18 aprile 2023

The Whale - Darren Aronofsky

Bello bello bello! Quanto mi è piaciuto The Whale di Aronofsky!

La trama: un professore di letteratura, prigioniero della sua obesità fuori controllo, vive sul divano di casa, da cui si alza (con estrema difficoltà) solo per andare in bagno e per ritirare il cibo alla porta, peraltro senza mai farsi vedere dai rider che glielo consegna. Quando scopre che gli rimane poco tempo da vivere, cerca di riallacciare i rapporti con la figlia.

The Whale mi ha ricordato molto uno dei procedenti film di Aronofsky, The Wrestler: in entrambi ho trovato quel dolore per una vita ormai allo sbando, che cerca una possibile redenzione nel tentativo di riallacciare i rapporti con la propria figlia, così da dare un significato (almeno finale) alla propria esistenza.

Ho sempre detto che mi piacciono le storie dove i protagonisti non hanno niente da perdere, perché le loro azioni sono drastiche e mi portano a pensare come avrei agito io al posto loro. Ecco, in questo senso The Whale per me è un film meraviglioso: mi ha lasciato tante cose su cui riflettere, infatti l'ho lasciato sedimentare e me lo sono portato appresso un paio di giorni.

E poi, vabbè, c'è Brendan Fraser che è veramente strepitoso. Tanto da non poter immaginare nessun altro al suo posto. E anche qua il paragone con The Wrestler è immediato: l'impiego di attori ormai usciti dal giro della Hollywood dei blockbuster, sembra essere un requisito primario, per Aronofsky, affinché interpretino dei veri personaggi fragili e malinconici.



21 marzo 2023

Marcel the Shell - Dean Fleischer-Camp

Un giorno un giovane regista si trasferisce in una casa sfitta, affittata attraverso AirBnB, e trova tra gli inquilini una tenera e giovanissima conchiglia antropomorfa, Marcel, che abita lì con la nonna. E così decide di girare un documentario sul simpatico mollusco e sui suoi bizzarri modi di utilizzare il cibo o i piccoli elettrodomestici di casa a proprio vantaggio. Grazie a Youtube, i video del ragazzo diventano virali e, di conseguenza, Marcel una star. La conchiglia decide allora di sfruttare la sua popolarità per ritrovare il resto della famiglia, che aveva perso durante il trasloco della coppia che aveva vissuto in quella casa fino a 2 anni prima.

Girato con la tecnica dello stop-motion, Marcel the Shell è un piccolo capolavoro che vi toccherà i sentimenti. Ma attenzione: non lo fa facendo leva sulla retorica più bieca, ma grazie alla sua spontaneità, alla freschezza e a un soggetto molto originale.

In quanto snob che va a vedere i film solo in lingua originale, mi chiedo come hanno fatto (o faranno) a rendere la voce di Marcel in italiano, perché vedendo la versione originale proprio non posso concepirne un doppiaggio.

Film delicato che parla di massimi sistemi attraverso una storia che più piccola non si può.



21 febbraio 2023

Living - Oliver Hermanus

Siamo a Londra, negli anni '50, e Mr Williams è un gentleman inglese rispettato e irreprensibile. Capo di un ufficio municipale, conduce una vita sempre regolare e distaccata, divisa tra scartoffie lavorative e, ormai vedovo, poche distrazioni serali. Fino a che non gli viene diagnosticato un male incurabile e da lì la sua vita prenderà una svolta.

Living è un remake del film di Akira Kurosawa "Vivere", che io non ho visto. Penso però che se ci sono due nazioni dove il controllo delle emozioni sia portato ai massimi livelli siano proprio il Giappone e l'Inghilterra, specie quella del dopoguerra, quindi non mi stupisce che il remake di Oliver Hermanus sia ambientato nella capitale inglese.

Bill Nighy (Mr Williams) è probabilmente nella migliore interpretazione della sua carriera (anche se per me sarà sempre Quentin, il capitano di "I Love Radio Rock") e ci regala un personaggio meraviglioso, che si ritrova a fare i conti con la propria vita, inizialmente sottraendosi ai suoi doveri, per poi decidere di prendere in mano quello che resta dei suoi giorni e cercare di portare il proprio contributo a un mondo migliore.

Parliamoci chiaro: il film è abbastanza retorico e prevedibile, ma non manca di scene commoventi e ti lascia qualche riflessione, una volta usciti dalla sala (cosa che, come ho già detto in passato, è rilevante, nel mio modo di intendere il cinema). Insomma, probabilmente una pellicola che non passerà alla storia, ma che ho visto con piacere.



16 febbraio 2023

Gli spiriti dell'isola - Martin McDonagh

La trama: siamo nel 1923 su un'isola, a largo della costa irlandese. Le giornate scorrono sempre uguali e, visto l'esiguo numero di abitanti, sempre tra le stesse facce. L'amicizia storica tra Padraic e Colm viene interrotta da quest'ultimo, adducendo come scusa che il suo storico amico è noioso e che lui non ha tempo da perdere perché vuole dedicarsi a comporre musica. Gli chiede quindi di non parlargli più e, se lo farà, lui stesso si taglierà un dito della mano ogni volta che Padraic gli rivolgerà la parola.

Girato nella suggestiva isola di Inishmore (una delle isole Aran), Gli Spiriti dell'Isola prende a prestito la storia dei due amici per raccontarci della lotta fratricida irlandese, in cui si è disposti a fare del male a se stessi pur di danneggiare gli altri. Chiave di lettura data da un ragazzo nell'unico pub della zona, quando sentenzia "una volta almeno combattevamo contro gli inglesi; adesso ci facciamo la guerra tra noi".

E così, in nome di una gloria più grande (Colm è convinto che riuscirà a scrivere un brano di musica tradizionale che passerà alla storia) si punta sulle diversità per creare una faida, dove alla fine tutti ci rimettono (penso a Dominic, quello che in maniera un po' semplice potrebbe essere definito lo scemo del villaggio e alla sorella di Padraic, praticamente costretta a scappare via dall'isola in cui è nata e cresciuta).

Insomma un film bellissimo, anche se molto amaro che ci insegna che le ferite non si rimarginano con tanta facilità e che spesso ci concentriamo più su quello che ci divide anziché quello che ci accomuna con i nostri simili. Chissà se McDonagh l'ha girato pensando anche a quanto sta succedendo in Ucraina.



04 febbraio 2023

Close - Lukas Dhont

La trama: Leò e Remi sono due amici fraterni, nonché vicini di casa, nonché compagni di scuola. Fanno tutto insieme, tanto che non risulta strano se uno mangia a casa dell'altro o l'altro dorme a casa dell'uno. Ma la magia che li circonda viene spezzata dal cambio di età e dal passaggio alla scuola superiore, in un ambiente che mette alla prova le loro certezze e la loro ingenuità.

Close è un film che pone l'attenzione sul difficile momento dell'adolescenza e sulla perdita dell'innocenza. L'età in cui i commenti dei compagni di scuola possono lasciare segni importanti, per cui, per scongiurare di essere etichettato come omosessuale, Leò si ritroverà suo malgrado a non aspettare l'amico per recarsi insieme a scuola o mostrare la sua mascolinità iscrivendosi a hockey su ghiaccio.

Il film di Lukas Dhont è un film molto delicato, fatto di sguardi, di colori, di silenzi. Ci porta nel mondo di due ragazzi innocenti che, a causa dello sguardo malizioso che il mondo posa su di loro, si divideranno in maniera irrecuperabile. Un film struggente nella sua linearità, con una regia e una fotografia veramente notevoli. E pensare che è solamente il secondo lungometraggio di Dhont. Devo assolutamente recuperare il primo.

i due giovani protagonisti e la mamma di Remi: tre interpretazioni strepitose


12 gennaio 2023

Accabadora - Michela Murgia

Capita che ti regalino un libro e capita pure che tu non abbia il coraggio di dire "ce l'ho già", perché sai che donare un libro è consegnare un pezzo di te stesso a qualcun altro (io almeno la penso così). Parlavo proprio di ciò, una sera, a casa di un'amica e lei mi ha mostrato i suoi doppi, tra cui "Accabadora" di Michela Murgia e ha deciso di regalarmene una copia. 

Non avevo mai letto nulla di Michela Murgia. So a malapena chi sia, perché ogni tanto mi capita di leggere il suo nome tra le sterili polemiche (da cui mi tengo volentieri alla larga) che affollano la rete e i social media in particolare. È quindi con interesse che ho approcciato quello che, a detta di alcuni, è il suo libro migliore: "Accabadora", appunto.

Ambientato in una Sardegna di altri tempi, il libro racconta di due donne e della anomala situazione che le unisce: Tzia Bonaria e la giovanissima Maria. La Tzia vive da sola e decide di prendere Maria (quarta di 4 sorelle) come filla de anima, una sorta di tacita e non regolarizzata adozione. In pratica un accordo stipulato tra una donna sola e una famiglia che ha fin troppi figli e non riesce a mantenerli tutti.

La vita di Maria scorre tranquilla fino a che non si accorge che Bonaria di notte si allontana da casa, in un alone di mistero. La donna, infatti è un'accabadora: una che aiuta le persone in fin di vita a morire, per far terminare il loro dolore (in maniera consenziente, ovviamente). Da lì la sua vita cambierà.

Il libro è carino, si legge in fretta, ed è scritto bene. Ma le tematiche sono quello che mi hanno appassionato di più: l'eutanasia e le adozioni, oggi, sono una realtà civile e sociale, ma di fatto sono sempre esistite. Non c'erano carte da compilare, non c'erano burocrazie e tempi da rispettare, ma si compiva tutto secondo leggi non scritte, che una comunità (come quella del piccolo paese di Soreni, dov'è ambientato il libro) accettava e comprendeva.

Oggi sentiamo l'esigenza di regolarizzare e legiferare su tutto, fondamentalmente perché il buon senso e il vivere civile sono sprofondati, lasciando spazio a egoismi e interessi economici. Tendenzialmente non sono un nostalgico, ma non si stava meglio quando si era guidati semplicemente dalla ragione?



17 novembre 2022

Amsterdam - David O. Russell

Ormai affezionato alle proiezioni in lingua originale del lunedì, sono andato a vedermi Amsterdam, l'ultimo film di David O. Russell, nonostante le diverse critiche negative sentite in giro. Il trailer devo dire che ispirava molto: cast stellare, fotografia eccellente e plot interessante. 

La trama: ambientato negli anni 30, il film racconta di due amici dai tempi della guerra (Christian Bale e John David Washington) alle prese con il cadavere del generale Meekins, colui che li aveva fatti incontrare sotto le armi. Una morte molto sospetta, che fa pensare a un omicidio premeditato, o addirittura a una cospirazione nazionale. Cosa e chi si nasconde sotto questa morte improvvisa?

Il film è tutto sommato godibile e divertente. Cosa non funziona allora in Amsterdam? 

Innanzitutto il plot narrativo (benché ispirato a una storia vera, come viene esplicitato all'inizio e alla fine del film) è abbastanza blando, con colpi di scena telefonati. Non solo: le spiegazioni "a prova di pirla" (come si direbbe a Milano) lo indeboliscono ulteriormente.

L'altro punto debole è l'aspettativa. È chiaro che un film con un cast così squillante generi un'attesa che difficilmente possa venire ripagata. Stelle del calibro di Robert De Niro vengono impiegate per pochi minuti, lasciandoti con l'amaro in bocca. Christian Bale giganteggia su tutti (ma questa non è una novità) e Margot Robbie gli sta al passo, ma John David Washington è abbastanza spento. Chris Rock assolutamente inutile, così come Taylor Swift e forse anche Zoe Saldana. Insomma, la sensazione è che tutti questi grandi nomi siano solo un gancio per portare la gente al cinema e non diano un contributo al film.

Come dicevo, nella sua totalità il film è godibile, ma si esce dalla sala con la bocca un po' storta. E, vabbè, sempre più innamorati di Margot Robbie, che ad ogni inquadratura mi ha fatto fare dei sosiproni.



02 novembre 2022

Triangle of Sadness - Ruben Ostlund

Il triangolo della tristezza, come ci viene comunicato all'inizio del film, è quel solco tra le sopracciglia e il naso, che i modelli e le modelle irrigidiscono per sembrare sexy e superiori, quando sono testimonial delle grandi marche. Da questo piccolo dettaglio parte il film, una dichiarata critica al nostro mondo, ormai fatto di finzione e di immagini sempre più social.

Vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes, l'ultima fatica di Ostlund, ci racconta di una crociera extralusso, popolata da gente ricchissima e viziata, che finisce in un naufragio. I pochi superstiti si ritroveranno su un'isola su cui i ruoli vengono completamente ribaltati, poiché il denaro conta poco o nulla, ma prevale l'arte di sapersi arrangiare. 

Come detto, il film è una critica neanche troppo velata al mondo dell'apparire, dove chi è molto ricco o molto bello, può decidere di vita o di morte sulle altre persone (emblematica la scena in cui una signora si lamenta delle vele sporche e Woody Harrelson le risponde che, essendo una barca a motore, non ha vele, ma lei chiede che vengano pulite lo stesso). La carrellata di personaggi è raccapricciante: c'è chi è diventato milionario "vendendo merda" o fabbricando armi, donne rifatte e chi ordina perentoriamente allo staff dello yacht di divertirsi. In tutto ciò il comandante dello yacht (Woody Harrelson, appunto) se ne sta chiuso il più possibile chiuso nella sua cabina, incurante del proprio ruolo e degli ospiti, ascoltando l'internazionale socialista e alcolizzandosi.


Triangle of Sadness è un film godibile e divertente. Certo, noi italiani non possiamo non pensare a "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto", dove già si esplorava il ribaltamento dei ruoli e sempre su un'isola deserta. Rispetto al film della Wertmuller, questo ovviamente è più moderno, più ricco, ma per certi versi anche più stereotipato. Insomma, non conosco gli altri lungometraggi in gara a Cannes, ma forse la Palma d'Oro è un po' eccessiva.


24 ottobre 2022

Everything Everywhere All at Once - Daniel Kwan, Daniel Scheinert

Non so voi, ma io un film così non l'ho mai visto. Per quanto mi riguarda Everything Everywhere all at Once potrebbe tranquillamente diventare un cult movie, perché è talmente fuori di testa che non è annoverabile a niente. È un film sul multiverso? sì. È un film di "mazzate"? sì. È un film comico? non lo so, però vi assicuro che ho riso moltissimo. 

Un piccolo sunto: Evelyn gestisce una lavanderia a gettoni con grossi problemi finanziari, ha una figlia adolescente con cui non riesce a comunicare, un padre rincoglionito e un matrimonio agli sgoccioli. Ma un giorno - mentre si reca all'agenzia delle entrate - viene in contatto con un uomo proveniente da un altro mondo che si "impossessa" del corpo di suo marito e le dice che in una vita parallela lei è una mega cazzuta e che solo lei può salvare il mondo da un supercattivo che vuole distruggere tutto.

So che sembra una copia di Terminator, ma vi assicuro che non è così, perché da lì parte una trama assolutamente non complicata (specie se si pensa ai vari film dove diversi mondi si incontrano) in cui regnano mazzate e comicità assurda.

Se per voi il cinema è intrattenimento, senza troppo spazio alla credibilità, andatelo a vedere. Io mi sono divertito molto. 



03 ottobre 2022

La Strada - Cormac McCarthy

Come già detto in passato, ogni tanto abbandono i libri "che mi piacciono" per colmare le mie innumerevoli lacune letterarie. E così, quest'estate, quando ho trovato La Strada di Cormac McCarthy nel cestone delle offerte in una libreria, ho deciso di prenderlo, forte del fatto che, se ci hanno realizzato pure un film (che non ho ancora visto), varrà la pena leggerlo.

La trama: in un futuro distopico, il mondo è ridotto a cenere e macerie a causa di un non ben precisato cataclisma. Un padre e un figlio (di cui neanche conosciamo il nome per tutta la durata della storia) compiono un lungo viaggio a piedi, lottando per la sopravvivenza, cercando cibo ed evitando le poche persone ormai rimaste in vita, perché non capiscono se siano bene o male intenzionate.

Ora, io capisco perché il libro sia diventato un cult: la difficoltà di preservare chi ami, la lotta per  rimanere umani nonostante tutto, la paura dell'ignoto, ecc. Però bisogna fare i conti con una pesantezza di fondo che, se già per caso non passate un periodo felice della vostra vita, ecco, questo non è proprio il libro per voi. A me è risultato particolarmente indigesto e l'ho trovato anche un po' noioso. Fortunatamente il tipo di scrittura lo rende lo rende scorrevole e quasi leggero.

già dalla copertina, l'ottimismo regna sovrano

27 settembre 2022

Don't Worry Darling - Olivia Wilde

Siamo negli anni 50, e Alice e Jack sono una giovane coppia molto innamorata che vive in una sorta di cittadina ideale: i mariti tutte le mattina vanno a lavorare, le mogli stanno a casa o fanno shopping, e tutte le giornate sembrano scorrere felici e senza problemi. Ma dietro a un'esistenza così perfetta si nasconde qualcosa che non funziona.

Don't Worry Darling, secondo film alla regia per Olivia Wilde è un thriller che è stato molto criticato per diversi motivi, tutti comprensibili. Dal mio punto di vista ho avuto la sensazione che venissero saccheggiati alcuni capisaldi della cinematografia: da The Truman Show a Blade Runner, e altri che sicuramente "riconoscerete" durante la pellicola (se avete intenzione di vederla).

Nonostante la premessa, il film mi è piaciuto, l'ho trovato interessante (anche se l'inizio mi aveva lasciato perplesso) e sono uscito dalla sala soddisfatto. Oltre al coinvolgimento della parte thriller (che è comunque avvincente, con il passare dei minuti), ho percepito una forte critica allo stile di vita frivolo e artefatto della vita americana e ancora di più al ruolo della donna in questo sistema.

Insomma, sono andato al cinema un po' scettico, ma alla fine ero contento. Ah, un'ultima cosa per la mia amica Olivia: meno manierismo, darling: stai più sobria perché certe scelte da "mo' ve faccio vede come sono brava pure a fare 'a regggista" dopo un po' stancano: "less is more", come si suol dire. Lascia parlare il film e gli attori.

Florence Plugh, nella parte di Alice, veramente brava

22 settembre 2022

Le buone stelle - Hirokazu Kore'eda

In una notte piovosa, una giovanissima madre in difficoltà abbandona il suo neonato in una "baby-box" (spazio in cui le donne lasciano i bambini di cui non possono prendersi cura) di un ente benefico. A prenderlo, però, non sono dei medici, ma due uomini che gestiscono un'attività di contrabbando di bambini (benché in maniera un po' naive). Il film è una sorta di road movie in cui i due uomini cercano la coppia giusta a cui affidare il bambino. A grandissime linee la trama è questa, e credetemi che non aggiungo altro per non rovinarvi le varie sorprese. 

Passando alle impressioni personali, posso dirvi che Le Buone Stelle non è esente da difetti, ma mi è piaciuto molto. Sì, perché certe "licenze" le concedo volentieri, se il film mi lascia qualcosa nelle viscere. 

Il perno centrale sicuramente è la famiglia: quella di origine, quella che ti scegli, quella che ti costruisci, ma anche quella allargata, fatta di affetti e di legami profondi. E il viaggio intorno a cui si srotolano le vicende, crea una famiglia allargata, in cui non si capiscono bene i ruoli, ma in cui ognuno può dare il proprio contributo. 

Si ride, ci si commuove, ci si appassiona. Per me il cinema è questo.



21 settembre 2022

L'immensità - Emanuele Crialese

Il film L'immensità è ambientato nella Roma degli anni '70 e racconta di un'adolescente, Adriana, che si sente maschio (tanto da presentarsi come Andrea agli estranei) e della famiglia "tradizionale" (per usare un termine tanto caro alla destra dei nostri giorni) in cui cresce.

I tormenti di Adriana sembrano essere capiti solo dalla madre, Clara, una donna perennemente in lotta con il marito e le convenzioni sociali, che cerca di affermare la propria identità e quella della figlia.

Il film è decisamente sopra la sufficienza per atmosfere, temi trattati e regia. La cosa che però mi ha lasciato perplesso è che il perno di tutto il plot - che sarebbe la tematica gender - non si risolve: Crialese gira intorno alla questione, ne racconta le difficoltà, ma non ne trova mai una soluzione. Insomma, il film è gradevole, ma sembra solo un grande coming out del regista romano. 

Luana Giuliani e Penelope Cruz, interpretano Adriana/Andrea e Clara

06 settembre 2022

ciclabile del Danubio

Finalmente, dopo anni che la puntavo, sono riuscito a percorrere la Ciclabile del Danubio: 330 km, da Passau a Vienna, tendenzialmente in piano, affiancato dal grande fiume e (quasi sempre) lontano dalle macchine. 


Fortunatamente ci sono state diverse giornate di sole e solo un paio di pioggia. Partito da Passau la domenica a pranzo, sono riuscito a tenere un chilometraggio giornaliero costante e arrivare a Vienna il venerdì, come previsto. 

Le disavventure non sono mancate, tipo la catena rotta o - più preoccupante - un incidente con una macchina, in uno dei pochi incroci con le strade trafficate. Incidente avvenuto a velocità molto ridotta, quindi senza conseguenze ne per me ne per la bici. Giusto un paio di insulti al ragazzo che guidava la vettura, che comunque si è scusato mille volte, quindi, passato lo spavento, è tornato tutto alla normalità.

Insomma, una bella avventura che ha messo a dura prova i miei muscoli ma soprattutto le mie chiappe (nonostante i pantaloncini imbottiti). Come temevo, non è stata colpa del chilometraggio giornaliero, per cui mi ero allenato, quanto la sequenza di giorni in sella, che mi ha fiaccato.



Nel totale una gran bella avventura, ricca di birra - of course -, di gente conosciuta, di panorami bellissimi e di confronto con me stesso. 

08 agosto 2022

shameless

Avete presente la famigliola felice delle pubblicità? Quella del Mulino Bianco, per intenderci. Beh, sappiamo tutti essere falsa, o quantomeno "aspirazionale" come si dice, appunto, in pubblicità: genitori sorridenti, figli felici, natura, sole che splende... vorrei una vita così, quindi compro quel prodotto (detta in maniera semplice, ma il meccanismo è quello).

Ecco, adesso immaginatevi l'esatto opposto: sobborgo povero di una metropoli, madre bipolare scappata di casa, un figlio con problemi di alcolismo, uno omosessuale e bipolare pure lui, uno che se non stai attento dà fuoco alla casa, eccetera. E il padre? Lui è il peggiore di tutti. Se lo trovate in casa, probabilmente è ubriaco, sdraiato sul pavimento, che sguazza nel suo stesso vomito.

Riuscite a immaginarveli? Se rispondete di sì, è solo perché conoscete i Gallagher, protagonisti di una delle serie più belle di sempre (se avete lo stomaco forte): Shameless


Ambientata nel South Side di Chicago, Shameless racconta le (dis)avventure della famiglia Gallagher, dei loro vicini Kevin e Veronica, di amori, lavori, figli e tanto altro. Ben comprendendo che è una fiction, i problemi sono assai reali, e le soluzioni per arginarli sono un vero e proprio calvario. Quest'estate la serie è giunta alla sua undicesima nonché ultima stagione e, benché alcuni capitoli siano meno riusciti di altri, nel complesso il voto è più che alto. 

Il fulcro di tutto è Frank (interpretato magistralmente da William H. Macy), il padre della tribù, pessimo esempio per i figli e personaggio alquanto singolare: ubriacone, drogato, ingannatore, doppiogiochista, approfittatore, ma non si sa come, non riesci a non volergli bene. Certi giorni fai il tifo per lui, certi giorni lo vorresti vedere morto (ed è quello che pensa anche la sua prole).

Troppe cose ci sarebbero da aggiungere a questa specie di recensione. Dirò solo che Lip e Fiona sono stati i miei personaggi preferiti. In certi atteggiamenti mi sono riconosciuto molto in Lip e nel suo modo di ragionare. Invece Fiona... beh, come fai a non innamorarti di Fiona...

01 maggio 2022

il battesimo del fuoco

Ho sempre cercato di trasmettere la passione per la musica alle mie figlie e loro sembrano gradire, quindi a poco a poco parlo loro dei Led Zeppelin, dei Beatles, ma anche dei Soundgarden, o i Royal Blood, soprattutto nei nostri continui spostamenti tra Milano e Bergamo.

I Ministri e Caparezza, tra gli italiani, sono quelli che attecchiscono di più, quindi Venerdì 29 aprile c'è stato finalmente il battesimo del fuoco e le ho portate al loro primo concerto: i Ministri a Trezzo d'Adda. Sia Anita che Elena erano super felici. Anita addirittura ha detto che a un certo punto si è commossa.

Lo show è stato (come sempre) travolgente, già dalle prime note della prima canzone, che per l'occasione era "Peggio di Niente". Ovviamente mi sono guardato bene dallo spoilerare alle mie figlie l'ormai tradizionale stage diving del cantante sulle note di "Il bel Canto", così da potermi godere a pieno le loro facce e le loro reazioni.

Serata mitica.




06 aprile 2022

Mrs Maisel

Ambientata nella New York degli anni 50, The Marvelous Mrs Maisel segue le vicende di Miram "Midge" Maisel (interpretata da una strepitosa Rachel Brosnahan), una ricca casalinga ebrea dell'Upper West Side, che si trova - quasi suo malgrado - a diventare una stand up comedian che calca i palchi dei fumosi locali del Greenwich Village.


Sì, vi ho spoilerato il primo episodio, lo ammetto. Ma il bello di questa serie tv (che al momento consta di 4 stagioni) non è tanto la trama, che è comunque avvincente. Quello che mi ha tenuto inchiodato allo schermo sono le situazioni comiche e le disavventure di una donna (quasi) normale, ma soprattutto i dialoghi e le conseguenti performances comiche che ne vengono fuori.

I dialoghi, a mio modo di vedere sono il vero motore trainante, tanto da far impallidire tutte le sit-com esistenti. Infatti The Marvelous Mrs Maisel è una delle poche serie che, con l'inizio della quarta stagione, ho voluto rivedermi dal primissimo episodio e me lo sono rigustato appieno.

Ovviamente qualsiasi sceneggiatore sa che non puoi reggere 4 stagioni su un'unica protagonista e quindi grande plauso va all'interpretazione dei vari personaggi secondari, tra cui spiccano i bravissimi  Tony Shaloub e Kevin Pollack, che avrete già visto in diversi film o serie, rispettivamente padre e suocero di Midge. Menzione, ovviamente, anche per la coprotagonista Susie (l'attrice Alex Borstein), con un personaggio completamente fuori dagli schemi.

E a proposito di personaggi secondari, io vorrei uno spin-off su questi due tizi qua sotto.



01 aprile 2022

Ghost - Impera

Ho visto un meme che recitava più o meno così: "i Ghost sono il figlio illegittimo degli Abba e i Black Sabbath". E devo dire che ci va abbastanza vicino: le chitarre distorte e i toni cupi si mixano piacevolmente con coretti e melodie pop. 

Annoverati come band metal, infatti, i Ghost vengono spesso accusati di non essere metal. E anche questo ha senso. Ma noi della nutrita redazione di Suevele ce ne sbattiamo allegramente di etichette e cliché vari, per cui passiamo a recensire (più o meno, dai) l'ultima fatica del gruppo svedese, dal titolo Impera.

Vi spoilero già il finale: dopo un ascolto abbastanza accurato, a me il disco piace. E pure parecchio. Non sarà certo un album che passerà alla storia, sia chiaro, ma chi ama i Ghost, ci ritroverà tutti gli elementi che li contraddistinguono, ovvero le atmosfere barocche, il massiccio uso di synth, le chitarre pesanti, un po' di rock sinfonico e nel brano "Respite on the Spitalfields" pure una strizzatina d'occhio al prog rock.

E basta, penso non ci sia altro da dire, perché da un certo punto in avanti si passa veramente nei gusti personali e, come detto, a me loro piacciono parecchio. Dategli una possibilità, lontani da preconcetti, e se non vi piacerà non vi biasimerò di certo.



24 marzo 2022

Licorice Pizza

Penso che Paul Thomas Anderson sia un bravo regista e alcuni suoi film, "Magnolia" e "il Petroliere" su tutti, mi sono piaciuti parecchio e quindi sono andato al cinema a vedere Licorice Pizza con un discreto entusiasmo, spinto anche dalle ottime recensioni lette in giro. All'uscita, però, io e la mia amica Manu, ci guardavamo un po' perplessi. Dov'era il "capolavoro" che avremmo dovuto vedere? Un film che non ci ha lasciato nulla, se non un "mah..."

Ci ho pensato un paio di giorni e secondo me ci sono 3 cose che non funzionano: 

Innanzitutto la storia d'amore tra i 2 protagonisti non appassiona. Avete visto Sex Education o Atypical? Siete rimasti coinvolti nelle questioni adolescenziali anche se non siete più adolescenti? Beh, in questo caso, io non sono rimasto per niente coinvolto. Il perché non lo so dire (forse perché lei è una stronza fotonica? Boh!)

Secondo punto: la Los Angeles degli anni 70, per PTA probabilmente evoca un periodo storico/sociale particolarmente vivo, a me sembra un pianeta lontano anni luce. E anche questo non ha aiutato.

Terza questione: inserti a cazzo di cane. Hanno scomodato Sean Penn e Bradley Cooper (per dirne due) per cosa? Niente di niente. Sono situazioni incollate lì senza un motivo, avulse dalla storia.

Insomma, per farla breve, tutto sto clamore verso questo film io non l'ho visto. Addirittura a un certo momento mi stavo addormentando. La domanda sorge spontanea: se l'avesse fatto un regista sconosciuto, si parlerebbe comunque di capolavoro?


e poi che cazzo c'avevano sempre da correre 'sti 2 qua?

06 gennaio 2022

un capodanno inaspettato

Il mio primo Capodanno da single mi ha preso un po' alla sprovvista. Non ho organizzato niente di particolare, soprattutto perché fino all'ultimo non sapevo quante e quali ferie avessi. Quando, oramai a ridosso del Natale, ho capito i giorni a disposizione, la scelta più naturale mi è sembrata quella di andare a devastarsi a Parma, da Matteo. Prevista una cena tranquilla, contingentata (4 persone me e lui comprese) e serata a discreto ma costante grado alcolico. 

Sarebbe stato tutto perfetto, se non fosse che Matteo mi ha chiamato il 29 dicendomi che aveva contratto il Covid. Mi ero già visto a Bergamo, a casa da solo, quando dal nulla l'amico Sergio, mi chiede se voglio unirmi a lui e percorrere un pezzo di via Francigena, all'altezza della Toscana. Visto che ormai mi butto nelle cose senza timori, ho accettato il suo invito e il 31 mattina siamo partiti.

Sono stato catapultato in un mondo parallelo, quello dei "camminatori" e mi sono trovato benissimo: gente di tutte le età (anche se la maggior parte sui 50 anni) e proveniente da tutta Italia, che si frequenta per quei pochi giorni all'anno, in cui si danno appuntamento in qualche parte e fanno dei tragitti a piedi. Ognuno col suo passo, quindi è anche probabile che le varie tappe vengano percorse in solitaria o in piccolo gruppetti da 2/3 persone, e poi alla fine ci si ritrova tutti in un ostello o a cenare insieme in un paesino o cose così.

Alla fine è stato un inizio anno molto divertente, ho conosciuto un sacco di persone nuove e, perché no, non escludo di proseguire in questo tipo di attività. Mi hanno già invitato a un prossimo evento...


l'ostello che ci ha ospitato la notte del 31, a Gambassi Terme.