27 giugno 2015
04 giugno 2015
il viaggio del fachiro
So di averlo già detto, ma quando giro tra gli scaffali delle librerie rimango incantato dai libri con i titoli particolarmente fantasiosi. Potete quindi ben immaginare che vedendo "L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea" la mia smania di comprarlo immediatamente e di leggerlo ha avuto il sopravvento.
E devo dire che mi è andata bene. Il libro è molto carino, divertente (ma non stupido) e si legge velocemente. Forse il finale un po' scontato, se proprio vogliamo trovare un difetto.
Ma se state cercando un libro da leggere sotto l'ombrellone, senza troppo impegno, direi che fa' al caso vostro.
E devo dire che mi è andata bene. Il libro è molto carino, divertente (ma non stupido) e si legge velocemente. Forse il finale un po' scontato, se proprio vogliamo trovare un difetto.
Ma se state cercando un libro da leggere sotto l'ombrellone, senza troppo impegno, direi che fa' al caso vostro.
27 aprile 2015
little sister
Stamattina abbiamo accompagnato Anita alla partenza per Scuola Natura, una piccola vacanza di 4 giorni con i suoi compagni di classe e la maestra, a Pietra Ligure.
Ci siamo svegliati abbastanza presto e siamo andati tutti e 4 in macchina (visto che diluviava e Dalia non sta bene) sotto la scuola.
Se c'è una caratteristica che accomuna i fratelli di tutto il mondo (almeno così credo) è che possono randellarsi fino a 5 minuti prima, ma quando si separano si sentono come privati di un arto.
E infatti Elena, appena Anita è partita, era tristissima. Ma proprio coi lacrimoni che le rigavano le guance.
Abbiamo cercato di consolarla, dicendole che inviteremo qualche sua compagna di scuola e che 4 giorni passano in fretta, ma lo spleen non accennava a diminuire. Si è rinchiusa in una specie di mutismo malinconico.
Alla fine, dopo averla accompagnata a scuola materna, torno con la macchina sottocasa, per andare a prendere il motorino. E quando mi sto allontanando dall'auto, vedo che ha fatto un disegno sul vetro appannato: un cuore con dentro la scritta "Elena e Anita".
Non ho paura ad ammetterlo: mi sono messo a piangere come un cretino.
lo so, non si quasi vede niente. Dovete credermi sulla fiducia.
Ci siamo svegliati abbastanza presto e siamo andati tutti e 4 in macchina (visto che diluviava e Dalia non sta bene) sotto la scuola.
Se c'è una caratteristica che accomuna i fratelli di tutto il mondo (almeno così credo) è che possono randellarsi fino a 5 minuti prima, ma quando si separano si sentono come privati di un arto.
E infatti Elena, appena Anita è partita, era tristissima. Ma proprio coi lacrimoni che le rigavano le guance.
Abbiamo cercato di consolarla, dicendole che inviteremo qualche sua compagna di scuola e che 4 giorni passano in fretta, ma lo spleen non accennava a diminuire. Si è rinchiusa in una specie di mutismo malinconico.
Alla fine, dopo averla accompagnata a scuola materna, torno con la macchina sottocasa, per andare a prendere il motorino. E quando mi sto allontanando dall'auto, vedo che ha fatto un disegno sul vetro appannato: un cuore con dentro la scritta "Elena e Anita".
Non ho paura ad ammetterlo: mi sono messo a piangere come un cretino.
lo so, non si quasi vede niente. Dovete credermi sulla fiducia.
21 aprile 2015
Scuola-Chiaravalle-Scuola
Il titolo vorrebbe fare il verso a Liegi-Baston-Liegi, ma non so se si capisce.
Vabbè, tutto ciò per dire che domenica sì è svolta la Biciclettata 2015 organizzata dal gruppo genitori della Scuola Elementare che frequenta Anita.
Siamo partiti dalla scuola verso le 11,30 e siamo arrivati fino al Parco antistante l'Abbazia di Chiaravalle: una mezz'oretta scarsa di pedalata.
La notizia straordinaria è che eravamo più di 80. Un bel biscione di genitori e bambini (scortato dalla Polizia Municipale) che si snodava per le strade di Milano.
Non ho molto altro da aggiungere se non il fatto che è stata una giornata bellissima (anche meteorologicamente parlando) in cui abbiamo fatto giochi vari, corso e pedalato.
Con la morale, banale ma sempre vera, che il tempo dedicato ai propri figli è sempre tempo ben impiegato.
Vabbè, tutto ciò per dire che domenica sì è svolta la Biciclettata 2015 organizzata dal gruppo genitori della Scuola Elementare che frequenta Anita.
Siamo partiti dalla scuola verso le 11,30 e siamo arrivati fino al Parco antistante l'Abbazia di Chiaravalle: una mezz'oretta scarsa di pedalata.
La notizia straordinaria è che eravamo più di 80. Un bel biscione di genitori e bambini (scortato dalla Polizia Municipale) che si snodava per le strade di Milano.
Non ho molto altro da aggiungere se non il fatto che è stata una giornata bellissima (anche meteorologicamente parlando) in cui abbiamo fatto giochi vari, corso e pedalato.
Con la morale, banale ma sempre vera, che il tempo dedicato ai propri figli è sempre tempo ben impiegato.
10 aprile 2015
Non Pensarci - la serie
Mi era tanto piaciuto il film Non Pensarci di Gianni Zanasi. Proprio tanto.
Quei film a basso budget, che raccontano storie "piccole", di tutti i giorni, riuscendo comunque a metterti in contatto con la parte più profonda di te. Tutto questo senza l'insopportabile retorica di pellicole tipo Jerry Maguire.
È quello che secondo me dovrebbe fare il cinema italiano, ma è un discorso un po' lungo e complicato, quindi lasciamo stare.
Da quel film è stata tratta una serie tv, con lo stesso regista, stesso cast e stessa storia. Praticamente hanno realizzato lo stesso film con una durata di 6 ore (12 episodi da mezz'ora l'uno).
E l'effetto è identico al film: si ride, si piange, ci si immedesima, ci si innamora.
Vita vera, insomma. Certo: romanzata a dovere e con personaggi a macchietta, altrimenti sarebbe piatta e banale. Ma si guarda con molto piacere.
Un applauso al trio Mastandrea-Battiston-Caprioli che riescono a comportarsi esattamente come dei fratelli, tra odio e amore, perfettamente credibili nelle loro parti.
Giusto un piccolo assaggio:
Quei film a basso budget, che raccontano storie "piccole", di tutti i giorni, riuscendo comunque a metterti in contatto con la parte più profonda di te. Tutto questo senza l'insopportabile retorica di pellicole tipo Jerry Maguire.
È quello che secondo me dovrebbe fare il cinema italiano, ma è un discorso un po' lungo e complicato, quindi lasciamo stare.
Da quel film è stata tratta una serie tv, con lo stesso regista, stesso cast e stessa storia. Praticamente hanno realizzato lo stesso film con una durata di 6 ore (12 episodi da mezz'ora l'uno).
E l'effetto è identico al film: si ride, si piange, ci si immedesima, ci si innamora.
Vita vera, insomma. Certo: romanzata a dovere e con personaggi a macchietta, altrimenti sarebbe piatta e banale. Ma si guarda con molto piacere.
Un applauso al trio Mastandrea-Battiston-Caprioli che riescono a comportarsi esattamente come dei fratelli, tra odio e amore, perfettamente credibili nelle loro parti.
Giusto un piccolo assaggio:
25 marzo 2015
orgoglio maschio
Chi mi conosce lo sa: sono un pessimo uomo di casa. Sono molto meglio come casalinga.
Datemi pure una camicia da stirare, ma non chiedetemi di montare una mensola, perché non so neanche da che parte si comincia.
È quindi con moltissimo orgoglio che vi annuncio che domenica pomeriggio, complice la giornata uggiosa, mi sono dedicato a una serie di incombenze tra cui un lavoro molto maschile.
Almeno per me, che quando monto una sedia dell'Ikea mi sento MacGyver.
Insomma, domenica ho "liberato" una presa elettrica, da un pezzo di plastica che c'era rimasto incastrato. Sapete quei robetti di plastica che si mettono nelle prese per evitare che i bambini piccoli ci mettano le mani dentro? Ecco, levandolo, la nostra tata tuttofare ci aveva malauguratamente lasciato incastrato un pirolino di plastica.
Era lì da anni, io me ne sono accorto domenica. E, contrariamente alle mia indole da procrastinatore, ho deciso di affrontarlo subito: ho staccato la luce generale; ho staccato la presa dal muro,smontato tutta la presa e finalmente estratto l'intruso dal suo antro.
Cosa c'è di strano? Bah, per voi probabilmente niente.
Per me è stata una vera sorpresa alzare le levette dell'interrutore generale e non far saltare in aria l'intero edificio.
Datemi pure una camicia da stirare, ma non chiedetemi di montare una mensola, perché non so neanche da che parte si comincia.
È quindi con moltissimo orgoglio che vi annuncio che domenica pomeriggio, complice la giornata uggiosa, mi sono dedicato a una serie di incombenze tra cui un lavoro molto maschile.
Almeno per me, che quando monto una sedia dell'Ikea mi sento MacGyver.
Insomma, domenica ho "liberato" una presa elettrica, da un pezzo di plastica che c'era rimasto incastrato. Sapete quei robetti di plastica che si mettono nelle prese per evitare che i bambini piccoli ci mettano le mani dentro? Ecco, levandolo, la nostra tata tuttofare ci aveva malauguratamente lasciato incastrato un pirolino di plastica.
Era lì da anni, io me ne sono accorto domenica. E, contrariamente alle mia indole da procrastinatore, ho deciso di affrontarlo subito: ho staccato la luce generale; ho staccato la presa dal muro,smontato tutta la presa e finalmente estratto l'intruso dal suo antro.
Cosa c'è di strano? Bah, per voi probabilmente niente.
Per me è stata una vera sorpresa alzare le levette dell'interrutore generale e non far saltare in aria l'intero edificio.
23 marzo 2015
birdman
Alla fine il film vincitore degli Oscar 2015 l'ho visto anch'io. Sto parlando di Birdman, film del regista messicano Alejandro Iñárritu, colui che tanto ci aveva colpito una decina di anni fa con 21 grammi.
Lo so, non c'è bisogno di una nuova recensione e neanche state aspettando trepidanti una mia opinione in merito, però mi va di parlarne lo stesso (così come spesso non mi va di parlare di film che considero "trascurabili").
Birdman è un gran bel film, secondo me. Nonostante un sacco di cose.
Nonostante sia un film che parla di cinema, per esempio, non risulta solo per addetti ai lavori, ma ben ritrae la parabola discendente dell'uomo.
Nonostante sia girato quasi tutto in piano sequenza, tecnica spesso stucchevole e fine a se stessa, che qua invece aiuta a seguire (anche fisicamente) Michael Keaton e i suoi percorsi mentali.
E nonostante non sia certo il più bel lungometraggio di Iñárritu (devo ammettere che ho avuto qualche momento di stanchezza, durante la visione), rimane comunque un bel film che riesce a intrecciare diverse storie in un unico plot narrativo, per di più condensato in poche ore di vita "vissuta".
E se gli attori (e il cinema, di conseguenza) vengono messi alla gogna, non viene risparmiato neanche lo spettatore, che si lascia abbindolare dai blockbuster e che valuta tutto attraverso il numero di tweet, positivi o negativi che siano.
Insomma, un bel film ricco di spunti e significati, completamente avulso dalla costruzione narrativa standard.
Ditemi se è poco.
Lo so, non c'è bisogno di una nuova recensione e neanche state aspettando trepidanti una mia opinione in merito, però mi va di parlarne lo stesso (così come spesso non mi va di parlare di film che considero "trascurabili").
Birdman è un gran bel film, secondo me. Nonostante un sacco di cose.
Nonostante sia un film che parla di cinema, per esempio, non risulta solo per addetti ai lavori, ma ben ritrae la parabola discendente dell'uomo.
Nonostante sia girato quasi tutto in piano sequenza, tecnica spesso stucchevole e fine a se stessa, che qua invece aiuta a seguire (anche fisicamente) Michael Keaton e i suoi percorsi mentali.
E nonostante non sia certo il più bel lungometraggio di Iñárritu (devo ammettere che ho avuto qualche momento di stanchezza, durante la visione), rimane comunque un bel film che riesce a intrecciare diverse storie in un unico plot narrativo, per di più condensato in poche ore di vita "vissuta".
E se gli attori (e il cinema, di conseguenza) vengono messi alla gogna, non viene risparmiato neanche lo spettatore, che si lascia abbindolare dai blockbuster e che valuta tutto attraverso il numero di tweet, positivi o negativi che siano.
Insomma, un bel film ricco di spunti e significati, completamente avulso dalla costruzione narrativa standard.
Ditemi se è poco.
13 marzo 2015
Nneka
Ringraziamo ancora una volta Mister Tricky per averci portato alla luce l'ennesimo talento: a questo giro parliamo di Nneka, una cantautrice di padre nigeriano e madre tedesca.
Tanto per darvi delle coordinate musicali siamo nel campo di Erikah Badu o di Selah Sue: una sorta di hip-hop reggaeggiante con una spruzzatina di soul.
Insomma, se c'è una bella giornata di sole (come oggi) ed è venerdì pomeriggio (come adesso) e vi si prospetta un weekend di relax (come il mio), direi che il nuovo disco "My Fairy Tales" è proprio quello che ci vuole.
Tanto per darvi delle coordinate musicali siamo nel campo di Erikah Badu o di Selah Sue: una sorta di hip-hop reggaeggiante con una spruzzatina di soul.
Insomma, se c'è una bella giornata di sole (come oggi) ed è venerdì pomeriggio (come adesso) e vi si prospetta un weekend di relax (come il mio), direi che il nuovo disco "My Fairy Tales" è proprio quello che ci vuole.
19 febbraio 2015
04 febbraio 2015
dear Kate
Ieri sera ho visto un film di merda. Ma talmente di merda che mi vergogno a dirvi il titolo.
"e perché l'hai visto?" direte voi.
Perché c'era Kate Winslet e speravo che lei fosse una sorta di garanzia che il film fosse quantomeno decente.
Cara Kate, devo dirtelo: ci sono rimasto male.
A fatica ti ho perdonato "Titanic", ma mi dicevo che era stato un errore di gioventù e che, in fondo, quel film ti aveva lanciata, quindi non era così grave.
Ma questo, santoiddio, proprio non era da farsi.
Ma che ti è preso? Ma non l'hai letto il copione? Era tutto così schifosamente banale e prevedibile...
Che poi la parte tua con Eli Wallach (indizio 01 per chi volesse capire di che pellicola si tratta) era l'unica che valeva la pena vedere, ma stiamo parlando di 10/15 minuti in totale. Quelle parti dove ci siete solo voi due e basta, intendo.
E il resto del cast? I nomi di Jude Law e Cameron Diaz (indizio 02) non ti hanno detto niente?
La loro parte è teriBBile.
Che poi Jude Law ancora ancora qualcosa in vita sua l'ha azzeccata, ma Cameron Diaz...
E comunque, Kate, casa tua era bellissima. Mi ci trasferirei domani.
Con te dentro, possibilmente.
in foto: Kate Winslet e Eli Wallach in una scena del film.
"e perché l'hai visto?" direte voi.
Perché c'era Kate Winslet e speravo che lei fosse una sorta di garanzia che il film fosse quantomeno decente.
Cara Kate, devo dirtelo: ci sono rimasto male.
A fatica ti ho perdonato "Titanic", ma mi dicevo che era stato un errore di gioventù e che, in fondo, quel film ti aveva lanciata, quindi non era così grave.
Ma questo, santoiddio, proprio non era da farsi.
Ma che ti è preso? Ma non l'hai letto il copione? Era tutto così schifosamente banale e prevedibile...
Che poi la parte tua con Eli Wallach (indizio 01 per chi volesse capire di che pellicola si tratta) era l'unica che valeva la pena vedere, ma stiamo parlando di 10/15 minuti in totale. Quelle parti dove ci siete solo voi due e basta, intendo.
E il resto del cast? I nomi di Jude Law e Cameron Diaz (indizio 02) non ti hanno detto niente?
La loro parte è teriBBile.
Che poi Jude Law ancora ancora qualcosa in vita sua l'ha azzeccata, ma Cameron Diaz...
E comunque, Kate, casa tua era bellissima. Mi ci trasferirei domani.
Con te dentro, possibilmente.
in foto: Kate Winslet e Eli Wallach in una scena del film.
20 gennaio 2015
ancora su Sonic Highways
Ho scritto poco fa dell'uscita di Sonic Highways, dei Foo Fighters.
Da allora è stato IL disco delle mie vacanze di Natale e ancora oggi ce l'ho lì nel lettore della macchina, determinato a non lasciare la postazione come neanche un politico italiano sulla sua onorevole poltrona.
E qualche giorno fa ho capito cosa mi ha conquistato di questo album.
Fateci caso, ma non c'è un singolo. Voglio dire: i Foo Fighters si sono (furbamente) distinti per essere sì rock, ma sempre con la strizzatina d'occhio verso la hit.
Non sto qua a nominarvene alcune, perché penso che le conosciate meglio di me, ma in ogni album c'è sempre stata una o più canzoni di cosiddetto easylistening, con il riffone di chitarra che conquista e il ritornello sufficientemente paraculo.
Beh, in questo album non c'è. O, se c'è, non è studiato a tavolino.
Se chiedete a 8 persone qual è la canzone preferita dell'album, è facile che vi sentiate dire 8 risposte diverse.
Personalmente preferisco l'ultima traccia "I am the River", con quel meraviglioso crescendo finale, ma tra una settimana potrei benissimo aver cambiato idea. Anche perché l'ho già cambiata almeno un paio di volte, a riguardo.
Insomma, quello che voglio dire è che probabilmente i FF sono cresciuti. Sono diventati una band matura. Come se non bastasse tutta la filosofia che sta dietro all'album (8 canzoni, registrate in 8 diverse città, con 8 cortometraggi che le raccontano), a dimostrarcelo c'è anche questa sensazione che almeno a 'sto giro non abbiano cercato il consenso del pubblico, ma abbiano seguito (anche fisicamente) un loro percorso personale.
E se è veramente così, prepariamoci a grandi cose.
Da allora è stato IL disco delle mie vacanze di Natale e ancora oggi ce l'ho lì nel lettore della macchina, determinato a non lasciare la postazione come neanche un politico italiano sulla sua onorevole poltrona.
E qualche giorno fa ho capito cosa mi ha conquistato di questo album.
Fateci caso, ma non c'è un singolo. Voglio dire: i Foo Fighters si sono (furbamente) distinti per essere sì rock, ma sempre con la strizzatina d'occhio verso la hit.
Non sto qua a nominarvene alcune, perché penso che le conosciate meglio di me, ma in ogni album c'è sempre stata una o più canzoni di cosiddetto easylistening, con il riffone di chitarra che conquista e il ritornello sufficientemente paraculo.
Beh, in questo album non c'è. O, se c'è, non è studiato a tavolino.
Se chiedete a 8 persone qual è la canzone preferita dell'album, è facile che vi sentiate dire 8 risposte diverse.
Personalmente preferisco l'ultima traccia "I am the River", con quel meraviglioso crescendo finale, ma tra una settimana potrei benissimo aver cambiato idea. Anche perché l'ho già cambiata almeno un paio di volte, a riguardo.
Insomma, quello che voglio dire è che probabilmente i FF sono cresciuti. Sono diventati una band matura. Come se non bastasse tutta la filosofia che sta dietro all'album (8 canzoni, registrate in 8 diverse città, con 8 cortometraggi che le raccontano), a dimostrarcelo c'è anche questa sensazione che almeno a 'sto giro non abbiano cercato il consenso del pubblico, ma abbiano seguito (anche fisicamente) un loro percorso personale.
E se è veramente così, prepariamoci a grandi cose.
19 gennaio 2015
di cronaca e di ipocrisie
Quando scende in campo David Fincher, per me è sempre una buona notizia.
Mi piace il suo stile di regia, ma soprattutto mi piace il fatto che i suoi film mi lasciano sempre qualcosa. Anche se si parla di thriller o di cose poco attinenti alla vita quotidiana, sono pellicole che non mi lasciano mai indifferente.
In Gone Girl (presente nelle sale italiane col titolo "L'Amore Bugiardo") invece la vita quotidiana non solo è presente, ma ne è quasi il cardine.
Una coppia praticamente perfetta, nella provincia americana. A un certo punto lei sparisce. Lui giura di non saperne niente. Ma troppe ombre sono presenti sulla coppia e, di conseguenza, sulla scomparsa della brava e perfetta moglie modello.
Non vado avanti nella trama, per evitare spoilerate.
Sappiate però che in questo film c'è tutto: critica sociale, critica ai media, opportunismo, falsi miti e tutto quanto. E c'è pure un'interpretazione favolosa da parte di Rosamund Pike.
È un film che vi consiglio caldamente.
Mi piace il suo stile di regia, ma soprattutto mi piace il fatto che i suoi film mi lasciano sempre qualcosa. Anche se si parla di thriller o di cose poco attinenti alla vita quotidiana, sono pellicole che non mi lasciano mai indifferente.
In Gone Girl (presente nelle sale italiane col titolo "L'Amore Bugiardo") invece la vita quotidiana non solo è presente, ma ne è quasi il cardine.
Una coppia praticamente perfetta, nella provincia americana. A un certo punto lei sparisce. Lui giura di non saperne niente. Ma troppe ombre sono presenti sulla coppia e, di conseguenza, sulla scomparsa della brava e perfetta moglie modello.
Non vado avanti nella trama, per evitare spoilerate.
Sappiate però che in questo film c'è tutto: critica sociale, critica ai media, opportunismo, falsi miti e tutto quanto. E c'è pure un'interpretazione favolosa da parte di Rosamund Pike.
È un film che vi consiglio caldamente.
10 gennaio 2015
top five musica 2014
più telegrafico che mai, ecco la lista dei dischi che mi sono piaciuti di più nell'anno passato.
01 - Foo Fighters - Sonic Highways
02 - Azealia Banks - Broke with expensive Taste
03 - Young the Giant - Mind over Matters
04 - Paolo Nutini - Caustic Love
05 - the Last Internationale - We will Reign
Premio disco tardivo (cioè che ho scoperto con notevole ritardo):
Porcupine Tree - The Incident
01 - Foo Fighters - Sonic Highways
02 - Azealia Banks - Broke with expensive Taste
03 - Young the Giant - Mind over Matters
04 - Paolo Nutini - Caustic Love
05 - the Last Internationale - We will Reign
Premio disco tardivo (cioè che ho scoperto con notevole ritardo):
Porcupine Tree - The Incident
04 gennaio 2015
eppi gnù iar
Ogni tanto dovrei rileggermi i vecchi post di questo blog. Come quello dell'anno scorso, di questi stessi tempi, dove mi raccomandavo di starmene a casa per le vacanze di Natale.
Non so quale malocchio colpisca la mia famiglia alla fine di dicembre, ma è già il terzo anno di fila che passiamo delle vacanze abbastanza merdose.
Quest'anno dovevamo andarcene in montagna con amici (casa già prenotata dal 30 al 2 gennaio), ma tanto per cambiare le donne di famiglia si sono ammalate e quindi nisba.
Non capisco se ci sia veramente una causa comune (ipotesi A: la stanchezza estrema che, appena ti rilassi, ti debilita; ipotesi B: la tendenza di mio padre a non accendere quasi mai il riscaldamento di casa, mentre noi siamo abituati - grazie al riscaldamento condominiale - a vivere costantemente intorno ai 20 gradi) o se sia una questione di sfiga, ma devo prendere provvedimenti.
Provvedimenti che combaciano esattemente con IL proposito dell'anno 2015: vivere meglio la mia quotidianità. Sì, esatto, tutto lì.
Vivo (parlo per me, ma so di non essere l'unico) talmente di corsa e incazzato che certe volte mi sembra di vivere davvero solo durante le vacanze. Poi quando queste vacanze si trasformano in una centrifuga di coglioni ti senti disperato.
Quindi, è deciso, quest'anno ci provo: cerco di vivere meglio giorno per giorno.
Ci riuscirò? o almeno: ci proverò?
Non so quale malocchio colpisca la mia famiglia alla fine di dicembre, ma è già il terzo anno di fila che passiamo delle vacanze abbastanza merdose.
Quest'anno dovevamo andarcene in montagna con amici (casa già prenotata dal 30 al 2 gennaio), ma tanto per cambiare le donne di famiglia si sono ammalate e quindi nisba.
Non capisco se ci sia veramente una causa comune (ipotesi A: la stanchezza estrema che, appena ti rilassi, ti debilita; ipotesi B: la tendenza di mio padre a non accendere quasi mai il riscaldamento di casa, mentre noi siamo abituati - grazie al riscaldamento condominiale - a vivere costantemente intorno ai 20 gradi) o se sia una questione di sfiga, ma devo prendere provvedimenti.
Provvedimenti che combaciano esattemente con IL proposito dell'anno 2015: vivere meglio la mia quotidianità. Sì, esatto, tutto lì.
Vivo (parlo per me, ma so di non essere l'unico) talmente di corsa e incazzato che certe volte mi sembra di vivere davvero solo durante le vacanze. Poi quando queste vacanze si trasformano in una centrifuga di coglioni ti senti disperato.
Quindi, è deciso, quest'anno ci provo: cerco di vivere meglio giorno per giorno.
Ci riuscirò? o almeno: ci proverò?
16 dicembre 2014
06 dicembre 2014
hip hop di tutto rispetto
È un hip hop di tutto rispetto quello di Azealia Banks. Nonostante il genere non rientri nei miei ascolti più frequenti, sono in fissa con il disco d'esordio di questa giovane (23 anni) cantante di Harlem, New York.
A dire il vero non sembra neanche un disco d'esordio, perché è molto ben strutturato e arrangiato.
Ci sono diversi registri e diversi stili, quasi tutti che ruotano intorno alla musica elettronica. Ma di quelli di cui non ho neanche mai sentito parlare, tipo "uk-bass" o "sea punk".
Per capire, vi basterebbe sentire "Gimme a Chance" (traccia n°2 del disco): l'incipit sembra un brano di Kruder&Dormeister, poi inizia un cantato alla Eminem su un bellissimo giro di basso, dopodiché entrano i fiati a dare manforte al basso; quindi arriva il ritornello in cui si torna a uno stile K&D, dove comunque il basso la fa da padrone e la voce diventa armoniosa e non più rappata; e sul finale parte una specie di samba con cantanto in spagnolo.
Detto così non si capisce un belino, lo so, ma vi assicuro che è veramente bella, non per niente è una delle mie canzoni preferite del disco in questione.
Insomma, questi 16 brani, per chi è almeno un po' avvezzo all'elettronica è veramente una piacevole sorpresa. Azealia snocciola una serie di rime metropolitane ad alto contenuto di volgarità (continuo a sentire dei "niggers", "bitches", "cunt" e robe così) con grande talento e, come accennavo prima, si avvale di un tappeto musicale molto stratificato ma assolutamente non fastidioso.
Bella e brava.
A dire il vero non sembra neanche un disco d'esordio, perché è molto ben strutturato e arrangiato.
Ci sono diversi registri e diversi stili, quasi tutti che ruotano intorno alla musica elettronica. Ma di quelli di cui non ho neanche mai sentito parlare, tipo "uk-bass" o "sea punk".
Per capire, vi basterebbe sentire "Gimme a Chance" (traccia n°2 del disco): l'incipit sembra un brano di Kruder&Dormeister, poi inizia un cantato alla Eminem su un bellissimo giro di basso, dopodiché entrano i fiati a dare manforte al basso; quindi arriva il ritornello in cui si torna a uno stile K&D, dove comunque il basso la fa da padrone e la voce diventa armoniosa e non più rappata; e sul finale parte una specie di samba con cantanto in spagnolo.
Detto così non si capisce un belino, lo so, ma vi assicuro che è veramente bella, non per niente è una delle mie canzoni preferite del disco in questione.
Insomma, questi 16 brani, per chi è almeno un po' avvezzo all'elettronica è veramente una piacevole sorpresa. Azealia snocciola una serie di rime metropolitane ad alto contenuto di volgarità (continuo a sentire dei "niggers", "bitches", "cunt" e robe così) con grande talento e, come accennavo prima, si avvale di un tappeto musicale molto stratificato ma assolutamente non fastidioso.
Bella e brava.
30 novembre 2014
christmas gift
"Elena, cosa vuoi che ti porti Babbo Natale?"
"Delle patatine"
"Delle patatine"
19 novembre 2014
qualità vs quantità
Tendo a non essere parziale quando si parla dei Foo Fighters.
La simpatia che mi ha sempre ispirato e ancora mi ispira Dave Grohl probabilmente mi farebbe piacere anche un suo disco techno. L'essere rimasto un cazzone impenitente, nonostante la celebrità arrivata prima coi Nirvana e poi coi FF, lo rende una sorta di dio dorato ai miei occhi.
Soprattutto perché dietro a questa affabilità albergano un grande batterista, un grande chitarrista e un ottimo frontman.
Vabbè, bon, direi che avete capito con quale spirito mi accingevo ad ascoltare Sonic Highways, il brand new album della band di Seattle.
8 tracce in tutto per 44 minuti di musica.
E, come spesso, accade quando le aspettative sono alte, si rischia di rimanere delusi. Di pensare "tutto qui?"
Beh, una cosa ho imparato: alla fine con i FF finisce sempre che le prime volte dico "vabbè, dai non è che sia granché". Dopo una settimana mi ritrovo a canticchiarle contento. Dopo un mese lo vado a riprendere e passo alla fase "no, dai, non è male". E poi tra tre mesi lo ascolterò a raffica. O almeno: per me è così.
Intanto sono già al quinto ascolto e mi piace sempre di più.
Maledetto Dave, mi sa che mi hai fregato anche a 'sto giro.
La simpatia che mi ha sempre ispirato e ancora mi ispira Dave Grohl probabilmente mi farebbe piacere anche un suo disco techno. L'essere rimasto un cazzone impenitente, nonostante la celebrità arrivata prima coi Nirvana e poi coi FF, lo rende una sorta di dio dorato ai miei occhi.
Soprattutto perché dietro a questa affabilità albergano un grande batterista, un grande chitarrista e un ottimo frontman.
Vabbè, bon, direi che avete capito con quale spirito mi accingevo ad ascoltare Sonic Highways, il brand new album della band di Seattle.
8 tracce in tutto per 44 minuti di musica.
E, come spesso, accade quando le aspettative sono alte, si rischia di rimanere delusi. Di pensare "tutto qui?"
Beh, una cosa ho imparato: alla fine con i FF finisce sempre che le prime volte dico "vabbè, dai non è che sia granché". Dopo una settimana mi ritrovo a canticchiarle contento. Dopo un mese lo vado a riprendere e passo alla fase "no, dai, non è male". E poi tra tre mesi lo ascolterò a raffica. O almeno: per me è così.
Intanto sono già al quinto ascolto e mi piace sempre di più.
Maledetto Dave, mi sa che mi hai fregato anche a 'sto giro.
15 ottobre 2014
ascolti autunnali
ovvero: di vecchie conoscenze, di new entry e di dubbli amletici
U2 - Songs of Innocence
Domenica sera, quando Fabio Fazio a "Che tempo che fa?" descriveva il nuovo album degli U2, per un attimo ho pensato di aver sbagliato disco. "Viaggio a ritroso" "ritorno alle origini", ma de che?
Pur essendo da sempre innamorato degli U2, non posso negare le evidenze: questo è un disco pop carino. Niente di più.
Loro ormai sono dei mestieranti che sanno confezionare dei bei pezzi (neanche a farlo apposta, ospiti da Fazio, Bono e The Edge hanno cantato le mie due preferite dell'album) e sanno ancora come toccare le corde della gente. Ma è sempre lo stesso disco che gira. Da anni, ormai.
Black Sabbath - 13
Lo so: questo disco è dell'anno scorso. Però io l'ho scaricato e ascoltato solo da un mesetto. Beh, riprendiamo il discorso sugli U2. Bono, ahò, me senti? Non è che dovete sparare fuori un disco ogni 2/3 anni. Mica siete obbligati. Siete gli U2, santoiddio, mica una banda emergente qualsiasi.
Prendi spunto da questi vecchietti qua. Questi non facevano un disco da vent'anni e senti cos'hanno partorito: un disco coerente con la loro storia. Ed è un cazzo di gran bel disco.
Bono, se te serveno i soldi pe' 'r mutuo, fatti un paio di tour mondiali, non fare gli accordi con la Apple. Te lo dice un amico, fidate.
the Last Internationale - We will Reign
Un bel rock dal sapore un po' sixty (putroppo non è una novità, di questi tempi) sta sollazzando le mie orecchie già da quindici giorni. Si tratta dei The Last Internationale, il nuovo gruppo di Brad Wilk (Rage against the Machine, Audioslave).
Secondo Tom Morello (chitarrista in entrambe le band sopra citate, nonché caro amico di Wilk e pure produttore del disco, insieme al sempiterno Brendan O' Brien) si tratta di un giusto mix tra "il blues scarno e arrabbiato dei Black Keys con le invettive politiche dei Rage Against The Machine e una frontwoman tosta. Spero che diventino il nuovo fenomeno della musica mondiale". Beh, caro Tom, ce lo auguriamo anche noi.
Ah, il disco esce il 4 novembre. E non chiedetemi come faccio ad ascoltarlo già da 15 giorni, che lo sapete benissimo.
the Pineapple Thief - Magnolia
chiiii? Boh, ma chennesò! Leggo tante di quelle recensioni in giro che ogni tanto perdo il filo.
Mi ero annotato nome del gruppo e titolo dell'album sul telefono e me lo sono andato a cercare.
Beh, è un indie rock molto piacevole. Non sto dicendo quell' "indie" intimista, da hipster, che dopo due brani ti sfrancica i maroni (alla Kings of Convenience, per intenderci). No, no: questi qua hanno anche dei bei pezzi tirati, in alcuni casi poi scomodano gli archi, ecc.
Insomma: niente di nuovo, ma tutto ben confezionato. Ascolto "out of the box" del momento.
e poi, vabbè, sono usciti anche i nuovi dischi dei Manic Street Preachers (lo dico per Elena, che ogni tanto viene qua a leggere) e di Thom York, ma non c'è veramente niente di nuovo da dire, un po' come per gli U2.
U2 - Songs of Innocence
Domenica sera, quando Fabio Fazio a "Che tempo che fa?" descriveva il nuovo album degli U2, per un attimo ho pensato di aver sbagliato disco. "Viaggio a ritroso" "ritorno alle origini", ma de che?
Pur essendo da sempre innamorato degli U2, non posso negare le evidenze: questo è un disco pop carino. Niente di più.
Loro ormai sono dei mestieranti che sanno confezionare dei bei pezzi (neanche a farlo apposta, ospiti da Fazio, Bono e The Edge hanno cantato le mie due preferite dell'album) e sanno ancora come toccare le corde della gente. Ma è sempre lo stesso disco che gira. Da anni, ormai.
Black Sabbath - 13
Lo so: questo disco è dell'anno scorso. Però io l'ho scaricato e ascoltato solo da un mesetto. Beh, riprendiamo il discorso sugli U2. Bono, ahò, me senti? Non è che dovete sparare fuori un disco ogni 2/3 anni. Mica siete obbligati. Siete gli U2, santoiddio, mica una banda emergente qualsiasi.
Prendi spunto da questi vecchietti qua. Questi non facevano un disco da vent'anni e senti cos'hanno partorito: un disco coerente con la loro storia. Ed è un cazzo di gran bel disco.
Bono, se te serveno i soldi pe' 'r mutuo, fatti un paio di tour mondiali, non fare gli accordi con la Apple. Te lo dice un amico, fidate.
the Last Internationale - We will Reign
Un bel rock dal sapore un po' sixty (putroppo non è una novità, di questi tempi) sta sollazzando le mie orecchie già da quindici giorni. Si tratta dei The Last Internationale, il nuovo gruppo di Brad Wilk (Rage against the Machine, Audioslave).
Secondo Tom Morello (chitarrista in entrambe le band sopra citate, nonché caro amico di Wilk e pure produttore del disco, insieme al sempiterno Brendan O' Brien) si tratta di un giusto mix tra "il blues scarno e arrabbiato dei Black Keys con le invettive politiche dei Rage Against The Machine e una frontwoman tosta. Spero che diventino il nuovo fenomeno della musica mondiale". Beh, caro Tom, ce lo auguriamo anche noi.
Ah, il disco esce il 4 novembre. E non chiedetemi come faccio ad ascoltarlo già da 15 giorni, che lo sapete benissimo.
the Pineapple Thief - Magnolia
chiiii? Boh, ma chennesò! Leggo tante di quelle recensioni in giro che ogni tanto perdo il filo.
Mi ero annotato nome del gruppo e titolo dell'album sul telefono e me lo sono andato a cercare.
Beh, è un indie rock molto piacevole. Non sto dicendo quell' "indie" intimista, da hipster, che dopo due brani ti sfrancica i maroni (alla Kings of Convenience, per intenderci). No, no: questi qua hanno anche dei bei pezzi tirati, in alcuni casi poi scomodano gli archi, ecc.
Insomma: niente di nuovo, ma tutto ben confezionato. Ascolto "out of the box" del momento.
e poi, vabbè, sono usciti anche i nuovi dischi dei Manic Street Preachers (lo dico per Elena, che ogni tanto viene qua a leggere) e di Thom York, ma non c'è veramente niente di nuovo da dire, un po' come per gli U2.
10 ottobre 2014
serial is the new movie
Mi scoccia abbandonare questo blog, ma il tempo in questi giorni è veramente tiranno.
L'unico relax che mi concedo sono le serie tv, a tarda ora.
Ho cominciato "Orange is the new black", carino ma finora niente di che. Defatigante, visto che le ultime serie che mi sono visto erano tutte belle pesanti.
Ho ricominciato "Californication" dalla prima stagione, giusto per dargli un'altra chanche e per farmi quattro risate.
Ho pure in canna anche "Rectify", che mi ha consigliato il buon Alessandro.
Mai e poi mai avrò il tempo di seguirle tutte.
Il tempo (quello che manca, soprattutto) opererà una cernita doverosa.
Nel frattempo, svago.
L'unico relax che mi concedo sono le serie tv, a tarda ora.
Ho cominciato "Orange is the new black", carino ma finora niente di che. Defatigante, visto che le ultime serie che mi sono visto erano tutte belle pesanti.
Ho ricominciato "Californication" dalla prima stagione, giusto per dargli un'altra chanche e per farmi quattro risate.
Ho pure in canna anche "Rectify", che mi ha consigliato il buon Alessandro.
Mai e poi mai avrò il tempo di seguirle tutte.
Il tempo (quello che manca, soprattutto) opererà una cernita doverosa.
Nel frattempo, svago.
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