26 giugno 2009

Arianteo 2009 - appendice

Devo aver rotto le scatole talmente tanto quest'anno e lo scorso con il cinema all'aperto che ieri sera alcuni miei amici mi hanno regalato un abbonamento all'Arianteo.
Quando si dice un regalo sicuro.

25 giugno 2009

Arianteo 2009

Finalmente ricomincia il cinema all'aperto.
Ieri sera sono andato all'Apollo (cinema "gemellato" con l'Anteo) e ho trovato il programma dell'Arianteo: 3 sale per chi ama il cinema en plein air.
Per chi non lo sapesse, la grande differenza tra questi cinema e una sala normale, oltre ovviamente alla location, è che la programmazione prevede una sola proiezione e per un'unica serata. Quindi 3 films a disposizione in un giorno, 6 in 2 giorni e via dicendo.

Da ieri sera come uno scemo mi sto studiando i programmi e di conseguenza le future serate di questa estate. Anche se so già che, come l'anno scorso, in realtà riuscirò a vedere la metà dei film che vorrei.
Si dovrebbe cominciare il 1° luglio con "Il Giardino di Limoni" (o "Gran Torino"?) e il 2 con "The Reader" (o "Louise Michel"?)
L'attesa cresce.



in foto: la sala "Umanitaria" nel chiostro di via San Barnaba.

23 giugno 2009

belgi

In questi giorni sto lavorando con un fotografo belga, che abita in Italia dalla fine degli anni '60.

Una domanda: ma se Sabien (mia cognata), belga pure lei, che ha vissuto in Italia per 28 anni, parla un italiano perfetto, tanto che non si capisce che sia straniera, perché questo fotografo parla ancora con le parole biascicate, come Mal dei Primitives?

22 giugno 2009

l'alba, la focaccia e Nutini

Partito stamattina alle 6,30 da Celle Ligure, con la macchina carica di focaccia, mi lascio alle spalle un'alba magnifica su Celle addormentata.
Cominciano così i miei lunedì mattina da bauscia che torna a Milano, mentre la famiglia rimane al mare.

Sabato infatti abbiamo completato la transumanza: siamo partiti da Milano alle 8,00 di mattina con la macchina stracarica di ogni tipo di armamentario (e ancora ce ne manca: il resto lo dovrò portare il prossimo weekend).
Io comincio le mie settimane da solo in città. Un po' invidiando loro al mare e un po' godendomi la libertà di uscire, frequentare amici, andare al cinema e quant'altro senza dovermi sentire la responsabilità di una famiglia a casa che mi aspetta.

Stamattina, a farmi compagnia in macchina (insieme all'odore di focaccia) l'ultimo disco di Paolo Nutini. Ideale per un incipit tranquillo, pensando agli affari propri.
Sul blog di Angelo ne trovate una bellissima recensione. O, se non bellissima, se non altro una recensione che condivido in pieno.

19 giugno 2009

me lo dici?

Una frase che mi piace tanto e che Anita usa spesso da un mesetto a questa parte è: "me lo dici anche se non lo sai?"

Facico un esempio.
Ieri sera tornavamo a casa a piedi, dopo essere stati a cena da amici. Passiamo di fianco a un muro pieno di graffiti.
Anita: "Papà, perché quel muro è pieno di disegni?"
io: "Non lo so".
lei: "Me lo dici anche se non lo sai?"
e io: "Perché è passato un ragazzo è ha pensato che quel muro era un po' brutto e bisognava renderlo più allegro. E così..." Etc, etc.

A parte lo sforzo di inventiva cui questa frase mi sottopone ogni volta, mi piace quando Anita mi chiede queste cose. Mi fa tenerezza.
E soprattutto mi fa pensare quanto (almeno fino all'età scolare) i bambini vedano nei propri genitori una chiave d'accesso a qualsiasi cosa. Volenti o nolenti siamo il loro filtro nei confronti del resto del mondo.



nella foto: Anita e sua cugina nonché compagna di giochi Ginevra, al parco.

17 giugno 2009

dal benzinaio

ovvero: di come si cerchi invano di alzare il livello di una concersazione.

stamattina arrivo dal benzinaio sul motorino.
mentre attendo il mio turno, a pochi metri da me arriva una donna a bordo di una Ducati, con tanto di giacca di pelle (firmata Ducati) e casco integrale.
il benzinaio, un signore neanche troppo giovane, sussurra: "maro' che figa!"
sorridendo, replico: "beh, le donne sulla moto hanno sempre un certo qual fascino"
e lui: "no, no: è proprio figa!"

15 giugno 2009

della multietnicità milanese

Sempre a proposito della multietnicità di Milano (ne parlavo nel post precedente) volevo segnalarvi quanto ho vissuto ieri sera.
Ieri abbiamo fatto merenda tardi e quindi, al termine dei nostri giri domenicali, ci accingevamo a tornare a casa alle 19,30.
Visto che sono uno strenuo sostenitore del non rinchiudersi in casa, propongo a Dalia di andare a fare un altro giro, forte del fatto che fosse ancora chiaro e la temperatura, dopo una giornata torrida, iniziava a farsi accettabile.
Andiamo quindi ai giardini di piazza Insubria (300 metri da casa nostra).
Lo scenario che salta subito all'occhio è dei più allegri: un centinaio di bambini urlanti e giocanti sparsi per tutti i giardini.
Chi si rincorreva, chi andava in bici, chi giocava con i vari scivoli e costruzioni, chi mangiava il gelato, etcetera.
Il classico colpo d'occhio che hai quando entri in un parco pubblico verso le 4 o le 5 di pomeriggio. Non certo alle 8 di sera.

E qual era, allora, la differenza (a parte l'orario)? Era che - lo giuro! - Anita era l'UNICA bambina italiana. Potrei esagerare e dire che era l'unica di carnagione chiara (e qui si sprecherebbero battute sul pallore congenito che mia figlia ha ereditato da sua madre).
Il parchetto era pieno di bambini di almeno mezza dozzina di nazionalità diverse che giocavano insieme. Parlando italiano benissimo, ovviamente.
Sono i figli dell'immigrazione massiccia degli anni '80 e '90.
Non so a voi, ma a me 'ste cose scaldano il cuore. Perché se è vero che l'integrazione parte dal basso (dai bambini, appunto) ieri sera lo scenario era dei più ottimistici.



nella foto: i giardini di Piazza insubria. Purtroppo non ho trovato una foto migliore.

10 giugno 2009

quest'anno devo andarci

Quest'anno lo voglio fare: devo andare almeno una sera al Festival "Latinoamericando" che, puntuale come le zanzare, ogni estate si presenta a Milano.
E, come le zanzare, ogni anno si moltiplica a dismisura; raddoppia, triplica le sue giornate e la partecipazione in massa.
Mi ricordo quando era un piccolo Festival di 1 o 2 settimane. E non sto parlando di molto tempo fa, eh!
Quest'anno dura 2 mesi: dal 18 giugno al 18 agosto.
Quasi una minaccia.

Che a Milano ci sia una massiccia comunità di persone proveniente dall'America centromeridionale lo si sa da tempo immemore (c'è ancora qualcuno che pensa non sia multiculturale? a parte il nostro premier, of course); ma questo evento, se ce ne fosse bisogno, ci ricorda quanto sia presente la comunita ispanica all'interno del nostro tessuto sociale.

Quest'anno voglio provare ad andarci. Voglio vedere cosa c'è.
Voglio vedere se è frequentato solo da stranieri o se ci sono anche tanti milanesi attratti dall'onda musicale che ti investe quando passi sulla tangenziale, nei pressi di Assago.
O molto più semplicemente attratti da quel fantastico odore di salamella che ogni anno mi fa dire "quest'anno devo andarci".

09 giugno 2009

massima del giorno

Dalia (tagliando una torta): "Sto facendo un macello."
Anita: "Perché?"
Dalia: "Perché non sono brava in cucina."
Anita: "E invece in sala?"

04 giugno 2009

citazioni di spessore

Con non poco orgoglio, vorrei segnalare due exploit di Anita che hanno a che fare col mondo musicale, e quindi per me fonte di grande compiacimento.

La prima.
Secondo la tradizione di casa Marrè, c'è un piatto (una normalissima torta salata composta di pasta sfoglia, stracchino e prosciutto cotto) che va per la maggiore, specie tra i bambini. Viene comunemente chiamata la "frittella del gigante".
Qualche giorno addietro l'ho cucinata e Anita, quando l'ha vista ha detto: "evviva: c'è la frittella del gigante e il mago!".
(richiamo alla canzone di Vinicio Capossela "il gigante e il mago")

La seconda.
Martedì eravamo a una grigliata in Brianza e un ragazzo ha detto: "proprio come lui".
In quel caso Anita ha ribattuto: "proprio come Briatore?"
(citazione dalla canzone dei Ministri "la faccia di Briatore")

orgoglioso.
molto orgoglioso.



in video: "il Gigante e il Mago" di Vinicio Capossela

02 giugno 2009

Bridge over troubled weather

Stasera finisce un piccolo ponte di 4 giorni che abbiamo trascorso a Milano.
Avendo a disposizione casa a Celle e a Olba, fa strano passare così tanti giorni a Milano senza nessun impegno particolare. Però si è rivelata la scelta vincente.
Oddio, se sabato non ci fosse stato il matrimonio di Garaz, detto anche Garage (al secolo Alessandro), probabilmente saremmo anche noi andati fuori porta.
Ma la scelta di rimanere a casa si è dimostrata azzeccata (ogni tanto una la centriamo anche noi, eh!).

Insomma: sabato matrimonio, insieme a Livio, Ale e Fabbio; ed è sempre un gran piacere passare del tempo con voi, ragazzi.
I seguenti tre giorni, mentre nel resto d'Italia infuriava il maltempo (ho sentito racconti orribili, lo giuro) a Milano c'era un tempo ma-gni-fi-co: sole con arietta fresca.
Con l'ulteriore vantaggio che la città era deserta, perché, come dicevo, sono tutti partiti per il ponte.
Quindi ce la siamo stragoduta: ad esempio, lunedì ho passato la mattinata in giro in bici con Anita, studiando un percorso che passava da un parco all'altro, percorrendo strade deserte in questo clima fenomenale.
Praticamente in questi giorni Milano era la mia città ideale.



nella foto: la famiLLia al completo, durante il rinfresco del matrimonio