27 giugno 2012
23 giugno 2012
jonathan coe
Nella notte insonne, terminato "La pioggia prima che cada".
Bello, struggente, doloroso.
Un piccolo capolavoro.
Jonathan, non mi deludi (quasi) mai.
Bello, struggente, doloroso.
Un piccolo capolavoro.
Jonathan, non mi deludi (quasi) mai.
22 giugno 2012
Men's Hell
L'operazione Tyler Durden è naufragata, sotto i colpi insistenti del caldo soffocante e degli impegni lavorativi (uno dei quali a Parma; ve lo devo dire quanto e come ho mangiato a Parma o ve lo immaginate da soli?).
Insomma, non ho ripreso tutti i chili che avevo perso, ma ci siamo quasi. Ho consultato lo specchio e ho notato una
certa rilassatezza, quasi una cricumnavigazione del punto vita, che alcuni chiamano impietosamente salsicciotti. No, dico: un nome più frustrante no?
Con apprensione ho cercato
muliebri conferme, ottenendo un deludente "ma a me piaci così". Allora ho trascinato il problema con me in ufficio, dove gli uomini, pragmatici e spietati, mi consigliano di
accettare l’ineluttabile e rotondo destino del post quarantenne.
E allora eccomi qui, triste e dubbioso,
a tre giorni dalla mia fatidica prova costume, davanti all’edicola; guardo di sfuggita, un po' vergnandomene, ben tre riviste tartarugate che mi
spiegano come essere un vero uomo in forma e desiderato da donne
strafighe che si ninfomanizzano al sol mio passaggio.
Le rimetto giù. Non servono.
So già come
far sparire la pancia in tre giorni: basta tirarla dentro trattenendo il
respiro.
E so benissimo da solo che con un po' di sport si migliora la forma fisica; non ho bisogno che me lo dicano i ricercatori della Salcazzo University.
E so anche come farla urlare in camera da letto: basta asciugarselo sulle tende dopo aver fatto all’ammmore.
21 giugno 2012
l'apocalissi dell'ammmore
Ma torniamo un po' a parlare di musica.
Il signor Slash sembra stia vivendo una seconda giovinezza. Dopo aver raggiunto la fama (e che fama!) con i Guns 'n' Roses, sembrava ormai l'ombra di se stesso.
Certo: ha fatto collaborazioni con molto artisti e fondati pure un paio di gruppi, di cui sinceramente, così a naso non ricordo neanche il nome. Ma ormai sembrava perso.
Da quando l'altr'anno ha fatto uscire il suo primo disco solista, invece, la verve compositiva sembra essere tornata a scorrere nella sua testa e sul manico della sua chitarra.
E poi - fui preveggente! - si è lasciato convicere e utilizza solo Myles Kennedy come cantante.
Il riusltato qual è? Metto su il disco e parte un wah-wah che già mi piace. Poi entra la voce di Kennedy, che mi fa impazzire di suo. Insomma: sono passati trenta secondi e 'sto disco già mi dipinge un sorriso ebete, da orecchio a orecchio.
È che a me la musica tamarra piace, c'è poco da fare. E qua di tamarraggine ce n'è a vendere.
Molti pezzi sono hard rock, in stile americano. Infatti, a partire dalla title track, ci sono un bel po' di brani come One Last Thrill, You're a Lie (primo singolo estratto) o Hard & Fast che costringono il metronomo a fare gli straordinari.
Il tutto intervallato con qualche mid-temo e poche (per fortuna) ballad.
Insomma, il disco nom brilla per originalità, ne' tentomeno riesce a ripetere i fasti del disco d'esordio, però si lascia ascoltare volentieri. Come già detto per altri dischi, skippando le ballad, è un ottimo sottofondo per fare palestra o una bella corsetta al parco.
Il signor Slash sembra stia vivendo una seconda giovinezza. Dopo aver raggiunto la fama (e che fama!) con i Guns 'n' Roses, sembrava ormai l'ombra di se stesso.
Certo: ha fatto collaborazioni con molto artisti e fondati pure un paio di gruppi, di cui sinceramente, così a naso non ricordo neanche il nome. Ma ormai sembrava perso.
Da quando l'altr'anno ha fatto uscire il suo primo disco solista, invece, la verve compositiva sembra essere tornata a scorrere nella sua testa e sul manico della sua chitarra.
E poi - fui preveggente! - si è lasciato convicere e utilizza solo Myles Kennedy come cantante.
Il riusltato qual è? Metto su il disco e parte un wah-wah che già mi piace. Poi entra la voce di Kennedy, che mi fa impazzire di suo. Insomma: sono passati trenta secondi e 'sto disco già mi dipinge un sorriso ebete, da orecchio a orecchio.
È che a me la musica tamarra piace, c'è poco da fare. E qua di tamarraggine ce n'è a vendere.
Molti pezzi sono hard rock, in stile americano. Infatti, a partire dalla title track, ci sono un bel po' di brani come One Last Thrill, You're a Lie (primo singolo estratto) o Hard & Fast che costringono il metronomo a fare gli straordinari.
Il tutto intervallato con qualche mid-temo e poche (per fortuna) ballad.
Insomma, il disco nom brilla per originalità, ne' tentomeno riesce a ripetere i fasti del disco d'esordio, però si lascia ascoltare volentieri. Come già detto per altri dischi, skippando le ballad, è un ottimo sottofondo per fare palestra o una bella corsetta al parco.
15 giugno 2012
festa carabelli
Oggi c'è stato lo spettacolo estivo della Scuola Materna Carabelli.
Come sempre il pubblico era in delirio. Abbiamo trattenuto a stento i fan.
È stata dura ma ce l'abbiamo fatta.

11 giugno 2012
essenziale
Togliere, levare, scartare, arrivare all'osso.
Il diktat che ho preso già da tempo necessita di decisioni più drastiche e repentine.
Abbiamo (ho?) troppi strati inutili. Ho bisogno di poco.
Anzi, meno.
Il diktat che ho preso già da tempo necessita di decisioni più drastiche e repentine.
Abbiamo (ho?) troppi strati inutili. Ho bisogno di poco.
Anzi, meno.

04 giugno 2012
maledetti frònscési!
In realtà quest post si dovrebbe chiamare una cosa tipo "la giornata
mondiale delle famiglie" o "il papa a Milano", ma non ho resistito alla
tentazione di dire una minchiata e così l'ho chiamato in un modo che mi
faccia ridere.
(e con questo abbiamo chiarito, per quei pochi che non se n'erano accorti, la scarsissima affidabilità giornalistico/lessicale dell'autore del blog).
Allora, stavamo dicendo: durante il w/end appena trascorso c'era l'incontro mondiale delle famiglie proprio nella nostra a Milano. Che poi le famiglie sarebbe sottointeso che debbano essere cattoliche, visto che si tratta di una festa di stampo cristiano, però - per fortuna - non c'è scritto, sennò sai che casino!
Quindi, ricominciamo: c'era l'incontro mondiale delle famiglie e noi, che sì, siamo cattolici e pure praticanti, però non è che siamo proprio il ritratto della famiglia come vorrebbe il cliché, abbiamo partecipato come meglio sappiamo fare, ovvero dando la ns disponbilità per le questioni pratiche e disertando tutti gli incontri a tema religioso. Quindi niente incontri tipo messa papale, ma abbiamo ospitato volentieri una famiglia francese per tre giorni/due notti.
Non li abbiamo solo ospitati a dormire, eh! Li abbiamo anche accompagnati in centro, aiutati nelle organizzazioni, etcetera. E tutto sommato è stato anche abbastanza divertente. Poi, vabbè, un salto in Piazza Duomo per vedere il Papa l'abbiamo fatto anche noi, se non altro per pura curiosità nei confronti di un evento di portata mondiale; e che per di più si svolgeva a due passi da casa nostra.
E devo dire che l'atmosfera in questo tipo di eventi è sempre carica di positività. C'è un sacco di gente che suona, canta, fa casino, tutti allegri. È un piacere far respirare alle bambine un po' di quest'aria di festa. Mette in circolo delle energie positive, che ci vogliono sempre.
(e con questo abbiamo chiarito, per quei pochi che non se n'erano accorti, la scarsissima affidabilità giornalistico/lessicale dell'autore del blog).
Allora, stavamo dicendo: durante il w/end appena trascorso c'era l'incontro mondiale delle famiglie proprio nella nostra a Milano. Che poi le famiglie sarebbe sottointeso che debbano essere cattoliche, visto che si tratta di una festa di stampo cristiano, però - per fortuna - non c'è scritto, sennò sai che casino!
Quindi, ricominciamo: c'era l'incontro mondiale delle famiglie e noi, che sì, siamo cattolici e pure praticanti, però non è che siamo proprio il ritratto della famiglia come vorrebbe il cliché, abbiamo partecipato come meglio sappiamo fare, ovvero dando la ns disponbilità per le questioni pratiche e disertando tutti gli incontri a tema religioso. Quindi niente incontri tipo messa papale, ma abbiamo ospitato volentieri una famiglia francese per tre giorni/due notti.
Non li abbiamo solo ospitati a dormire, eh! Li abbiamo anche accompagnati in centro, aiutati nelle organizzazioni, etcetera. E tutto sommato è stato anche abbastanza divertente. Poi, vabbè, un salto in Piazza Duomo per vedere il Papa l'abbiamo fatto anche noi, se non altro per pura curiosità nei confronti di un evento di portata mondiale; e che per di più si svolgeva a due passi da casa nostra.
E devo dire che l'atmosfera in questo tipo di eventi è sempre carica di positività. C'è un sacco di gente che suona, canta, fa casino, tutti allegri. È un piacere far respirare alle bambine un po' di quest'aria di festa. Mette in circolo delle energie positive, che ci vogliono sempre.
30 maggio 2012
nel fango del dio pallone
In diversi mi avevano consigliato la lettura di "Nel fango del dio pallone", non ultimo l'amico Monty. Avevo sempre rimandato, non so perché.
Due gli elementi scatenanti che mi hanno convinto: uno è la morte dell'autore, per malattie probabilmente derivate dallo spropositato uso di doping; secondo è perché in questi giorni sta scoppiando l'ennesimo scandalo delle partite truccate (o del Totonero, come si chiamava una volta). E così ieri sera mi sono deciso e in una botta l'ho cominciato e finito.
Sì, perché quello che forse non sapete è che questo libro non è un libro-inchiesta. È un'autobiografia scritta in maniera così basilare e così trasparente che è come sentire un amico che parla. E quando un amico parla, specialmente se ti racconta cose sconvolgenti, lo stai a sentire finché non finisce, è chiaro.
A questo unite anche una sorta di amarcord, dato dal fatto che molti dei giocatori di cui si parla, me li ricordo nei miei album di figurine degli anni 70.
Vabbè, facendola breve: il libro va letto sicuramente.
Sia dal punto di vista umano, perché parla di un uomo che aveva tutto e poi non aveva più niente. Ma anche dal punto di vista sportivo, perché ci si rende conto che se il mondo del calcio era così trent'anni fa, figuriamoci adesso.
C'è solo il grosso rischio di disamorarsi di questo sport.
Dal canto mio, non so se riuscirò più a vedere una "papera" di un portiere senza pensare che l'abbia fatto apposta.
Due gli elementi scatenanti che mi hanno convinto: uno è la morte dell'autore, per malattie probabilmente derivate dallo spropositato uso di doping; secondo è perché in questi giorni sta scoppiando l'ennesimo scandalo delle partite truccate (o del Totonero, come si chiamava una volta). E così ieri sera mi sono deciso e in una botta l'ho cominciato e finito.
Sì, perché quello che forse non sapete è che questo libro non è un libro-inchiesta. È un'autobiografia scritta in maniera così basilare e così trasparente che è come sentire un amico che parla. E quando un amico parla, specialmente se ti racconta cose sconvolgenti, lo stai a sentire finché non finisce, è chiaro.
A questo unite anche una sorta di amarcord, dato dal fatto che molti dei giocatori di cui si parla, me li ricordo nei miei album di figurine degli anni 70.
Vabbè, facendola breve: il libro va letto sicuramente.
Sia dal punto di vista umano, perché parla di un uomo che aveva tutto e poi non aveva più niente. Ma anche dal punto di vista sportivo, perché ci si rende conto che se il mondo del calcio era così trent'anni fa, figuriamoci adesso.
C'è solo il grosso rischio di disamorarsi di questo sport.
Dal canto mio, non so se riuscirò più a vedere una "papera" di un portiere senza pensare che l'abbia fatto apposta.
25 maggio 2012
quasi una vita
Vent'anni. Praticamente una vita.
Era il 25 maggio 1992 e fu la prima volta che io e Dalia (allora una delle mie migliori amiche) facemmo il passo. Passare da un'amicizia a una relazione non è cosa semplice.
Ma ricordo benissimo come oramai nella mia testa avevo maturato l'idea che potesse essere lei la donna giusta per me. Certo, potevo benissimo sbagliarmi. Ventidue anni non è sicuramente l'età delle scelte sicure al 100%.
Però, dopo lunga mia insistenza (e quando mai s'è vista una donna che insiste per stare con me? impossibile, n'est pas?) la ragazza cedette e da lì cominciò tutto.
Ma quello che fa impressione adesso sono i vent'anni. Ven'anni.
Quasi una vita fa. Dopo vent'anni insieme non sei più una coppia. Sei un essere unico.
"Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso."
Erri De Luca
Era il 25 maggio 1992 e fu la prima volta che io e Dalia (allora una delle mie migliori amiche) facemmo il passo. Passare da un'amicizia a una relazione non è cosa semplice.
Ma ricordo benissimo come oramai nella mia testa avevo maturato l'idea che potesse essere lei la donna giusta per me. Certo, potevo benissimo sbagliarmi. Ventidue anni non è sicuramente l'età delle scelte sicure al 100%.
Però, dopo lunga mia insistenza (e quando mai s'è vista una donna che insiste per stare con me? impossibile, n'est pas?) la ragazza cedette e da lì cominciò tutto.
Ma quello che fa impressione adesso sono i vent'anni. Ven'anni.
Quasi una vita fa. Dopo vent'anni insieme non sei più una coppia. Sei un essere unico.
"Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso."
Erri De Luca
14 maggio 2012
festa
Domenica mattina, c'è la comunione di Carolina (cuginetta di Anita e Elena). Siamo a messa.
Abbiamo detto alle gnome che, dopo la messa, ci sarà una festa per festeggiare Carolina.
A un certo punto parte l'Alleluia cantato: "la nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà"
Elena guarda Dalia e le dice: "per forza che la festa non finisce, non abbiamo ancora mangiato la torta!"
Abbiamo detto alle gnome che, dopo la messa, ci sarà una festa per festeggiare Carolina.
A un certo punto parte l'Alleluia cantato: "la nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà"
Elena guarda Dalia e le dice: "per forza che la festa non finisce, non abbiamo ancora mangiato la torta!"
11 maggio 2012
operazione Tyler Durden - 02
Questa settimana sono stato bravissimissimo.
Ho intrapreso una linea non troppo dura, ma decisa: ogni giorno devo fare dello sport.
Anche poco, ma devo farlo.
Tanto per dire:
sia sabato che domenica scorsa, al mare in Liguria, ho fatto una corsa di 40 minuti each
lunedì sera calcetto
martedì palestra
mercoledì andata e ritorno casa-ufficio in bicicletta (30 minuti each)
giovedì sono andato a correre al Forlanini alle 7,00 di mattina (eroico!)
venerdì (oggi) palestra
Se continuo così sono un idolo.
Se non muoio prima, ovviamente.
Ho intrapreso una linea non troppo dura, ma decisa: ogni giorno devo fare dello sport.
Anche poco, ma devo farlo.
Tanto per dire:
sia sabato che domenica scorsa, al mare in Liguria, ho fatto una corsa di 40 minuti each
lunedì sera calcetto
martedì palestra
mercoledì andata e ritorno casa-ufficio in bicicletta (30 minuti each)
giovedì sono andato a correre al Forlanini alle 7,00 di mattina (eroico!)
venerdì (oggi) palestra
Se continuo così sono un idolo.
Se non muoio prima, ovviamente.
09 maggio 2012
il ritorno dei CR
Ci sono dischi che ci metto un po' a digerire.
Faccio un esempio: quello nuovo degli Afterhours è proprio ostico. Sono arrivato al secondo ascolto e non riesco a farmelo piacere. L'amico Samuele mi dice che dopo il 5° ascolto entra nelle preferenze.
Però io non so se c'ho voglia di ascoltarlo 5 volte. Mi pesa proprio.
Discorso diverso per il nuovo disco dei Casinò Royale che è uscito ad autunno, quindi questa è una recensione assai tardiva. (Non è neanche una recensione, ma vabbè, andiamo avanti.)
Dicevo: anche "Io e la mia Ombra" ci ho messo un po' a digerirlo. Però non mi risultava ostico, anzi: mi ritrovavo a canticchiare le canzoni di un album che, almeno all'inizio, non mi piaceva granché. O almeno non nella sua integrità. Forse per gli echi pop di alcune tracce, chissà. Poi il disco è cresciuto con gli ascolti e anche i pezzi più deboli - o forse semplicemente i meno orecchiabili - hanno iniziato a piacermi.
Una cosa vorrei evidenziare: i Casino Royale sono radicati in Milano e - per me che ci vivo - i loro suoni ma soprattutto i loro testi parlano di una città dalle mille sfacettature, considerata la più europea d'Italia, ma al tempo stesso una città molto provinciale. Insomma: sono il gruppo che meglio rappresentava questa città ai tempi di CRX e - nonostante la latitanza - il binomio è tutt'ora più che valido.
Devo dirvi qualcos'altro o l'avete capito da soli che 'sto disco mi piace un casino?
Faccio un esempio: quello nuovo degli Afterhours è proprio ostico. Sono arrivato al secondo ascolto e non riesco a farmelo piacere. L'amico Samuele mi dice che dopo il 5° ascolto entra nelle preferenze.
Però io non so se c'ho voglia di ascoltarlo 5 volte. Mi pesa proprio.
Discorso diverso per il nuovo disco dei Casinò Royale che è uscito ad autunno, quindi questa è una recensione assai tardiva. (Non è neanche una recensione, ma vabbè, andiamo avanti.)
Dicevo: anche "Io e la mia Ombra" ci ho messo un po' a digerirlo. Però non mi risultava ostico, anzi: mi ritrovavo a canticchiare le canzoni di un album che, almeno all'inizio, non mi piaceva granché. O almeno non nella sua integrità. Forse per gli echi pop di alcune tracce, chissà. Poi il disco è cresciuto con gli ascolti e anche i pezzi più deboli - o forse semplicemente i meno orecchiabili - hanno iniziato a piacermi.
Una cosa vorrei evidenziare: i Casino Royale sono radicati in Milano e - per me che ci vivo - i loro suoni ma soprattutto i loro testi parlano di una città dalle mille sfacettature, considerata la più europea d'Italia, ma al tempo stesso una città molto provinciale. Insomma: sono il gruppo che meglio rappresentava questa città ai tempi di CRX e - nonostante la latitanza - il binomio è tutt'ora più che valido.
Devo dirvi qualcos'altro o l'avete capito da soli che 'sto disco mi piace un casino?
08 maggio 2012
07 maggio 2012
giacomo bianco
Non sono mai stato un grande fan dei White Stripes, ne' dei The Dead Weather, ne' dei Raconteurs, però quando ho saputo dell'uscita di un disco solista di Jack White, mi si sono rizzate le antenne.
Parliamoci chiaro: quest'uomo ha un talento decisamente fuori dal comune. Poi possono piacere certe cose più che altre, ma per me è indubbio che quello che ha fatto come autore, batterista, chitarrista e anche come produttore è qualcosa che raramente si trova in un ragazzo così giovane.
Insomma stavo dicendo: ero molto cuorioso di sentire l'esordio solista di un artista così prolifico. Cioè, certi dischi vanno ascoltati quanto meno per una sorta di rispetto.
Non avevo aspettative nei confronti del disco perché - come detto - quest'uomo ha fatto così tante cose e così diverse tra loro che non sapevo da che parte pendesse l'ago della bilancia.
Cioè, Jack, tu - sì proprio tu, Jack - che cosa vuoi fare della tua vita, musicalmente parlando?
Beh, la risposta dentro a questo disco è: tutto. Voglio fare tutto. E non rinnego niente.
Sì, perché il disco è quanto meno eterogeneo: blues, folk, rock, indie, ballad. C'è un po' di tutto, insomma. Basta vedere i primi due singoli, "Love Interruption" e "Sixteen Saltines", che forse corrispondono agli antipodi delle scelte musicali che Jack White ha operato per completare la scaletta della sua opera.
Comunque un disco che si mertita un bel 7/10 in pagella.
Lo conferma il fatto che da un paio di settimane è in heavy rotation nelle mie orecchie.
Parliamoci chiaro: quest'uomo ha un talento decisamente fuori dal comune. Poi possono piacere certe cose più che altre, ma per me è indubbio che quello che ha fatto come autore, batterista, chitarrista e anche come produttore è qualcosa che raramente si trova in un ragazzo così giovane.
Insomma stavo dicendo: ero molto cuorioso di sentire l'esordio solista di un artista così prolifico. Cioè, certi dischi vanno ascoltati quanto meno per una sorta di rispetto.
Non avevo aspettative nei confronti del disco perché - come detto - quest'uomo ha fatto così tante cose e così diverse tra loro che non sapevo da che parte pendesse l'ago della bilancia.
Cioè, Jack, tu - sì proprio tu, Jack - che cosa vuoi fare della tua vita, musicalmente parlando?
Beh, la risposta dentro a questo disco è: tutto. Voglio fare tutto. E non rinnego niente.
Sì, perché il disco è quanto meno eterogeneo: blues, folk, rock, indie, ballad. C'è un po' di tutto, insomma. Basta vedere i primi due singoli, "Love Interruption" e "Sixteen Saltines", che forse corrispondono agli antipodi delle scelte musicali che Jack White ha operato per completare la scaletta della sua opera.
Comunque un disco che si mertita un bel 7/10 in pagella.
Lo conferma il fatto che da un paio di settimane è in heavy rotation nelle mie orecchie.
03 maggio 2012
reclusi dalla pioggia
Si prospettava un bel ponte da sabato a martedì compreso.
E si pensava giustamente a cosa fare, a dove andare. E invece niente: siamo stati a casa.
Che poi non so se chi sta leggendo ha dei figli, ma anche se così non fosse vi posso dire una cosa io: con due bambine (o bambini che siano, anzi se sono maschi forse è peggio), chiuse in casa si rischia l'autocombustione da rincoglionimento.
Ma noi non ci siamo fatti scoraggiare e, visto che la pioggia imperversava su tutto il nord Italia, abbiamo deciso di rimanere a Milano. A fare cosa?
Avete presente quel mobile che avete sul terrazzo che primo o poi dovete buttare via? e fare ordine nei cassetti? e cambiare le sedie? e i giri in discarica? e - perché no - finire il libro di Palahniuk?
Ecco, questi quattro giorni li abbiamo trascorsi così. Per poi accorgersi che c'erano ancora alcune cose da fare. Sì perché in casa propria le cose da sistemare non finiscono mai.
E non abbiamo neanche minimamente pensato alla cantina, che è - a parte biciclette e albero di Natale - praticamente immutata dal giorno in cui ci siamo trasferiti. Li si rischia veramente di venire risucchiati.
Ma non c'è da preoccuparsi: le previsioni danno brutto tempo ancora per i prossimi due w/end.
in foto: il massimo della mia capacità manuale: montare le sedie dell'Ikea.
Con l'immancabile brugola, ovviamònt.
E si pensava giustamente a cosa fare, a dove andare. E invece niente: siamo stati a casa.
Che poi non so se chi sta leggendo ha dei figli, ma anche se così non fosse vi posso dire una cosa io: con due bambine (o bambini che siano, anzi se sono maschi forse è peggio), chiuse in casa si rischia l'autocombustione da rincoglionimento.
Ma noi non ci siamo fatti scoraggiare e, visto che la pioggia imperversava su tutto il nord Italia, abbiamo deciso di rimanere a Milano. A fare cosa?
Avete presente quel mobile che avete sul terrazzo che primo o poi dovete buttare via? e fare ordine nei cassetti? e cambiare le sedie? e i giri in discarica? e - perché no - finire il libro di Palahniuk?
Ecco, questi quattro giorni li abbiamo trascorsi così. Per poi accorgersi che c'erano ancora alcune cose da fare. Sì perché in casa propria le cose da sistemare non finiscono mai.
E non abbiamo neanche minimamente pensato alla cantina, che è - a parte biciclette e albero di Natale - praticamente immutata dal giorno in cui ci siamo trasferiti. Li si rischia veramente di venire risucchiati.
Ma non c'è da preoccuparsi: le previsioni danno brutto tempo ancora per i prossimi due w/end.
in foto: il massimo della mia capacità manuale: montare le sedie dell'Ikea.
Con l'immancabile brugola, ovviamònt.
27 aprile 2012
indovina la citazione - 23
Anche per questa puntata di "indovina la citazione", mi duole dirvi che indovinarlo all'ultima è troppo facile! Dai, dai, provate.
01 - Se volete il mio parere siamo eterosessuali per approssimazione, non per scelta. È solo una questione di chi ti tira. È solo una faccenda di estetica, non c'entra una mazza la moralità.
02 - Tu trovi che quest'approccio di solito funziona? O lasciami indovinare, non l'hai mai tentato prima. Infatti normalmente non fai approcci alle ragazze, ho ragione?
La verità è che sei un ragazzo sensibile e calmo ma, se fossi pronta a correre il rischio, potrei scoprire il tuo lato nascosto: brillante, avventuroso, appassionato, tenero, leale - TAXI! - un po' cattivo e un po' pazzoide ma, ehi, non è questo che intriga noi ragazze?
03 - Ursula Andress! La quintessenza delle pupe di Bond! È quello che dicono tutti. L'incarnazione - giusto? - della sua superiorità su di noi. Bellissima, esotica, grande sensualità eppure, del tutto inaccessibile a chiunque a parte lui. Cagate! Insomma, ammettiamolo dico io: se si fa uno di Edimburgo si può fare tutti noi no, cazzo?
04 - È una merda essere scozzesi! Siamo il peggio del peggio, la feccia di questa cazzo di terra, i più disgraziati, miserabili, servili, patetici avanzi che siano mai stati cagati nella civiltà.
Ci sono quelli che odiano gli inglesi, io no! Sono solo delle mezze seghe! d'altra parte noi siamo stati colonizzati da mezze seghe, non troviamo neanche una cultura decente da cui farci colonizzare. Siamo governati da palle mosce!
05 - Prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini.
06 - Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?
01 - Se volete il mio parere siamo eterosessuali per approssimazione, non per scelta. È solo una questione di chi ti tira. È solo una faccenda di estetica, non c'entra una mazza la moralità.
02 - Tu trovi che quest'approccio di solito funziona? O lasciami indovinare, non l'hai mai tentato prima. Infatti normalmente non fai approcci alle ragazze, ho ragione?
La verità è che sei un ragazzo sensibile e calmo ma, se fossi pronta a correre il rischio, potrei scoprire il tuo lato nascosto: brillante, avventuroso, appassionato, tenero, leale - TAXI! - un po' cattivo e un po' pazzoide ma, ehi, non è questo che intriga noi ragazze?
03 - Ursula Andress! La quintessenza delle pupe di Bond! È quello che dicono tutti. L'incarnazione - giusto? - della sua superiorità su di noi. Bellissima, esotica, grande sensualità eppure, del tutto inaccessibile a chiunque a parte lui. Cagate! Insomma, ammettiamolo dico io: se si fa uno di Edimburgo si può fare tutti noi no, cazzo?
04 - È una merda essere scozzesi! Siamo il peggio del peggio, la feccia di questa cazzo di terra, i più disgraziati, miserabili, servili, patetici avanzi che siano mai stati cagati nella civiltà.
Ci sono quelli che odiano gli inglesi, io no! Sono solo delle mezze seghe! d'altra parte noi siamo stati colonizzati da mezze seghe, non troviamo neanche una cultura decente da cui farci colonizzare. Siamo governati da palle mosce!
05 - Prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini.
06 - Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?
26 aprile 2012
operazione Tyler Durden
Settimana scorsa è cominciato il mio tentativo di perdere un po' di peso in vista dell'estate. Prendendo spunto da un blog che seguo l'ho chiamato "operazione Tyler Durden".
Sia chiaro: io non ci assomiglio neanche lontanamente a Tyler Durden (che poi sarebbe Brad Pitt in "Fight Club"). E non ci assomiglierei neanche dopo 2 anni di allenamenti e 3 o 4 plastiche facciali.
Ma a qualcuno o qualcosa bisogna ispirarsi, no?
Insomma, ho cominciato neanche una settimana fa. O forse dovrei dire ri-cominciato. Gioco a calcio una volta alla settimana (insufficiente per una persona di 41 anni che mangia come un bufalo) e ho sempre avuto l'abbonamento alla palestra.
Ma averlo non significa andarci in 'sta benedetta palestra. Infatti da Natale a settimana scorsa ci sono andato ben due volte.
Adesso l'impietosa bilancia segna 90 chili e mi sento un budino. Il che significa
Priorità: dimagrire e tirare su un po' di massa muscolare.
Tempistica: due mesi.
Ce la farò? E non dite subito "no", cazzo, che così mi scoraggiate.
23 aprile 2012
la fine (?) di un falso mito
Alcuni lo dicevano da tempo: la Lega
è come l’UDEUR del nord. Ovvero familismo, compravendita di voti,
interecettazione di fondi pubblici ecc.
Il guaio è che la Lega faceva
di "Roma ladrona" (pronunciato in Bossi style, con tanto di voce rauca e occhio ignorante) la sua bandiera. E questo rende il loro caso
ancor peggiore rispetto al caso di Lusi della Margherita di
qualche settimana fa, o ai vari casi della Prima Repubblica, che si celavano dietro a un "rubano tutti, lo faccio anch'io".
Tutti i partiti rubano, è chiaro. Ma se quelli
trovati con le mani nella marmellata si vantavano di
essere i cavalieri di un’Italia diversa (o Padania diversa?) be’ altro
che monetine: il pestaggio mediatico è garantito. E pure doveroso.
Fa tristezza constatare che i popoli italici, benché mascherati
dietro a sigle politiche, regioni o tradizioni diverse sono tutti
familisti, corruttori e corruttibili e parassitano la comunità
attraverso lo stato continuamente e senza vergogna.
fotografia scattata stamattina in corso XXII marzo, angolo via Fratelli Bronzetti.
18 aprile 2012
cos'è successo a Gerald Bostock
Nel 1972 uscì un magnifico concept album di rock progressivo dal titolo "Thick as a Brick", firmato da una band meravigliosa che si chiama Jethro Tull, e che narrava le gesta di un ragazzino di dieci anni, Gerald Bostock, bambino prodigio e poeta in erba.
Disco epocale e da me largamente amato.
E poi cosa è successo? È successo che quarant'anni dopo, arriva una sorta di sequel, ad opera di Ian Anderson, cantante, compositore e vera anima dei Jethro Tull: "Thick as a Brick 2" (titolo non molto originale, ma vabbè).
Proseguono le vicende di Gerry Bostock, ormai 50enne. O meglio: di quello che avrebbe potuto diventare. Si valutano i vari "What-Ifs, Maybes and Might-Have-Beens" della vita e dei vari bivi che ci troviamo davanti e per quale motivo decidiamo di svoltare da una parte o dall'altra.
Cioè: non è che io abbia capito tutto, eh! La verità è che uno dovrebbe stare lì a leggersi tutte le parole. Ma siamo sinceri: non ne ho fisicamente il tempo. E questo dando per scontato che la mia conoscenza dell'inglese mi permetta di capire tutto.
Quel che posso dire di sicuro è che il disco è di molto piacevole. E a un vecchio dinosauro come me, sembra di tornare indietro nel tempo. Cioè: sembra veramente un disco scritto un anno dopo il primo capitolo, l'atmosfera è identica, anche se qua non abbiamo un'unica grande traccia, come nel disco del 1972, ma tanti piccoli brani.
C'è da dire che io non mi aspettavo quasi niente da questo disco. Elemento per me fondamentale, perché è notorio che aspettativa = delusione. Specie quando si parla di sequel.
Divertenti anche i vari giochi di trasposizione nell'arco degli anni. A partire dalla copertina: allora era la copertina del giornale "Saint Cleve Chronicle"; adesso è - ovviamente - trattata come un'Home Page del sito Saint Cleve.
Se volete saperne di più in generale, andate direttamente al sito ufficiale di Ian Anderson.
Disco epocale e da me largamente amato.
E poi cosa è successo? È successo che quarant'anni dopo, arriva una sorta di sequel, ad opera di Ian Anderson, cantante, compositore e vera anima dei Jethro Tull: "Thick as a Brick 2" (titolo non molto originale, ma vabbè).
Proseguono le vicende di Gerry Bostock, ormai 50enne. O meglio: di quello che avrebbe potuto diventare. Si valutano i vari "What-Ifs, Maybes and Might-Have-Beens" della vita e dei vari bivi che ci troviamo davanti e per quale motivo decidiamo di svoltare da una parte o dall'altra.
Cioè: non è che io abbia capito tutto, eh! La verità è che uno dovrebbe stare lì a leggersi tutte le parole. Ma siamo sinceri: non ne ho fisicamente il tempo. E questo dando per scontato che la mia conoscenza dell'inglese mi permetta di capire tutto.
Quel che posso dire di sicuro è che il disco è di molto piacevole. E a un vecchio dinosauro come me, sembra di tornare indietro nel tempo. Cioè: sembra veramente un disco scritto un anno dopo il primo capitolo, l'atmosfera è identica, anche se qua non abbiamo un'unica grande traccia, come nel disco del 1972, ma tanti piccoli brani.
C'è da dire che io non mi aspettavo quasi niente da questo disco. Elemento per me fondamentale, perché è notorio che aspettativa = delusione. Specie quando si parla di sequel.
Divertenti anche i vari giochi di trasposizione nell'arco degli anni. A partire dalla copertina: allora era la copertina del giornale "Saint Cleve Chronicle"; adesso è - ovviamente - trattata come un'Home Page del sito Saint Cleve.
Se volete saperne di più in generale, andate direttamente al sito ufficiale di Ian Anderson.
13 aprile 2012
la gita scolastica ai tempi di Facebook
Anita è in gita con la scuola. Sì, a 5 anni e mezzo è in gita con la scuola, proprio così.
Se me lo avessero detto un paio di anni fa non ci avrei creduto.
4 giorni e tre notti senza la famiglia, sotto la tutela di alcune maestre coraggiose e disposte a sobbarcarsi il peso di una ventina di bambini ancora in età da "voglio la mia mamma".
Capita però che le maestre siano anche particolarmente avvezze all'uso della tecnologia. E quindi di avere l'opportunità di seguire tua figlia mentre visita un castello o fa un gita in motoscafo o altre attività.
E così la separazione è meno difficoltosa, nonostante la tenera età.
Viva Facebook, quindi, se ci permette di seguire a distanza questi avvenimenti. E viva le maestre che si sono premurate di tutto.
in foto: Anita, Amelie e Camilla, mentre mangiano un gelato (beh, questo lo vedevate da soli)
Se me lo avessero detto un paio di anni fa non ci avrei creduto.
4 giorni e tre notti senza la famiglia, sotto la tutela di alcune maestre coraggiose e disposte a sobbarcarsi il peso di una ventina di bambini ancora in età da "voglio la mia mamma".
Capita però che le maestre siano anche particolarmente avvezze all'uso della tecnologia. E quindi di avere l'opportunità di seguire tua figlia mentre visita un castello o fa un gita in motoscafo o altre attività.
E così la separazione è meno difficoltosa, nonostante la tenera età.
Viva Facebook, quindi, se ci permette di seguire a distanza questi avvenimenti. E viva le maestre che si sono premurate di tutto.
in foto: Anita, Amelie e Camilla, mentre mangiano un gelato (beh, questo lo vedevate da soli)
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