27 febbraio 2012

in buona parte

Anita: "Papà, cosa sono tutte queste macchie sul frigo?"
Guardo il frigo, già sporco di suo, suggellato da chiazze di cioccolato, dovute a uno scellerato uso delle fruste elettriche (da parte mia, ovviamente).
Io: "In buona parte sono macchie di cioccolato?"
Anita: "E in cattiva parte?"


23 febbraio 2012

da New York con certezza

C'è poco da fare: i Nada Surf sono una certezza. Come già detto per altri gruppi come i Manic Street Preachers, quando ti appresti a sentire un disco dei Nada Surf sei certo che ti piacerà.

È anche vero che loro non hanno ambizioni da supergruppo, ma le loro canzoni scorrono sempre veloci e piacevoli. Ma questo non vuol dire che non siano curate. A un secondo o terzo ascolto ti accorgi di molte finezze che fanno sì che il disco non sia mai noioso.

E la cosa sconvolgente è che - l'ho scoperto su Wikipedia - loro sono in attività dal 1992. Quando si dice: vent'anni e non sentirli.




21 febbraio 2012

coccolato

Anche quest'anno è arrivato il momento clou della nostra famiglia: Dalia è partita per l'annuale convention che le costa un monte di ore di lavoro e qualche ruga in più.

In aiuto per gestire le bambine sono arrivate mammà e zia Paola, che, non solo si occupano delle bimbe, ma, al grido di "ommiopoveropiccolochefacciastanca", mi trattano come un pascià.

Quindi, quando torno a casa, come ieri sera, trovo la cena già pronta e le bambine già lavate mangiate e pigiamate.
C'è il rischio di abituarsi troppo bene.



20 febbraio 2012

Elena pigliatutto

In casa nostra scompaiono le cose. L'unica spiegazione razionale è che Elena le prenda e le metta in svariate parti della casa, probabilmente alla sua altezza.
La  conclusione è che negli ultimi tre giorni sono spariti un dvd - che dovevamo restituire alla biblioteca - e il mio cellulare personale.
Ho ancora quello aziendale, quindi non è che sono isolato dal mondo. Però se provate a chiamarmi e trovate spento, adesso sapete il perché.

Ovviamente è riuscita a sottrarmelo quando era scarico, quindi adesso è lì che giace sotto qualche letto o tra i giochi, spento.
Magari lo ritroverò insieme all'orologio Decathlon da 7 euro che non trovo più da qualche mese. Chissà.


15 febbraio 2012

quel geniaccio malato di Maynard

Se c'è un uomo che mi fa impazzire dal ridere è MJK, al secolo Maynard James Keenan, cantante dei Tool, degli A Perfect Circle e dei Puscifer, personaggio di indubbio talento.

Andiamo con ordine, per chi non fosse avvezzo alla musica pesante: luilì prima fonda i Tool, che - a mio modo di vedere - sono il miglior gruppo in attività. Cioè, proprio che gli altri spariscono.

Solo che i Tool fanno un disco ogni 4/5 anni (quando va bene) e così, lui inizia un percorso parallelo con gli A Perfect Circle, gruppo meraviglioso, che alcuni addirittura preferiscono ai Tool (e, vabbè, dai lo confesso: all'inizio anch'io preferivo gli APC; ma solo perché non ero ancora entrato con testa, cuore e anima - o Aenima, eh eh eh - nella discografia dei Tool).

Vabbè, per farla breve, che sennò qua passano altri 15 giorni tra un post e l'altro, dicevo che lui ha già due complessi di quelli da farsi vanto per i secoli a venire. E nel tempo libero che fa? Mica s'inventa un modo per spillare soldi ai fan, o altre cagate del genere.
No, lui fa un progetto musicale solista, che chiama Puscifer. E gli riesce pure bene.

Risultato: primo disco quasi elettronico. Al secondo giro, nuova inversione di rotta e andiamo verso un industrial rock, con molte parti di canto che ricordano gli A Perfect Circle, anche se la struttura musicale è diversa.
Insomma questo "Conditions of my Parole" (uscito a fine 2011) è un disco veramente interessante, con alcuni pezzi (la title track, "Telling Ghosts" e Toma") particolarmente belli.
Bravo Maynard. Ti odio per quanto sei bravo, perché vorrei avere un decimo del tuo talento. Però al tempo stesso ti amo alla follia.

Ah, quasi dimenticavo: quando canta coi Tool è pelato (come è nella realtà), con gli APC ha i capelli lunghi (grazie all'uso di diverse parrucche, alcune volte addirittura con le trecce).
E con i Puscifer? Beh, guardatevelo da soli.


03 febbraio 2012

storie e cicatrici

Se avete bisogno di buona musica, di quella un po' facile, "da tappezzeria" come la chiamava John Lennon, vi consiglio il nuovo disco dei The Fray.
Ah, ma perché è un gruppo che segui? No, è il primo loro disco che ascolto.
E allora perché li segnali? Non lo so. M'è sembrato un indie/pop/rock molto fruibile, ma sufficientemente vario da non annoiare e sufficientemente allegro da non risultare lagnoso (a parte il lentone, o ballad come dicono quelli bravi "I can barely say" che skippo volentieri, nonostante gli archi che danno sempre una bella enfasi, e pure la conclusiva "Be still").

E poi stiamo parlando di un disco prodotto da Brendan o' Brien. E quindi? Quindi niente, però volevo far vedere che sono un tipo che si informa.

Per farla breve: se cercate un disco originale, siamo sulla strada sbagliata.
Se cercate un disco da ascoltare in ufficio o in una scampagnata in macchina, allora potrebbe fare al caso vostro.