07 maggio 2009

prima visione tv

Ieri sera in tv c'era Arma Letale.
No, dico: Arma Letale! L'avete mai visto? Di sicuro! L'avranno dato 50 volte in tv, almeno una volta l'avrete visto.



Ecco, nella remota (per non dire nulla) ipotesi che qualche addetto ai palinsesti legga un giorno questo blog, vorrei sottoporre un elenco di film che dovrebbero essere banditi dalle tv nazionali almeno per i prossimi dieci anni, perché non ne possiamo più di vederceli propinare 1 (se va bene) o due volte l'anno:

- la serie di "Arma Letale" (il cliché del poliziotto matto e quello vicino alla pensione ci ha fracassato)

- la serie di "Beverly Hills Cop" (Eddie Murphy e la sua ormai insopportabile risata)
- "Il Principe cerca moglie" (ce lo propinano almeno due volte all'anno)
- "il Bambino d'Oro" (sempre lui)
- "Una poltrona per due" (rigorosamente sotto Natale)

- "Cobra" (il film più insopportabile di Sylvester Stallone; probabilmente anche lui si vergogna di averlo girato)
- la serie completa di "Rambo" e "Rocky"
- "Tango & Cash" (vogliamo parlarne?)

- la serie di "Karate Kid"

- "Trappola in alto mare" (ma in generale tutti quelli con sua espressività Steven Seagal)

- "Dirty Dancing" (mi ha fatto vomitare la prima volta, figuratevi ogni volta che lo vedo in tv)

- "Pretty Woman" (e bastaaaa!)

- "il Ragazzo di Campagna" (con Pozzetto)
- "Infelici e contenti" (con Ezio Greggio che fa il cieco e Pozzetto che fa il disabile)
- "Ricky e Barabba" (Pozzetto e il solito irritante De Sica)

- "Innamorato pazzo" (ma in generale tutti quelli con sua modestia Celentano)

- "il Ciclone"

- "Compagni di scuola" di e con Verdone

O signori del palinsesto, abbiate pietà di noi poveri utenti senza Sky che qualche volta, per distrarci dalle grane quotidiane, accendiamo la tv con la vana speranza di trovarci qualcosa di nuovo!
Cancellate questi film dai vostri archivi o nascondeteli in modo che nessuno li trovi e ce li propini per la centesima volta.
E poi le donne ci apostrofano:"ancora calcio?".
E per forza!

04 maggio 2009

Bar Sport

Ieri sera ero a Celle, in procinto di partire per Milano. La partenza era prevista per le 23,00 in modo da essere sicuri sia di non trovare troppa gente sulla strada del rientro, sia che una volta salite in macchina le bambine si addormentassero e io potessi guidare tranquillo.

Ma ieri sera c'era anche il derby Genoa-Sampdoria e per chi un minimo conosce il calcio sa che il derby è la partita per eccellenza.
Per tutto il primo tempo sono riuscito a resistere, ma poi, con la scusa che dovevo caricare i bagagli in macchina, ho piazzato la vettura davanti al bar e praticamente ho impiegato tre quarti d'ora a spostare 4 valigie (che casualmente è coinciso con la durata del secondo tempo; casualmente).

Insomma: sono stato al bar a vedere la partita e mi sono divertito un mondo. A un certo punto è andato via il segnale di Sky e un tizio ha iniziato a dire "schiaccia X" "No, prova con quel pulsante lì", e via di seguito.
Insomma, si è capito chiaramente che lui aveva più padronanza della piattaforma Sky e quindi, con buona probabilità, questo tizio ha Sky a casa! E uno potrebbe dire "ma perché non se l'è guardata a casa la partita?"
Ma scherzate? Sai la soddisfazione di commentare ad alta voce, fare battute, insultare l'arbitro, etc. di fianco ad altra gente in pieno clima da Bar Sport? C'è molto più gusto!

E comunque alla fine di tutto, quest post è solo una scusa:
per dire che ieri il Genoa ha vinto 3 a 1 con 3 gol del "Principe" Milito e per pubblicare questa foto qua sotto, che è meravigliosa.
Solo per noi genoani, ovviamente.



nella foto: il Principe ricorda il suo score personale ai cugini doriani un po' distratti

29 aprile 2009

il tipo "Mp3 Piaggio"

L'Mp3 è quello scooterone della Piaggio riconoscibile perché dotato di tre ruote (doppia ruota anteriore), che ne aumenta la stabilità.
Con il tempo il tipo Mp3 è diventato l'adulto della Milano bene, che lavora in banca, ben vestito, dotato di giaccone impermeabile (rigorosamente con bavero alzato) e di scarpe "classiche" da 200 euro. Quello che in garage ha l'Audi, per intenderci.
Classificazione: mediamente non pericoloso.
Accessorio d'obbligo: l'auricolare Bluetooth.
Stile di Guida: tendente al nervoso. Ha comprato lo scooter per evitare il traffico perché lui non ha tempo da perdere.
Espressioni facciale: impossibile da decifrare, perché ha sempre il casco da moto con visiera scura.
Reazioni: fulminee. Fermo al semaforo, sta già accelerando quando vede il giallo nel semaforo della strada perpendicolare.
Upgrade: nessuno.

28 aprile 2009

non capisco

Allora: c'è stato il terremoto in Abruzzo.
Il nostro premier, in uno dei suoi ennesimi coup de théâtre sposta il G8 dalla Maddalena a L'Aquila.
E uno pensa: magari, tutto sommato non è un'idea sbagliata.
Però io non capisco. E più esattamente non capisco due cose.
1 - Per giorni e giorni tutti i mezzi di stampa ci hanno detto di non andare assolutamente in Abruzzo, che si rischia solo di intralciare i lavori della Protezione Civile, ecc. Ok, mi sta bene. E allora noi cosa facciamo? Gli mandiamo là un esercito di giornalisti, guardie del corpo, portaborse, e compagnia bella?
2 - Non so voi, ma io tendo ad essere una persona abbastanza riservata. E se sono vivo per miracolo; abito in una tenda (con il tempo di merda che c'è in questi giorni); non so per quanto tempo vivrò in quella tenda; le mie cose sono sepolte sotto cumuli di macerie, per cui ho giusto due felpe e un paio di jeans; visto tutto questo - dicevo - io non penso di aver voglia di farmi fotografare di fianco alla Merkel (per dirne una) con sullo sfondo la mia casa ridotta in macerie. O sono io che sono strano?

24 aprile 2009

i dischi della mia vita - robbie robertson (1987)

piccola intro: copio spudoratamente una rubrica dal blog di Angelo, dopo sua approvazione. Grazie.



Negli anni 80 ero un superfan degli U2; talmente fan che, insieme a mio fratello, compravamo qualsiasi disco, fanzine, pubblicazione o altro su cui la band irlandese comparisse.
Fu così che un giorno mio fratello tornò a casa con in mano il disco omonimo di Robbie Robertson, di cui non sapevo assolutamente nulla. Tranne ovviamente il fatto che quel disco contenesse un paio di brani dove figuravano i miei beniamini.

L'innamoramento fu immediato e, ancora oggi, rimane uno dei miei dischi preferiti, di quelli che non ti stanchi mai di ascoltare.
Una serie di brani dalle origini classicamente rock con alcune influenze indiane (Robertson, canadese di nascita, è figlio di un'indiana Mohawk) e contaminazioni di vario genere, ma che non perdono il filo conduttore: canzoni che sanno di deserto ("Fallen Angel", "Broken Arrow", "Somewhere down the Crazy River", "Sonny Got Caught in the Moonlight") e di città di frontiera ("Showdown at Big Sky", "Sweet Fire of Love", "American Roulette").
Per quello che era il suo primo album solista, Robertson si fece aiutare da partner d'eccezione: gli U2, appunto, Peter Gabriel e la sua gang (Manù Katché, Tony Levin e compagnia suonante), Gil Evans, Maria McKee dei Lone Justice e tanti altri; il tutto prodotto da uno dei Re Mida del settore, Daniel Lanois (canadese anche lui).

Il disco si apre con "Fallen Angel", un brano meraviglioso (forse il più bello del disco) dove il basso di Tony Levin le percussioni di Manu Katché e la voce di Peter Gabriel si sposano perfettamente con la musica e il cantato di Robertson.
Poi improvvisamente la musica prende tutt'altro ritmo con "Showdown at Big Sky", per poi tornare più indiana che mai in "Broken Arrow".
Quarto brano (e ultimo del Lato A del vinile) l'esplosiva "Sweet Fire of Love" dove la massiccia presenza degli U2 si sente già dalle note introduttive di chitarra "alla The Edge"; ma - rispetto a un brano degli U2 - è totalmente diverso. E, per i fan come me, si sente anche solo da come Bono imposta la voce: più sofferta e rauca; per poi aprirsi totalmente nel ritornello e duettare con Robertson mettendo in luce due stili completamente diversi.

Il Lato B (un po' meno bello del precedente) inizia con la rockettara "American Roulette", per poi proseguire con la bellissima "Somewhere down the Crazy River": un sussurro (comincia con Robbie Robertson che parla) che scalda il cuore.
Poi il disco alterna di nuovo un pezzo rockettone di quelli da cantare mentre si guida ("Hell's Half Acre") a una ballata ("Sonny Got Caught in the Moonlight") per chiudersi con un brano decisamente atipico: "Testimony", dove i fiati della Gil Evans Session la fanno da padrone.
In totale nove brani.
Un po' troppo pochi per chi ama questo disco.

20 aprile 2009

espletando

In pochi minuti sono riuscito a:
- farmi rigurgitare addosso da Elena
e mentre la cambiavo
- farmi fare la cacca addosso
- farmi fare la pipì addosso

un padre stimolante, non c'è che dire.

17 aprile 2009

ovviamente

Nei giorni scorsi ho fatto mettere il sellino per bimbi alla mia bici.
Poi ho comprato il caschetto per Anita.
Un'ora fa lei stessa mi ha chiesto di andare, e così c'è stato il battesimo del fuoco.
Abbiamo preso la bici e siamo andati all'Esselunga.
Ovviamente si è messo a grandinare.



Per la cronaca: è venuto lo zio Dauno a prenderci in macchina per portarci a casa.
La mia bici è ancora all'Esselunga.

16 aprile 2009

primavera

Anita nel pieno di un'età meravigliosa; l'arrivo della piccolina; adesso pure i gerani sul balcone.
In questa casa tutto sembra parlare di natura che germoglia.

12 aprile 2009

cronaca di una notte alquanto fuori dall’ordinario

Voi penserete: “è nata Elena, avrai passato la notte a tenere le mani di tua moglie e poi subito dopo il parto, avrai preso in braccio la tua bimba, l’avrai guardata adorante, dopodiché l’hai lasciata alle infermiere che l’hanno messa a riposare, bacio canonico in fronte alla moglie e poi, nei colori caldi dell’alba, sei uscito e ti sei acceso un sigaro, guardando al futuro con orgoglio e fiducia”.

Film già visto, ma non a casa mia, signori miei.
Eh, no: perché fare le cose così semplici?
La realtà è stata ben diversa.

La mattina del 10 aprile mi sono svegliato con un po’ di febbre, che mi è aumentata durante tutto l’arco della giornata, in barba alle Tachipirine che avevo preso per frenarne l’ascesa. Non contento, ma soprattutto preoccupato di non essere al meglio nel momento del bisogno, avevo anche chiamato il medico curante per farmi consigliare qualcosa che mi debellasse il malessere. Il risultato è stato che Dalia è tornata a casa con un antibiotico “bomba” che ho prontamento preso dopocena, verso le 21,30.
Non so se voi siete abituati a ingurgitare medicine come fossero caramelle, ma... beh!... io proprio per niente.
Quindi se mettete un mix di: febbre a 39,5, due Tachipirine e un antibiotico per elefanti, quale può essere la conseguenza logica?
Ma è ovvio: che Dalia verso mezzanotte mi dice “ho le contrazioni. Stanno diventando regolari”.
Ora immaginate lo scemo del paese. Ubriaco perso. Dopo che qualcuno l’ha pestato come un polpo su uno scoglio. Ce l’avete presente (o almeno lo immaginate)?
Ecco, io devo aver avuto un’espressione del genere dipinta in volto in quel momento. E devo aver pronunciato qualcosa che somigliava a: “pgrrhfn...”
Insomma: non ero in grado di intendere ne’ di volere. No, sbaglio: di volere sì. Peccato che le mie volontà fossero totalmente in disaccordo con la mia capacità di agire.
Per fortuna, in previsione di eventuali necessità, nei giorni scorsi era venuta a Milano mia madre; la quale è stata prontamente svegliata e si è resa disponibile ad accompagnare Dalia in ospedale.
Povera Dalia, che piangeva mentre usciva di casa, perché voleva che ci vivessimo quel momento insieme.

Insomma, la notte del parto, sono rimasto a casa, con Anita che dormiva.
O almeno fino a quel momento. Infatti, dopo un quarto d’ora che erano uscite loro, Anita si è messa a piangere, perché era intasata di catarro e non riesce a dormire perché non respira bene.
Dopo il terzo "adesso smette e si riaddormenta”, mi son reso conto che NON si sarebbe riaddormentata e così ho fatto appello alle poche energie che avevo per tirarmi in piedi e andare a prenderla un po’ in braccio.
Ma le mie forze cedevano, quindi, ancora piangente, me la sono portata nel lettone. Coccole, carezze, ninnananna: qualsiasi tentativo di farla smettere di piangere non sortiva alcun effetto.
E così si è liberata di tutto quel catarro nell’unico modo (o quasi) possibile: vomitando.
Ovviamente addosso a me, a se stessa, sul mio cuscino e sul lenzuolo.
Ora immaginatevi sempre lo scemo del villaggio, nelle poco edificanti condizioni di cui prima, che si alza, lava la bimba, la cambia, poi si lava, si cambia, poi leva le lenzuola e le cambia e poi finalmente si rimette a dormire.
In quel momento squilla il telefono: è mia madre, che mi dice “la trattengono in ospedale, è già dilatata di quattro centimetri”.
E io di nuovo: “pgrrhfn...”

Ecco da lì in poi la notte è iniziata ad andare bene.
La febbre a poco a poco scendeva; Anita ha dormito tranquillissima e io col passare delle ore riacquistavo un poco di lucidità. E quando alle 6,15 mi ha chiamato mia madre per dirmi che era nata Elena in quell’istante, ero quasi una persona normale. O se non altro in grado di intendere.
Così, felicissimo, mi sono alzato per andare in bagno e poi a bere un bicchiere d’acqua (mica champagne) e il mio piede si è imbattuto in qualcosa di molle: accendo la luce e mi accorgo che anche la gatta aveva vomitato.
Sia mai che si possano vivere 10 minuti di tranquillità, in questa casa.

11 aprile 2009

Elena!

Finalmente stamattina alle 6,15 è arrivata Elena: 3,650 kg per 54 cm di altezza.
Praticamente una gigantessa.

07 aprile 2009

Elena is coming

Stanotte primi movimenti di pancia "sospetti".
Stamattina visita ginecologica: è iniziata la dilatazione.
Potremmo essere vicini. Molto vicini.

06 aprile 2009

dialoghi

Filippo: "Sei contenta che sta arrivando Dora*?"
Anita: "No, ho paura"
F (sbigottito): "Ma cosa stai dicendo?"
A (sospirando): "Lo so: sono così sminuita!"

* la babysitter

02 aprile 2009

little sister

Una cosa imperdibile in questi giorni, a casa nostra, sono i dialoghi tra Anita e la sorellina. O, più esattamente, tra Anita e la pancia di Dalia.
Come consigliatoci da una psicologa infantile che Dalia ha conosciuto, cerchiamo di rendere partecipe Anita dell'arrivo della sorellina attraverso una serie di piccoli accorgimenti quali:
- dare subito un nome alla futura bimba (e infatti l'abbiamo chiamata Elena; anzi: l'ha deciso Anita un mesetto fa) in modo che lei familiarizzi già con un futuro essere umano ben preciso;
- farsi aiutare dalla grande in alcune piccole faccende della preparazione della casa (stasera per esempio ci ha "aiutato" a montare la culla) e poi farle presente che se non ci fosse lei che ci aiuta non sapremmo come fare.
E così di questo passo, in modo da non creare gelosie, ma collaborazione.

Apparentemente questi piccoli escamotage stanno dando i loro frutti, perché Anita è veramente felice. E, come accennavo, parla tanto con la pancia di Dalia; e le racconta di tutto: quello che fa, cosa ha visto in tv, le dice che le vuole bene, eccetera.
E tutto questo lo fa alzando la maglietta di Dalia, come se Elena potesse sentirla meglio.
Momento cruciale quando poi decide che ha finito e allora dice "buonanotte sorellina" e tira giù la maglietta.
Imperdibile.

26 marzo 2009

Tempi Bui

Buone notizie dalla scena musicale milanese: finalmente un nuovo gruppo rock valido e impegnato, che esordisce sulla scena.
Oddio: in realtà i Ministri hanno già all'attivo dei lavori, ma questo è il loro primo CD ufficiale (o Long Playing come si sarebbe detto una volta).
Un disco coraggioso, sfrontato e solido: testi perfettamente calati nella realtà (non per niente il disco si chiama "Tempi Bui") coadiuvati da sonorità incalzanti che oscillano tra il rock, il punk e il pop. In pratica quello che una volta si sarebbe chiamato grunge.
Infatti sembra un gruppo cresciuto a pane e Nirvana; ma non perché lo ricordino o perché li scimmiottino, bensì per l'aggressività e la crudezza dei testi e della musica.

Diverse le canzoni degne di citazione: "La Faccia di Briatore" (c'è bisogno di dire altro per farvi venire voglia di ascoltarla?) è un pezzo pop molto sarcastico; "Bevo" bisognerebbe farla sentire a chi parla dei giovani senza saperne granché; "Diritto al tetto" e "Ballata del Lavoro Interinale" proseguono il discorso di "Tempi Bui" (title track, nonché incipit del disco); "Vicenza" invece è un ottimo spaccato sulla società.
Insomma, se proprio non vi ho convinto a comprare questo disco, almeno cercate di scaricarlo. Per me rivelazione dell'anno (al momento, of course).

23 marzo 2009

feste del papà

Con qualche giorno di ritardo (c'è stato un weekend di mezzo) pubblico - perché per me importantissimo - il disegno che mi ha fatto Anita per la festa del papà.



Da destra a sinistra: papà (cioè io), Anita e mamma con la sorellina nella pancia.
Mi ha assicurato Dalia: Anita l'ha fatto tutto di sua iniziativa, senza suggerimenti.

15 marzo 2009

yes, weekend

Questi ultimi weekend pre-nascita mi riportano alla mente cosa successe prima delle nascita di Anita: una serie di incombenze per l'arrivo della piccola che, ovviamente, si concentravano nei weekend.
Smonta mobili, rimonta mobili, sposta tot cose in cantina, monta mensole, pulisci, vai a prendere la culla (per poi montarla), etcetera.
Ma rispetto al 2006, nel 2009 c'è un'aggravante: fare tutto questo con una bimba (adorabile, per carità) che ti ballonzola tra i piedi, vuole giocare o, ancora peggio, ti vuole aiutare.
Insomma, sono fine settimana intensi, che mi mettono alla prova, soprattutto fisicamente; oggi per esempio sono uno straccio.

cantina

Dicesi "cantina" quello spazio angusto dove ogni anno bisogna far entrare un numero maggiore di elementi, nonostante lo spazio rimaga invariato (vedi tetris).

03 marzo 2009

carnevale 2009

È che non si vedono le ali rosse con i pallini neri, ma posso assicurare che era vestita da coccinella.

27 febbraio 2009

cos'è peggio?

Secondo voi cos'è peggio:
che stamattina mi sia fatto la barba, tirato tutto a lucido, messo la camicia per un appuntamento con un cliente che poi non s'è presentato?
o che abbia rinunciato a vedere mia madre (che è venuta a Milano per accompagnare mia figlia e rimaneva solo poche ore) per aspettare una telefonata da un fornitore che non è mai arrivata?
o che stasera (ovviamente di venerdì sera) il nostro cliente principale ci abbia detto che ci saranno tagli nel budget?

si prospetta un bel weekend.

chicken confidential

È successo.
Dopo tanti anni di venerdì sera trascorsi insieme, per un motivo o per l'altro doveva succedere.

Piccolo prologo: dal 2002 circa un piccolo gruppo di milanesi (Dauno, Guido ed Elena, Dalia ed io) si vedeva tutti i venerdì sera per mangiare il pollo.
Perché il venerdì sera? Semplice, perché è il giorno in cui sei stanco morto e avresti voglia di non fare un belino.
Però, allo stesso tempo, se il venerdì sera esci e vedi gente, hai come l'impressione che il weekend cominci prima (e sia un po' più lungo).
Allora avevamo stabilito questa consuetudine: ci vedevamo da Gabry (bar/gelateria di viale Umbria), ognuno all'ora in cui riusciva ad uscire dall'ufficio. Si prendeva un aperitivo e poi si andava a casa di Dauno a mangiare il pollo (rigorosamente acquistato da Giannasi, in piazzale Buozzi), un po' d'insalata e poi il gelato.
Non si faceva niente di particolare: si stava lì, si mangiava, si dicevano scemate, si guardava un po' di tv (alcune teledipendenze sono cominciate da lì; "The Shield" o "Lost", per esempio).


La compagnia pollo, negli anni, ha subito diverse modifiche in quanto a partecipanti (siamo arrivati anche a una dozzina), ma i 5 storici rimanevano sempre.
Ci sono stati anche diversi "ospiti": gente incuriosita dalle nostre serate e che voleva partecipare almeno una volta.

Ho sempre pensato che il giorno che questa sorta di incantesimo si sarebbe spezzato, sarebbe stata colpa mia. O meglio: mia e di Dalia e dei futuri figli con i loro orari da pappe-nanne-ecc.
È arrivata Anita, con i suoi orari tutt'altro che bambineschi (è nata all'una di notte e a volte sembra che non se lo scordi mai); e le serate pollo sono continuate.
Adesso è in arrivo un'altra bimba. E pensavo: con la seconda non riusciremo a tenere il ritmo del venerdì sera.

E invece un altro incantesimo s'è spezzato: un mese fa Guido e Elena si sono lasciati.
La notizia è di quelle sconvolgenti, perché sono quei nomi che hai sempre pronunciato insieme: "dove sono guidoedelena?" "Hai sentito guidoedelena?"
E così da un mese s'è interrotto il nostro canonico appuntamento del venerdì sera.
È chiaro: non è questo ciò che mi sconvolge, bensì il fatto che due persone che hai sempre considerato un'unica entità si siano lasciate.
E volendo bene ad entrambi rimango spiazzato.
Come se uno fosse andato da una parte, l'altro dall'altra e io non sapessi far altro che rimanere in mezzo alla strada a guardarmi i piedi.


in foto: il baracchino di Giannasi.
Il pollo più buono della città.

26 febbraio 2009

shambala

Questa settimana siamo senza Anita, che è rimasta a Celle con i nonni.
Io, come sempre, passerei le mie serate al cinema, ma, visti gli orari canonici degli spettacoli, o non riesco ad andarci per problemi di lavoro, o rischiamo di andare a dormire troppo tardi.
E così ieri sera io e Dalia ci siamo rilassati e ci siamo concessi una cena allo Shambala, ristorante con cucina fusion (vietnamita e thailandese).

Andare allo Shambala è sempre piacevole: l'ambiente è molto curato e intimo e il cibo non è sicuramente quello che trovi in un qualsiasi ristorante.
Tutto contribuisce a farti sentire "in vacanza" anche solo per un paio d'ore.
E così, anche se non avevo coglia di andare a cena fuori (volevo andare al cinema!) ho passato due ore meravigliose in compagnia di mia moglie a chiacchierare e divertirci.
Bello. E, visto che lo facciamo sempre più di rado, ieri sembrava ancora più bello.



in foto: una delle sale interne dello Shambala, con vista sul giardino.

12 febbraio 2009

citazioni

Anita divora libri e cartoni animati.
E poi parla per citazioni, talvolta con risultati esilaranti.
Qualche giorno fa, a tavola con ospiti, mentre si faceva un brindisi, lei ha urlato "à la votre santé", ottenendo uno sbigottimento generale, come se noi le insegnassimo il francese a due anni e rotti.
Abbiamo dovuto subito spiegare che si tratta di una citazione da "Ratatouille", prima che ci prendessero per una famiglia di pazzi.

Stasera, invece, ne ha sparate due di fila clamorose.
Tra il primo e il secondo, a tavola, ha detto "e adesso facciamo un ballo indiano!" (citazione dalla Pimpa).
E poi, mettendosi le mani nei capelli, ha aggiunto "io oggi vorrei cambiare pettinatura" (sempre dalla Pimpa).
Se un estraneo vedesse una scena del genere dall'esterno, penserebbe che abbiamo un genio in casa. O che noi siamo dei genitori dementi.



sopra: il "màître a penser" di casa nostra

11 febbraio 2009

in arrivo

Alla fine di tutta la faccenda, ho finalmente comprato l'auto.
O meglio: ho dato un anticipo.
La macchina arriverà tra un mese.

Per la cronaca: ho strapprato un prezzo da vergogna.
D'altronde il mercato dell'auto è in crisi e loro hanno bisogno di vendere... bisognava approfittarne, no?



L'ho presa blu.

06 febbraio 2009

Eluana

Quello che sta succedendo oggi (come epilogo ai fatti dei giorni scorsi) è impressionante.
Io non sono solito commentare fatti di cronaca, ma non riesco a non esimermi dal parlare del caso "Eluana".
Come tutti sanno Eluana Englaro è una ragazza in come da 17 anni. La Cassazione, dopo anni di dibattiti, ha finalmente dato l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione alla ragazza.

E, nel peggiore dei modi, è partita una diatriba mediatica sul fatto che sia giusto o meno far finire la vita di questa persona.
È in atto in queste ore un teatrino politico che fa ribrezzo, dove persone dalla dubbia moralità (per non dire indubbia amoralità) quali sono i nostri politici invocano il rispetto per la vita umana solo quando fa comodo a loro.
È tutto un bieco, orribile, disgustoso gioco politico.
E lo scenario è lo stesso del famoso "family day", dove persone separate e divorziate manifestavano contro i Dico. La stessa è anche l'ipocrisia.
Quella di chi non ha mai immaginato per un solo istante come può sentirsi un genitore che per 17 anni (diciassette! sono più di seimila giorni!) ha dovuto sopportare il dolore di una figlia in coma.
Un coma che ogni giorno che passa ti dà sempre meno speranza.
E la decisione - che sarà stata soffertissima - di interromperne l'alimentazione per poterla lasciar morire.

E questa massa di criminali, corrotti, mafiosi e quant'altro ci speculano sopra per i propri tornaconti elettorali (perché poi tutto si riduce a quello).
Io - lo giuro! - ho le lacrime agli occhi se penso a quel povero genitore.

aria fritta

Ieri sera aperitivo "obbligatorio" in un noto locale trendy di Milano: un'agenzia di PR con cui collaboro celebrava il quarto anniversario della sua nascita.
Presenza doverosa, quindi, e timidissimo tentativo di fare un po' di new business con - chissà? - potenziali nuovi clienti. Mi metto anche la camicia, per l'occasione.
Ma la sensazione, dopo 10 minuti dall'entrata, è sempre la stessa: cosa ci faccio io qui?
Questo tipo di eventi mi mettono un po' a disagio. A partire già dal buttafuori, che mi dice di spostare il motorino.
E dentro ovviamente la situazione non migliora: non conosco quasi nessuno, il locale non mi piace, sono tutti vestiti molto meglio di me (e qui non è che ci voglia tanto, eh!), tutte le donne in tiro e la musica (instancabilmente e banalissimamente anni '80: orrore!) è altissima. Aiuto.



Faccio amicizia con un barista giovane che inizia a "cotonarmi" con una serie di Vodka Sour, leggeri ma sequenziali, ai vari gusti. Il buffet non è granché, quindi l'alcool inizia a fare un certo effetto.
Intanto le festeggiate, ovvero le ragazze dell'agenzia di PR (nonché le uniche persone che conosco) mi presentano a varie persone, di cui dopo 2 minuti non ricordo già più il nome. Ovviamente mi presentano come "il loro art director preferito".
Decido di non pensare quante altre persone hanno già presentato con la stessa formula e sorrido educatamente e riesco anche a fare qualche battuta brillante (o è l'alcool che me lo fa credere?) e distribuisco anche ben due biglietti da visita.
Provato, attendo l'occasione giusta per fuggire. Appena il dj alza un po' la musica (ma si può alzare più di così?), chiaro segno che si inizia a ballare, ringrazio tutti, risaluto tutti educatamente ed esco.
Salgo sul motorino e, sotto il diluvio, torno a casa.
Che fatica. Mi costa molto di meno stare un giorno intero in ufficio a lavorare sodo.

04 febbraio 2009

piccole gioie

Stamattina mi sono finalmente reimpossessato del mio mezzo a due ruote, che - come già detto - giaceva nel box di mio cognato dal 24 dicembre.



Un'alba bellissima e, per la prima volta da un mese a questa parte, una temperatura quasi accettabile mi hanno convinto a riappropriarmi del mio efficientissimo motorino e a girare per la città con meno fretta, godendomi il tragitto da casa a lavoro, guidando piano.
Ovviamente adesso piove.

03 febbraio 2009

che la cultura trionfi!

Ma non in Italia, ovviamente.
"India, un pc da otto euro per digitalizzare il paese" titola Repubblica oggi, parlando di "un portatile low cost per studenti, dotato di wireless e memoria da 2GB".
Mi ripeto: in India.
È proprio vero che quando uno ha delle necessità, pur non avendo i mezzi, fa di tutto per arrangiarsi.
Da noi invece la domanda, per qualsiasi tipo di iniziativa, è sempre la stessa: come riesco a farla fruttare economicamente?

30 gennaio 2009

my morning music

Giornate molto fredde, quelle di questo Gennaio 2009.
Talmente fredde che ho lasciato il motorino nel box di mio cognato Dauno e sono venuto a lavorare con i mezzi o in macchina; riscoprendo così il piacere dell'autoradio e della musica "dolce" che ti faccia cominciare la giornata con calma (ho il bioritmo basso, la mattina).

Non perdendo mai il vizio di compilare delle Top 5, ecco le classifiche di queste mattinate di inizio anno.

Top 5 dischi da mattina
Peter Gabriel - Us
Esthero - Breath from Another
Kings of Leon - Only by the night
Emiliana Torrini - Me and Armini
Jesca Hoop - Kismet

Top 5 canzoni per iniziare
Massive Attack - Protection
Alter Bridge - Watch over You
Queens of the Stone Age - In the Fade
Subsonica - Incantevole
A Perfect Circle - 3 Libras



nel video: "Watch over You" degli Alter Bridge

29 gennaio 2009

dal cliente

"Questi due aspetti li metterei in evidenza perché sono un po' i core values della vostra azienda".
(e mentre lo dicevo mi mandavo affanculo da solo)

27 gennaio 2009

uan néscion, uan stéscion

Ieri sera ho avuto anch'io i miei 5 minuti di celebrità, come Warhol sosteneva.
Immerso nel traffico milanese (in questi gelidi giorni di Gennaio vado al lavoro o con i mezzi o in macchina), ho mandato un sms a Radio Deejay perché si stava parlando di bugie.
Mai avrei immaginato che mi avrebbero richiamato per farmi andare in diretta; e invece così è stato.
Ho passato 5 minuti a parlare in diretta a Vickipedia (programma condotto da Vic) e mi sono pure divertito.
Chissà se riuscitò in qualche modo a farmi dare la registrazione della puntata.

20 gennaio 2009

solo in Italia

In questi giorni tutta l'attenzione della stampa (in particolare quella sportiva, of course) era incentrata sull'affaire Kakà.
Brevissima premessa per le persone a cui non interessa il calcio: sembra che il Manchester City (squadra inglese poco titolata, ma molto ricca) desse ormai per certo l'acquisto di Kakà (talentuoso giocatore del Milan) per cifre da capogiro.
Si parlava di 100 milioni di euro; che poi sono diventati 110; poi 120; addirittura qualcuno diceva 140 milioni.
Questo tam-tam di ipotesi economiche, eventuale trasferimento del giocatore e tifosi del Milan in rivolta, si è protratto per 4 o 5 giorni, fino a che non è arrivato lui: il nostro beneamato (da chi?) Presidente del Consiglio che - nota bene, durante una trasmissione sportiva alquanto populista - dice: "niente da fare. Al cuore non si comanda; non ci sono cifre che tengano: Kakà resta al Milan".
Tripudio dei tifosi: il calcio è salvo! No al denaro, viva lo sport! (no dico, proprio il Milan! che fino a qualche anno fa comprava giocatori a cifre astronomiche)

Ma.
Perché c'è un "Ma": chi s'informa quel tanto di più, scopre che i tabloid inglesi urlano allo scandalo e dicono "è tutta una bufala! Il Manchester City ha offerto 55 milioni di euro (valore effettivo - sic! - del giocatore). Per quelle cifre non abbiamo mai trattato".
Sì, perché pare che - cito il sito della Gazzetta dello Sport, mica del Manifesto o Repubblica - "l’intera storia sarebbe stata montata da Silvio Berlusconi per avere un positivo ritorno di immagine una volta che il trasferimento non si fosse concretizzato e che Kakà fosse così rimasto a San Siro, visto che il primo a parlare di un’offerta di 110 milioni di euro è stato proprio il sito della società rossonera."

Hai capito il nostro venditore di pentole? Ha ballato su 'sta storia solo per averne un ritorno di immagine.
Guarda caso lo stesso giorno in cui i giornali dicevano che l'indice di gradimento del governo negli ultimi mesi era sceso di 4 punti. Un caso, ovviamente.
Ma io mi dico: ma perché solo in Italia succedono 'ste cose?

E a peggiorare il tutto, oggi c'è pure stato l'insediamento di Obama alla Casa Bianca con tanto di giuramento e una folla oceanica ad assistere a questo momento storico: il primo Presidente nero degli Stati Uniti.
E in Italia invece la gente dove si riunisce? Sotto casa di Kakà a protestare e a dire al giocatore "rimani con noi!"
No, dico: come si fa a non deprimersi?

19 gennaio 2009

Yes, I am!

per la rubrica "esticazzi" (come direbbe l'amica Sara): sono da poco diventato imprenditore.
Dite che dovrei comprarmi il BlackBerry?

13 gennaio 2009

princìpi? quali princìpi?

Ognuno ha la propria natura. La mia, col tempo, è diventata quella della persona tranquilla, accomodante e non aggressiva.
E ho sempre odiato frasi come "il mondo è dei più furbi" soprattutto perché non credo siano vere; benché riconosca che in certe cose farsi furbi può essere decisamente un vantaggio.
Soprattutto quando si ha a che fare con gente che non si fa scrupoli a farsi gioco di te e dei tuoi interessi, come i bancari o gli agenti immobiliari.
Tra queste categorie di persone con cui non vado d'accordo (con le dovute eccezioni, ovviamente) ci sono anche i venditori di auto, complice anche il fatto che un po' tutto il mercato dell'automobile è una fregatura (basti pensare agli annunci con la dicitura "a partire da xxxxx euro" con tutta la casistica annessa di clausole e finte offerte).

Tutto questo per dire che, a mio parere, con certe persone bisogna saper giocare sporco. Oddio: "sporco" non è la parola giusta... diciamo che bisogna sapersela giocare ad armi pari.
E così, da qualche giorno, sto praticando uno sport che ha come protagonisti me e una serie di venditori di auto. Uno sport che si chiama "gioco al ribasso".

Seguendo i consigli di alcuni amici più esperti (e più scaltri di me, sicuramente), infatti, ho capito che per ottenere un buon prezzo per la mia futura auto, bisogna perdere un po' di tempo e passare da un concessionario all'altro dicendo "il tizio là mi dà la macchina per X euro. Tu a che prezzo me la puoi fare?".
Ribadisco la mia totale estraneità con questo tipo di atteggiamento mentale, ma visto che comunque di un po' di bei soldini si tratta, sto praticando questo sport con molta calma (fretta non ne ho) e metodicità.
E mi sta riuscendo, perché per la mia desiderata Scenic, siamo partiti da 20.000 euro e - ad oggi - siamo arrivati a 17,500.

Potrei aggiungere altri particolari a questo iter che sto compiendo (esilarante l'incipit nel primo concessionario, in compagnia di due compari - Piero e Steven - che mi hanno "iniziato" a questo sport), ma non è su questo che vorrei soffermarmi.
Quello che mi rimane, quando esco dai concessionari è una misto di felicità e timore.
Timore, sì, come se potessi essere scoperto; proprio perché non sono solito fare operazioni di questo tipo.
E mi fa strano.



in foto: l'oggetto del contendere

07 gennaio 2009

neve

Da due giorni nevica che dio la manda.
Milano è tutta bianca, silenziosa, soffice.
Anche se devo farmi un bel po' di strada a piedi, mi piace.

05 gennaio 2009

duemilanove

Rientro in ufficio e primo post del nuovo anno.
Un anno che già dai primi mesi si preannuncia denso di eventi importanti: l'arrivo della nuova bimba e l'ufficializzazione anche dal punto di vista legale del mio diventare imprenditore (peraltro, parola che ho sempre odiato, che mi sa di bauscia come poche altre).

Per le vacanze siamo stati prima a Celle Ligure e poi a Cortona, dove abbiamo passato uno splendido capodanno con gli amici. Un gruppo veramente eterogeneo, forse anche troppo. Gente che arrivava; gente che veniva; amici storici; semplici comparse. Tutto comunque sembrava filare per il meglio.
Eravamo in uno splendido casale di 500mq tutto per noi, isolato dal resto del mondo, che è diventato subito casa nostra.
Abbiamo suonato, cantato, fatto gite, giocato, passato ore davanti al camino, ma soprattutto abbiamo mangiato e bevuto. E cos'altro sennò?

Anita è riuscita a prendere una clamorosa facciata per terra, in quel di Cortona, mentre stava correndo con le mani in tasca. Le si è gonfiato tutto il labbro e si è graffiata un po' il naso, ma tutto sommato niente di grave.
A parte un labbro superiore che sembrava quello della Parietti.

Adesso si riparte. La voglia di fare, come ad ogni ritorno dalle vacanze, è pari a zero, ma non importa, tanto si partirà comunque; che io lo voglia o no.



nella foto: Anita, prima della cicciolata per terra

30 dicembre 2008

Top Ten dischi 2008

Come ogni anno, eccomi a fare il resoconto dei dischi più belli dell'anno appena trascorso. O meglio: quelli che ho ascoltato di più e che più mi sono piaciuti. Trionfa in primis Caparezza; e comunque l'Italia in generale, visto che ben 4 su 10 sono dischi nostrani. Eccovi la mia top ten.

01 Caparezza - Le dimensioni del mio caos
Applausi a scena aperta. Come già detto, non è il mio genere musicale preferito, ma Caparezza con questa sorta di concept album (?) è riuscito ad unire rime incalzanti a tematiche immerse nella realtà odierna. Non so cos'altro dire se non: ascoltatelo attentamente; vi piacerà.

02 Emiliana Torrini - Me and Armini
Anche quest'anno questa timida e simpatica cantante islandese mi ha deliziato con un disco bellissimo. Istruzioni per l'uso: uscite di casa 5 minuti in anticipo rispetto ai vostri standard, dopodiché lasciatevi cullare dalle morbidi melodie mentre andate a lavorare: la giornata comincerà d'incanto.

03 the Kooks - Konk
Là dove non poterono gli Arctic Monkeys, arrivarono i Kooks. Ovvero: ecco un secondo e repentino album di una giovane band emergente che non sputtana il primo. Canzoni più rifinite (e anche un po' più ruffiane, in alcuni casi) per un cd allegro e divertente. L'ho ascoltato tutto lungo tutto l'arco dell'anno. Premio brit pop 2008.

04 Vinicio Capossela - Da solo
Strani i periodi musicali nella vita di ciascuno. Non mi è mai piaciuto Capossela, ma quest'anno mi è entrato di prepotenza nelle corde. Disco bellissimo, che sa di provincia, di intimità e di turbamenti. Canzone fondamentale: "Il Paradiso dei Calzini".

05 Elio e le Storie Tese - Studentessi
Sono sempre loro, e sono sempre in forma smagliante: gli Elii anche quest'anno mi hanno deliziato con l'ennesimo disco musicalmente superbo e con i loro testi irriverenti (per non dire idioti). Solite grandi partecipazioni e solita domanda finale: ma se facessero musica "sul serio", che ne verrebbe fuori?

06 Stonerider - Three Legs of Trouble
Ed ecco la rivelazione dell'anno: quattro ragazzi posseduti dalla sacra passione per il rock confezionano un album d'esordio che ha del miracoloso: un po' AC/DC, un po' Rolling Stones, un po' Guns 'n' Roses. Sonorità decise e ritmo sostenuto. Disco ideale per palestra o footing.

07 Afterhours - I Milanesi ammazzano il Sabato
"C'era una casa bellissima, che un brutto mutuo stregò": l'incipit dell'ultimo lavoro degli Afterhours merita la citazione. Ritorno alle vecchie sonorità per la band milanese e, di conseguenza, ritorno di fiamma per me. Alternanza di pezzi discreti a pezzi invece bellissimi.

08 Backyard Babies - album omonimo
Vi piacciono le schitarrate rock e le sonorità crude alla Ramones? Ecco un gruppo (che io ho scoperto solo quest'anno) che fa per voi. Molto energico e senza particolari pretese artistiche, a tratti sembra un disco confezionato negli anni 70, in pieno punk.

09 Lenny Kravitz - It is Time for a Love Revolution
Quando non ti aspetti più nulla da un cantante che secondo te "ha già dato", sei pronto a farti stupire. Ed ecco che l'ultimo disco di quello che era uno dei miei cantanti preferiti mi ha dato delle piacevoli sensazioni. Non è un capolavoro, sia chiaro. Ma a me è piaciuto.

10 Anberlin - New Surrender
Ultimo posto per un altro disco "pop/rock" o "indie" o "alternative rock" o come diavolo si dice. Quarto lavoro della band americana dalla grande energia e dalle sonorità orecchiabili. Anche questo disco mi ha fatto spesso compagnia nelle mie sedute in palestra.

24 dicembre 2008

ui uìsciu e merri crismas

L'allegra famigliola ad espansione rapida augura a tutti un sereno Natale e delle piacevoli vacanze.
Speremm.

23 dicembre 2008

offensive tackle

Penso si chiami così: offensive tackle.
Avete mai visto il football americano? È quello che prende a bastonate gli avversari per difendere chi corre con la palla in mano verso la meta, oppure difende il quarterback prima che lanci.
Io mi sento così.
Non sono mai stato protagonista, però do botte (e le prendo) nell'ottica del gioco di squadra e facendo fare bella figura agli altri.
Ma non è un discorso vittimista, sia chiaro. Io non ho ne' il carattere ne' il phisique du role per essere un quarteback o quello che riceve i lanci.
Sto nel mio.
Certe volte vorrei più spazio, ma poi penso che tutto sommato va bene così, perché se avessi più spazio non saprei come sfruttarlo bene.

Sarà che sono stanco, ma oggi mi sento proprio così.
E anche se ne ho prese tante, di botte, tutto sommato sto bene.

22 dicembre 2008

in fondo, una luce

Come già detto in passato, nell'ambito pubblicitario (come in tutti i lavori di "servizio") c'è la sindrome del "riusciamo a vederlo prima di Natale?", che fa sì che i clienti possano andarsene in vacanza tranquilli, mentre tu fai orari da bestie per poterli accontentare.
C'è chi parte il 18, chi il 19, chi il 24 e con le LORO partenze stabiliscono la TUA via Crucis.
In tutto questo c'è un'aggravante: io sarei anche cattolico. E, per un cattolico, il Natale ha un significato molto importante; che va ben al di là del "sotto le feste siamo tutti più buoni.
Bisognerebbe avere un po' di tempo da dedicare alla propria spiritualità.
E invece è tutta una corsa.

Venerdì ero a Parma; oggi a Vicenza.
E facendo su e giù dai treni continuavo a vedere gente con trolley al seguito che intraprendeva viaggi verso montagna, casa dei genitori, eccetera.
Mentre io continuo ad avere un'agenda (non ce l'ho fisicamente, eh! è un modo di dire) piena di impegni e scadenze.
Nella riunione di stamattina a Vicenza, alla fine dell'organizzazione del nuovo lavoro, c'è stata la fatidica domanda: "ma tu fino a quando lavori?"
E io, che mi vedevo già al 24 pomeriggio a lavorare con mia moglie che mi chiama sul cellulare e mi dice "dove sei? dobbiamo andare da mia sorella", ho preso una grossa boccata d'aria e ho detto:"da domani sono in ferie".
Mentendo, ovviamente.
Eccheccazz...

13 dicembre 2008

na bruta banda

Da un mesetto a questa parte, in casa nostra gira indisturbata una piccola banda di delinquenti.
Sono onnipresenti e di conseguenza te li puoi trovare nel letto quando vai a dormire o sotto il divano o in un cassetto della cucina.
Sono incontrollabili e temibilissimi.
E la cosa bella è che è una banda formata da elementi che hanno le più svariate provenienze, come se avessero deciso di mettersi insieme per formare una superbanda.
Ma chi sarà la mente criminale che agisce alle loro spalle?



da sinistra a destra: Pirata, Elefantino dispettosino, Lisa, Livio, Mignolo e Cane piccolo.

12 dicembre 2008

anniversario

Visto che la memoria storica in questo paese va sempre più perdendosi, mi sembra giusto ricordare che oggi è il 12 dicembre.
Sono passati quasi quarant'anni.

06 dicembre 2008

performance matutine

È sabato, uno dei pochi giorni in cui posso dormire. Più o meno.
Ore 6,45 circa Anita (che avevo portato nel lettone perché stanotte non riusciva a dormire) si alza in piedi tra me e Dalia e si mette a recitare: "fiuuufiii c'hai le sigarette? fiuuuuu, c'hai le siga?"
Come fai a dirle mettiti a dormire mentre ti stai sganasciando dal ridere?

per chi non capisse la citazione, vedere filmato sottostante

02 dicembre 2008

Vinicio

Non sono mai stato un estimatore di Vinicio Capossela. Specialmente da quando - anni fa - lo vidi su un palco a Savona, completamente ubriaco. O almeno così spero, sennò non si spiegherebbe quel groviglio di parole senza senso e quel comportamento assurdo che tenne per tutta la durata del concerto. O così credo, visto che me ne andai a metà, irritato.
Sono passati molti anni. Anch'io sono cambiato parecchio.
Ho voluto dargli un'altra chance, con "Ovunque Proteggi" di un paio di anni fa; e nisba.
Quest'anno ritento e così mi ritrovo il nuovo disco nell'iPod: mi lascio trascinare nel dolce vortice delle sue musiche e liriche, abbandonandomi al classico mondo di maghi, ballerini, malinconie e storie di provincia.
E questa volta funziona. Cazzo, se funziona.

Vi voglio segnalare una canzone su tutte: "Il paradiso dei calzini".

Dove vanno a finire i calzini
quando perdono i loro vicini
dove vanno a finire beati
i perduti con quelli spaiati
quelli a righe mischiati con quelli a pois
dove vanno nessuno lo sa
Dove va chi rimane smarrito
in un’alba d’albergo scordato
chi è restato impigliato in un letto
chi ha trovato richiuso il cassetto
chi si butta alla cieca nel mucchio della biancheria
dove va chi ha smarrito la via.

Nel paradiso dei calzini
si ritrovano tutti vicini
nel paradiso dei calzini.

Chi non ha mai trovato il compagno
fabbricato soltanto nel sogno
chi si è lasciato cadere sul fondo
chi non ha mai trovato il ritorno
chi ha inseguito testardo un rattoppo
chi si è fatto trovare sul fatto
chi ha abusato di napisan o di cloritina
chi si è sfatto con la candeggina.

Nel paradiso dei calzini
nel paradiso dei calzini
non c’è pena se non sei con me.

Dov’è andato a finire il tuo amore
quando si è perso lontano dal mio
dov’è andato a finire nessuno lo sa
ma di certo si trovera’ la’.

Nel paradiso dei calzini
si ritrovano uniti e vicini
nel paradiso dei calzini
non c’è pena se non sei con me
non c’è pena se non sei con me

01 dicembre 2008

non ci sono più i metallari di una volta

Sabato sera sono andato con Gualtiero, Ale e il suo amico Giovanni a vedere gli Alter Bridge all'Alcatraz.
Il concerto è stato bello e godibile ma la cosa che più mi ha sconvolto è che - come da titolo - ho scoperto che non ci sono più i metallari di una volta.
Per chi non li conoscesse, gli Alter Bridge, benché abbastanza melodici, possono essere considerati una band metal. E, girando per il parterre dell'Alcatraz, ho notato che tra i loro fan annoverano molti ragazzi che non corrispondono al cliché del metallero tipico: capelli lunghi, faccia pallida, sguardo truce e maglietta satanica.
C'era pieno di bei giovini e ragazze, pure vestite benino.
E fin qui la notizia è positiva.

Quel che maggiormente mi ha sconvolto è che, appena si sono abbassate le luci, e il concerto stava per iniziare, si sono levate in aria decine e decine di mani che brandivano cellulari, macchine fotografiche e videocamere pronte a riprendere ogni pezzo dello show.
Per un attimo pensavo di essere finito al concerto di Robbie Williams.

Quando poi - a conferma - è salito sul palco il quartetto americano, ho pensato: o tu, metallaro degli anni 2000, perché devi riprendere il concerto che:
1 - poi, quando te lo riguardi, non si vede ne' sente mai niente;
2 - se stai sempre lì con il cellulare in mano non ti godi il concerto;
3 - a me mi rompi la minchia con 'ste cazzo di braccia alzate che non vedo un belino?



L'errore grammaticale è voluto per rendere più efficace l'invettiva, quindi non menatemelo.


nella foto: Myles Kennedy e Mark Tremonti.
Photo courtesy by John Klijnen

26 novembre 2008

four days in one day

Chi è stato in Irlanda conosce bene il significato dell'espressione "four seasons in one day", ovvero quando ti capitano di quelle giornate assurde per esempio in cui la mattina ti alzi e c'è un bel tepore primaverile; a metà mattinata c'è vento e piove che sembra autunno; dopo pranzo esce di nuovo il sole e te ne vai in giro in maglietta; e poi di sera magari nevica.

Nelle ultime ore invece mi è capitato di vivere una giornata assurda: ieri ero a pranzo bello bello (si fa per dire) con i miei ex colleghi, quando, mentre rientro, ricevo una telefonata: una collega è andata a ritirare un catalogo e ci sono delle pagine sbagliate. Penso: non è possibile.
Rientro in ufficio e controllo: è tutto vero.
Urge soluzione. E in tempi brevissimi: il catalogo è per una Fiera che comincia il giorno dopo alle 9,00. A Cannes.

Dopo un po' di prove, trovo una soluzione e faccio stampare delle pagine "di ripiego" a un nostro stampatore di fiducia, implorandolo che mi aiuti nel fronteggiare l'urgenza. Quindi preparo le pagine, le mando allo stampatore, dopodiché vado a casa, preparo una borsa con un ricambio (e un po' di cd) e vado dallo stampatore.
Alle 21,15 ho le pagine sostitutive nel bagagliaio della macchina e parto per Cannes.
La collega (che è a Cannes) mi prenota un albergo al quale arrivo all'1,15.
Tempo di sistemarmi e farmi un thè in camera si fanno le 2 e vado a nanna.
Un microsecondo dopo suona la sveglia: sono le 7. Mi lavo, mi sbarbo, mi vesto e sono al Palais des Festival alle 7,45, come da appuntamento.

Mi metto a integrare i primi cataloghi (in tutto sono 2700!) con le "nuove" pagine.
Alle 9,00 ne ho fatto un numero sufficiente perché i primi avventori entrino a abbiano il loro catalogo con le pagine corrette.
Era quello che volevo e quindi mi concedo una giusta pausa mangiandomi 6 (sei!) croissant. Ma piccoli, eh! Dopotutto avevo saltato cena e colazione e chi mi conosce sa che senza cibo non riesco a stare.
Quando torno per salutare, le ragazze mi coinvolgono in una serie di "fuori programma" di bassa manovalanza (tra cui anche una specie di buttafuori all'ingresso) per tappare alcune urgenze.
Finalmente verso le 11,00 la mia domanda "cosa posso fare?", che fino a quel momento mi aveva procurato le più svariate mansioni, ha la sua degna risposta: "niente, mi sembra sia tutto ok".
Così, finalmente sollevato, mi decido a salire in macchina e fare rotta verso Milano; mando un sms a mia mamma e mi autoinvito a pranzo, e così all'1,15 esco a Celle e mi dirigo dai miei genitori, ben contenti di questo fuori programma.
Alle 2,20 sono di nuovo in macchina e torno a Milano, in ufficio.
Ora sono le 6 di sera e devo ancora finire un lavoro e poi andare a casa dalla mia famiglia. Però già adesso se penso al pranzo coi miei ex colleghi, mi sembra passata una settimana.

Ah, le gioie di lavorare in proprio!

21 novembre 2008

la buona novella

Oramai è ufficiale: oggi abbiamo ritirato le analisi e abbiamo scoperto che quella strana cosa che Dalia si porta in pancia da metà luglio non solo è in perfetta salute, ma è pure una bimba.
Un'altra.
E io con chi la guardo la cèmpions lìgg?

19 novembre 2008

delirio

di lavoro,
di impegni,
di gente che si aspetta qualcosa da me,
di gente che vuole essere rassicurata.

Sono stanco e vorrei avere più tempo per poter fare le cose.
E per dormire.

11 novembre 2008

severo

Ed eccomi qua, in un ruolo che non mi sarei mai immaginato; o forse che non mi aspettavo così presto: quello di padre severo.
Quando ero piccolo in casa nostra mio padre era quello severo e mia madre quella indulgente.
Pensavo fosse un'indole e invece molti anni più tardi mi resi conto che erano dei ruoli ben precisi, che si erano assegnati.
In età adulta infatti scoprii quanto mio padre fosse stato severo per una semplice questione di equilibri familiari. E questa mia scoperta fece sì che, una volta abbandonati i ruoli di padre e figlio, potessi contare su di lui come mi è successo con pochissimi amici.

Ciclicamente la storia si ripete. Dalia ed io non abbiamo stabilito a tavolino i ruoli, ma comunque è successo: io sono il padre severo e lei la mamma che consola. In questo modo (speriamo!) Anita avrà regole comportamentali chiare, ma anche la consolazione nel momento del pianto (ebbene sì: l'ho fatta piangere. E mica poco).

E così, in un momento di piccolo sconforto, stasera ho chiamato mio padre: mi ha risposto con la voce assonnata, e la cosa me l'ha fatto immaginare, all'altro capo del telefono, più vecchio di quello che è. E gli ho chiesto cosa si prova a dover essere severo, con la sensazione che i figli ti odino, ma con il peso di dover portare avanti questo ruolo per il loro bene.
Si è messo un po' a ridere e si è dimostrato comprensivo, come sempre, dandomi parole di conforto. Ma sempre senza mai recitare la parte di colui il quale si è sacrificato. Con molta naturalezza mi ripeteva che è normale e faceva qualche battuta su questa o quella difficoltà che gli abbiamo procurato durante la nostra adolescenza.
Ed anche in questa occasione si è dimostrato il padre che ho sempre avuto di fianco: mai protagonista, ma con un ruolo fondamentale per la mia crescita, anche a distanza di anni.
Ed io ho sempre più la sensazione di avere un termine di paragone alquanto scomodo.



nella foto: mio padre ad Olba in una delle sue attività preferite.
Photo by Dria.

10 novembre 2008

tutta sua madre

Sono allibito: quello che vedete qua sotto è un autoritratto di Anita.
L'ha detto lei. L'ha disegnato e poi ha detto "questa è Anita!"
Io neanche adesso disegno così.
Per fortuna ha preso da sua madre.

03 novembre 2008

paura e amore

"Tutte le iniziative intraprese dagli esseri umani si fondano sull'amore o sulla paura, e non soltanto quelle che riguardano i rapporti affettivi.
Le decisioni riguardanti gli affari, l'industria, la politica, la religione, l'educazione dei giovani, l'ordine sociale della nazione, le mete economiche della società, le scelte in cui sono coinvolte le guerre, la pace, l'attacco, la difesa, le aggressioni, la sottomissione; le decisioni in merito ad agognare o a rinunciare, a serbare o a condividere, a unire o a separare..
Ognuna delle libere scelte che decidiate di fare si sviluppa da uno dei due unici possibili pensieri che esistano: un pensiero di amore o un pensiero di paura:
La paura è l'energia che costringe, rinchiude, trattiene, trasforma, nasconde, accaparra, danneggia.
L'amore è l'energia che espande, apre, esprime, sopporta, rivela, condivide, risana.

La paura avvolge i vostri corpi con abiti, l'amore ci consente di starcene nudi. La paura si avvinghia e si aggrappa a tutto quello che abbiamo, l'amore distribuisce tutto quanto possediamo. La paura tiene costretti, l'amore tiene stretti. La paura afferra, l'amore lascia liberi. La paura affligge, l'amore consola. La paura guasta, l'amore migliora.
Ogni pensiero umano, ogni parola e ogni azione si fondano sull'uno o sull'altro di questi sentimenti. Non avete scelta a tale proposito, poiché non esiste nient'altro tra cui scegliere. Ma avete la possibilità di decidere a quale dei due rivolgervi."


da "Conversazioni con Dio" di Neale Donald Walsch

29 ottobre 2008

Caparezza vs Gelmini

È stato approvato il decreto legge Gelmini per la riforma della scuola.
Tristissimo giorno per la cultura in Italia.
il governo sta smantellando tutte le istituzioni.
È quasi d'obbligo la citazione da Caparezza.


Pimpami la Storia
Bella prof!
Che schifo Garibaldi, vestito dai saldi, peloso come Garfield.
Via la camicia rossa e dagli una t-shirt Trussardi su jeans Cavalli.
Sulla faccia lenti a goccia Ray Ban
e poi taglia la barba a 'sta capoccia da Imam.
Un nunchaku da Jackie Chan gli dà più charme,
ora si che Gary ch’ha i più fieri dei fans. Bella!

Mondiale la seconda guerra ma su 'sto libro è dato che abbiamo ingoiato merda!
E’ regolare che non studia nessuno, scrivi "Italia batte resto del mondo 18 a 1".
I campioni siamo noi, siamo noi perciò aggiungi “Po po po po po”.
Il capitano fa goal, bordello come i Gogol,
storia XL non una small, pimpala!

Questa è la storia prof, la vera storia prof,
lo dice uno che se esce dal culo fa plof.
Bella prof, pimpami la storia… che storia!

Si stava meglio quando si stava peggiorando,
gli oppositori traditori peggio di Ronaldo
non li mandavano al fresco di una cella
ma al caldo dei Caraibi su navi di Jack Sparrow.
Prof, il ventennio pimpamelo,
scrivi che i partigiani quel tempo lo vissero
di relax in pedalò, piedi nudi nei sabò,
25 aprile giorno dei caduti di Salò.
Umberto di Savoia non andò via, ma che Repubblica! la gente vota Monarchia.
Non c’è partita tra re e democrazia, come mettere la PSP col Game Gear.
E la costituzione è un cd con una traccia, l’ultima hit da spiaggia.
Il nonno di Eminem minaccia: “Tutta l’Europa deve suonare il piano Marshall!”

Questa è la storia prof, mi prende un sacco prof,
tipo che quella di un cosacco di nome Popoff.
Bella prof, pimpami la storia… che storia!

Dalla mia storia cancella fricchettoni con la spada nel braccio,
non nel cuore come Little Tony.
Questi fattoni sempre sotto i riflettori.
Scrivi che gli hippy se ne stavano zitti e buoni.
Gli anni di piombo, le stragi, i sequestri, ma no!
non mi interessano argomenti come questi.
Io di quei tempi voglio ricordare solo “La liceale nella classe e i ripetenti”.
Così funziona e per fortuna fa trend,
il vecchio libro lo rottamo tipo Duna Weekend.
Adesso serve un finale potente
che terrorizzi l’occidente più dell’urlo di Chen.
Da qui in avanti qualunque cosa succeda,
scrivi che la colpa è di Al Qaeda.
Me l’hai pimpata di brutto prof,
vedrai patiti della storia fin dalla scuola media. Questa è la storia prof, la vera storia prof e non c’è niente da ridere non è Zelif Off.
Bella prof, pimpami la storia… che storia!




nella foto: manifestazione studentesca a Torino

17 ottobre 2008

mode vintage

C'è una cosa che mi irrita particolarmente e sono le mode vintage.
E non sto parlando delLA MODA, sia chiaro: ognuno può andare in giro vestito come gli pare, per quanto mi riguarda. Se vedo uno in giro vestito come "Starsky&Hutch" per me è un coglione, ma se piace a lui...
Intendo questo costante sentimento nostalgico che è diffuso tra molta gente.

Su Facebook c'è pieno di gente che mette le foto vecchie; e fin qua, nulla di male. Ma i commenti alle foto? Quasi sempre: "ah, bei tempi!".
Capisco che - per puro istinto di sopravvivenza - uno tenda a ricordarsi le cose belle della vita (altrimenti saremmo tutti suicidi già a 25/30 anni).
Ma lo pensate veramente? Io se penso al liceo, per esempio, ricordo che mi sono divertito un sacco, ma sono stato anche parecchio male. E non solo, facendo un rapido calcolo, sono convinto di stare meglio adesso.

Ma non è questo il punto: in edicola impazzano i dvd di Remì ("Remì", dio mio! il cartone animato più triste dell'universo), di Spazio 1999 e cose così. E ciò che è terribile è che la gente se li compra. (e secondo me non li vedrà mai, ma vabbè).
E via mail? "Sei nato negli anni 70, se..." oppure "Sei cresciuto negli anni 80, se..." e giù a ricordare i telefilm, le mode, ecc.
In televisione ci sono sempre più programmi che fanno vedere spezzoni di vecchie trasmissioni.
Per non parlare delle compilation delle sigle dei cartoni animati.

Mi sembrano tutti con lo sguardo sempre rivolto al passato, che per me è simbolo di arretratezza culturale. Nonchè di mancanza di progetti o fiducia nel futuro.

Ma veniamo alla musica (argomento a me particolarmente caro): discutevo qualche giorno fa con un ragazzo che sostiene che il rock è morto e quelle balle lì. Io gli dico: ti sbagli di grosso; sono cambiate molte cose e il rock non è più "di moda", ma gruppi o cantanti molto validi ce ne sono a iosa.
Tutto è nato perché lui torna a vedere un concerto dopo un po' di tempo e cosa va a vedere? gli AC/DC. Che per carità, io li adoro, ma magari c'è anche gente un po' più fresca.
"Ma ormai complessi come i Soundgarden non ce ne sono più..." dice lui.
"Hai provato a sentire gli Alter Bridge?" rispondo.
"Non li conosco".

Ogni tanto penso che il mondo si stia congelando. Ognuno si ferma ad un determinato anno, a seconda della propria indole, e da quel punto lì si fermi.
Perché?



nella foto: Remì.
Che cazzo c'aveva da ridere con tutte le sfighe che gli capitavano?

14 ottobre 2008

O-Six

Domenica (l'altroieri) abbiamo partecipato all'inaugurazione della saletta "Osix" più relativo cortile: uno spazio, all'interno della parrocchia, dedicato ai bambini dagli zero ai sei anni e relative mamme.
Questo progetto, che ha visto Dalia coinvolta inizialmente in quanto grafica e poi anche in altre funzioni, è stato realizzato con la collaborazione di un ente che si occupa dei bambini down. E la struttura è stata pensata in modo da ospitare le varie tipologie di bambini, down e non.
Con momenti dedicati a un gruppo e all'altro gruppo, ma anche - cosa fondamentale - con momenti insieme, per fare sì che:
1 - i bambini "normali" (odio dire questa cosa, ma non so come altro dirla) possano rendersi conto dell'esistenza di questa sindrome e vedere che possono tranquillamente giocare e crescere insieme agli altri;
2 - i bambini down non soffrano di nessun isolamento e si sentano del tutto integrati, come d'altronde dovrebbe essere.

All'inaugurazione c'era un sacco di gente, compresa una tv regionale e un discreto servizio di buffett, nonché un paio di animatori per bimbi.

Notavo, aggirandomi tra le persone, come i genitori dei bambini down fossero assolutamente felici e tranquillissimi. Direte voi: e perché non lo dovrebbero essere?
Non lo so. Però questa loro serenità mi ha colpito.
E mi ha fatto capire ancora di più che l'amore che ciascuno ha per il proprio figlio è totalmente incodizionato.

06 ottobre 2008

il Trentino e via Tertuliano

Premessa n° 1 - quando eravamo bambini, a luglio andavamo sempre in vacanza a Pera di Fassa. Mio compito era, la mattina presto, andare a comprare il pane: nell'aria tersa del mattino di montagna, andavo fino al panificio dove, appena aperta la porta, venivo inondato da un intenso profumo di pane.

Premessa n° 2 - l'Esselunga avrà tanti difetti ma sicuramente ha un pregio: monitora regolarmente i clienti per sapere in cosa può migliorare il servizio. Da qualche tempo, su sollecito della clientela appunto, si è messa a fare il pane; non più a scaldare quello surgelato che gli arrivava da fuori (e che, dopo mezza giornata, poteva essere usato come ariete per sfondare la porta, se avevi dimenticato le chiavi), ma proprio a farlo con regolare forno, e quant'altro.

Torniamo a noi: che c'azzecca il Trentino con via Tertulliano?
Niente. E da diversi punti di vista.
Ma visto il nuovo corso appena intrapreso (quello di alzarsi presto la mattina), mi succede una cosa strana: nell'aria tersa (sì, "tersa" avete capito bene) di queste mattinate ventose, inforco il motorino e, mentre mi avvicino al semaforo di viale Umbria, vengo investito da un inebriante odore di pane che mi catapulta indietro nel tempo e mi rimanda alle mattinate di vacanza in Trentino.
E la giornata comincia bene.

02 ottobre 2008

un'ora prima

Visto che la mia famiglia è abbastanza sbarellata, ho deciso di dare un giro di vite, come si suol dire.
Non possiamo continuare a fare cena alle 21,00 (se non 21,30) di sera, per poi mandare a letto la bimba alle 23,30. Ma questo è anche colpa del mio lavoro e dei miei orari d'ufficio.
Allora ho stabilito che da oggi in poi uscirò di casa un'ora prima per cercare di tornare a casa un'ora prima.
Ovvero: essere in ufficio alle 8,0/8,30 per uscire dall'ufficio al massimo alle 19,00.

Ci riuscirò? Credo di no.
O meglio: forse ad arrivare prima sì.
Ma tornare a casa prima... mmmhh...

29 settembre 2008

festa di famiglia 2008

Ieri c'è stata la festa della famiglia Marrè Brunenghi: ogni anno, l'ultima domenica di settembre, la grande famiglia (siamo più di 100) si riunisce a Celle Ligure, per festeggiare l'anniversario di matrimonio dei miei nonni, nel lontano 1929, e di conseguenza la nascita del nostro ceppo familiare.

In cosa consiste? Ci si ritrova alla Messa delle 11,00 (ebbene sì, siamo una famiglia di forte impronta cattolica), poi ci si trasferisce sulla spiaggia dove i più valorosi fanno il bagno, se il tempo lo consente.
E già lì si hanno i primi segnali di che tipo di famiglia siamo: avete presenti i caciaroni rumorosi che rompono le balle? Aggiungetegli il sorriso stampato in faccia e una perenne tendenza a prendere e a prendersi per il culo e ci siamo.

Ma il meglio di se', la famiglia Marrè lo dà nella fase 3: il pranzo.
Si va tutti a casa dello zio Carlo (il più grande dei fratelli MB) dove si rispetta la formula "ognuno-porta-qualcosa", ma soprattutto dove vige la regola "chi prima arraffa, mangia di più".
Quando la zia Marta (moglie dello zio Carlo) porta la pasta in tavola c'è un assalto di piatti-forchette-spingi-anch'io-lui l'hai già presa-non è vero che fa sembrare gli Unni dei timidi Lord inglesi.
Ripeto: tutto questo ridendo e scherzando, sia ben chiaro. Ma la scena è da galeotti tenuti a dieta per un mese.
E se pensate che un atteggiamento del genere vi disgusterebbe, dovreste vedere cosa succede quando vengono portati i dolci (tipo il Salame al Cioccolato) dove il numero di fette è limitato. Apriti cielo.
E quando Laura (moglie di Lorenzo ed ottima cuoca) fa la panna cotta? Ancora peggio.

Dopo il tormentato pranzo, si torna sulla spiaggia per una partita a calcio o, come ieri, per una partita a biglie.
Per tracciare una pista sufficientemente adatta a contenere il numero di biglie, di solito si usa Matteo, che è uno dei cugini più piccoli. Solo di età, è chiaro: perché di stazza sarà alto almeno un 1,85 e pesa non meno di 100 chili.
Per tirarlo ci vogliono una persona per gamba e a metà percorso bisogna darsi il cambio con altri due.
La costruzione della pista occupa una buona mezz'ora.
La gara invece è un continuo di spinte, accuse di baro e scherzi atti a far sbagliare l'avversario e dura fino a quando qualche mamma non dice "dai, che dobbiamo andare". Allora automaticamente quello in atto diventa l'ultimo giro.



Beh, questo è un assaggio di quella che è la nostra festa.
Visti da fuori, dobbiamo essere alquanto originali, per usare un eufemismo.
Ma a me piace così. E mi piace pure tanto.

28 settembre 2008

addio Paul

Ieri è morto Paul Newman. Grandissimo attore e grande persona.
Mi piace ricordarlo in una delle scene più belle del cinema.
Quella qua sotto. Mitica.

24 settembre 2008

mi fa incazzare

Ha ragione Livio: la nuova canzone di cesare Cremonini è proprio carina.
E la cosa mi fa incazzare perché luilì io proprio lo odio.
E il ritornello? Avete sentito?
"Che avrei soltanto l'amore per lei...
Per lei che ha il nome di un fiore, per lei..."

Ma perché non l'ha scritta qualcun altro?
... mmmh... che nervi!

18 settembre 2008

antifurto, senza "anti"

Quando nel non lontano 2003 comprammo la casa in via Tertulliano, la mia signora decise che avevamo bisogno di un antifurto e di una cassaforte, come se le nostre mura custodissero chissà quale tesoro nascosto.
Ancora ad oggi la cosa di maggior valore che abbiamo in casa penso sia un mobile che ci ha fatto Cuciuffo su misura, in wengé, che credo costi sui 1500 euro; ma soprattutto che pesa circa un quintale, quindi non è un oggetto per cui vale la pena rubare in casa nostra.

Ma se per la cassaforte un impiego c'è ed è quello di custodire oggetti di valore affettivo (come l'anello del nostro fidanzamento, alcuni oggetti della madre di Dalia, ecc.), per l'antifurto invece non c'è alcuna spiegazione logica.
Come dicevo, in casa non abbiamo nulla di valore; inoltre l'edificio in se', vista la zona e l'aspetto esteriore, non è particolarmente appetibile per eventuali ladri.

Non contento di non essere mai stato utilizzato, l'antifurto in questione, in questi 5 anni si è distinto per:
- un allarme partito senza nessun motivo una notte d'estate (senza temporali in corso o similia) con conseguente chiamata a un "pronto soccorso elettricista". Costo 200 euro.
- attivazione di allarme ogni volta che si apre un armadio in entrata e nuova chiamata ad un elettricista. Costo 100 euro.
- infine ieri si è messo a fare un suono più light ma costante, quel tanto sufficiente da rompere i coglioni con nuovo intervento di un elettricista. Altri 100 euro.

Insomma: abbiamo fatto un gran bell'affare.
Per tutto il resto c'è Mastercard...

09 settembre 2008

il tipo "Phantom Malaguti"

Avete presente il Phantom Malaguti? È quel motorino con la marmitta che fa un sacco di casino e che - nonostante sia un cinquantino - lo si vede transitare a velocità spasmodiche.
(per gli amanti della letteratura e di Stefano Benni in particolare: è il motorino che mi sono sempre immaginato in "Pronto Soccorso e Beauty Case")
Il tipo Phantom Malaguti è solitamente un ragazzino di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Usa magliette nere e scarpe da ginnastica. La caratteristica principale del tipo Phantom è la postura: testa incassata nelle spalle e braccia molto allargate. Senza dimenicare la posizione sul sellino: un po' di tre quarti, sbilanciato da una parte (solitamente la sinistra) e atteggiamento scazzato.
Classificazione: pericoloso.
Accessorio d'obbligo: il casco rigorosamente con la visiera staccata e indossato molto alto sulla fronte; quel tanto che il laccetto finisca non sotto bensì esattamente sopra il mento.
Stile di Guida: se siete fermi al semaforo e sentite qualcuno che sgasa di continuo, non avete neanche bisogno di girarvi: è lui. Guida molto aggressiva e spesso imprudente.
Espressioni facciale: da encefalogramma piatto.
Reazioni: ha una guida talmente "sportiva" che non si scalfisce davanti a nulla. Ogni tanto tira qualche frenata se vede qualche gnocca a bordo strada.
Upgrade: meno pericoloso quando è dotato di "tipa" sul sellino dietro di lui.

03 settembre 2008

nuova palestra

La palestra dove sono andato fino a luglio, naviga in brutte acque.
Così, finché i buoni propositi dell'estate sono ancora caldi, mi sono deciso e mi sono iscritto subito a una nuova palestra. Più vicina all'ufficio, tra l'altro.
Sfruttando una di quelle offerte dell'estate, sono riuscito a strappare un prezzo più che buono, ma soprattutto ad alzare notevolmente il livello della struttura: questa nuova palestra è fighissima.
Frequentata un po' da stronzi, è vero, però è bellissima.
Oggi - prima volta che andavo - per esempio, mi guardavo la tv mentre facevo ciclette. Ma non una tv in fondo alla sala: ogni ciclette ha la sua tv!
Eppoi c'è la piscina da 25 metri, che già solo di per se' è una figata.

Però, pensavo, se l'omologazione è un elemento fondamentale nella psicologia umana, guardandomi intorn pensavo che nel giro di un anno avrò un fisico della madonna e mi sarò fatto 3 o 4 tatuaggi.
See.

02 settembre 2008

genio

La prima volta che l'ho sentito, per me Caparezza era solo un tormentone musicale: "Sono fuori dal tunnel-lel-lel-lel del divertimento-ooooh".
Però, dopo averlo ascoltato le prime due o tre volte, ti accorgevi che la canzone aveva un testo profondo e non era per niente stupida (requisito solitamente fondamentale per i tormentoni).

E quest'estate di nuovo: "Vieni a ballare in Puglia, Puglia, Pugliaaaa".
Sì, ma fammi vedere bene il testo.

Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia,
tremulo come una foglia foglia foglia.
Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru
perchè può capitare che si stacchi e venga giù.

Ehy turista so che tu resti in questo posto italico.
Attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio.
Mare adriatico e Jonio, vuoi respirare lo iodio
ma qui nel golfo c'è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio.
Abbronzatura da paura con la diossina dell'ILVA.
Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa.
Nella zona spacciano la morìa più buona.
C'è chi ha fumato veleni all'ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma.
Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese.
Turista tu balli e canti, io conto i defunti di questo paese.
Dove quei furbi che fanno le imprese, non badano a spese,
pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese.

RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia
dove la notte è buia buia buia.
Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più.
Vieni a ballare e grattati le palle pure tu
che devi ballare in Puglia Puglia Puglia,
tremulo come una foglia foglia foglia.
Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru
perché può capitare che si stacchi e venga giù.

E' vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica.
Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica.
Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia
in quella bolgia si accoppa chi sgobba
e chi non sgobba si compra la roba
e si sfonda finché non ingombra la tomba.
Vieni a ballare compare nei campi di pomodori
dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori.
Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati nei barattoli.
Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli.
Turista tu resta coi sandali, non fare scandali
se siamo ingrati e ci siamo dimenticati d'essere figli di emigrati.
Mortificati, non ti rovineremo la gita.
Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita.

RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia
dove la notte è buia buia buia.
Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più.
Vieni a ballare e grattati le palle pure
tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia
dove ti aspetta il boia boia boia.
Agli angoli delle strade spade più di re Artù,
si apre la voragine e vai dritto a Belzebù.

O Puglia Puglia mia tu Puglia mia,
ti porto sempre nel cuore quando vado via
e subito penso che potrei morire senza te.
E subito penso che potrei morire anche con te.


Grande Caparezza!
E - per chi ancora non lo avesse sentito tutto - sappiate che tutto il disco è bello.
Non è il mio genere musicale preferito, però è proprio bello.
Mi ripeto: grande Caparezza!

01 settembre 2008

settembre

A Celle Ligure, settembre è il mese più bello: il paese e le spiaggie si svuotano; i negozianti sono più "rilassati" e nell'aria c'è più tranquillità.
Ma soprattutto il tempo è splendido: belle giornate di sole, un po' di venticello e il mare ha onde basse e lunghe.

Ho avuto un assaggio dei miei (passati) settembre cellesi ieri sera, quando mi sono concesso quello che probabilmente sarà l'ultimo bagno della stagione.
Già molte persone erano partite tra sabato e domenica mattina/primo pomeriggio. Noi abbiamo passato il pomeriggio a fare bagagli e a pulire casa, in vista di una partenza serale, dopo cena.
Alle 19,30 quindi - finito tutto - me ne sono andato da solo sulla spiaggia deserta.
C'eravamo solo io, i gabbiani e i bagnini che chiudevano gli stabilimenti. L'acqua era limpidissima e calda.
E mi sono fatto un bagno talmente bello ma talmente bello che mi sono chiesto: ma perché non mi prendo mai una settimana di ferie a settembre?