02 febbraio 2007

Pensieri sparsi

Il lavoro, in questo periodo, mi sta uccidendo.
In questo momento (venerdì sera, ore 19:04) ho ancora un sacco di robe da fare, ma sono stanchissimo. Sto cercando di capire se mollare tutto e andare a casa (e ritrovarmi un inizio settimana da brivido) o se rimanere a finire e arrivare a casa tardi (sarebbe la terza volta negli ultimi 3 giorni). Ma è vita, questa?, ci si può domandare.
Purtroppo sì, anche perché, di mia indole, non riesco a fare i lavori "alla cazzo" e mollare tutto alle 18,00. Non ce la faccio.
Quindi vado avanti così: finché una cosa non mi soddisfa, continuo a lavorarci.

Dalia ha ricominciato a lavorare. Fà qualche freelance da casa, anche se sarebbe troppo presto, secondo sia lei che me. Però, dice, se non tiene i contatti, dopo sarà più difficile riprendere.

Anita sta che è una meraviglia. Ride sempre e, quando mi vede, mi fa un sacco di feste: inizia a fare gridolini di gioia e agita le braccia e le gambe. Chi non ci è passato non può sapere che gioia sia. Al limite del sopportabile, giuro. Anche adesso che ne scrivo, mi viene da piangere da quanto mi fa felice.
Per la cronaca: domenica compie 6 mesi.



L'alternativa lavorativa prosegue. All'appello manca ancora una firma. Una cazzo di singola firma. Se riusciamo ad avere quella (settimana prossima?), posso licenziarmi. E - novità del giorno - ho solo 30 giorni di preavviso. Insomma: è tutto dietro l'angolo. Bisogna solo girarlo. Ma purtroppo non dipende solo da me o da Steven.

1 commento:

Anonimo ha detto...

coraggio coraggio coraggio