19 gennaio 2015

di cronaca e di ipocrisie

Quando scende in campo David Fincher, per me è sempre una buona notizia.
Mi piace il suo stile di regia, ma soprattutto mi piace il fatto che i suoi film mi lasciano sempre qualcosa. Anche se si parla di thriller o di cose poco attinenti alla vita quotidiana, sono pellicole che non mi lasciano mai indifferente.

In Gone Girl (presente nelle sale italiane col titolo "L'Amore Bugiardo") invece la vita quotidiana non solo è presente, ma ne è quasi il cardine.
Una coppia praticamente perfetta, nella provincia americana. A un certo punto lei sparisce. Lui giura di non saperne niente. Ma troppe ombre sono presenti sulla coppia e, di conseguenza, sulla scomparsa della brava e perfetta moglie modello.
Non vado avanti nella trama, per evitare spoilerate.

Sappiate però che in questo film c'è tutto: critica sociale, critica ai media, opportunismo, falsi miti e tutto quanto. E c'è pure un'interpretazione favolosa da parte di Rosamund Pike.
È un film che vi consiglio caldamente.



10 gennaio 2015

top five musica 2014

più telegrafico che mai, ecco la lista dei dischi che mi sono piaciuti di più nell'anno passato.

01 - Foo Fighters - Sonic Highways
02 - Azealia Banks - Broke with expensive Taste
03 - Young the Giant - Mind over Matters
04 - Paolo Nutini - Caustic Love
05 - the Last Internationale - We will Reign

Premio disco tardivo (cioè che ho scoperto con notevole ritardo):
Porcupine Tree - The Incident

04 gennaio 2015

eppi gnù iar

Ogni tanto dovrei rileggermi i vecchi post di questo blog. Come quello dell'anno scorso, di questi stessi tempi, dove mi raccomandavo di starmene a casa per le vacanze di Natale.
Non so quale malocchio colpisca la mia famiglia alla fine di dicembre, ma è già il terzo anno di fila che passiamo delle vacanze abbastanza merdose.
Quest'anno dovevamo andarcene in montagna con amici (casa già prenotata dal 30 al 2 gennaio), ma tanto per cambiare le donne di famiglia si sono ammalate e quindi nisba.

Non capisco se ci sia veramente una causa comune (ipotesi A: la stanchezza estrema che, appena ti  rilassi, ti debilita; ipotesi B: la tendenza di mio padre a non accendere quasi mai il riscaldamento di casa, mentre noi siamo abituati - grazie al riscaldamento condominiale - a vivere costantemente intorno ai 20 gradi) o se sia una questione di sfiga, ma devo prendere provvedimenti.
Provvedimenti che combaciano esattemente con IL proposito dell'anno 2015: vivere meglio la mia quotidianità. Sì, esatto, tutto lì.

Vivo (parlo per me, ma so di non essere l'unico) talmente di corsa e incazzato che certe volte mi sembra di vivere davvero solo durante le vacanze. Poi quando queste vacanze si trasformano in una centrifuga di coglioni ti senti disperato.
Quindi, è deciso, quest'anno ci provo: cerco di vivere meglio giorno per giorno.
Ci riuscirò? o almeno: ci proverò?

16 dicembre 2014

06 dicembre 2014

hip hop di tutto rispetto

È un hip hop di tutto rispetto quello di Azealia Banks. Nonostante il genere non rientri nei miei ascolti più frequenti, sono in fissa con il disco d'esordio di questa giovane (23 anni) cantante di Harlem, New York.
A dire il vero non sembra neanche un disco d'esordio, perché è molto ben strutturato e arrangiato.

Ci sono diversi registri e diversi stili, quasi tutti che ruotano intorno alla musica elettronica. Ma di quelli di cui non ho neanche mai sentito parlare, tipo "uk-bass" o "sea punk".
Per capire, vi basterebbe sentire "Gimme a Chance" (traccia n°2 del disco): l'incipit sembra un brano di Kruder&Dormeister, poi inizia un cantato alla Eminem su un bellissimo giro di basso, dopodiché entrano i fiati a dare manforte al basso; quindi arriva il ritornello in cui si torna a uno stile K&D, dove comunque il basso la fa da padrone e la voce diventa armoniosa e non più rappata; e sul finale parte una specie di samba con cantanto in spagnolo.
Detto così non si capisce un belino, lo so, ma vi assicuro che è veramente bella, non per niente è una delle mie canzoni preferite del disco in questione.

Insomma, questi 16 brani, per chi è almeno un po' avvezzo all'elettronica è veramente una piacevole sorpresa. Azealia snocciola una serie di rime metropolitane ad alto contenuto di volgarità (continuo a sentire dei "niggers", "bitches", "cunt" e robe così) con grande talento e, come accennavo prima, si avvale di un tappeto musicale molto stratificato ma assolutamente non fastidioso.
Bella e brava.


30 novembre 2014

19 novembre 2014

qualità vs quantità

Tendo a non essere parziale quando si parla dei Foo Fighters.
La simpatia che mi ha sempre ispirato e ancora mi ispira Dave Grohl probabilmente mi farebbe piacere anche un suo disco techno. L'essere rimasto un cazzone impenitente, nonostante la celebrità arrivata prima coi Nirvana e poi coi FF, lo rende una sorta di dio dorato ai miei occhi.
Soprattutto perché dietro a questa affabilità albergano un grande batterista, un grande chitarrista e un ottimo frontman.

Vabbè, bon, direi che avete capito con quale spirito mi accingevo ad ascoltare Sonic Highways, il brand new album della band di Seattle.
8 tracce in tutto per 44 minuti di musica.
E, come spesso, accade quando le aspettative sono alte, si rischia di rimanere delusi. Di pensare "tutto qui?"

Beh, una cosa ho imparato: alla fine con i FF finisce sempre che le prime volte dico "vabbè, dai non è che sia granché". Dopo una settimana mi ritrovo a canticchiarle contento. Dopo un mese lo vado a riprendere e passo alla fase "no, dai, non è male". E poi tra tre mesi lo ascolterò a raffica. O almeno: per me è così.
Intanto sono già al quinto ascolto e mi piace sempre di più.
Maledetto Dave, mi sa che mi hai fregato anche a 'sto giro.

15 ottobre 2014

ascolti autunnali

ovvero: di vecchie conoscenze, di new entry e di dubbli amletici


U2 - Songs of Innocence
Domenica sera, quando Fabio Fazio a "Che tempo che fa?" descriveva il nuovo album degli U2, per un attimo ho pensato di aver sbagliato disco. "Viaggio a ritroso" "ritorno alle origini", ma de che?
Pur essendo da sempre innamorato degli U2, non posso negare le evidenze: questo è un disco pop carino. Niente di più.
Loro ormai sono dei mestieranti che sanno confezionare dei bei pezzi (neanche a farlo apposta, ospiti da Fazio, Bono e The Edge hanno cantato le mie due preferite dell'album) e sanno ancora come toccare le corde della gente. Ma è sempre lo stesso disco che gira. Da anni, ormai.

Black Sabbath - 13
Lo so: questo disco è dell'anno scorso. Però io l'ho scaricato e ascoltato solo da un mesetto. Beh, riprendiamo il discorso sugli U2. Bono, ahò, me senti? Non è che dovete sparare fuori un disco ogni 2/3 anni. Mica siete obbligati. Siete gli U2, santoiddio, mica una banda emergente qualsiasi.
Prendi spunto da questi vecchietti qua. Questi non facevano un disco da vent'anni e senti cos'hanno partorito: un disco coerente con la loro storia. Ed è un cazzo di gran bel disco.
Bono, se te serveno i soldi pe' 'r mutuo, fatti un paio di tour mondiali, non fare gli accordi con la Apple. Te lo dice un amico, fidate.

the Last Internationale - We will Reign
Un bel rock dal sapore un po' sixty (putroppo non è una novità, di questi tempi) sta sollazzando le mie orecchie già da quindici giorni. Si tratta dei The Last Internationale, il nuovo gruppo di Brad Wilk (Rage against the Machine, Audioslave).
Secondo Tom Morello (chitarrista in entrambe le band sopra citate, nonché caro amico di Wilk e pure produttore del disco, insieme al sempiterno Brendan O' Brien) si tratta di un giusto mix tra "il blues scarno e arrabbiato dei Black Keys con le invettive politiche dei Rage Against The Machine e una frontwoman tosta. Spero che diventino il nuovo fenomeno della musica mondiale". Beh, caro Tom, ce lo auguriamo anche noi.
Ah, il disco esce il 4 novembre. E non chiedetemi come faccio ad ascoltarlo già da 15 giorni, che lo sapete benissimo.

the Pineapple Thief - Magnolia
chiiii? Boh, ma chennesò! Leggo tante di quelle recensioni in giro che ogni tanto perdo il filo.
Mi ero annotato nome del gruppo e titolo dell'album sul telefono e me lo sono andato a cercare.
Beh, è un indie rock molto piacevole. Non sto dicendo quell' "indie" intimista, da hipster, che dopo due brani ti sfrancica i maroni (alla Kings of Convenience, per intenderci). No, no: questi qua hanno anche dei bei pezzi tirati, in alcuni casi poi scomodano gli archi, ecc.
Insomma: niente di nuovo, ma tutto ben confezionato. Ascolto "out of the box" del momento.

e poi, vabbè, sono usciti anche i nuovi dischi dei Manic Street Preachers (lo dico per Elena, che ogni tanto viene qua a leggere) e di Thom York, ma non c'è veramente niente di nuovo da dire, un po' come per gli U2.


10 ottobre 2014

serial is the new movie

Mi scoccia abbandonare questo blog, ma il tempo in questi giorni è veramente tiranno.
L'unico relax che mi concedo sono le serie tv, a tarda ora.

Ho cominciato "Orange is the new black", carino ma finora niente di che. Defatigante, visto che le ultime serie che mi sono visto erano tutte belle pesanti.
Ho ricominciato "Californication" dalla prima stagione, giusto per dargli un'altra chanche e per farmi quattro risate.
Ho pure in canna anche "Rectify", che mi ha consigliato il buon Alessandro.

Mai e poi mai avrò il tempo di seguirle tutte.
Il tempo (quello che manca, soprattutto) opererà una cernita doverosa.
Nel frattempo, svago.


15 settembre 2014

new way, new life

A settembre si comincia una nuova vita. O a Gennaio. O di lunedì.
Insomma: c'è un momento in cui si cerca di tirare una linea e ricominciare.

Personalmente è nei momenti di crisi che sento la necessità di costruire qualcosa, di fare qualcosa di importante per me. Forse è un bisogno di migliorarsi, di uscire dal guscio e di darsi forza. Non lo so.
Fatto sta che ho deciso di fare delle analisi allergologiche e ne è risultato che sono "sensibile" a determinati alimenti.
La prassi vuole che io li cancelli completamente dalla mia dieta per un paio di mesi e poi faccia un inserimento graduale dei cibi in questione.

Per farla breve non posso mangiare una serie di alimenti che si mettessi qua ad elencarli tutti farei notte.
Mi basta nominarvene alcuni: pasta, pizza, birra, latte e formaggi di ogni tipo. Ci siamo capiti?

Quindi da oggi dieta ferrea a base di carne bianca, verdure e frutta. E pasta di Kamut.
Penserete che io sia triste. E invece no.
Certo: è uno sbattimento notevole, ma sono contento di poter ripulire un po' il mio corpo e soprattutto di avere una scusa per non ingerire ogni tipo di cibo che mi passa appresso, visto che normalmente ho una voracità da maratoneta.

Quindi la citazione del titolo mi è venuta spontanea.
E per quegli sventurati che non sapessero a cosa mi riferisco, eccovi l'ennesimo riferimento musicale:



24 agosto 2014

nullafacenza

Agosto, tempo di ferie. Nel periodo trascorso a Celle Ligure, come sempre, avevo poco o nulla da fare. Tempo libero a manetta, quasi sempre impiegato per star insieme alle due girls.
Ma anche tempo per

telefilm
Terminato True Detective prima delle ferie, ho visto anche Fargo, per adesso unica stagione, tratto dal film dei fratelli Cohen.
Nonostante la distanza dalla fibra ottica milanese, sono riuscito comunque a seguire The Leftovers, che va in onda la domenica sera negli States e quindi è tranquillamente "raggiungibile" da noi il lunedì in giornata.



film
Ho finalmente visto Grand Budapest Hotel, film che conferma il talento "visuale" di Wes Anderson, più un paio di film trascurabili, che ho guardato solo per evasione.

libri
Rispetto agli altri anni ho dedicato più tempo alla lettura.
Il libro che mi è piaciuto di più è stato Zia Mame di Patrick Dennis. Nonostante sia stato scritto nel 1955, devo dire che è ancora molto attuale. Anzi: i personaggi sono talmente ben costruiti (Zia Mame in primis) che non mi spiego come non sia diventato un film o una pièce teatrale di successo, come "Rumori fuori scena", per esempio.
Ho letto volentieri anche Perché essere felice quando puoi essere normale? di Jeanette Winterson, ma sinceramente non lo consiglierei. Si direbbe un libro intimista dell'autrice; direi che prima è meglio leggere un suo romanzo più classico.
Mi sono concesso l'ennesimo libercolo di Erri De Luca. Questa volta è stato il turno di
Il giorno prima della felicità. Erri, è sempre un piacere leggerti, non c'è che dire.
Adesso ho sul comodino L'idiota di Dostoevskji, che però non mi decido ad iniziare.

Ma la vera novità letteraria è l'esordio di Marco Trucco (nostro vicino di casa, nonché amico, nonché papà di un compagno di scuola di Elena) con Paris Kebab, pubblicato da Safarà Editore. Probabilmente non sarà semplice trovarlo in giro, però voi provateci. Vi assicuro che è un gran libro.

15 luglio 2014

True Detective - prima stagione

Alla fine mi sono dovuto arrendere: Matthew McConaughey è veramente un grande attore. Ho dovuto abbandonare tutti i miei preconcetti che trovavano insopportabile il belloccio degli anni 90; preconcetti che sono stati presi a badilate dalla sua intepretazione del detective Cohle, nella serie tv True Detective.

Per quei pochi che avessero vissuto sulla luna negli ultimi dieci anni, le serie tv stanno ormai affiancando (e in alcuni casi anche sorpassando) il cinema. Con sempre maggior frequenza si trovano attori di grido (Kevin Spacey, Glenn Close) passare dal cinema ai serial, mentre una volta era esattamente il contrario (George Clooney ha "usato" la sua popolarità in ER per approdare al mondo del grande schermo).

Ogni tanto riesco a trovare il tempo di seguire alcuni di questi telefilm e l'ultimo a cui mi sono appassionato è True Detective. Storie di omicidi, in quella landa particolare che è la Louisiana, tra terre sprofondate sotto i colpi dell'uragano Kathrina e una situazione economico/sociale non proprio entusiasmante.

Se McConaughey spadroneggia nei panni di un detective alquanto fuori dagli schemi, al suo fianco c'è un Woody Harrelson altrettanto bravo nell'interpretare il classico poliziotto benpensante (e alcune volte pure un po' sempliciotto).
8 episodi raccontano un'indagine che dura quasi una ventina d'anni.
Avvincente, ben girato, ben sceneggiato, con attori in stato di grazia e pure con belle musiche.
Se non vi ho convinto così, non so cos'altro dirvi.


11 luglio 2014

in love with marco presta

C'è che mi hanno prestato un libro di Marco Presta che si chiama "Il Piantagrane". Mi sono innamorato così tanto della sua scrittura, che ero terrorizzato dall'idea di terminarlo troppo in fretta. Così, quando mancavano poche pagine mi sono fiondato nella prima libreria che mi è capitata a tiro (materializzatasi nella Feltrinelli dell'aeroporto di Olbia) per comprarmi subito un'altra opera dell'autore romano.

Per il mio modo di vedere le cose un libro che si chiama "Un calcio in bocca fa miracoli" andrebbe comprato solo per il titolo, indipendentemente dall'autore.
Se poi il nome che affianca il titolo è proprio quello cha stai cercando direi che la scelta è obbligata.
Aggiungeteci in più un grande adesivo giallo con su scritto -25% e capirete con quale velocità può essere entrato il libro nelle mie tasche.
E l'ho iniziato subito, ovviamente.

E la delizia nel leggerlo è stata tale, che ho fatto di tutto per farlo durare più a lungo possibile. Come una bottiglia di buon vino, me ne riservavo un po' per ogni giorno. La mattina presto 5/6 pagine; la sera poco più. Quando riuscivo anche una decina al pomeriggio.
Insomma: questo è un libro che vorrei consigliare a tutti. Se poi siete maschietti e avete passato i 40anni, beh, impossibile non provare un minimo di empatia con il personaggio principale.

In ultimo, vorrei segnalare una recensione che non spoilera nulla, e che descrive pienamente i miei sentimenti a proposito di quanto appena letto:
"Non capita spesso agli scrittori di avere il dono della grazia. Quel dono che consiste nel far toccare l'infinitamente grande con l'infinitamente piccolo, nel ridimensionare la vita e la morte alla trascurabilità del quotidiano. Ci vuole ironia, ci vuole cinismo, ma il premio alla fine è molto alto: renderci chiare, affrontabili, lampanti le cose che contano. [...] Con un'amarezza dolcissima, Presta riesce a tessere nientemeno che un apologo intorno al senso della vita, un piccolo Canto di Natale intorno agli «uomini di buona volontà»." Enrico Bonanno - il Riformista

22 giugno 2014

svalvolata

Se dovessi scrivere un post ogni volta che Elena fa qualcosa di strano o divertente, probabilmente non mi basterebbero le ore del giorno.
Nonostante abbia solo 5 anni, è un continuo assistere a frasi o situazioni assurde.

Stamattina, per esempio, facevamo il bagno nel magnifico mare sardo e lei ha insistito per andare sulla sua tavoletta da surf.
E, mentre cercava (invano) di mantenere l'equilibrio, mi spiegava le posizioni che faceva. Che nell'ordine sono state: il leone ingabbiato, la ranocchia equilibrista e il serpente fuori di testa.

in foto: Elena mentre fa l'imitazione di Dalia.

03 giugno 2014

in giro per Londra

Addio al celibato di Roberto (collega): visto il tipo, portarlo in un night club non era cosa, quindi che ci s'inventa? Due giorni a Londra, con la scusa di vedere l'amichevole della Nazionale di calcio, contro l'Irlanda.
E quindi? Quindi niente: ce ne siamo stati in giro a fare i turisti, a sbevacchiare birra, con una puntatina nel peggior kebabbaro di tutta la Gran Bretagna (non che lo cercassimo, eh! ci siamo finiti per sbaglio, dopo la partita).

Insomma: mi perdonerete la banalità, ma andare a Londra è sempre un piacere. Compatibilmente con la disponibilità economica, bisognerebbe andarci obbligatoriamente ogni 5 anni. Perché ti dà l'idea di quanto siamo piccoli noi italiani. E di quanto sia piccola pure "l'europea Milano".
Miscuglio di tutte le razze possibili, gente che non se la mena per niente, tutti allo stadio in maniera supercivile con la birra in mano: è proprio un altro mondo.
Hai un po' la sensazione che noi stiamo a guardarci i piedi, mentre gli altri - semplicemente - vivono.

E mette in luce anche IL mio grande rammarico: non aver mai fatto una bella esperienza di un annetto all'estero.

con gli irlandesi è sempre festa: basta una pinta e si è subito grandi amici.

09 maggio 2014

sunny pop

Ma quanto mi piacciono gli Young the Giant? Lo so: è presto per dirlo, dopo solo due dischi. Però intanto la band californiana arriva al suo secondo lavoro confermando tutto quanto ha fatto di buono nel primo, che non è poco (signori Scimmie Artiche, vi fischiano le orecchie?)

Mi direte: e cos'avevano fatto di buono? Effettivamente non c'è nulla di nuovo in questo pop-rock, ma quando li ascolto, mi catapultano in una situazione "macchina, finestrini giù, giornata di sole e via verso il mare". E mica è poco. Infatti mi sono inventato questo termine del "sunny pop" che secondo me rende l'idea.

A parte tutto, trovo che i giovani giganti riescano a suonare un pop-rock divertente, che rispetta le regole del genere cui appartiene, ma con molta più classe e attrattiva di tanti altri gruppi analoghi.
In loop serrato in questi giorni pre-estivi. Vediamo se tra qualche mese avrò ancora voglia di ascoltarli, così come mi è capitato col precedente disco.

05 maggio 2014

new generation

Anita (7 anni e mezzo) con il telefono in mano: "qual è la password per chiamare la nonna?"

in foto: il primo bagno in mare dell'anno

02 maggio 2014

l'era del porco

Un altro libro divorato. Questo in tre giorni.
Ma roba che dovevo impormi di spegnere la luce e costringermi a dormire, che sennò avrei fatto il giro dell'orologio, pur di seguire le avventure di Lajos e i suoi amici.
Lo sfondo è Bologna. Il protagonista un giovane trentenne che si barcamena tra lavoretti, suonare la chitarra in un gruppo rock e tentativi di diventare un vero scrittore.

L'era del porco è uno di quelle storie "di vita vera" che appassiona noi maschietti, sempre in balia della sindrome di Peter Pan e degli eventi con cui la vita ci travolge.
Il libro ha un ritmo eccellente ed è scritto molto bene. I personaggi sono un po' gli amici che abbiamo avuto tutti. E la storia è quella che potremmo (o quasi) aver vissuto anche noi.
Molto divertente. Consigliato.


29 aprile 2014

to believe or not to believe

Ho atteso l'arrivo del nuovo disco di Paolo Nutini senza grosse angosce, ma con un discreto piacere.
E sono stato talmente impegnato a cercare di capire le differenze con i suoi dischi precedenti che mi è sfuggito l'essenziale di questo disco.

Sì perché io avrei voluto scrivere una rece "normale", ben argomentata, su un cantante che seguo dall'inizio (e con soli due album all'attivo), ma non trovavo nulla di diverso rispetto al precedente "Sunny side up".
Anzi, vi dirò: di cantanti che hanno preso a prestito la musica black per rimodernizzarla, da Amy Winehouse in poi, ne abbiamo anche un po' piene le palle.

E allora cosa differenzia 'sto giovane scozzese da tanti suoi simili?
Perché mi piace così tanto?
Beh, come già detto in passato, sono un po' tardo, ma poi alle cose ci arrivo in un attimo. E così, qualche giorno fa guardando/ascoltando una sua interpretazione di "Iron Sky" alla BBC (video) ho finalmente realizzato: "belin, ma 'sto ragazzo ci crede un casino!"
Traduzione per i neofiti (o per chi non conosce il mondo del calcio): "crederci" = "essere veramente convinti, in barba a qualsiasi intervento esterno".

Lo vedi che canta la sua canzone come se fosse la cosa più bella o più drammatica o più qualcos'altro che fa in vita sua. Con un trasporto e una passione tale che riesce a trasmetterti ogni singola parola che esce dalla sua bocca, anche se non hai mai parlato inglese in vita tua.
Paolo ci crede. E io credo in lui.
Vajece Paolino!


01 aprile 2014

Cronache di Gerusalemme

I fumetti per me sono sempre stati strumenti di svago e poco di cultura. O ne leggo di magnificamente stupidi tipo Rat-Man, o di "svuota-cervello" tipo Dylan Dog.
A 'sto giro ho fatto un'eccezione: il mio amico Paci mi ha prestato Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle, un fumettista canadese la cui moglie lavora per Medici Senza Frontiere e che, per questo, si trova spesso sballottato da un paese all'altro.

Cronache di Gerusalemme racconta, appunto, le peripezie di un padre che si trova a vivere nella strana realtà della città santa, tra posti di blocco, strade dove è consentito circolare solo ai sostenitori di una determinata fede, militari in assetto da guerra e - soprattutto - la scarsa certezza di quello che succederà l'indomani.
Tra una ricerca di parco giochi per i suoi due figli, tate con cui non riesce a dialogare per via della lingua e con il dubbio di come vestirisi e cosa può mangiare, Guy cerca di trascorrere la vita e di portare avanti il suo lavoro il più serenamente possibile.

Quello che colpisce, in questa graphic novel, è la leggerezza con cui Delisle riesce a raffigurare e commentare uno scenario di guerra, perennemente sul punto di esplodere. L'ironia e un punto di vista quasi bambinesco - nonché apolitico - consentono al fumettista, di darci una fotografia molto lucida della realtà israeliana-palestinese, dove regnano le contraddizioni religiose, politiche e culturali.
E, devo aggiungere da cattolico, una realtà in cui qualsiasi religione appare in tutto il suo assurdo integralismo.

22 marzo 2014

Marrakech - part three

Insomma: Marrakech è quello che vi aspettate, ma molto di più.
In che senso? In due sensi, per l'esattezza.

Il primo è che tutto questo pot-pourri di colori suoni profumi è totalmente coinvolgente, è sterminato. Ne sono permeati anche i muri. Ed è esteso a tutta la Medina, la città vecchia (quello che da noi chiameremmo il Centro Storico) che è enorme. E non c'è angolo che non te lo trasmetta.

in foto: il tradizionale the alla menta, in un caffè letterario

La seconda ragione è che c'è anche una Marrakech nuova, più moderna, con locali che non hanno niente da invidiare a quelli milanesi.
Il bar-ristorante vegetariano, i caffè letterari, i Riad superconfortevoli (ma non superlussuosi, attenzione) il Vitaminic Bar dove servono anche caffè italiano (e neanche a prezzi eccessivi): c'è una Marrakech che non sta cambiando, ma si sta comunque affinando. Sta aprendo sempre più le porte all'arte e alle varie culture.
Una città che vale sicuramente la pena visitare, e non solo per fare il verso ai trenta/quarantenni di Salvatores.

21 marzo 2014

Marrakech - part two

È stata una vacanza breve, praticamente un weekend lungo, ma intensa.
Anche perché la vita lì è stancante: ci sono un sacco di persone che ti fermano, cercando di venderti qualsiasi cosa. E ci riescono pure perché paradossalmente, meno la cosa ti interessa, più hai potere contrattuale. E così inizia il gioco della trattativa; e lì loro sono dei maestri. Così ti trovi ad aver comprato un paio di babbucce, di cui non hai nessun bisogno, ma con la sensazione di aver fatto l'affare della vita.

in foto: insieme al simpaticissimo Youssef, da cui abbiamo comprato ogni genere di spezie.

Ma non crediate che i marocchini siano fastidiosi: sono tutti gentilissimi. E parlano anche buona parte delle lingue europee, visto che interagiscono con chiunque gli passi di fianco.
E bisogna dire che è piacevole farsi abbindolare da loro. Ti senti come una donna quando viene corteggiata (o almeno credo).
Tutto questo nel caso vi chiedeste un giorno, entrando a casa nostra, da dove vengono buona parte degli oggetti che arredano l'ambiente.

(segue)

20 marzo 2014

Marrakech - part one

Il primo impatto con Marrakech è surreale. Sembra di essere in un film, tipo "Nirvana" di Salvatores: vicoli stretti, micronegozi che vendono la qualunque, un sacco di gente che cammina, più qualche motorino o bicicletta in transito o - giuro! - qualche carretto trainato da un asino.
Non proprio una vacanza relax, diciamo.



Eppure è una città che ti manca già da quando metti piede all'aeroporto Menara, per il volo di ritorno. I colori accesi della mercanzia, l'odore delle spezie e questa strana sensazione di vivere in una sorta di villaggio globale (benché molto radicato nel territorio) ne fanno una città impossibile da dimenticare.

(segue)

14 marzo 2014

tra pirandello e blade runner

C'è sempre un po' di frustrazione quando tutti urlano al miracolo e tu rimani lì a guardare non capendo perché in te non è scattato l'interruttore. Diciamoci la verità: ti senti scemo.
Come davanti a quei cazzo di quadri 3D che andavano di moda a fine anni novanta, che dopo un po' che guardavi un punto ti appariva chissà che cosa.
Ecco io sono quello che sta ancora lì a fissare il punto.

Questo pensavo alla fine della visione di "Her" ("lei" in italiano) il nuovo film di Spike Jonze.
Film che ieri sera grazie al peer-to-peer ho potuto vedermi in inglese sottotitolato in italiano. Eh sì, perché se c'è un'attrice che rischiava di essere candidata all'Oscar solo per la sua interpretazione vocale, mica puoi vedertelo doppiato, no?

Comunque.
Si parla di futuro prossimo e si parla di intelligenza artificiale; però scordatevi le atmosfere fredde e glaciali dei film ambientati nel futuro. Ci sono toni caldi e scenari "umani", se capite cosa voglio dire.
Si parla anche di solitudine e incomunicabilità. E vabbè questi sono temi che sono sempre in voga, quindi figuriamoci in un futuro dove le persone rischiano di interagire sempre di più coi propri device, che non tra di loro.

Quindi tutto bene, buon film, bella fotografia e anche finale (non spoilero) che chiude degnamente il percorso logico che parte dall'inizio dei film.

Allora cosa c'è che non va? Non lo so esattamente, però mi sembra tutto troppo prevedibile. Cioè: dall'inizio del film sai già tutto. Sai come si evolverà e come andrà a finire. Così come sai che ci sarà la straprevedibile scena di sesso.
Per me siamo alla via di mezzo tra il blockbuster e il film d'autore. Ha le caratteristiche tecniche del film d'autore (regia, fotografia, scenografie, interpretazioni, ecc), ma con un plot narrativo abbastanza banale.
Ma non voglio fare l'intellettuale, eh! Il blockbuster io me lo guardo anche (ultimamente mi sono visto "the Avengers", quindi, please, non ditemi che faccio lo snob). Però per realizzare un vero filmone, caro il mio Spike Jonze, devi sforzarti un po' di più.
Tutto questo per dire che, in questa pellicola, io il miracolo non ce lo vedo proprio. 

Ultimo appunto: pensavo di rimanere "stregato" da Scarlett Johansson (e partivo già da un buon punto), invece è Joaquin Phoenix che mi ha letteralmente conquistato. Mi sembra di poter scomodare il classico luogo comune che dice "il film poggia tutto su di lui".
Beh, è vero: se la storia è credibile, è solo grazie alla sua magnifica intepretazione.


17 febbraio 2014

la sposa triste

sempre Elena.
"perché le spose hanno il vestito bianco?"
io: "e di che colore dovrebbero averlo? grigio?
E: "no, grigio non va bene: è il colore dei topi e della polvere"
io: " e quindi che colore vorresti tu?"
E: "un colore allegro. Si può fare un vestito coi colori dell'arcobaleno?"

28 gennaio 2014

il ritorno di Paolo

Qualche giorno fa su Facebook sono comparse delle foto di Paolo Nutini in studio, mentre registra dei brani nuovi.
La notizia mi ha gasato, perché non si avevano sue notizie da giugno scorso.
Sì, lo so: non è mio fratello, non è che devo sapere sempre dove sta.
Ma capite che, nell'epoca dei social network e dei selfie, non avere notizie o foto di un cantante/gruppo musicale per qualche mese fa sempre presagire a uno scioglimento o a una crisi creativa.

Beh, insomma: ho ripostato le foto (sempre su Facebook) con la scritta "Paolo, stupiscici!".
Belin, sembra che mi abbia sentito, perché il primo brano del nuovo album ha sonorità diverse dall'album precedente; il quale a sua volta era differente da quello prima.

Sarà veramente un'altra sorpresa, questo nuovo cd del cantante scozzese?
Intanto ascoltiamoci il primo singolo.


24 gennaio 2014

the big chill

Non c'è niente come un funerale per farti riincontrare, tutti insieme, tanti amici che non vedi da parecchio tempo.
Con le immancabili promesse (sempre disattese) che vi risentirete e rivedrete presto.


10 gennaio 2014

aspirante cuoca

Aggiungiamo l'ennesimo capitolo alle esternazioni di Elena.
Due giorni fa mi dice che vuole aiutarmi a cucinare, ma avevo già preparato tutto e quindi le ho promesso che mi avrebbe aiutato il giorno successivo.

Ieri sera, a cena, quasi si mette a piangere perché neanche in quell'occasione mi ha aiutato a cucinare.
E, più seria che mai, mi apostrofa così: "ma non capisci? io DEVO imparare a cucinare.
Quandro avrò dei figli, sennò come faccio?
Mica posso farli morire di fame!"


07 gennaio 2014

capodanno (ma anche vacanze) di una certa rilevanza

Se chi suevele a capodanno, suevele tutto l'anno, direi che per il 2014 siamo a posto.
Sì, perché queste testè trascorse vacanze di Natale sono state discretamente tragiche.
E badate bene che io non sono uno che si piange addosso; cerco sempre il risvolto positivo delle cose.
È molto facile che mi sentiate dire un "vabbè, se non altro" con attaccato una cosa bella che sono riuscito a fare in una situazione non felice.

Invece queste vacanze son state proprio una schifezza. Non c'è un "se non altro".
Un epidemia di febbre altissima con bronchite in attachment ha colpito consecutivamente Elena, poi Matilde (la cuginetta), Anita e infine Dalia.
In pratica siamo stati chiusi in casa dal 24 sera al 5 compreso.

Siamo usciti - finalmente - il 6 gennaio. Peraltro giornata meravigliosa, infatti abbiamo pranzato all'aperto con un po' di pizza e focaccia.

E se qualcuno volesse commentare "beh, almeno ti sei riposato", gli dico subito che le uniche due occasioni in cui sono uscito, è stato per fare il trasloco dei miei in campagna.
L'anno prossimo mi sa che me ne sto a casa.

03 gennaio 2014

la scopa del sistema

Mi piaccioni i libri che all'inizio non ci capisci un cazzo e poi invece inizia a dipanarsi la matassa e finisci con le ultime 50 pagine che ti sganasci dal ridere.



30 dicembre 2013

top ten dischi 2013



01 - Volbeat - Outlaw Gentlemen & Shady Ladies
Ascoltato, riascoltato e riascoltato ancora: in pratica consumato. Quest'anno la Palma d'Oro spetta ai danesi Volbeat. Disco che incontra in pieno i miei gusti musicali. E poi, come detto, la consacrazione definitiva c'è stata con il live act di Ottobre. Idoli!

02 - Alter Bridge - Fortress
Al secondo posto un altro disco bello tamarro. Il quartetto di Orlando conferma tutto quanto di positivo fatto ad oggi: riffoni di chitarra, assoli e impianto ritmico serrato. Tutti gli ingredienti al posto giusto per un disco che dà la carica.

03 - Queens of the Stone Age - ...like Clockwork
Mi piace quando un gruppo, che mi sembrava in parabola discendente, sforna un gran disco. È il caso dei QotSA, che mi stupiscono con un disco che affonda le radici nello stoner rock più puro e si rivela tanto essenziale quanto affascinante.

04 - Ministri - Per un Passato Migliore
Ecco, con i Ministri, a 'sto giro, ho fatto un po' di fatica. Il disco - sovrastato dalla contemporanea uscita del cd dei Volbeat - mi è entrato nelle corde solo nella seconda parte dell'anno, quando mi preparavo al concerto. Menzione speciale per la doppietta "Stare dove sono" + "Spingere".

05 - Emiliana Torrini - Tookah
E vabbè, con Emiliana non posso proprio essere imparziale, perché la adoro. Non sarà il suo miglior disco, questo, ma a me lei incanta proprio. Pura emozione, al di sopra dei gusti personali. Con quella voce può chiedermi quello che vuole, che io acconsento.

06 - Pearl Jam - Lightning Bolt
Che ve devo dì? A me 'sto disco piace proprio. Non condivido le critiche che gli sono state mosse. E non lo faccio per difendere un gruppo a cui voglio bene ab illo tempore. Trovo che sia un bel disco a prescindere. E poi "Sirens" fa piangere dalla bellezza.
 
07 - Tricky - False Idols
Questo disco scorre che è un piacere. Il sound del nostro amico di Bristol è sempre cupo e intimista; e torna a percorrere con grande classe i territori trip-hop anni Novanta che l'hanno consacrato, senza grandi rivoluzioni - è vero - ma riuscendo a risultare attuale e mai noioso.

08 - Elio e le Storie Tese - Album Biango
Elio praticamente non delude mai. Album leggermente sotto le aspettative (che sono ahimé sempre alte), ma contenente alcuni pezzi da urlo. C'è da chiedersi come facciamo a partorire ancora delle genialate come "Concerto del primo maggio". Bravi!

09 - Newton Faulkner - Studio Zoo
Ecco, se c'è stata una semidelusione quest'anno è stato il mio amico Newton. Per carità: se uno che non lo conosce dovesse sentire questo cd direbbe "ma chi è 'sto idolo?". Però rispetto ai lavori precedenti mi è sembrato un po' più cupo e malinconico. 

10 - Vampire Weekend - Modern Vampires of the City
Stesso discorso fatto per Newton Faulkner: anche i Vampiri niuiorchesi realizzano un gran disco, ma un po' meno solare rispetto al precedente "Contra". Il risultato è comunque eccellente (anche perché altrimenti non li vedreste in classifica), però mi sono affezionato meno a questo cd.

16 dicembre 2013

new look

Basta: la barba ce l'hanno tutti; non la voglio più.
Da oggi basettoni anni 70.

Che poi non so quanto durerà, perché vuol dire che mi devo radere almeno ogni due giorni.
E io mica ce n'ho voglia.


04 dicembre 2013

Harry Quebert

Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trentanni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo. 

Questa più o meno la sinossi del romanzo.
Ciò che non trovate scritto invece è che questo romanzo vi terrà svegli fino a tarda notte (vabbè, io con l'insonnia parto avvantaggiato). Sì, perché è un thriller soft, dai contorni anche un po' morbosi. Quel tanto da farvi fare gli straordinari di lettura.
Intendiamoci: non è un capolavoro. È un bel libro, scritto bene e sufficientemente paraculo. Fatto da chi sa che sta scrivendo un best seller, o quantomeno ci prova.

E secondo me ci è riuscito. 
Sembra un po' il tormentone musicale estivo, quello che non ti molla mai; e che tutto sommato ti piace pure. Certo non si tratta di Brahms o dei Pink Foyd, però te lo godi.
Ecco, io questo libro me lo sono goduto parecchio.
Tutto questo nonostante il mattonazzo di 700 e rotte pagine apparisse ai miei occhi come una montagna insormontabile.



30 novembre 2013

fagioli

Ennesimo capitolo sulle stranezze si Elena.

Ieri pomeriggio è tornata dalla Materna con 4 fagioli in tasca.
"Li ho rubati" dice
"E perché mai?"
"Perché così non dobbiamo spendere i soldi per comprare la roba da mangiare"
"Ah!"
"E poi con quei soldi potete comprarmi dei diamanti"

in foto: io e la figlia pazza, a Venezia (beh, quello si capiva).

22 novembre 2013

vista mare

Ancora due domeniche fa, mentre eravamo in macchina per andare da amici, Elena sosteneva di non vederci bene. L'aveva già detto, ma pensavo fosse una cosa passeggera (anemia o chissacosa)
"Perché dici così, Elena?"
"Vedo come un mare trasparente"
"!!"

"Di là si va a Genova" dice guardando un cartello stradale, lontano trenta metri.
Ok, sappiamo che miopia non è. Cosa sarà questo "mare trasparente"?
Appena tornato a casa, la sera, ne parlo con Dalia: dobbiamo fare qualcosa e presto.

Dalia chiama tutta una serie di ospedali e cliniche specializzate e riesce ad ottenere il primo appuntamento a ottobre 2014.
Non si può, non possiamo aspettare: è troppo importante. Proviamo privatamente e - magia! - otteniamo un appuntamento il giorno dopo.

102 euro per fare esami approfonditi e sentirsi dire che nostra figlia ci vede benissimo.

Finalmente stasera, dopo varie insistenze, confessa: in realtà dice che non ci vede bene solo perché vuole mettere gli occhiali.
"e perché vuoi mettere gli occhiali?"
"per avere un'aria più sofisticata!"

Ma vaff...

18 novembre 2013

do you have a moment?

Ieri mi sono svegliato con un discreto mal di testa.
Non fortissimo, ma costante: non mi ha abbandonato per tutto il giorno.

Sono abbastanza allergico all'uso delle medicine.
Prendetemi pure per un ingenuotto, ma penso che il nostro corpo abbia bisogno di rimedi naturali.
E non sto parlando di tisane al timo e melanzana, sto dicendo che - se ti viene il mal di testa per la terza domenica di seguito - c'è qualcosa che non va in te stesso.
Quindi bisogna capire se c'è qualcosa che ti preoccupa o se semplicemente devi diminuire il fattore stress generale.

Penso che il mio mal di testa sia dovuto a un accumulo di tensioni che, appena il corpo si rilassa, lasciano andare tutta una serie di qualcosarfine che fanno sì che tu ti svegli con un martello pneumatico nel cervello.
E perché la domenica e non il sabato? Semplicemente perché di solito il sabato ho più impegni di Obama, e inizio a rilassarmi solo il sabato sera.
Durante la cena del sabato, poi, non mi faccio mai mancare una bottiglia di vino (pregasi notare che durante la settimana non bevo quasi mai niente che non sia acqua, al limite una birra in occasioni speciali).

Insomma, la domenica mattina ho la testa crepata.
Di solito il mal di testa domenicale mi passa con l'andare delle giornata, magari dopo qualche caffè e un po' d'aria aperta. Ieri niente caffè (o meglio solo decaffeinato) e niente aria aperta perché ero in casa con Elena, malata.
Quando verso le dieci di sera ho capito che il mal di testa avrebbe avuto conseguenze importanti sulle mie (in)capacità di addormentarmi, ho ceduto: ho trovato questa scatola di Moment Capsule molli che già non avrei ingurgitato per quanto mi fa schifo la loro pubblicità. Aggiungetevi la mia riluttanza nell'assumere farmaci.

Vabbè, dai, altrimenti non riesci a dormire. Non pensare, agisci.
Ne sblistero una, riempo il bicchiere d'acqua, caccio la capsula in bocca, bevo rapidamente.
E mi strozzo.
Ma roba che fra un po' mi pratico una tracheotomia da solo, pur di liberarmene.
Insomma, io con 'sti farmaci proprio non c'ho feeling.


24 ottobre 2013

i 7 stadi della riunione

Le grandi riunioni di lavoro mi stremano.
Mi stremano perché si portano appresso diverse situazioni critiche, tipo: mi gioco il cliente, c'è in ballo un budget importante per il nostro studio, o altre problematiche simili.

Dato il ruolo che mi compete all'interno della nostra piccola agenzia, ho notato che, quando devo affrontare una di queste riunioni, attraverso 7 stadi di situazioni fisico/emozionali

1° fase - organizzazione
quando comincia il lavoro, sono il custode della razionalità: organizzo tempi e risorse, sincronizzo agende e pianifico con cura.

2° fase - agitazione
sono passati due o tre giorni e non ho fatto niente di quello che mi ero prefisso. Come al solito. Mi giustifico col fatto che ho avuto tanto (di altro) da fare. Non è colpa mia, signor giudice.
Da domani, giuro!, comincio.

3° fase - panico
ancora non ho fatto niente; ho pensato al progetto ma non ho buttato giù neanche un layout. In questa fase, solitamente, ci scappano uno o due sere in ufficio a lavorare, nel totale silenzio (detto in senso positivo, nel senso che non ci sono distrazioni).

4° fase - fotte sega
le cose che ho fatto nelle serate in ufficio non mi soddisfano; cerco disperatamente aiuto tra i miei colleghi. Nel frattempo inizio ad abituarmi al peggio: perdiamo il cliente e io scappo in Australia. O anche solo a Celle Ligure. Faccio il commesso alla Coop di Varazze e vivo lo stesso. Intanto 'sta vita qua mi ha stancato. Andate tutti affanculo.

5° fase - mal di pancia
inizio a stare male. Non andrà bene niente. Rush finale con nottate in piedi in cui inizio a partorire idee e layout. Olio di gomito e cesello. Olio di gomito e cesello. Ogni tanto tento di guardare le cose dall'esterno e mi fa tutto schifo, oppure mi sembra già visto. Mi sfianco finché non ho qualcosa che mi sembra presentabile. Ma col rischio che ogni proposta abbia i suoi punti deboli. Bisogna vedere se il cliente si accorge del bluff. Oddio, sono finito.

6° fase - riunione
vado in riunione che ho dormito due ore. Sono elettrico. Camicia pulita e barba fatta: cerco di mantenere una parvenza di uomo normale, mentre dentro di me sono un uomo allo sbando. O la va o la spacca. Sorrido di fronte alla catastrofe imminente. Mi sacrifico sull'altare. Vado.

7° fase - abbudinaggio
La riunione è terminata. Passo in poche ore dall'adrenalina scatenata a una sensazione di afflosciamento totale. Tutto il mio corpo inizia a rilassarsi. Quello che era un fascio di nervi adesso è un budino al sole. Cerco aiuto nella caffeina, perché altrimenti rischio di addormentarmi alla guida del motorino.

ecco: più o meno la fase 7 è questa qua sopra.

18 ottobre 2013

il buon vecchio Tricky

C'è un piccolo problema con Tricky: che lui ha la tendenza ad essere molto più avanti.
E basta, sì.
Avete presente quando si dice "quello è troppo avanti"? Ecco Tricky è così.
Fece "Maxinquaye" e la gente lo capì solo 4 anni dopo, quando uscì il famoso "Play" di Moby.
E mentre usciva "Play" lui si lanciava in un'avventura hip-hop con Dj Muggs. Che però, attenzione, l'hip hop a quel tempo era già bello andato. E lui ci si rituffò dentro, stravolgendolo e facendo un disco - indovinate un po' - avanti rispetto al resto.

Tutto questo preambolo per dire cosa? Che Tricky ha fatto uscire (ormai da qualche mese) un nuovo disco dal titolo False Idols.
E stavolta dove è andato a parare? È tornato a casa: al trip hop originale, quello che aveva fatto urlare al miracolo ai tempi di Maxinquaye.
Ma - attenzione - non si tratta di minestra riscaldata, ve lo giuro.
A me 'sto disco piace proprio tanto tanto.
Sembra quasi che sia il suo ultimo disco, come se, in questa ventina d'anni, avesse fatto tutto una parabola di sperimentazione musicale, per poi tornare alle origini.

C'è solo da chiedersi cosa farà dopo.
Direi che per adesso me ne frego altamente e mi godo questo 15 tracce.



14 ottobre 2013

Volbeat Live (finalmente!)

Grande attesa per il concerto dei Volbeat. Li aspettavo dal momento in cui il buon Monty me li fece conoscere, inviandomi una sua personale compilation, che ho consumato.
Fu amore al primo ascolto. E se il disco è l'amore platonico, si può dire che il concerto sia quello fisico, per cui li attendevo alla prova d'amore definitiva.

Prova superata a pieni voti.
Anzi, oserei dire che è stato un concerto decisamente sopra le aspettative.
Ciò che ripeto come un mantra ormai da tre giorni è che non mi divertivo così tanto ad un concerto da tantissimo tempo. Potrei anche sbilanciarmi e affermare che è stato il concerto a cui mi sono divertito di più in assoluto.

Alla band d'apertura, gli Iced Earth, va riconosciuta l'umilté di citare di continuo i Volbeat, ricordandosi e ricordandoci chi sono gli headliner della serata e non atteggiandosi a dovremmoesserenoiquellipiùimportanti. Per il resto che dire? Heavy metal parecchio datato che non mi ha smosso un muscolo.

Quando finalmente salgono i 4 Volbeat il tripudio è totale. Riesco a mantenere un contegno da serio padre di famiglia per due o tre brani, nonostante l'attacco sia al fulmicotone. Ballicchio e canto ma mantengo una pseudoserietà.
Poi, però, quando parte Sad Man's Tongue non ce la faccio più: troppa la felicità nel vederli, troppo il piacere di quella canzone (la prima canzone che io abbia mai ascoltato della band danese), troppa adrenalina addosso. In un attimo sono nel pogo.
E rido. Rido come un matto.

Concerto meraviglioso.
Me lo ricorderò per sempre.


29 settembre 2013

Fortress

Visto il numero di ballate nel precedente AB III, qualche ragazzetto pseudometallaro deve aver incontrato gli Alter Bridge per la strada e li ha apostrofati con un "ma che? vi siete rammolliti?".
E mi immagino Myles Kennedy che dice (testuale) "mo' jela faccio vedere io chi si è rammollito, Mark passame un po' a chitara e vie' qua che suoniamo fino a farci sanguinare i polpastrelli".

Questi i misteriosi retroscena del nuovo disco degli Alter Bridge, dal titolo Fortress, scoperti dai vostri inviati del blog Suevele.

Solo così si può spiegare una partenza a razzo in un disco che si apre con il trittico "Cry of Achilles" - "Addicted to Pain" - "Bleed it Dry".
O è così oppure hanno sentito il trittico in apertura di King Animal dei Soundgarden e si sono guardati in faccia dicendo (sempre testualmente, ma questa volta Mark Tremonti) "'co zio, questi vecchietti ci stanno prendendo a badilate sui denti, tiriamo fuori i maroni e facciamoje vede noi. Myles passame 'a chitara e vie' qua!"

Insomma: Fortress è un bel dischetto, che non dà molta tregua al metronomo, ne' tantomeno alle ricerche stilistiche: è un bel disco tamarro da ascoltare per pomparsi adrenalina nelle vene.
Mi rendo conto che, per chi pretende sempre qualcosa di più da un gruppo, queste 12 tracce possano essere un po' una delusione, perché alla fine della fiera questi sono gli Alter Bridge: chitarre distorte, basso e batteria muscolari, voce di Kennedy.

A proposito della voce: una delle due varianti rispetto ai precedenti lavori della band è un brano con Mark Tremonti alla voce principale. Chi segue un minimo questa band sa infatti che Tremonti ha recentemente fatto un disco solista, dove canta lui e bisogna ammattere che ha una discreta voce. Certo: non è Myles Kennedy, che ha un'estensione vocale da far impallidire Freddie Mercury (se fosse vivo). Però quando nel ritornello le due voci si uniscono, l'effetto non è niente male.

L'altra variante, invece, è il brano "the Uninvited", in cui i ragazzi si cimentano con le alternanze di tempi (pari e dispari), che è un po' diverso dagli altri, quanto meno nella strofa.

Ma dicevamo: un disco con un bel marchio di fabbrica ben stampato addosso.
Non porterà nuovi adepti, ne' deluderà i vecchi fan. 
"Calm the Fire" e "Cry of Achilles" al momento le mie preferite.


25 settembre 2013

top 5 profili Facebook insopportabili

Sono un discreto fan di Facebook. Penso sia un modo divertente di frequentare la rete e di tenere i contatti con gli amici. È una specie di bar dove, se hai voglia entri, se non hai voglia lasci perdere.

Ma ci sono alcune persone, o meglio alcune tipologie di persone, che non sopporto.
Ed ecco a voi quindi un'altra inutilissima top 5.
Sempre dalla numero 5 alla numero 1, per creare un po' di suspence (sai che robba!)

5 - il maratoneta
a me non me ne frega una ceppa se corri 10 km in 56 minuti. Ancor meno mi interessa sapere da dove sei partito e dove sei arrivato. Per non parlare poi della media che hai tenuto e delle calorie che hai bruciato. Insomma: se vai a correre sono tutti fatti tuoi. Che li metti a fare su FB?

4 - il comunista triiiiishte
come nella vita, anche su Facebook ci sono i comunisti tristi: quelli che postano solo foto di Berlinguer (con citazione) o, al massimo dell'ottimismo, di De André; sulla sua bacheca spopolano frasi contro il capitalismo, citazioni di Pasolini e Saviano. Tutto giusto, per carità; ma di una noia mortale.

3 - il job addicted (solitamente ex-colleghi)
non scrive mai di cose proprie, non mette foto, non scrive opinioni. Lui posta solo cose di lavoro e - con una faccia tosta che non mi spiego - ti invita, magari anche a più riprese, a mettere "like" sulla pagina dei Fratelli la Bufala. Ma no. Ma non mi dire. Non sarà mica che stai facendo un lavoro per i Fratelli la Bufala e gli hai promesso che i "like" sulla loro pagina cresceranno a dismisura? No, vero? Abbello, il social network per il lavoro si chiama LinkedIn non Facebook.

2 - il pessimista cosmico 
da non confondersi con il punto 2; il comunista trishte ha un che di pseudointellettualfabiovolesco. Invece questo è quello che se gli dici "buona giornata" ti risponde con un "eh, magari...". Gente che mette solo foto patinate di nostalgia. O che imposta - lo giuro, visto ieri - un tornado come foto del profilo. Le frasi di solito hanno i fatidici tre puntini finali per farti immaginare tutto lo sconforto che segue alla frase e per farsi dire dagli amici "cosa succede?". Mettono quegli status tipo "anche oggi era meglio se non uscivo di casa...". Ma minchia, chiuditici a chiave in casa. Soprattutto se lì non hai una connessione ad internet, grazie.

1 - il gattaro
ormai lo sanno anche i muri: su Facebook i gattini hanno rotto il belino. E allora tu che hai 2 o 3 gatti in casa, mi spieghi come fa a non sfiorarti neanche l'idea che dei tuoi animali a 4 zampe alla gente non gliene possa fregare meno di nulla? E la foto mentre dorme, e mentre la faccia buffa, e con gli occhiali, e... e basta, cazzo! E la cosa grave sono quelli che commentano. Anche loro con gatti o cani, ovviamente. Ma non esiste un pet social network? Sarebbe il caso di inventarlo.



19 settembre 2013

indovina la citazione - 25

Ritorna il gioco più amato dai lettori del blog Suevele (ma anche l'unico, ora che ci penso).
Indizi messi dal più difficile al più facile. A voi la palla!

1 - "Che vuol dire TVSBX?"
"Che te le scegli troppo giovani!"

2 -"Ma a voi il calcio vi ha tarlato il cervello fin da piccoli, eh!"
 
3 - "Conosco molta gente pentita di essersi sposata, ma nessuno che si sia pentito di avere avuto un figlio."

4 - "Ti droghi per giocare a calcetto con tuo figlio e prendi il viagra per farti le sue amiche"

5 - "Ma non puoi fare sesso con me. Sono tua moglie! Ma che scherzi? E poi sono troppo vecchia per te: ho quasi la tua età."

6 - "Tu l'hai sempre detto che era una carogna. Ma come facevi a saperlo?"
- "Basta vederlo giocare. È la legge di Nereo Rocco: in campo come nella vita."

7 - "Ore 20,00: sette maschiacci brutali fuggono dai loro comodi uffici e si ritrovano sul campo di battaglia. Lotta, sudore e sangue: è il calcetto, baby!"

13 settembre 2013

driiin driiin

Pronto? Sì, ciao Nick, sono Filippo, come va? Sei nervoso? Eh eh eh (battuta e risatina di cortesia)
Senti: purtroppo domani non riesco a venire al tuo matrimonio. No, no, non è successo niente di grave.
È che... guarda, proprio non c'ho voglia. Scusami, eh!, ma proprio non ce la faccio.
Cioè: io vorrei fare festa con te eccetera, ma essendo il TUO matrimonio riuscirò a parlarti sì e no 10 secondi.
E riguardo a tutti gli altri invitati... che ti devo dire?... sono compagni di liceo con cui non ho niente a che spartire da 20 anni. Sì, a parte Marco, certo.
Tutta brava gente eccetera, ma sono rimasti ancorati a un'immagine di me che non esiste più. E io non ho voglia di fare la pantomima di quello che non sono più. Da svariati anni, fra l'altro.
Insomma, io so già che vengo lì e mi rompo le palle.

La vera verità, Nick, è che non ho proprio più voglia di fare le cose che non mi va di fare.
Come dici? Sono invecchiato? Sì, certo, è una spiegazione plausibile.
Però ho capito che ho troppo poco tempo libero, e quel poco che ho lo voglio dedicare a cose che mi piace fare. Sì, lo so: non è una cosa carina da dire a uno che sto paccando il giorno prima del suo matrimonio, hai ragione.
Cioè: io e te abbiamo fatto un sacco di cose insieme (oddio, proprio un sacco no... diciamo alcune), ma sono cose che risalgono al paleolitico. L'ultima volta che ci siamo visti, in occasione di un tuo concerto, a malapena mi riconosci e - soprattutto - eri circondato da gente che io manco so chi siano; non li ho mai visti in vita mia.
Ecco, io e te ormai apparteniamo a due mondi abbastanza lontani. O almeno così mi pare di capire.

Quindi, guarda, grazie mille dell'invito e tutto, ma non vengo.
Congratulazioni.
Ciao.

04 settembre 2013

in love with Emiliana

Bastano pochi attimi per riaccendere una passione, o quantomeno un sentimento.
Come quello ovviamente platonico nei confronti di Emiliana Torrini.
La 35enne cantante italoislandese ha la capacità di farmi cadere innamorato, ogni volta che sforna un disco nuovo. E anche se non ci sentiamo da 5 anni (tanto è il tempo intercorso dal penultimo album), anche con il nuovo Tookah è riuscita nell'impresa di farmi venire il sorriso ebete lasciandomi cullare dalla sua voce inconfondibile.

Lei è magnifica, quasi eterea. 
E la sua musica la rispecchia in pieno: leggera, semplice, per niente banale.
Se non avete idea di chi sia la persona in questione, a questo link potete ascoltare tutto l'album nuovo.
Sono già al secondo ascolto e il rischiodipendenza è alto, soprattutto in questi giorni pseudomalinconici di post vacanza.

Dategli un ascolto anche voi.
Però vi avverto: rischiate di innamorarvi.
E occhio perché sono geloso.


02 settembre 2013

ritorno alla normalità

Da ieri sera siamo di nuovo tutti a casa.
Terminata l'ultima settimana di quelle che chiamo le mie "vacanze milanesi" (ovvero da solo in città, senza famiglia), ieri sera abbiamo completato la transumanza e ho riportato a casa la famiglia dal dorato esilio cellese; ricomincia la vita normale.
Ogni anno mi dico che andrà meglio, perché tutto sommato le bimbe crescono e - prima della temibile adolescenza - diventano più responsabili, più ragionevoli, eccetera.
Quel che ne sarà dopo, per adesso non mi riguarda. O non voglio pensarci.

Tre settimane a Celle Ligure, quindi, a fare il mammo a tempo pieno, visto che Dalia doveva lavorare.
Non posso proprio dire di essermi riposato: fare la spesa, far da mangiare, portarle in spiaggia, eccetera è sì piacevole, ma abbastanza stancante.
(e con questa sento già l'eco di tutte le mamme che urlano "visto? e voi che pensate che stiamo a casa a non fare un cazzo!")

Come al solito sono stato colpito dall'accoglienza dei miei conterranei e dal rapporto qualità del servizio vs prezzo da pagare e mi convinco sempre di più che i liguri dovrebbero prendersi tante di quelle mazzate nei denti, che forse (e dico forse) si renderebbero conto di quanto riescano a essere inospitali.

E ve lo dice uno che a Celle è conosciuto e viene trattato da cellese.
Immaginatevi cosa possano pensare i "foresti".


02 agosto 2013

holidays

Stasera si parte in direzione Celle Ligure (che originalità).
Per quest'anno chiudo. Anzi: socchiudo.
Ci sono troppi casini in ballo e io sono fin troppo raggiungibile.
Temo ripercussioni.

Comunque io son lì.
Se volete passare...


30 luglio 2013

papa Francesco e i gay

Da quattro mesi circa abbiamo un nuovo papa. Non ne ho mai scritto prima, perché non avevo la minima idea di chi fosse Jorge Mario Bergoglio, prima di diventare - appunto - papa Francesco.

Ma bisogna dire che sin dall'inzio del suo pontificato i segnali che ha dato sono stati più che ottimistici: presentarsi con l'abito bianco e una semplice croce alla sua prima uscita e usare il nome "Francesco" hanno dato subito un chiaro messaggio di povertà e di umiltà.
E altrettanto ha fatto nel proseguo del suo mandato, avvicinandosi ai poveri, sostenendo gli immigrati o condannando alcuni vescovi di Buenos Aires che si rifiutavano di battezzare bambini di coppie non sposate o separate.

E così arriviamo a ieri, quando su un tema delicato quale è l'omosessualità, interrogato sulle presunte lobby gay in Vaticano ha detto: "Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarlo?"

Insomma: con la solita tempistica della chiesa, in ritardo di un centinaio di anni, forse ma forse cade il penultimo baluardo (l'ultimo riguarda l'uso dei contraccettivi) che separa le persone normali - tra cui mi annovero - e lo stato pontificio.
E tutto grazie a questo simpatico signore argentino che sembra venire fuori da un altro pianeta, ma che in realtà dice cose normalissime.

Forse è proprio questo il punto: dire cose normali e sensate sembra una rivoluzione.
No, giusto per capire in che tempi viviamo.


22 luglio 2013

voglio un'altra donna

Voglio un'altra donna di servizio.
L'efficientissima Dora è in Brasile ad assistere la madre malata.

Seminudo stiro, davanti alla finestra inutilmente spalancata, perché non passa una bava d'aria.
Il ferro butta fuori un calore infernale.

Mi destreggio tra lavatrici da fare, roba da stendere, e pasti frugali.
E scopo. Scopo tantissimo, perché la nostra casa fabbrica cumuli di polvere.

Più che macho, mi sento mocio.


16 luglio 2013

l'album biango

Devo fare ammenda: il nuovo disco di Elio e le Storie Tese all'inizio non mi aveva conquistato. Sarà stato perché tre canzoni le avevo già sentite (due a Sanremo + il geniale singolo/anteprima "Complesso del Primo Maggio"), sarà perché in questo disco ci sono poche partecipazioni di cantanti esterni al gruppo (consuetudine eliica).
Ma sarà anche perché sticazzi.

Voglio dire: non importa se prima mi lasciava un po' tiepidino. Passato il primo strato, quando ci si addentra nei dettagli, nelle ricerche stilistiche, nelle chicche, si sa che lì gli Elii danno il meglio di se.
Infatti domenica sera, mentre tornavo dal mare, me lo sono ascoltato a un volume decente, e mi sono gustato ogni singola nota e parola di questo ennesimo gioiello del gruppo milanese.

Potrei dire quanto è bella una canzone o l'altra, ma non conta nulla. Quello che conta è che gli Elii non hanno mai un calo, nonostante i decenni di carriera alle spalle. Una garanzia di qualità. Di minchiate di grande qualità.



11 luglio 2013

tipi da palestra - 2


A distanza di due anni e mezzo, torniamo a occuparci dei singolari personaggi che animano la palestra che frequento (qui la prima puntata).
Oggi parliamo di David Hasselhoff, Maria Sharapova e John Wayne.


David Hasselhoff
Avete presente Hasselhoff in Baywatch? Un po' in là con l'età, ricciolo, sempre abbronzato? Ecco sarà per questi elementi, o sarà perché indossa quasi sempre una canotta rossa, ma il tizio in questione, sulla 50ina, gira per la sala pesi portandosi appresso un petto enorme, ostendandolo pure. Sarebbe anche un bell'uomo, se non fosse che sembra uscito dagli anni 80/90. È troppo abbronzato, troppo gonfio... troppo di tutto.

Maria Sharapova
Sei figa. Lo sai. Lo sai benissimo. E te la tiri di conseguenza. Mentre la metà delle donne che vengono in palestra si veste da palombaro (devo ancora fare la ceretta!), lei ha degli shorts talmente short che una cintura non ci starebbe. Bionda, slanciatissima, imperturbabile, sale sul tapis-roulant e si mette a chattare o a telefonare. Chissà, probabilmente non suda neanche.

John Wayne
Io questo ragazzetto lo conosco da un po' di tempo. Frequentava la palestra anni fa, poi è sparito. Adesso è tornato (magari anche già da qualche mese, visto che io ho latitato per un po') ed è diventato il doppio. Intendiamoci, una signora muscolatura. Ma quello che fa ridere è l'atteggiamento: cammina con le braccia esageratamente larghe, come se a causa dei suoi pettorali non potesse fare altrimenti, e scruta tutti come il più navigato degli uomini. E avrà 30 anni a dir tanto.

09 luglio 2013

in loving memory of FrancoMB

È da un paio di giorno che vorrei scrivere una sorta di elogio funebre, in ricordo di mio zio Franco, morto domenica. Mi piacerebbe avere un aneddoto da raccontare, una frase da riportare, ma non ho niente.

Ho solo il ricordo di una persona tanto testona quanto simpatica. Che faceva sempre piacere incontrare. Che alternava momenti di scherno e ironia (peculiarità fondamentale della nostra famiglia) a parentesi di discussioni e interesse nei confronti degli altri (e se state pensando "Cosa c'è di strano? tutti sono così", non conoscete la nostra famiglia).

Una persona molto generosa. Che un giorno mi regalò una cravatta solo perché un paio di mesi prima gli avevo fatto i complimenti proprio per quella. Me la regalò così, senza motivo, senza una ricorrenza da festeggiare. Ecco, forse l'aneddoto l'ho trovato scrivendo di lui.

Ho comunque un bellissimo ricordo. Addio, zio Franco. Mi mancherai. E non è certo una frase di circostanza, questa.

01 luglio 2013

vegetarianesimo

Ultimamente due amici sono diventati vegetariani. Pochi anni fa invece due persone che erano vegetariane, sono tornate onnivore. Tutte persone ragionevoli, assolutamente non integraliste. Riflettevo a riguardo recentemente, visto che una delle due persone che sta diventando vegetariana mi ha confidato il suo nuovo "posizionamento alimentare" venerdì sera, dopo che gli avevo proposto un kebab (che poi: la carne non la mangia, ma il pesce sì... perché? Vabbè, ognuno fa quel che vuole).

Effettivamente il passo potrei farlo anch'io, visto che non sono un gran carnivoro.
La gente che mi parla di "una bella bistecca" o sbava per le costine di agnello trova in me un partner un po' restìo all'entusiasmo.
E altrettanto dicasi per il coniglio o per gli hamburger. Cioè sono cose che mangio.
Ma se il dottore mi dovesse dire "da domani basta", non farei una piega.

Domenica, però, mi accingevo a fare una pasta. E nel pensare a come condirla è venuto quasi spontaneo fare un soffritto di cipolla e poi buttarci della pancetta a cubetti. E mentre le mie narici godevano degli effluvi di quel sapore e lo stomaco iniziava a dilatarsi a dismisura, eccomi partorire l'ennesima futile top 5.

TOP 5 DEI MASTODONTICI IMPEDIMENTI PER UN MIO EVENTUALE VEGETARIANESIMO
in ordine di importanza, quindi dalla 5° posizione alla prima:

5 il Salame - quando vado a pranzo da amici e qualcuno (io?) tira fuori un bel salamino, non c'è santo che tenga: devo mangiarlo ad ogni costo.

4 la Salamella alla brace - come dicevo, non sono un fan della carne alla griglia, ma la salamella è un mondo a se. Sia come sapori, sia come libidine personale. Imperdibile.

3 il Ragù - che sia per accompagnare la pasta, o per fare le lasagne, sin da quando inizio a cucinarlo, il ragù mi piace da morire. Ma roba che quando ho finito di mangiare e sto sparecchiando prendo il pane avanzato e faccio la puccetta nella pentola. Mhhhh, che goduria...

2 il Risotto alla Salsiccia - piatto molto apprezzato in casa nostra. Da quando faccio la spesa alla Coldiretti, dove la salsiccia ha tutto un altro sapore, me ne divorerei piattate intere. Mi fermo giusto perché il riso gonfia.

1 il Pollo di Giannasi - chi frequenta questo blog già lo sa: il pollo di Giannasi è il più buono della città. Non ci sono storie. E mangiarlo mi fa godere, ogni volta. Vero masterpiece per carnivori.

in foto: il cordiale Team di Giannasi. Luilì in mezzo, in piedi, (di fianco al Signor Giannasi) ogni volta che mi vede, il venerdì sera, mi accoglie con "Pilippo, hai ordinato il pollo?"

24 giugno 2013

from Sardegna (with love)

Difficile scrivere dei post con la tastierina dell'iPhone. Impiego tanto, troppo tempo.
E benché io sia in vacanza in Sardegna, il tempo comunque falta.
Vi mando giusto un saluto.


11 giugno 2013

di nuovo in campo

Ieri sera sono finalmente tornato a giocare a calcetto.
Ho giocato con una paura costante di sentir cedere la caviglia, ma fortunatamente, alla fine della partita, ero ancora sano. Dolorante, ma sano.
No, non dolorante alla caviglia, bensì a tutti i muscoli delle gambe.

Infatti stamattina ho avuto difficoltà a tirarmi su dal letto, da quanto mi sentivo incriccato.
Però felice. Lunedì prossimo riprovo.


07 giugno 2013

mi sun strac

Un blog è un diario. È un po' la logica che ho sempre seguito nello scrivere in questo spazio personale.
Una sorta di testimonianza della mia vita, un ricordo per quando avrò voglia di leggerlo.
E se dovessi riportare quello che mi è successo nelle ultime ore dovrei scrivere almeno 3 o 4 post.

E non sto parlando di eventi eclatanti, intendiamoci.
Però diciamo che dalle 19,00 di ieri sera fino a stamattina alle 13,00 nell'ordine mi è successo:
• di volare al Pronto Soccorso per un'allergia fulminante di Anita che le ha fatto due occhi gonfi come mongolfiere;
• di andare alle prove dello spettacolo dell'asilo portandomi appresso Elena, perché non si voleva staccare da me;
• di fare un bel giro notturno per Milano in cerca di una medicina per l'allergia di Anita;
• di andare a una colazione di compleanno (l'avete mai fatta voi? io mai);
• di suonare alla festa dell'asilo di Elena;
• di andare a prendere Anita all'uscita della scuola, per festeggiare l'ultimo giorno del suo primo anno alle elementari.

Volendo, ma proprio volendo, potrei scrivere un post per ogni argomento.
Ma non lo farò. Perché se proprio mi avanzerà del tempo, preferisco andarmene a dormire.

02 giugno 2013

sign o' times

Elena vede un accendino per la prima volta in vita sua e dice "qua c'è una chiavetta USB"