Da quattro mesi circa abbiamo un nuovo papa. Non ne ho mai scritto prima, perché non avevo la minima idea di chi fosse Jorge Mario Bergoglio, prima di diventare - appunto - papa Francesco.
Ma bisogna dire che sin dall'inzio del suo pontificato i segnali che ha dato sono stati più che ottimistici: presentarsi con l'abito bianco e una semplice croce alla sua prima uscita e usare il nome "Francesco" hanno dato subito un chiaro messaggio di povertà e di umiltà.
E altrettanto ha fatto nel proseguo del suo mandato, avvicinandosi ai poveri, sostenendo gli immigrati o condannando alcuni vescovi di Buenos Aires che si rifiutavano di battezzare bambini di coppie non sposate o separate.
E così arriviamo a ieri, quando su un tema delicato quale è l'omosessualità, interrogato sulle presunte lobby gay in Vaticano ha detto: "Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore e ha buona volontà,
chi sono io per giudicarlo?"
Insomma: con la solita tempistica della chiesa, in ritardo di un centinaio di anni, forse ma forse cade il penultimo baluardo (l'ultimo riguarda l'uso dei contraccettivi) che separa le persone normali - tra cui mi annovero - e lo stato pontificio.
E tutto grazie a questo simpatico signore argentino che sembra venire fuori da un altro pianeta, ma che in realtà dice cose normalissime.
Forse è proprio questo il punto: dire cose normali e sensate sembra una rivoluzione.
No, giusto per capire in che tempi viviamo.
30 luglio 2013
22 luglio 2013
voglio un'altra donna
Voglio un'altra donna di servizio.
L'efficientissima Dora è in Brasile ad assistere la madre malata.
Seminudo stiro, davanti alla finestra inutilmente spalancata, perché non passa una bava d'aria.
Il ferro butta fuori un calore infernale.
Mi destreggio tra lavatrici da fare, roba da stendere, e pasti frugali.
E scopo. Scopo tantissimo, perché la nostra casa fabbrica cumuli di polvere.
Più che macho, mi sento mocio.
L'efficientissima Dora è in Brasile ad assistere la madre malata.
Seminudo stiro, davanti alla finestra inutilmente spalancata, perché non passa una bava d'aria.
Il ferro butta fuori un calore infernale.
Mi destreggio tra lavatrici da fare, roba da stendere, e pasti frugali.
E scopo. Scopo tantissimo, perché la nostra casa fabbrica cumuli di polvere.
Più che macho, mi sento mocio.
16 luglio 2013
l'album biango
Devo fare ammenda: il nuovo disco di Elio e le Storie Tese all'inizio non mi aveva conquistato. Sarà stato perché tre canzoni le avevo già sentite (due a Sanremo + il geniale singolo/anteprima "Complesso del Primo Maggio"), sarà perché in questo disco ci sono poche partecipazioni di cantanti esterni al gruppo (consuetudine eliica).
Ma sarà anche perché sticazzi.
Voglio dire: non importa se prima mi lasciava un po' tiepidino. Passato il primo strato, quando ci si addentra nei dettagli, nelle ricerche stilistiche, nelle chicche, si sa che lì gli Elii danno il meglio di se.
Infatti domenica sera, mentre tornavo dal mare, me lo sono ascoltato a un volume decente, e mi sono gustato ogni singola nota e parola di questo ennesimo gioiello del gruppo milanese.
Potrei dire quanto è bella una canzone o l'altra, ma non conta nulla. Quello che conta è che gli Elii non hanno mai un calo, nonostante i decenni di carriera alle spalle. Una garanzia di qualità. Di minchiate di grande qualità.
Ma sarà anche perché sticazzi.
Voglio dire: non importa se prima mi lasciava un po' tiepidino. Passato il primo strato, quando ci si addentra nei dettagli, nelle ricerche stilistiche, nelle chicche, si sa che lì gli Elii danno il meglio di se.
Infatti domenica sera, mentre tornavo dal mare, me lo sono ascoltato a un volume decente, e mi sono gustato ogni singola nota e parola di questo ennesimo gioiello del gruppo milanese.
Potrei dire quanto è bella una canzone o l'altra, ma non conta nulla. Quello che conta è che gli Elii non hanno mai un calo, nonostante i decenni di carriera alle spalle. Una garanzia di qualità. Di minchiate di grande qualità.
11 luglio 2013
tipi da palestra - 2
A distanza di due anni e mezzo, torniamo a occuparci dei singolari personaggi che animano la palestra che frequento (qui la prima puntata).
Oggi parliamo di David Hasselhoff, Maria Sharapova e John Wayne.
David Hasselhoff
Avete presente Hasselhoff in Baywatch? Un po' in là con l'età, ricciolo, sempre abbronzato? Ecco sarà per questi elementi, o sarà perché indossa quasi sempre una canotta rossa, ma il tizio in questione, sulla 50ina, gira per la sala pesi portandosi appresso un petto enorme, ostendandolo pure. Sarebbe anche un bell'uomo, se non fosse che sembra uscito dagli anni 80/90. È troppo abbronzato, troppo gonfio... troppo di tutto.
Maria Sharapova
Sei figa. Lo sai. Lo sai benissimo. E te la tiri di conseguenza. Mentre la metà delle donne che vengono in palestra si veste da palombaro (devo ancora fare la ceretta!), lei ha degli shorts talmente short che una cintura non ci starebbe. Bionda, slanciatissima, imperturbabile, sale sul tapis-roulant e si mette a chattare o a telefonare. Chissà, probabilmente non suda neanche.
John Wayne
Io questo ragazzetto lo conosco da un po' di tempo. Frequentava la palestra anni fa, poi è sparito. Adesso è tornato (magari anche già da qualche mese, visto che io ho latitato per un po') ed è diventato il doppio. Intendiamoci, una signora muscolatura. Ma quello che fa ridere è l'atteggiamento: cammina con le braccia esageratamente larghe, come se a causa dei suoi pettorali non potesse fare altrimenti, e scruta tutti come il più navigato degli uomini. E avrà 30 anni a dir tanto.
09 luglio 2013
in loving memory of FrancoMB
È da un paio di giorno che vorrei scrivere una sorta di elogio funebre, in ricordo di mio zio Franco, morto domenica. Mi piacerebbe avere un aneddoto da raccontare, una frase da riportare, ma non ho niente.
Ho solo il ricordo di una persona tanto testona quanto simpatica. Che faceva sempre piacere incontrare. Che alternava momenti di scherno e ironia (peculiarità fondamentale della nostra famiglia) a parentesi di discussioni e interesse nei confronti degli altri (e se state pensando "Cosa c'è di strano? tutti sono così", non conoscete la nostra famiglia).
Una persona molto generosa. Che un giorno mi regalò una cravatta solo perché un paio di mesi prima gli avevo fatto i complimenti proprio per quella. Me la regalò così, senza motivo, senza una ricorrenza da festeggiare. Ecco, forse l'aneddoto l'ho trovato scrivendo di lui.
Ho comunque un bellissimo ricordo. Addio, zio Franco. Mi mancherai. E non è certo una frase di circostanza, questa.
Ho solo il ricordo di una persona tanto testona quanto simpatica. Che faceva sempre piacere incontrare. Che alternava momenti di scherno e ironia (peculiarità fondamentale della nostra famiglia) a parentesi di discussioni e interesse nei confronti degli altri (e se state pensando "Cosa c'è di strano? tutti sono così", non conoscete la nostra famiglia).
Una persona molto generosa. Che un giorno mi regalò una cravatta solo perché un paio di mesi prima gli avevo fatto i complimenti proprio per quella. Me la regalò così, senza motivo, senza una ricorrenza da festeggiare. Ecco, forse l'aneddoto l'ho trovato scrivendo di lui.
Ho comunque un bellissimo ricordo. Addio, zio Franco. Mi mancherai. E non è certo una frase di circostanza, questa.
01 luglio 2013
vegetarianesimo
Ultimamente due amici sono diventati vegetariani. Pochi anni fa invece due persone che erano vegetariane, sono tornate onnivore. Tutte persone ragionevoli, assolutamente non integraliste. Riflettevo a riguardo recentemente, visto che una delle due persone che sta diventando vegetariana mi ha confidato il suo nuovo "posizionamento alimentare" venerdì sera, dopo che gli avevo proposto un kebab (che poi: la carne non la mangia, ma il pesce sì... perché? Vabbè, ognuno fa quel che vuole).
Effettivamente il passo potrei farlo anch'io, visto che non sono un gran carnivoro.
La gente che mi parla di "una bella bistecca" o sbava per le costine di agnello trova in me un partner un po' restìo all'entusiasmo.
E altrettanto dicasi per il coniglio o per gli hamburger. Cioè sono cose che mangio.
Ma se il dottore mi dovesse dire "da domani basta", non farei una piega.
Domenica, però, mi accingevo a fare una pasta. E nel pensare a come condirla è venuto quasi spontaneo fare un soffritto di cipolla e poi buttarci della pancetta a cubetti. E mentre le mie narici godevano degli effluvi di quel sapore e lo stomaco iniziava a dilatarsi a dismisura, eccomi partorire l'ennesima futile top 5.
TOP 5 DEI MASTODONTICI IMPEDIMENTI PER UN MIO EVENTUALE VEGETARIANESIMO
in ordine di importanza, quindi dalla 5° posizione alla prima:
5 il Salame - quando vado a pranzo da amici e qualcuno (io?) tira fuori un bel salamino, non c'è santo che tenga: devo mangiarlo ad ogni costo.
4 la Salamella alla brace - come dicevo, non sono un fan della carne alla griglia, ma la salamella è un mondo a se. Sia come sapori, sia come libidine personale. Imperdibile.
3 il Ragù - che sia per accompagnare la pasta, o per fare le lasagne, sin da quando inizio a cucinarlo, il ragù mi piace da morire. Ma roba che quando ho finito di mangiare e sto sparecchiando prendo il pane avanzato e faccio la puccetta nella pentola. Mhhhh, che goduria...
2 il Risotto alla Salsiccia - piatto molto apprezzato in casa nostra. Da quando faccio la spesa alla Coldiretti, dove la salsiccia ha tutto un altro sapore, me ne divorerei piattate intere. Mi fermo giusto perché il riso gonfia.
1 il Pollo di Giannasi - chi frequenta questo blog già lo sa: il pollo di Giannasi è il più buono della città. Non ci sono storie. E mangiarlo mi fa godere, ogni volta. Vero masterpiece per carnivori.
in foto: il cordiale Team di Giannasi. Luilì in mezzo, in piedi, (di fianco al Signor Giannasi) ogni volta che mi vede, il venerdì sera, mi accoglie con "Pilippo, hai ordinato il pollo?"
Effettivamente il passo potrei farlo anch'io, visto che non sono un gran carnivoro.
La gente che mi parla di "una bella bistecca" o sbava per le costine di agnello trova in me un partner un po' restìo all'entusiasmo.
E altrettanto dicasi per il coniglio o per gli hamburger. Cioè sono cose che mangio.
Ma se il dottore mi dovesse dire "da domani basta", non farei una piega.
Domenica, però, mi accingevo a fare una pasta. E nel pensare a come condirla è venuto quasi spontaneo fare un soffritto di cipolla e poi buttarci della pancetta a cubetti. E mentre le mie narici godevano degli effluvi di quel sapore e lo stomaco iniziava a dilatarsi a dismisura, eccomi partorire l'ennesima futile top 5.
TOP 5 DEI MASTODONTICI IMPEDIMENTI PER UN MIO EVENTUALE VEGETARIANESIMO
in ordine di importanza, quindi dalla 5° posizione alla prima:
5 il Salame - quando vado a pranzo da amici e qualcuno (io?) tira fuori un bel salamino, non c'è santo che tenga: devo mangiarlo ad ogni costo.
4 la Salamella alla brace - come dicevo, non sono un fan della carne alla griglia, ma la salamella è un mondo a se. Sia come sapori, sia come libidine personale. Imperdibile.
3 il Ragù - che sia per accompagnare la pasta, o per fare le lasagne, sin da quando inizio a cucinarlo, il ragù mi piace da morire. Ma roba che quando ho finito di mangiare e sto sparecchiando prendo il pane avanzato e faccio la puccetta nella pentola. Mhhhh, che goduria...
2 il Risotto alla Salsiccia - piatto molto apprezzato in casa nostra. Da quando faccio la spesa alla Coldiretti, dove la salsiccia ha tutto un altro sapore, me ne divorerei piattate intere. Mi fermo giusto perché il riso gonfia.
1 il Pollo di Giannasi - chi frequenta questo blog già lo sa: il pollo di Giannasi è il più buono della città. Non ci sono storie. E mangiarlo mi fa godere, ogni volta. Vero masterpiece per carnivori.
in foto: il cordiale Team di Giannasi. Luilì in mezzo, in piedi, (di fianco al Signor Giannasi) ogni volta che mi vede, il venerdì sera, mi accoglie con "Pilippo, hai ordinato il pollo?"
24 giugno 2013
from Sardegna (with love)
Difficile scrivere dei post con la tastierina dell'iPhone. Impiego tanto, troppo tempo.
E benché io sia in vacanza in Sardegna, il tempo comunque falta.
Vi mando giusto un saluto.
11 giugno 2013
di nuovo in campo
Ieri sera sono finalmente tornato a giocare a calcetto.
Ho giocato con una paura costante di sentir cedere la caviglia, ma fortunatamente, alla fine della partita, ero ancora sano. Dolorante, ma sano.
No, non dolorante alla caviglia, bensì a tutti i muscoli delle gambe.
Infatti stamattina ho avuto difficoltà a tirarmi su dal letto, da quanto mi sentivo incriccato.
Però felice. Lunedì prossimo riprovo.
Ho giocato con una paura costante di sentir cedere la caviglia, ma fortunatamente, alla fine della partita, ero ancora sano. Dolorante, ma sano.
No, non dolorante alla caviglia, bensì a tutti i muscoli delle gambe.
Infatti stamattina ho avuto difficoltà a tirarmi su dal letto, da quanto mi sentivo incriccato.
Però felice. Lunedì prossimo riprovo.
07 giugno 2013
mi sun strac
Un blog è un diario. È un po' la logica che ho sempre seguito nello scrivere in questo spazio personale.
Una sorta di testimonianza della mia vita, un ricordo per quando avrò voglia di leggerlo.
E se dovessi riportare quello che mi è successo nelle ultime ore dovrei scrivere almeno 3 o 4 post.
E non sto parlando di eventi eclatanti, intendiamoci.
Però diciamo che dalle 19,00 di ieri sera fino a stamattina alle 13,00 nell'ordine mi è successo:
• di volare al Pronto Soccorso per un'allergia fulminante di Anita che le ha fatto due occhi gonfi come mongolfiere;
• di andare alle prove dello spettacolo dell'asilo portandomi appresso Elena, perché non si voleva staccare da me;
• di fare un bel giro notturno per Milano in cerca di una medicina per l'allergia di Anita;
• di andare a una colazione di compleanno (l'avete mai fatta voi? io mai);
• di suonare alla festa dell'asilo di Elena;
• di andare a prendere Anita all'uscita della scuola, per festeggiare l'ultimo giorno del suo primo anno alle elementari.
Volendo, ma proprio volendo, potrei scrivere un post per ogni argomento.
Ma non lo farò. Perché se proprio mi avanzerà del tempo, preferisco andarmene a dormire.
Una sorta di testimonianza della mia vita, un ricordo per quando avrò voglia di leggerlo.
E se dovessi riportare quello che mi è successo nelle ultime ore dovrei scrivere almeno 3 o 4 post.
E non sto parlando di eventi eclatanti, intendiamoci.
Però diciamo che dalle 19,00 di ieri sera fino a stamattina alle 13,00 nell'ordine mi è successo:
• di volare al Pronto Soccorso per un'allergia fulminante di Anita che le ha fatto due occhi gonfi come mongolfiere;
• di andare alle prove dello spettacolo dell'asilo portandomi appresso Elena, perché non si voleva staccare da me;
• di fare un bel giro notturno per Milano in cerca di una medicina per l'allergia di Anita;
• di andare a una colazione di compleanno (l'avete mai fatta voi? io mai);
• di suonare alla festa dell'asilo di Elena;
• di andare a prendere Anita all'uscita della scuola, per festeggiare l'ultimo giorno del suo primo anno alle elementari.
Volendo, ma proprio volendo, potrei scrivere un post per ogni argomento.
Ma non lo farò. Perché se proprio mi avanzerà del tempo, preferisco andarmene a dormire.
02 giugno 2013
31 maggio 2013
back to the gym
A quattro mesi dall'infortunio al piede, sono finalmente tornato in palestra.
Dovevo stare fuori un mese, ma la cosa è stata più difficoltosa di quanto avessi previsto. Il piede mi ha fatto male (e - anche se pochisimo - mi fa ancora male), quindi continuavo a rimandare il ritorno all'attività agonistica.
Oggi, su indicazioni del medico, ho cominciato una riabilitazione che principalmente prevede il camminare tanto. Quindi tapis-roulant e andare.
Mi sono pesato prima di cominciare e adesso sono 87 chili. In un paio di mesi vorrei perderne 5 di questi 87. Ma il vero dilemma, come sa chi mi conosce bene, non è la costanza nell'attività fisica, ma la mia passione per il cibo.
Devo cercare di mangiare di meno, che per me equivale ad uno sforzo titanico.
Soprattutto perché a tavola sono solito mangiarmi quello che le mie figlie avanzano.
Con questo non voglio dire che le mie figlie non mangino, eh! Solo che ogni pasto è un terno al lotto su cosa mangeranno. Per esempio, se fino a ieri hanno divorato i pomodori, tessendone le lodi, non è comunque sicuro che il giorno dopo li mangino. E così via.
Insomma: cercherò di impegnarmi per perdere questi fatidici 5 chili.
Ce la farò? Si accettano scommesse.
Dovevo stare fuori un mese, ma la cosa è stata più difficoltosa di quanto avessi previsto. Il piede mi ha fatto male (e - anche se pochisimo - mi fa ancora male), quindi continuavo a rimandare il ritorno all'attività agonistica.
Oggi, su indicazioni del medico, ho cominciato una riabilitazione che principalmente prevede il camminare tanto. Quindi tapis-roulant e andare.
Mi sono pesato prima di cominciare e adesso sono 87 chili. In un paio di mesi vorrei perderne 5 di questi 87. Ma il vero dilemma, come sa chi mi conosce bene, non è la costanza nell'attività fisica, ma la mia passione per il cibo.
Devo cercare di mangiare di meno, che per me equivale ad uno sforzo titanico.
Soprattutto perché a tavola sono solito mangiarmi quello che le mie figlie avanzano.
Con questo non voglio dire che le mie figlie non mangino, eh! Solo che ogni pasto è un terno al lotto su cosa mangeranno. Per esempio, se fino a ieri hanno divorato i pomodori, tessendone le lodi, non è comunque sicuro che il giorno dopo li mangino. E così via.
Insomma: cercherò di impegnarmi per perdere questi fatidici 5 chili.
Ce la farò? Si accettano scommesse.
30 maggio 2013
dell'essere furbi
Fortunatamente le scuole elementari sensibilizzano gli alunni (e di conseguenza, si spera, le famiglie) ad una corretta alimentazione. Per merenda, ad esempio, Anita a scuola può portare solo o frutta oppure sostitutivi del pane tipo craker, grissini et similia. Tutto ciò per evitare che i bambini si ingozzino di "fetta al latte", "kinder brioss" o porcherie del genere.
Ho accolto la notizia con entusiasmo, sin da quando me la comunicarono, ad inizio anno.
Tutto ciò è il pre.
Veniamo a qualche giorno fa. Mentre la accompagnavo a scuola, Anita mi confida che un suo compagno - che ha il padre pasticcere o fornaio o non ho capito bene cosa (Anita non ha saputo spiegarmelo) - fa dei biscotti in casa che sembrano biscotti secchi, ma che in realtà sono ripieni di cioccolato, in modo che dall'esterno sembrino "regolari".
"Furbo, no?" mi dice Anita con un sorriso. "Sì, troppo furbo" rispondo amareggiato.
Prendetemi pure per un invasato, ma se insegniamo ai nostri figli ad ingannare gli insegnanti per una cosa stupida come la merenda, poi non scandalizziamoci se cresciamo un popolo di stronzi.
in foto: la merenda preferita di Anita, in questo periodo.
Ho accolto la notizia con entusiasmo, sin da quando me la comunicarono, ad inizio anno.
Tutto ciò è il pre.
Veniamo a qualche giorno fa. Mentre la accompagnavo a scuola, Anita mi confida che un suo compagno - che ha il padre pasticcere o fornaio o non ho capito bene cosa (Anita non ha saputo spiegarmelo) - fa dei biscotti in casa che sembrano biscotti secchi, ma che in realtà sono ripieni di cioccolato, in modo che dall'esterno sembrino "regolari".
"Furbo, no?" mi dice Anita con un sorriso. "Sì, troppo furbo" rispondo amareggiato.
Prendetemi pure per un invasato, ma se insegniamo ai nostri figli ad ingannare gli insegnanti per una cosa stupida come la merenda, poi non scandalizziamoci se cresciamo un popolo di stronzi.
in foto: la merenda preferita di Anita, in questo periodo.
13 maggio 2013
sì, ma non facciamo passare troppo tempo
Mi sento dire questa frase (quella del titolo) molto spesso ultimamente. Da gente che non sento da un po' e di cui sento una voce entusiasta quando risponde alle mie chiamate.
Sono cose che fanno piacere, certo. Così come mi lascia sgomento la chiusura che invita a un repentino risentirsi o vedersi di persona.
Mi viene da ridere quando me lo dicono perché in cuor mio penso sempre "beh, se sei così felice di sentirmi perché non mi hai chiamato tu?". Ma, un po' per buona creanza un po' per non creare una polemica sterile e controproducente, è una domanda che non faccio mai.
Quello che invece mi piace pensare è quanto abbiamo bisogno di recuperare i contatti umani di chi ci vuole bene. Passato un inverno lungo e faticoso (almeno per me), sento sbocciare la primavera nelle corde vocali della gente.
Un aperitivo, una cena, ma anche un caffè al volo: necessitiamo di momenti di convivialità e di confronto. Di sentirci vicini, di volerci bene, di ridere e scherzare.
Per quanto certe volte abbia voglia di fare l'eremita, ancora una volta mi rendo conto che io senza gli altri non so stare. Ho proprio bisogno di recuperare umanità, di sentire il calore delle persone.
Abbiamo bisogno di sentimenti. Viviamo a pieni polmoni questa tardiva primavera. E godiamocela, santi numi!
"no matter how cold the winter there's a springtime ahead..."
Sono cose che fanno piacere, certo. Così come mi lascia sgomento la chiusura che invita a un repentino risentirsi o vedersi di persona.
Mi viene da ridere quando me lo dicono perché in cuor mio penso sempre "beh, se sei così felice di sentirmi perché non mi hai chiamato tu?". Ma, un po' per buona creanza un po' per non creare una polemica sterile e controproducente, è una domanda che non faccio mai.
Quello che invece mi piace pensare è quanto abbiamo bisogno di recuperare i contatti umani di chi ci vuole bene. Passato un inverno lungo e faticoso (almeno per me), sento sbocciare la primavera nelle corde vocali della gente.
Un aperitivo, una cena, ma anche un caffè al volo: necessitiamo di momenti di convivialità e di confronto. Di sentirci vicini, di volerci bene, di ridere e scherzare.
Per quanto certe volte abbia voglia di fare l'eremita, ancora una volta mi rendo conto che io senza gli altri non so stare. Ho proprio bisogno di recuperare umanità, di sentire il calore delle persone.
Abbiamo bisogno di sentimenti. Viviamo a pieni polmoni questa tardiva primavera. E godiamocela, santi numi!
"no matter how cold the winter there's a springtime ahead..."
09 maggio 2013
Volbeat
Veloce post di aggiornamento, giusto per dire che si è vivi, anche se il tempo da dedicare a me e a miei vizi (essaichevizi!) è poco. Molto poco.
La musica però non mi abbandona mai. E le uscite di questa primavera sono interessanti.
Non sono riuscito a scrivere dei Ministri, per esempio. Ma in realtà non sono neanche riuscito ad ascoltare bene bene il disco nuovo, "Per un Passato Migliore".
Quello che invece ascolto in heavy rotation, da un mesetto a questa parte è la nuova uscita dei Volbeat, dal titolo "Outlaw Gentlemen & Shady Ladies". Non sono molto bravo a scrivere recensioni. O meglio: dovrei dedicarmici in maniera analitica e dovrei scrivere con calma un pezzo per volta.
Ma, oltre a risultare comunque un recensore "di pancia", non sono certo il migliore scrittore di musica sulla piazza, quindi se volete saperne di più su questo disco, vi direi di affidarvi a qualche recensione seria, tipo quella di Jumbolo.
Tutto ciò che vi posso dire in queste poche righe è che riesco difficilmente a staccarmi da questo gruppo (che anch'io, come Jumbolo ho conosciuto grazie a Monty) e anche a staccarmi da questo disco. E il singolo, dopo una mia prima perplessità (mi aspettavo un pezzo più "duro") mi ha veramente conquistato.
E il video non mi dispiace affatto.
La musica però non mi abbandona mai. E le uscite di questa primavera sono interessanti.
Non sono riuscito a scrivere dei Ministri, per esempio. Ma in realtà non sono neanche riuscito ad ascoltare bene bene il disco nuovo, "Per un Passato Migliore".
Quello che invece ascolto in heavy rotation, da un mesetto a questa parte è la nuova uscita dei Volbeat, dal titolo "Outlaw Gentlemen & Shady Ladies". Non sono molto bravo a scrivere recensioni. O meglio: dovrei dedicarmici in maniera analitica e dovrei scrivere con calma un pezzo per volta.
Ma, oltre a risultare comunque un recensore "di pancia", non sono certo il migliore scrittore di musica sulla piazza, quindi se volete saperne di più su questo disco, vi direi di affidarvi a qualche recensione seria, tipo quella di Jumbolo.
Tutto ciò che vi posso dire in queste poche righe è che riesco difficilmente a staccarmi da questo gruppo (che anch'io, come Jumbolo ho conosciuto grazie a Monty) e anche a staccarmi da questo disco. E il singolo, dopo una mia prima perplessità (mi aspettavo un pezzo più "duro") mi ha veramente conquistato.
E il video non mi dispiace affatto.
29 aprile 2013
Brixen
4 giorni in montagna, in un maso vicino a Bressanone.
Posti meravigliosi, stile di vita rilassato, aria pura e soprattutto compagnia eccellente.
3 famiglie: 6 adulti + 6 bambini, tutti tra i 6 e i 3 anni.
Ci voleva.
Caspita se ci voleva.
quella lì bianca, era la nostra casa. ci torneremo presto, spero.
24 aprile 2013
abbiamo vinto le energiadi!
E che cosa sono le energiadi, direte voi?
È una gara tra scuole a chi produce più energia.
In pratica: a turno, ogni scuola elementare di Milano veniva dotata di alcune biciclette speciali, collegate a un accumulatore di energia. Pedalando si producevano un tot di chilowatt, che venivano accumulati non so bene come ne dove.
Fatto sta, che - grazie all'organizzazione meticolosa delle mamme che hanno costretto se stesse ma soprattutto i mariti ad alternarsi al manubrio - il nostro istituto ha stravinto la gara.
Abbiamo anche partecipato anche noi, in ben due sessioni, una di mercoledì e una di domenica.
Trascinati dall'entusiasmo, hanno voluto cimentarsi anche alcuni bimbi, come potete vedere dalla foto qua sotto, dove ci sono Anita e Mattia (figlio dei nostri amici Marco e Cinzia).
È una gara tra scuole a chi produce più energia.
In pratica: a turno, ogni scuola elementare di Milano veniva dotata di alcune biciclette speciali, collegate a un accumulatore di energia. Pedalando si producevano un tot di chilowatt, che venivano accumulati non so bene come ne dove.
Fatto sta, che - grazie all'organizzazione meticolosa delle mamme che hanno costretto se stesse ma soprattutto i mariti ad alternarsi al manubrio - il nostro istituto ha stravinto la gara.
Abbiamo anche partecipato anche noi, in ben due sessioni, una di mercoledì e una di domenica.
Trascinati dall'entusiasmo, hanno voluto cimentarsi anche alcuni bimbi, come potete vedere dalla foto qua sotto, dove ci sono Anita e Mattia (figlio dei nostri amici Marco e Cinzia).
22 aprile 2013
dell'ineluttabile scorrere del tempo
e del mio coscientamente vano tentativo di fermarlo.
Uichend impegnativo, quello appena trascorso. Classica due giorni di "cose da fare".
Ieri, in particolare, il pomeriggio è stato dedicato allo shopping.
E per farlo, abbiamo deciso di affrontarlo nel peggiore dei modi: andando al Centro commerciale Fiordaliso.
Per chi non vivesse a Milano, bisogna sapere che il Fiordaliso raccoglie quanto di peggio ci sia in tema di centri commerciali: casino esagerato, gente a zonzo senza meta giusto "per fare un giro", tamarri come se piovesse, fastidioso rumore continuo di sottofondo, etc.
Tutto questo è compensato da un unico grande pregio: Decathlon, H&M, Zara, Gap, Oviesse e Original Marines tutti insieme. Il che si traduce in: qualsiasi cosa tu stia cercando, la trovi; o in un negozio o nell'altro, ma la trovi.
Che Decathlon sia diventato il primo negozio in cui andiamo a cercare dei vestiti la dice lunga su due cose: primo - a noi ce ne frega una bella fava dell'apparire e delle marche; secondo - che riusciamo a vestire noi e le bimbe, spendendo comunque cifre ragionevoli.
E qui vi concedo pure qualche battuta sulla mia genovesità, ma sappiate che vi comportereste anche voi così se aveste delle figlie come le mie, che cambiano taglia a ogni battito di ciglia.
Comunque, pomeriggio impegnativo, dicevamo. Ho fatto di tutto per non far pesare questa maratona alle bimbe (leggi: ho giocato a nascondino e cel'hai - ma si scrive così? - in giro per corridoi e negozi) e loro devo dire che si sono comportate più che bene.
Ma veniamo al titolo del post, con relativo sottotitolo: visto che dovevo comprarmi pure io un paio di jeans, volevo sottolineare che OGNI commessa con cui ho avuto a che fare, mi ha dato del lei.
Magari a voi non pesa. O forse sì. A me comunque ha fatto una certa impressione. Passi una... due... ma tutte-dicasi-tutte mi ha abbattuto.
Ed io ho fatto il simpatico, cercando di fare battute e quant'altro, ma non c'è stato niente da fare: il lei ha caparbiamente resistito in ogni conversazione.
E non mi andava neanche di apostrofare la commessa con un classico "dai, non scherzare, dammi pure del tu", perché secondo me è tipico di quelli della mia età che non vogliono accettare l'inesorabile scorrere del tempo.
Quelli come me, insomma.
in foto: Elena si riposa, sfruttando i piedistali di due manichini di H&M.
Uichend impegnativo, quello appena trascorso. Classica due giorni di "cose da fare".
Ieri, in particolare, il pomeriggio è stato dedicato allo shopping.
E per farlo, abbiamo deciso di affrontarlo nel peggiore dei modi: andando al Centro commerciale Fiordaliso.
Per chi non vivesse a Milano, bisogna sapere che il Fiordaliso raccoglie quanto di peggio ci sia in tema di centri commerciali: casino esagerato, gente a zonzo senza meta giusto "per fare un giro", tamarri come se piovesse, fastidioso rumore continuo di sottofondo, etc.
Tutto questo è compensato da un unico grande pregio: Decathlon, H&M, Zara, Gap, Oviesse e Original Marines tutti insieme. Il che si traduce in: qualsiasi cosa tu stia cercando, la trovi; o in un negozio o nell'altro, ma la trovi.
Che Decathlon sia diventato il primo negozio in cui andiamo a cercare dei vestiti la dice lunga su due cose: primo - a noi ce ne frega una bella fava dell'apparire e delle marche; secondo - che riusciamo a vestire noi e le bimbe, spendendo comunque cifre ragionevoli.
E qui vi concedo pure qualche battuta sulla mia genovesità, ma sappiate che vi comportereste anche voi così se aveste delle figlie come le mie, che cambiano taglia a ogni battito di ciglia.
Comunque, pomeriggio impegnativo, dicevamo. Ho fatto di tutto per non far pesare questa maratona alle bimbe (leggi: ho giocato a nascondino e cel'hai - ma si scrive così? - in giro per corridoi e negozi) e loro devo dire che si sono comportate più che bene.
Ma veniamo al titolo del post, con relativo sottotitolo: visto che dovevo comprarmi pure io un paio di jeans, volevo sottolineare che OGNI commessa con cui ho avuto a che fare, mi ha dato del lei.
Magari a voi non pesa. O forse sì. A me comunque ha fatto una certa impressione. Passi una... due... ma tutte-dicasi-tutte mi ha abbattuto.
Ed io ho fatto il simpatico, cercando di fare battute e quant'altro, ma non c'è stato niente da fare: il lei ha caparbiamente resistito in ogni conversazione.
E non mi andava neanche di apostrofare la commessa con un classico "dai, non scherzare, dammi pure del tu", perché secondo me è tipico di quelli della mia età che non vogliono accettare l'inesorabile scorrere del tempo.
Quelli come me, insomma.
in foto: Elena si riposa, sfruttando i piedistali di due manichini di H&M.
11 aprile 2013
at the four
oggi la mia piccolina (!) compie 4 anni.
Tanti auguri Elena.
in foto, Elena impegnata nella sua attività preferita: giocare a "Hay Day" sull'iPad di Dalia.
Tanti auguri Elena.
in foto, Elena impegnata nella sua attività preferita: giocare a "Hay Day" sull'iPad di Dalia.
10 aprile 2013
white limo
Uno sta lì a cercare di educare le proprie figlie per gradi, partendo dalla musica per bambini passando per cantautori tipo Silvestri, per poi arrivare a Caparezza e da lì in avanti.
Poi succede che una sera sei lì che stai cercando una musica per un video e, per sbaglio, parte una canzone tipo White Limo dei Foo Fighters.
E se provi a stopparla, entrambe le figlie ti dicono "no, papà lascia questa!".
Allora la rimetti e loro ballano come matte, felici.
forse mi faccio troppi scrupoli. forZe.
Poi succede che una sera sei lì che stai cercando una musica per un video e, per sbaglio, parte una canzone tipo White Limo dei Foo Fighters.
E se provi a stopparla, entrambe le figlie ti dicono "no, papà lascia questa!".
Allora la rimetti e loro ballano come matte, felici.
forse mi faccio troppi scrupoli. forZe.
05 aprile 2013
tributo a Layne
Oggi è il 5 aprile, e tutti gli appassionati di musica celebrano, con retorici post su Facebook, la dipartita di Kurt Cobain, morto suicida esattamente 19 anni fa.
Ma un altro personaggio è morto il 5 aprile: si tratta di Layne Staley, storico cantante degli Alice in Chains, morto per overdose nel 2002.
Ecco, pur riconoscendo l'importanza di Cobain nel panorama musicale mondiale, io sono un po' più affezionato a Staley.
Sarà perché Cobain ormai è diventato un'icona e - come tale - mi esce un po' dagli occhi, mentre Layne è più "mio".
Sarà perché aveva una voce così particolare e così comunicativa, che ogni sua intepretazione mi colpiva fino in fondo.
Fatto sta che ogni anno, al 5 aprile, mi ascolto il disco "unplugged" degli Alice in Chains.
La sua ultima performance, anche se è avvenuta ben prima della sua morte.
Un uomo sfatto e strafatto, che canta tutta la sua fragilità, mentre compie la strada verso l'autodistruzione.
"Down in a hole and I don't know if I can be saved
See my heart I decorate it like a grave.
You don't understand who they thought I was supposed to be
Look at me now, I'm a man who wont let himself be"
Ma un altro personaggio è morto il 5 aprile: si tratta di Layne Staley, storico cantante degli Alice in Chains, morto per overdose nel 2002.
Ecco, pur riconoscendo l'importanza di Cobain nel panorama musicale mondiale, io sono un po' più affezionato a Staley.
Sarà perché Cobain ormai è diventato un'icona e - come tale - mi esce un po' dagli occhi, mentre Layne è più "mio".
Sarà perché aveva una voce così particolare e così comunicativa, che ogni sua intepretazione mi colpiva fino in fondo.
Fatto sta che ogni anno, al 5 aprile, mi ascolto il disco "unplugged" degli Alice in Chains.
La sua ultima performance, anche se è avvenuta ben prima della sua morte.
Un uomo sfatto e strafatto, che canta tutta la sua fragilità, mentre compie la strada verso l'autodistruzione.
"Down in a hole and I don't know if I can be saved
See my heart I decorate it like a grave.
You don't understand who they thought I was supposed to be
Look at me now, I'm a man who wont let himself be"
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