27 marzo 2012

la tipa Vespa Piaggio

La tipa Vespa Piaggio è una donna sui 35/45 anni. Scarpa bassa (tipo ballerina) e jeans, in questa stagione sfodera spesso un piumino senza maniche. Di estrazione medio alta, è un'amante del classico. Usa quindi la Vespa perché non concepisce gli altri tipi di scooter.

Classificazione: non pericolosa
Accessorio d'obbligo: il casco in tinta con la Vespa
Stile di Guida: leggermente apprensivo
Espressioni facciale: calma piatta
Reazioni: tende a evitare qualsiasi rischio e si pianta in mezzo alla strada per dare la precedenza anche a chi non ce l'avrebbe.
Upgrade: nessuno


26 marzo 2012

you call me a dog

Anita: "papà, ti voglio bene come a un cagnolino"
e voleva essere un complimento, eh!



in foto: Anita sfreccia sul suo monopattino, sulla strada verso l'asilo.

21 marzo 2012

l'inossidabile Nicke

Ci sono persone che sono dotate di un talento fuori dal comune, bisogna ammetterlo. Nicke Andersson è uno di questi. È sulla scena da più di vent'anni e continua a sfornare dischi con una frequenza impressionante.

Se andate su Wikipedia, vedete che la sua discografia è divisa in  
1.1 Con gli Hellacopters 
1.2 Con gli Entombed 
1.3 Con i Supershit 666 
1.4 Con i The Hydromatics 
1.5 Con i The Solution 
1.6 Con i Death Breath 
1.7 Con Stefan Sundström

E volete sapere qual è la cosa più divertente? Che Wiki italia - come sempre in ritardo - si è fumata gli ultimi anni di Andersson, perché il giovane (oddio "giovane"... quest'anno ne fa quaranta) svedese ha fatto partire l'ennesimo progetto, dal nome "Imperial State Electric".
E quest'anno è arrivato al secondo album: Pop War. E da qua parto per riattaccarmi all'affermazione inizale: come cacchio fa 'sto ragazzo (eddaje, non è più un ragazzo, su!) ad avere una produzione così intensa, ma soprattutto così fresca!

Sì, perché se fate partire il disco, già dall'iniziale "Uh Huh" vi sembrerà di ascoltare un disco nuovo, scritto da ragazzi. Perché è fresco (sì, lo so, l'ho già detto) e coinvolgente.
Poi, per carità, può non piacere. Però, caspita: chapeau, Mr Andersson!

E se avete due minuti, guardate in che atmosfera si è svolta la presentazione del disco a Stoccolma. (Andersson è quello col cappello, tutto a sinistra)


20 marzo 2012

il mio ruolo in famiglia

Ieri festa del papà. All'asilo i bimbi dovevano fare un disegno del papà e scrivere (o meglio: far scrivere dalla maestra) cosa pensano dei rispettivi papà.

E questo è il risultato.


Praticamente una massaia.

16 marzo 2012

indie fatto con cura

James Mercer mi è simpatico. Ho anche apprezzato molto la sua parentesi pseudo indie-folk-elettronica, ovvero il progetto Broken Bells.
Luilì torna oggi alla ribalta col nuovo album Port of Morrow a firma "The Shins".

Il ragazzo ha decisamente del talento e riesce a mettere insieme diverse influenze - dal rock dei seventiees alla batteria elettronica, per dirne due - ottenendo un risultato più che piacevole. Alcuni brani sono molto strutturati ("che vuol dire strutturati?" "non lo so, però non riesco a trovare un'altra espressione"), ma mai pesanti.

Siamo sempre dalle parti dell'indie rock, cone le barbe e l'aria da intellettuale, ma vi assicuro che il disco è molto carino e si lascia ascoltare volentieri. Eppoi sono solo dieci brani, su, che cosa vi costa dargli un orecchio?



27 febbraio 2012

in buona parte

Anita: "Papà, cosa sono tutte queste macchie sul frigo?"
Guardo il frigo, già sporco di suo, suggellato da chiazze di cioccolato, dovute a uno scellerato uso delle fruste elettriche (da parte mia, ovviamente).
Io: "In buona parte sono macchie di cioccolato?"
Anita: "E in cattiva parte?"


23 febbraio 2012

da New York con certezza

C'è poco da fare: i Nada Surf sono una certezza. Come già detto per altri gruppi come i Manic Street Preachers, quando ti appresti a sentire un disco dei Nada Surf sei certo che ti piacerà.

È anche vero che loro non hanno ambizioni da supergruppo, ma le loro canzoni scorrono sempre veloci e piacevoli. Ma questo non vuol dire che non siano curate. A un secondo o terzo ascolto ti accorgi di molte finezze che fanno sì che il disco non sia mai noioso.

E la cosa sconvolgente è che - l'ho scoperto su Wikipedia - loro sono in attività dal 1992. Quando si dice: vent'anni e non sentirli.




21 febbraio 2012

coccolato

Anche quest'anno è arrivato il momento clou della nostra famiglia: Dalia è partita per l'annuale convention che le costa un monte di ore di lavoro e qualche ruga in più.

In aiuto per gestire le bambine sono arrivate mammà e zia Paola, che, non solo si occupano delle bimbe, ma, al grido di "ommiopoveropiccolochefacciastanca", mi trattano come un pascià.

Quindi, quando torno a casa, come ieri sera, trovo la cena già pronta e le bambine già lavate mangiate e pigiamate.
C'è il rischio di abituarsi troppo bene.



20 febbraio 2012

Elena pigliatutto

In casa nostra scompaiono le cose. L'unica spiegazione razionale è che Elena le prenda e le metta in svariate parti della casa, probabilmente alla sua altezza.
La  conclusione è che negli ultimi tre giorni sono spariti un dvd - che dovevamo restituire alla biblioteca - e il mio cellulare personale.
Ho ancora quello aziendale, quindi non è che sono isolato dal mondo. Però se provate a chiamarmi e trovate spento, adesso sapete il perché.

Ovviamente è riuscita a sottrarmelo quando era scarico, quindi adesso è lì che giace sotto qualche letto o tra i giochi, spento.
Magari lo ritroverò insieme all'orologio Decathlon da 7 euro che non trovo più da qualche mese. Chissà.


15 febbraio 2012

quel geniaccio malato di Maynard

Se c'è un uomo che mi fa impazzire dal ridere è MJK, al secolo Maynard James Keenan, cantante dei Tool, degli A Perfect Circle e dei Puscifer, personaggio di indubbio talento.

Andiamo con ordine, per chi non fosse avvezzo alla musica pesante: luilì prima fonda i Tool, che - a mio modo di vedere - sono il miglior gruppo in attività. Cioè, proprio che gli altri spariscono.

Solo che i Tool fanno un disco ogni 4/5 anni (quando va bene) e così, lui inizia un percorso parallelo con gli A Perfect Circle, gruppo meraviglioso, che alcuni addirittura preferiscono ai Tool (e, vabbè, dai lo confesso: all'inizio anch'io preferivo gli APC; ma solo perché non ero ancora entrato con testa, cuore e anima - o Aenima, eh eh eh - nella discografia dei Tool).

Vabbè, per farla breve, che sennò qua passano altri 15 giorni tra un post e l'altro, dicevo che lui ha già due complessi di quelli da farsi vanto per i secoli a venire. E nel tempo libero che fa? Mica s'inventa un modo per spillare soldi ai fan, o altre cagate del genere.
No, lui fa un progetto musicale solista, che chiama Puscifer. E gli riesce pure bene.

Risultato: primo disco quasi elettronico. Al secondo giro, nuova inversione di rotta e andiamo verso un industrial rock, con molte parti di canto che ricordano gli A Perfect Circle, anche se la struttura musicale è diversa.
Insomma questo "Conditions of my Parole" (uscito a fine 2011) è un disco veramente interessante, con alcuni pezzi (la title track, "Telling Ghosts" e Toma") particolarmente belli.
Bravo Maynard. Ti odio per quanto sei bravo, perché vorrei avere un decimo del tuo talento. Però al tempo stesso ti amo alla follia.

Ah, quasi dimenticavo: quando canta coi Tool è pelato (come è nella realtà), con gli APC ha i capelli lunghi (grazie all'uso di diverse parrucche, alcune volte addirittura con le trecce).
E con i Puscifer? Beh, guardatevelo da soli.


03 febbraio 2012

storie e cicatrici

Se avete bisogno di buona musica, di quella un po' facile, "da tappezzeria" come la chiamava John Lennon, vi consiglio il nuovo disco dei The Fray.
Ah, ma perché è un gruppo che segui? No, è il primo loro disco che ascolto.
E allora perché li segnali? Non lo so. M'è sembrato un indie/pop/rock molto fruibile, ma sufficientemente vario da non annoiare e sufficientemente allegro da non risultare lagnoso (a parte il lentone, o ballad come dicono quelli bravi "I can barely say" che skippo volentieri, nonostante gli archi che danno sempre una bella enfasi, e pure la conclusiva "Be still").

E poi stiamo parlando di un disco prodotto da Brendan o' Brien. E quindi? Quindi niente, però volevo far vedere che sono un tipo che si informa.

Per farla breve: se cercate un disco originale, siamo sulla strada sbagliata.
Se cercate un disco da ascoltare in ufficio o in una scampagnata in macchina, allora potrebbe fare al caso vostro.


31 gennaio 2012

ottimismo funerario

Il nuovo disco di Mark Lanegan, "Blues Funeral", sarà il classico disco che spaccherà in due i fan: chi lo adora e chi lo odia. Quando si ha a che fare con un personaggio dal passato così importante e così ingombrante c'è da aspettarselo.

C'è chi continuerà a seguirlo e a difenderlo anche quando farà un disco inascoltabile e chi invece lo condannerà a prescindere perché "non è più lui", ecc ecc.

Sì, ma tu che ne pensi? Moi? Io non sono mai stato un fan di Lanegan, ma sono uno che si appassiona facilmente, quindi penso che sia un bel disco, non trascendentale, ma più che ascoltabile. È la naturale evoluzione di "Bubblegum" di otto - dicasi otto! - anni fa.
Certo, non è che luilì è rimato 8 anni a tirar sassi in acqua. Ha fatto altro, ha avuto qualche distrazione, ma alla fine è tornato. Ed è ciò che conta.

Poi ci sarà chi predilige i pezzi laneganiani classici tipo "Leviathan" e denigra quelli un po' più nuovi (leggasi "con un sintetizzatore in più") tipo "Ode to Sad Disco", e chi invece farà viceversa. Ma si sa che alla gente ci piace rompere i coglioni.
Noi invece cerchiamo di prendere di buono quello che ci capita per le orecchie. E mister Mark-sonovivopermiracolo-Lanegan porta sempre con se' qualche cosa che vale la pena di ascoltare.


30 gennaio 2012

indovina la citazione - 21

Siamo a un film così famoso ma così famoso e così ricco di citazioni ma così ricco che... boh! indovinatelo subito. E ditemi a che numero.

Ah, dimenticavo: Paci, tu a 'sto giro non puoi giocare.


1 - 1026 west addison? ma è lo stadio del Baseball!

2 - Siete proprio una coppia incorreggibile. Ho pregato tanto per voi. Mi si stringe il cuore vedere che due giovani che avevo cresciuto nell'obbedienza dei dieci comandamenti mi tornano come due ladri... due sporcaccioni, che conoscono solo le parolacce!

3 - Appropinquiamoci al tavolo più vicino e godiamoci questa sofisticata ma ospitale tavola calda.

4 - La signora Tarantella?
- No, Tarantino.
- Signora lei per caso ha un Bones Malone e un Louis Marini a pensione qui?

 5 - Che genere di musica fate qui, di solito?
- Oh, ne facciamo di tutt'e due i generi: il country e il western.

6 - Io prendo del pane bianco tostato, per favore
- Ci vuoi burro e marmellata sul toast tesoro?
- No, signora: liscio.
- Avete del pollo fritto?
- Il pollo fritto più buono dell'Illinois.
- Mi porti 4 polli fritti e una Coca.
- Petti di pollo o cosce di pollo?
- 4 polli fritti e una Coca.

7 - Io li odio i nazisti dell'Illinois.

8 - Sono 126 miglia per Chicago. Abbiamo il serbatoio pieno, mezzo pacchetto di sigarette, è buio, e portiamo tutt'e due gli occhiali da sole.
- Vai!

9 - Non ti ho tradito. Dico sul serio. Ero... rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C'era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia, lo giuro su Dio!


25 gennaio 2012

in farmacia

Succede sempre quando hai fretta. È ovvio.
Succede che c'è quella persona che entra in farmacia 3 secondi prima di te. Proprio quella persona lì, anziana e un po' claudicante. Ti chiedi perché doveva uscire di casa proprio a quell'ora.
Non poteva uscire 5 minuti dopo?
Ma bastavano anche 30 secondi dopo.

Perché nelle farmacie, non so se avete notato, è sempre così: c'è uno (o una) che tiene occupata una farmacista per tutto il tempo in cui voi state lì. Che sia 3 minuti o mezz'ora, c'è una persona che rende impraticabile uno sportello. E amen.
Ma c'è l'altro libero. Uno solo. A disposizione degli avventori normali.

È lì che si fionda la vecchia e comincia con una frase che non fa presagire niente di buono: "Ho perso le medicine della pressione". Ahia!
E continua: "non mi ricordo come si chiama... flestil qualcosa... non ricordo. Ha una scatola arancione"
"Signora - interviene la farmacista con molta pazienza - ci sono tantissime medicine con la scatola arancione"
"Ha la scritta vivace, i colori vivaci... Ha la scritta in alto... Sinestil forse?!
"No"

E qui la vecchia inizia a snocciolare una serie di nomi improbabili, con la farmacista che continuava a rispondere "no, non esiste".
Alla fine sono uscito disperato mentre sentivo che ricominciava la tiritera "Ha la scatola arancione..."

Secondo me hanno dovuto chiamare un'ambulanza che se la portasse via.


24 gennaio 2012

ma come fa?

Certi libri si divorano. O perché l'argomento ti interessa molto; o perché il libro è scritto in maniera scorrevole. O, come mi è capitato di recente, si verificano entrambi i casi appena citati. Il libro in questione si intitola "Ma come fa a far tutto?", della giornalista gallese Allison Pearson.

Parla di una mamma lavoratrice, immersa tanto nella famiglia, ma anche nel lavoro, che la vede competere alla pari coi maschi in un settore - quello finanziario - dove la parità dei sessi è mera fantasia.
Il libro è veramente molto divertente, ma non dimentica mai i problemi quotidiani che assillano una mamma moderna. Ça va sans dire, io mi sono immedesimato molto nella parte di Kate, la protagonista.

Ecco un paio di citazioni che mi piace portarmi appresso:
"Quando sei giovane tua madre cerca di difenderti dal mondo perché è convinta che tu sia troppo giovane per capire e quando è vecchia tu cerchi di difendere lei nella convinzione che sia troppo vecchia per capire, o per essere costretta a continuare a capire.
La curva della vita è: desiderio di sapere, sapere, desiderio di non sapere."

"Gli uomini di adesso non possono che essere padri migliori dei loro padri. Per il solo fatto di saper cambiare un pannolino o di infilare il biberon nell'orifizio giusto, sono considerati genitori più capaci di quelli delle precedenti generazioni. Le donne, invece, possono essere soltanto madri peggiori delle loro madri, e questo fa veramente rabbia perché ce la mettiamo tutta e ciononostante siamo destinate a fallire"


Ah, e se vi chiedete come mai c'è Sarah Jessica Parker in copertina, sappiate che da questo libro ne è stato tratto un film (TRAILER).

19 gennaio 2012

il giusto tributo

Non sono mai stato un fan dei R.E.M., anche se per qualche anno, ai loro esordi, li seguii, su segnalazione di un'amica di mio fratello.
Poi ci fu l'esplosione con "Losing my Religion" e da lì in avanti, una carriera che procedeva tra alti e bassi ("Accelerate", per esempio, fu il primo che mi piacque dopo una lunga serie).

A fine anno scorso si sono sciolti. Hanno avuto un discreto coraggio nel non continuare a mandare avanti una macchina che evidentemente stentava a procedere. E si sono congedati dal mondo musicale serenamente (e speriamo senza future reunion).

Arriva il loro ultimo singolo, che è anche l'ultimo inedito che pubblicheranno for evah end evah, e... beh, scende un po ' la lacrimuccia, perché è una sorta di congedo dal mondo. Tanto più che si intitola "We all go back where we belong".

Fra l'altro ne hanno fatto un video, di cui ne esistono due versioni: una con protagonista Kirsten Dunst, e una con John Giorno (poeta statunitense). Vi incollo qua le delicatissima versione con Kirsten Dunst, che non so se recita o meno, ma sembra che ascolti le parole di queste canzoni per la prima volta e le sue emozioni siano vere. Un video veramente bello.

Ma non è del video che volevo parlare. Volevo solo dire grazie ai R.E.M. per quello che hanno fatto. Cari Michael e gli altri due di cui non ricordo i nomi, sinceramente grazie, perché siete stati un gruppo onesto e meritevole. Senza grosse autoesaltazioni, divismi o boutade fuori luogo. Bravi. Ve lo dice uno che non è un fan, ma semplicemente un fruitore di musica. Grazie per la vostra musica.
 


18 gennaio 2012

tamarri canadesi

I Nickelback mi piacciono sempre. E dire che sono uno dei gruppi odiati, dal mondo dell'heavy metal in particolare.
Non so bene perché. Penso, ma è una mia supposizione, sia per il loro modo di comporre musiche sì di hard rock, ma anche di facile ascolto, con coretti ruffiani e ritornelli cantabili ai concerti anche da chi ha ascoltato la canzone solo un paio di volte.
Allora mi chiedo: perché loro sì e i Foo Fighters no?

Vabbè, a parte questa premessa inutile, volevo dirvi che a fine 2011 è uscito il nuovo album dei Nicklback. Non ha niente da diverso dai precedenti album: canzoni "a cannone" intervallate da poche ballad. In pratica se, come me, skippate le ballad, avete una colonna sonora perfetta per fare footing.



16 gennaio 2012

il commercialista dice

Il commercialista dice che siamo stati bravi.
Il commercialista dice che il 2011 è andato molto bene, meglio del 2010.
Il commercialista dice che la maggior parte dei suoi clienti è in crisi e noi siamo un'eccezione.
Il commercialista dice che quando viene da noi è contento perché tutti si lamentano e noi invece abbiamo sempre buone notizie.

Poi il commercialista ci pensa un po' e aggiunge: "certo che a giugno vi toccherà pagare un monte di tasse".

14 gennaio 2012

volersi bene

Anita: "non ti voglio più come sorella. Adesso devi andartene in un'altra famiglia"
Elena: "e io ti butto giù dalla finestra e poi ti rompo in due"

13 gennaio 2012

testa e cuore

Tra i dischi che non ho inserito nella classifica 2011, ma che comunque ho apprezzato c'è sicuramente quello dei "the Head and the Heart". Loro sono una band di Seattle (città natale di prestigiosi nomi in ambito musicale) e hanno una tendenza indie-folk.

Termine che, lo ammetto, mi fa già venire voglia di sbaidigliare. E invece il disco è abbastanza fresco, nonostante le atmosfere calde (perdonatemi il gioco di parole). Suonato con passione (e si sente) ma senza scadere nella mania depressiva a cui ci hanno abituati gli esponenti di questo tipo di musica.

Canzoni non particolarmente originali, è vero. E probabilmente da qua a qualche tempo nessuno parlerà più di loro, almeno in Italia. Però è stato la colonna sonora di buona parte del mio autunno. E questo post è per ricordarmelo.