12 gennaio 2023

Accabadora - Michela Murgia

Capita che ti regalino un libro e capita pure che tu non abbia il coraggio di dire "ce l'ho già", perché sai che donare un libro è consegnare un pezzo di te stesso a qualcun altro (io almeno la penso così). Parlavo proprio di ciò, una sera, a casa di un'amica e lei mi ha mostrato i suoi doppi, tra cui "Accabadora" di Michela Murgia e ha deciso di regalarmene una copia. 

Non avevo mai letto nulla di Michela Murgia. So a malapena chi sia, perché ogni tanto mi capita di leggere il suo nome tra le sterili polemiche (da cui mi tengo volentieri alla larga) che affollano la rete e i social media in particolare. È quindi con interesse che ho approcciato quello che, a detta di alcuni, è il suo libro migliore: "Accabadora", appunto.

Ambientato in una Sardegna di altri tempi, il libro racconta di due donne e della anomala situazione che le unisce: Tzia Bonaria e la giovanissima Maria. La Tzia vive da sola e decide di prendere Maria (quarta di 4 sorelle) come filla de anima, una sorta di tacita e non regolarizzata adozione. In pratica un accordo stipulato tra una donna sola e una famiglia che ha fin troppi figli e non riesce a mantenerli tutti.

La vita di Maria scorre tranquilla fino a che non si accorge che Bonaria di notte si allontana da casa, in un alone di mistero. La donna, infatti è un'accabadora: una che aiuta le persone in fin di vita a morire, per far terminare il loro dolore (in maniera consenziente, ovviamente). Da lì la sua vita cambierà.

Il libro è carino, si legge in fretta, ed è scritto bene. Ma le tematiche sono quello che mi hanno appassionato di più: l'eutanasia e le adozioni, oggi, sono una realtà civile e sociale, ma di fatto sono sempre esistite. Non c'erano carte da compilare, non c'erano burocrazie e tempi da rispettare, ma si compiva tutto secondo leggi non scritte, che una comunità (come quella del piccolo paese di Soreni, dov'è ambientato il libro) accettava e comprendeva.

Oggi sentiamo l'esigenza di regolarizzare e legiferare su tutto, fondamentalmente perché il buon senso e il vivere civile sono sprofondati, lasciando spazio a egoismi e interessi economici. Tendenzialmente non sono un nostalgico, ma non si stava meglio quando si era guidati semplicemente dalla ragione?



1 commento:

jumbolo ha detto...

Letto, si, concordo. Ho letto anche altre cose, è brava. Per il resto dovrebbe stare calma.