w/end memorabile
10 luglio 2016
07 luglio 2016
perfetti sconosciuti
Alla fine, grazie alle infinite risorse della rete, sono riuscito anch'io a vedere Perfetti sconosciuti, il film di Paolo Genovese, largamente acclamato da pubblico e critica.
Il film è veramente molto carino e - benché non esente da un paio di difetti - riesce benissimo a mettere in luce due dei mali del nostro tempo: lo smartphone come scatola nera delle nostre vite, anche quelle più private; ma soprattutto la domanda "conosciamo veramente i nostri amici"?
Visto che si svolge tutto "in interno", il primo accostamento che viene subito alla mente è quello con Carnage, film di Roman Polansky, in cui 4 persone (due coppie sposate) si confrontano su diversi argomenti, mettendo a nudo le proprie indoli e debolezze. Solo che là abbiamo Kate Winslet (my favourite) e Jodie Foster, mentre qua abbiamo Kasia Smutniak e Alba Rohrwacher e scusate la differenza.
A questo giro bisogna ammettere che la riuscita del film di Genovese si regge molto sulla bravura degli attori maschi, su cui troneggia un sempre bravissimo e credibile Battiston.
In sostanza, il film merita davvero perché, nonostante i difetti a cui accennavo prima, non perde di efficacia e ci lascia con qualche domanda in sospeso. Cosa che - per come vivo io la settima arte - è un elemento distintivo del cinema di un certo valore.
Il film è veramente molto carino e - benché non esente da un paio di difetti - riesce benissimo a mettere in luce due dei mali del nostro tempo: lo smartphone come scatola nera delle nostre vite, anche quelle più private; ma soprattutto la domanda "conosciamo veramente i nostri amici"?
Visto che si svolge tutto "in interno", il primo accostamento che viene subito alla mente è quello con Carnage, film di Roman Polansky, in cui 4 persone (due coppie sposate) si confrontano su diversi argomenti, mettendo a nudo le proprie indoli e debolezze. Solo che là abbiamo Kate Winslet (my favourite) e Jodie Foster, mentre qua abbiamo Kasia Smutniak e Alba Rohrwacher e scusate la differenza.
A questo giro bisogna ammettere che la riuscita del film di Genovese si regge molto sulla bravura degli attori maschi, su cui troneggia un sempre bravissimo e credibile Battiston.
In sostanza, il film merita davvero perché, nonostante i difetti a cui accennavo prima, non perde di efficacia e ci lascia con qualche domanda in sospeso. Cosa che - per come vivo io la settima arte - è un elemento distintivo del cinema di un certo valore.
03 luglio 2016
24 giugno 2016
they were Red Hot
Hai voglia a dire "listen without prejudice": arrivare alla fine del nuovo disco dei Red Hot Chili Peppers è stata una sofferenza. Ci ho provato - giuro! - a cavarci qualcosa di buono, ma le canzoni sono così mosce che proprio ti scende la catena.
Ma porcaccia di una miseria, i Red Hot avevano un impianto ritmico che ti faceva saltare sulla sedia, qua invece di Chad Smith non c'è manco l'ombra. Forse l'ha sostituito Will Ferrell, il comico che è effettivamente il suo sosia (se non avete mai visto la gag di loro due da Jimmy Fallon, ve la consiglio)
Insomma, nel disco c'è qualche sprazzo di Flea; il nuovo chitarrista è abbastanza impalpabile; Chad Smith - come dicevo - non pervenuto.
Si sono trasformati in una band pop/indie come ce ne sono tante.
E come se non bastasse lo sconforto, sul mio iTunes - dove gli album di ciascun artista sono ordinati in ordine alfabetico - quando termina l'ultima canzone di questo nuovo "The Getaway", parte "What Hits!?" con l'esplosiva "Higher Ground" (una delle mie preferite dei californiani), giusto a sottolineare la differenza abissale tra il nuovo e il vecchio.
Non potrebbero cambiare nome alla band? Forse sarebbe il caso...
Ma porcaccia di una miseria, i Red Hot avevano un impianto ritmico che ti faceva saltare sulla sedia, qua invece di Chad Smith non c'è manco l'ombra. Forse l'ha sostituito Will Ferrell, il comico che è effettivamente il suo sosia (se non avete mai visto la gag di loro due da Jimmy Fallon, ve la consiglio)
Insomma, nel disco c'è qualche sprazzo di Flea; il nuovo chitarrista è abbastanza impalpabile; Chad Smith - come dicevo - non pervenuto.
Si sono trasformati in una band pop/indie come ce ne sono tante.
E come se non bastasse lo sconforto, sul mio iTunes - dove gli album di ciascun artista sono ordinati in ordine alfabetico - quando termina l'ultima canzone di questo nuovo "The Getaway", parte "What Hits!?" con l'esplosiva "Higher Ground" (una delle mie preferite dei californiani), giusto a sottolineare la differenza abissale tra il nuovo e il vecchio.
Non potrebbero cambiare nome alla band? Forse sarebbe il caso...
22 maggio 2016
interstellar
Non sono mai stato un amante dei film di fantascienza, ma devo levarmi il cappello di fronte a tanta meraviglia. Interstellar, l'ultimo film di Cristopher Nolan, mi ha conquistato.
La controprova è che non mi sono annoiato nonostante le 2h e 45' di durata.
Il film è stato accompagnato da polemiche perché, secondo alcuni, certe teorie su gravità, spazio e buchi neri non rispettano fedelmente taluna o talaltra legge della fisica o della scienza, ma santinumi!, è un film, mica un trattato di scienza.
Quante volte ve lo devo ripetere? Il cinema è fatto per emozionare, per ridere o per farci riflettere sulla nostra esistenza. Sennò guardatevi i documentari e non rompeteci i coglioni.
La controprova è che non mi sono annoiato nonostante le 2h e 45' di durata.
Il film è stato accompagnato da polemiche perché, secondo alcuni, certe teorie su gravità, spazio e buchi neri non rispettano fedelmente taluna o talaltra legge della fisica o della scienza, ma santinumi!, è un film, mica un trattato di scienza.
Quante volte ve lo devo ripetere? Il cinema è fatto per emozionare, per ridere o per farci riflettere sulla nostra esistenza. Sennò guardatevi i documentari e non rompeteci i coglioni.
09 maggio 2016
genio
Non me ne frega un belino di fare la figura del padre orgoglioso e me ne batto le balle del politically correct o della falsa modestia. Mia figlia Elena è un cazzo di genio.
Ne ho avuto la prova definitiva ieri mattina, quando in pochi minuti ha scritto questo "componimento" per la festa della mamma.
Tutto da sola. A 7 anni appena compiuti.
Avanti, trovatemela voi un'altra che a 7 anni si inventa una roba del genere e potrei (forse) rivedere la considerazione che Elena sia un genio. Vi sfido.
Ne ho avuto la prova definitiva ieri mattina, quando in pochi minuti ha scritto questo "componimento" per la festa della mamma.
Tutto da sola. A 7 anni appena compiuti.
Avanti, trovatemela voi un'altra che a 7 anni si inventa una roba del genere e potrei (forse) rivedere la considerazione che Elena sia un genio. Vi sfido.
06 maggio 2016
in forma!
Mi plaudo da solo: questa settimana 4 giorni su 5 sono andato in ufficio in bici e 3 volte sono andato in palestra a pausa pranzo.
Non so quanto durerà, probabilmente poco, ma almeno oggi fatemi sentire un superatleta.
Non so quanto durerà, probabilmente poco, ma almeno oggi fatemi sentire un superatleta.
30 aprile 2016
15 marzo 2016
Mr Robot - season 01
Signore e signori, abbiamo una candidatura per la miglior serie 2016.
Sto parlando di Mr Robot, una sorta di V per Vendetta informatico, con Elliot Alderson (un hacker) al posto di V.
Il tutto meno fumettoso (ricordiamo che V per Vendetta era una novel, prima di diventare un film) e decisamente più calato nella realtà; potrebbe tranquillamente essere ambientata nei giorni nostri.
Il telefilm è decisamente coinvolgente, già dalla opening scene della prima puntata, ben scritto, mai banale, ti tiene sempre sulle spine.
Ve lo segnalo per due motivi.
Il primo è che parla di rivoluzione, di privacy, di quanto delle nostre vite è online e pubblico anche se pensiamo sia privato, regolato da algoritmi che neppure comprendiamo, di proprietà di poche grandi corporazioni di cui noi non siamo i clienti, ma siamo il prodotto. E della rivoluzione contro tutto ciò.
La seconda motivazione è che i rivoluzionari non sono eroi: sono persone con difetti, problemi e passati "scomodi". Sono persone con qualcosa di rotto dentro. E in questo Elliot è il più danneggiato di tutti. E voi sapete quanti io ami i personaggi borderline.
Decisamente pollice su.
Sto parlando di Mr Robot, una sorta di V per Vendetta informatico, con Elliot Alderson (un hacker) al posto di V.
Il tutto meno fumettoso (ricordiamo che V per Vendetta era una novel, prima di diventare un film) e decisamente più calato nella realtà; potrebbe tranquillamente essere ambientata nei giorni nostri.
Il telefilm è decisamente coinvolgente, già dalla opening scene della prima puntata, ben scritto, mai banale, ti tiene sempre sulle spine.
Ve lo segnalo per due motivi.
Il primo è che parla di rivoluzione, di privacy, di quanto delle nostre vite è online e pubblico anche se pensiamo sia privato, regolato da algoritmi che neppure comprendiamo, di proprietà di poche grandi corporazioni di cui noi non siamo i clienti, ma siamo il prodotto. E della rivoluzione contro tutto ciò.
La seconda motivazione è che i rivoluzionari non sono eroi: sono persone con difetti, problemi e passati "scomodi". Sono persone con qualcosa di rotto dentro. E in questo Elliot è il più danneggiato di tutti. E voi sapete quanti io ami i personaggi borderline.
Decisamente pollice su.
29 febbraio 2016
panna
Ieri, a tavola, mentre mangiavamo le fragole con la panna.
Elena: "papà, posso metterti la panna sugli occhiali"
io: "certo che no! Perché vorresti mettercela?"
Elena: "così posso dire che hai gli occhiali appannati"
Elena: "papà, posso metterti la panna sugli occhiali"
io: "certo che no! Perché vorresti mettercela?"
Elena: "così posso dire che hai gli occhiali appannati"
17 febbraio 2016
selvagge
Quando si parla di rock band al femminile, mi vengono sempre in mente le Go-Go's. Bisogna essere un po' in là con l'età per ricordarsele, lo so.
Suonavano una sorta di pop rock molto orecchiabile e dovevano buona parte del loro successo alla beltade di Belinda Carlisle, cantante del gruppo, successivamente dedita alla carriera solista.
Poi c'erano anche le Bananarama o le Bangles. Insomma, tutti gruppi che suggeriscono frivolezza e anche un po' di civetteria, complice anche il ruolo che la donna ha sempre avuto nell'immaginario del popolo rock.
Se invece provate a sentirvi in cuffie "The Answer", brano di apertura del bellissimo "Adore Life", secondo album delle inglesi Savages, tutto ciò che la vostra mente vi ha sempre suggerito riguardo al concetto di rock band composta di sole donne, improvvisamente sparisce.
Sì, perché le quattro ragazze londinesi sono portatrici sane di un tipo di rock bello ruvido e convincente. Chi ne sa più di me, le fa rientrare nella categoria post-punk.
Io che invece non ne capisco un belino, posso solo dirvi che questo disco mi sembra adattissimo per me e questo inverno 2016: ruvido, tosto, un po' scontroso e cupo.
Suonavano una sorta di pop rock molto orecchiabile e dovevano buona parte del loro successo alla beltade di Belinda Carlisle, cantante del gruppo, successivamente dedita alla carriera solista.
Poi c'erano anche le Bananarama o le Bangles. Insomma, tutti gruppi che suggeriscono frivolezza e anche un po' di civetteria, complice anche il ruolo che la donna ha sempre avuto nell'immaginario del popolo rock.
Se invece provate a sentirvi in cuffie "The Answer", brano di apertura del bellissimo "Adore Life", secondo album delle inglesi Savages, tutto ciò che la vostra mente vi ha sempre suggerito riguardo al concetto di rock band composta di sole donne, improvvisamente sparisce.
Sì, perché le quattro ragazze londinesi sono portatrici sane di un tipo di rock bello ruvido e convincente. Chi ne sa più di me, le fa rientrare nella categoria post-punk.
Io che invece non ne capisco un belino, posso solo dirvi che questo disco mi sembra adattissimo per me e questo inverno 2016: ruvido, tosto, un po' scontroso e cupo.
15 febbraio 2016
narcos - season 01
Una serie che è diventata una droga, verrebbe da dire, con il più banale gioco di parole che possa fare.
La realtà è che una droga proprio è stata, nel senso che mi ha creato dipendenza: con una media (quasi) di una puntata al giorno, me la sono sparata tutta in un paio di settimane.
Narcos è una serie praticamente biografica su Pablo Escobar, personaggio ambiguo un po' onesto e un po' bandido, raccontata con gli occhi di gli ha sempre dato la caccia, ovvero l'agente Murphy.
Divisa in 10 episodi, racconta l'ascesa e l'inevitabile caduta di uno tra i personaggi più curiosi degli ultimi 50 anni. Il tutto è reso molto convincente grazie a foto e filmati d'epoca inseriti all'interno della narrazione.
Visto che sono alquanto ignorante in materia di storia recente, questi sguardi sui personaggi e vicende realmente esistite mi aiutano a colmare qualche lacuna.
Ho molto apprezzato la miscela tra il biopic e l'azione. Tutto ben dosato, con uno sguardo rivolto all'aspetto umano, sia dei poliziotti che dei fuorilegge.
E così, come sempre, ci tocca scoprire che la sottile linea rossa che divide bene e male è sempre più sottile, a poco a poco che ci si avvicina all'uomo e ci si allontana dagli stereotipi e dai pregiudizi.
Forse l'unica pecca di Narcos è solamente quella di arrivare dopo i vari "Breaking Bad" e "True Detective", che hanno già esplorato questo dualismo.
La realtà è che una droga proprio è stata, nel senso che mi ha creato dipendenza: con una media (quasi) di una puntata al giorno, me la sono sparata tutta in un paio di settimane.
Narcos è una serie praticamente biografica su Pablo Escobar, personaggio ambiguo un po' onesto e un po' bandido, raccontata con gli occhi di gli ha sempre dato la caccia, ovvero l'agente Murphy.
Divisa in 10 episodi, racconta l'ascesa e l'inevitabile caduta di uno tra i personaggi più curiosi degli ultimi 50 anni. Il tutto è reso molto convincente grazie a foto e filmati d'epoca inseriti all'interno della narrazione.
Visto che sono alquanto ignorante in materia di storia recente, questi sguardi sui personaggi e vicende realmente esistite mi aiutano a colmare qualche lacuna.
Ho molto apprezzato la miscela tra il biopic e l'azione. Tutto ben dosato, con uno sguardo rivolto all'aspetto umano, sia dei poliziotti che dei fuorilegge.
E così, come sempre, ci tocca scoprire che la sottile linea rossa che divide bene e male è sempre più sottile, a poco a poco che ci si avvicina all'uomo e ci si allontana dagli stereotipi e dai pregiudizi.
Forse l'unica pecca di Narcos è solamente quella di arrivare dopo i vari "Breaking Bad" e "True Detective", che hanno già esplorato questo dualismo.
03 febbraio 2016
alla consolllllllle
Il mio amico Gulli si sposa. Sono felice felice per lui. Ma proprio tanto.
Anche perché si sposa una ragazza simpatica e carina.
Adesso non voglio stare a farvela troppo lunga sulla gente che a un certo punto della propria vita si sposa (giustamente, eh!) perché ha bisogno di compagnia. E quindi gli capita un po' chi gli capita.
No, loro due sembrano proprio essersi trovati.
Vabbè, ma chissenefrega di Gulli (lo dico solo perché so che sta leggendo).
La cosa divertente è che mi ha chiesto di fare il dj e quindi: ritorna dj Cemento. O dj Machete. O dj qualsiasi parola che mi veniva in mente a seconda della serata in cui dovevo mettere su della musica.
Insomma, sono un po' arrugginito in materia, quindi sto recuperando tutto ciò che è ed è stato danceable negli ultimi 3/4 anni.
E finalmente arriviamo al senso di questo post, se un senso c'è mai stato: volevo dirvi che è da un paio di mesi che sto in fissa dura con 'sta canzone
e sì, lo so: loro sono schifosamente giovani.
Sono comunque l'ennesima prova che gli inglesi, mannaggia a loro, continuano a produrre musica interessante.
and ooooo uooo uoooo i was a king under your control
Anche perché si sposa una ragazza simpatica e carina.
Adesso non voglio stare a farvela troppo lunga sulla gente che a un certo punto della propria vita si sposa (giustamente, eh!) perché ha bisogno di compagnia. E quindi gli capita un po' chi gli capita.
No, loro due sembrano proprio essersi trovati.
Vabbè, ma chissenefrega di Gulli (lo dico solo perché so che sta leggendo).
La cosa divertente è che mi ha chiesto di fare il dj e quindi: ritorna dj Cemento. O dj Machete. O dj qualsiasi parola che mi veniva in mente a seconda della serata in cui dovevo mettere su della musica.
Insomma, sono un po' arrugginito in materia, quindi sto recuperando tutto ciò che è ed è stato danceable negli ultimi 3/4 anni.
E finalmente arriviamo al senso di questo post, se un senso c'è mai stato: volevo dirvi che è da un paio di mesi che sto in fissa dura con 'sta canzone
e sì, lo so: loro sono schifosamente giovani.
Sono comunque l'ennesima prova che gli inglesi, mannaggia a loro, continuano a produrre musica interessante.
and ooooo uooo uoooo i was a king under your control
29 gennaio 2016
snob
Mi sbaglierò, ma ieri mattina, in giro con la macchina per il ridente hinterland milanese, alla radio ho
sentito una strana pubblicità della Smart. Diceva che la Smart è la macchina di tutti gli snob, e che se uno
è snob dovrebbe avere la Smart.
E io - mi sbaglierò ancora - credo che nel modo in cui mi hanno cresciuto la parola "snob" veniva usata con disprezzo: era una sorta di eufemismo per "stronzo", credo di ricordare, ma - ripeto - magari mi sbaglio io.
O forse nel frattempo è diventato un complimento, almeno nelle strategie di marketing.
Non lo so.
Ormai, in ambito pubblicitario, mi sembra di sapere sempre meno cose.
Devo dire che non è una brutta sensazione.
E io - mi sbaglierò ancora - credo che nel modo in cui mi hanno cresciuto la parola "snob" veniva usata con disprezzo: era una sorta di eufemismo per "stronzo", credo di ricordare, ma - ripeto - magari mi sbaglio io.
O forse nel frattempo è diventato un complimento, almeno nelle strategie di marketing.
Non lo so.
Ormai, in ambito pubblicitario, mi sembra di sapere sempre meno cose.
Devo dire che non è una brutta sensazione.
05 gennaio 2016
duemilasedici
E niente: questo nuovo anno è iniziato così, un po' in sordina.
Niente buoni propositi, niente progetti, nessun "quest'anno devo assolutamente".
Non capisco se sia una conseguenza dell'età che avanza, con le sue palesi disillusioni, o se sia intervenuta una sorta di pigrizia di fondo.
Intanto tanti auguri a tutti.
Niente buoni propositi, niente progetti, nessun "quest'anno devo assolutamente".
Non capisco se sia una conseguenza dell'età che avanza, con le sue palesi disillusioni, o se sia intervenuta una sorta di pigrizia di fondo.
Intanto tanti auguri a tutti.
saluti da Etroubles
10 dicembre 2015
brixen reloaded
Una bella vacanza di 4 giorni a Bressanone, insieme ai nostri amici Marco e Cinzia con i loro 3 figli. Potrei dire "mi ci voleva proprio", ma in realtà non è un periodo particolarmente stressante, se si escludono le inutili tensioni che vivo in ufficio.
E quindi di nuovo Brixen, posto di cui mi sono innamorato, come si può facilmente capire dalla frequenza (terza volta in pochi anni) con cui ci torno, io che di solito amo vedere e frequentare posti nuovi.
E quindi di nuovo Brixen, posto di cui mi sono innamorato, come si può facilmente capire dalla frequenza (terza volta in pochi anni) con cui ci torno, io che di solito amo vedere e frequentare posti nuovi.
19 novembre 2015
musica per le mie orecchie
Eccolo lì: il disco che stavo aspettando da mesi.
Era già da un po' che cercavo qualcosa di nuovo, però non trovavo mai niente che mi facesse innamorare al primo (o secondo) ascolto.
E invece, durante un fine settimana in montagna, arriva.
È un disco del 2011. E il primo pensiero che mi passa per la testa è: come ho fatto a non accorgermi di questo disco in 4 anni? Perché nessuno mi ha avvisato?
Si tratta di The Geeks and the Jerkin' Socks, terzo disco in studio dei francesi Shaka Ponk.
Lavoro che si contraddistingue per la commistione di generi musicali (ma anche di lingue parlate: francese, spagnolo, inglese), una sorta di patchanka in salsa elettronica.
In pratica si balla al ritmo delle chitarre distorte.
Sicuramente premio "disco che ho scoperto tardi" dell'anno 2015.
Era già da un po' che cercavo qualcosa di nuovo, però non trovavo mai niente che mi facesse innamorare al primo (o secondo) ascolto.
E invece, durante un fine settimana in montagna, arriva.
È un disco del 2011. E il primo pensiero che mi passa per la testa è: come ho fatto a non accorgermi di questo disco in 4 anni? Perché nessuno mi ha avvisato?
Si tratta di The Geeks and the Jerkin' Socks, terzo disco in studio dei francesi Shaka Ponk.
Lavoro che si contraddistingue per la commistione di generi musicali (ma anche di lingue parlate: francese, spagnolo, inglese), una sorta di patchanka in salsa elettronica.
In pratica si balla al ritmo delle chitarre distorte.
Sicuramente premio "disco che ho scoperto tardi" dell'anno 2015.
16 novembre 2015
di parigi, del terrorismo e dell'opinione personale
Attacco terroristico nel cuore di Parigi. Un evento grave e scioccante, per noi occidentali.
L'ho vissuto attraverso le pagine dei giornali di sabato e di domenica, perché eravamo in montagna e il mio smartphone, grazie all'abbonamento con la 3, non prendeva un bel belino. Di internet manco l'ombra.
Il ritorno alla "normalità", domenica sera. Faccio l'errore di accendere Facebook e vengo letteralmente invaso di messaggi riguardo alla strage di civili. Chi si scaglia contro l'islam, chi cambia l'icona con la bandiera della Francia, chi cerca di dare delle spiegazioni sociali, chi tira fuori la vena leghista che alberga in lui, chi accende un cero, chi prega per le vittime, chi dice "sì ma allora perché non avete pregato anche per le vittime dell'eccidio di xxxxxxxxxx", chi tira fuori citazioni della Fallaci, chi di Gino Strada, chi sforna aforismi da aspirante Nobel per la Pace...
E io, che sono un rompicoglioni, leggo tutto 'sto sproloquio e sento che c'è qualcosa che non mi torna.
Come sempre in ritardo, ma a un certo punto realizzo: ma perché tutti si sentono in dovere di dire la propria opinione? Ma chi te l'ha chiesta? Ma chi cazzo sei? Secondo te perché la gente dovrebbe sentire la necessità di avere una tua opinione sull'argomento?
Secondo me in Italia abbiamo un problema con i social network, Facebook in particolare (per forza: è il più diffuso). Ma un problema grosso.
Imparassimo un po' a star zitti ed ascoltare, forse...
L'ho vissuto attraverso le pagine dei giornali di sabato e di domenica, perché eravamo in montagna e il mio smartphone, grazie all'abbonamento con la 3, non prendeva un bel belino. Di internet manco l'ombra.
Il ritorno alla "normalità", domenica sera. Faccio l'errore di accendere Facebook e vengo letteralmente invaso di messaggi riguardo alla strage di civili. Chi si scaglia contro l'islam, chi cambia l'icona con la bandiera della Francia, chi cerca di dare delle spiegazioni sociali, chi tira fuori la vena leghista che alberga in lui, chi accende un cero, chi prega per le vittime, chi dice "sì ma allora perché non avete pregato anche per le vittime dell'eccidio di xxxxxxxxxx", chi tira fuori citazioni della Fallaci, chi di Gino Strada, chi sforna aforismi da aspirante Nobel per la Pace...
E io, che sono un rompicoglioni, leggo tutto 'sto sproloquio e sento che c'è qualcosa che non mi torna.
Come sempre in ritardo, ma a un certo punto realizzo: ma perché tutti si sentono in dovere di dire la propria opinione? Ma chi te l'ha chiesta? Ma chi cazzo sei? Secondo te perché la gente dovrebbe sentire la necessità di avere una tua opinione sull'argomento?
Secondo me in Italia abbiamo un problema con i social network, Facebook in particolare (per forza: è il più diffuso). Ma un problema grosso.
Imparassimo un po' a star zitti ed ascoltare, forse...
11 novembre 2015
Ray Donovan - stagione 01
Grazie alla segnalazione del mio mentore Ale, ho approcciato una nuova serie tv: Ray Donovan.
Parla di una sorta di Mr Wolf di Hollywood, che risolve con le buone e spesso pure con le cattive maniere i problemi dei vari vip di Los Angeles. I casini, che già normalmente abbondano a Hollywood e dintorni, si moltiplicano quando il padre, con cui ha da sempre un rapporto conflittuale, esce di galera, dopo vent'anni "al fresco", sconvolgendo la sua vita e il suo nucleo familiare.
Appena terminata la visione della prima stagione, l'ho apprezzata molto.
Non urlo certo al capolavoro, ma è una serie veramente cazzuta, che si regge sulle spalle di un Liev Schreiber perfettamente calato nella parte del protagonista e di un Jon Voight meraviglioso, nella parte dello scomodo padre di Ray, appena uscito di prigione.
E una serie di attori non protagonisti da far invidia a qualsiasi produzione cinematografica.
Parla di una sorta di Mr Wolf di Hollywood, che risolve con le buone e spesso pure con le cattive maniere i problemi dei vari vip di Los Angeles. I casini, che già normalmente abbondano a Hollywood e dintorni, si moltiplicano quando il padre, con cui ha da sempre un rapporto conflittuale, esce di galera, dopo vent'anni "al fresco", sconvolgendo la sua vita e il suo nucleo familiare.
Appena terminata la visione della prima stagione, l'ho apprezzata molto.
Non urlo certo al capolavoro, ma è una serie veramente cazzuta, che si regge sulle spalle di un Liev Schreiber perfettamente calato nella parte del protagonista e di un Jon Voight meraviglioso, nella parte dello scomodo padre di Ray, appena uscito di prigione.
E una serie di attori non protagonisti da far invidia a qualsiasi produzione cinematografica.
03 novembre 2015
fanculo - part 2
Fanculo ai milanesi imbruttiti con le loro Audi A5 che ai semafori partono a
razzo, per fare 50 metri e ritrovarsi di nuovo in coda. Che cazzo
sgommate a fare, imbecilli?
Fanculo a quelli che vivono in doppia fila, dimezzando le corsie di transito di una strada normale: macchina in doppia fila e colazione al bar; macchina in doppia fila e 10 minuti in banca; macchina in doppia fila e un salto dal Tabaccaio; e chi cazzo vi credete di essere? i più furbi di tutti?
Fanculo alle persone che, ferme in coda, si dispongono "a scacchiera": ci sono due file, perché tu devi stare a metà tra una fila e l'altra, così che i motorini e le bici non passano? lo fai apposta?
Fanculo ai radical-chic con le loro biciclette a scatto fisso: piantatela di fare i fighi alternativi guidando senza mani, con le mani sotto le ascelle della vostra giacca in Gore-Tex. Vorrei che vi schiantaste tutti; voi, la vostra barbetta hipster e le vostre Clarks old-fashioned.
Fanculo alle imbranate signore con i SUV: paralizzano un'intera via per fare 300 metri in macchina accompagnando i figli a scuola. Imparate un po' ad andare a piedi o con i mezzi pubblici, befane impellicciate col culo di piombo.
Fanculo a quelli che vivono in doppia fila, dimezzando le corsie di transito di una strada normale: macchina in doppia fila e colazione al bar; macchina in doppia fila e 10 minuti in banca; macchina in doppia fila e un salto dal Tabaccaio; e chi cazzo vi credete di essere? i più furbi di tutti?
Fanculo alle persone che, ferme in coda, si dispongono "a scacchiera": ci sono due file, perché tu devi stare a metà tra una fila e l'altra, così che i motorini e le bici non passano? lo fai apposta?
Fanculo ai radical-chic con le loro biciclette a scatto fisso: piantatela di fare i fighi alternativi guidando senza mani, con le mani sotto le ascelle della vostra giacca in Gore-Tex. Vorrei che vi schiantaste tutti; voi, la vostra barbetta hipster e le vostre Clarks old-fashioned.
Fanculo alle imbranate signore con i SUV: paralizzano un'intera via per fare 300 metri in macchina accompagnando i figli a scuola. Imparate un po' ad andare a piedi o con i mezzi pubblici, befane impellicciate col culo di piombo.
Fanculo
ai cinesi con le loro Ford Escort station Wagon stracariche di pacchi
azzurri: guidate ai 20 all'ora e intasate tutti il traffico. Ma levatevi
dalle palle!
Fanculo a quelli con lo scooterone che arrivano al semaforo e si piazzano sulle strisce, davanti a tutti, con la moto di traverso. Brutto prepotente di merda, perché devi avere la precedenza sugli altri?
Fanculo a quelli con lo scooterone che arrivano al semaforo e si piazzano sulle strisce, davanti a tutti, con la moto di traverso. Brutto prepotente di merda, perché devi avere la precedenza sugli altri?
No, fanculo a te, Filippo. Che sei sempre di corsa e anziché guidare piano e goderti il tragitto in motorino, ti scapicolli per le vie della città, con l'ansia di metterci sempre il meno possibile, brutto testa di cazzo!
per quei pazzi scriteriati che non capiscono la citazione, sappiate che è presa da uno dei miei film preferiti:
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