17 febbraio 2014

la sposa triste

sempre Elena.
"perché le spose hanno il vestito bianco?"
io: "e di che colore dovrebbero averlo? grigio?
E: "no, grigio non va bene: è il colore dei topi e della polvere"
io: " e quindi che colore vorresti tu?"
E: "un colore allegro. Si può fare un vestito coi colori dell'arcobaleno?"

28 gennaio 2014

il ritorno di Paolo

Qualche giorno fa su Facebook sono comparse delle foto di Paolo Nutini in studio, mentre registra dei brani nuovi.
La notizia mi ha gasato, perché non si avevano sue notizie da giugno scorso.
Sì, lo so: non è mio fratello, non è che devo sapere sempre dove sta.
Ma capite che, nell'epoca dei social network e dei selfie, non avere notizie o foto di un cantante/gruppo musicale per qualche mese fa sempre presagire a uno scioglimento o a una crisi creativa.

Beh, insomma: ho ripostato le foto (sempre su Facebook) con la scritta "Paolo, stupiscici!".
Belin, sembra che mi abbia sentito, perché il primo brano del nuovo album ha sonorità diverse dall'album precedente; il quale a sua volta era differente da quello prima.

Sarà veramente un'altra sorpresa, questo nuovo cd del cantante scozzese?
Intanto ascoltiamoci il primo singolo.


24 gennaio 2014

the big chill

Non c'è niente come un funerale per farti riincontrare, tutti insieme, tanti amici che non vedi da parecchio tempo.
Con le immancabili promesse (sempre disattese) che vi risentirete e rivedrete presto.


10 gennaio 2014

aspirante cuoca

Aggiungiamo l'ennesimo capitolo alle esternazioni di Elena.
Due giorni fa mi dice che vuole aiutarmi a cucinare, ma avevo già preparato tutto e quindi le ho promesso che mi avrebbe aiutato il giorno successivo.

Ieri sera, a cena, quasi si mette a piangere perché neanche in quell'occasione mi ha aiutato a cucinare.
E, più seria che mai, mi apostrofa così: "ma non capisci? io DEVO imparare a cucinare.
Quandro avrò dei figli, sennò come faccio?
Mica posso farli morire di fame!"


07 gennaio 2014

capodanno (ma anche vacanze) di una certa rilevanza

Se chi suevele a capodanno, suevele tutto l'anno, direi che per il 2014 siamo a posto.
Sì, perché queste testè trascorse vacanze di Natale sono state discretamente tragiche.
E badate bene che io non sono uno che si piange addosso; cerco sempre il risvolto positivo delle cose.
È molto facile che mi sentiate dire un "vabbè, se non altro" con attaccato una cosa bella che sono riuscito a fare in una situazione non felice.

Invece queste vacanze son state proprio una schifezza. Non c'è un "se non altro".
Un epidemia di febbre altissima con bronchite in attachment ha colpito consecutivamente Elena, poi Matilde (la cuginetta), Anita e infine Dalia.
In pratica siamo stati chiusi in casa dal 24 sera al 5 compreso.

Siamo usciti - finalmente - il 6 gennaio. Peraltro giornata meravigliosa, infatti abbiamo pranzato all'aperto con un po' di pizza e focaccia.

E se qualcuno volesse commentare "beh, almeno ti sei riposato", gli dico subito che le uniche due occasioni in cui sono uscito, è stato per fare il trasloco dei miei in campagna.
L'anno prossimo mi sa che me ne sto a casa.

03 gennaio 2014

la scopa del sistema

Mi piaccioni i libri che all'inizio non ci capisci un cazzo e poi invece inizia a dipanarsi la matassa e finisci con le ultime 50 pagine che ti sganasci dal ridere.



30 dicembre 2013

top ten dischi 2013



01 - Volbeat - Outlaw Gentlemen & Shady Ladies
Ascoltato, riascoltato e riascoltato ancora: in pratica consumato. Quest'anno la Palma d'Oro spetta ai danesi Volbeat. Disco che incontra in pieno i miei gusti musicali. E poi, come detto, la consacrazione definitiva c'è stata con il live act di Ottobre. Idoli!

02 - Alter Bridge - Fortress
Al secondo posto un altro disco bello tamarro. Il quartetto di Orlando conferma tutto quanto di positivo fatto ad oggi: riffoni di chitarra, assoli e impianto ritmico serrato. Tutti gli ingredienti al posto giusto per un disco che dà la carica.

03 - Queens of the Stone Age - ...like Clockwork
Mi piace quando un gruppo, che mi sembrava in parabola discendente, sforna un gran disco. È il caso dei QotSA, che mi stupiscono con un disco che affonda le radici nello stoner rock più puro e si rivela tanto essenziale quanto affascinante.

04 - Ministri - Per un Passato Migliore
Ecco, con i Ministri, a 'sto giro, ho fatto un po' di fatica. Il disco - sovrastato dalla contemporanea uscita del cd dei Volbeat - mi è entrato nelle corde solo nella seconda parte dell'anno, quando mi preparavo al concerto. Menzione speciale per la doppietta "Stare dove sono" + "Spingere".

05 - Emiliana Torrini - Tookah
E vabbè, con Emiliana non posso proprio essere imparziale, perché la adoro. Non sarà il suo miglior disco, questo, ma a me lei incanta proprio. Pura emozione, al di sopra dei gusti personali. Con quella voce può chiedermi quello che vuole, che io acconsento.

06 - Pearl Jam - Lightning Bolt
Che ve devo dì? A me 'sto disco piace proprio. Non condivido le critiche che gli sono state mosse. E non lo faccio per difendere un gruppo a cui voglio bene ab illo tempore. Trovo che sia un bel disco a prescindere. E poi "Sirens" fa piangere dalla bellezza.
 
07 - Tricky - False Idols
Questo disco scorre che è un piacere. Il sound del nostro amico di Bristol è sempre cupo e intimista; e torna a percorrere con grande classe i territori trip-hop anni Novanta che l'hanno consacrato, senza grandi rivoluzioni - è vero - ma riuscendo a risultare attuale e mai noioso.

08 - Elio e le Storie Tese - Album Biango
Elio praticamente non delude mai. Album leggermente sotto le aspettative (che sono ahimé sempre alte), ma contenente alcuni pezzi da urlo. C'è da chiedersi come facciamo a partorire ancora delle genialate come "Concerto del primo maggio". Bravi!

09 - Newton Faulkner - Studio Zoo
Ecco, se c'è stata una semidelusione quest'anno è stato il mio amico Newton. Per carità: se uno che non lo conosce dovesse sentire questo cd direbbe "ma chi è 'sto idolo?". Però rispetto ai lavori precedenti mi è sembrato un po' più cupo e malinconico. 

10 - Vampire Weekend - Modern Vampires of the City
Stesso discorso fatto per Newton Faulkner: anche i Vampiri niuiorchesi realizzano un gran disco, ma un po' meno solare rispetto al precedente "Contra". Il risultato è comunque eccellente (anche perché altrimenti non li vedreste in classifica), però mi sono affezionato meno a questo cd.

16 dicembre 2013

new look

Basta: la barba ce l'hanno tutti; non la voglio più.
Da oggi basettoni anni 70.

Che poi non so quanto durerà, perché vuol dire che mi devo radere almeno ogni due giorni.
E io mica ce n'ho voglia.


04 dicembre 2013

Harry Quebert

Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trentanni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo. 

Questa più o meno la sinossi del romanzo.
Ciò che non trovate scritto invece è che questo romanzo vi terrà svegli fino a tarda notte (vabbè, io con l'insonnia parto avvantaggiato). Sì, perché è un thriller soft, dai contorni anche un po' morbosi. Quel tanto da farvi fare gli straordinari di lettura.
Intendiamoci: non è un capolavoro. È un bel libro, scritto bene e sufficientemente paraculo. Fatto da chi sa che sta scrivendo un best seller, o quantomeno ci prova.

E secondo me ci è riuscito. 
Sembra un po' il tormentone musicale estivo, quello che non ti molla mai; e che tutto sommato ti piace pure. Certo non si tratta di Brahms o dei Pink Foyd, però te lo godi.
Ecco, io questo libro me lo sono goduto parecchio.
Tutto questo nonostante il mattonazzo di 700 e rotte pagine apparisse ai miei occhi come una montagna insormontabile.



30 novembre 2013

fagioli

Ennesimo capitolo sulle stranezze si Elena.

Ieri pomeriggio è tornata dalla Materna con 4 fagioli in tasca.
"Li ho rubati" dice
"E perché mai?"
"Perché così non dobbiamo spendere i soldi per comprare la roba da mangiare"
"Ah!"
"E poi con quei soldi potete comprarmi dei diamanti"

in foto: io e la figlia pazza, a Venezia (beh, quello si capiva).

22 novembre 2013

vista mare

Ancora due domeniche fa, mentre eravamo in macchina per andare da amici, Elena sosteneva di non vederci bene. L'aveva già detto, ma pensavo fosse una cosa passeggera (anemia o chissacosa)
"Perché dici così, Elena?"
"Vedo come un mare trasparente"
"!!"

"Di là si va a Genova" dice guardando un cartello stradale, lontano trenta metri.
Ok, sappiamo che miopia non è. Cosa sarà questo "mare trasparente"?
Appena tornato a casa, la sera, ne parlo con Dalia: dobbiamo fare qualcosa e presto.

Dalia chiama tutta una serie di ospedali e cliniche specializzate e riesce ad ottenere il primo appuntamento a ottobre 2014.
Non si può, non possiamo aspettare: è troppo importante. Proviamo privatamente e - magia! - otteniamo un appuntamento il giorno dopo.

102 euro per fare esami approfonditi e sentirsi dire che nostra figlia ci vede benissimo.

Finalmente stasera, dopo varie insistenze, confessa: in realtà dice che non ci vede bene solo perché vuole mettere gli occhiali.
"e perché vuoi mettere gli occhiali?"
"per avere un'aria più sofisticata!"

Ma vaff...

18 novembre 2013

do you have a moment?

Ieri mi sono svegliato con un discreto mal di testa.
Non fortissimo, ma costante: non mi ha abbandonato per tutto il giorno.

Sono abbastanza allergico all'uso delle medicine.
Prendetemi pure per un ingenuotto, ma penso che il nostro corpo abbia bisogno di rimedi naturali.
E non sto parlando di tisane al timo e melanzana, sto dicendo che - se ti viene il mal di testa per la terza domenica di seguito - c'è qualcosa che non va in te stesso.
Quindi bisogna capire se c'è qualcosa che ti preoccupa o se semplicemente devi diminuire il fattore stress generale.

Penso che il mio mal di testa sia dovuto a un accumulo di tensioni che, appena il corpo si rilassa, lasciano andare tutta una serie di qualcosarfine che fanno sì che tu ti svegli con un martello pneumatico nel cervello.
E perché la domenica e non il sabato? Semplicemente perché di solito il sabato ho più impegni di Obama, e inizio a rilassarmi solo il sabato sera.
Durante la cena del sabato, poi, non mi faccio mai mancare una bottiglia di vino (pregasi notare che durante la settimana non bevo quasi mai niente che non sia acqua, al limite una birra in occasioni speciali).

Insomma, la domenica mattina ho la testa crepata.
Di solito il mal di testa domenicale mi passa con l'andare delle giornata, magari dopo qualche caffè e un po' d'aria aperta. Ieri niente caffè (o meglio solo decaffeinato) e niente aria aperta perché ero in casa con Elena, malata.
Quando verso le dieci di sera ho capito che il mal di testa avrebbe avuto conseguenze importanti sulle mie (in)capacità di addormentarmi, ho ceduto: ho trovato questa scatola di Moment Capsule molli che già non avrei ingurgitato per quanto mi fa schifo la loro pubblicità. Aggiungetevi la mia riluttanza nell'assumere farmaci.

Vabbè, dai, altrimenti non riesci a dormire. Non pensare, agisci.
Ne sblistero una, riempo il bicchiere d'acqua, caccio la capsula in bocca, bevo rapidamente.
E mi strozzo.
Ma roba che fra un po' mi pratico una tracheotomia da solo, pur di liberarmene.
Insomma, io con 'sti farmaci proprio non c'ho feeling.


24 ottobre 2013

i 7 stadi della riunione

Le grandi riunioni di lavoro mi stremano.
Mi stremano perché si portano appresso diverse situazioni critiche, tipo: mi gioco il cliente, c'è in ballo un budget importante per il nostro studio, o altre problematiche simili.

Dato il ruolo che mi compete all'interno della nostra piccola agenzia, ho notato che, quando devo affrontare una di queste riunioni, attraverso 7 stadi di situazioni fisico/emozionali

1° fase - organizzazione
quando comincia il lavoro, sono il custode della razionalità: organizzo tempi e risorse, sincronizzo agende e pianifico con cura.

2° fase - agitazione
sono passati due o tre giorni e non ho fatto niente di quello che mi ero prefisso. Come al solito. Mi giustifico col fatto che ho avuto tanto (di altro) da fare. Non è colpa mia, signor giudice.
Da domani, giuro!, comincio.

3° fase - panico
ancora non ho fatto niente; ho pensato al progetto ma non ho buttato giù neanche un layout. In questa fase, solitamente, ci scappano uno o due sere in ufficio a lavorare, nel totale silenzio (detto in senso positivo, nel senso che non ci sono distrazioni).

4° fase - fotte sega
le cose che ho fatto nelle serate in ufficio non mi soddisfano; cerco disperatamente aiuto tra i miei colleghi. Nel frattempo inizio ad abituarmi al peggio: perdiamo il cliente e io scappo in Australia. O anche solo a Celle Ligure. Faccio il commesso alla Coop di Varazze e vivo lo stesso. Intanto 'sta vita qua mi ha stancato. Andate tutti affanculo.

5° fase - mal di pancia
inizio a stare male. Non andrà bene niente. Rush finale con nottate in piedi in cui inizio a partorire idee e layout. Olio di gomito e cesello. Olio di gomito e cesello. Ogni tanto tento di guardare le cose dall'esterno e mi fa tutto schifo, oppure mi sembra già visto. Mi sfianco finché non ho qualcosa che mi sembra presentabile. Ma col rischio che ogni proposta abbia i suoi punti deboli. Bisogna vedere se il cliente si accorge del bluff. Oddio, sono finito.

6° fase - riunione
vado in riunione che ho dormito due ore. Sono elettrico. Camicia pulita e barba fatta: cerco di mantenere una parvenza di uomo normale, mentre dentro di me sono un uomo allo sbando. O la va o la spacca. Sorrido di fronte alla catastrofe imminente. Mi sacrifico sull'altare. Vado.

7° fase - abbudinaggio
La riunione è terminata. Passo in poche ore dall'adrenalina scatenata a una sensazione di afflosciamento totale. Tutto il mio corpo inizia a rilassarsi. Quello che era un fascio di nervi adesso è un budino al sole. Cerco aiuto nella caffeina, perché altrimenti rischio di addormentarmi alla guida del motorino.

ecco: più o meno la fase 7 è questa qua sopra.

18 ottobre 2013

il buon vecchio Tricky

C'è un piccolo problema con Tricky: che lui ha la tendenza ad essere molto più avanti.
E basta, sì.
Avete presente quando si dice "quello è troppo avanti"? Ecco Tricky è così.
Fece "Maxinquaye" e la gente lo capì solo 4 anni dopo, quando uscì il famoso "Play" di Moby.
E mentre usciva "Play" lui si lanciava in un'avventura hip-hop con Dj Muggs. Che però, attenzione, l'hip hop a quel tempo era già bello andato. E lui ci si rituffò dentro, stravolgendolo e facendo un disco - indovinate un po' - avanti rispetto al resto.

Tutto questo preambolo per dire cosa? Che Tricky ha fatto uscire (ormai da qualche mese) un nuovo disco dal titolo False Idols.
E stavolta dove è andato a parare? È tornato a casa: al trip hop originale, quello che aveva fatto urlare al miracolo ai tempi di Maxinquaye.
Ma - attenzione - non si tratta di minestra riscaldata, ve lo giuro.
A me 'sto disco piace proprio tanto tanto.
Sembra quasi che sia il suo ultimo disco, come se, in questa ventina d'anni, avesse fatto tutto una parabola di sperimentazione musicale, per poi tornare alle origini.

C'è solo da chiedersi cosa farà dopo.
Direi che per adesso me ne frego altamente e mi godo questo 15 tracce.



14 ottobre 2013

Volbeat Live (finalmente!)

Grande attesa per il concerto dei Volbeat. Li aspettavo dal momento in cui il buon Monty me li fece conoscere, inviandomi una sua personale compilation, che ho consumato.
Fu amore al primo ascolto. E se il disco è l'amore platonico, si può dire che il concerto sia quello fisico, per cui li attendevo alla prova d'amore definitiva.

Prova superata a pieni voti.
Anzi, oserei dire che è stato un concerto decisamente sopra le aspettative.
Ciò che ripeto come un mantra ormai da tre giorni è che non mi divertivo così tanto ad un concerto da tantissimo tempo. Potrei anche sbilanciarmi e affermare che è stato il concerto a cui mi sono divertito di più in assoluto.

Alla band d'apertura, gli Iced Earth, va riconosciuta l'umilté di citare di continuo i Volbeat, ricordandosi e ricordandoci chi sono gli headliner della serata e non atteggiandosi a dovremmoesserenoiquellipiùimportanti. Per il resto che dire? Heavy metal parecchio datato che non mi ha smosso un muscolo.

Quando finalmente salgono i 4 Volbeat il tripudio è totale. Riesco a mantenere un contegno da serio padre di famiglia per due o tre brani, nonostante l'attacco sia al fulmicotone. Ballicchio e canto ma mantengo una pseudoserietà.
Poi, però, quando parte Sad Man's Tongue non ce la faccio più: troppa la felicità nel vederli, troppo il piacere di quella canzone (la prima canzone che io abbia mai ascoltato della band danese), troppa adrenalina addosso. In un attimo sono nel pogo.
E rido. Rido come un matto.

Concerto meraviglioso.
Me lo ricorderò per sempre.


29 settembre 2013

Fortress

Visto il numero di ballate nel precedente AB III, qualche ragazzetto pseudometallaro deve aver incontrato gli Alter Bridge per la strada e li ha apostrofati con un "ma che? vi siete rammolliti?".
E mi immagino Myles Kennedy che dice (testuale) "mo' jela faccio vedere io chi si è rammollito, Mark passame un po' a chitara e vie' qua che suoniamo fino a farci sanguinare i polpastrelli".

Questi i misteriosi retroscena del nuovo disco degli Alter Bridge, dal titolo Fortress, scoperti dai vostri inviati del blog Suevele.

Solo così si può spiegare una partenza a razzo in un disco che si apre con il trittico "Cry of Achilles" - "Addicted to Pain" - "Bleed it Dry".
O è così oppure hanno sentito il trittico in apertura di King Animal dei Soundgarden e si sono guardati in faccia dicendo (sempre testualmente, ma questa volta Mark Tremonti) "'co zio, questi vecchietti ci stanno prendendo a badilate sui denti, tiriamo fuori i maroni e facciamoje vede noi. Myles passame 'a chitara e vie' qua!"

Insomma: Fortress è un bel dischetto, che non dà molta tregua al metronomo, ne' tantomeno alle ricerche stilistiche: è un bel disco tamarro da ascoltare per pomparsi adrenalina nelle vene.
Mi rendo conto che, per chi pretende sempre qualcosa di più da un gruppo, queste 12 tracce possano essere un po' una delusione, perché alla fine della fiera questi sono gli Alter Bridge: chitarre distorte, basso e batteria muscolari, voce di Kennedy.

A proposito della voce: una delle due varianti rispetto ai precedenti lavori della band è un brano con Mark Tremonti alla voce principale. Chi segue un minimo questa band sa infatti che Tremonti ha recentemente fatto un disco solista, dove canta lui e bisogna ammattere che ha una discreta voce. Certo: non è Myles Kennedy, che ha un'estensione vocale da far impallidire Freddie Mercury (se fosse vivo). Però quando nel ritornello le due voci si uniscono, l'effetto non è niente male.

L'altra variante, invece, è il brano "the Uninvited", in cui i ragazzi si cimentano con le alternanze di tempi (pari e dispari), che è un po' diverso dagli altri, quanto meno nella strofa.

Ma dicevamo: un disco con un bel marchio di fabbrica ben stampato addosso.
Non porterà nuovi adepti, ne' deluderà i vecchi fan. 
"Calm the Fire" e "Cry of Achilles" al momento le mie preferite.


25 settembre 2013

top 5 profili Facebook insopportabili

Sono un discreto fan di Facebook. Penso sia un modo divertente di frequentare la rete e di tenere i contatti con gli amici. È una specie di bar dove, se hai voglia entri, se non hai voglia lasci perdere.

Ma ci sono alcune persone, o meglio alcune tipologie di persone, che non sopporto.
Ed ecco a voi quindi un'altra inutilissima top 5.
Sempre dalla numero 5 alla numero 1, per creare un po' di suspence (sai che robba!)

5 - il maratoneta
a me non me ne frega una ceppa se corri 10 km in 56 minuti. Ancor meno mi interessa sapere da dove sei partito e dove sei arrivato. Per non parlare poi della media che hai tenuto e delle calorie che hai bruciato. Insomma: se vai a correre sono tutti fatti tuoi. Che li metti a fare su FB?

4 - il comunista triiiiishte
come nella vita, anche su Facebook ci sono i comunisti tristi: quelli che postano solo foto di Berlinguer (con citazione) o, al massimo dell'ottimismo, di De André; sulla sua bacheca spopolano frasi contro il capitalismo, citazioni di Pasolini e Saviano. Tutto giusto, per carità; ma di una noia mortale.

3 - il job addicted (solitamente ex-colleghi)
non scrive mai di cose proprie, non mette foto, non scrive opinioni. Lui posta solo cose di lavoro e - con una faccia tosta che non mi spiego - ti invita, magari anche a più riprese, a mettere "like" sulla pagina dei Fratelli la Bufala. Ma no. Ma non mi dire. Non sarà mica che stai facendo un lavoro per i Fratelli la Bufala e gli hai promesso che i "like" sulla loro pagina cresceranno a dismisura? No, vero? Abbello, il social network per il lavoro si chiama LinkedIn non Facebook.

2 - il pessimista cosmico 
da non confondersi con il punto 2; il comunista trishte ha un che di pseudointellettualfabiovolesco. Invece questo è quello che se gli dici "buona giornata" ti risponde con un "eh, magari...". Gente che mette solo foto patinate di nostalgia. O che imposta - lo giuro, visto ieri - un tornado come foto del profilo. Le frasi di solito hanno i fatidici tre puntini finali per farti immaginare tutto lo sconforto che segue alla frase e per farsi dire dagli amici "cosa succede?". Mettono quegli status tipo "anche oggi era meglio se non uscivo di casa...". Ma minchia, chiuditici a chiave in casa. Soprattutto se lì non hai una connessione ad internet, grazie.

1 - il gattaro
ormai lo sanno anche i muri: su Facebook i gattini hanno rotto il belino. E allora tu che hai 2 o 3 gatti in casa, mi spieghi come fa a non sfiorarti neanche l'idea che dei tuoi animali a 4 zampe alla gente non gliene possa fregare meno di nulla? E la foto mentre dorme, e mentre la faccia buffa, e con gli occhiali, e... e basta, cazzo! E la cosa grave sono quelli che commentano. Anche loro con gatti o cani, ovviamente. Ma non esiste un pet social network? Sarebbe il caso di inventarlo.