15 giugno 2009

della multietnicità milanese

Sempre a proposito della multietnicità di Milano (ne parlavo nel post precedente) volevo segnalarvi quanto ho vissuto ieri sera.
Ieri abbiamo fatto merenda tardi e quindi, al termine dei nostri giri domenicali, ci accingevamo a tornare a casa alle 19,30.
Visto che sono uno strenuo sostenitore del non rinchiudersi in casa, propongo a Dalia di andare a fare un altro giro, forte del fatto che fosse ancora chiaro e la temperatura, dopo una giornata torrida, iniziava a farsi accettabile.
Andiamo quindi ai giardini di piazza Insubria (300 metri da casa nostra).
Lo scenario che salta subito all'occhio è dei più allegri: un centinaio di bambini urlanti e giocanti sparsi per tutti i giardini.
Chi si rincorreva, chi andava in bici, chi giocava con i vari scivoli e costruzioni, chi mangiava il gelato, etcetera.
Il classico colpo d'occhio che hai quando entri in un parco pubblico verso le 4 o le 5 di pomeriggio. Non certo alle 8 di sera.

E qual era, allora, la differenza (a parte l'orario)? Era che - lo giuro! - Anita era l'UNICA bambina italiana. Potrei esagerare e dire che era l'unica di carnagione chiara (e qui si sprecherebbero battute sul pallore congenito che mia figlia ha ereditato da sua madre).
Il parchetto era pieno di bambini di almeno mezza dozzina di nazionalità diverse che giocavano insieme. Parlando italiano benissimo, ovviamente.
Sono i figli dell'immigrazione massiccia degli anni '80 e '90.
Non so a voi, ma a me 'ste cose scaldano il cuore. Perché se è vero che l'integrazione parte dal basso (dai bambini, appunto) ieri sera lo scenario era dei più ottimistici.



nella foto: i giardini di Piazza insubria. Purtroppo non ho trovato una foto migliore.

4 commenti:

zesitian ha detto...

nessun dubbio, mai: i bambini hanno sempre ragione. come mi sto affannando a ripetere, sempre e continuamente, o si incomincia a credere che l'immigrazione sia un fatto storico, inevitabile e soprattutto che possa essere conveniente da ambo le parti, o tanto vale chiudersi in casa. o scappare. rifiutarla è tanto sensato quanto rifiutare l'esistenza del vento, del sole e delle maree.

MDR ha detto...

Ciao Filo, tutto ok?
Mi permetto di invadere il tuo blog (che di tanto in tanto frequento più che altro per vedere come cresce la tua prole...), per una veloce considerazione in merito a quanto scrivi, e soprattutto a quanto scrive il tuo amico qui sopra.
Ora, nessun dubbio sul fatto che l'immigrazione sia un fatto storico, direi anzi epocale, del quale sarebbe stupido negare l'esistenza. Però, il fatto di non negarne l'esistenza non significa che non la si debba gestire e "governare" nei modi e nei flussi, affinché da fenomeno potenzialmente "conveniente" (riprendo il termine usato dal tuo amico) non si trasformi in causa di disagio e allarme sociale.
In fondo, è vero: il vento, il sole e le maree esistono, e nessuno ci può far niente. Però, appunto per questo, nel corso dei millenni l'uomo si è organizzato per non essere spazzato via, abbrustolito o sommerso...
Poi, per carità, l'immagine di una folla multietnica di bimbi che scorazza per i giardinetti di piazza Insubria è davvero molto tenera...

Filo ha detto...

ciao Marco.
Qualsiasi tipo di "invasione" è ben accetta.
Ognuno può dire quello che vuole.
Quando si passa la decenza, al limite (ma finora l'ho fatto una volta sola) io cancello. :D

zesitian ha detto...

MDR, se vuoi puoi leggere quello che ho scritto sul mio blog, e anche l'articolo che ho segnalato. è una buona base per argomentare.