30 dicembre 2013

top ten dischi 2013



01 - Volbeat - Outlaw Gentlemen & Shady Ladies
Ascoltato, riascoltato e riascoltato ancora: in pratica consumato. Quest'anno la Palma d'Oro spetta ai danesi Volbeat. Disco che incontra in pieno i miei gusti musicali. E poi, come detto, la consacrazione definitiva c'è stata con il live act di Ottobre. Idoli!

02 - Alter Bridge - Fortress
Al secondo posto un altro disco bello tamarro. Il quartetto di Orlando conferma tutto quanto di positivo fatto ad oggi: riffoni di chitarra, assoli e impianto ritmico serrato. Tutti gli ingredienti al posto giusto per un disco che dà la carica.

03 - Queens of the Stone Age - ...like Clockwork
Mi piace quando un gruppo, che mi sembrava in parabola discendente, sforna un gran disco. È il caso dei QotSA, che mi stupiscono con un disco che affonda le radici nello stoner rock più puro e si rivela tanto essenziale quanto affascinante.

04 - Ministri - Per un Passato Migliore
Ecco, con i Ministri, a 'sto giro, ho fatto un po' di fatica. Il disco - sovrastato dalla contemporanea uscita del cd dei Volbeat - mi è entrato nelle corde solo nella seconda parte dell'anno, quando mi preparavo al concerto. Menzione speciale per la doppietta "Stare dove sono" + "Spingere".

05 - Emiliana Torrini - Tookah
E vabbè, con Emiliana non posso proprio essere imparziale, perché la adoro. Non sarà il suo miglior disco, questo, ma a me lei incanta proprio. Pura emozione, al di sopra dei gusti personali. Con quella voce può chiedermi quello che vuole, che io acconsento.

06 - Pearl Jam - Lightning Bolt
Che ve devo dì? A me 'sto disco piace proprio. Non condivido le critiche che gli sono state mosse. E non lo faccio per difendere un gruppo a cui voglio bene ab illo tempore. Trovo che sia un bel disco a prescindere. E poi "Sirens" fa piangere dalla bellezza.
 
07 - Tricky - False Idols
Questo disco scorre che è un piacere. Il sound del nostro amico di Bristol è sempre cupo e intimista; e torna a percorrere con grande classe i territori trip-hop anni Novanta che l'hanno consacrato, senza grandi rivoluzioni - è vero - ma riuscendo a risultare attuale e mai noioso.

08 - Elio e le Storie Tese - Album Biango
Elio praticamente non delude mai. Album leggermente sotto le aspettative (che sono ahimé sempre alte), ma contenente alcuni pezzi da urlo. C'è da chiedersi come facciamo a partorire ancora delle genialate come "Concerto del primo maggio". Bravi!

09 - Newton Faulkner - Studio Zoo
Ecco, se c'è stata una semidelusione quest'anno è stato il mio amico Newton. Per carità: se uno che non lo conosce dovesse sentire questo cd direbbe "ma chi è 'sto idolo?". Però rispetto ai lavori precedenti mi è sembrato un po' più cupo e malinconico. 

10 - Vampire Weekend - Modern Vampires of the City
Stesso discorso fatto per Newton Faulkner: anche i Vampiri niuiorchesi realizzano un gran disco, ma un po' meno solare rispetto al precedente "Contra". Il risultato è comunque eccellente (anche perché altrimenti non li vedreste in classifica), però mi sono affezionato meno a questo cd.

16 dicembre 2013

new look

Basta: la barba ce l'hanno tutti; non la voglio più.
Da oggi basettoni anni 70.

Che poi non so quanto durerà, perché vuol dire che mi devo radere almeno ogni due giorni.
E io mica ce n'ho voglia.


04 dicembre 2013

Harry Quebert

Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trentanni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo. 

Questa più o meno la sinossi del romanzo.
Ciò che non trovate scritto invece è che questo romanzo vi terrà svegli fino a tarda notte (vabbè, io con l'insonnia parto avvantaggiato). Sì, perché è un thriller soft, dai contorni anche un po' morbosi. Quel tanto da farvi fare gli straordinari di lettura.
Intendiamoci: non è un capolavoro. È un bel libro, scritto bene e sufficientemente paraculo. Fatto da chi sa che sta scrivendo un best seller, o quantomeno ci prova.

E secondo me ci è riuscito. 
Sembra un po' il tormentone musicale estivo, quello che non ti molla mai; e che tutto sommato ti piace pure. Certo non si tratta di Brahms o dei Pink Foyd, però te lo godi.
Ecco, io questo libro me lo sono goduto parecchio.
Tutto questo nonostante il mattonazzo di 700 e rotte pagine apparisse ai miei occhi come una montagna insormontabile.



30 novembre 2013

fagioli

Ennesimo capitolo sulle stranezze si Elena.

Ieri pomeriggio è tornata dalla Materna con 4 fagioli in tasca.
"Li ho rubati" dice
"E perché mai?"
"Perché così non dobbiamo spendere i soldi per comprare la roba da mangiare"
"Ah!"
"E poi con quei soldi potete comprarmi dei diamanti"

in foto: io e la figlia pazza, a Venezia (beh, quello si capiva).

22 novembre 2013

vista mare

Ancora due domeniche fa, mentre eravamo in macchina per andare da amici, Elena sosteneva di non vederci bene. L'aveva già detto, ma pensavo fosse una cosa passeggera (anemia o chissacosa)
"Perché dici così, Elena?"
"Vedo come un mare trasparente"
"!!"

"Di là si va a Genova" dice guardando un cartello stradale, lontano trenta metri.
Ok, sappiamo che miopia non è. Cosa sarà questo "mare trasparente"?
Appena tornato a casa, la sera, ne parlo con Dalia: dobbiamo fare qualcosa e presto.

Dalia chiama tutta una serie di ospedali e cliniche specializzate e riesce ad ottenere il primo appuntamento a ottobre 2014.
Non si può, non possiamo aspettare: è troppo importante. Proviamo privatamente e - magia! - otteniamo un appuntamento il giorno dopo.

102 euro per fare esami approfonditi e sentirsi dire che nostra figlia ci vede benissimo.

Finalmente stasera, dopo varie insistenze, confessa: in realtà dice che non ci vede bene solo perché vuole mettere gli occhiali.
"e perché vuoi mettere gli occhiali?"
"per avere un'aria più sofisticata!"

Ma vaff...

18 novembre 2013

do you have a moment?

Ieri mi sono svegliato con un discreto mal di testa.
Non fortissimo, ma costante: non mi ha abbandonato per tutto il giorno.

Sono abbastanza allergico all'uso delle medicine.
Prendetemi pure per un ingenuotto, ma penso che il nostro corpo abbia bisogno di rimedi naturali.
E non sto parlando di tisane al timo e melanzana, sto dicendo che - se ti viene il mal di testa per la terza domenica di seguito - c'è qualcosa che non va in te stesso.
Quindi bisogna capire se c'è qualcosa che ti preoccupa o se semplicemente devi diminuire il fattore stress generale.

Penso che il mio mal di testa sia dovuto a un accumulo di tensioni che, appena il corpo si rilassa, lasciano andare tutta una serie di qualcosarfine che fanno sì che tu ti svegli con un martello pneumatico nel cervello.
E perché la domenica e non il sabato? Semplicemente perché di solito il sabato ho più impegni di Obama, e inizio a rilassarmi solo il sabato sera.
Durante la cena del sabato, poi, non mi faccio mai mancare una bottiglia di vino (pregasi notare che durante la settimana non bevo quasi mai niente che non sia acqua, al limite una birra in occasioni speciali).

Insomma, la domenica mattina ho la testa crepata.
Di solito il mal di testa domenicale mi passa con l'andare delle giornata, magari dopo qualche caffè e un po' d'aria aperta. Ieri niente caffè (o meglio solo decaffeinato) e niente aria aperta perché ero in casa con Elena, malata.
Quando verso le dieci di sera ho capito che il mal di testa avrebbe avuto conseguenze importanti sulle mie (in)capacità di addormentarmi, ho ceduto: ho trovato questa scatola di Moment Capsule molli che già non avrei ingurgitato per quanto mi fa schifo la loro pubblicità. Aggiungetevi la mia riluttanza nell'assumere farmaci.

Vabbè, dai, altrimenti non riesci a dormire. Non pensare, agisci.
Ne sblistero una, riempo il bicchiere d'acqua, caccio la capsula in bocca, bevo rapidamente.
E mi strozzo.
Ma roba che fra un po' mi pratico una tracheotomia da solo, pur di liberarmene.
Insomma, io con 'sti farmaci proprio non c'ho feeling.


24 ottobre 2013

i 7 stadi della riunione

Le grandi riunioni di lavoro mi stremano.
Mi stremano perché si portano appresso diverse situazioni critiche, tipo: mi gioco il cliente, c'è in ballo un budget importante per il nostro studio, o altre problematiche simili.

Dato il ruolo che mi compete all'interno della nostra piccola agenzia, ho notato che, quando devo affrontare una di queste riunioni, attraverso 7 stadi di situazioni fisico/emozionali

1° fase - organizzazione
quando comincia il lavoro, sono il custode della razionalità: organizzo tempi e risorse, sincronizzo agende e pianifico con cura.

2° fase - agitazione
sono passati due o tre giorni e non ho fatto niente di quello che mi ero prefisso. Come al solito. Mi giustifico col fatto che ho avuto tanto (di altro) da fare. Non è colpa mia, signor giudice.
Da domani, giuro!, comincio.

3° fase - panico
ancora non ho fatto niente; ho pensato al progetto ma non ho buttato giù neanche un layout. In questa fase, solitamente, ci scappano uno o due sere in ufficio a lavorare, nel totale silenzio (detto in senso positivo, nel senso che non ci sono distrazioni).

4° fase - fotte sega
le cose che ho fatto nelle serate in ufficio non mi soddisfano; cerco disperatamente aiuto tra i miei colleghi. Nel frattempo inizio ad abituarmi al peggio: perdiamo il cliente e io scappo in Australia. O anche solo a Celle Ligure. Faccio il commesso alla Coop di Varazze e vivo lo stesso. Intanto 'sta vita qua mi ha stancato. Andate tutti affanculo.

5° fase - mal di pancia
inizio a stare male. Non andrà bene niente. Rush finale con nottate in piedi in cui inizio a partorire idee e layout. Olio di gomito e cesello. Olio di gomito e cesello. Ogni tanto tento di guardare le cose dall'esterno e mi fa tutto schifo, oppure mi sembra già visto. Mi sfianco finché non ho qualcosa che mi sembra presentabile. Ma col rischio che ogni proposta abbia i suoi punti deboli. Bisogna vedere se il cliente si accorge del bluff. Oddio, sono finito.

6° fase - riunione
vado in riunione che ho dormito due ore. Sono elettrico. Camicia pulita e barba fatta: cerco di mantenere una parvenza di uomo normale, mentre dentro di me sono un uomo allo sbando. O la va o la spacca. Sorrido di fronte alla catastrofe imminente. Mi sacrifico sull'altare. Vado.

7° fase - abbudinaggio
La riunione è terminata. Passo in poche ore dall'adrenalina scatenata a una sensazione di afflosciamento totale. Tutto il mio corpo inizia a rilassarsi. Quello che era un fascio di nervi adesso è un budino al sole. Cerco aiuto nella caffeina, perché altrimenti rischio di addormentarmi alla guida del motorino.

ecco: più o meno la fase 7 è questa qua sopra.

18 ottobre 2013

il buon vecchio Tricky

C'è un piccolo problema con Tricky: che lui ha la tendenza ad essere molto più avanti.
E basta, sì.
Avete presente quando si dice "quello è troppo avanti"? Ecco Tricky è così.
Fece "Maxinquaye" e la gente lo capì solo 4 anni dopo, quando uscì il famoso "Play" di Moby.
E mentre usciva "Play" lui si lanciava in un'avventura hip-hop con Dj Muggs. Che però, attenzione, l'hip hop a quel tempo era già bello andato. E lui ci si rituffò dentro, stravolgendolo e facendo un disco - indovinate un po' - avanti rispetto al resto.

Tutto questo preambolo per dire cosa? Che Tricky ha fatto uscire (ormai da qualche mese) un nuovo disco dal titolo False Idols.
E stavolta dove è andato a parare? È tornato a casa: al trip hop originale, quello che aveva fatto urlare al miracolo ai tempi di Maxinquaye.
Ma - attenzione - non si tratta di minestra riscaldata, ve lo giuro.
A me 'sto disco piace proprio tanto tanto.
Sembra quasi che sia il suo ultimo disco, come se, in questa ventina d'anni, avesse fatto tutto una parabola di sperimentazione musicale, per poi tornare alle origini.

C'è solo da chiedersi cosa farà dopo.
Direi che per adesso me ne frego altamente e mi godo questo 15 tracce.



14 ottobre 2013

Volbeat Live (finalmente!)

Grande attesa per il concerto dei Volbeat. Li aspettavo dal momento in cui il buon Monty me li fece conoscere, inviandomi una sua personale compilation, che ho consumato.
Fu amore al primo ascolto. E se il disco è l'amore platonico, si può dire che il concerto sia quello fisico, per cui li attendevo alla prova d'amore definitiva.

Prova superata a pieni voti.
Anzi, oserei dire che è stato un concerto decisamente sopra le aspettative.
Ciò che ripeto come un mantra ormai da tre giorni è che non mi divertivo così tanto ad un concerto da tantissimo tempo. Potrei anche sbilanciarmi e affermare che è stato il concerto a cui mi sono divertito di più in assoluto.

Alla band d'apertura, gli Iced Earth, va riconosciuta l'umilté di citare di continuo i Volbeat, ricordandosi e ricordandoci chi sono gli headliner della serata e non atteggiandosi a dovremmoesserenoiquellipiùimportanti. Per il resto che dire? Heavy metal parecchio datato che non mi ha smosso un muscolo.

Quando finalmente salgono i 4 Volbeat il tripudio è totale. Riesco a mantenere un contegno da serio padre di famiglia per due o tre brani, nonostante l'attacco sia al fulmicotone. Ballicchio e canto ma mantengo una pseudoserietà.
Poi, però, quando parte Sad Man's Tongue non ce la faccio più: troppa la felicità nel vederli, troppo il piacere di quella canzone (la prima canzone che io abbia mai ascoltato della band danese), troppa adrenalina addosso. In un attimo sono nel pogo.
E rido. Rido come un matto.

Concerto meraviglioso.
Me lo ricorderò per sempre.


29 settembre 2013

Fortress

Visto il numero di ballate nel precedente AB III, qualche ragazzetto pseudometallaro deve aver incontrato gli Alter Bridge per la strada e li ha apostrofati con un "ma che? vi siete rammolliti?".
E mi immagino Myles Kennedy che dice (testuale) "mo' jela faccio vedere io chi si è rammollito, Mark passame un po' a chitara e vie' qua che suoniamo fino a farci sanguinare i polpastrelli".

Questi i misteriosi retroscena del nuovo disco degli Alter Bridge, dal titolo Fortress, scoperti dai vostri inviati del blog Suevele.

Solo così si può spiegare una partenza a razzo in un disco che si apre con il trittico "Cry of Achilles" - "Addicted to Pain" - "Bleed it Dry".
O è così oppure hanno sentito il trittico in apertura di King Animal dei Soundgarden e si sono guardati in faccia dicendo (sempre testualmente, ma questa volta Mark Tremonti) "'co zio, questi vecchietti ci stanno prendendo a badilate sui denti, tiriamo fuori i maroni e facciamoje vede noi. Myles passame 'a chitara e vie' qua!"

Insomma: Fortress è un bel dischetto, che non dà molta tregua al metronomo, ne' tantomeno alle ricerche stilistiche: è un bel disco tamarro da ascoltare per pomparsi adrenalina nelle vene.
Mi rendo conto che, per chi pretende sempre qualcosa di più da un gruppo, queste 12 tracce possano essere un po' una delusione, perché alla fine della fiera questi sono gli Alter Bridge: chitarre distorte, basso e batteria muscolari, voce di Kennedy.

A proposito della voce: una delle due varianti rispetto ai precedenti lavori della band è un brano con Mark Tremonti alla voce principale. Chi segue un minimo questa band sa infatti che Tremonti ha recentemente fatto un disco solista, dove canta lui e bisogna ammattere che ha una discreta voce. Certo: non è Myles Kennedy, che ha un'estensione vocale da far impallidire Freddie Mercury (se fosse vivo). Però quando nel ritornello le due voci si uniscono, l'effetto non è niente male.

L'altra variante, invece, è il brano "the Uninvited", in cui i ragazzi si cimentano con le alternanze di tempi (pari e dispari), che è un po' diverso dagli altri, quanto meno nella strofa.

Ma dicevamo: un disco con un bel marchio di fabbrica ben stampato addosso.
Non porterà nuovi adepti, ne' deluderà i vecchi fan. 
"Calm the Fire" e "Cry of Achilles" al momento le mie preferite.


25 settembre 2013

top 5 profili Facebook insopportabili

Sono un discreto fan di Facebook. Penso sia un modo divertente di frequentare la rete e di tenere i contatti con gli amici. È una specie di bar dove, se hai voglia entri, se non hai voglia lasci perdere.

Ma ci sono alcune persone, o meglio alcune tipologie di persone, che non sopporto.
Ed ecco a voi quindi un'altra inutilissima top 5.
Sempre dalla numero 5 alla numero 1, per creare un po' di suspence (sai che robba!)

5 - il maratoneta
a me non me ne frega una ceppa se corri 10 km in 56 minuti. Ancor meno mi interessa sapere da dove sei partito e dove sei arrivato. Per non parlare poi della media che hai tenuto e delle calorie che hai bruciato. Insomma: se vai a correre sono tutti fatti tuoi. Che li metti a fare su FB?

4 - il comunista triiiiishte
come nella vita, anche su Facebook ci sono i comunisti tristi: quelli che postano solo foto di Berlinguer (con citazione) o, al massimo dell'ottimismo, di De André; sulla sua bacheca spopolano frasi contro il capitalismo, citazioni di Pasolini e Saviano. Tutto giusto, per carità; ma di una noia mortale.

3 - il job addicted (solitamente ex-colleghi)
non scrive mai di cose proprie, non mette foto, non scrive opinioni. Lui posta solo cose di lavoro e - con una faccia tosta che non mi spiego - ti invita, magari anche a più riprese, a mettere "like" sulla pagina dei Fratelli la Bufala. Ma no. Ma non mi dire. Non sarà mica che stai facendo un lavoro per i Fratelli la Bufala e gli hai promesso che i "like" sulla loro pagina cresceranno a dismisura? No, vero? Abbello, il social network per il lavoro si chiama LinkedIn non Facebook.

2 - il pessimista cosmico 
da non confondersi con il punto 2; il comunista trishte ha un che di pseudointellettualfabiovolesco. Invece questo è quello che se gli dici "buona giornata" ti risponde con un "eh, magari...". Gente che mette solo foto patinate di nostalgia. O che imposta - lo giuro, visto ieri - un tornado come foto del profilo. Le frasi di solito hanno i fatidici tre puntini finali per farti immaginare tutto lo sconforto che segue alla frase e per farsi dire dagli amici "cosa succede?". Mettono quegli status tipo "anche oggi era meglio se non uscivo di casa...". Ma minchia, chiuditici a chiave in casa. Soprattutto se lì non hai una connessione ad internet, grazie.

1 - il gattaro
ormai lo sanno anche i muri: su Facebook i gattini hanno rotto il belino. E allora tu che hai 2 o 3 gatti in casa, mi spieghi come fa a non sfiorarti neanche l'idea che dei tuoi animali a 4 zampe alla gente non gliene possa fregare meno di nulla? E la foto mentre dorme, e mentre la faccia buffa, e con gli occhiali, e... e basta, cazzo! E la cosa grave sono quelli che commentano. Anche loro con gatti o cani, ovviamente. Ma non esiste un pet social network? Sarebbe il caso di inventarlo.



19 settembre 2013

indovina la citazione - 25

Ritorna il gioco più amato dai lettori del blog Suevele (ma anche l'unico, ora che ci penso).
Indizi messi dal più difficile al più facile. A voi la palla!

1 - "Che vuol dire TVSBX?"
"Che te le scegli troppo giovani!"

2 -"Ma a voi il calcio vi ha tarlato il cervello fin da piccoli, eh!"
 
3 - "Conosco molta gente pentita di essersi sposata, ma nessuno che si sia pentito di avere avuto un figlio."

4 - "Ti droghi per giocare a calcetto con tuo figlio e prendi il viagra per farti le sue amiche"

5 - "Ma non puoi fare sesso con me. Sono tua moglie! Ma che scherzi? E poi sono troppo vecchia per te: ho quasi la tua età."

6 - "Tu l'hai sempre detto che era una carogna. Ma come facevi a saperlo?"
- "Basta vederlo giocare. È la legge di Nereo Rocco: in campo come nella vita."

7 - "Ore 20,00: sette maschiacci brutali fuggono dai loro comodi uffici e si ritrovano sul campo di battaglia. Lotta, sudore e sangue: è il calcetto, baby!"

13 settembre 2013

driiin driiin

Pronto? Sì, ciao Nick, sono Filippo, come va? Sei nervoso? Eh eh eh (battuta e risatina di cortesia)
Senti: purtroppo domani non riesco a venire al tuo matrimonio. No, no, non è successo niente di grave.
È che... guarda, proprio non c'ho voglia. Scusami, eh!, ma proprio non ce la faccio.
Cioè: io vorrei fare festa con te eccetera, ma essendo il TUO matrimonio riuscirò a parlarti sì e no 10 secondi.
E riguardo a tutti gli altri invitati... che ti devo dire?... sono compagni di liceo con cui non ho niente a che spartire da 20 anni. Sì, a parte Marco, certo.
Tutta brava gente eccetera, ma sono rimasti ancorati a un'immagine di me che non esiste più. E io non ho voglia di fare la pantomima di quello che non sono più. Da svariati anni, fra l'altro.
Insomma, io so già che vengo lì e mi rompo le palle.

La vera verità, Nick, è che non ho proprio più voglia di fare le cose che non mi va di fare.
Come dici? Sono invecchiato? Sì, certo, è una spiegazione plausibile.
Però ho capito che ho troppo poco tempo libero, e quel poco che ho lo voglio dedicare a cose che mi piace fare. Sì, lo so: non è una cosa carina da dire a uno che sto paccando il giorno prima del suo matrimonio, hai ragione.
Cioè: io e te abbiamo fatto un sacco di cose insieme (oddio, proprio un sacco no... diciamo alcune), ma sono cose che risalgono al paleolitico. L'ultima volta che ci siamo visti, in occasione di un tuo concerto, a malapena mi riconosci e - soprattutto - eri circondato da gente che io manco so chi siano; non li ho mai visti in vita mia.
Ecco, io e te ormai apparteniamo a due mondi abbastanza lontani. O almeno così mi pare di capire.

Quindi, guarda, grazie mille dell'invito e tutto, ma non vengo.
Congratulazioni.
Ciao.

04 settembre 2013

in love with Emiliana

Bastano pochi attimi per riaccendere una passione, o quantomeno un sentimento.
Come quello ovviamente platonico nei confronti di Emiliana Torrini.
La 35enne cantante italoislandese ha la capacità di farmi cadere innamorato, ogni volta che sforna un disco nuovo. E anche se non ci sentiamo da 5 anni (tanto è il tempo intercorso dal penultimo album), anche con il nuovo Tookah è riuscita nell'impresa di farmi venire il sorriso ebete lasciandomi cullare dalla sua voce inconfondibile.

Lei è magnifica, quasi eterea. 
E la sua musica la rispecchia in pieno: leggera, semplice, per niente banale.
Se non avete idea di chi sia la persona in questione, a questo link potete ascoltare tutto l'album nuovo.
Sono già al secondo ascolto e il rischiodipendenza è alto, soprattutto in questi giorni pseudomalinconici di post vacanza.

Dategli un ascolto anche voi.
Però vi avverto: rischiate di innamorarvi.
E occhio perché sono geloso.


02 settembre 2013

ritorno alla normalità

Da ieri sera siamo di nuovo tutti a casa.
Terminata l'ultima settimana di quelle che chiamo le mie "vacanze milanesi" (ovvero da solo in città, senza famiglia), ieri sera abbiamo completato la transumanza e ho riportato a casa la famiglia dal dorato esilio cellese; ricomincia la vita normale.
Ogni anno mi dico che andrà meglio, perché tutto sommato le bimbe crescono e - prima della temibile adolescenza - diventano più responsabili, più ragionevoli, eccetera.
Quel che ne sarà dopo, per adesso non mi riguarda. O non voglio pensarci.

Tre settimane a Celle Ligure, quindi, a fare il mammo a tempo pieno, visto che Dalia doveva lavorare.
Non posso proprio dire di essermi riposato: fare la spesa, far da mangiare, portarle in spiaggia, eccetera è sì piacevole, ma abbastanza stancante.
(e con questa sento già l'eco di tutte le mamme che urlano "visto? e voi che pensate che stiamo a casa a non fare un cazzo!")

Come al solito sono stato colpito dall'accoglienza dei miei conterranei e dal rapporto qualità del servizio vs prezzo da pagare e mi convinco sempre di più che i liguri dovrebbero prendersi tante di quelle mazzate nei denti, che forse (e dico forse) si renderebbero conto di quanto riescano a essere inospitali.

E ve lo dice uno che a Celle è conosciuto e viene trattato da cellese.
Immaginatevi cosa possano pensare i "foresti".


02 agosto 2013

holidays

Stasera si parte in direzione Celle Ligure (che originalità).
Per quest'anno chiudo. Anzi: socchiudo.
Ci sono troppi casini in ballo e io sono fin troppo raggiungibile.
Temo ripercussioni.

Comunque io son lì.
Se volete passare...


30 luglio 2013

papa Francesco e i gay

Da quattro mesi circa abbiamo un nuovo papa. Non ne ho mai scritto prima, perché non avevo la minima idea di chi fosse Jorge Mario Bergoglio, prima di diventare - appunto - papa Francesco.

Ma bisogna dire che sin dall'inzio del suo pontificato i segnali che ha dato sono stati più che ottimistici: presentarsi con l'abito bianco e una semplice croce alla sua prima uscita e usare il nome "Francesco" hanno dato subito un chiaro messaggio di povertà e di umiltà.
E altrettanto ha fatto nel proseguo del suo mandato, avvicinandosi ai poveri, sostenendo gli immigrati o condannando alcuni vescovi di Buenos Aires che si rifiutavano di battezzare bambini di coppie non sposate o separate.

E così arriviamo a ieri, quando su un tema delicato quale è l'omosessualità, interrogato sulle presunte lobby gay in Vaticano ha detto: "Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarlo?"

Insomma: con la solita tempistica della chiesa, in ritardo di un centinaio di anni, forse ma forse cade il penultimo baluardo (l'ultimo riguarda l'uso dei contraccettivi) che separa le persone normali - tra cui mi annovero - e lo stato pontificio.
E tutto grazie a questo simpatico signore argentino che sembra venire fuori da un altro pianeta, ma che in realtà dice cose normalissime.

Forse è proprio questo il punto: dire cose normali e sensate sembra una rivoluzione.
No, giusto per capire in che tempi viviamo.


22 luglio 2013

voglio un'altra donna

Voglio un'altra donna di servizio.
L'efficientissima Dora è in Brasile ad assistere la madre malata.

Seminudo stiro, davanti alla finestra inutilmente spalancata, perché non passa una bava d'aria.
Il ferro butta fuori un calore infernale.

Mi destreggio tra lavatrici da fare, roba da stendere, e pasti frugali.
E scopo. Scopo tantissimo, perché la nostra casa fabbrica cumuli di polvere.

Più che macho, mi sento mocio.


16 luglio 2013

l'album biango

Devo fare ammenda: il nuovo disco di Elio e le Storie Tese all'inizio non mi aveva conquistato. Sarà stato perché tre canzoni le avevo già sentite (due a Sanremo + il geniale singolo/anteprima "Complesso del Primo Maggio"), sarà perché in questo disco ci sono poche partecipazioni di cantanti esterni al gruppo (consuetudine eliica).
Ma sarà anche perché sticazzi.

Voglio dire: non importa se prima mi lasciava un po' tiepidino. Passato il primo strato, quando ci si addentra nei dettagli, nelle ricerche stilistiche, nelle chicche, si sa che lì gli Elii danno il meglio di se.
Infatti domenica sera, mentre tornavo dal mare, me lo sono ascoltato a un volume decente, e mi sono gustato ogni singola nota e parola di questo ennesimo gioiello del gruppo milanese.

Potrei dire quanto è bella una canzone o l'altra, ma non conta nulla. Quello che conta è che gli Elii non hanno mai un calo, nonostante i decenni di carriera alle spalle. Una garanzia di qualità. Di minchiate di grande qualità.



11 luglio 2013

tipi da palestra - 2


A distanza di due anni e mezzo, torniamo a occuparci dei singolari personaggi che animano la palestra che frequento (qui la prima puntata).
Oggi parliamo di David Hasselhoff, Maria Sharapova e John Wayne.


David Hasselhoff
Avete presente Hasselhoff in Baywatch? Un po' in là con l'età, ricciolo, sempre abbronzato? Ecco sarà per questi elementi, o sarà perché indossa quasi sempre una canotta rossa, ma il tizio in questione, sulla 50ina, gira per la sala pesi portandosi appresso un petto enorme, ostendandolo pure. Sarebbe anche un bell'uomo, se non fosse che sembra uscito dagli anni 80/90. È troppo abbronzato, troppo gonfio... troppo di tutto.

Maria Sharapova
Sei figa. Lo sai. Lo sai benissimo. E te la tiri di conseguenza. Mentre la metà delle donne che vengono in palestra si veste da palombaro (devo ancora fare la ceretta!), lei ha degli shorts talmente short che una cintura non ci starebbe. Bionda, slanciatissima, imperturbabile, sale sul tapis-roulant e si mette a chattare o a telefonare. Chissà, probabilmente non suda neanche.

John Wayne
Io questo ragazzetto lo conosco da un po' di tempo. Frequentava la palestra anni fa, poi è sparito. Adesso è tornato (magari anche già da qualche mese, visto che io ho latitato per un po') ed è diventato il doppio. Intendiamoci, una signora muscolatura. Ma quello che fa ridere è l'atteggiamento: cammina con le braccia esageratamente larghe, come se a causa dei suoi pettorali non potesse fare altrimenti, e scruta tutti come il più navigato degli uomini. E avrà 30 anni a dir tanto.

09 luglio 2013

in loving memory of FrancoMB

È da un paio di giorno che vorrei scrivere una sorta di elogio funebre, in ricordo di mio zio Franco, morto domenica. Mi piacerebbe avere un aneddoto da raccontare, una frase da riportare, ma non ho niente.

Ho solo il ricordo di una persona tanto testona quanto simpatica. Che faceva sempre piacere incontrare. Che alternava momenti di scherno e ironia (peculiarità fondamentale della nostra famiglia) a parentesi di discussioni e interesse nei confronti degli altri (e se state pensando "Cosa c'è di strano? tutti sono così", non conoscete la nostra famiglia).

Una persona molto generosa. Che un giorno mi regalò una cravatta solo perché un paio di mesi prima gli avevo fatto i complimenti proprio per quella. Me la regalò così, senza motivo, senza una ricorrenza da festeggiare. Ecco, forse l'aneddoto l'ho trovato scrivendo di lui.

Ho comunque un bellissimo ricordo. Addio, zio Franco. Mi mancherai. E non è certo una frase di circostanza, questa.

01 luglio 2013

vegetarianesimo

Ultimamente due amici sono diventati vegetariani. Pochi anni fa invece due persone che erano vegetariane, sono tornate onnivore. Tutte persone ragionevoli, assolutamente non integraliste. Riflettevo a riguardo recentemente, visto che una delle due persone che sta diventando vegetariana mi ha confidato il suo nuovo "posizionamento alimentare" venerdì sera, dopo che gli avevo proposto un kebab (che poi: la carne non la mangia, ma il pesce sì... perché? Vabbè, ognuno fa quel che vuole).

Effettivamente il passo potrei farlo anch'io, visto che non sono un gran carnivoro.
La gente che mi parla di "una bella bistecca" o sbava per le costine di agnello trova in me un partner un po' restìo all'entusiasmo.
E altrettanto dicasi per il coniglio o per gli hamburger. Cioè sono cose che mangio.
Ma se il dottore mi dovesse dire "da domani basta", non farei una piega.

Domenica, però, mi accingevo a fare una pasta. E nel pensare a come condirla è venuto quasi spontaneo fare un soffritto di cipolla e poi buttarci della pancetta a cubetti. E mentre le mie narici godevano degli effluvi di quel sapore e lo stomaco iniziava a dilatarsi a dismisura, eccomi partorire l'ennesima futile top 5.

TOP 5 DEI MASTODONTICI IMPEDIMENTI PER UN MIO EVENTUALE VEGETARIANESIMO
in ordine di importanza, quindi dalla 5° posizione alla prima:

5 il Salame - quando vado a pranzo da amici e qualcuno (io?) tira fuori un bel salamino, non c'è santo che tenga: devo mangiarlo ad ogni costo.

4 la Salamella alla brace - come dicevo, non sono un fan della carne alla griglia, ma la salamella è un mondo a se. Sia come sapori, sia come libidine personale. Imperdibile.

3 il Ragù - che sia per accompagnare la pasta, o per fare le lasagne, sin da quando inizio a cucinarlo, il ragù mi piace da morire. Ma roba che quando ho finito di mangiare e sto sparecchiando prendo il pane avanzato e faccio la puccetta nella pentola. Mhhhh, che goduria...

2 il Risotto alla Salsiccia - piatto molto apprezzato in casa nostra. Da quando faccio la spesa alla Coldiretti, dove la salsiccia ha tutto un altro sapore, me ne divorerei piattate intere. Mi fermo giusto perché il riso gonfia.

1 il Pollo di Giannasi - chi frequenta questo blog già lo sa: il pollo di Giannasi è il più buono della città. Non ci sono storie. E mangiarlo mi fa godere, ogni volta. Vero masterpiece per carnivori.

in foto: il cordiale Team di Giannasi. Luilì in mezzo, in piedi, (di fianco al Signor Giannasi) ogni volta che mi vede, il venerdì sera, mi accoglie con "Pilippo, hai ordinato il pollo?"

24 giugno 2013

from Sardegna (with love)

Difficile scrivere dei post con la tastierina dell'iPhone. Impiego tanto, troppo tempo.
E benché io sia in vacanza in Sardegna, il tempo comunque falta.
Vi mando giusto un saluto.


11 giugno 2013

di nuovo in campo

Ieri sera sono finalmente tornato a giocare a calcetto.
Ho giocato con una paura costante di sentir cedere la caviglia, ma fortunatamente, alla fine della partita, ero ancora sano. Dolorante, ma sano.
No, non dolorante alla caviglia, bensì a tutti i muscoli delle gambe.

Infatti stamattina ho avuto difficoltà a tirarmi su dal letto, da quanto mi sentivo incriccato.
Però felice. Lunedì prossimo riprovo.


07 giugno 2013

mi sun strac

Un blog è un diario. È un po' la logica che ho sempre seguito nello scrivere in questo spazio personale.
Una sorta di testimonianza della mia vita, un ricordo per quando avrò voglia di leggerlo.
E se dovessi riportare quello che mi è successo nelle ultime ore dovrei scrivere almeno 3 o 4 post.

E non sto parlando di eventi eclatanti, intendiamoci.
Però diciamo che dalle 19,00 di ieri sera fino a stamattina alle 13,00 nell'ordine mi è successo:
• di volare al Pronto Soccorso per un'allergia fulminante di Anita che le ha fatto due occhi gonfi come mongolfiere;
• di andare alle prove dello spettacolo dell'asilo portandomi appresso Elena, perché non si voleva staccare da me;
• di fare un bel giro notturno per Milano in cerca di una medicina per l'allergia di Anita;
• di andare a una colazione di compleanno (l'avete mai fatta voi? io mai);
• di suonare alla festa dell'asilo di Elena;
• di andare a prendere Anita all'uscita della scuola, per festeggiare l'ultimo giorno del suo primo anno alle elementari.

Volendo, ma proprio volendo, potrei scrivere un post per ogni argomento.
Ma non lo farò. Perché se proprio mi avanzerà del tempo, preferisco andarmene a dormire.

02 giugno 2013

sign o' times

Elena vede un accendino per la prima volta in vita sua e dice "qua c'è una chiavetta USB"


31 maggio 2013

back to the gym

A quattro mesi dall'infortunio al piede, sono finalmente tornato in palestra.
Dovevo stare fuori un mese, ma la cosa è stata più difficoltosa di quanto avessi previsto. Il piede mi ha fatto male (e - anche se pochisimo - mi fa ancora male), quindi continuavo a rimandare il ritorno all'attività agonistica.

Oggi, su indicazioni del medico, ho cominciato una riabilitazione che principalmente prevede il camminare tanto. Quindi tapis-roulant e andare.

Mi sono pesato prima di cominciare e adesso sono 87 chili. In un paio di mesi vorrei perderne 5 di questi 87. Ma il vero dilemma, come sa chi mi conosce bene, non è la costanza nell'attività fisica, ma la mia passione per il cibo.
Devo cercare di mangiare di meno, che per me equivale ad uno sforzo titanico.
Soprattutto perché a tavola sono solito mangiarmi quello che le mie figlie avanzano.
Con questo non voglio dire che le mie figlie non mangino, eh! Solo che ogni pasto è un terno al lotto su cosa mangeranno. Per esempio, se fino a ieri hanno divorato i pomodori, tessendone le lodi, non è comunque sicuro che il giorno dopo li mangino. E così via.

Insomma: cercherò di impegnarmi per perdere questi fatidici 5 chili.
Ce la farò? Si accettano scommesse.



30 maggio 2013

dell'essere furbi

Fortunatamente le scuole elementari sensibilizzano gli alunni (e di conseguenza, si spera, le famiglie) ad una corretta alimentazione. Per merenda, ad esempio, Anita a scuola può portare solo o frutta oppure sostitutivi del pane tipo craker, grissini et similia. Tutto ciò per evitare che i bambini si ingozzino di "fetta al latte", "kinder brioss" o porcherie del genere.
Ho accolto la notizia con entusiasmo, sin da quando me la comunicarono, ad inizio anno.
Tutto ciò è il pre.

Veniamo a qualche giorno fa. Mentre la accompagnavo a scuola, Anita mi confida che un suo compagno - che ha il padre pasticcere o fornaio o non ho capito bene cosa (Anita non ha saputo spiegarmelo) - fa dei biscotti in casa che sembrano biscotti secchi, ma che in realtà sono ripieni di cioccolato, in modo che dall'esterno sembrino "regolari".

"Furbo, no?" mi dice Anita con un sorriso. "Sì, troppo furbo" rispondo amareggiato.
Prendetemi pure per un invasato, ma se insegniamo ai nostri figli ad ingannare gli insegnanti per una cosa stupida come la merenda, poi non scandalizziamoci se cresciamo un popolo di stronzi.

in foto: la merenda preferita di Anita, in questo periodo.

13 maggio 2013

sì, ma non facciamo passare troppo tempo

Mi sento dire questa frase (quella del titolo) molto spesso ultimamente. Da gente che non sento da un po' e di cui sento una voce entusiasta quando risponde alle mie chiamate.
Sono cose che fanno piacere, certo. Così come mi lascia sgomento la chiusura che invita a un repentino risentirsi o vedersi di persona.

Mi viene da ridere quando me lo dicono perché in cuor mio penso sempre "beh, se sei così felice di sentirmi perché non mi hai chiamato tu?". Ma, un po' per buona creanza un po' per non creare una polemica sterile e controproducente, è una domanda che non faccio mai.

Quello che invece mi piace pensare è quanto abbiamo bisogno di recuperare i contatti umani di chi ci vuole bene. Passato un inverno lungo e faticoso (almeno per me), sento sbocciare la primavera nelle corde vocali della gente.
Un aperitivo, una cena, ma anche un caffè al volo: necessitiamo di momenti di convivialità e di confronto. Di sentirci vicini, di volerci bene, di ridere e scherzare.

Per quanto certe volte abbia voglia di fare l'eremita, ancora una volta mi rendo conto che io senza gli altri non so stare. Ho proprio bisogno di recuperare umanità, di sentire il calore delle persone.
Abbiamo bisogno di sentimenti. Viviamo a pieni polmoni questa tardiva primavera. E godiamocela, santi numi!


"no matter how cold the winter there's a springtime ahead..."

09 maggio 2013

Volbeat

Veloce post di aggiornamento, giusto per dire che si è vivi, anche se il tempo da dedicare a me e a miei vizi (essaichevizi!) è poco. Molto poco.

La musica però non mi abbandona mai. E le uscite di questa primavera sono interessanti.
Non sono riuscito a scrivere dei Ministri, per esempio. Ma in realtà non sono neanche riuscito ad ascoltare bene bene il disco nuovo, "Per un Passato Migliore".

Quello che invece ascolto in heavy rotation, da un mesetto a questa parte è la nuova uscita dei Volbeat, dal titolo "Outlaw Gentlemen & Shady Ladies". Non sono molto bravo a scrivere recensioni. O meglio: dovrei dedicarmici in maniera analitica e dovrei scrivere con calma un pezzo per volta.
Ma, oltre a risultare comunque un recensore "di pancia", non sono certo il migliore scrittore di musica sulla piazza, quindi se volete saperne di più su questo disco, vi direi di affidarvi a qualche recensione seria, tipo quella di Jumbolo.

Tutto ciò che vi posso dire in queste poche righe è che riesco difficilmente a staccarmi da questo gruppo (che anch'io, come Jumbolo ho conosciuto grazie a Monty) e anche a staccarmi da questo disco. E il singolo, dopo una mia prima perplessità (mi aspettavo un pezzo più "duro") mi ha veramente conquistato.
E il video non mi dispiace affatto.


29 aprile 2013

Brixen


4 giorni in montagna, in un maso vicino a Bressanone.
Posti meravigliosi, stile di vita rilassato, aria pura e soprattutto compagnia eccellente.
3 famiglie: 6 adulti + 6 bambini, tutti tra i 6 e i 3 anni.

Ci voleva.
Caspita se ci voleva.


quella lì bianca, era la nostra casa. ci torneremo presto, spero.

24 aprile 2013

abbiamo vinto le energiadi!

E che cosa sono le energiadi, direte voi?
È una gara tra scuole a chi produce più energia.
In pratica: a turno, ogni scuola elementare di Milano veniva dotata di alcune biciclette speciali, collegate a un accumulatore di energia. Pedalando si producevano un tot di chilowatt, che venivano accumulati non so bene come ne dove.

Fatto sta, che - grazie all'organizzazione meticolosa delle mamme che hanno costretto se stesse ma soprattutto i mariti ad alternarsi al manubrio - il nostro istituto ha stravinto la gara.
Abbiamo anche partecipato anche noi, in ben due sessioni, una di mercoledì e una di domenica.

Trascinati dall'entusiasmo, hanno voluto cimentarsi anche alcuni bimbi, come potete vedere dalla foto qua sotto, dove ci sono Anita e Mattia (figlio dei nostri amici Marco e Cinzia).


22 aprile 2013

dell'ineluttabile scorrere del tempo

e del mio coscientamente vano tentativo di fermarlo.

Uichend impegnativo, quello appena trascorso. Classica due giorni di "cose da fare".
Ieri, in particolare, il pomeriggio è stato dedicato allo shopping.
E per farlo, abbiamo deciso di affrontarlo nel peggiore dei modi: andando al Centro commerciale Fiordaliso.

Per chi non vivesse a Milano, bisogna sapere che il Fiordaliso raccoglie quanto di peggio ci sia in tema di centri commerciali: casino esagerato, gente a zonzo senza meta giusto "per fare un giro", tamarri come se piovesse, fastidioso rumore continuo di sottofondo, etc.
Tutto questo è compensato da un unico grande pregio: Decathlon, H&M, Zara, Gap, Oviesse e Original Marines tutti insieme. Il che si traduce in: qualsiasi cosa tu stia cercando, la trovi; o in un negozio o nell'altro, ma la trovi.

Che Decathlon sia diventato il primo negozio in cui andiamo a cercare dei vestiti la dice lunga su due cose: primo - a noi ce ne frega una bella fava dell'apparire e delle marche; secondo - che riusciamo a vestire noi e le bimbe, spendendo comunque cifre ragionevoli.
E qui vi concedo pure qualche battuta sulla mia genovesità, ma sappiate che vi comportereste anche voi così se aveste delle figlie come le mie, che cambiano taglia a ogni battito di ciglia.

Comunque, pomeriggio impegnativo, dicevamo. Ho fatto di tutto per non far pesare questa maratona alle bimbe (leggi: ho giocato a nascondino e cel'hai - ma si scrive così? - in giro per corridoi e negozi) e loro devo dire che si sono comportate più che bene.

Ma veniamo al titolo del post, con relativo sottotitolo: visto che dovevo comprarmi pure io un paio di jeans, volevo sottolineare che OGNI commessa con cui ho avuto a che fare, mi ha dato del lei.
Magari a voi non pesa. O forse sì. A me comunque ha fatto una certa impressione. Passi una... due... ma tutte-dicasi-tutte mi ha abbattuto.
Ed io ho fatto il simpatico, cercando di fare battute e quant'altro, ma non c'è stato niente da fare: il lei ha caparbiamente resistito in ogni conversazione.
E non mi andava neanche di apostrofare la commessa con un classico "dai, non scherzare, dammi pure del tu", perché secondo me è tipico di quelli della mia età che non vogliono accettare l'inesorabile scorrere del tempo.
Quelli come me, insomma.

in foto: Elena si riposa, sfruttando i piedistali di due manichini di H&M.

11 aprile 2013

at the four

oggi la mia piccolina (!) compie 4 anni.
Tanti auguri Elena.


in foto, Elena impegnata nella sua attività preferita: giocare a "Hay Day" sull'iPad di Dalia.

10 aprile 2013

white limo

Uno sta lì a cercare di educare le proprie figlie per gradi, partendo dalla musica per bambini passando per cantautori tipo Silvestri, per poi arrivare a Caparezza e da lì in avanti.

Poi succede che una sera sei lì che stai cercando una musica per un video e, per sbaglio, parte una canzone tipo White Limo dei Foo Fighters.
E se provi a stopparla, entrambe le figlie ti dicono "no, papà lascia questa!".
Allora la rimetti e loro ballano come matte, felici.

forse mi faccio troppi scrupoli. forZe.



05 aprile 2013

tributo a Layne

Oggi è il 5 aprile, e tutti gli appassionati di musica celebrano, con retorici post su Facebook, la dipartita di Kurt Cobain, morto suicida esattamente 19 anni fa.
Ma un altro personaggio è morto il 5 aprile: si tratta di Layne Staley, storico cantante degli Alice in Chains, morto per overdose nel 2002.

Ecco, pur riconoscendo l'importanza di Cobain nel panorama musicale mondiale, io sono un po' più affezionato a Staley.
Sarà perché Cobain ormai è diventato un'icona e - come tale - mi esce un po' dagli occhi, mentre Layne è più "mio".
Sarà perché aveva una voce così particolare e così comunicativa, che ogni sua intepretazione mi colpiva fino in fondo.

Fatto sta che ogni anno, al 5 aprile, mi ascolto il disco "unplugged" degli Alice in Chains.
La sua ultima performance, anche se è avvenuta ben prima della sua morte.
Un uomo sfatto e strafatto, che canta tutta la sua fragilità, mentre compie la strada verso l'autodistruzione.

"Down in a hole and I don't know if I can be saved
See my heart I decorate it like a grave.

You don't understand who they thought I was supposed to be
Look at me now, I'm a man who wont let himself be"



03 aprile 2013

Reginald Perrin

Siamo a Londra, negli anni 70.
Reginald Perrin è un signor nessuno, perfettamente omologato: persona rispettabile, buon padre, discreto marito, lavoratore serio. È talmente inserito nel meccanismo societario, da chiedersi se anche lui, come i suoi colleghi, debba avere una relazione con la segretaria.
Un giorno, suo malgrado, chiama sua suocera "ippopotamo": è la prima avvisaglia di una vita che a poco a poco gli si è stretta troppo addosso.

Questo un breve riassunto delle prime pagine di Caduta e ascesa di Reginald Perrin, che ho scoperto essere un classico della letteratura moderna inglese. Potremmo definirlo un po' la versione britannica de "Il fu Mattia Pascal", per diversi motivi.

C'è una critica al mondo del lavoro, c'è una catarsi come ribellione a uno stile di vita troppo avviato su binari già preimpostati, ci sono i rapporti personali schiavi di ipocrisie. Il tutto condito con molta ironia e humor inglese.
Libro che fa riflettere e che vi farà sorridere. Consigliato.

Quasi dimenticavo: un grazie ad Armando per avermelo consigliato e prestato.


02 aprile 2013

la cozza e la bestia

Brillante definizione delle nostre figlie, firmata Dalia.

La cozza, Anita, che non si stacca mai da lei.
E la bestia, Elena, che si comporta come una selvaggia.

25 marzo 2013

i Croods

Ieri doppio battesimo spettacolare, nel senso di "riguardante lo spettacolo", delle nostre figlie.
Mentre Dalia se ne andava a Teatro con Anita a vedere uno spettacolo di Kataklò (sia Anita che Dalia praticano il Kataklò, ovviamente in lezioni separate), io e Elena siamo andati al cinema a vedere "i Croods".

Se levate il fatto che sia ambientato nell'epoca preistorica, il film è assolutamente non originale: ragazzina ribelle, padre buono ma conservatore, lei che vuole scappare, madre che fa da tramite tra l'uno e l'altra, lei che si innamora di un giovane valoroso, padre che è geloso del nuovo arrivato, ecc.
Plot già visto e stravisto, ne converrete.
Anche i personaggi comprimari, che creano una cornice simpatica a tutto il sipario, sono abbastanza prevedibili.

Quindi film brutto? No di certo, perché i signori Dreamworks sanno benissimo come far funzionare la macchina divertimento. Certo: non lo consiglierei a nessun adulto, ma per i bambini tutto il pacchetto è molto ben confezionato. Addirittura un paio di scene mi hanno fatto saltare sulla sedia dal ridere, nonostante il film non mi abbia entusiasmato.

L'unica nota veramente di merito è stata Elena che ha visto tutto il film seduta tranquilla sulla sua poltrona (enorme), subendo solo un po' di soggezione dovuta allo schermo grande e al volume molto alto, rispetto ai nostri standard. Mi ha confessato di essere "molto emozionata".


12 marzo 2013

conclave

Da oggi si riunisce il Conclave per nominare il nuovo Papa.
Impossibile non pensare a questa scena del film di Nanni Moretti "Habemus Papam".
D'altrone anche i cardinali sono essere umani come tutti gli altri.


11 marzo 2013

the D is silent

Voglio dire la mia su Django, ultimo film di Quentin Tarantino.
Io a Quentin gli voglio bene. Siamo un po' cresciuti insieme: "Le Iene" mi piacque molto. Tanto che mi feci sostenitore di "Pulp Fiction" quando molte persone non sapevano neanche chi fosse Tarantino.
Mi lessi anche dei libri sul suo modo di interpretare il cinema e sviluppai una forte simpatia per il suo modo di ragionare e il suo modo di amare il cinema (ha lavorato a lungo in un negozio di Videotape).

Poi però le cose gli sono un po' sfuggite di mano. Lui è stato portato sugli allori dopo Pulp Fiction e da lì ha definito un suo modo di fare cinema che non mi convince.
L'esempio più eclatante penso sia Kill Bill: con il pretesto di citare (e omaggiare) i film del passato, è riuscito a confezionare un fumettone splatter di dubbio gusto. Sempre a mio modo di vedere, ovviamente.

E così ha proseguito per la sua strada, sia con Bastardi senza Gloria, che con questo ultimo Django.
Cioè: lui secondo me potrebbe fare dei film belli. Magari anche molto belli. Ma poi si autocita e si autoplagia, scadendo nel manierismo e di conseguenza nel ridicolo.

In pratica: la prima ora e mezza a me è piaciuta. Non da impazzire, ma mi è piaciuta. Poi parte con sparatorie assurde e fiotti di sangue, facendo (quasi) dimenticare quanto di buono avevo visto fino ad allora. Come il tema del razzismo, per esempio.
O come la fotografia (bella) o come le varie interpretazioni degli attori.
Ecco, a proposito degli attori: Foxx e Waltz perfetti nella parte, Di Caprio bravissimo, Franco Nero patetico e Samuel L. Jackson decisamente sopra le righe (questa è per Ale).

Ma quello che volevo dire - e che mi porto dietro già da Inglorious Bastards - è: Quentin quand'è che farai un film veramente bello? Quand'è che smetterai di giocare all'enfant prodige e cominci a diventare un grande regista?
Anche il fatto che tu faccia la tua comparsata: non c'entra una mazza, eri completamente fuori ruolo.
Quentin, da' retta a me: piantala con le cagate e inizia a fare film di un certo valore, senza che la gente, uscendo dal cinema dica "è Tarantino: o lo ami o lo odi".
Tu ne sei in grado, fidati, te lo dice un amico.


08 marzo 2013

Anitenerezze

"Quando vado a scuola al pomeriggio (ovvero 2 volte su 5 alla settimana, ndS) sono contenta perché poi sembra che papà torna prima a casa."


05 marzo 2013

della mia passione per le moto

L'amico Samuele cerca di trasmettermi (giustamente) l'entusiasmo per le sua nuova moto.
Ma in me ha trovato una specie di muro di gomma.
Sì, perché io non ho mai avuto nessuna passione per auto, moto e motorini. Ma proprio mai.

Ricordo ancora durante il primo anno di liceo uno scambio di battute tra me e il mio compagno Diego Risi, superfanatico di motori (non per niente lavorava o forse lavora ancora all'Aprilia).

Diego: "e tu che motorino hai?"
io: "quello di mio fratello"
Lui scoppia a ridere, credendo che io volessi fare una battuta.
Diego: "dai, di che marca è?"
io: "boh. Credo che sia della Pioneer"
(il motorino, credo Yamaha, ma non sono sicuro, aveva un enorme adesivo Pioneer sul fianco)
Nuova risata fragorosa da parte di Diego. Da quel momento non sono mai più stato interpellato sull'argomento motori.

in foto: il Fifty, il primo motorino che abbia mai usato di cui sapevo anche il nome.

28 febbraio 2013

ancora sulle politiche

Da lunedì si alza come un unico coro il mea culpa di quelli di sinistra: avremmo dovuto votare Renzi alle primarie. Adesso non saremmo in queste condizioni.

A parte che mi fanno sentire un illuminato (cosa che non sono, tantomeno politicamente), solo adesso vi rendete conto che le cose cambiano?
Vi accorgete ora che bisognava votare uno più "sul pezzo", quando avete passato tutto il percorso delle primarie a sbeffeggiarlo e a dire che è di destra?
Ma io vi mando veramente tutti affanculo.


26 febbraio 2013

politiche 2013

 
Sono abbastanza incazzato. Politicamente, intendo.
Con chi non è andato a votare, perché non è vero che "rossi e neri son tutti uguali".
Con gli elettori del PD perché si sono lasciati sfuggire Renzi e hanno preferito il vecchiume.
Con gli elettori di Berlusconi perché non capisco cos'altro aspettino per smettere di votarlo.
Con gli elettori del Movimento 5 stelle perché alla fine il loro voto non arriva da nessuna parte, visto che di alleanze Grillo non ne vuole fare.
Con chi ha votato Maroni in Lombardia, perché non capisce che è un altro voto dato alla 'Ndrangheta.

Mi viene da piangere. O da emigrare.

21 febbraio 2013

famiglia con superpoteri

Ho appena finito di leggere "Ritratto di famiglia con superpoteri".
È un libro molto carino, ve lo consiglio.

Ma più che altro volevo dirvi una cosa: se lo comprate nella (bella) versione delle edizioni isbn, come quella che vedete qua sotto, NON leggete la 4° di copertina. Vi rovinerebbe qualche bella sorpresa.
E sarebbe un peccato.


18 febbraio 2013

alfabetismo precoce

Qualsiasi genitore che ha due (o più) figli ve lo potrà confermare: i bimbi maggiori stimolano molto i fratelli minori. Nel parlare, nel giocare e nell'apprendimento in generale.
E li stimolano più di quanto lo farebbe un genitore o un insegnante, perché i bambini - nella loro stronzaggine congenita - non hanno tutte le accortezze che un adulto potrebbe avere.

In casa nostra Anita ha sempre fatto da traino a Elena, probabilmente perché vuole avere una compagna di giochi a pari livello.
Ed Elena, dal canto suo, fin da piccola ha sempre praticato il "se lo fa Anita posso farlo anch'io".

Tutto ciò mi è sempre sembrato naturale, quindi non ci ho mai visto niente di male.
Adesso però Anita va alle elementari e la cosa sta diventando un po' divertente e un po' preoccupante.
Sì, perché Elena ha imparato a leggere e - anche se male - a scrivere. E non ha neanche 4 anni.
E non vi faccio questa pappardella per dirvi che mia figlia è un genio (insomma, lo è; ma la mia modestia mi impone di non scriverlo).
Lo dico perché sono stupito di quanto sia "pronta" ed elastica la mente dei bimbi. Probabilmente più di quanto ci immaginiamo.

in foto: Elena "a scuola" da Anita.



13 febbraio 2013

knock out

Prima o poi doveva capitare.
E a ben vedere non è neanche andata così male: dovrò rimanere lontano dal campo da calcio "solo" un mesetto.

Ed è colpa mia, eh! Perché mi ostino a fare il giovincello quando quest'anno lo score sale a 43.
In pratica cos'è successo? Che mancava un giocatore alla squadra che gioca dopo di noi. E io non so dire di no, quando vedo un pallone rotolare.

Così, quasi al termine della seconda ora di gioco, stanchissimo, mi son coordinato male su un salto e cadendo sono atterrato pessimamente.
Ergo distorsione della caviglia e dieci giorni di fasciatura rigida.

Ripeto: poteva andare peggio.
Però se fossi stato un po' più cosciente della mia età e del mio fisico avrei dovuto dire "no, grazie".

12 febbraio 2013

i doctor martens

È giunta l'ora che qualcuno facciamo coming out e lo dica chiaro e tondo: gli anfibi sono una cagata pazzescaaa!
Per noi giovani ragazzi degli anni 90, per i quali i Doc Martens erano un simbolo di ribellione e di vita grunge è uno schiaffo, ma qualcuno prima o poi doveva dirlo.

Che poi io gli anfibi ce li ho pure. E li ho pure comprati a Londra negli anni 90, appunto, a Camden Town, quindi potete immaginare quanto bene gli voglio io a quel paio di scarpe.

Ma:
• non sono così comodi
• non sono impermeabili
• non sono caldi

E io quando cazzo li dovrei usare, se non quando nevica? A luglio, che ci faccio i funghi dentro?




11 febbraio 2013

del perché mi piace Milano con la neve

No, in questo post non c'entrano i bambini. 
Non vi aspettate una cosa tipo mi piace che sia tutto bianco e i bambini fanno i pupazzi, perché questo post è molto più cinico. O forse sarebbe meglio dire pratico. 

Non che io sia insensibile, eh! Anche a me piace la neve. È che spesso questo fenomeno meteorologico comporta disagi. Motivo per cui a Milano sentirete più gente smadonnare che essere felice, quando nevica. Ecco, a me proprio questo piace: i disagi. 
In una città che ha fatto dell'efficienza il suo fattore primario e del correre il suo status mentale, la neve fa saltare gli schemi e concede un po' di spazio al fattore naturale, che troppo spesso viene dimenticato.

Ad esempio: un ritardo di mezz'ora in un giorno ordinario sarebbe intollerabile. Oggi è possibile, e nessuno ha da ridire.
E vogliamo parlare dei clacson? Strumento da me odiato all'inverosimile perché usato abbondantemente a sproposito? Oggi è meno frequente sentire l'orribile strumento sbraitare perché quei pochi pirla che hanno preso la macchina o si sono mossi con abbondante anticipo, oppure - appunto - mettono già in conto che potranno arrivare in ritardo.
Senza contare che, voi magari non lo sapete, ma Milano è invasa da imbecilli col Cayenne che vengono dalla Svizzera o dalla Brianza, e tutti questi oggi se ne guardano bene dal muoversi, quindi c'è molto ma molto meno traffico.
E poi la gente bloccata a casa o in macchina significa meno persone in ufficio, ergo meno rotture di coglioni.

Insomma, una bella giornata rilassata.
Ed ho pure una scusa per uscire prima dall'ufficio.

 
 

01 febbraio 2013

comunque

Avete presente quando una canzone arriva nel momento giusto?
Ecco, io sono in un periodo della mia vita in cui vorrei vivere con più leggerezza.
Per cui tutto ciò che mi sta intorno mi sembra inutile.
Una bella casa a cosa serve se non a dormirci?
Se i vestiti sono firmati o no, cosa cambia? sono vestiti, cazzo.
Perché sentiamo il bisogno di circondarci di cose inutili?
Mi viene sempre più voglia di buttare via un sacco di cose, e riprendere a vivere in maniera più sobria.

In tutto ciò ieri ho sentito la nuova canzone dei Ministri.
E ha - come si suol dire - sfondato una porta aperta.


31 gennaio 2013

chiedere aiuto

Perché ci costa così tanta fatica chiedere aiuto a qualcuno?
È un problema di orgoglio? Vogliamo mostrare che sappiamo cavarcela da soli?
Non capisco perché noi adulti dotati di raziocinio siamo sempre portati a porgere il nostro aiuto a qualcuno, ma tentenniamo quando dell'aiuto ne abbiamo bisogno noi.

Forse è un po' complice la società moderna, che ci vorrebbe tutti supereroi. Non escludo che parte della responsabilità sia anche di questa città, Milano, che congela i rapporti tra le persone e li riduce ad un mero scambio, per cui se tu fai un favore a qualcuno poi puoi abrogarti il diritto di chiederne uno in cambio. Ma qua forse ci addentriamo in un tema parallelo, che è quello della gratuità.

La vecchia pubblicità che recitava "l'uomo che non deve chiedere mai" ci fa sorridere per cotanto machismo ultra esibito, ma tutto sommato, se pensiamo ai SUV o agli scooteroni non mi sembra che la mania del machismo sia passata. Ma a essere colpita dalla sindrome del non chiedere aiuto è anche mia moglie, quindi devo escludere che sia questa la motivazione.

Più probabilmente abbiamo solo paura di mostrarci deboli. Chiedere aiuto tutto sommato vuol dire che abbiamo bisogno degli altri, di un tessuto sociale che ci accolga e che ci dia sostegno. Personalmente non ci trovo niente di male in tutto questo, anzi. E allora? Cosa aspettiamo a bussare alla porta del nostro vicino e aprire il dialogo? E non solo per dire "se hai bisogno, io ci sono", bensì per manifestare tutta la nostra incapacità di sopportare tutte le difficoltà cui la nostra vita quotidiana ci sottopone e chiedere apertamente "ho bisogno di sapere che sei al mio fianco".


24 gennaio 2013

bye bye Jimmy

The Wire è terminato. Cioè: era terminato già da tempo, ma io l'ho visto in ritardo e quindi per me è come se fosse finito ieri.

Mi sono appassionato parecchio a Jimmy McNulty, Bunk, Freamon, Omar, Bubbles e a tutti gli altri personaggi che hanno popolato le 5 stagioni della serie.
E come succede sempre, mi sono portato i personaggi a casa, nel senso che mi sembra ormai di conoscerli e - ovviamente - mi mancheranno.

Bella la storia, belle le interpretazioni, belle le musiche.
E un bravo agli sceneggiatori.


in foto: Jimmy McNulty, interpretato dall'attore Dominic West

08 gennaio 2013

top ten dischi 2012

Vi dirò la verità: non avevo intenzione di fare la classifica dei migliori dischi dell'anno appena trascorso. Un po' per mancanza di tempo, un po' perché non mi sono "preparato a dovere".

Però mi dispiace non mantenere questa tradizione. E poi c'è anche la questione che con gli amici "dinosauri" del forum ne abbiamo parlato, quindi fuori tempo massimo e molto approssimativamente sparo fuori i dieci titoli che mi sono rimbalzati nelle orecchie nei dodici mesi scorsi.

Al primo posto un ex aequo. Anzi: un trex aequo!
Sarà che non ho voglia di pensarci più di tanto, ma se penso al 2012 ho ben impressi tre titoli:
"King Animal" dei Soundgarden; "Head down" dei Rival Sons e "Write it on your Skin" di Newton Faulkner.



01 - Soundgarden - King Animal
Corsia preferenziale per una delle poche reunion che abbiano senso. Disco pazzesco che non perde nel difficile confronto con la discografia passata della band. Amore ritrovato.

01 - Rival Sons - Head down
Un altro tassello a favore della band americana che attinge a piene mani dal rock tradizionale. Amore suggellato dal bellissimo concerto ai Magazzini Generali.

01 - Newton Faulkner - Write it on your Skin
Se penso all'estate trascorsa non penso a qualche bikini succinto su una spiaggia esotica, ma penso a lui. Sto messo male? Può darsi. Ma luilì è un fenomeno; e questo suo terzo disco è una boccata d'aria fresca.

04 - Imperial State Electric - Pop War
Ecco un altro disco che ho ascoltato tantissimo e non mi ha stancato mai. L'ennesimo tassello alla sterminata discografia di Mr Andersson mi ha tenuto compagnia molte volte con mia buona soddisfazione

05 - Green Day - ¡Uno!
Ho salutato con entusiasmo il ritorno in s tudio dei Green Day, ma devo dire che 3 dischi di fila per me è troppo. Mi sono fermato al primo. Che mi è piaciuto, per carità. Ma a ¡Dos! e ¡Tré! non ho dato le stesse opportunità.

06 - The Darkness - Hot Cakes
Mi ripeto: loro lì mi fanno ridere un sacco. Il disco ha bei pezzi, ha bei riff di chitarra e quella strana amalgama tra hard rock e pop che mi piace un sacco. Ma soprattutto una notevole dose di ironia, che non guasta mai.

07 - Cody ChesnuTT - Landing on a Hundred
Ogni anno c'è un disco che arriva sul filo di lana. E che se fosse uscito un paio di mesi prima - chissà - magari si sarebbe piazzato meglio in classifica. Quest'anno tocca a quest'uomo dall'aspetto e dalle corde vocali ereditate dalla migliore produzione sonora dal soul anni 60. Rivelazione.

08 - Muse - the 2nd Law
I Muse a uno scalino così basso della mia classifica è un po' una novità. La verità è che il disco che lì per lì mi aveva fatto cadere come un teenager che rivede la fidanzata dopo un mese di vacanza, alla fine si è ammosciato con gli ascolti. Alcuni pezzi meravigliosi, tipo "Animals". Ma altri imbarazzanti, tipo "Panic Station". Lascia un po' l'amaro in bocca.

09 - The Shins - Port of Morrow
Quando si ha voglia di ascoltare musica un po' intima e sussurrata, per me è l'ora dell'indie rock.  E questo disco devo dire che è uno dei migliori che abbia ascoltato negli ultimi anni. Molto piacevole e che resiste all'usura del tempo.

10 - Mark Lanegan - Blues Funeral
Copio e incollo dal blog di Monty: "Possibile che quest’uomo non sbagli un disco? O quantomeno, che dissemini costantemente i suoi lavori di note di rilievo, remarks che li rendono sempre, in qualche modo, speciali? O siamo noi ad avere un serio problema di dipendenza dalle sue corde vocali? Il dubbio non è sciolto da Funeral blues, che in compenso però, oltre alla solita classe a pacchi regala anche inaspettati momenti di elegantissimo pop."


E anche per quest'anno è tutto.

04 gennaio 2013

chi mal comincia...

Tanto per cominciare bene l'anno ho una confessione da farvi: rischio un esurimento nervoso al 4 gennaio. E non sono mica contento di scrivere questa cosa.
Cioè: se state aspettando la battuta a seguire, a questo giro sappiate che non c'è.


Un breve riassunto:
il pomeriggio del 21 dicembre, mentre tutta Italia si congedava dal proprio posto di lavoro, ho ricevuto una telefonata scoraggiante, una convocazione ad una gara e un'altra telefonata per fissare una riunione il giorno 9 (classico: il cliente va in vacanza, ma pensa che tu non ci vada).

24 mattina: in ufficio fino alle 14,30
27: telefonata minatoria con il cliente e conseguente litigata
28 (anche se a Celle): giornata passata a risolvere il casino del giorno prima
2 gennaio: comincio alle 8,30 e finisco alle 21,00
3 gennaio: comincio alle 9,30 e finisco alle 20,30
4 gennaio (oggi): come gli altri 2 giorni

Non voglio fare la vittima. È per dire che mentre molti erano in ferie, a me sembra di non aver "staccato" mai.
Ed ho il fegato più grosso, molto più grosso (citaz. da Daniele Silvestri)

A questo punto è chiaro che o le cose cambiano oppure devo prendere provvedimenti.
Il "vorrei cambiare vita" si trasforma in "devo cambiare vita".
Che è diverso.

Happy New Year!