E niente, se n'è andato. Non si capisce ancora come sia potuto succedere, ma se n'è andato.
Ho sperato a lungo si trattasse di una bufala, perché stamattina proprio non me ne capacitavo, ma ormai la notizia è confermata.
Non sono bravo a scrivere epitaffi e in effetti non so perché sto scrivendo queste righe. Ma mi sembra impossibile non rendere omaggio a uno dei più grandi personaggi che la musica rock abbia avuto negli ultimi anni.
Quando mi chiedevano "che dono di natura vorresti avere?" ho sempre risposto "la voce di Chris Cornell negli anni '90". Ma in realtà quello che più gli ho invidiato era la capacità di scrivere canzoni magnifiche una via l'altra: con i Soundgarden, con gli Audioslave, ma anche da solo.
Mi mancherai veramente tanto, Chris. Ma proprio tanto.
18 maggio 2017
02 maggio 2017
big little lies
Inizia tutto con un delitto, ma non ci è dato sapere chi sia morto. Però conosciamo il contesto: un evento di raccolta fondi per la scuola elementare.
Ed è proprio dal primo giorno di scuola che parte il flash back che ci accompagna per 7 puntate: una storia che ruota intorno ai bambini, ma soprattutto intorno alle madri e alle loro avventure, frustrazioni, competizioni in una società che ha fatto delle apparenze lo scopo principale.
Ma come ben sappiamo, dietro a tali apparenze c'è un mondo che cade a pezzi: Madeline (Reese Whiterspoon) è convinta di essere sempre nel giusto, anche laddove sbaglia palesemente; Celeste (Nicole Kidman) ha abbandonato la carriera suo malgrado per dedicarsi a figli e marito; e Jane (Shailene Woodley), madre single dal passato oscuro, vive con una pistola sotto il cuscino.
Beh, che ci crediate o no, con i loro pregi ma soprattutto con i loro difetti, queste tre donne diventeranno le vostre migliori amiche. E quando le sette puntate di Big Little Lies finiranno, queste tre donne vi mancheranno parecchio. O almeno così è successo a me.
Ed è proprio dal primo giorno di scuola che parte il flash back che ci accompagna per 7 puntate: una storia che ruota intorno ai bambini, ma soprattutto intorno alle madri e alle loro avventure, frustrazioni, competizioni in una società che ha fatto delle apparenze lo scopo principale.
Ma come ben sappiamo, dietro a tali apparenze c'è un mondo che cade a pezzi: Madeline (Reese Whiterspoon) è convinta di essere sempre nel giusto, anche laddove sbaglia palesemente; Celeste (Nicole Kidman) ha abbandonato la carriera suo malgrado per dedicarsi a figli e marito; e Jane (Shailene Woodley), madre single dal passato oscuro, vive con una pistola sotto il cuscino.
Beh, che ci crediate o no, con i loro pregi ma soprattutto con i loro difetti, queste tre donne diventeranno le vostre migliori amiche. E quando le sette puntate di Big Little Lies finiranno, queste tre donne vi mancheranno parecchio. O almeno così è successo a me.
08 marzo 2017
divide (si legge divàid)
Provo una naturale simpatia per Ed Sheeran, non so perché. Forse a causa di quell'aria da ragazzino un po' impacciato, chissà.
Lanciato sulla scena musicale dalla sua "Thinking out loud", rischia di finire nel purgatorio dei tanti artisti di cui ci si ricorda solo per un unico brano.
Così mi sono messo ad ascoltare il suo nuovo lavoro, che si chiama semplicemente "÷", per capire se approfondire la sua conoscenza o lasciarlo lì tra gli incompiuti.
La prima sensazione è quella di uno che non ha ancora deciso quale percorso seguire, perché il disco è abbastanza eterogeneo. Che potrebbe essere un bene, in generale. Ma nel suo caso a me sembra più un disturbo bipolare della personalità. Per esempio nel primo brano Sheeran inizia facendo uno speech, e prosegue rappando. Seconda canzone: pieno pop.
Oppure più avanti si hanno due canzoni di seguito in cui nella prima, "New Man", usa il synth e il canto viene scratchato. Nella successiva "Hearts don't Break around Here", invece si ritorna all'Ed Sheeran chitarra, voce e testo smielato, tipo la canzone che l'ha lanciato.
Insomma, è un brutto disco? No, assolutamente. È carino e si lascia ascoltare. In questo senso si potrebbe definire molto pop. Però, se avesse le idee un po' più chiare, le contaminazioni tra generi diversi potrebbero essere più interessanti. Riprovaci, Ed.
Lanciato sulla scena musicale dalla sua "Thinking out loud", rischia di finire nel purgatorio dei tanti artisti di cui ci si ricorda solo per un unico brano.
Così mi sono messo ad ascoltare il suo nuovo lavoro, che si chiama semplicemente "÷", per capire se approfondire la sua conoscenza o lasciarlo lì tra gli incompiuti.
La prima sensazione è quella di uno che non ha ancora deciso quale percorso seguire, perché il disco è abbastanza eterogeneo. Che potrebbe essere un bene, in generale. Ma nel suo caso a me sembra più un disturbo bipolare della personalità. Per esempio nel primo brano Sheeran inizia facendo uno speech, e prosegue rappando. Seconda canzone: pieno pop.
Oppure più avanti si hanno due canzoni di seguito in cui nella prima, "New Man", usa il synth e il canto viene scratchato. Nella successiva "Hearts don't Break around Here", invece si ritorna all'Ed Sheeran chitarra, voce e testo smielato, tipo la canzone che l'ha lanciato.
Insomma, è un brutto disco? No, assolutamente. È carino e si lascia ascoltare. In questo senso si potrebbe definire molto pop. Però, se avesse le idee un po' più chiare, le contaminazioni tra generi diversi potrebbero essere più interessanti. Riprovaci, Ed.
20 febbraio 2017
aenima
Musicalmente sono un rompipalle, lo so. Contesto spesso i gusti degli altri, Mi trovo sempre nell'antipatica situazione in cui cerco di fargli capire come ragiono io e come invece gira il business musicale.
Classico esempio: la gente celebra la voce (magnifica, sia chiaro) di Freddie Mercury e io dico "guarda, bravissimo, ma non mi smuove un'emozione".
Dopo che ho smontato due o tre gruppi che seguono più il marketing che non la passione, arriva la classica domanda "vabbè, ma tu che musica ascolti?" E io faccio sentire questa.
La gente non capisce, ma non mi interessa. Per me rimane un capolavoro.
Classico esempio: la gente celebra la voce (magnifica, sia chiaro) di Freddie Mercury e io dico "guarda, bravissimo, ma non mi smuove un'emozione".
Dopo che ho smontato due o tre gruppi che seguono più il marketing che non la passione, arriva la classica domanda "vabbè, ma tu che musica ascolti?" E io faccio sentire questa.
La gente non capisce, ma non mi interessa. Per me rimane un capolavoro.
09 febbraio 2017
top 5 sintomi dell'età che avanza
No, non stiamo parlando di pancetta o di capelli che ingrigiscono. Quelle sono cose che succedono a chiunque.
Quali sono i sintomi che vi fanno sentire che state cambiando?
Vi dico i miei, siete liberi (se volete) di aggiungere i vostri nei commenti.
5 puntualità - ho cominciato ad arrivare puntuale ai matrimoni o in stazione, laddove mi sono sempre contraddistinto per il ritardo e le corse;
4 cosmetica - ebbene sì: ho comprato una crema per il viso;
3 parlo ad alta voce - come i vecchi in mezzo alla strada, esatto;
2 ombrello - cosa? lo devo confessare: per la prima volta in vita mia ho comprato un ombrello;
1 aperitivo - l'altroieri ho preso un aperitivo senza mangiarmi tutto il buffet e ho bevuto solo un calice di vino rosso. E non ero malato.
outsider, la inserisco se non è mia, ma l'ha detta un mio amico e mi ha fatto troppo ridere:
ho capito che sono diventato vecchio perché - ogni volta che la polizia mi controlla la patente - mi guarda in faccia, guarda la foto sulla patente, mi guarda in faccia, guarda la foto sulla patente ogni anno sempre una volta in più.
Quali sono i sintomi che vi fanno sentire che state cambiando?
Vi dico i miei, siete liberi (se volete) di aggiungere i vostri nei commenti.
5 puntualità - ho cominciato ad arrivare puntuale ai matrimoni o in stazione, laddove mi sono sempre contraddistinto per il ritardo e le corse;
4 cosmetica - ebbene sì: ho comprato una crema per il viso;
3 parlo ad alta voce - come i vecchi in mezzo alla strada, esatto;
2 ombrello - cosa? lo devo confessare: per la prima volta in vita mia ho comprato un ombrello;
1 aperitivo - l'altroieri ho preso un aperitivo senza mangiarmi tutto il buffet e ho bevuto solo un calice di vino rosso. E non ero malato.
outsider, la inserisco se non è mia, ma l'ha detta un mio amico e mi ha fatto troppo ridere:
ho capito che sono diventato vecchio perché - ogni volta che la polizia mi controlla la patente - mi guarda in faccia, guarda la foto sulla patente, mi guarda in faccia, guarda la foto sulla patente ogni anno sempre una volta in più.
31 gennaio 2017
inizio del nuovo anno
Sento il bisogno di aggiornare questo blog, non so bene per quale motivo. Probabilmente solo come uso privato, come "diario dei ricordi", in un periodo in cui mi sento come una banderuola al vento.
La spinta provocata dall'entusiasmo nell'essermi liberato dei miei ex soci (ormai 4 mesi fa) si è affievolita e insieme ad essa i lavori che mi affollavano le giornate.
L'inizio di Gennaio è stato particolarmente preoccupante per la mancanza di lavoro e a poco a poco ho dovuto imparare a gestire l'ansia che mi attanaglia lo stomaco nei periodi di magra.
Fortunatamente la seconda metà di questo primo mese del 2017 è stata ricca di avvenimenti più o meno importanti, sempre lavorativamente parlando.
Ma a dir la verità la fortuna, come ben si sa, va aiutata: in effetti ho seminato così tanto (e continuerò a farlo) che qualcosa si è messo in moto e sono sicuro che altre sorprese mi aspetteranno.
Oggi, per esempio, è stata una giornata ricca di soddisfazioni: un nuovo lavoro, un nuovo incontro e alcune nuove prospettive.
Colonna sonora del periodo affidata a questo signore qui:
La spinta provocata dall'entusiasmo nell'essermi liberato dei miei ex soci (ormai 4 mesi fa) si è affievolita e insieme ad essa i lavori che mi affollavano le giornate.
L'inizio di Gennaio è stato particolarmente preoccupante per la mancanza di lavoro e a poco a poco ho dovuto imparare a gestire l'ansia che mi attanaglia lo stomaco nei periodi di magra.
Fortunatamente la seconda metà di questo primo mese del 2017 è stata ricca di avvenimenti più o meno importanti, sempre lavorativamente parlando.
Ma a dir la verità la fortuna, come ben si sa, va aiutata: in effetti ho seminato così tanto (e continuerò a farlo) che qualcosa si è messo in moto e sono sicuro che altre sorprese mi aspetteranno.
Oggi, per esempio, è stata una giornata ricca di soddisfazioni: un nuovo lavoro, un nuovo incontro e alcune nuove prospettive.
Colonna sonora del periodo affidata a questo signore qui:
22 dicembre 2016
volbeat, sempre volbeat, fortissimamente volbeat
Vivo l'ennesimo dicembre incasinato: di giorno lavoro in un'agenzia (inAdv, per cui faccio lavori fighissimi) e di notte mantengo i miei lavoretti (favori ad amici, rivista di fotografia, ecc). Arrivo a sera abbastanza distrutto, ma - se riesco a passare l'abbiocco post cena - riparto. E quando ho bisogno di rimanere sveglio per finire l'ennesimo impaginato, trovo la giusta carica nella musica rock sparata a un livello importante.
Ed ecco che, in un isolato cassetto della memoria, ricordo di aver scaricato (ma anche ascoltato) il nuovo disco dei Volbeat. Mi era piaciuto, ma non troppo. E in effetti, riascoltandolo a distanza di mesi, capisco che ricasco sempre nel solito errore: all'inizio mi aspetto tanto, quindi i primi ascolti sono un po' tiepidi. Poi mi lascio andare e semplicemente mi godo la musica.
Certo, quella dei Volbeat è particolarmente ripetitiva. Non solo da un anno con l'altro (sfido chiunque a non trovare identico l'incipit di "for Evigt" con quello di "Lola Montez") ma anche all'interno dello stesso album. Però - in un periodo di estrema insicurezza e flessibilità lavorativa - qualche certezza ci vuole. E la mia sta tutta in 13 tracce da cui mi faccio volentieri perforare i timpani.
Ed ecco che, in un isolato cassetto della memoria, ricordo di aver scaricato (ma anche ascoltato) il nuovo disco dei Volbeat. Mi era piaciuto, ma non troppo. E in effetti, riascoltandolo a distanza di mesi, capisco che ricasco sempre nel solito errore: all'inizio mi aspetto tanto, quindi i primi ascolti sono un po' tiepidi. Poi mi lascio andare e semplicemente mi godo la musica.
Certo, quella dei Volbeat è particolarmente ripetitiva. Non solo da un anno con l'altro (sfido chiunque a non trovare identico l'incipit di "for Evigt" con quello di "Lola Montez") ma anche all'interno dello stesso album. Però - in un periodo di estrema insicurezza e flessibilità lavorativa - qualche certezza ci vuole. E la mia sta tutta in 13 tracce da cui mi faccio volentieri perforare i timpani.
20 dicembre 2016
christina
Elena: "Papà, se tu avessi una macchina del tempo, potresti andare un pochino indietro, ma non tantissimo, quando io e Anita già ci siamo?"
io: "ok, per fare cosa?"
Elena: "puoi adottare Christina Aguilera, così diventa nostra sorella?"
io: "ok, per fare cosa?"
Elena: "puoi adottare Christina Aguilera, così diventa nostra sorella?"
23 novembre 2016
aggiornamento
Se non avete mie notizie da un paio di mesi, è perché il mio social media manager è Fabio (detto Fabbio), l'uomo più inconcludente della terra.
30 settembre 2016
01 settembre 2016
chain reaction
La cosa che mi sta colpendo di più, in questi giorni "post-licenziamento"è la quantità di messaggi e telefonate che mi arrivano.
Un sacco di attestati di stima, di incoraggiamenti e di complimenti. Ma proprio molti di più di quelli che mi aspettavo.
Energie positive in circolo: ce n'è bisogno.
Andreone, questa ovviamente è per te.
Un sacco di attestati di stima, di incoraggiamenti e di complimenti. Ma proprio molti di più di quelli che mi aspettavo.
Energie positive in circolo: ce n'è bisogno.
Andreone, questa ovviamente è per te.
29 agosto 2016
letture estive 2016
Ecco i tre titoli che hanno accompagnato la mia estate, letti in ordine da sinistra a destra.
Il primo che mi è letteralmente capitato tra le mani è Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, romanzo d'esordio di Jonas Jonasson. Era lì, nella pigna dei "da leggere", e visto che mi sono ritrovato ammalato senza preavviso (c'è qualcuno che si ammala con preavviso?) l'ho pescato dalla pigna e l'ho iniziato.
Così come mi è successo con il secondo libro dello stesso autore, ho riso veramente tanto. Una storia surreale e divertente, che comunque non si esime dal farci riflettere un po' sul tipo di vita che conduciamo. O forse sono io che - visto il periodo che sto passando - gli ho dato questa connotazione.
Cmq libro straconsigliato per chi ha voglia di svagarsi.
In ordine di lettura, il secondo è una raccolta dei primi tre romanzi di Joe Lansdale con protagonisti i due amici Hap and Leonard. Avevo letto qualcosa di Lansdale, ma niente che riguardasse questa coppia di texani quasi nullafacenti, dalle battute fulminanti e con una certa propensione a dare (e ricevere) botte.
Suggeritomi dal buon Monty, ho attaccato questo libro in Sicilia e me lo sono divorato. I dialoghi tra i due protagonisti sono a tratti esilaranti e l'abilità di Lansdale di descrivere la provincia americana in poche parole è stupefacente. Libro che consiglierò vivamente.
Ho scoperto che ci hanno pure fatto una serie tv che si chiama proprio come i protagonisti, ma non sono riuscito a trovarla.
Terzo e ultimo libro, è stato Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron.
Avevo letto in giro pareri positivi su questo libro e quindi l'ho letto per curiosità. Beh mi è sembrato un libro abbastanza sopravvalutato. L'idea è carina, ma tirata troppo in lungo con personaggi o comparsate inutili (uno per tutti: il fidanzato della sorella). Insomma, 200 pagine dove l'unica cosa interessante avviene ovviamente verso la fine e pronunciata dal personaggio più prevedibile di tutti (la nonna del protagonista). Una mezza delusione.

Il primo che mi è letteralmente capitato tra le mani è Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, romanzo d'esordio di Jonas Jonasson. Era lì, nella pigna dei "da leggere", e visto che mi sono ritrovato ammalato senza preavviso (c'è qualcuno che si ammala con preavviso?) l'ho pescato dalla pigna e l'ho iniziato.
Così come mi è successo con il secondo libro dello stesso autore, ho riso veramente tanto. Una storia surreale e divertente, che comunque non si esime dal farci riflettere un po' sul tipo di vita che conduciamo. O forse sono io che - visto il periodo che sto passando - gli ho dato questa connotazione.
Cmq libro straconsigliato per chi ha voglia di svagarsi.
In ordine di lettura, il secondo è una raccolta dei primi tre romanzi di Joe Lansdale con protagonisti i due amici Hap and Leonard. Avevo letto qualcosa di Lansdale, ma niente che riguardasse questa coppia di texani quasi nullafacenti, dalle battute fulminanti e con una certa propensione a dare (e ricevere) botte.
Suggeritomi dal buon Monty, ho attaccato questo libro in Sicilia e me lo sono divorato. I dialoghi tra i due protagonisti sono a tratti esilaranti e l'abilità di Lansdale di descrivere la provincia americana in poche parole è stupefacente. Libro che consiglierò vivamente.
Ho scoperto che ci hanno pure fatto una serie tv che si chiama proprio come i protagonisti, ma non sono riuscito a trovarla.
Terzo e ultimo libro, è stato Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron.
Avevo letto in giro pareri positivi su questo libro e quindi l'ho letto per curiosità. Beh mi è sembrato un libro abbastanza sopravvalutato. L'idea è carina, ma tirata troppo in lungo con personaggi o comparsate inutili (uno per tutti: il fidanzato della sorella). Insomma, 200 pagine dove l'unica cosa interessante avviene ovviamente verso la fine e pronunciata dal personaggio più prevedibile di tutti (la nonna del protagonista). Una mezza delusione.
24 agosto 2016
out of (this) office
Eccolo il cambiamento preannunciato: stamattina mi sono licenziato.
La società per cui lavoro (e di cui ero socio fino a 3 anni fa) si è trasformata in un posto per me invivible, fatta di persone ansiose ed egoiste, in cui è impossibile fare "gioco di squadra". Troppi giorni sono tornato a casa con il fegato di traverso e con la fatidica carogna che non mi abbandonava.
Abbandono questo posto, in cui ho passato gli ultimi (circa) dieci anni della mia vita con una sensazione di fallimento. Certo: ho imparato tanto e questa esperienza (in particolare quella dell'essere socio) mi ha formato tantissimo.
Ma rimane comunque un'amarezza di fondo, visto che le cose non sono andate come speravo che andassero. Anzi: ogni giorno sempre più lontane da quello che desidero.
Pazienza, è il momento di rimboccarsi le maniche e ripartire. Non ho un altro posto di lavoro dove andare, ma conto di trovarlo e - nel frattempo - di barcamenarmi con quei pochi lavoretti freelance che mi gravitano intorno.
E quel che sarà, si vedrà.
La società per cui lavoro (e di cui ero socio fino a 3 anni fa) si è trasformata in un posto per me invivible, fatta di persone ansiose ed egoiste, in cui è impossibile fare "gioco di squadra". Troppi giorni sono tornato a casa con il fegato di traverso e con la fatidica carogna che non mi abbandonava.
Abbandono questo posto, in cui ho passato gli ultimi (circa) dieci anni della mia vita con una sensazione di fallimento. Certo: ho imparato tanto e questa esperienza (in particolare quella dell'essere socio) mi ha formato tantissimo.
Ma rimane comunque un'amarezza di fondo, visto che le cose non sono andate come speravo che andassero. Anzi: ogni giorno sempre più lontane da quello che desidero.
Pazienza, è il momento di rimboccarsi le maniche e ripartire. Non ho un altro posto di lavoro dove andare, ma conto di trovarlo e - nel frattempo - di barcamenarmi con quei pochi lavoretti freelance che mi gravitano intorno.
E quel che sarà, si vedrà.
22 agosto 2016
foglio bianco
Il ritorno dalle ferie è da sempre foriero di buone intenzioni: ricomnciare la dieta, fare vita sana, frequentare un corso di teatro e, nel tempo libero, sconfiggere la mafia e fare il ponte sullo Stretto.
Ma quest'anno, amici miei, ci siamo: per me c'è un cambiamento in atto.
Trovo simbolico visualizzare il tutto con un grosso quaderno vuoto. Anche la copertina, bianca immacolata, trovo che rappresenti a pieno il mio stato d'animo.
Niente per scontato, tutto da reinventare.
aggiornamenti a seguire.
Ma quest'anno, amici miei, ci siamo: per me c'è un cambiamento in atto.
Trovo simbolico visualizzare il tutto con un grosso quaderno vuoto. Anche la copertina, bianca immacolata, trovo che rappresenti a pieno il mio stato d'animo.
Niente per scontato, tutto da reinventare.
aggiornamenti a seguire.
06 agosto 2016
10 luglio 2016
07 luglio 2016
perfetti sconosciuti
Alla fine, grazie alle infinite risorse della rete, sono riuscito anch'io a vedere Perfetti sconosciuti, il film di Paolo Genovese, largamente acclamato da pubblico e critica.
Il film è veramente molto carino e - benché non esente da un paio di difetti - riesce benissimo a mettere in luce due dei mali del nostro tempo: lo smartphone come scatola nera delle nostre vite, anche quelle più private; ma soprattutto la domanda "conosciamo veramente i nostri amici"?
Visto che si svolge tutto "in interno", il primo accostamento che viene subito alla mente è quello con Carnage, film di Roman Polansky, in cui 4 persone (due coppie sposate) si confrontano su diversi argomenti, mettendo a nudo le proprie indoli e debolezze. Solo che là abbiamo Kate Winslet (my favourite) e Jodie Foster, mentre qua abbiamo Kasia Smutniak e Alba Rohrwacher e scusate la differenza.
A questo giro bisogna ammettere che la riuscita del film di Genovese si regge molto sulla bravura degli attori maschi, su cui troneggia un sempre bravissimo e credibile Battiston.
In sostanza, il film merita davvero perché, nonostante i difetti a cui accennavo prima, non perde di efficacia e ci lascia con qualche domanda in sospeso. Cosa che - per come vivo io la settima arte - è un elemento distintivo del cinema di un certo valore.
Il film è veramente molto carino e - benché non esente da un paio di difetti - riesce benissimo a mettere in luce due dei mali del nostro tempo: lo smartphone come scatola nera delle nostre vite, anche quelle più private; ma soprattutto la domanda "conosciamo veramente i nostri amici"?
Visto che si svolge tutto "in interno", il primo accostamento che viene subito alla mente è quello con Carnage, film di Roman Polansky, in cui 4 persone (due coppie sposate) si confrontano su diversi argomenti, mettendo a nudo le proprie indoli e debolezze. Solo che là abbiamo Kate Winslet (my favourite) e Jodie Foster, mentre qua abbiamo Kasia Smutniak e Alba Rohrwacher e scusate la differenza.
A questo giro bisogna ammettere che la riuscita del film di Genovese si regge molto sulla bravura degli attori maschi, su cui troneggia un sempre bravissimo e credibile Battiston.
In sostanza, il film merita davvero perché, nonostante i difetti a cui accennavo prima, non perde di efficacia e ci lascia con qualche domanda in sospeso. Cosa che - per come vivo io la settima arte - è un elemento distintivo del cinema di un certo valore.
03 luglio 2016
24 giugno 2016
they were Red Hot
Hai voglia a dire "listen without prejudice": arrivare alla fine del nuovo disco dei Red Hot Chili Peppers è stata una sofferenza. Ci ho provato - giuro! - a cavarci qualcosa di buono, ma le canzoni sono così mosce che proprio ti scende la catena.
Ma porcaccia di una miseria, i Red Hot avevano un impianto ritmico che ti faceva saltare sulla sedia, qua invece di Chad Smith non c'è manco l'ombra. Forse l'ha sostituito Will Ferrell, il comico che è effettivamente il suo sosia (se non avete mai visto la gag di loro due da Jimmy Fallon, ve la consiglio)
Insomma, nel disco c'è qualche sprazzo di Flea; il nuovo chitarrista è abbastanza impalpabile; Chad Smith - come dicevo - non pervenuto.
Si sono trasformati in una band pop/indie come ce ne sono tante.
E come se non bastasse lo sconforto, sul mio iTunes - dove gli album di ciascun artista sono ordinati in ordine alfabetico - quando termina l'ultima canzone di questo nuovo "The Getaway", parte "What Hits!?" con l'esplosiva "Higher Ground" (una delle mie preferite dei californiani), giusto a sottolineare la differenza abissale tra il nuovo e il vecchio.
Non potrebbero cambiare nome alla band? Forse sarebbe il caso...
Ma porcaccia di una miseria, i Red Hot avevano un impianto ritmico che ti faceva saltare sulla sedia, qua invece di Chad Smith non c'è manco l'ombra. Forse l'ha sostituito Will Ferrell, il comico che è effettivamente il suo sosia (se non avete mai visto la gag di loro due da Jimmy Fallon, ve la consiglio)
Insomma, nel disco c'è qualche sprazzo di Flea; il nuovo chitarrista è abbastanza impalpabile; Chad Smith - come dicevo - non pervenuto.
Si sono trasformati in una band pop/indie come ce ne sono tante.
E come se non bastasse lo sconforto, sul mio iTunes - dove gli album di ciascun artista sono ordinati in ordine alfabetico - quando termina l'ultima canzone di questo nuovo "The Getaway", parte "What Hits!?" con l'esplosiva "Higher Ground" (una delle mie preferite dei californiani), giusto a sottolineare la differenza abissale tra il nuovo e il vecchio.
Non potrebbero cambiare nome alla band? Forse sarebbe il caso...
22 maggio 2016
interstellar
Non sono mai stato un amante dei film di fantascienza, ma devo levarmi il cappello di fronte a tanta meraviglia. Interstellar, l'ultimo film di Cristopher Nolan, mi ha conquistato.
La controprova è che non mi sono annoiato nonostante le 2h e 45' di durata.
Il film è stato accompagnato da polemiche perché, secondo alcuni, certe teorie su gravità, spazio e buchi neri non rispettano fedelmente taluna o talaltra legge della fisica o della scienza, ma santinumi!, è un film, mica un trattato di scienza.
Quante volte ve lo devo ripetere? Il cinema è fatto per emozionare, per ridere o per farci riflettere sulla nostra esistenza. Sennò guardatevi i documentari e non rompeteci i coglioni.
La controprova è che non mi sono annoiato nonostante le 2h e 45' di durata.
Il film è stato accompagnato da polemiche perché, secondo alcuni, certe teorie su gravità, spazio e buchi neri non rispettano fedelmente taluna o talaltra legge della fisica o della scienza, ma santinumi!, è un film, mica un trattato di scienza.
Quante volte ve lo devo ripetere? Il cinema è fatto per emozionare, per ridere o per farci riflettere sulla nostra esistenza. Sennò guardatevi i documentari e non rompeteci i coglioni.
09 maggio 2016
genio
Non me ne frega un belino di fare la figura del padre orgoglioso e me ne batto le balle del politically correct o della falsa modestia. Mia figlia Elena è un cazzo di genio.
Ne ho avuto la prova definitiva ieri mattina, quando in pochi minuti ha scritto questo "componimento" per la festa della mamma.
Tutto da sola. A 7 anni appena compiuti.
Avanti, trovatemela voi un'altra che a 7 anni si inventa una roba del genere e potrei (forse) rivedere la considerazione che Elena sia un genio. Vi sfido.
Ne ho avuto la prova definitiva ieri mattina, quando in pochi minuti ha scritto questo "componimento" per la festa della mamma.
Tutto da sola. A 7 anni appena compiuti.
Avanti, trovatemela voi un'altra che a 7 anni si inventa una roba del genere e potrei (forse) rivedere la considerazione che Elena sia un genio. Vi sfido.
06 maggio 2016
in forma!
Mi plaudo da solo: questa settimana 4 giorni su 5 sono andato in ufficio in bici e 3 volte sono andato in palestra a pausa pranzo.
Non so quanto durerà, probabilmente poco, ma almeno oggi fatemi sentire un superatleta.
Non so quanto durerà, probabilmente poco, ma almeno oggi fatemi sentire un superatleta.
30 aprile 2016
15 marzo 2016
Mr Robot - season 01
Signore e signori, abbiamo una candidatura per la miglior serie 2016.
Sto parlando di Mr Robot, una sorta di V per Vendetta informatico, con Elliot Alderson (un hacker) al posto di V.
Il tutto meno fumettoso (ricordiamo che V per Vendetta era una novel, prima di diventare un film) e decisamente più calato nella realtà; potrebbe tranquillamente essere ambientata nei giorni nostri.
Il telefilm è decisamente coinvolgente, già dalla opening scene della prima puntata, ben scritto, mai banale, ti tiene sempre sulle spine.
Ve lo segnalo per due motivi.
Il primo è che parla di rivoluzione, di privacy, di quanto delle nostre vite è online e pubblico anche se pensiamo sia privato, regolato da algoritmi che neppure comprendiamo, di proprietà di poche grandi corporazioni di cui noi non siamo i clienti, ma siamo il prodotto. E della rivoluzione contro tutto ciò.
La seconda motivazione è che i rivoluzionari non sono eroi: sono persone con difetti, problemi e passati "scomodi". Sono persone con qualcosa di rotto dentro. E in questo Elliot è il più danneggiato di tutti. E voi sapete quanti io ami i personaggi borderline.
Decisamente pollice su.
Sto parlando di Mr Robot, una sorta di V per Vendetta informatico, con Elliot Alderson (un hacker) al posto di V.
Il tutto meno fumettoso (ricordiamo che V per Vendetta era una novel, prima di diventare un film) e decisamente più calato nella realtà; potrebbe tranquillamente essere ambientata nei giorni nostri.
Il telefilm è decisamente coinvolgente, già dalla opening scene della prima puntata, ben scritto, mai banale, ti tiene sempre sulle spine.
Ve lo segnalo per due motivi.
Il primo è che parla di rivoluzione, di privacy, di quanto delle nostre vite è online e pubblico anche se pensiamo sia privato, regolato da algoritmi che neppure comprendiamo, di proprietà di poche grandi corporazioni di cui noi non siamo i clienti, ma siamo il prodotto. E della rivoluzione contro tutto ciò.
La seconda motivazione è che i rivoluzionari non sono eroi: sono persone con difetti, problemi e passati "scomodi". Sono persone con qualcosa di rotto dentro. E in questo Elliot è il più danneggiato di tutti. E voi sapete quanti io ami i personaggi borderline.
Decisamente pollice su.
29 febbraio 2016
panna
Ieri, a tavola, mentre mangiavamo le fragole con la panna.
Elena: "papà, posso metterti la panna sugli occhiali"
io: "certo che no! Perché vorresti mettercela?"
Elena: "così posso dire che hai gli occhiali appannati"
Elena: "papà, posso metterti la panna sugli occhiali"
io: "certo che no! Perché vorresti mettercela?"
Elena: "così posso dire che hai gli occhiali appannati"
17 febbraio 2016
selvagge
Quando si parla di rock band al femminile, mi vengono sempre in mente le Go-Go's. Bisogna essere un po' in là con l'età per ricordarsele, lo so.
Suonavano una sorta di pop rock molto orecchiabile e dovevano buona parte del loro successo alla beltade di Belinda Carlisle, cantante del gruppo, successivamente dedita alla carriera solista.
Poi c'erano anche le Bananarama o le Bangles. Insomma, tutti gruppi che suggeriscono frivolezza e anche un po' di civetteria, complice anche il ruolo che la donna ha sempre avuto nell'immaginario del popolo rock.
Se invece provate a sentirvi in cuffie "The Answer", brano di apertura del bellissimo "Adore Life", secondo album delle inglesi Savages, tutto ciò che la vostra mente vi ha sempre suggerito riguardo al concetto di rock band composta di sole donne, improvvisamente sparisce.
Sì, perché le quattro ragazze londinesi sono portatrici sane di un tipo di rock bello ruvido e convincente. Chi ne sa più di me, le fa rientrare nella categoria post-punk.
Io che invece non ne capisco un belino, posso solo dirvi che questo disco mi sembra adattissimo per me e questo inverno 2016: ruvido, tosto, un po' scontroso e cupo.
Suonavano una sorta di pop rock molto orecchiabile e dovevano buona parte del loro successo alla beltade di Belinda Carlisle, cantante del gruppo, successivamente dedita alla carriera solista.
Poi c'erano anche le Bananarama o le Bangles. Insomma, tutti gruppi che suggeriscono frivolezza e anche un po' di civetteria, complice anche il ruolo che la donna ha sempre avuto nell'immaginario del popolo rock.
Se invece provate a sentirvi in cuffie "The Answer", brano di apertura del bellissimo "Adore Life", secondo album delle inglesi Savages, tutto ciò che la vostra mente vi ha sempre suggerito riguardo al concetto di rock band composta di sole donne, improvvisamente sparisce.
Sì, perché le quattro ragazze londinesi sono portatrici sane di un tipo di rock bello ruvido e convincente. Chi ne sa più di me, le fa rientrare nella categoria post-punk.
Io che invece non ne capisco un belino, posso solo dirvi che questo disco mi sembra adattissimo per me e questo inverno 2016: ruvido, tosto, un po' scontroso e cupo.
15 febbraio 2016
narcos - season 01
Una serie che è diventata una droga, verrebbe da dire, con il più banale gioco di parole che possa fare.
La realtà è che una droga proprio è stata, nel senso che mi ha creato dipendenza: con una media (quasi) di una puntata al giorno, me la sono sparata tutta in un paio di settimane.
Narcos è una serie praticamente biografica su Pablo Escobar, personaggio ambiguo un po' onesto e un po' bandido, raccontata con gli occhi di gli ha sempre dato la caccia, ovvero l'agente Murphy.
Divisa in 10 episodi, racconta l'ascesa e l'inevitabile caduta di uno tra i personaggi più curiosi degli ultimi 50 anni. Il tutto è reso molto convincente grazie a foto e filmati d'epoca inseriti all'interno della narrazione.
Visto che sono alquanto ignorante in materia di storia recente, questi sguardi sui personaggi e vicende realmente esistite mi aiutano a colmare qualche lacuna.
Ho molto apprezzato la miscela tra il biopic e l'azione. Tutto ben dosato, con uno sguardo rivolto all'aspetto umano, sia dei poliziotti che dei fuorilegge.
E così, come sempre, ci tocca scoprire che la sottile linea rossa che divide bene e male è sempre più sottile, a poco a poco che ci si avvicina all'uomo e ci si allontana dagli stereotipi e dai pregiudizi.
Forse l'unica pecca di Narcos è solamente quella di arrivare dopo i vari "Breaking Bad" e "True Detective", che hanno già esplorato questo dualismo.
La realtà è che una droga proprio è stata, nel senso che mi ha creato dipendenza: con una media (quasi) di una puntata al giorno, me la sono sparata tutta in un paio di settimane.
Narcos è una serie praticamente biografica su Pablo Escobar, personaggio ambiguo un po' onesto e un po' bandido, raccontata con gli occhi di gli ha sempre dato la caccia, ovvero l'agente Murphy.
Divisa in 10 episodi, racconta l'ascesa e l'inevitabile caduta di uno tra i personaggi più curiosi degli ultimi 50 anni. Il tutto è reso molto convincente grazie a foto e filmati d'epoca inseriti all'interno della narrazione.
Visto che sono alquanto ignorante in materia di storia recente, questi sguardi sui personaggi e vicende realmente esistite mi aiutano a colmare qualche lacuna.
Ho molto apprezzato la miscela tra il biopic e l'azione. Tutto ben dosato, con uno sguardo rivolto all'aspetto umano, sia dei poliziotti che dei fuorilegge.
E così, come sempre, ci tocca scoprire che la sottile linea rossa che divide bene e male è sempre più sottile, a poco a poco che ci si avvicina all'uomo e ci si allontana dagli stereotipi e dai pregiudizi.
Forse l'unica pecca di Narcos è solamente quella di arrivare dopo i vari "Breaking Bad" e "True Detective", che hanno già esplorato questo dualismo.
03 febbraio 2016
alla consolllllllle
Il mio amico Gulli si sposa. Sono felice felice per lui. Ma proprio tanto.
Anche perché si sposa una ragazza simpatica e carina.
Adesso non voglio stare a farvela troppo lunga sulla gente che a un certo punto della propria vita si sposa (giustamente, eh!) perché ha bisogno di compagnia. E quindi gli capita un po' chi gli capita.
No, loro due sembrano proprio essersi trovati.
Vabbè, ma chissenefrega di Gulli (lo dico solo perché so che sta leggendo).
La cosa divertente è che mi ha chiesto di fare il dj e quindi: ritorna dj Cemento. O dj Machete. O dj qualsiasi parola che mi veniva in mente a seconda della serata in cui dovevo mettere su della musica.
Insomma, sono un po' arrugginito in materia, quindi sto recuperando tutto ciò che è ed è stato danceable negli ultimi 3/4 anni.
E finalmente arriviamo al senso di questo post, se un senso c'è mai stato: volevo dirvi che è da un paio di mesi che sto in fissa dura con 'sta canzone
e sì, lo so: loro sono schifosamente giovani.
Sono comunque l'ennesima prova che gli inglesi, mannaggia a loro, continuano a produrre musica interessante.
and ooooo uooo uoooo i was a king under your control
Anche perché si sposa una ragazza simpatica e carina.
Adesso non voglio stare a farvela troppo lunga sulla gente che a un certo punto della propria vita si sposa (giustamente, eh!) perché ha bisogno di compagnia. E quindi gli capita un po' chi gli capita.
No, loro due sembrano proprio essersi trovati.
Vabbè, ma chissenefrega di Gulli (lo dico solo perché so che sta leggendo).
La cosa divertente è che mi ha chiesto di fare il dj e quindi: ritorna dj Cemento. O dj Machete. O dj qualsiasi parola che mi veniva in mente a seconda della serata in cui dovevo mettere su della musica.
Insomma, sono un po' arrugginito in materia, quindi sto recuperando tutto ciò che è ed è stato danceable negli ultimi 3/4 anni.
E finalmente arriviamo al senso di questo post, se un senso c'è mai stato: volevo dirvi che è da un paio di mesi che sto in fissa dura con 'sta canzone
e sì, lo so: loro sono schifosamente giovani.
Sono comunque l'ennesima prova che gli inglesi, mannaggia a loro, continuano a produrre musica interessante.
and ooooo uooo uoooo i was a king under your control
29 gennaio 2016
snob
Mi sbaglierò, ma ieri mattina, in giro con la macchina per il ridente hinterland milanese, alla radio ho
sentito una strana pubblicità della Smart. Diceva che la Smart è la macchina di tutti gli snob, e che se uno
è snob dovrebbe avere la Smart.
E io - mi sbaglierò ancora - credo che nel modo in cui mi hanno cresciuto la parola "snob" veniva usata con disprezzo: era una sorta di eufemismo per "stronzo", credo di ricordare, ma - ripeto - magari mi sbaglio io.
O forse nel frattempo è diventato un complimento, almeno nelle strategie di marketing.
Non lo so.
Ormai, in ambito pubblicitario, mi sembra di sapere sempre meno cose.
Devo dire che non è una brutta sensazione.
E io - mi sbaglierò ancora - credo che nel modo in cui mi hanno cresciuto la parola "snob" veniva usata con disprezzo: era una sorta di eufemismo per "stronzo", credo di ricordare, ma - ripeto - magari mi sbaglio io.
O forse nel frattempo è diventato un complimento, almeno nelle strategie di marketing.
Non lo so.
Ormai, in ambito pubblicitario, mi sembra di sapere sempre meno cose.
Devo dire che non è una brutta sensazione.
05 gennaio 2016
duemilasedici
E niente: questo nuovo anno è iniziato così, un po' in sordina.
Niente buoni propositi, niente progetti, nessun "quest'anno devo assolutamente".
Non capisco se sia una conseguenza dell'età che avanza, con le sue palesi disillusioni, o se sia intervenuta una sorta di pigrizia di fondo.
Intanto tanti auguri a tutti.
Niente buoni propositi, niente progetti, nessun "quest'anno devo assolutamente".
Non capisco se sia una conseguenza dell'età che avanza, con le sue palesi disillusioni, o se sia intervenuta una sorta di pigrizia di fondo.
Intanto tanti auguri a tutti.
saluti da Etroubles
10 dicembre 2015
brixen reloaded
Una bella vacanza di 4 giorni a Bressanone, insieme ai nostri amici Marco e Cinzia con i loro 3 figli. Potrei dire "mi ci voleva proprio", ma in realtà non è un periodo particolarmente stressante, se si escludono le inutili tensioni che vivo in ufficio.
E quindi di nuovo Brixen, posto di cui mi sono innamorato, come si può facilmente capire dalla frequenza (terza volta in pochi anni) con cui ci torno, io che di solito amo vedere e frequentare posti nuovi.
E quindi di nuovo Brixen, posto di cui mi sono innamorato, come si può facilmente capire dalla frequenza (terza volta in pochi anni) con cui ci torno, io che di solito amo vedere e frequentare posti nuovi.
19 novembre 2015
musica per le mie orecchie
Eccolo lì: il disco che stavo aspettando da mesi.
Era già da un po' che cercavo qualcosa di nuovo, però non trovavo mai niente che mi facesse innamorare al primo (o secondo) ascolto.
E invece, durante un fine settimana in montagna, arriva.
È un disco del 2011. E il primo pensiero che mi passa per la testa è: come ho fatto a non accorgermi di questo disco in 4 anni? Perché nessuno mi ha avvisato?
Si tratta di The Geeks and the Jerkin' Socks, terzo disco in studio dei francesi Shaka Ponk.
Lavoro che si contraddistingue per la commistione di generi musicali (ma anche di lingue parlate: francese, spagnolo, inglese), una sorta di patchanka in salsa elettronica.
In pratica si balla al ritmo delle chitarre distorte.
Sicuramente premio "disco che ho scoperto tardi" dell'anno 2015.
Era già da un po' che cercavo qualcosa di nuovo, però non trovavo mai niente che mi facesse innamorare al primo (o secondo) ascolto.
E invece, durante un fine settimana in montagna, arriva.
È un disco del 2011. E il primo pensiero che mi passa per la testa è: come ho fatto a non accorgermi di questo disco in 4 anni? Perché nessuno mi ha avvisato?
Si tratta di The Geeks and the Jerkin' Socks, terzo disco in studio dei francesi Shaka Ponk.
Lavoro che si contraddistingue per la commistione di generi musicali (ma anche di lingue parlate: francese, spagnolo, inglese), una sorta di patchanka in salsa elettronica.
In pratica si balla al ritmo delle chitarre distorte.
Sicuramente premio "disco che ho scoperto tardi" dell'anno 2015.
16 novembre 2015
di parigi, del terrorismo e dell'opinione personale
Attacco terroristico nel cuore di Parigi. Un evento grave e scioccante, per noi occidentali.
L'ho vissuto attraverso le pagine dei giornali di sabato e di domenica, perché eravamo in montagna e il mio smartphone, grazie all'abbonamento con la 3, non prendeva un bel belino. Di internet manco l'ombra.
Il ritorno alla "normalità", domenica sera. Faccio l'errore di accendere Facebook e vengo letteralmente invaso di messaggi riguardo alla strage di civili. Chi si scaglia contro l'islam, chi cambia l'icona con la bandiera della Francia, chi cerca di dare delle spiegazioni sociali, chi tira fuori la vena leghista che alberga in lui, chi accende un cero, chi prega per le vittime, chi dice "sì ma allora perché non avete pregato anche per le vittime dell'eccidio di xxxxxxxxxx", chi tira fuori citazioni della Fallaci, chi di Gino Strada, chi sforna aforismi da aspirante Nobel per la Pace...
E io, che sono un rompicoglioni, leggo tutto 'sto sproloquio e sento che c'è qualcosa che non mi torna.
Come sempre in ritardo, ma a un certo punto realizzo: ma perché tutti si sentono in dovere di dire la propria opinione? Ma chi te l'ha chiesta? Ma chi cazzo sei? Secondo te perché la gente dovrebbe sentire la necessità di avere una tua opinione sull'argomento?
Secondo me in Italia abbiamo un problema con i social network, Facebook in particolare (per forza: è il più diffuso). Ma un problema grosso.
Imparassimo un po' a star zitti ed ascoltare, forse...
L'ho vissuto attraverso le pagine dei giornali di sabato e di domenica, perché eravamo in montagna e il mio smartphone, grazie all'abbonamento con la 3, non prendeva un bel belino. Di internet manco l'ombra.
Il ritorno alla "normalità", domenica sera. Faccio l'errore di accendere Facebook e vengo letteralmente invaso di messaggi riguardo alla strage di civili. Chi si scaglia contro l'islam, chi cambia l'icona con la bandiera della Francia, chi cerca di dare delle spiegazioni sociali, chi tira fuori la vena leghista che alberga in lui, chi accende un cero, chi prega per le vittime, chi dice "sì ma allora perché non avete pregato anche per le vittime dell'eccidio di xxxxxxxxxx", chi tira fuori citazioni della Fallaci, chi di Gino Strada, chi sforna aforismi da aspirante Nobel per la Pace...
E io, che sono un rompicoglioni, leggo tutto 'sto sproloquio e sento che c'è qualcosa che non mi torna.
Come sempre in ritardo, ma a un certo punto realizzo: ma perché tutti si sentono in dovere di dire la propria opinione? Ma chi te l'ha chiesta? Ma chi cazzo sei? Secondo te perché la gente dovrebbe sentire la necessità di avere una tua opinione sull'argomento?
Secondo me in Italia abbiamo un problema con i social network, Facebook in particolare (per forza: è il più diffuso). Ma un problema grosso.
Imparassimo un po' a star zitti ed ascoltare, forse...
11 novembre 2015
Ray Donovan - stagione 01
Grazie alla segnalazione del mio mentore Ale, ho approcciato una nuova serie tv: Ray Donovan.
Parla di una sorta di Mr Wolf di Hollywood, che risolve con le buone e spesso pure con le cattive maniere i problemi dei vari vip di Los Angeles. I casini, che già normalmente abbondano a Hollywood e dintorni, si moltiplicano quando il padre, con cui ha da sempre un rapporto conflittuale, esce di galera, dopo vent'anni "al fresco", sconvolgendo la sua vita e il suo nucleo familiare.
Appena terminata la visione della prima stagione, l'ho apprezzata molto.
Non urlo certo al capolavoro, ma è una serie veramente cazzuta, che si regge sulle spalle di un Liev Schreiber perfettamente calato nella parte del protagonista e di un Jon Voight meraviglioso, nella parte dello scomodo padre di Ray, appena uscito di prigione.
E una serie di attori non protagonisti da far invidia a qualsiasi produzione cinematografica.
Parla di una sorta di Mr Wolf di Hollywood, che risolve con le buone e spesso pure con le cattive maniere i problemi dei vari vip di Los Angeles. I casini, che già normalmente abbondano a Hollywood e dintorni, si moltiplicano quando il padre, con cui ha da sempre un rapporto conflittuale, esce di galera, dopo vent'anni "al fresco", sconvolgendo la sua vita e il suo nucleo familiare.
Appena terminata la visione della prima stagione, l'ho apprezzata molto.
Non urlo certo al capolavoro, ma è una serie veramente cazzuta, che si regge sulle spalle di un Liev Schreiber perfettamente calato nella parte del protagonista e di un Jon Voight meraviglioso, nella parte dello scomodo padre di Ray, appena uscito di prigione.
E una serie di attori non protagonisti da far invidia a qualsiasi produzione cinematografica.
03 novembre 2015
fanculo - part 2
Fanculo ai milanesi imbruttiti con le loro Audi A5 che ai semafori partono a
razzo, per fare 50 metri e ritrovarsi di nuovo in coda. Che cazzo
sgommate a fare, imbecilli?
Fanculo a quelli che vivono in doppia fila, dimezzando le corsie di transito di una strada normale: macchina in doppia fila e colazione al bar; macchina in doppia fila e 10 minuti in banca; macchina in doppia fila e un salto dal Tabaccaio; e chi cazzo vi credete di essere? i più furbi di tutti?
Fanculo alle persone che, ferme in coda, si dispongono "a scacchiera": ci sono due file, perché tu devi stare a metà tra una fila e l'altra, così che i motorini e le bici non passano? lo fai apposta?
Fanculo ai radical-chic con le loro biciclette a scatto fisso: piantatela di fare i fighi alternativi guidando senza mani, con le mani sotto le ascelle della vostra giacca in Gore-Tex. Vorrei che vi schiantaste tutti; voi, la vostra barbetta hipster e le vostre Clarks old-fashioned.
Fanculo alle imbranate signore con i SUV: paralizzano un'intera via per fare 300 metri in macchina accompagnando i figli a scuola. Imparate un po' ad andare a piedi o con i mezzi pubblici, befane impellicciate col culo di piombo.
Fanculo a quelli che vivono in doppia fila, dimezzando le corsie di transito di una strada normale: macchina in doppia fila e colazione al bar; macchina in doppia fila e 10 minuti in banca; macchina in doppia fila e un salto dal Tabaccaio; e chi cazzo vi credete di essere? i più furbi di tutti?
Fanculo alle persone che, ferme in coda, si dispongono "a scacchiera": ci sono due file, perché tu devi stare a metà tra una fila e l'altra, così che i motorini e le bici non passano? lo fai apposta?
Fanculo ai radical-chic con le loro biciclette a scatto fisso: piantatela di fare i fighi alternativi guidando senza mani, con le mani sotto le ascelle della vostra giacca in Gore-Tex. Vorrei che vi schiantaste tutti; voi, la vostra barbetta hipster e le vostre Clarks old-fashioned.
Fanculo alle imbranate signore con i SUV: paralizzano un'intera via per fare 300 metri in macchina accompagnando i figli a scuola. Imparate un po' ad andare a piedi o con i mezzi pubblici, befane impellicciate col culo di piombo.
Fanculo
ai cinesi con le loro Ford Escort station Wagon stracariche di pacchi
azzurri: guidate ai 20 all'ora e intasate tutti il traffico. Ma levatevi
dalle palle!
Fanculo a quelli con lo scooterone che arrivano al semaforo e si piazzano sulle strisce, davanti a tutti, con la moto di traverso. Brutto prepotente di merda, perché devi avere la precedenza sugli altri?
Fanculo a quelli con lo scooterone che arrivano al semaforo e si piazzano sulle strisce, davanti a tutti, con la moto di traverso. Brutto prepotente di merda, perché devi avere la precedenza sugli altri?
No, fanculo a te, Filippo. Che sei sempre di corsa e anziché guidare piano e goderti il tragitto in motorino, ti scapicolli per le vie della città, con l'ansia di metterci sempre il meno possibile, brutto testa di cazzo!
per quei pazzi scriteriati che non capiscono la citazione, sappiate che è presa da uno dei miei film preferiti:
21 ottobre 2015
expo 2015
Come sempre, ci riduciamo all'ultimo.
E così è stato anche per Expo: nonostante fosse vicino a casa, abbiamo aspettato fino a che proprio non si poteva più rimandare.
Comunque, nonostante fosse strapieno di gente, a me 'ste cose piacciono.
E così è stato anche per Expo: nonostante fosse vicino a casa, abbiamo aspettato fino a che proprio non si poteva più rimandare.
Comunque, nonostante fosse strapieno di gente, a me 'ste cose piacciono.
15 ottobre 2015
thank you, Chris
Un sentito grazie a Chris Cornell, che mi sta accompagnando in questi uggiosi giorni di ottobre.
Lo abbiamo già detto altre volte: è sempre piacevole farsi cullare dalla voce amica di un cantante che si segue da tanti anni, nel bene e nel male. E la voce di Chris, unita alla vena acustica pseudomalinconica di questo nuovo Higher Truth, ben si addice a queste grigie giornate autunnali; specie la mattina, quando ho bisogno di svegliarmi con molta calma.
Intendiamoci: il disco non è un capolavoro e potrebbe pure essere accusato di monotonia (lo dico perché nessuno mi scassi le palle con robe tipo "avevi detto che era bello").
Però a me piace molto. Forse perché mi ricorda le atmosfere di "Euphoria Morning", disco che ho apprezzato parecchio, benché in maniera tardiva.
O forse semplicemente perché in questo momento avevo bisogno di un disco così.
Lo abbiamo già detto altre volte: è sempre piacevole farsi cullare dalla voce amica di un cantante che si segue da tanti anni, nel bene e nel male. E la voce di Chris, unita alla vena acustica pseudomalinconica di questo nuovo Higher Truth, ben si addice a queste grigie giornate autunnali; specie la mattina, quando ho bisogno di svegliarmi con molta calma.
Intendiamoci: il disco non è un capolavoro e potrebbe pure essere accusato di monotonia (lo dico perché nessuno mi scassi le palle con robe tipo "avevi detto che era bello").
Però a me piace molto. Forse perché mi ricorda le atmosfere di "Euphoria Morning", disco che ho apprezzato parecchio, benché in maniera tardiva.
O forse semplicemente perché in questo momento avevo bisogno di un disco così.
13 ottobre 2015
amore fraterno
In realtà è un reperto di quest'estate, però l'ho ritrovato adesso e voglio mostrarvelo perché fa troppo ridere.
È successo che un giorno Anita arriva arrabbiatissima e dice "guarda cosa ha scritto Elena! Devi sgridarla e darle una punizione" e mi porge un foglio.
Guardo Elena che si avvicina a testa bassa: "Elena cos'è successo?"
Non risponde, in attesa del giudizio divino.
Allora mi decido e leggo il foglio che Anita ancora tiene in mano, col braccio ben teso, di fronte a me.
Ecco, in questi casi essere genitori è veramente difficile.
Innanzitutto perché non è che puoi punire una solo perché l'ha detto l'altra.
Ma soprattutto se ti viene dato un foglio che ti fa schiantare dal ridere.
Traduco: Anita - Scema - Schifosa - Fuori di testa - Vanitosa - Cicciona - Pelata - Stonata - Fa "Mu Mu" (= mucca) - e "coccodè" - è un maschio - e sputa cacca.
Provateci voi a trattenere le risate, cercando di sgridare vostra figlia.
È successo che un giorno Anita arriva arrabbiatissima e dice "guarda cosa ha scritto Elena! Devi sgridarla e darle una punizione" e mi porge un foglio.
Guardo Elena che si avvicina a testa bassa: "Elena cos'è successo?"
Non risponde, in attesa del giudizio divino.
Allora mi decido e leggo il foglio che Anita ancora tiene in mano, col braccio ben teso, di fronte a me.
Ecco, in questi casi essere genitori è veramente difficile.
Innanzitutto perché non è che puoi punire una solo perché l'ha detto l'altra.
Ma soprattutto se ti viene dato un foglio che ti fa schiantare dal ridere.
Traduco: Anita - Scema - Schifosa - Fuori di testa - Vanitosa - Cicciona - Pelata - Stonata - Fa "Mu Mu" (= mucca) - e "coccodè" - è un maschio - e sputa cacca.
Provateci voi a trattenere le risate, cercando di sgridare vostra figlia.
28 settembre 2015
25 settembre 2015
ritorno alla commedia all'italiana
Ne parlavo tempo fa: secondo me gli italiani, nel cinema, sono bravi a raccontare storie piccole, quasi di quartiere.
Ne ho avuto un'ulteriore conferma ieri sera, dopo aver visto "Smetto quando voglio", brillante commedia dell'esordiente Sydney Sibilia (sì, si chiama proprio così, non è un nome d'arte).
Parla di un gruppo di brillanti ricercatori universitari che tentano di uscire dal disastro della precarietà cronica a cui sono sottoposti, iniziando a produrre e spacciare droga.
Se vi piacciono le etichette è una sorta di "I soliti ignoti" in salsa Guy Ritchie. Certo, la trama potrà sembrarvi un po' "Breaking Bad", la fortunata serie tv interpretata da Bryan Cranston.
Ma non è tutto lì: c'è anche la realtà molto italiana delle università, degli inciuci, del lavoro in nero, della cultura troppo snobbata, di chi sembra senza una lira e invece spende 100 euro per un cocktail (molto particolare, per la verità).
Insomma, siamo davanti a una commedia non stupida, ben scritta, ben girata e ben intepretata.
Per quello che propone il cinema italiano ultimamente, mi sembra quasi troppo.
Ne ho avuto un'ulteriore conferma ieri sera, dopo aver visto "Smetto quando voglio", brillante commedia dell'esordiente Sydney Sibilia (sì, si chiama proprio così, non è un nome d'arte).
Parla di un gruppo di brillanti ricercatori universitari che tentano di uscire dal disastro della precarietà cronica a cui sono sottoposti, iniziando a produrre e spacciare droga.
Se vi piacciono le etichette è una sorta di "I soliti ignoti" in salsa Guy Ritchie. Certo, la trama potrà sembrarvi un po' "Breaking Bad", la fortunata serie tv interpretata da Bryan Cranston.
Ma non è tutto lì: c'è anche la realtà molto italiana delle università, degli inciuci, del lavoro in nero, della cultura troppo snobbata, di chi sembra senza una lira e invece spende 100 euro per un cocktail (molto particolare, per la verità).
Insomma, siamo davanti a una commedia non stupida, ben scritta, ben girata e ben intepretata.
Per quello che propone il cinema italiano ultimamente, mi sembra quasi troppo.
24 settembre 2015
omosessualità
Anita sta leggendo il librone con le prime mille strisce di Lupo Alberto. È arrivata alla sequenza (irresistibilmente comica, uno dei punti di massimo splendore del fumetto) in cui Enrico La Talpa dichiara la sua omosessualità.
- Papà, cosa vuol dire "gay"?
- È un uomo a cui piacciono gli uomini.
- Ah!
E si gira, continuando a leggere.
Punto. Basta.
"Ah!" è tutto quello che una bambina di 9 anni ha da dire.
Nessuna espressione incredula, niente sorrisini imbarazzati, nessuno sguardo interrogativo, niente di niente.
Ah!
- Papà, cosa vuol dire "gay"?
- È un uomo a cui piacciono gli uomini.
- Ah!
E si gira, continuando a leggere.
Punto. Basta.
"Ah!" è tutto quello che una bambina di 9 anni ha da dire.
Nessuna espressione incredula, niente sorrisini imbarazzati, nessuno sguardo interrogativo, niente di niente.
Ah!
23 agosto 2015
True Detective - seconda stagione
Terminata la seconda stagione di True Detective, il commento più diffuso è: era molto meglio la prima.
Commento che ha i suoi fondamenti, per carità.
Ma a me non mi ci pigliate i mezzo a 'sti giochini, no no. Mi sono avvicinato a questa new season mentalmente immacolato.
Anche perché - diciamo la verità - a parte il titolo e l'autore, non aveva niente a che vedere con la precedente: cast, luoghi e timeline completamente differenti.
Personalmente, me lo sono goduto: un telefilm ben girato e ben congegnato che ha la sua pecca in un plot narrativo troppo articolato con tantissimi ruoli in gioco, per cui era veramente difficile tenerne le fila.
Però nel complesso a me è piaciuto.
Mi è piaciuta Rachel McAdams in una parte per lei completamente nuova, così come Vince Vaughn in un ruolo drammatico. Un Colin Farrell invece calato in una parte che gli calzava a pennello. E un Taylor Kitsch un po' ingessato, ma gli veniva richiesto dal ruolo.
In generale quattro protagonisti con 4 storie tormentate alle loro spalle. Ed ho sempre avuto un debole per questo tipo di storie: gente che non ha più nulla da perdere, che compie gesti estremi, perché perennemente in bilico.
Insomma, ad avercene di serie tv così, farei i salti di gioia.
The war was lost
The treaty signed
I was not caught
I crossed the line
Commento che ha i suoi fondamenti, per carità.
Ma a me non mi ci pigliate i mezzo a 'sti giochini, no no. Mi sono avvicinato a questa new season mentalmente immacolato.
Anche perché - diciamo la verità - a parte il titolo e l'autore, non aveva niente a che vedere con la precedente: cast, luoghi e timeline completamente differenti.
Personalmente, me lo sono goduto: un telefilm ben girato e ben congegnato che ha la sua pecca in un plot narrativo troppo articolato con tantissimi ruoli in gioco, per cui era veramente difficile tenerne le fila.
Però nel complesso a me è piaciuto.
Mi è piaciuta Rachel McAdams in una parte per lei completamente nuova, così come Vince Vaughn in un ruolo drammatico. Un Colin Farrell invece calato in una parte che gli calzava a pennello. E un Taylor Kitsch un po' ingessato, ma gli veniva richiesto dal ruolo.
In generale quattro protagonisti con 4 storie tormentate alle loro spalle. Ed ho sempre avuto un debole per questo tipo di storie: gente che non ha più nulla da perdere, che compie gesti estremi, perché perennemente in bilico.
Insomma, ad avercene di serie tv così, farei i salti di gioia.
The war was lost
The treaty signed
I was not caught
I crossed the line
21 luglio 2015
Paolino live in Barolo
Concerto bellissimo, quello di Paolo Nutini a Barolo, sabato sera.
Mi ha veramente colpito per emozione e intensità. Canzoni quasi tutte riarrangiate, scaletta bella piena e performance musicale notevole da parte di tutta la band. Si può dire solo che è stato un gran bel concerto.
Sarà a causa del nome, ma Paolo Nutini noi italiani ce lo sentiamo un po' "nostro". A tal punto che alcuni non gli hanno mai perdonato il fatto di non spiccicare manco una parola di italiano durante i suoi concerti lungo lo stivale.
E infatti, a parte un buonasèèra dopo l'iniziale "Scream" e qualche grazie milli dopo un paio di brani, che li dice pure Eddie Vedder che nel sangue ha di tutto tranne tracce italiche, sembrava che l'interazione col pubblico fosse finita lì.
E invece, all'inizio del bis, Paolino nostro stupisce tutti salendo sul palco solo con la chitarra a tracolla e - accompagnato dal trombettista - si cimenta in una "Guarda che luna" di Fred Buscaglione da far venire la pelle d'oca anche a un ninja.
Bravo Paolo! We love you.
Mi ha veramente colpito per emozione e intensità. Canzoni quasi tutte riarrangiate, scaletta bella piena e performance musicale notevole da parte di tutta la band. Si può dire solo che è stato un gran bel concerto.
Sarà a causa del nome, ma Paolo Nutini noi italiani ce lo sentiamo un po' "nostro". A tal punto che alcuni non gli hanno mai perdonato il fatto di non spiccicare manco una parola di italiano durante i suoi concerti lungo lo stivale.
E infatti, a parte un buonasèèra dopo l'iniziale "Scream" e qualche grazie milli dopo un paio di brani, che li dice pure Eddie Vedder che nel sangue ha di tutto tranne tracce italiche, sembrava che l'interazione col pubblico fosse finita lì.
E invece, all'inizio del bis, Paolino nostro stupisce tutti salendo sul palco solo con la chitarra a tracolla e - accompagnato dal trombettista - si cimenta in una "Guarda che luna" di Fred Buscaglione da far venire la pelle d'oca anche a un ninja.
Bravo Paolo! We love you.
13 luglio 2015
trippa advisor
ovvero: di tre quarantacinquenni sovrappeso in giro per il Trentino con le bici.
Divertente e stancante. Questo il risultato di due giorni a zonzo per le ciclabili del Trentino-Alto Adige insieme a Gabriele e Giorgio.
Partenza da Brescia sabato mattina alle 7,00 e ritorno sempre a Brescia la domenica alle 20 passate.
Bressanone-Bolzano sabato; Bolzano-Trento domenica.
Chilometri percorsi in bici: 120.
Questi i dati. Il resto non si può raccontare: troppe scemate dette, troppe persone incontrate e troppi i luoghi degni di nota. Mi sono divertito (e stancato) un bel po'.
Sicuramente da ripetere.
altro che Coppi e Bartali...
Divertente e stancante. Questo il risultato di due giorni a zonzo per le ciclabili del Trentino-Alto Adige insieme a Gabriele e Giorgio.
Partenza da Brescia sabato mattina alle 7,00 e ritorno sempre a Brescia la domenica alle 20 passate.
Bressanone-Bolzano sabato; Bolzano-Trento domenica.
Chilometri percorsi in bici: 120.
Questi i dati. Il resto non si può raccontare: troppe scemate dette, troppe persone incontrate e troppi i luoghi degni di nota. Mi sono divertito (e stancato) un bel po'.
Sicuramente da ripetere.
altro che Coppi e Bartali...
08 luglio 2015
l'analfabeta che sapeva contare
Se siete amanti delle storie bizzarre, se credete che
tutto possa succedere o che sarebbe bello che succedesse, e che se tutti
fossimo un po' più strampalati e meno egocentrici il mondo sarebbe
migliore, questo libro fa al caso vostro.
No, non ho letto "il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", il primo libro di Jonas Jonasson, quindi non chiedetemi se sia più o meno bello del precedente.
E neanche posso raccontarvi la trama, perché fare una sinossi di questo romanzo mi porterebbe via mezza giornata.
Accontentatevi di sapere che è un libro che ho letto in pochi giorni, nonostante le sue (quasi) 500 pagine. Ridendo tanto, ma anche pensando un pochino.
06 luglio 2015
del vagabondare, di azealia e di altre cose
Estate: come sempre tempo di distaccamento dalla famiglia. Quest'anno Dalia e le bimbe stanno via ben un mese, quindi ho un sacchissimo di tempo libero.
Fino a qualche anno fa avrei organizzato meticolosamente ogni w/end, ma adesso è periodo di superlavoro e di scazzo pesante (conseguenza del superlavoro).
Infatti il primo fine settimana a disposizione - quello del mio compleanno - è stato dedicato un po' a festeggiare e un po' al lavoro.
Il secondo (ieri e l'altroieri) l'ho trascorso in svacco totale. Proprio mentalmente, intendo.
Se non ci fosse stato l'amico Sergio, probabilmente mi sarei tappato in casa, con le persiane abbassate, paralizzato dal caldo africano che sta flagellando Milano (e mi fa cambiare circa tre t-shirt al giorno).
E invece Sergio mi ha trascinato fuori di casa per due giorni di "zingarate": un giro di qua, un caffè di là, un salto in Darsena, un pezzo di partita...
Ma soprattutto: sabato sera concerto di Azealia Banks al Parco Sempione; e domenica mattina gita sul Trebbia. Tutte cose che avevo in programma di fare ma mi mancava la spinta iniziale.
Non so se è solo una conseguenza del caldo o se è anche un sintomo dell'età che avanza, ma mi impigrisco con facilità.
in foto: Azealia Banks durante la sua performance di sabato sera. Cioè, non solo canta bene...
Fino a qualche anno fa avrei organizzato meticolosamente ogni w/end, ma adesso è periodo di superlavoro e di scazzo pesante (conseguenza del superlavoro).
Infatti il primo fine settimana a disposizione - quello del mio compleanno - è stato dedicato un po' a festeggiare e un po' al lavoro.
Il secondo (ieri e l'altroieri) l'ho trascorso in svacco totale. Proprio mentalmente, intendo.
Se non ci fosse stato l'amico Sergio, probabilmente mi sarei tappato in casa, con le persiane abbassate, paralizzato dal caldo africano che sta flagellando Milano (e mi fa cambiare circa tre t-shirt al giorno).
E invece Sergio mi ha trascinato fuori di casa per due giorni di "zingarate": un giro di qua, un caffè di là, un salto in Darsena, un pezzo di partita...
Ma soprattutto: sabato sera concerto di Azealia Banks al Parco Sempione; e domenica mattina gita sul Trebbia. Tutte cose che avevo in programma di fare ma mi mancava la spinta iniziale.
Non so se è solo una conseguenza del caldo o se è anche un sintomo dell'età che avanza, ma mi impigrisco con facilità.
in foto: Azealia Banks durante la sua performance di sabato sera. Cioè, non solo canta bene...
02 luglio 2015
e Fubles fu!
Alla fine ho ceduto e mi sono iscritto a Fubles.
Non sapete cosa sia? È un social network dedicato al calcio.
In pratica mette insieme persone che vogliono giocare ma che non si conoscono tra di loro.
Hai voglia di fare una partita a calcetto ma non conosci nessuno? Ti iscrivi e troverai sicuramente una partita all'orario che desideri.
Hai organizzato una partita ma ti mancano un paio di giocatori? Matti il tuo match sul sito e la rosa si completerà in poche ore.
Volendo stare un minimo in forma e visto che - con 'sta caldazza - la voglia di andare in palestra proprio non si fa vedere, ecco che il football social network fa al caso mio.
Anche l'anno scorso ero tentato di iscrivermi, ma poi fui sopraffatto da lavoretti vari.
Quest'anno, convinto dall'amico Massi, ho fatto il gande passo e, giusto ieri sera, abbiamo fatto il nostro esordio su uno dei campetti di Cimiano.
È finita con un pareggio, un buon numero di punture di zanzare e una bella sudatona.
Direi che si può ripetere quanto prima.
Non sapete cosa sia? È un social network dedicato al calcio.
In pratica mette insieme persone che vogliono giocare ma che non si conoscono tra di loro.
Hai voglia di fare una partita a calcetto ma non conosci nessuno? Ti iscrivi e troverai sicuramente una partita all'orario che desideri.
Hai organizzato una partita ma ti mancano un paio di giocatori? Matti il tuo match sul sito e la rosa si completerà in poche ore.
Volendo stare un minimo in forma e visto che - con 'sta caldazza - la voglia di andare in palestra proprio non si fa vedere, ecco che il football social network fa al caso mio.
Anche l'anno scorso ero tentato di iscrivermi, ma poi fui sopraffatto da lavoretti vari.
Quest'anno, convinto dall'amico Massi, ho fatto il gande passo e, giusto ieri sera, abbiamo fatto il nostro esordio su uno dei campetti di Cimiano.
È finita con un pareggio, un buon numero di punture di zanzare e una bella sudatona.
Direi che si può ripetere quanto prima.
27 giugno 2015
04 giugno 2015
il viaggio del fachiro
So di averlo già detto, ma quando giro tra gli scaffali delle librerie rimango incantato dai libri con i titoli particolarmente fantasiosi. Potete quindi ben immaginare che vedendo "L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea" la mia smania di comprarlo immediatamente e di leggerlo ha avuto il sopravvento.
E devo dire che mi è andata bene. Il libro è molto carino, divertente (ma non stupido) e si legge velocemente. Forse il finale un po' scontato, se proprio vogliamo trovare un difetto.
Ma se state cercando un libro da leggere sotto l'ombrellone, senza troppo impegno, direi che fa' al caso vostro.
E devo dire che mi è andata bene. Il libro è molto carino, divertente (ma non stupido) e si legge velocemente. Forse il finale un po' scontato, se proprio vogliamo trovare un difetto.
Ma se state cercando un libro da leggere sotto l'ombrellone, senza troppo impegno, direi che fa' al caso vostro.
27 aprile 2015
little sister
Stamattina abbiamo accompagnato Anita alla partenza per Scuola Natura, una piccola vacanza di 4 giorni con i suoi compagni di classe e la maestra, a Pietra Ligure.
Ci siamo svegliati abbastanza presto e siamo andati tutti e 4 in macchina (visto che diluviava e Dalia non sta bene) sotto la scuola.
Se c'è una caratteristica che accomuna i fratelli di tutto il mondo (almeno così credo) è che possono randellarsi fino a 5 minuti prima, ma quando si separano si sentono come privati di un arto.
E infatti Elena, appena Anita è partita, era tristissima. Ma proprio coi lacrimoni che le rigavano le guance.
Abbiamo cercato di consolarla, dicendole che inviteremo qualche sua compagna di scuola e che 4 giorni passano in fretta, ma lo spleen non accennava a diminuire. Si è rinchiusa in una specie di mutismo malinconico.
Alla fine, dopo averla accompagnata a scuola materna, torno con la macchina sottocasa, per andare a prendere il motorino. E quando mi sto allontanando dall'auto, vedo che ha fatto un disegno sul vetro appannato: un cuore con dentro la scritta "Elena e Anita".
Non ho paura ad ammetterlo: mi sono messo a piangere come un cretino.
lo so, non si quasi vede niente. Dovete credermi sulla fiducia.
Ci siamo svegliati abbastanza presto e siamo andati tutti e 4 in macchina (visto che diluviava e Dalia non sta bene) sotto la scuola.
Se c'è una caratteristica che accomuna i fratelli di tutto il mondo (almeno così credo) è che possono randellarsi fino a 5 minuti prima, ma quando si separano si sentono come privati di un arto.
E infatti Elena, appena Anita è partita, era tristissima. Ma proprio coi lacrimoni che le rigavano le guance.
Abbiamo cercato di consolarla, dicendole che inviteremo qualche sua compagna di scuola e che 4 giorni passano in fretta, ma lo spleen non accennava a diminuire. Si è rinchiusa in una specie di mutismo malinconico.
Alla fine, dopo averla accompagnata a scuola materna, torno con la macchina sottocasa, per andare a prendere il motorino. E quando mi sto allontanando dall'auto, vedo che ha fatto un disegno sul vetro appannato: un cuore con dentro la scritta "Elena e Anita".
Non ho paura ad ammetterlo: mi sono messo a piangere come un cretino.
lo so, non si quasi vede niente. Dovete credermi sulla fiducia.
21 aprile 2015
Scuola-Chiaravalle-Scuola
Il titolo vorrebbe fare il verso a Liegi-Baston-Liegi, ma non so se si capisce.
Vabbè, tutto ciò per dire che domenica sì è svolta la Biciclettata 2015 organizzata dal gruppo genitori della Scuola Elementare che frequenta Anita.
Siamo partiti dalla scuola verso le 11,30 e siamo arrivati fino al Parco antistante l'Abbazia di Chiaravalle: una mezz'oretta scarsa di pedalata.
La notizia straordinaria è che eravamo più di 80. Un bel biscione di genitori e bambini (scortato dalla Polizia Municipale) che si snodava per le strade di Milano.
Non ho molto altro da aggiungere se non il fatto che è stata una giornata bellissima (anche meteorologicamente parlando) in cui abbiamo fatto giochi vari, corso e pedalato.
Con la morale, banale ma sempre vera, che il tempo dedicato ai propri figli è sempre tempo ben impiegato.
Vabbè, tutto ciò per dire che domenica sì è svolta la Biciclettata 2015 organizzata dal gruppo genitori della Scuola Elementare che frequenta Anita.
Siamo partiti dalla scuola verso le 11,30 e siamo arrivati fino al Parco antistante l'Abbazia di Chiaravalle: una mezz'oretta scarsa di pedalata.
La notizia straordinaria è che eravamo più di 80. Un bel biscione di genitori e bambini (scortato dalla Polizia Municipale) che si snodava per le strade di Milano.
Non ho molto altro da aggiungere se non il fatto che è stata una giornata bellissima (anche meteorologicamente parlando) in cui abbiamo fatto giochi vari, corso e pedalato.
Con la morale, banale ma sempre vera, che il tempo dedicato ai propri figli è sempre tempo ben impiegato.
10 aprile 2015
Non Pensarci - la serie
Mi era tanto piaciuto il film Non Pensarci di Gianni Zanasi. Proprio tanto.
Quei film a basso budget, che raccontano storie "piccole", di tutti i giorni, riuscendo comunque a metterti in contatto con la parte più profonda di te. Tutto questo senza l'insopportabile retorica di pellicole tipo Jerry Maguire.
È quello che secondo me dovrebbe fare il cinema italiano, ma è un discorso un po' lungo e complicato, quindi lasciamo stare.
Da quel film è stata tratta una serie tv, con lo stesso regista, stesso cast e stessa storia. Praticamente hanno realizzato lo stesso film con una durata di 6 ore (12 episodi da mezz'ora l'uno).
E l'effetto è identico al film: si ride, si piange, ci si immedesima, ci si innamora.
Vita vera, insomma. Certo: romanzata a dovere e con personaggi a macchietta, altrimenti sarebbe piatta e banale. Ma si guarda con molto piacere.
Un applauso al trio Mastandrea-Battiston-Caprioli che riescono a comportarsi esattamente come dei fratelli, tra odio e amore, perfettamente credibili nelle loro parti.
Giusto un piccolo assaggio:
Quei film a basso budget, che raccontano storie "piccole", di tutti i giorni, riuscendo comunque a metterti in contatto con la parte più profonda di te. Tutto questo senza l'insopportabile retorica di pellicole tipo Jerry Maguire.
È quello che secondo me dovrebbe fare il cinema italiano, ma è un discorso un po' lungo e complicato, quindi lasciamo stare.
Da quel film è stata tratta una serie tv, con lo stesso regista, stesso cast e stessa storia. Praticamente hanno realizzato lo stesso film con una durata di 6 ore (12 episodi da mezz'ora l'uno).
E l'effetto è identico al film: si ride, si piange, ci si immedesima, ci si innamora.
Vita vera, insomma. Certo: romanzata a dovere e con personaggi a macchietta, altrimenti sarebbe piatta e banale. Ma si guarda con molto piacere.
Un applauso al trio Mastandrea-Battiston-Caprioli che riescono a comportarsi esattamente come dei fratelli, tra odio e amore, perfettamente credibili nelle loro parti.
Giusto un piccolo assaggio:
25 marzo 2015
orgoglio maschio
Chi mi conosce lo sa: sono un pessimo uomo di casa. Sono molto meglio come casalinga.
Datemi pure una camicia da stirare, ma non chiedetemi di montare una mensola, perché non so neanche da che parte si comincia.
È quindi con moltissimo orgoglio che vi annuncio che domenica pomeriggio, complice la giornata uggiosa, mi sono dedicato a una serie di incombenze tra cui un lavoro molto maschile.
Almeno per me, che quando monto una sedia dell'Ikea mi sento MacGyver.
Insomma, domenica ho "liberato" una presa elettrica, da un pezzo di plastica che c'era rimasto incastrato. Sapete quei robetti di plastica che si mettono nelle prese per evitare che i bambini piccoli ci mettano le mani dentro? Ecco, levandolo, la nostra tata tuttofare ci aveva malauguratamente lasciato incastrato un pirolino di plastica.
Era lì da anni, io me ne sono accorto domenica. E, contrariamente alle mia indole da procrastinatore, ho deciso di affrontarlo subito: ho staccato la luce generale; ho staccato la presa dal muro,smontato tutta la presa e finalmente estratto l'intruso dal suo antro.
Cosa c'è di strano? Bah, per voi probabilmente niente.
Per me è stata una vera sorpresa alzare le levette dell'interrutore generale e non far saltare in aria l'intero edificio.
Datemi pure una camicia da stirare, ma non chiedetemi di montare una mensola, perché non so neanche da che parte si comincia.
È quindi con moltissimo orgoglio che vi annuncio che domenica pomeriggio, complice la giornata uggiosa, mi sono dedicato a una serie di incombenze tra cui un lavoro molto maschile.
Almeno per me, che quando monto una sedia dell'Ikea mi sento MacGyver.
Insomma, domenica ho "liberato" una presa elettrica, da un pezzo di plastica che c'era rimasto incastrato. Sapete quei robetti di plastica che si mettono nelle prese per evitare che i bambini piccoli ci mettano le mani dentro? Ecco, levandolo, la nostra tata tuttofare ci aveva malauguratamente lasciato incastrato un pirolino di plastica.
Era lì da anni, io me ne sono accorto domenica. E, contrariamente alle mia indole da procrastinatore, ho deciso di affrontarlo subito: ho staccato la luce generale; ho staccato la presa dal muro,smontato tutta la presa e finalmente estratto l'intruso dal suo antro.
Cosa c'è di strano? Bah, per voi probabilmente niente.
Per me è stata una vera sorpresa alzare le levette dell'interrutore generale e non far saltare in aria l'intero edificio.
23 marzo 2015
birdman
Alla fine il film vincitore degli Oscar 2015 l'ho visto anch'io. Sto parlando di Birdman, film del regista messicano Alejandro Iñárritu, colui che tanto ci aveva colpito una decina di anni fa con 21 grammi.
Lo so, non c'è bisogno di una nuova recensione e neanche state aspettando trepidanti una mia opinione in merito, però mi va di parlarne lo stesso (così come spesso non mi va di parlare di film che considero "trascurabili").
Birdman è un gran bel film, secondo me. Nonostante un sacco di cose.
Nonostante sia un film che parla di cinema, per esempio, non risulta solo per addetti ai lavori, ma ben ritrae la parabola discendente dell'uomo.
Nonostante sia girato quasi tutto in piano sequenza, tecnica spesso stucchevole e fine a se stessa, che qua invece aiuta a seguire (anche fisicamente) Michael Keaton e i suoi percorsi mentali.
E nonostante non sia certo il più bel lungometraggio di Iñárritu (devo ammettere che ho avuto qualche momento di stanchezza, durante la visione), rimane comunque un bel film che riesce a intrecciare diverse storie in un unico plot narrativo, per di più condensato in poche ore di vita "vissuta".
E se gli attori (e il cinema, di conseguenza) vengono messi alla gogna, non viene risparmiato neanche lo spettatore, che si lascia abbindolare dai blockbuster e che valuta tutto attraverso il numero di tweet, positivi o negativi che siano.
Insomma, un bel film ricco di spunti e significati, completamente avulso dalla costruzione narrativa standard.
Ditemi se è poco.
Lo so, non c'è bisogno di una nuova recensione e neanche state aspettando trepidanti una mia opinione in merito, però mi va di parlarne lo stesso (così come spesso non mi va di parlare di film che considero "trascurabili").
Birdman è un gran bel film, secondo me. Nonostante un sacco di cose.
Nonostante sia un film che parla di cinema, per esempio, non risulta solo per addetti ai lavori, ma ben ritrae la parabola discendente dell'uomo.
Nonostante sia girato quasi tutto in piano sequenza, tecnica spesso stucchevole e fine a se stessa, che qua invece aiuta a seguire (anche fisicamente) Michael Keaton e i suoi percorsi mentali.
E nonostante non sia certo il più bel lungometraggio di Iñárritu (devo ammettere che ho avuto qualche momento di stanchezza, durante la visione), rimane comunque un bel film che riesce a intrecciare diverse storie in un unico plot narrativo, per di più condensato in poche ore di vita "vissuta".
E se gli attori (e il cinema, di conseguenza) vengono messi alla gogna, non viene risparmiato neanche lo spettatore, che si lascia abbindolare dai blockbuster e che valuta tutto attraverso il numero di tweet, positivi o negativi che siano.
Insomma, un bel film ricco di spunti e significati, completamente avulso dalla costruzione narrativa standard.
Ditemi se è poco.
13 marzo 2015
Nneka
Ringraziamo ancora una volta Mister Tricky per averci portato alla luce l'ennesimo talento: a questo giro parliamo di Nneka, una cantautrice di padre nigeriano e madre tedesca.
Tanto per darvi delle coordinate musicali siamo nel campo di Erikah Badu o di Selah Sue: una sorta di hip-hop reggaeggiante con una spruzzatina di soul.
Insomma, se c'è una bella giornata di sole (come oggi) ed è venerdì pomeriggio (come adesso) e vi si prospetta un weekend di relax (come il mio), direi che il nuovo disco "My Fairy Tales" è proprio quello che ci vuole.
Tanto per darvi delle coordinate musicali siamo nel campo di Erikah Badu o di Selah Sue: una sorta di hip-hop reggaeggiante con una spruzzatina di soul.
Insomma, se c'è una bella giornata di sole (come oggi) ed è venerdì pomeriggio (come adesso) e vi si prospetta un weekend di relax (come il mio), direi che il nuovo disco "My Fairy Tales" è proprio quello che ci vuole.
19 febbraio 2015
04 febbraio 2015
dear Kate
Ieri sera ho visto un film di merda. Ma talmente di merda che mi vergogno a dirvi il titolo.
"e perché l'hai visto?" direte voi.
Perché c'era Kate Winslet e speravo che lei fosse una sorta di garanzia che il film fosse quantomeno decente.
Cara Kate, devo dirtelo: ci sono rimasto male.
A fatica ti ho perdonato "Titanic", ma mi dicevo che era stato un errore di gioventù e che, in fondo, quel film ti aveva lanciata, quindi non era così grave.
Ma questo, santoiddio, proprio non era da farsi.
Ma che ti è preso? Ma non l'hai letto il copione? Era tutto così schifosamente banale e prevedibile...
Che poi la parte tua con Eli Wallach (indizio 01 per chi volesse capire di che pellicola si tratta) era l'unica che valeva la pena vedere, ma stiamo parlando di 10/15 minuti in totale. Quelle parti dove ci siete solo voi due e basta, intendo.
E il resto del cast? I nomi di Jude Law e Cameron Diaz (indizio 02) non ti hanno detto niente?
La loro parte è teriBBile.
Che poi Jude Law ancora ancora qualcosa in vita sua l'ha azzeccata, ma Cameron Diaz...
E comunque, Kate, casa tua era bellissima. Mi ci trasferirei domani.
Con te dentro, possibilmente.
in foto: Kate Winslet e Eli Wallach in una scena del film.
"e perché l'hai visto?" direte voi.
Perché c'era Kate Winslet e speravo che lei fosse una sorta di garanzia che il film fosse quantomeno decente.
Cara Kate, devo dirtelo: ci sono rimasto male.
A fatica ti ho perdonato "Titanic", ma mi dicevo che era stato un errore di gioventù e che, in fondo, quel film ti aveva lanciata, quindi non era così grave.
Ma questo, santoiddio, proprio non era da farsi.
Ma che ti è preso? Ma non l'hai letto il copione? Era tutto così schifosamente banale e prevedibile...
Che poi la parte tua con Eli Wallach (indizio 01 per chi volesse capire di che pellicola si tratta) era l'unica che valeva la pena vedere, ma stiamo parlando di 10/15 minuti in totale. Quelle parti dove ci siete solo voi due e basta, intendo.
E il resto del cast? I nomi di Jude Law e Cameron Diaz (indizio 02) non ti hanno detto niente?
La loro parte è teriBBile.
Che poi Jude Law ancora ancora qualcosa in vita sua l'ha azzeccata, ma Cameron Diaz...
E comunque, Kate, casa tua era bellissima. Mi ci trasferirei domani.
Con te dentro, possibilmente.
in foto: Kate Winslet e Eli Wallach in una scena del film.
20 gennaio 2015
ancora su Sonic Highways
Ho scritto poco fa dell'uscita di Sonic Highways, dei Foo Fighters.
Da allora è stato IL disco delle mie vacanze di Natale e ancora oggi ce l'ho lì nel lettore della macchina, determinato a non lasciare la postazione come neanche un politico italiano sulla sua onorevole poltrona.
E qualche giorno fa ho capito cosa mi ha conquistato di questo album.
Fateci caso, ma non c'è un singolo. Voglio dire: i Foo Fighters si sono (furbamente) distinti per essere sì rock, ma sempre con la strizzatina d'occhio verso la hit.
Non sto qua a nominarvene alcune, perché penso che le conosciate meglio di me, ma in ogni album c'è sempre stata una o più canzoni di cosiddetto easylistening, con il riffone di chitarra che conquista e il ritornello sufficientemente paraculo.
Beh, in questo album non c'è. O, se c'è, non è studiato a tavolino.
Se chiedete a 8 persone qual è la canzone preferita dell'album, è facile che vi sentiate dire 8 risposte diverse.
Personalmente preferisco l'ultima traccia "I am the River", con quel meraviglioso crescendo finale, ma tra una settimana potrei benissimo aver cambiato idea. Anche perché l'ho già cambiata almeno un paio di volte, a riguardo.
Insomma, quello che voglio dire è che probabilmente i FF sono cresciuti. Sono diventati una band matura. Come se non bastasse tutta la filosofia che sta dietro all'album (8 canzoni, registrate in 8 diverse città, con 8 cortometraggi che le raccontano), a dimostrarcelo c'è anche questa sensazione che almeno a 'sto giro non abbiano cercato il consenso del pubblico, ma abbiano seguito (anche fisicamente) un loro percorso personale.
E se è veramente così, prepariamoci a grandi cose.
Da allora è stato IL disco delle mie vacanze di Natale e ancora oggi ce l'ho lì nel lettore della macchina, determinato a non lasciare la postazione come neanche un politico italiano sulla sua onorevole poltrona.
E qualche giorno fa ho capito cosa mi ha conquistato di questo album.
Fateci caso, ma non c'è un singolo. Voglio dire: i Foo Fighters si sono (furbamente) distinti per essere sì rock, ma sempre con la strizzatina d'occhio verso la hit.
Non sto qua a nominarvene alcune, perché penso che le conosciate meglio di me, ma in ogni album c'è sempre stata una o più canzoni di cosiddetto easylistening, con il riffone di chitarra che conquista e il ritornello sufficientemente paraculo.
Beh, in questo album non c'è. O, se c'è, non è studiato a tavolino.
Se chiedete a 8 persone qual è la canzone preferita dell'album, è facile che vi sentiate dire 8 risposte diverse.
Personalmente preferisco l'ultima traccia "I am the River", con quel meraviglioso crescendo finale, ma tra una settimana potrei benissimo aver cambiato idea. Anche perché l'ho già cambiata almeno un paio di volte, a riguardo.
Insomma, quello che voglio dire è che probabilmente i FF sono cresciuti. Sono diventati una band matura. Come se non bastasse tutta la filosofia che sta dietro all'album (8 canzoni, registrate in 8 diverse città, con 8 cortometraggi che le raccontano), a dimostrarcelo c'è anche questa sensazione che almeno a 'sto giro non abbiano cercato il consenso del pubblico, ma abbiano seguito (anche fisicamente) un loro percorso personale.
E se è veramente così, prepariamoci a grandi cose.
19 gennaio 2015
di cronaca e di ipocrisie
Quando scende in campo David Fincher, per me è sempre una buona notizia.
Mi piace il suo stile di regia, ma soprattutto mi piace il fatto che i suoi film mi lasciano sempre qualcosa. Anche se si parla di thriller o di cose poco attinenti alla vita quotidiana, sono pellicole che non mi lasciano mai indifferente.
In Gone Girl (presente nelle sale italiane col titolo "L'Amore Bugiardo") invece la vita quotidiana non solo è presente, ma ne è quasi il cardine.
Una coppia praticamente perfetta, nella provincia americana. A un certo punto lei sparisce. Lui giura di non saperne niente. Ma troppe ombre sono presenti sulla coppia e, di conseguenza, sulla scomparsa della brava e perfetta moglie modello.
Non vado avanti nella trama, per evitare spoilerate.
Sappiate però che in questo film c'è tutto: critica sociale, critica ai media, opportunismo, falsi miti e tutto quanto. E c'è pure un'interpretazione favolosa da parte di Rosamund Pike.
È un film che vi consiglio caldamente.
Mi piace il suo stile di regia, ma soprattutto mi piace il fatto che i suoi film mi lasciano sempre qualcosa. Anche se si parla di thriller o di cose poco attinenti alla vita quotidiana, sono pellicole che non mi lasciano mai indifferente.
In Gone Girl (presente nelle sale italiane col titolo "L'Amore Bugiardo") invece la vita quotidiana non solo è presente, ma ne è quasi il cardine.
Una coppia praticamente perfetta, nella provincia americana. A un certo punto lei sparisce. Lui giura di non saperne niente. Ma troppe ombre sono presenti sulla coppia e, di conseguenza, sulla scomparsa della brava e perfetta moglie modello.
Non vado avanti nella trama, per evitare spoilerate.
Sappiate però che in questo film c'è tutto: critica sociale, critica ai media, opportunismo, falsi miti e tutto quanto. E c'è pure un'interpretazione favolosa da parte di Rosamund Pike.
È un film che vi consiglio caldamente.
10 gennaio 2015
top five musica 2014
più telegrafico che mai, ecco la lista dei dischi che mi sono piaciuti di più nell'anno passato.
01 - Foo Fighters - Sonic Highways
02 - Azealia Banks - Broke with expensive Taste
03 - Young the Giant - Mind over Matters
04 - Paolo Nutini - Caustic Love
05 - the Last Internationale - We will Reign
Premio disco tardivo (cioè che ho scoperto con notevole ritardo):
Porcupine Tree - The Incident
01 - Foo Fighters - Sonic Highways
02 - Azealia Banks - Broke with expensive Taste
03 - Young the Giant - Mind over Matters
04 - Paolo Nutini - Caustic Love
05 - the Last Internationale - We will Reign
Premio disco tardivo (cioè che ho scoperto con notevole ritardo):
Porcupine Tree - The Incident
04 gennaio 2015
eppi gnù iar
Ogni tanto dovrei rileggermi i vecchi post di questo blog. Come quello dell'anno scorso, di questi stessi tempi, dove mi raccomandavo di starmene a casa per le vacanze di Natale.
Non so quale malocchio colpisca la mia famiglia alla fine di dicembre, ma è già il terzo anno di fila che passiamo delle vacanze abbastanza merdose.
Quest'anno dovevamo andarcene in montagna con amici (casa già prenotata dal 30 al 2 gennaio), ma tanto per cambiare le donne di famiglia si sono ammalate e quindi nisba.
Non capisco se ci sia veramente una causa comune (ipotesi A: la stanchezza estrema che, appena ti rilassi, ti debilita; ipotesi B: la tendenza di mio padre a non accendere quasi mai il riscaldamento di casa, mentre noi siamo abituati - grazie al riscaldamento condominiale - a vivere costantemente intorno ai 20 gradi) o se sia una questione di sfiga, ma devo prendere provvedimenti.
Provvedimenti che combaciano esattemente con IL proposito dell'anno 2015: vivere meglio la mia quotidianità. Sì, esatto, tutto lì.
Vivo (parlo per me, ma so di non essere l'unico) talmente di corsa e incazzato che certe volte mi sembra di vivere davvero solo durante le vacanze. Poi quando queste vacanze si trasformano in una centrifuga di coglioni ti senti disperato.
Quindi, è deciso, quest'anno ci provo: cerco di vivere meglio giorno per giorno.
Ci riuscirò? o almeno: ci proverò?
Non so quale malocchio colpisca la mia famiglia alla fine di dicembre, ma è già il terzo anno di fila che passiamo delle vacanze abbastanza merdose.
Quest'anno dovevamo andarcene in montagna con amici (casa già prenotata dal 30 al 2 gennaio), ma tanto per cambiare le donne di famiglia si sono ammalate e quindi nisba.
Non capisco se ci sia veramente una causa comune (ipotesi A: la stanchezza estrema che, appena ti rilassi, ti debilita; ipotesi B: la tendenza di mio padre a non accendere quasi mai il riscaldamento di casa, mentre noi siamo abituati - grazie al riscaldamento condominiale - a vivere costantemente intorno ai 20 gradi) o se sia una questione di sfiga, ma devo prendere provvedimenti.
Provvedimenti che combaciano esattemente con IL proposito dell'anno 2015: vivere meglio la mia quotidianità. Sì, esatto, tutto lì.
Vivo (parlo per me, ma so di non essere l'unico) talmente di corsa e incazzato che certe volte mi sembra di vivere davvero solo durante le vacanze. Poi quando queste vacanze si trasformano in una centrifuga di coglioni ti senti disperato.
Quindi, è deciso, quest'anno ci provo: cerco di vivere meglio giorno per giorno.
Ci riuscirò? o almeno: ci proverò?
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