È successo che mia zia Paola, un paio di anni fa, mi prestò il libro "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafon. Ma io lo lasciai lì, nella pila dei da leggere.
Non per snobberia, sia chiaro. È che tra i libri che compri tu e quelli che ti consigliano gli altri, quando sei lì che devi scegliere il tuo prossimo compagno di viaggio, finisci sempre per preferire i primi.
Insomma: 'sto libro è rimasto lì a prender polvere per un paio d'anni. Poi, un mesetto fa, durante un giro in libreria, vedo che è lì, nella parete dei libri più venduti, insieme a tutte le nuove uscite.
Penso che non sia possibile, che forse mi sbaglio io.
Vado a casa ed ho la conferma: è proprio lui. A questo punto la curiosità è tanta. Scopro che il libro è stato pubblicato nel 2001 in Spagna e nel 2002 in Italia, ma che fino a poco tempo fa non se l'è filato nessuno (tranne mia zia, of course).
E così, appena terminato l'ultimo di Ammaniti, salto su "L'ombra del vento" e mi prende da subito. È proprio uno di quei libri coinvolgenti a tutto tondo: la storia è intrigante (un po' romanzo, un po' giallo, un po' di affetti e un po' di politica), i personaggi sono azzeccatissimi (su tutti uno straordinario Fermin Romero de Torres e una struggente Nuria Monfort) e la scrittura è molto scorrevole.
Insomma: se vi capita tra le mani, anche se ormai c'è sopra lo stampino "best seller" che contraddistingue libri-farsa come "Il Codice da Vinci", non fatevi trarre in inganno dalla vostra tendenza anticonformista: è un libro molto carino e una piacevole lettura.
30 luglio 2012
13 luglio 2012
riciclo oggetti
Sono sempre stato a sostegna del riciclo di oggetti, di qualsiasi foggia e misura. Se una cosa non serve a te, può benissimo servire a qualcun'altro, n'est pas?
Da quando casa nostra è stata frequentata da bimbi, poi, la cosa si è fatta doppiamente necessaria. A parte il lato etico, ce n'è anche uno ingombrevole: seggioloni, tricicli, giochi e vestiti occupano spazio. Troppo spazio, per una famiglia moderna, che deve far stare tutto in 100mq (e cara grazie che abbiamo 100 mq con annessa cantina-ina-ina).
Insomma, in questi ultimi mesi abbiamo continuato la nostra opera di riassestamento della casa. Altri giri in discarica, altre pulizie e poi la grande esposizione universale: giochi, giochini e quant'altro lavati e lustrati per l'arrivo di amici con bimbi.
Siamo riusciti a sbolognare di tutto: seggiolone, cavalcabili (avete presente quei giochi tipo macchinina, che però ci stai a cavalcioni? ecco, quelli lì!), seggiolini auto più tonnellate di vestiti e di giochini.
Tutto di nascosto dalle bimbe, ovviamente. Da Elena, soprattutto, che non vuole più saperne di usare - per esempio - il seggiolone. Ma se qualcuno ci sale sopra, diventa improvvisamente l'oggetto intorno al quale ruota l'intero universo.
L'ultimo capitolo della saga è il seggiolino auto. La nostra gigantessa, è al suo terzo supporto di trasporto per la macchina. Anche nel passeggino non ci entra più. È proprio fuori misura.
Comunque, sarà l'età, sarà nonsocosa, fatto sta che questo disfarsi delle cose mi sta creando più d'una malinconia. Ed è strano, dal momento che io non sono un tipo nostalgico.
Probabilmente, il fatto che le due gnome stiano diventando grandi mi destabilizza un po'. E penso che non ci sia una prova più tangibile di un supporto che hai usato fin dalla tenera età che adesso sembra un gioco per le Barbie, in confronto alla stazza delle due bimbe.
Da quando casa nostra è stata frequentata da bimbi, poi, la cosa si è fatta doppiamente necessaria. A parte il lato etico, ce n'è anche uno ingombrevole: seggioloni, tricicli, giochi e vestiti occupano spazio. Troppo spazio, per una famiglia moderna, che deve far stare tutto in 100mq (e cara grazie che abbiamo 100 mq con annessa cantina-ina-ina).
Insomma, in questi ultimi mesi abbiamo continuato la nostra opera di riassestamento della casa. Altri giri in discarica, altre pulizie e poi la grande esposizione universale: giochi, giochini e quant'altro lavati e lustrati per l'arrivo di amici con bimbi.
Siamo riusciti a sbolognare di tutto: seggiolone, cavalcabili (avete presente quei giochi tipo macchinina, che però ci stai a cavalcioni? ecco, quelli lì!), seggiolini auto più tonnellate di vestiti e di giochini.
Tutto di nascosto dalle bimbe, ovviamente. Da Elena, soprattutto, che non vuole più saperne di usare - per esempio - il seggiolone. Ma se qualcuno ci sale sopra, diventa improvvisamente l'oggetto intorno al quale ruota l'intero universo.
L'ultimo capitolo della saga è il seggiolino auto. La nostra gigantessa, è al suo terzo supporto di trasporto per la macchina. Anche nel passeggino non ci entra più. È proprio fuori misura.
Comunque, sarà l'età, sarà nonsocosa, fatto sta che questo disfarsi delle cose mi sta creando più d'una malinconia. Ed è strano, dal momento che io non sono un tipo nostalgico.
Probabilmente, il fatto che le due gnome stiano diventando grandi mi destabilizza un po'. E penso che non ci sia una prova più tangibile di un supporto che hai usato fin dalla tenera età che adesso sembra un gioco per le Barbie, in confronto alla stazza delle due bimbe.
05 luglio 2012
i wanna be a rockstar
Due concerti in 20 giorni. Non avrei mai creduto di realizzare uno score del genere, eppure è successo. Sì, occhei, avete ragione: uno era per l'Asilo e l'altro era un concertino di soli 6 brani, però, dai, non siate eccessivamente rigidi e lasciatemi cullare nel mio sogno di essere diventato una rockstar.
Ieri abbiamo fatto una piccola festa dell'ufficio, che ha raggiunto il suo clou nella nostra esibizione dal vivo. Sì, perché abbiamo scoperto che qua in ufficio abbiamo un batterista, un bassista, due chitarristi (di cui io, ovviamente, sono quello scarso) e un cantante vero, che è raro quanto trovare un portiere "vero" per il calcetto.
È anche stata l'occasione per inaugurare la nuova e bellissima chitarra che mi ha regalato Dalia per il mio compleanno. Devo dire che il battesimo è andato molto bene, soprattutto considerando le mie capacità.
Comunque è stato un bel concerto. Ci siamo divertiti molto. Forse dovuto anche al fatto che ho suonato dei brani che non fossero la Pimpa o le Winx.
Ecco il gruppo. Da sinistra: Andrea, Luca, Steven, Danilo ed io.
Ieri abbiamo fatto una piccola festa dell'ufficio, che ha raggiunto il suo clou nella nostra esibizione dal vivo. Sì, perché abbiamo scoperto che qua in ufficio abbiamo un batterista, un bassista, due chitarristi (di cui io, ovviamente, sono quello scarso) e un cantante vero, che è raro quanto trovare un portiere "vero" per il calcetto.
È anche stata l'occasione per inaugurare la nuova e bellissima chitarra che mi ha regalato Dalia per il mio compleanno. Devo dire che il battesimo è andato molto bene, soprattutto considerando le mie capacità.
Comunque è stato un bel concerto. Ci siamo divertiti molto. Forse dovuto anche al fatto che ho suonato dei brani che non fossero la Pimpa o le Winx.
Ecco il gruppo. Da sinistra: Andrea, Luca, Steven, Danilo ed io.
04 luglio 2012
elogio della Sardegna
Era già da qualche annetto che non andavo in Sardegna. Dalia, come noto a chi frequenta questo blog, va tutti gli anni con le bambine. Quest'anno sono andato anch'io per diversi motivi che non sto adesso ad elencare, anche perché penso che ve ne possa fregare una cippa.
A ritorno dalla mia settimana di vacanza sarda, c'è qualcosa che volevo scrivere qua, a mia personale memoria.
Innanzitutto che la Sardegna è meravigliosa. Certo, non è un pensiero originale, il mio; tanto più se si considera che la casa di famiglia dei Lucisano è in Costa Smeralda, vicino a Porto Rotondo.
Zona meravigliosa, è vero. Ma proprio per questo è stata cementificata a più non posso, sfruttata e violentata. E nonostante ciò, continua ad essere una meraviglia.
Sono partito da lì ieri mattina mentre spuntava l'alba e... vabbè, immaginatevi voi che spettacolo.
La seconda cosa che mi piace della Sardegna è che conserva ancora un'anima selvaggia. Nonostante, come dicevo prima, la (in)civilizzazione cui è stata sottoposta, la cosa meravigliosa è che in Sardegna c'è tantissimo da esplorare.
Arrampicarsi sulle rocce, cercare conchiglie, pescare i paguri o i pesciolini (che poi gli facciamo rimettere in mare): le bimbe quando sono lì sono matte di felicità, perché se c'è una cosa che manca a Celle Ligure (dove andiamo sia d'inverno che d'estate) è proprio questa parte avventurosa.
E quindi è bello vedere Anita ed Elena che si arrampicano ovunque e si atteggiano da novelle Lara Croft nell'affrontare le zona non ancora battute.
in foto: Elenina a spasso per il brullo paesaggio sardo. A piedi nudi, ovviamente, sennò come potrebbe infilarsi qualsiasi cosa sotto ai piedi?
A ritorno dalla mia settimana di vacanza sarda, c'è qualcosa che volevo scrivere qua, a mia personale memoria.
Innanzitutto che la Sardegna è meravigliosa. Certo, non è un pensiero originale, il mio; tanto più se si considera che la casa di famiglia dei Lucisano è in Costa Smeralda, vicino a Porto Rotondo.
Zona meravigliosa, è vero. Ma proprio per questo è stata cementificata a più non posso, sfruttata e violentata. E nonostante ciò, continua ad essere una meraviglia.
Sono partito da lì ieri mattina mentre spuntava l'alba e... vabbè, immaginatevi voi che spettacolo.
La seconda cosa che mi piace della Sardegna è che conserva ancora un'anima selvaggia. Nonostante, come dicevo prima, la (in)civilizzazione cui è stata sottoposta, la cosa meravigliosa è che in Sardegna c'è tantissimo da esplorare.
Arrampicarsi sulle rocce, cercare conchiglie, pescare i paguri o i pesciolini (che poi gli facciamo rimettere in mare): le bimbe quando sono lì sono matte di felicità, perché se c'è una cosa che manca a Celle Ligure (dove andiamo sia d'inverno che d'estate) è proprio questa parte avventurosa.
E quindi è bello vedere Anita ed Elena che si arrampicano ovunque e si atteggiano da novelle Lara Croft nell'affrontare le zona non ancora battute.
in foto: Elenina a spasso per il brullo paesaggio sardo. A piedi nudi, ovviamente, sennò come potrebbe infilarsi qualsiasi cosa sotto ai piedi?
27 giugno 2012
23 giugno 2012
jonathan coe
Nella notte insonne, terminato "La pioggia prima che cada".
Bello, struggente, doloroso.
Un piccolo capolavoro.
Jonathan, non mi deludi (quasi) mai.
Bello, struggente, doloroso.
Un piccolo capolavoro.
Jonathan, non mi deludi (quasi) mai.
22 giugno 2012
Men's Hell
L'operazione Tyler Durden è naufragata, sotto i colpi insistenti del caldo soffocante e degli impegni lavorativi (uno dei quali a Parma; ve lo devo dire quanto e come ho mangiato a Parma o ve lo immaginate da soli?).
Insomma, non ho ripreso tutti i chili che avevo perso, ma ci siamo quasi. Ho consultato lo specchio e ho notato una
certa rilassatezza, quasi una cricumnavigazione del punto vita, che alcuni chiamano impietosamente salsicciotti. No, dico: un nome più frustrante no?
Con apprensione ho cercato
muliebri conferme, ottenendo un deludente "ma a me piaci così". Allora ho trascinato il problema con me in ufficio, dove gli uomini, pragmatici e spietati, mi consigliano di
accettare l’ineluttabile e rotondo destino del post quarantenne.
E allora eccomi qui, triste e dubbioso,
a tre giorni dalla mia fatidica prova costume, davanti all’edicola; guardo di sfuggita, un po' vergnandomene, ben tre riviste tartarugate che mi
spiegano come essere un vero uomo in forma e desiderato da donne
strafighe che si ninfomanizzano al sol mio passaggio.
Le rimetto giù. Non servono.
So già come
far sparire la pancia in tre giorni: basta tirarla dentro trattenendo il
respiro.
E so benissimo da solo che con un po' di sport si migliora la forma fisica; non ho bisogno che me lo dicano i ricercatori della Salcazzo University.
E so anche come farla urlare in camera da letto: basta asciugarselo sulle tende dopo aver fatto all’ammmore.
21 giugno 2012
l'apocalissi dell'ammmore
Ma torniamo un po' a parlare di musica.
Il signor Slash sembra stia vivendo una seconda giovinezza. Dopo aver raggiunto la fama (e che fama!) con i Guns 'n' Roses, sembrava ormai l'ombra di se stesso.
Certo: ha fatto collaborazioni con molto artisti e fondati pure un paio di gruppi, di cui sinceramente, così a naso non ricordo neanche il nome. Ma ormai sembrava perso.
Da quando l'altr'anno ha fatto uscire il suo primo disco solista, invece, la verve compositiva sembra essere tornata a scorrere nella sua testa e sul manico della sua chitarra.
E poi - fui preveggente! - si è lasciato convicere e utilizza solo Myles Kennedy come cantante.
Il riusltato qual è? Metto su il disco e parte un wah-wah che già mi piace. Poi entra la voce di Kennedy, che mi fa impazzire di suo. Insomma: sono passati trenta secondi e 'sto disco già mi dipinge un sorriso ebete, da orecchio a orecchio.
È che a me la musica tamarra piace, c'è poco da fare. E qua di tamarraggine ce n'è a vendere.
Molti pezzi sono hard rock, in stile americano. Infatti, a partire dalla title track, ci sono un bel po' di brani come One Last Thrill, You're a Lie (primo singolo estratto) o Hard & Fast che costringono il metronomo a fare gli straordinari.
Il tutto intervallato con qualche mid-temo e poche (per fortuna) ballad.
Insomma, il disco nom brilla per originalità, ne' tentomeno riesce a ripetere i fasti del disco d'esordio, però si lascia ascoltare volentieri. Come già detto per altri dischi, skippando le ballad, è un ottimo sottofondo per fare palestra o una bella corsetta al parco.
Il signor Slash sembra stia vivendo una seconda giovinezza. Dopo aver raggiunto la fama (e che fama!) con i Guns 'n' Roses, sembrava ormai l'ombra di se stesso.
Certo: ha fatto collaborazioni con molto artisti e fondati pure un paio di gruppi, di cui sinceramente, così a naso non ricordo neanche il nome. Ma ormai sembrava perso.
Da quando l'altr'anno ha fatto uscire il suo primo disco solista, invece, la verve compositiva sembra essere tornata a scorrere nella sua testa e sul manico della sua chitarra.
E poi - fui preveggente! - si è lasciato convicere e utilizza solo Myles Kennedy come cantante.
Il riusltato qual è? Metto su il disco e parte un wah-wah che già mi piace. Poi entra la voce di Kennedy, che mi fa impazzire di suo. Insomma: sono passati trenta secondi e 'sto disco già mi dipinge un sorriso ebete, da orecchio a orecchio.
È che a me la musica tamarra piace, c'è poco da fare. E qua di tamarraggine ce n'è a vendere.
Molti pezzi sono hard rock, in stile americano. Infatti, a partire dalla title track, ci sono un bel po' di brani come One Last Thrill, You're a Lie (primo singolo estratto) o Hard & Fast che costringono il metronomo a fare gli straordinari.
Il tutto intervallato con qualche mid-temo e poche (per fortuna) ballad.
Insomma, il disco nom brilla per originalità, ne' tentomeno riesce a ripetere i fasti del disco d'esordio, però si lascia ascoltare volentieri. Come già detto per altri dischi, skippando le ballad, è un ottimo sottofondo per fare palestra o una bella corsetta al parco.
15 giugno 2012
festa carabelli
Oggi c'è stato lo spettacolo estivo della Scuola Materna Carabelli.
Come sempre il pubblico era in delirio. Abbiamo trattenuto a stento i fan.
È stata dura ma ce l'abbiamo fatta.

11 giugno 2012
essenziale
Togliere, levare, scartare, arrivare all'osso.
Il diktat che ho preso già da tempo necessita di decisioni più drastiche e repentine.
Abbiamo (ho?) troppi strati inutili. Ho bisogno di poco.
Anzi, meno.
Il diktat che ho preso già da tempo necessita di decisioni più drastiche e repentine.
Abbiamo (ho?) troppi strati inutili. Ho bisogno di poco.
Anzi, meno.

04 giugno 2012
maledetti frònscési!
In realtà quest post si dovrebbe chiamare una cosa tipo "la giornata
mondiale delle famiglie" o "il papa a Milano", ma non ho resistito alla
tentazione di dire una minchiata e così l'ho chiamato in un modo che mi
faccia ridere.
(e con questo abbiamo chiarito, per quei pochi che non se n'erano accorti, la scarsissima affidabilità giornalistico/lessicale dell'autore del blog).
Allora, stavamo dicendo: durante il w/end appena trascorso c'era l'incontro mondiale delle famiglie proprio nella nostra a Milano. Che poi le famiglie sarebbe sottointeso che debbano essere cattoliche, visto che si tratta di una festa di stampo cristiano, però - per fortuna - non c'è scritto, sennò sai che casino!
Quindi, ricominciamo: c'era l'incontro mondiale delle famiglie e noi, che sì, siamo cattolici e pure praticanti, però non è che siamo proprio il ritratto della famiglia come vorrebbe il cliché, abbiamo partecipato come meglio sappiamo fare, ovvero dando la ns disponbilità per le questioni pratiche e disertando tutti gli incontri a tema religioso. Quindi niente incontri tipo messa papale, ma abbiamo ospitato volentieri una famiglia francese per tre giorni/due notti.
Non li abbiamo solo ospitati a dormire, eh! Li abbiamo anche accompagnati in centro, aiutati nelle organizzazioni, etcetera. E tutto sommato è stato anche abbastanza divertente. Poi, vabbè, un salto in Piazza Duomo per vedere il Papa l'abbiamo fatto anche noi, se non altro per pura curiosità nei confronti di un evento di portata mondiale; e che per di più si svolgeva a due passi da casa nostra.
E devo dire che l'atmosfera in questo tipo di eventi è sempre carica di positività. C'è un sacco di gente che suona, canta, fa casino, tutti allegri. È un piacere far respirare alle bambine un po' di quest'aria di festa. Mette in circolo delle energie positive, che ci vogliono sempre.
(e con questo abbiamo chiarito, per quei pochi che non se n'erano accorti, la scarsissima affidabilità giornalistico/lessicale dell'autore del blog).
Allora, stavamo dicendo: durante il w/end appena trascorso c'era l'incontro mondiale delle famiglie proprio nella nostra a Milano. Che poi le famiglie sarebbe sottointeso che debbano essere cattoliche, visto che si tratta di una festa di stampo cristiano, però - per fortuna - non c'è scritto, sennò sai che casino!
Quindi, ricominciamo: c'era l'incontro mondiale delle famiglie e noi, che sì, siamo cattolici e pure praticanti, però non è che siamo proprio il ritratto della famiglia come vorrebbe il cliché, abbiamo partecipato come meglio sappiamo fare, ovvero dando la ns disponbilità per le questioni pratiche e disertando tutti gli incontri a tema religioso. Quindi niente incontri tipo messa papale, ma abbiamo ospitato volentieri una famiglia francese per tre giorni/due notti.
Non li abbiamo solo ospitati a dormire, eh! Li abbiamo anche accompagnati in centro, aiutati nelle organizzazioni, etcetera. E tutto sommato è stato anche abbastanza divertente. Poi, vabbè, un salto in Piazza Duomo per vedere il Papa l'abbiamo fatto anche noi, se non altro per pura curiosità nei confronti di un evento di portata mondiale; e che per di più si svolgeva a due passi da casa nostra.
E devo dire che l'atmosfera in questo tipo di eventi è sempre carica di positività. C'è un sacco di gente che suona, canta, fa casino, tutti allegri. È un piacere far respirare alle bambine un po' di quest'aria di festa. Mette in circolo delle energie positive, che ci vogliono sempre.
30 maggio 2012
nel fango del dio pallone
In diversi mi avevano consigliato la lettura di "Nel fango del dio pallone", non ultimo l'amico Monty. Avevo sempre rimandato, non so perché.
Due gli elementi scatenanti che mi hanno convinto: uno è la morte dell'autore, per malattie probabilmente derivate dallo spropositato uso di doping; secondo è perché in questi giorni sta scoppiando l'ennesimo scandalo delle partite truccate (o del Totonero, come si chiamava una volta). E così ieri sera mi sono deciso e in una botta l'ho cominciato e finito.
Sì, perché quello che forse non sapete è che questo libro non è un libro-inchiesta. È un'autobiografia scritta in maniera così basilare e così trasparente che è come sentire un amico che parla. E quando un amico parla, specialmente se ti racconta cose sconvolgenti, lo stai a sentire finché non finisce, è chiaro.
A questo unite anche una sorta di amarcord, dato dal fatto che molti dei giocatori di cui si parla, me li ricordo nei miei album di figurine degli anni 70.
Vabbè, facendola breve: il libro va letto sicuramente.
Sia dal punto di vista umano, perché parla di un uomo che aveva tutto e poi non aveva più niente. Ma anche dal punto di vista sportivo, perché ci si rende conto che se il mondo del calcio era così trent'anni fa, figuriamoci adesso.
C'è solo il grosso rischio di disamorarsi di questo sport.
Dal canto mio, non so se riuscirò più a vedere una "papera" di un portiere senza pensare che l'abbia fatto apposta.
Due gli elementi scatenanti che mi hanno convinto: uno è la morte dell'autore, per malattie probabilmente derivate dallo spropositato uso di doping; secondo è perché in questi giorni sta scoppiando l'ennesimo scandalo delle partite truccate (o del Totonero, come si chiamava una volta). E così ieri sera mi sono deciso e in una botta l'ho cominciato e finito.
Sì, perché quello che forse non sapete è che questo libro non è un libro-inchiesta. È un'autobiografia scritta in maniera così basilare e così trasparente che è come sentire un amico che parla. E quando un amico parla, specialmente se ti racconta cose sconvolgenti, lo stai a sentire finché non finisce, è chiaro.
A questo unite anche una sorta di amarcord, dato dal fatto che molti dei giocatori di cui si parla, me li ricordo nei miei album di figurine degli anni 70.
Vabbè, facendola breve: il libro va letto sicuramente.
Sia dal punto di vista umano, perché parla di un uomo che aveva tutto e poi non aveva più niente. Ma anche dal punto di vista sportivo, perché ci si rende conto che se il mondo del calcio era così trent'anni fa, figuriamoci adesso.
C'è solo il grosso rischio di disamorarsi di questo sport.
Dal canto mio, non so se riuscirò più a vedere una "papera" di un portiere senza pensare che l'abbia fatto apposta.
25 maggio 2012
quasi una vita
Vent'anni. Praticamente una vita.
Era il 25 maggio 1992 e fu la prima volta che io e Dalia (allora una delle mie migliori amiche) facemmo il passo. Passare da un'amicizia a una relazione non è cosa semplice.
Ma ricordo benissimo come oramai nella mia testa avevo maturato l'idea che potesse essere lei la donna giusta per me. Certo, potevo benissimo sbagliarmi. Ventidue anni non è sicuramente l'età delle scelte sicure al 100%.
Però, dopo lunga mia insistenza (e quando mai s'è vista una donna che insiste per stare con me? impossibile, n'est pas?) la ragazza cedette e da lì cominciò tutto.
Ma quello che fa impressione adesso sono i vent'anni. Ven'anni.
Quasi una vita fa. Dopo vent'anni insieme non sei più una coppia. Sei un essere unico.
"Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso."
Erri De Luca
Era il 25 maggio 1992 e fu la prima volta che io e Dalia (allora una delle mie migliori amiche) facemmo il passo. Passare da un'amicizia a una relazione non è cosa semplice.
Ma ricordo benissimo come oramai nella mia testa avevo maturato l'idea che potesse essere lei la donna giusta per me. Certo, potevo benissimo sbagliarmi. Ventidue anni non è sicuramente l'età delle scelte sicure al 100%.
Però, dopo lunga mia insistenza (e quando mai s'è vista una donna che insiste per stare con me? impossibile, n'est pas?) la ragazza cedette e da lì cominciò tutto.
Ma quello che fa impressione adesso sono i vent'anni. Ven'anni.
Quasi una vita fa. Dopo vent'anni insieme non sei più una coppia. Sei un essere unico.
"Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso."
Erri De Luca
14 maggio 2012
festa
Domenica mattina, c'è la comunione di Carolina (cuginetta di Anita e Elena). Siamo a messa.
Abbiamo detto alle gnome che, dopo la messa, ci sarà una festa per festeggiare Carolina.
A un certo punto parte l'Alleluia cantato: "la nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà"
Elena guarda Dalia e le dice: "per forza che la festa non finisce, non abbiamo ancora mangiato la torta!"
Abbiamo detto alle gnome che, dopo la messa, ci sarà una festa per festeggiare Carolina.
A un certo punto parte l'Alleluia cantato: "la nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà"
Elena guarda Dalia e le dice: "per forza che la festa non finisce, non abbiamo ancora mangiato la torta!"
11 maggio 2012
operazione Tyler Durden - 02
Questa settimana sono stato bravissimissimo.
Ho intrapreso una linea non troppo dura, ma decisa: ogni giorno devo fare dello sport.
Anche poco, ma devo farlo.
Tanto per dire:
sia sabato che domenica scorsa, al mare in Liguria, ho fatto una corsa di 40 minuti each
lunedì sera calcetto
martedì palestra
mercoledì andata e ritorno casa-ufficio in bicicletta (30 minuti each)
giovedì sono andato a correre al Forlanini alle 7,00 di mattina (eroico!)
venerdì (oggi) palestra
Se continuo così sono un idolo.
Se non muoio prima, ovviamente.
Ho intrapreso una linea non troppo dura, ma decisa: ogni giorno devo fare dello sport.
Anche poco, ma devo farlo.
Tanto per dire:
sia sabato che domenica scorsa, al mare in Liguria, ho fatto una corsa di 40 minuti each
lunedì sera calcetto
martedì palestra
mercoledì andata e ritorno casa-ufficio in bicicletta (30 minuti each)
giovedì sono andato a correre al Forlanini alle 7,00 di mattina (eroico!)
venerdì (oggi) palestra
Se continuo così sono un idolo.
Se non muoio prima, ovviamente.
09 maggio 2012
il ritorno dei CR
Ci sono dischi che ci metto un po' a digerire.
Faccio un esempio: quello nuovo degli Afterhours è proprio ostico. Sono arrivato al secondo ascolto e non riesco a farmelo piacere. L'amico Samuele mi dice che dopo il 5° ascolto entra nelle preferenze.
Però io non so se c'ho voglia di ascoltarlo 5 volte. Mi pesa proprio.
Discorso diverso per il nuovo disco dei Casinò Royale che è uscito ad autunno, quindi questa è una recensione assai tardiva. (Non è neanche una recensione, ma vabbè, andiamo avanti.)
Dicevo: anche "Io e la mia Ombra" ci ho messo un po' a digerirlo. Però non mi risultava ostico, anzi: mi ritrovavo a canticchiare le canzoni di un album che, almeno all'inizio, non mi piaceva granché. O almeno non nella sua integrità. Forse per gli echi pop di alcune tracce, chissà. Poi il disco è cresciuto con gli ascolti e anche i pezzi più deboli - o forse semplicemente i meno orecchiabili - hanno iniziato a piacermi.
Una cosa vorrei evidenziare: i Casino Royale sono radicati in Milano e - per me che ci vivo - i loro suoni ma soprattutto i loro testi parlano di una città dalle mille sfacettature, considerata la più europea d'Italia, ma al tempo stesso una città molto provinciale. Insomma: sono il gruppo che meglio rappresentava questa città ai tempi di CRX e - nonostante la latitanza - il binomio è tutt'ora più che valido.
Devo dirvi qualcos'altro o l'avete capito da soli che 'sto disco mi piace un casino?
Faccio un esempio: quello nuovo degli Afterhours è proprio ostico. Sono arrivato al secondo ascolto e non riesco a farmelo piacere. L'amico Samuele mi dice che dopo il 5° ascolto entra nelle preferenze.
Però io non so se c'ho voglia di ascoltarlo 5 volte. Mi pesa proprio.
Discorso diverso per il nuovo disco dei Casinò Royale che è uscito ad autunno, quindi questa è una recensione assai tardiva. (Non è neanche una recensione, ma vabbè, andiamo avanti.)
Dicevo: anche "Io e la mia Ombra" ci ho messo un po' a digerirlo. Però non mi risultava ostico, anzi: mi ritrovavo a canticchiare le canzoni di un album che, almeno all'inizio, non mi piaceva granché. O almeno non nella sua integrità. Forse per gli echi pop di alcune tracce, chissà. Poi il disco è cresciuto con gli ascolti e anche i pezzi più deboli - o forse semplicemente i meno orecchiabili - hanno iniziato a piacermi.
Una cosa vorrei evidenziare: i Casino Royale sono radicati in Milano e - per me che ci vivo - i loro suoni ma soprattutto i loro testi parlano di una città dalle mille sfacettature, considerata la più europea d'Italia, ma al tempo stesso una città molto provinciale. Insomma: sono il gruppo che meglio rappresentava questa città ai tempi di CRX e - nonostante la latitanza - il binomio è tutt'ora più che valido.
Devo dirvi qualcos'altro o l'avete capito da soli che 'sto disco mi piace un casino?
08 maggio 2012
07 maggio 2012
giacomo bianco
Non sono mai stato un grande fan dei White Stripes, ne' dei The Dead Weather, ne' dei Raconteurs, però quando ho saputo dell'uscita di un disco solista di Jack White, mi si sono rizzate le antenne.
Parliamoci chiaro: quest'uomo ha un talento decisamente fuori dal comune. Poi possono piacere certe cose più che altre, ma per me è indubbio che quello che ha fatto come autore, batterista, chitarrista e anche come produttore è qualcosa che raramente si trova in un ragazzo così giovane.
Insomma stavo dicendo: ero molto cuorioso di sentire l'esordio solista di un artista così prolifico. Cioè, certi dischi vanno ascoltati quanto meno per una sorta di rispetto.
Non avevo aspettative nei confronti del disco perché - come detto - quest'uomo ha fatto così tante cose e così diverse tra loro che non sapevo da che parte pendesse l'ago della bilancia.
Cioè, Jack, tu - sì proprio tu, Jack - che cosa vuoi fare della tua vita, musicalmente parlando?
Beh, la risposta dentro a questo disco è: tutto. Voglio fare tutto. E non rinnego niente.
Sì, perché il disco è quanto meno eterogeneo: blues, folk, rock, indie, ballad. C'è un po' di tutto, insomma. Basta vedere i primi due singoli, "Love Interruption" e "Sixteen Saltines", che forse corrispondono agli antipodi delle scelte musicali che Jack White ha operato per completare la scaletta della sua opera.
Comunque un disco che si mertita un bel 7/10 in pagella.
Lo conferma il fatto che da un paio di settimane è in heavy rotation nelle mie orecchie.
Parliamoci chiaro: quest'uomo ha un talento decisamente fuori dal comune. Poi possono piacere certe cose più che altre, ma per me è indubbio che quello che ha fatto come autore, batterista, chitarrista e anche come produttore è qualcosa che raramente si trova in un ragazzo così giovane.
Insomma stavo dicendo: ero molto cuorioso di sentire l'esordio solista di un artista così prolifico. Cioè, certi dischi vanno ascoltati quanto meno per una sorta di rispetto.
Non avevo aspettative nei confronti del disco perché - come detto - quest'uomo ha fatto così tante cose e così diverse tra loro che non sapevo da che parte pendesse l'ago della bilancia.
Cioè, Jack, tu - sì proprio tu, Jack - che cosa vuoi fare della tua vita, musicalmente parlando?
Beh, la risposta dentro a questo disco è: tutto. Voglio fare tutto. E non rinnego niente.
Sì, perché il disco è quanto meno eterogeneo: blues, folk, rock, indie, ballad. C'è un po' di tutto, insomma. Basta vedere i primi due singoli, "Love Interruption" e "Sixteen Saltines", che forse corrispondono agli antipodi delle scelte musicali che Jack White ha operato per completare la scaletta della sua opera.
Comunque un disco che si mertita un bel 7/10 in pagella.
Lo conferma il fatto che da un paio di settimane è in heavy rotation nelle mie orecchie.
03 maggio 2012
reclusi dalla pioggia
Si prospettava un bel ponte da sabato a martedì compreso.
E si pensava giustamente a cosa fare, a dove andare. E invece niente: siamo stati a casa.
Che poi non so se chi sta leggendo ha dei figli, ma anche se così non fosse vi posso dire una cosa io: con due bambine (o bambini che siano, anzi se sono maschi forse è peggio), chiuse in casa si rischia l'autocombustione da rincoglionimento.
Ma noi non ci siamo fatti scoraggiare e, visto che la pioggia imperversava su tutto il nord Italia, abbiamo deciso di rimanere a Milano. A fare cosa?
Avete presente quel mobile che avete sul terrazzo che primo o poi dovete buttare via? e fare ordine nei cassetti? e cambiare le sedie? e i giri in discarica? e - perché no - finire il libro di Palahniuk?
Ecco, questi quattro giorni li abbiamo trascorsi così. Per poi accorgersi che c'erano ancora alcune cose da fare. Sì perché in casa propria le cose da sistemare non finiscono mai.
E non abbiamo neanche minimamente pensato alla cantina, che è - a parte biciclette e albero di Natale - praticamente immutata dal giorno in cui ci siamo trasferiti. Li si rischia veramente di venire risucchiati.
Ma non c'è da preoccuparsi: le previsioni danno brutto tempo ancora per i prossimi due w/end.
in foto: il massimo della mia capacità manuale: montare le sedie dell'Ikea.
Con l'immancabile brugola, ovviamònt.
E si pensava giustamente a cosa fare, a dove andare. E invece niente: siamo stati a casa.
Che poi non so se chi sta leggendo ha dei figli, ma anche se così non fosse vi posso dire una cosa io: con due bambine (o bambini che siano, anzi se sono maschi forse è peggio), chiuse in casa si rischia l'autocombustione da rincoglionimento.
Ma noi non ci siamo fatti scoraggiare e, visto che la pioggia imperversava su tutto il nord Italia, abbiamo deciso di rimanere a Milano. A fare cosa?
Avete presente quel mobile che avete sul terrazzo che primo o poi dovete buttare via? e fare ordine nei cassetti? e cambiare le sedie? e i giri in discarica? e - perché no - finire il libro di Palahniuk?
Ecco, questi quattro giorni li abbiamo trascorsi così. Per poi accorgersi che c'erano ancora alcune cose da fare. Sì perché in casa propria le cose da sistemare non finiscono mai.
E non abbiamo neanche minimamente pensato alla cantina, che è - a parte biciclette e albero di Natale - praticamente immutata dal giorno in cui ci siamo trasferiti. Li si rischia veramente di venire risucchiati.
Ma non c'è da preoccuparsi: le previsioni danno brutto tempo ancora per i prossimi due w/end.
in foto: il massimo della mia capacità manuale: montare le sedie dell'Ikea.
Con l'immancabile brugola, ovviamònt.
27 aprile 2012
indovina la citazione - 23
Anche per questa puntata di "indovina la citazione", mi duole dirvi che indovinarlo all'ultima è troppo facile! Dai, dai, provate.
01 - Se volete il mio parere siamo eterosessuali per approssimazione, non per scelta. È solo una questione di chi ti tira. È solo una faccenda di estetica, non c'entra una mazza la moralità.
02 - Tu trovi che quest'approccio di solito funziona? O lasciami indovinare, non l'hai mai tentato prima. Infatti normalmente non fai approcci alle ragazze, ho ragione?
La verità è che sei un ragazzo sensibile e calmo ma, se fossi pronta a correre il rischio, potrei scoprire il tuo lato nascosto: brillante, avventuroso, appassionato, tenero, leale - TAXI! - un po' cattivo e un po' pazzoide ma, ehi, non è questo che intriga noi ragazze?
03 - Ursula Andress! La quintessenza delle pupe di Bond! È quello che dicono tutti. L'incarnazione - giusto? - della sua superiorità su di noi. Bellissima, esotica, grande sensualità eppure, del tutto inaccessibile a chiunque a parte lui. Cagate! Insomma, ammettiamolo dico io: se si fa uno di Edimburgo si può fare tutti noi no, cazzo?
04 - È una merda essere scozzesi! Siamo il peggio del peggio, la feccia di questa cazzo di terra, i più disgraziati, miserabili, servili, patetici avanzi che siano mai stati cagati nella civiltà.
Ci sono quelli che odiano gli inglesi, io no! Sono solo delle mezze seghe! d'altra parte noi siamo stati colonizzati da mezze seghe, non troviamo neanche una cultura decente da cui farci colonizzare. Siamo governati da palle mosce!
05 - Prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini.
06 - Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?
01 - Se volete il mio parere siamo eterosessuali per approssimazione, non per scelta. È solo una questione di chi ti tira. È solo una faccenda di estetica, non c'entra una mazza la moralità.
02 - Tu trovi che quest'approccio di solito funziona? O lasciami indovinare, non l'hai mai tentato prima. Infatti normalmente non fai approcci alle ragazze, ho ragione?
La verità è che sei un ragazzo sensibile e calmo ma, se fossi pronta a correre il rischio, potrei scoprire il tuo lato nascosto: brillante, avventuroso, appassionato, tenero, leale - TAXI! - un po' cattivo e un po' pazzoide ma, ehi, non è questo che intriga noi ragazze?
03 - Ursula Andress! La quintessenza delle pupe di Bond! È quello che dicono tutti. L'incarnazione - giusto? - della sua superiorità su di noi. Bellissima, esotica, grande sensualità eppure, del tutto inaccessibile a chiunque a parte lui. Cagate! Insomma, ammettiamolo dico io: se si fa uno di Edimburgo si può fare tutti noi no, cazzo?
04 - È una merda essere scozzesi! Siamo il peggio del peggio, la feccia di questa cazzo di terra, i più disgraziati, miserabili, servili, patetici avanzi che siano mai stati cagati nella civiltà.
Ci sono quelli che odiano gli inglesi, io no! Sono solo delle mezze seghe! d'altra parte noi siamo stati colonizzati da mezze seghe, non troviamo neanche una cultura decente da cui farci colonizzare. Siamo governati da palle mosce!
05 - Prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini.
06 - Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?
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