04 ottobre 2011

fenomenologia del calcetto

Donne, vi siete mai chieste perché gli ometti amano così tanto il calcetto? Perché dedicano una (o due) sere a rincorrere una palla, anziché passare del tempo con voi?

La risposta, secondo me è da dividere in due motivazioni: quella fisica e quella mentale.

Quella fisica. È molto semplice: in quell'ora o più di corsa, l'uomo sfoga molte delle proprie tensioni fisiche. Si scarica, espelle le tossine. Terminata l'ora e fatta la doccia, noi maschietti siamo contenti, perché il nostro corpo è di nuovo in pace con se stesso (salvo infortuni).
Penso sia un po' paragonabile ad una vostra seduta all'hammam.

Quella mentale. Qual è il pensiero di un calciatore durante il match? Il massimo dello sforzo mentale è a chi passare la palla o cose del tipo "adesso faccio la finta di sinistro e poi tiro di destro".
Ovvero: nulla; vuoto; deserto. Qualcosa di simile ad un encefalogramma piatto.
Per un'ora alla settimana noi possiamo avere anche appena perso il lavoro, che non pensiamo a niente. Mentre voi quando uscite con le amiche discutete dei vostri problemi e tendete a rientrare nei pensieri della giornata, noi in quella sacra serata siamo in grado di resettare qualsiasi cosa.

Vi sembra stupido, faceto? Beh, non avete idea la minima idea di come sia fatto un maschio, allora.


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