04 settembre 2019

l'Iliade vista da vicino

Una serie di episodi slegati tra loro hanno fatto sì che quest'estate mi ritrovassi ad avere a che fare con l'Iliade un paio di volte in pochi giorni. Potete capire quindi che se, sfogliando l'inserto di Repubblica con i libri consigliati sotto l'ombrellone, ho trovato in prima pagina La Canzone di Achille, l'ho preso come un segnale.
L'ho acquistato subito, anche perché non sono mai stato un gran studente e ogni volta che mi capita l'occasione di approfondire temi che avrei dovuto affrontare a scuola, sento come l'obbligo di tornare sui miei passi e colmare la lacuna.

La storia è parallela a quella dell'Iliade, solo che è vista (e raccontata) attraverso gli occhi di Patroclo, amico e amante di Achille. E qui parte la curiosità: quanti di voi sapevano che Patroclo e Achille fossero amanti? Io no di sicuro.
Non so se è attribuibile a un'istruzione scolastica conservativa, che negli anni 70 non accennava nulla di questo loro legame, o addirittura lo taceva. O se fossi io, che davanti a chiari segnali, al tempo non avevo ancora un vissuto tale da capire che ci fosse dell'omosessualità nel capolavoro di Omero.

Fatto sta che mi è piaciuto leggere questa versione meno epica e più romanzata dell'Iliade, dove il sentimento del timido Patroclo, quasi succube di un potente e valoroso Achille, diventa talmente forte da farlo diventare il perno dell'intera storia.

Per dovere di cronaca, aggiungo che l'autrice del libro, Madeline Miller, è una dottoressa di lettere classiche, che ha approfondito moltissimo i vari personaggi prima di scrivere questo libro, infatti ha dedicato più di 10 anni alla sua stesura.


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