28 settembre 2012

modello

Da oggi avete una ragione in più per farvi due sane risate: farò il modello.
Sì, sì, avete capito bene: proprio il modello.
Ma roba che mi metto mezzo biotto e mi riprendono con una telecamera, con tanto di troupe, costumista e tutto.
Cioè, stiamo parlando di una produzione pubblicitaria di migliaia di euro.
E il modello sono io.

Lo so, lo so, siete lì che vi state chiedendo "dov'è la gabola? com'è possibile abbiano scelto lui come modello?".
La questione è molto semplice: serve un cinquantenne in forma.
Io sono un quarantenne fuori forma, ma come cinquantenne vado benissimo!

E non crediate di potermi riconoscere, per prendermi in giro, perché in viso non mi si vede.
Anche perché altrimenti non l'avrei fatto. Non per questioni ideologiche, eh!
Ma perché non mi avrebbero mai preso. Di viso sono ancora un ragazzino.
O quasi.



hey, questo qua sopra non sono io, eh!

23 settembre 2012

poetessa

Elena, uscendo dal bagno: "Papà, ho fatto un legnetto dal sedere".
(un modo un po' originale per dire "ho fatto la cacca")


20 settembre 2012

nel caos della regione Lazio

Parlo poco volentieri di politica su questo blog.
Non che non mi interessi, eh! Solo che c'è gente che ne sa molto più di me e ne scrive molto meglio di me, quindi spesso evito il discorso in toto.
Oggi farò solo un accenno alla politica, per parlare in realtà di un'attitudine che mi fa arrabbiare come poche altre.

Da qualche giorno si è sollevato un polverone pazzesco sulla regione Lazio e sulla sua scellerata gestione delle risorse economiche: pranzi pantagruelici, auto blu (alcuni addirittura ce ne hanno due) e festini vari, tutto a spese dei contribuenti.

A parte che questa gente sarebbe da prendere a calci in culo da Roma fino alla Sicilia e poi imbarcarli su una nave e mandarli a guadagnarsi da vivere in un altro paese, vorrei soffermarmi in particolare su uno di loro.
Uno che, accusato, sostiene che - per amor di dio - lui festini non ne ha mai visti e non ci ha mai partecipato. Peccato che poi spuntino delle foto che invece lo ritraggono vestito da Ulisse in un mega party organizzato proprio da lui.

Ora: che lui sia innocente o colpevole non me ne frega niente. Se l'ha pagato di tasca sua o ha rubato i soldi a suo fratello non sono cose che mi competono.
Quello che mi fa incazzare come una bestia è sentirsi presi per il culo: "Festini io? non sia mai!". E poi non è che ne aveva partecipato a uno solo, magari controvoglia, trascinato da un collega.
No, ne aveva organizzato uno lui in grande stile!
Ma questa gente la vergogna proprio non sa che cosa sia.

Ecco, a lui e a tutti quelli come lui io farei mangiare un bel piatto di merda fumante.
Consentitemi una piccola legge del contrappasso: hai detto una caterva di cagate non vere sostenendole, quasi offeso? Adesso te le rimangi tutte.
Tutto questo dopo i calci in culo, ovviamente.
Quelli sono a prescindere.

19 settembre 2012

fuori uno


Ricordo ancora la fatidica domanda che si poneva Richard Bach, dopo che "Il Gabbiano Jonathan Livingstone" era diventato un best seller mondiale: che cosa dopo "il gabbiano"?
Cosa fare dopo che hai scritto qualcosa che meglio di quella non ti riuscirà niente?

Nel 2004 i Green Day incisero "American Idiot", che sembrava essere la loro opera definitiva.
Poi, miracolosamente, nel 2009 con "21st century breakdown" sono riusciti a fare un disco all'altezza del precedente. Qualcuno (o forse solo io) dice che addirittura fosse meglio.
E poi? Beh, poi è difficile. Dopo aver pubblicato due masterpieces è molto difficile.


Eccoli quindi di nuovo alla ribalta con un'altra novità: un disco triplo, o forse sarebbe meglio dire tre dischi dalle uscite consecutive, dai titoli fin troppo semplici di "Uno!" "Dos!" e "Tre!".
Parlando con l'amico Samuele, che si informa più di me sulle vicende musicali, vengo a sapere che "nel primo ci sono pezzi alla dookie/insomniac, nel secondo alla foxboro hottubes e nel terzo alla american idiot/21st".

Ed effettivamente, appena parte "Nuclear family", prima traccia di "Uno!" l'impressione è quella di scivolare indietro di vent'anni nella storia della band californiana.
Il disco è composto da una serie di bei pezzi sufficientemente "tirati", dove le uniche due canzoni che stonano sono "Oh Love" (la più brutta del cd) e "Kill the Dj", i due pezzi scelti come singoli.
Misteri dell'industria discografica.

In sunto, comunque è un disco carino, un po' leggero. Classico spartiacque che deluderà i fan e piacerà a chi invece si aspetta poco o nulla. Perché loro - lo sappiamo bene - sono bravi.
Sono sempre le aspettative che fregano.


18 settembre 2012

puro rock

Cos'è il rock, esattamente? Non lo so, però ci sono tante di quelle definizioni derivate da esso (indie rock, alt rock, progressive rock, ecc.) che la semplice parola "rock" mi catapulta indietro di decenni.
Evoca Hendrix, gli Stones, fa pensare a Woodstock.
E non esagero se dico che i Rival Sons sembrano usciti da quell'epoca.

Ne parlai già l'anno scorso, quando uscì "Pressure and Time", è vero.
E in linea di massima la loro linea melodica è la stessa, anche nel nuovo "Head Down".

Quello che c'è di differenza è che qua c'è una leggera vena progressive che spunta verso la fine del disco. Forse che forse i ragazzi cercano di dare una piccola evoluzione alla loro musica, pur rimanendo sempre nell'ambito della musica degli anni '70.
Inoltre ho trovato che la voce di Jay Buchanan sia migliorata rispetto all'album precedente.

Comunque sia, anche quest'anno ce li godiamo.
E tra un mesetto li vedo pure in concerto. Non vedo l'ora.

10 settembre 2012

si comincia

Primo giorno di scuola elementare per Anita.
Lei tranquillissima, un po' emozionata e molto contenta.
Io mi sento terribilmente vecchio.


09 settembre 2012

trifesta

Oggi abbiamo fatto la terza festa di compleanno di Anita.
Ne abbiamo fatta una a luglio, insieme alla mia famiglia (Stefano, il cuginetto compie gli anni a fine luglio).
Poi l'abbiamo ri-festeggiata il giorno giusto, che è il 4 agosto.
Peccato che fosse giorno di spostamento in Umbria, quindi il tutto si è ridotto a una torta e a dei bastoncini di magnesio.
Oggi, infine, quella con le compagne dell'asilo che da domani, in cui inizia la scuola elementare, non vedrà più o quasi, visto che è l'unica bambina della sua ex classe che farà il "modulo" (ovvero solo 2 pomeriggi alla settimana trascorsi a scuola).


in foto: Elena e Anita che giocano coi bastoncini di magnesio, il 4 agosto.
Loro non si vedono, ma vi assicuro che ci sono.

07 settembre 2012

disamoramento

Ogni anno che passa seguo sempre di meno il calcio. Come se non bastasse la pletora di impegni a cui la mia vita di genitore mi sottopone, che è il deterrente principale di qualsiasi attività di svago, diversi fattori aumentano il distacco tra me e lo sport più popolare.

La prima, e più importante è che il calcio è diventato noioso.
Ci sono tre grandi squadre (Milan, Juve, Inter) che giocano un altro campionato rispetto a tutte le altre. Come una volta da bambino, se la tua squadra giocava in una serie minore, ti chiedevano "ma in serie A chi tifi?", così adesso puoi dire che parteggi per Genoa o Lazio o Parma e ragionevolemente uno potrebbe chiederti la stessa cosa.
Tre squadre che cannibalizzano tutti i media e il marketing (solo a Roma penso sia diverso). Basti pensare che in un negozio sportivo in Liguria ho trovato le tre maglie delle squadre sopra menzionate e non ho trovato ne' quella del Genoa ne' quella della Sampdoria. Tanto per darvi un'idea.

Inoltre sono tre squadre che dispongono di un budget nettamente superiore rispetto alle altre. Per cui, se il Genoa (mia squadra del cuore) ha un giocatore che gioca bene, siamo quasi certi che a Gennaio sarà acquistato da una delle "big" (se già non ne è proprietaria, sia chiaro). Una volta si aveva almeno la decenza di arrivare a fine stagione; adesso non più (basti pensare al "caso Samp" di due anni fa: squadra di metà classifica, con ambizione europee; a Gennaio hanno venduto Cassano al Milan e Pazzini all'Inter e sono retrocessi in B).

Tutto questo per farvi capire che finché c'è Juve-Inter si parla di un tipo di calcio. Quando c'è Catania-Pescara invece che c'è da vedere? Partite di una noia mortale. Due anni fa sono andato insieme a mio cognato a vedere Genoa-Livorno allo stadio: se mi portavo la settimana enigmistica era meglio.

Considerate inoltre che a maggio ho letto "Nel fango del dio pallone", un libro che fa crollare gli entusiasmi del più sfegatato dei tifosi.

Ma uno spiraglio c'è.
C'è ancora un motivo che la domenica sera mi porta a sbirciare i risultati.
C'è ancora un ultimo lumicino di speranza, che potrebbe dare un senso a questo sport.

Lui:


04 settembre 2012

genio e regolatezza

La cosa che mi fa amare tantissimo Newton Faulkner è che, nonostante lui sia un chitarrista con un talento fuori dal comune, non intride i suoi dischi di virtuosismi inascoltabili.
Per cui, nel suo terzo disco "Write it on your Skin", così come nei due precedenti, potete ascoltare della musica folk/rock di ottima fattura, scritta da un uomo che fortunatamente non ha fatto del suo talento la sua schiavitù.

Eppoi lui è un tipo simpatico. Lo vedo anche da quello che scrive sulla sua pagina Facebook, per quello che può valere.