà la sua voce, che ormai mi suona familiare, chissà; sarà che dopo il primo disco "Real Life" mi sembrava si fosse un po' involuta, chissà. Forse non è un caso che anche per lei (come per Cat Power) la rinascita sia avvenuta dopo un album di covers, come se il confrontarsi con i pezzi altrui avesse contribuito ad aprire gli orizzonti musicali e avesse stimolato la voglia di percorrere nuove strade. Chissà. E anche chissenefraga. Godiamoci in santa pace questo disco.



Un'altra uscita interessante è "21", il cd di Adele, cantante britannica dalle poderose capacità vocali. Impressionanti, poi, se si pensa che il numero 21 corrisponde alla sua età (con lo stesso filo logico per cui il titolo del suo disco d'esordio era "19"). Ed è proprio la sua voce la vera protagonista dell’album: roca, graffiante, potente ed emozionante. Forse qua e là viene esibito qualche virtuosismo di troppo, ma - cazzo! - se avessi una voce così cadrei anch'io facilmente in questo "tranello". Melodie anni ’50 e ’60 ed arrangiamenti moderni fanno il resto. Un bel lavoro che in un colpo solo spazza via tutte le Amy Winehouse, le Duffy e le Giusy Ferreri che percorrono la strada soul. Questa è la figlia segreta di Ella Fitzgerald, ve lo dico io.



Discorso completamente diverso per quanto riguarda PJ Harvey. Esce il suo (ottavo) disco dal titolo "Let England Shake" ed io continuo a non capire: boh, forse mi manca la chiave d'accesso, chi lo sa. Ma proprio non capisco la venerazione che la gente nutre nei suoi confronti. Provo ad ascoltarlo e riascoltarlo. Lo lascio lì e poi lo riprendo, ma proprio non ci riesco. Perdonami, Polly Jean: mentre tutti sono impegnati a venerare il tuo ultimo disco come la summa di tutto ciò che hai fatto, io continuo a non capirti.
Chissà, un giorno, forse.



Ed arriviamo alla rivelazione di quest'anno Rumer: una ragazza metà pakistana e metà inglese (ma la sua storia sarebbe tutta da raccontare) dalla voce melodiosa e incantevole. Ecco, dopo la rece di Ale sul suo blog ho pensato di darle una chance e, caspita, è stato amore al primo ascolto. Voce suadente e avvolgente; melodie semplici e un po' retrò, tipo anni 70 americani (non a caso l'hanno paragonata a Carly Simon o a Karen Carpenter) con qualche accenno in stile Burt Bacharach (che ha conosciuto la ragazza, ne è rimasto folgorato e ha quindi deciso di aiutarla nella stesura di alcuni brani). Oserei definirlo un disco "plaid": te lo metti addosso e ti scalda a dovere.
Al momento in cima alle mie preferenze.