24 ottobre 2013

i 7 stadi della riunione

Le grandi riunioni di lavoro mi stremano.
Mi stremano perché si portano appresso diverse situazioni critiche, tipo: mi gioco il cliente, c'è in ballo un budget importante per il nostro studio, o altre problematiche simili.

Dato il ruolo che mi compete all'interno della nostra piccola agenzia, ho notato che, quando devo affrontare una di queste riunioni, attraverso 7 stadi di situazioni fisico/emozionali

1° fase - organizzazione
quando comincia il lavoro, sono il custode della razionalità: organizzo tempi e risorse, sincronizzo agende e pianifico con cura.

2° fase - agitazione
sono passati due o tre giorni e non ho fatto niente di quello che mi ero prefisso. Come al solito. Mi giustifico col fatto che ho avuto tanto (di altro) da fare. Non è colpa mia, signor giudice.
Da domani, giuro!, comincio.

3° fase - panico
ancora non ho fatto niente; ho pensato al progetto ma non ho buttato giù neanche un layout. In questa fase, solitamente, ci scappano uno o due sere in ufficio a lavorare, nel totale silenzio (detto in senso positivo, nel senso che non ci sono distrazioni).

4° fase - fotte sega
le cose che ho fatto nelle serate in ufficio non mi soddisfano; cerco disperatamente aiuto tra i miei colleghi. Nel frattempo inizio ad abituarmi al peggio: perdiamo il cliente e io scappo in Australia. O anche solo a Celle Ligure. Faccio il commesso alla Coop di Varazze e vivo lo stesso. Intanto 'sta vita qua mi ha stancato. Andate tutti affanculo.

5° fase - mal di pancia
inizio a stare male. Non andrà bene niente. Rush finale con nottate in piedi in cui inizio a partorire idee e layout. Olio di gomito e cesello. Olio di gomito e cesello. Ogni tanto tento di guardare le cose dall'esterno e mi fa tutto schifo, oppure mi sembra già visto. Mi sfianco finché non ho qualcosa che mi sembra presentabile. Ma col rischio che ogni proposta abbia i suoi punti deboli. Bisogna vedere se il cliente si accorge del bluff. Oddio, sono finito.

6° fase - riunione
vado in riunione che ho dormito due ore. Sono elettrico. Camicia pulita e barba fatta: cerco di mantenere una parvenza di uomo normale, mentre dentro di me sono un uomo allo sbando. O la va o la spacca. Sorrido di fronte alla catastrofe imminente. Mi sacrifico sull'altare. Vado.

7° fase - abbudinaggio
La riunione è terminata. Passo in poche ore dall'adrenalina scatenata a una sensazione di afflosciamento totale. Tutto il mio corpo inizia a rilassarsi. Quello che era un fascio di nervi adesso è un budino al sole. Cerco aiuto nella caffeina, perché altrimenti rischio di addormentarmi alla guida del motorino.

ecco: più o meno la fase 7 è questa qua sopra.

18 ottobre 2013

il buon vecchio Tricky

C'è un piccolo problema con Tricky: che lui ha la tendenza ad essere molto più avanti.
E basta, sì.
Avete presente quando si dice "quello è troppo avanti"? Ecco Tricky è così.
Fece "Maxinquaye" e la gente lo capì solo 4 anni dopo, quando uscì il famoso "Play" di Moby.
E mentre usciva "Play" lui si lanciava in un'avventura hip-hop con Dj Muggs. Che però, attenzione, l'hip hop a quel tempo era già bello andato. E lui ci si rituffò dentro, stravolgendolo e facendo un disco - indovinate un po' - avanti rispetto al resto.

Tutto questo preambolo per dire cosa? Che Tricky ha fatto uscire (ormai da qualche mese) un nuovo disco dal titolo False Idols.
E stavolta dove è andato a parare? È tornato a casa: al trip hop originale, quello che aveva fatto urlare al miracolo ai tempi di Maxinquaye.
Ma - attenzione - non si tratta di minestra riscaldata, ve lo giuro.
A me 'sto disco piace proprio tanto tanto.
Sembra quasi che sia il suo ultimo disco, come se, in questa ventina d'anni, avesse fatto tutto una parabola di sperimentazione musicale, per poi tornare alle origini.

C'è solo da chiedersi cosa farà dopo.
Direi che per adesso me ne frego altamente e mi godo questo 15 tracce.



14 ottobre 2013

Volbeat Live (finalmente!)

Grande attesa per il concerto dei Volbeat. Li aspettavo dal momento in cui il buon Monty me li fece conoscere, inviandomi una sua personale compilation, che ho consumato.
Fu amore al primo ascolto. E se il disco è l'amore platonico, si può dire che il concerto sia quello fisico, per cui li attendevo alla prova d'amore definitiva.

Prova superata a pieni voti.
Anzi, oserei dire che è stato un concerto decisamente sopra le aspettative.
Ciò che ripeto come un mantra ormai da tre giorni è che non mi divertivo così tanto ad un concerto da tantissimo tempo. Potrei anche sbilanciarmi e affermare che è stato il concerto a cui mi sono divertito di più in assoluto.

Alla band d'apertura, gli Iced Earth, va riconosciuta l'umilté di citare di continuo i Volbeat, ricordandosi e ricordandoci chi sono gli headliner della serata e non atteggiandosi a dovremmoesserenoiquellipiùimportanti. Per il resto che dire? Heavy metal parecchio datato che non mi ha smosso un muscolo.

Quando finalmente salgono i 4 Volbeat il tripudio è totale. Riesco a mantenere un contegno da serio padre di famiglia per due o tre brani, nonostante l'attacco sia al fulmicotone. Ballicchio e canto ma mantengo una pseudoserietà.
Poi, però, quando parte Sad Man's Tongue non ce la faccio più: troppa la felicità nel vederli, troppo il piacere di quella canzone (la prima canzone che io abbia mai ascoltato della band danese), troppa adrenalina addosso. In un attimo sono nel pogo.
E rido. Rido come un matto.

Concerto meraviglioso.
Me lo ricorderò per sempre.


29 settembre 2013

Fortress

Visto il numero di ballate nel precedente AB III, qualche ragazzetto pseudometallaro deve aver incontrato gli Alter Bridge per la strada e li ha apostrofati con un "ma che? vi siete rammolliti?".
E mi immagino Myles Kennedy che dice (testuale) "mo' jela faccio vedere io chi si è rammollito, Mark passame un po' a chitara e vie' qua che suoniamo fino a farci sanguinare i polpastrelli".

Questi i misteriosi retroscena del nuovo disco degli Alter Bridge, dal titolo Fortress, scoperti dai vostri inviati del blog Suevele.

Solo così si può spiegare una partenza a razzo in un disco che si apre con il trittico "Cry of Achilles" - "Addicted to Pain" - "Bleed it Dry".
O è così oppure hanno sentito il trittico in apertura di King Animal dei Soundgarden e si sono guardati in faccia dicendo (sempre testualmente, ma questa volta Mark Tremonti) "'co zio, questi vecchietti ci stanno prendendo a badilate sui denti, tiriamo fuori i maroni e facciamoje vede noi. Myles passame 'a chitara e vie' qua!"

Insomma: Fortress è un bel dischetto, che non dà molta tregua al metronomo, ne' tantomeno alle ricerche stilistiche: è un bel disco tamarro da ascoltare per pomparsi adrenalina nelle vene.
Mi rendo conto che, per chi pretende sempre qualcosa di più da un gruppo, queste 12 tracce possano essere un po' una delusione, perché alla fine della fiera questi sono gli Alter Bridge: chitarre distorte, basso e batteria muscolari, voce di Kennedy.

A proposito della voce: una delle due varianti rispetto ai precedenti lavori della band è un brano con Mark Tremonti alla voce principale. Chi segue un minimo questa band sa infatti che Tremonti ha recentemente fatto un disco solista, dove canta lui e bisogna ammattere che ha una discreta voce. Certo: non è Myles Kennedy, che ha un'estensione vocale da far impallidire Freddie Mercury (se fosse vivo). Però quando nel ritornello le due voci si uniscono, l'effetto non è niente male.

L'altra variante, invece, è il brano "the Uninvited", in cui i ragazzi si cimentano con le alternanze di tempi (pari e dispari), che è un po' diverso dagli altri, quanto meno nella strofa.

Ma dicevamo: un disco con un bel marchio di fabbrica ben stampato addosso.
Non porterà nuovi adepti, ne' deluderà i vecchi fan. 
"Calm the Fire" e "Cry of Achilles" al momento le mie preferite.


25 settembre 2013

top 5 profili Facebook insopportabili

Sono un discreto fan di Facebook. Penso sia un modo divertente di frequentare la rete e di tenere i contatti con gli amici. È una specie di bar dove, se hai voglia entri, se non hai voglia lasci perdere.

Ma ci sono alcune persone, o meglio alcune tipologie di persone, che non sopporto.
Ed ecco a voi quindi un'altra inutilissima top 5.
Sempre dalla numero 5 alla numero 1, per creare un po' di suspence (sai che robba!)

5 - il maratoneta
a me non me ne frega una ceppa se corri 10 km in 56 minuti. Ancor meno mi interessa sapere da dove sei partito e dove sei arrivato. Per non parlare poi della media che hai tenuto e delle calorie che hai bruciato. Insomma: se vai a correre sono tutti fatti tuoi. Che li metti a fare su FB?

4 - il comunista triiiiishte
come nella vita, anche su Facebook ci sono i comunisti tristi: quelli che postano solo foto di Berlinguer (con citazione) o, al massimo dell'ottimismo, di De André; sulla sua bacheca spopolano frasi contro il capitalismo, citazioni di Pasolini e Saviano. Tutto giusto, per carità; ma di una noia mortale.

3 - il job addicted (solitamente ex-colleghi)
non scrive mai di cose proprie, non mette foto, non scrive opinioni. Lui posta solo cose di lavoro e - con una faccia tosta che non mi spiego - ti invita, magari anche a più riprese, a mettere "like" sulla pagina dei Fratelli la Bufala. Ma no. Ma non mi dire. Non sarà mica che stai facendo un lavoro per i Fratelli la Bufala e gli hai promesso che i "like" sulla loro pagina cresceranno a dismisura? No, vero? Abbello, il social network per il lavoro si chiama LinkedIn non Facebook.

2 - il pessimista cosmico 
da non confondersi con il punto 2; il comunista trishte ha un che di pseudointellettualfabiovolesco. Invece questo è quello che se gli dici "buona giornata" ti risponde con un "eh, magari...". Gente che mette solo foto patinate di nostalgia. O che imposta - lo giuro, visto ieri - un tornado come foto del profilo. Le frasi di solito hanno i fatidici tre puntini finali per farti immaginare tutto lo sconforto che segue alla frase e per farsi dire dagli amici "cosa succede?". Mettono quegli status tipo "anche oggi era meglio se non uscivo di casa...". Ma minchia, chiuditici a chiave in casa. Soprattutto se lì non hai una connessione ad internet, grazie.

1 - il gattaro
ormai lo sanno anche i muri: su Facebook i gattini hanno rotto il belino. E allora tu che hai 2 o 3 gatti in casa, mi spieghi come fa a non sfiorarti neanche l'idea che dei tuoi animali a 4 zampe alla gente non gliene possa fregare meno di nulla? E la foto mentre dorme, e mentre la faccia buffa, e con gli occhiali, e... e basta, cazzo! E la cosa grave sono quelli che commentano. Anche loro con gatti o cani, ovviamente. Ma non esiste un pet social network? Sarebbe il caso di inventarlo.



19 settembre 2013

indovina la citazione - 25

Ritorna il gioco più amato dai lettori del blog Suevele (ma anche l'unico, ora che ci penso).
Indizi messi dal più difficile al più facile. A voi la palla!

1 - "Che vuol dire TVSBX?"
"Che te le scegli troppo giovani!"

2 -"Ma a voi il calcio vi ha tarlato il cervello fin da piccoli, eh!"
 
3 - "Conosco molta gente pentita di essersi sposata, ma nessuno che si sia pentito di avere avuto un figlio."

4 - "Ti droghi per giocare a calcetto con tuo figlio e prendi il viagra per farti le sue amiche"

5 - "Ma non puoi fare sesso con me. Sono tua moglie! Ma che scherzi? E poi sono troppo vecchia per te: ho quasi la tua età."

6 - "Tu l'hai sempre detto che era una carogna. Ma come facevi a saperlo?"
- "Basta vederlo giocare. È la legge di Nereo Rocco: in campo come nella vita."

7 - "Ore 20,00: sette maschiacci brutali fuggono dai loro comodi uffici e si ritrovano sul campo di battaglia. Lotta, sudore e sangue: è il calcetto, baby!"

13 settembre 2013

driiin driiin

Pronto? Sì, ciao Nick, sono Filippo, come va? Sei nervoso? Eh eh eh (battuta e risatina di cortesia)
Senti: purtroppo domani non riesco a venire al tuo matrimonio. No, no, non è successo niente di grave.
È che... guarda, proprio non c'ho voglia. Scusami, eh!, ma proprio non ce la faccio.
Cioè: io vorrei fare festa con te eccetera, ma essendo il TUO matrimonio riuscirò a parlarti sì e no 10 secondi.
E riguardo a tutti gli altri invitati... che ti devo dire?... sono compagni di liceo con cui non ho niente a che spartire da 20 anni. Sì, a parte Marco, certo.
Tutta brava gente eccetera, ma sono rimasti ancorati a un'immagine di me che non esiste più. E io non ho voglia di fare la pantomima di quello che non sono più. Da svariati anni, fra l'altro.
Insomma, io so già che vengo lì e mi rompo le palle.

La vera verità, Nick, è che non ho proprio più voglia di fare le cose che non mi va di fare.
Come dici? Sono invecchiato? Sì, certo, è una spiegazione plausibile.
Però ho capito che ho troppo poco tempo libero, e quel poco che ho lo voglio dedicare a cose che mi piace fare. Sì, lo so: non è una cosa carina da dire a uno che sto paccando il giorno prima del suo matrimonio, hai ragione.
Cioè: io e te abbiamo fatto un sacco di cose insieme (oddio, proprio un sacco no... diciamo alcune), ma sono cose che risalgono al paleolitico. L'ultima volta che ci siamo visti, in occasione di un tuo concerto, a malapena mi riconosci e - soprattutto - eri circondato da gente che io manco so chi siano; non li ho mai visti in vita mia.
Ecco, io e te ormai apparteniamo a due mondi abbastanza lontani. O almeno così mi pare di capire.

Quindi, guarda, grazie mille dell'invito e tutto, ma non vengo.
Congratulazioni.
Ciao.

04 settembre 2013

in love with Emiliana

Bastano pochi attimi per riaccendere una passione, o quantomeno un sentimento.
Come quello ovviamente platonico nei confronti di Emiliana Torrini.
La 35enne cantante italoislandese ha la capacità di farmi cadere innamorato, ogni volta che sforna un disco nuovo. E anche se non ci sentiamo da 5 anni (tanto è il tempo intercorso dal penultimo album), anche con il nuovo Tookah è riuscita nell'impresa di farmi venire il sorriso ebete lasciandomi cullare dalla sua voce inconfondibile.

Lei è magnifica, quasi eterea. 
E la sua musica la rispecchia in pieno: leggera, semplice, per niente banale.
Se non avete idea di chi sia la persona in questione, a questo link potete ascoltare tutto l'album nuovo.
Sono già al secondo ascolto e il rischiodipendenza è alto, soprattutto in questi giorni pseudomalinconici di post vacanza.

Dategli un ascolto anche voi.
Però vi avverto: rischiate di innamorarvi.
E occhio perché sono geloso.


02 settembre 2013

ritorno alla normalità

Da ieri sera siamo di nuovo tutti a casa.
Terminata l'ultima settimana di quelle che chiamo le mie "vacanze milanesi" (ovvero da solo in città, senza famiglia), ieri sera abbiamo completato la transumanza e ho riportato a casa la famiglia dal dorato esilio cellese; ricomincia la vita normale.
Ogni anno mi dico che andrà meglio, perché tutto sommato le bimbe crescono e - prima della temibile adolescenza - diventano più responsabili, più ragionevoli, eccetera.
Quel che ne sarà dopo, per adesso non mi riguarda. O non voglio pensarci.

Tre settimane a Celle Ligure, quindi, a fare il mammo a tempo pieno, visto che Dalia doveva lavorare.
Non posso proprio dire di essermi riposato: fare la spesa, far da mangiare, portarle in spiaggia, eccetera è sì piacevole, ma abbastanza stancante.
(e con questa sento già l'eco di tutte le mamme che urlano "visto? e voi che pensate che stiamo a casa a non fare un cazzo!")

Come al solito sono stato colpito dall'accoglienza dei miei conterranei e dal rapporto qualità del servizio vs prezzo da pagare e mi convinco sempre di più che i liguri dovrebbero prendersi tante di quelle mazzate nei denti, che forse (e dico forse) si renderebbero conto di quanto riescano a essere inospitali.

E ve lo dice uno che a Celle è conosciuto e viene trattato da cellese.
Immaginatevi cosa possano pensare i "foresti".


02 agosto 2013

holidays

Stasera si parte in direzione Celle Ligure (che originalità).
Per quest'anno chiudo. Anzi: socchiudo.
Ci sono troppi casini in ballo e io sono fin troppo raggiungibile.
Temo ripercussioni.

Comunque io son lì.
Se volete passare...


30 luglio 2013

papa Francesco e i gay

Da quattro mesi circa abbiamo un nuovo papa. Non ne ho mai scritto prima, perché non avevo la minima idea di chi fosse Jorge Mario Bergoglio, prima di diventare - appunto - papa Francesco.

Ma bisogna dire che sin dall'inzio del suo pontificato i segnali che ha dato sono stati più che ottimistici: presentarsi con l'abito bianco e una semplice croce alla sua prima uscita e usare il nome "Francesco" hanno dato subito un chiaro messaggio di povertà e di umiltà.
E altrettanto ha fatto nel proseguo del suo mandato, avvicinandosi ai poveri, sostenendo gli immigrati o condannando alcuni vescovi di Buenos Aires che si rifiutavano di battezzare bambini di coppie non sposate o separate.

E così arriviamo a ieri, quando su un tema delicato quale è l'omosessualità, interrogato sulle presunte lobby gay in Vaticano ha detto: "Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarlo?"

Insomma: con la solita tempistica della chiesa, in ritardo di un centinaio di anni, forse ma forse cade il penultimo baluardo (l'ultimo riguarda l'uso dei contraccettivi) che separa le persone normali - tra cui mi annovero - e lo stato pontificio.
E tutto grazie a questo simpatico signore argentino che sembra venire fuori da un altro pianeta, ma che in realtà dice cose normalissime.

Forse è proprio questo il punto: dire cose normali e sensate sembra una rivoluzione.
No, giusto per capire in che tempi viviamo.


22 luglio 2013

voglio un'altra donna

Voglio un'altra donna di servizio.
L'efficientissima Dora è in Brasile ad assistere la madre malata.

Seminudo stiro, davanti alla finestra inutilmente spalancata, perché non passa una bava d'aria.
Il ferro butta fuori un calore infernale.

Mi destreggio tra lavatrici da fare, roba da stendere, e pasti frugali.
E scopo. Scopo tantissimo, perché la nostra casa fabbrica cumuli di polvere.

Più che macho, mi sento mocio.


16 luglio 2013

l'album biango

Devo fare ammenda: il nuovo disco di Elio e le Storie Tese all'inizio non mi aveva conquistato. Sarà stato perché tre canzoni le avevo già sentite (due a Sanremo + il geniale singolo/anteprima "Complesso del Primo Maggio"), sarà perché in questo disco ci sono poche partecipazioni di cantanti esterni al gruppo (consuetudine eliica).
Ma sarà anche perché sticazzi.

Voglio dire: non importa se prima mi lasciava un po' tiepidino. Passato il primo strato, quando ci si addentra nei dettagli, nelle ricerche stilistiche, nelle chicche, si sa che lì gli Elii danno il meglio di se.
Infatti domenica sera, mentre tornavo dal mare, me lo sono ascoltato a un volume decente, e mi sono gustato ogni singola nota e parola di questo ennesimo gioiello del gruppo milanese.

Potrei dire quanto è bella una canzone o l'altra, ma non conta nulla. Quello che conta è che gli Elii non hanno mai un calo, nonostante i decenni di carriera alle spalle. Una garanzia di qualità. Di minchiate di grande qualità.



11 luglio 2013

tipi da palestra - 2


A distanza di due anni e mezzo, torniamo a occuparci dei singolari personaggi che animano la palestra che frequento (qui la prima puntata).
Oggi parliamo di David Hasselhoff, Maria Sharapova e John Wayne.


David Hasselhoff
Avete presente Hasselhoff in Baywatch? Un po' in là con l'età, ricciolo, sempre abbronzato? Ecco sarà per questi elementi, o sarà perché indossa quasi sempre una canotta rossa, ma il tizio in questione, sulla 50ina, gira per la sala pesi portandosi appresso un petto enorme, ostendandolo pure. Sarebbe anche un bell'uomo, se non fosse che sembra uscito dagli anni 80/90. È troppo abbronzato, troppo gonfio... troppo di tutto.

Maria Sharapova
Sei figa. Lo sai. Lo sai benissimo. E te la tiri di conseguenza. Mentre la metà delle donne che vengono in palestra si veste da palombaro (devo ancora fare la ceretta!), lei ha degli shorts talmente short che una cintura non ci starebbe. Bionda, slanciatissima, imperturbabile, sale sul tapis-roulant e si mette a chattare o a telefonare. Chissà, probabilmente non suda neanche.

John Wayne
Io questo ragazzetto lo conosco da un po' di tempo. Frequentava la palestra anni fa, poi è sparito. Adesso è tornato (magari anche già da qualche mese, visto che io ho latitato per un po') ed è diventato il doppio. Intendiamoci, una signora muscolatura. Ma quello che fa ridere è l'atteggiamento: cammina con le braccia esageratamente larghe, come se a causa dei suoi pettorali non potesse fare altrimenti, e scruta tutti come il più navigato degli uomini. E avrà 30 anni a dir tanto.

09 luglio 2013

in loving memory of FrancoMB

È da un paio di giorno che vorrei scrivere una sorta di elogio funebre, in ricordo di mio zio Franco, morto domenica. Mi piacerebbe avere un aneddoto da raccontare, una frase da riportare, ma non ho niente.

Ho solo il ricordo di una persona tanto testona quanto simpatica. Che faceva sempre piacere incontrare. Che alternava momenti di scherno e ironia (peculiarità fondamentale della nostra famiglia) a parentesi di discussioni e interesse nei confronti degli altri (e se state pensando "Cosa c'è di strano? tutti sono così", non conoscete la nostra famiglia).

Una persona molto generosa. Che un giorno mi regalò una cravatta solo perché un paio di mesi prima gli avevo fatto i complimenti proprio per quella. Me la regalò così, senza motivo, senza una ricorrenza da festeggiare. Ecco, forse l'aneddoto l'ho trovato scrivendo di lui.

Ho comunque un bellissimo ricordo. Addio, zio Franco. Mi mancherai. E non è certo una frase di circostanza, questa.

01 luglio 2013

vegetarianesimo

Ultimamente due amici sono diventati vegetariani. Pochi anni fa invece due persone che erano vegetariane, sono tornate onnivore. Tutte persone ragionevoli, assolutamente non integraliste. Riflettevo a riguardo recentemente, visto che una delle due persone che sta diventando vegetariana mi ha confidato il suo nuovo "posizionamento alimentare" venerdì sera, dopo che gli avevo proposto un kebab (che poi: la carne non la mangia, ma il pesce sì... perché? Vabbè, ognuno fa quel che vuole).

Effettivamente il passo potrei farlo anch'io, visto che non sono un gran carnivoro.
La gente che mi parla di "una bella bistecca" o sbava per le costine di agnello trova in me un partner un po' restìo all'entusiasmo.
E altrettanto dicasi per il coniglio o per gli hamburger. Cioè sono cose che mangio.
Ma se il dottore mi dovesse dire "da domani basta", non farei una piega.

Domenica, però, mi accingevo a fare una pasta. E nel pensare a come condirla è venuto quasi spontaneo fare un soffritto di cipolla e poi buttarci della pancetta a cubetti. E mentre le mie narici godevano degli effluvi di quel sapore e lo stomaco iniziava a dilatarsi a dismisura, eccomi partorire l'ennesima futile top 5.

TOP 5 DEI MASTODONTICI IMPEDIMENTI PER UN MIO EVENTUALE VEGETARIANESIMO
in ordine di importanza, quindi dalla 5° posizione alla prima:

5 il Salame - quando vado a pranzo da amici e qualcuno (io?) tira fuori un bel salamino, non c'è santo che tenga: devo mangiarlo ad ogni costo.

4 la Salamella alla brace - come dicevo, non sono un fan della carne alla griglia, ma la salamella è un mondo a se. Sia come sapori, sia come libidine personale. Imperdibile.

3 il Ragù - che sia per accompagnare la pasta, o per fare le lasagne, sin da quando inizio a cucinarlo, il ragù mi piace da morire. Ma roba che quando ho finito di mangiare e sto sparecchiando prendo il pane avanzato e faccio la puccetta nella pentola. Mhhhh, che goduria...

2 il Risotto alla Salsiccia - piatto molto apprezzato in casa nostra. Da quando faccio la spesa alla Coldiretti, dove la salsiccia ha tutto un altro sapore, me ne divorerei piattate intere. Mi fermo giusto perché il riso gonfia.

1 il Pollo di Giannasi - chi frequenta questo blog già lo sa: il pollo di Giannasi è il più buono della città. Non ci sono storie. E mangiarlo mi fa godere, ogni volta. Vero masterpiece per carnivori.

in foto: il cordiale Team di Giannasi. Luilì in mezzo, in piedi, (di fianco al Signor Giannasi) ogni volta che mi vede, il venerdì sera, mi accoglie con "Pilippo, hai ordinato il pollo?"

24 giugno 2013

from Sardegna (with love)

Difficile scrivere dei post con la tastierina dell'iPhone. Impiego tanto, troppo tempo.
E benché io sia in vacanza in Sardegna, il tempo comunque falta.
Vi mando giusto un saluto.


11 giugno 2013

di nuovo in campo

Ieri sera sono finalmente tornato a giocare a calcetto.
Ho giocato con una paura costante di sentir cedere la caviglia, ma fortunatamente, alla fine della partita, ero ancora sano. Dolorante, ma sano.
No, non dolorante alla caviglia, bensì a tutti i muscoli delle gambe.

Infatti stamattina ho avuto difficoltà a tirarmi su dal letto, da quanto mi sentivo incriccato.
Però felice. Lunedì prossimo riprovo.