02 giugno 2013

sign o' times

Elena vede un accendino per la prima volta in vita sua e dice "qua c'è una chiavetta USB"


31 maggio 2013

back to the gym

A quattro mesi dall'infortunio al piede, sono finalmente tornato in palestra.
Dovevo stare fuori un mese, ma la cosa è stata più difficoltosa di quanto avessi previsto. Il piede mi ha fatto male (e - anche se pochisimo - mi fa ancora male), quindi continuavo a rimandare il ritorno all'attività agonistica.

Oggi, su indicazioni del medico, ho cominciato una riabilitazione che principalmente prevede il camminare tanto. Quindi tapis-roulant e andare.

Mi sono pesato prima di cominciare e adesso sono 87 chili. In un paio di mesi vorrei perderne 5 di questi 87. Ma il vero dilemma, come sa chi mi conosce bene, non è la costanza nell'attività fisica, ma la mia passione per il cibo.
Devo cercare di mangiare di meno, che per me equivale ad uno sforzo titanico.
Soprattutto perché a tavola sono solito mangiarmi quello che le mie figlie avanzano.
Con questo non voglio dire che le mie figlie non mangino, eh! Solo che ogni pasto è un terno al lotto su cosa mangeranno. Per esempio, se fino a ieri hanno divorato i pomodori, tessendone le lodi, non è comunque sicuro che il giorno dopo li mangino. E così via.

Insomma: cercherò di impegnarmi per perdere questi fatidici 5 chili.
Ce la farò? Si accettano scommesse.



30 maggio 2013

dell'essere furbi

Fortunatamente le scuole elementari sensibilizzano gli alunni (e di conseguenza, si spera, le famiglie) ad una corretta alimentazione. Per merenda, ad esempio, Anita a scuola può portare solo o frutta oppure sostitutivi del pane tipo craker, grissini et similia. Tutto ciò per evitare che i bambini si ingozzino di "fetta al latte", "kinder brioss" o porcherie del genere.
Ho accolto la notizia con entusiasmo, sin da quando me la comunicarono, ad inizio anno.
Tutto ciò è il pre.

Veniamo a qualche giorno fa. Mentre la accompagnavo a scuola, Anita mi confida che un suo compagno - che ha il padre pasticcere o fornaio o non ho capito bene cosa (Anita non ha saputo spiegarmelo) - fa dei biscotti in casa che sembrano biscotti secchi, ma che in realtà sono ripieni di cioccolato, in modo che dall'esterno sembrino "regolari".

"Furbo, no?" mi dice Anita con un sorriso. "Sì, troppo furbo" rispondo amareggiato.
Prendetemi pure per un invasato, ma se insegniamo ai nostri figli ad ingannare gli insegnanti per una cosa stupida come la merenda, poi non scandalizziamoci se cresciamo un popolo di stronzi.

in foto: la merenda preferita di Anita, in questo periodo.

13 maggio 2013

sì, ma non facciamo passare troppo tempo

Mi sento dire questa frase (quella del titolo) molto spesso ultimamente. Da gente che non sento da un po' e di cui sento una voce entusiasta quando risponde alle mie chiamate.
Sono cose che fanno piacere, certo. Così come mi lascia sgomento la chiusura che invita a un repentino risentirsi o vedersi di persona.

Mi viene da ridere quando me lo dicono perché in cuor mio penso sempre "beh, se sei così felice di sentirmi perché non mi hai chiamato tu?". Ma, un po' per buona creanza un po' per non creare una polemica sterile e controproducente, è una domanda che non faccio mai.

Quello che invece mi piace pensare è quanto abbiamo bisogno di recuperare i contatti umani di chi ci vuole bene. Passato un inverno lungo e faticoso (almeno per me), sento sbocciare la primavera nelle corde vocali della gente.
Un aperitivo, una cena, ma anche un caffè al volo: necessitiamo di momenti di convivialità e di confronto. Di sentirci vicini, di volerci bene, di ridere e scherzare.

Per quanto certe volte abbia voglia di fare l'eremita, ancora una volta mi rendo conto che io senza gli altri non so stare. Ho proprio bisogno di recuperare umanità, di sentire il calore delle persone.
Abbiamo bisogno di sentimenti. Viviamo a pieni polmoni questa tardiva primavera. E godiamocela, santi numi!


"no matter how cold the winter there's a springtime ahead..."

09 maggio 2013

Volbeat

Veloce post di aggiornamento, giusto per dire che si è vivi, anche se il tempo da dedicare a me e a miei vizi (essaichevizi!) è poco. Molto poco.

La musica però non mi abbandona mai. E le uscite di questa primavera sono interessanti.
Non sono riuscito a scrivere dei Ministri, per esempio. Ma in realtà non sono neanche riuscito ad ascoltare bene bene il disco nuovo, "Per un Passato Migliore".

Quello che invece ascolto in heavy rotation, da un mesetto a questa parte è la nuova uscita dei Volbeat, dal titolo "Outlaw Gentlemen & Shady Ladies". Non sono molto bravo a scrivere recensioni. O meglio: dovrei dedicarmici in maniera analitica e dovrei scrivere con calma un pezzo per volta.
Ma, oltre a risultare comunque un recensore "di pancia", non sono certo il migliore scrittore di musica sulla piazza, quindi se volete saperne di più su questo disco, vi direi di affidarvi a qualche recensione seria, tipo quella di Jumbolo.

Tutto ciò che vi posso dire in queste poche righe è che riesco difficilmente a staccarmi da questo gruppo (che anch'io, come Jumbolo ho conosciuto grazie a Monty) e anche a staccarmi da questo disco. E il singolo, dopo una mia prima perplessità (mi aspettavo un pezzo più "duro") mi ha veramente conquistato.
E il video non mi dispiace affatto.


29 aprile 2013

Brixen


4 giorni in montagna, in un maso vicino a Bressanone.
Posti meravigliosi, stile di vita rilassato, aria pura e soprattutto compagnia eccellente.
3 famiglie: 6 adulti + 6 bambini, tutti tra i 6 e i 3 anni.

Ci voleva.
Caspita se ci voleva.


quella lì bianca, era la nostra casa. ci torneremo presto, spero.

24 aprile 2013

abbiamo vinto le energiadi!

E che cosa sono le energiadi, direte voi?
È una gara tra scuole a chi produce più energia.
In pratica: a turno, ogni scuola elementare di Milano veniva dotata di alcune biciclette speciali, collegate a un accumulatore di energia. Pedalando si producevano un tot di chilowatt, che venivano accumulati non so bene come ne dove.

Fatto sta, che - grazie all'organizzazione meticolosa delle mamme che hanno costretto se stesse ma soprattutto i mariti ad alternarsi al manubrio - il nostro istituto ha stravinto la gara.
Abbiamo anche partecipato anche noi, in ben due sessioni, una di mercoledì e una di domenica.

Trascinati dall'entusiasmo, hanno voluto cimentarsi anche alcuni bimbi, come potete vedere dalla foto qua sotto, dove ci sono Anita e Mattia (figlio dei nostri amici Marco e Cinzia).


22 aprile 2013

dell'ineluttabile scorrere del tempo

e del mio coscientamente vano tentativo di fermarlo.

Uichend impegnativo, quello appena trascorso. Classica due giorni di "cose da fare".
Ieri, in particolare, il pomeriggio è stato dedicato allo shopping.
E per farlo, abbiamo deciso di affrontarlo nel peggiore dei modi: andando al Centro commerciale Fiordaliso.

Per chi non vivesse a Milano, bisogna sapere che il Fiordaliso raccoglie quanto di peggio ci sia in tema di centri commerciali: casino esagerato, gente a zonzo senza meta giusto "per fare un giro", tamarri come se piovesse, fastidioso rumore continuo di sottofondo, etc.
Tutto questo è compensato da un unico grande pregio: Decathlon, H&M, Zara, Gap, Oviesse e Original Marines tutti insieme. Il che si traduce in: qualsiasi cosa tu stia cercando, la trovi; o in un negozio o nell'altro, ma la trovi.

Che Decathlon sia diventato il primo negozio in cui andiamo a cercare dei vestiti la dice lunga su due cose: primo - a noi ce ne frega una bella fava dell'apparire e delle marche; secondo - che riusciamo a vestire noi e le bimbe, spendendo comunque cifre ragionevoli.
E qui vi concedo pure qualche battuta sulla mia genovesità, ma sappiate che vi comportereste anche voi così se aveste delle figlie come le mie, che cambiano taglia a ogni battito di ciglia.

Comunque, pomeriggio impegnativo, dicevamo. Ho fatto di tutto per non far pesare questa maratona alle bimbe (leggi: ho giocato a nascondino e cel'hai - ma si scrive così? - in giro per corridoi e negozi) e loro devo dire che si sono comportate più che bene.

Ma veniamo al titolo del post, con relativo sottotitolo: visto che dovevo comprarmi pure io un paio di jeans, volevo sottolineare che OGNI commessa con cui ho avuto a che fare, mi ha dato del lei.
Magari a voi non pesa. O forse sì. A me comunque ha fatto una certa impressione. Passi una... due... ma tutte-dicasi-tutte mi ha abbattuto.
Ed io ho fatto il simpatico, cercando di fare battute e quant'altro, ma non c'è stato niente da fare: il lei ha caparbiamente resistito in ogni conversazione.
E non mi andava neanche di apostrofare la commessa con un classico "dai, non scherzare, dammi pure del tu", perché secondo me è tipico di quelli della mia età che non vogliono accettare l'inesorabile scorrere del tempo.
Quelli come me, insomma.

in foto: Elena si riposa, sfruttando i piedistali di due manichini di H&M.

11 aprile 2013

at the four

oggi la mia piccolina (!) compie 4 anni.
Tanti auguri Elena.


in foto, Elena impegnata nella sua attività preferita: giocare a "Hay Day" sull'iPad di Dalia.

10 aprile 2013

white limo

Uno sta lì a cercare di educare le proprie figlie per gradi, partendo dalla musica per bambini passando per cantautori tipo Silvestri, per poi arrivare a Caparezza e da lì in avanti.

Poi succede che una sera sei lì che stai cercando una musica per un video e, per sbaglio, parte una canzone tipo White Limo dei Foo Fighters.
E se provi a stopparla, entrambe le figlie ti dicono "no, papà lascia questa!".
Allora la rimetti e loro ballano come matte, felici.

forse mi faccio troppi scrupoli. forZe.



05 aprile 2013

tributo a Layne

Oggi è il 5 aprile, e tutti gli appassionati di musica celebrano, con retorici post su Facebook, la dipartita di Kurt Cobain, morto suicida esattamente 19 anni fa.
Ma un altro personaggio è morto il 5 aprile: si tratta di Layne Staley, storico cantante degli Alice in Chains, morto per overdose nel 2002.

Ecco, pur riconoscendo l'importanza di Cobain nel panorama musicale mondiale, io sono un po' più affezionato a Staley.
Sarà perché Cobain ormai è diventato un'icona e - come tale - mi esce un po' dagli occhi, mentre Layne è più "mio".
Sarà perché aveva una voce così particolare e così comunicativa, che ogni sua intepretazione mi colpiva fino in fondo.

Fatto sta che ogni anno, al 5 aprile, mi ascolto il disco "unplugged" degli Alice in Chains.
La sua ultima performance, anche se è avvenuta ben prima della sua morte.
Un uomo sfatto e strafatto, che canta tutta la sua fragilità, mentre compie la strada verso l'autodistruzione.

"Down in a hole and I don't know if I can be saved
See my heart I decorate it like a grave.

You don't understand who they thought I was supposed to be
Look at me now, I'm a man who wont let himself be"



03 aprile 2013

Reginald Perrin

Siamo a Londra, negli anni 70.
Reginald Perrin è un signor nessuno, perfettamente omologato: persona rispettabile, buon padre, discreto marito, lavoratore serio. È talmente inserito nel meccanismo societario, da chiedersi se anche lui, come i suoi colleghi, debba avere una relazione con la segretaria.
Un giorno, suo malgrado, chiama sua suocera "ippopotamo": è la prima avvisaglia di una vita che a poco a poco gli si è stretta troppo addosso.

Questo un breve riassunto delle prime pagine di Caduta e ascesa di Reginald Perrin, che ho scoperto essere un classico della letteratura moderna inglese. Potremmo definirlo un po' la versione britannica de "Il fu Mattia Pascal", per diversi motivi.

C'è una critica al mondo del lavoro, c'è una catarsi come ribellione a uno stile di vita troppo avviato su binari già preimpostati, ci sono i rapporti personali schiavi di ipocrisie. Il tutto condito con molta ironia e humor inglese.
Libro che fa riflettere e che vi farà sorridere. Consigliato.

Quasi dimenticavo: un grazie ad Armando per avermelo consigliato e prestato.


02 aprile 2013

la cozza e la bestia

Brillante definizione delle nostre figlie, firmata Dalia.

La cozza, Anita, che non si stacca mai da lei.
E la bestia, Elena, che si comporta come una selvaggia.

25 marzo 2013

i Croods

Ieri doppio battesimo spettacolare, nel senso di "riguardante lo spettacolo", delle nostre figlie.
Mentre Dalia se ne andava a Teatro con Anita a vedere uno spettacolo di Kataklò (sia Anita che Dalia praticano il Kataklò, ovviamente in lezioni separate), io e Elena siamo andati al cinema a vedere "i Croods".

Se levate il fatto che sia ambientato nell'epoca preistorica, il film è assolutamente non originale: ragazzina ribelle, padre buono ma conservatore, lei che vuole scappare, madre che fa da tramite tra l'uno e l'altra, lei che si innamora di un giovane valoroso, padre che è geloso del nuovo arrivato, ecc.
Plot già visto e stravisto, ne converrete.
Anche i personaggi comprimari, che creano una cornice simpatica a tutto il sipario, sono abbastanza prevedibili.

Quindi film brutto? No di certo, perché i signori Dreamworks sanno benissimo come far funzionare la macchina divertimento. Certo: non lo consiglierei a nessun adulto, ma per i bambini tutto il pacchetto è molto ben confezionato. Addirittura un paio di scene mi hanno fatto saltare sulla sedia dal ridere, nonostante il film non mi abbia entusiasmato.

L'unica nota veramente di merito è stata Elena che ha visto tutto il film seduta tranquilla sulla sua poltrona (enorme), subendo solo un po' di soggezione dovuta allo schermo grande e al volume molto alto, rispetto ai nostri standard. Mi ha confessato di essere "molto emozionata".


12 marzo 2013

conclave

Da oggi si riunisce il Conclave per nominare il nuovo Papa.
Impossibile non pensare a questa scena del film di Nanni Moretti "Habemus Papam".
D'altrone anche i cardinali sono essere umani come tutti gli altri.


11 marzo 2013

the D is silent

Voglio dire la mia su Django, ultimo film di Quentin Tarantino.
Io a Quentin gli voglio bene. Siamo un po' cresciuti insieme: "Le Iene" mi piacque molto. Tanto che mi feci sostenitore di "Pulp Fiction" quando molte persone non sapevano neanche chi fosse Tarantino.
Mi lessi anche dei libri sul suo modo di interpretare il cinema e sviluppai una forte simpatia per il suo modo di ragionare e il suo modo di amare il cinema (ha lavorato a lungo in un negozio di Videotape).

Poi però le cose gli sono un po' sfuggite di mano. Lui è stato portato sugli allori dopo Pulp Fiction e da lì ha definito un suo modo di fare cinema che non mi convince.
L'esempio più eclatante penso sia Kill Bill: con il pretesto di citare (e omaggiare) i film del passato, è riuscito a confezionare un fumettone splatter di dubbio gusto. Sempre a mio modo di vedere, ovviamente.

E così ha proseguito per la sua strada, sia con Bastardi senza Gloria, che con questo ultimo Django.
Cioè: lui secondo me potrebbe fare dei film belli. Magari anche molto belli. Ma poi si autocita e si autoplagia, scadendo nel manierismo e di conseguenza nel ridicolo.

In pratica: la prima ora e mezza a me è piaciuta. Non da impazzire, ma mi è piaciuta. Poi parte con sparatorie assurde e fiotti di sangue, facendo (quasi) dimenticare quanto di buono avevo visto fino ad allora. Come il tema del razzismo, per esempio.
O come la fotografia (bella) o come le varie interpretazioni degli attori.
Ecco, a proposito degli attori: Foxx e Waltz perfetti nella parte, Di Caprio bravissimo, Franco Nero patetico e Samuel L. Jackson decisamente sopra le righe (questa è per Ale).

Ma quello che volevo dire - e che mi porto dietro già da Inglorious Bastards - è: Quentin quand'è che farai un film veramente bello? Quand'è che smetterai di giocare all'enfant prodige e cominci a diventare un grande regista?
Anche il fatto che tu faccia la tua comparsata: non c'entra una mazza, eri completamente fuori ruolo.
Quentin, da' retta a me: piantala con le cagate e inizia a fare film di un certo valore, senza che la gente, uscendo dal cinema dica "è Tarantino: o lo ami o lo odi".
Tu ne sei in grado, fidati, te lo dice un amico.


08 marzo 2013

Anitenerezze

"Quando vado a scuola al pomeriggio (ovvero 2 volte su 5 alla settimana, ndS) sono contenta perché poi sembra che papà torna prima a casa."


05 marzo 2013

della mia passione per le moto

L'amico Samuele cerca di trasmettermi (giustamente) l'entusiasmo per le sua nuova moto.
Ma in me ha trovato una specie di muro di gomma.
Sì, perché io non ho mai avuto nessuna passione per auto, moto e motorini. Ma proprio mai.

Ricordo ancora durante il primo anno di liceo uno scambio di battute tra me e il mio compagno Diego Risi, superfanatico di motori (non per niente lavorava o forse lavora ancora all'Aprilia).

Diego: "e tu che motorino hai?"
io: "quello di mio fratello"
Lui scoppia a ridere, credendo che io volessi fare una battuta.
Diego: "dai, di che marca è?"
io: "boh. Credo che sia della Pioneer"
(il motorino, credo Yamaha, ma non sono sicuro, aveva un enorme adesivo Pioneer sul fianco)
Nuova risata fragorosa da parte di Diego. Da quel momento non sono mai più stato interpellato sull'argomento motori.

in foto: il Fifty, il primo motorino che abbia mai usato di cui sapevo anche il nome.

28 febbraio 2013

ancora sulle politiche

Da lunedì si alza come un unico coro il mea culpa di quelli di sinistra: avremmo dovuto votare Renzi alle primarie. Adesso non saremmo in queste condizioni.

A parte che mi fanno sentire un illuminato (cosa che non sono, tantomeno politicamente), solo adesso vi rendete conto che le cose cambiano?
Vi accorgete ora che bisognava votare uno più "sul pezzo", quando avete passato tutto il percorso delle primarie a sbeffeggiarlo e a dire che è di destra?
Ma io vi mando veramente tutti affanculo.


26 febbraio 2013

politiche 2013

 
Sono abbastanza incazzato. Politicamente, intendo.
Con chi non è andato a votare, perché non è vero che "rossi e neri son tutti uguali".
Con gli elettori del PD perché si sono lasciati sfuggire Renzi e hanno preferito il vecchiume.
Con gli elettori di Berlusconi perché non capisco cos'altro aspettino per smettere di votarlo.
Con gli elettori del Movimento 5 stelle perché alla fine il loro voto non arriva da nessuna parte, visto che di alleanze Grillo non ne vuole fare.
Con chi ha votato Maroni in Lombardia, perché non capisce che è un altro voto dato alla 'Ndrangheta.

Mi viene da piangere. O da emigrare.

21 febbraio 2013

famiglia con superpoteri

Ho appena finito di leggere "Ritratto di famiglia con superpoteri".
È un libro molto carino, ve lo consiglio.

Ma più che altro volevo dirvi una cosa: se lo comprate nella (bella) versione delle edizioni isbn, come quella che vedete qua sotto, NON leggete la 4° di copertina. Vi rovinerebbe qualche bella sorpresa.
E sarebbe un peccato.


18 febbraio 2013

alfabetismo precoce

Qualsiasi genitore che ha due (o più) figli ve lo potrà confermare: i bimbi maggiori stimolano molto i fratelli minori. Nel parlare, nel giocare e nell'apprendimento in generale.
E li stimolano più di quanto lo farebbe un genitore o un insegnante, perché i bambini - nella loro stronzaggine congenita - non hanno tutte le accortezze che un adulto potrebbe avere.

In casa nostra Anita ha sempre fatto da traino a Elena, probabilmente perché vuole avere una compagna di giochi a pari livello.
Ed Elena, dal canto suo, fin da piccola ha sempre praticato il "se lo fa Anita posso farlo anch'io".

Tutto ciò mi è sempre sembrato naturale, quindi non ci ho mai visto niente di male.
Adesso però Anita va alle elementari e la cosa sta diventando un po' divertente e un po' preoccupante.
Sì, perché Elena ha imparato a leggere e - anche se male - a scrivere. E non ha neanche 4 anni.
E non vi faccio questa pappardella per dirvi che mia figlia è un genio (insomma, lo è; ma la mia modestia mi impone di non scriverlo).
Lo dico perché sono stupito di quanto sia "pronta" ed elastica la mente dei bimbi. Probabilmente più di quanto ci immaginiamo.

in foto: Elena "a scuola" da Anita.



13 febbraio 2013

knock out

Prima o poi doveva capitare.
E a ben vedere non è neanche andata così male: dovrò rimanere lontano dal campo da calcio "solo" un mesetto.

Ed è colpa mia, eh! Perché mi ostino a fare il giovincello quando quest'anno lo score sale a 43.
In pratica cos'è successo? Che mancava un giocatore alla squadra che gioca dopo di noi. E io non so dire di no, quando vedo un pallone rotolare.

Così, quasi al termine della seconda ora di gioco, stanchissimo, mi son coordinato male su un salto e cadendo sono atterrato pessimamente.
Ergo distorsione della caviglia e dieci giorni di fasciatura rigida.

Ripeto: poteva andare peggio.
Però se fossi stato un po' più cosciente della mia età e del mio fisico avrei dovuto dire "no, grazie".

12 febbraio 2013

i doctor martens

È giunta l'ora che qualcuno facciamo coming out e lo dica chiaro e tondo: gli anfibi sono una cagata pazzescaaa!
Per noi giovani ragazzi degli anni 90, per i quali i Doc Martens erano un simbolo di ribellione e di vita grunge è uno schiaffo, ma qualcuno prima o poi doveva dirlo.

Che poi io gli anfibi ce li ho pure. E li ho pure comprati a Londra negli anni 90, appunto, a Camden Town, quindi potete immaginare quanto bene gli voglio io a quel paio di scarpe.

Ma:
• non sono così comodi
• non sono impermeabili
• non sono caldi

E io quando cazzo li dovrei usare, se non quando nevica? A luglio, che ci faccio i funghi dentro?




11 febbraio 2013

del perché mi piace Milano con la neve

No, in questo post non c'entrano i bambini. 
Non vi aspettate una cosa tipo mi piace che sia tutto bianco e i bambini fanno i pupazzi, perché questo post è molto più cinico. O forse sarebbe meglio dire pratico. 

Non che io sia insensibile, eh! Anche a me piace la neve. È che spesso questo fenomeno meteorologico comporta disagi. Motivo per cui a Milano sentirete più gente smadonnare che essere felice, quando nevica. Ecco, a me proprio questo piace: i disagi. 
In una città che ha fatto dell'efficienza il suo fattore primario e del correre il suo status mentale, la neve fa saltare gli schemi e concede un po' di spazio al fattore naturale, che troppo spesso viene dimenticato.

Ad esempio: un ritardo di mezz'ora in un giorno ordinario sarebbe intollerabile. Oggi è possibile, e nessuno ha da ridire.
E vogliamo parlare dei clacson? Strumento da me odiato all'inverosimile perché usato abbondantemente a sproposito? Oggi è meno frequente sentire l'orribile strumento sbraitare perché quei pochi pirla che hanno preso la macchina o si sono mossi con abbondante anticipo, oppure - appunto - mettono già in conto che potranno arrivare in ritardo.
Senza contare che, voi magari non lo sapete, ma Milano è invasa da imbecilli col Cayenne che vengono dalla Svizzera o dalla Brianza, e tutti questi oggi se ne guardano bene dal muoversi, quindi c'è molto ma molto meno traffico.
E poi la gente bloccata a casa o in macchina significa meno persone in ufficio, ergo meno rotture di coglioni.

Insomma, una bella giornata rilassata.
Ed ho pure una scusa per uscire prima dall'ufficio.

 
 

01 febbraio 2013

comunque

Avete presente quando una canzone arriva nel momento giusto?
Ecco, io sono in un periodo della mia vita in cui vorrei vivere con più leggerezza.
Per cui tutto ciò che mi sta intorno mi sembra inutile.
Una bella casa a cosa serve se non a dormirci?
Se i vestiti sono firmati o no, cosa cambia? sono vestiti, cazzo.
Perché sentiamo il bisogno di circondarci di cose inutili?
Mi viene sempre più voglia di buttare via un sacco di cose, e riprendere a vivere in maniera più sobria.

In tutto ciò ieri ho sentito la nuova canzone dei Ministri.
E ha - come si suol dire - sfondato una porta aperta.


31 gennaio 2013

chiedere aiuto

Perché ci costa così tanta fatica chiedere aiuto a qualcuno?
È un problema di orgoglio? Vogliamo mostrare che sappiamo cavarcela da soli?
Non capisco perché noi adulti dotati di raziocinio siamo sempre portati a porgere il nostro aiuto a qualcuno, ma tentenniamo quando dell'aiuto ne abbiamo bisogno noi.

Forse è un po' complice la società moderna, che ci vorrebbe tutti supereroi. Non escludo che parte della responsabilità sia anche di questa città, Milano, che congela i rapporti tra le persone e li riduce ad un mero scambio, per cui se tu fai un favore a qualcuno poi puoi abrogarti il diritto di chiederne uno in cambio. Ma qua forse ci addentriamo in un tema parallelo, che è quello della gratuità.

La vecchia pubblicità che recitava "l'uomo che non deve chiedere mai" ci fa sorridere per cotanto machismo ultra esibito, ma tutto sommato, se pensiamo ai SUV o agli scooteroni non mi sembra che la mania del machismo sia passata. Ma a essere colpita dalla sindrome del non chiedere aiuto è anche mia moglie, quindi devo escludere che sia questa la motivazione.

Più probabilmente abbiamo solo paura di mostrarci deboli. Chiedere aiuto tutto sommato vuol dire che abbiamo bisogno degli altri, di un tessuto sociale che ci accolga e che ci dia sostegno. Personalmente non ci trovo niente di male in tutto questo, anzi. E allora? Cosa aspettiamo a bussare alla porta del nostro vicino e aprire il dialogo? E non solo per dire "se hai bisogno, io ci sono", bensì per manifestare tutta la nostra incapacità di sopportare tutte le difficoltà cui la nostra vita quotidiana ci sottopone e chiedere apertamente "ho bisogno di sapere che sei al mio fianco".


24 gennaio 2013

bye bye Jimmy

The Wire è terminato. Cioè: era terminato già da tempo, ma io l'ho visto in ritardo e quindi per me è come se fosse finito ieri.

Mi sono appassionato parecchio a Jimmy McNulty, Bunk, Freamon, Omar, Bubbles e a tutti gli altri personaggi che hanno popolato le 5 stagioni della serie.
E come succede sempre, mi sono portato i personaggi a casa, nel senso che mi sembra ormai di conoscerli e - ovviamente - mi mancheranno.

Bella la storia, belle le interpretazioni, belle le musiche.
E un bravo agli sceneggiatori.


in foto: Jimmy McNulty, interpretato dall'attore Dominic West

08 gennaio 2013

top ten dischi 2012

Vi dirò la verità: non avevo intenzione di fare la classifica dei migliori dischi dell'anno appena trascorso. Un po' per mancanza di tempo, un po' perché non mi sono "preparato a dovere".

Però mi dispiace non mantenere questa tradizione. E poi c'è anche la questione che con gli amici "dinosauri" del forum ne abbiamo parlato, quindi fuori tempo massimo e molto approssimativamente sparo fuori i dieci titoli che mi sono rimbalzati nelle orecchie nei dodici mesi scorsi.

Al primo posto un ex aequo. Anzi: un trex aequo!
Sarà che non ho voglia di pensarci più di tanto, ma se penso al 2012 ho ben impressi tre titoli:
"King Animal" dei Soundgarden; "Head down" dei Rival Sons e "Write it on your Skin" di Newton Faulkner.



01 - Soundgarden - King Animal
Corsia preferenziale per una delle poche reunion che abbiano senso. Disco pazzesco che non perde nel difficile confronto con la discografia passata della band. Amore ritrovato.

01 - Rival Sons - Head down
Un altro tassello a favore della band americana che attinge a piene mani dal rock tradizionale. Amore suggellato dal bellissimo concerto ai Magazzini Generali.

01 - Newton Faulkner - Write it on your Skin
Se penso all'estate trascorsa non penso a qualche bikini succinto su una spiaggia esotica, ma penso a lui. Sto messo male? Può darsi. Ma luilì è un fenomeno; e questo suo terzo disco è una boccata d'aria fresca.

04 - Imperial State Electric - Pop War
Ecco un altro disco che ho ascoltato tantissimo e non mi ha stancato mai. L'ennesimo tassello alla sterminata discografia di Mr Andersson mi ha tenuto compagnia molte volte con mia buona soddisfazione

05 - Green Day - ¡Uno!
Ho salutato con entusiasmo il ritorno in s tudio dei Green Day, ma devo dire che 3 dischi di fila per me è troppo. Mi sono fermato al primo. Che mi è piaciuto, per carità. Ma a ¡Dos! e ¡Tré! non ho dato le stesse opportunità.

06 - The Darkness - Hot Cakes
Mi ripeto: loro lì mi fanno ridere un sacco. Il disco ha bei pezzi, ha bei riff di chitarra e quella strana amalgama tra hard rock e pop che mi piace un sacco. Ma soprattutto una notevole dose di ironia, che non guasta mai.

07 - Cody ChesnuTT - Landing on a Hundred
Ogni anno c'è un disco che arriva sul filo di lana. E che se fosse uscito un paio di mesi prima - chissà - magari si sarebbe piazzato meglio in classifica. Quest'anno tocca a quest'uomo dall'aspetto e dalle corde vocali ereditate dalla migliore produzione sonora dal soul anni 60. Rivelazione.

08 - Muse - the 2nd Law
I Muse a uno scalino così basso della mia classifica è un po' una novità. La verità è che il disco che lì per lì mi aveva fatto cadere come un teenager che rivede la fidanzata dopo un mese di vacanza, alla fine si è ammosciato con gli ascolti. Alcuni pezzi meravigliosi, tipo "Animals". Ma altri imbarazzanti, tipo "Panic Station". Lascia un po' l'amaro in bocca.

09 - The Shins - Port of Morrow
Quando si ha voglia di ascoltare musica un po' intima e sussurrata, per me è l'ora dell'indie rock.  E questo disco devo dire che è uno dei migliori che abbia ascoltato negli ultimi anni. Molto piacevole e che resiste all'usura del tempo.

10 - Mark Lanegan - Blues Funeral
Copio e incollo dal blog di Monty: "Possibile che quest’uomo non sbagli un disco? O quantomeno, che dissemini costantemente i suoi lavori di note di rilievo, remarks che li rendono sempre, in qualche modo, speciali? O siamo noi ad avere un serio problema di dipendenza dalle sue corde vocali? Il dubbio non è sciolto da Funeral blues, che in compenso però, oltre alla solita classe a pacchi regala anche inaspettati momenti di elegantissimo pop."


E anche per quest'anno è tutto.

04 gennaio 2013

chi mal comincia...

Tanto per cominciare bene l'anno ho una confessione da farvi: rischio un esurimento nervoso al 4 gennaio. E non sono mica contento di scrivere questa cosa.
Cioè: se state aspettando la battuta a seguire, a questo giro sappiate che non c'è.


Un breve riassunto:
il pomeriggio del 21 dicembre, mentre tutta Italia si congedava dal proprio posto di lavoro, ho ricevuto una telefonata scoraggiante, una convocazione ad una gara e un'altra telefonata per fissare una riunione il giorno 9 (classico: il cliente va in vacanza, ma pensa che tu non ci vada).

24 mattina: in ufficio fino alle 14,30
27: telefonata minatoria con il cliente e conseguente litigata
28 (anche se a Celle): giornata passata a risolvere il casino del giorno prima
2 gennaio: comincio alle 8,30 e finisco alle 21,00
3 gennaio: comincio alle 9,30 e finisco alle 20,30
4 gennaio (oggi): come gli altri 2 giorni

Non voglio fare la vittima. È per dire che mentre molti erano in ferie, a me sembra di non aver "staccato" mai.
Ed ho il fegato più grosso, molto più grosso (citaz. da Daniele Silvestri)

A questo punto è chiaro che o le cose cambiano oppure devo prendere provvedimenti.
Il "vorrei cambiare vita" si trasforma in "devo cambiare vita".
Che è diverso.

Happy New Year!


21 dicembre 2012

stiamo messi bene

Ogni anno dico che peggio di così non può andare; e puntualmente vengo smentito l'anno dopo. Natale diventa sempre di più "una corsa a qualcosa". Ne ho già parlato gli anni scorsi e quindi non voglio tediarvi oltre.
Però il fatto che non abbia aggiornato il blog (mio malgrado) da più di 15 giorni ne è la prova tangibile.

Ma cerchiamo di stare allegri.
Vi metto un video che a me piace molto, nonostante tra i suoi partecipanti ci sia Mariah Carey (la gatta morta per eccellenza) che mi sta discretamente sulle balle, ma ha comunque una voce meravigliosa.
Per la cronaca gli altri partecipanti sono Jimmy Fallon (paragonabile un po' al nostro Fiorello) e i The Roots, gruppo americano che suona un hip hop con contaminazioni varie.

A me questo video fa riderissimo. Perché:
1 - mi piacciono un sacco le canzoni "home made version";
2 - tutti loro vestiti come in un video anni 80 sulla neve (es. "Last Christmas" degli Wham!) con tanto di elementi kitsch in aggiunta, tipo le stelline sul seno di Mariah
3 - avete fatto caso agli strumenti utilizzati?
4 - il coro è meraviglioso, in ogni sua apparizione.

Insomma: questo è il mio modo di augurare ai pochi lettori di questo blog un sereno e divertente Natale.



05 dicembre 2012

learning to write

Anita sta imparando a scrivere.
E comunica con me tramite l'iPhone.


29 novembre 2012

forse ho capito

Ogni tanto ho dei momenti di lucidità (rari, per carità), in cui la verità mi appare a galla, nitida e trasparente.
Pochi giorni fa, per esempio, ho finalmente capito perché Renzi risulta così ostico agli elettori di sinistra, tanto da essere considerato da alcuni un clone di Berlusconi.

Perché non ha quella classica aria sfigata da uomo di sinistra.
O meglio: perché non è emaciato come Fassino, non è obsoleto come D'Alema, non ha lo sguardo arcigno della Bindi, non ostenta la superiorità dell'intellettualoide come Vendola, non si veste con gli stessi vestiti degli anni 70 come fa Bersani, non ha le occhiaie come Michele Serra e tante altre caratteristiche che da anni (o almeno da quando io voto, cioè a partire da Occhetto) hanno delineato la classica figura dell'uomo di sinistra.

Ha l'aria di un ragazzo giovane e dinamico. E sa comunicare in maniera efficace.


27 novembre 2012

You've been away for too long

Cazzuto. Questo è un disco veramente cazzuto.
Se la opening track (nonché singolo che anticipava l'uscita del disco) proiettava indietro di 15 anni, la traccia numero due, "Non-State Actor", è un pezzo da paura, che entra di diritto tra i miei preferiti della band.

Insomma, per farvela breve, il disco scorre via tra riffoni di chitarra, tempi dispari e atmosfere cupe. Esattamente come succedeva ai tempi di "Superunknown", anche le ballad sono pesanti e malinconiche. "Bones of Birds" è di una bellezza mistica; forse la mia preferita dell'album.

E allora che differenza c'è rispetto a prima? Sono impietoso, lo so, però l'unica differenza è nella voce di Cornell, che - ahinoi - non è più la stessa. Anche se tra riverberi, sovraincisioni e altri escamotages c'è da dire se la cava più che bene. (ci sarà poi da vedere cosa combinerà live, ma vabbè, son problemi suoi).

Insomma: se le reunion di gruppi che sembravano definitivamente defunti fossero tutte di questo stampo qui, ben vengano le reunion!


25 novembre 2012

primarie

Sono andato a votare per le primarie del centrosinistra.
È la prima volta che faccio una cosa del genere.
Mentre mi registravo, mentre ero in coda per votare e addirittura anche mentre votavo ho avuto la sensazione che fosse tutto inutile, perché so già che vincerà Bersani.

Ma sono andato lo stesso e ho votato Matteo Renzi.
L'ho fatto perché per la prima volta in vita mia mi sono sentito rappresentato da uno dei candidati e quindi mi sentivo motivato ad esprimere la mia preferenza.



20 novembre 2012

dei telefilm polizieschi e di The Wire

In principio fu Hill Street giorno e notte, telefilm poliziesco che si distaccava da tutti gli altri perché raccontava storie di strada, veraci e calate in una realtà scomoda. Il poliziotto buono ma beone; il capo del distretto separato e antipatico, ma retto e giusto; e soprattutto Mick, poliziotto infiltrato, tipo Serpico, cattivo fino al midollo ma che non poteva esimersi da lunghe telefonate sdolcinate con sua mamma.
In casa nostra fece breccia proprio per questo motivo. Dopo tutti i Derrick o strade di San Francisco, quello era avvincente, perché non sapevi se i buoni l'avrebbero spuntata. O addirittura se qualcuno moriva.

Poi fu la volta di The Shield. Penso che ancora adesso sia il più riuscito, tra questo tipo di telefilm polizieschi. C'era un po' di Vic Mackey in ognuno di noi: poliziotto corrotto e corruttore che però perseguiva un suo ideale di giustizia. Il suo Strike Team per me è leggenda.
Anche qui non potevi mai immaginare cosa sarebbe successo.

In questi giorni è il turno di The Wire, telefilm ambientato a Baltimora (la città con il più alto tasso di criminalità degli States, almeno così dicono).
Al momento ne ho visto due intere stagioni. E la trovo appassionante per la pluralità degli interpreti e anche per la varietà delle azioni.
Ieri sera, in pieno trip, mi son visto tre puntate di fila, andando a dormire a un'ora indecente.
Il bello (e il brutto) delle serie che si scaric... ehm... che si comprano in DVD originali, volevo dire.

Tutto ciò anche per spiegare, ai profani, chi è il tizio che campeggia, da stamattina, nella header del blog.
Si chiama Omar ed è uno dei personaggi più divertenti della serie.

in foto: Mick, personaggio storico di Hill Street Giorno e Notte.

14 novembre 2012

20 minuti

20 minuti: tanto dura il tragitto tra casa e l'ufficio.
Dopo la corsa per portare in tempo Anita a scuola, è il mio momento di relax "lucido", senza i residui della giornata appiccicati addosso.
L'aria frizzantina dell'autunno mi pizzica la faccia e stimola i pensieri quelli più di ampio raggio.
Sono i miei 20 minuti di deserto. Senza fretta, perché, anche andando piano comunque arrivo in ufficio in anticipo.

Penso molto e riesco ad analizzare le cose con lucidità.
Alcune di queste cose sarebbero anche meritevoli di essere scritte con calma e condivise con voi pochi lettori di questo blog. Un po' perché sono cose a cui tengo e un po' perché mi piacerebbe sentire l'opinione di chi ha voglia di commentare.
Mi manca solo una app che trasmetta dal mio cervello direttamente all'iPhone.
Qualcuno si sbrighi a inventarla, o altrimenti questo blog sarà sempre poco aggiornato.
C'è qualche ingegnere illuminato tra di voi?

in foto: un angolo assai poco "metropolitano" di viale Tunisia, dove passo tutte le mattine.

07 novembre 2012

un po' di ottimismo

Tra ritmi di lavoro massacranti e le solite (anche se poche) sane tensioni della vita di padre, almeno oggi, c'è un buon motivo per stare allegri. È la rielezione di Barack Obama.

Ripensiamoci un attimo: un uomo di pelle nera, semisconosciuto fino a 4 anni fa, che promette di aiutare i ceti più deboli e di smantellare poco per volta la strategia guerrafondaia americana.
Magari non si può parlare di miracolo, ma certo è una bella iniezione di fiducia.



29 ottobre 2012

Rival Sons in concerto

Sabato sera ho visto i Rival Sons in concerto, ai Magazzini Generali.
Show breve ma intenso, come piace a me. Hanno cominciato alle 20,30 (sì, sì, avete letto bene; non ho sbagliato a scrivere l'orario) e finito verso le 22,10.
Penso sia dovuto al fatto che ai Magazzini di solito dalle 23,00 in poi si balla. Quindi ci dev'essere il tempo di far sloggiare band e pubblico per poi ricominciare.

Mi piace questa formula del concerto che inizia presto.
Un po' perché non ho più il fisico per fare tardi, un po' perché veramente mi sembra assurdo dover aspettare le 23,00 per un concerto. Per quale motivo razionale bisogna farlo?
Se qualcuno lo sa lo dica, io non lo capisco.

Comunque: concerto molto bello.
Jay Buchanan vero animale da palco. Canta, si muove trascinato dalla musica come un Jim Morrison strafatto, ma soprattutto ha "quella voce lì" anche dal vivo.
Band precisa come un metronomo, con menzione speciale Mike Miley (batteria) per la simpatia.

Una cosa mi colpisce ogni volta che una band straniera suona in Italia: rimangono sempre tutti folgorati dal calore e dalla partecipazione del pubblico.
Alla fine sono venuti lì davanti, come se lo spettacolo fossimo noi e ci stringevano le mani.
Boh! magari han fatto così anche in Svizzera, ma dal loro atteggiamento non sembrava proprio.


che dite? ero abbastanza vicino al palco?

26 ottobre 2012

verso il 14 novembre

Succede che ti informi sempre e cerchi musica nuova.
Succede che trovi cose interessanti e pensi che tutto sommato ogni anno c'è sempre qualcosa di buono da ascoltare. O forse è più che buono.
Succede che tuoni contro tutti i vari "il rock è morto" o "negli anni 90 sì che c'era buona musica".
Succede che le reunion sono la tomba dell'amore.
Succede che cerchi sempre di trovare qualche giovane che ti sembri meritevole di essere seguito con passione.

Poi arrivano delle vecchie canaglie, che distruggono ogni tua certezza e rimani lì basito a pensare "certo che con loro è tutto un altro andare".
 
 

17 ottobre 2012

che stai a di'?

Anita ha una compagna di scuola cui è affezionatissima.
Si chiama Matilde, e si è trasferita da Roma a Milano durante l'estate.
La mamma era terrorizzata all'idea che entrasse in una classe dove si conoscevano tutti tranne lei.
Ma anche Anita non conosceva nessuno e si sono trovate vicine di banco. Così hanno iniziato a fare amicizia.

Matilde è molto vivace. Direi quasi iperagitata. Anita le sta dietro e si divertono come matte.
L'unico problema, e l'avrete capito dal titolo del post, è sentirsi apostrofare da una bambina di 6 anni con frasi tipo "papà, che stai a fa'?"
Sembra di far parte di una puntata dei Cesaroni.


12 ottobre 2012

indovina la citazione - 24

Film culto.
Indovinarlo al sesto indizio è troppo facile.


01 - I tempi di reazione sono importanti quindi ti prego, fai attenzione, devi rispondere rapidamente.

02 - "Tremito? Anch'io. Ce l'ho di brutto. Fa parte del business."
 "Io non sono nel business... Io sono il business."

03 - "Più umano dell'umano" è il nostro slogan.

04 - Dai, non fare lo stronzo, Deckard. Ho quattro lavori in pelle in giro per la città.

05 - Ho fatto delle cose discutibili. Cose per cui il Dio della biomeccanica non ti farebbe entrare in paradiso.

06 - Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.

09 ottobre 2012

biscotti senza uovo

Sabato ero a casa con la povera Elenina, costretta tra le mura domestiche da una convalescenza. Non sapevo bene cosa farle fare, così ho pensato di farla giocare con le formine.
Devo dire che la ragazza si è dimostrata particolarmente abile sia nello stendere la pasta, sia nel fare i biscotti con gli stampini. Alla fine le sembrava normale avere ottenuto dei biscotti buoni, cose che per me, invece, è stato un successo straordinario.

Elenina in azione


cosa vi serve
1 leccarda
1 forno
1 ciotola
1 mattarello
gli stampini per i biscotti
della carta forno

ingredienti
200 gr di farina
50 gr di farina di riso
50 ml di olio di semi
80 gr di zucchero
80 ml di latte
1 cucchiaio di miele
1/2 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
un po' di sale (se piace)

realizzazione
1 - Impastate tutti gli ingredienti dentro la ciotola, fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. 2 - Con il mattarello, stendete la pasta su un piano infarinato, fino a ottenere uno strato dello spessore di circa 1 centimetro.
3 - Prendete degli stampini e dividete il composto in tanti biscotti.
4 - Posizionare i biscotti sulla leccarda, coperta con la carta da forno.
5 - Infornate e lasciateli dentro il forno caldo per circa 8 minuti a una temperatura di 180°C.

il (sorprendente) risultato finale

04 ottobre 2012

the 2nd law

Difficile parlare del nuovo album dei Muse. Da una parte ci sono le aspettative nei confronti di uno dei dischi più attesi dell'anno; dall'altra quella sorta di fanatismo che ti fa digerire anche una scoreggia, se fatta dal tuo cantante preferito.
Come spesso mi accade, io sono in mezzo: non sono loro fan, però mi piacciono parecchio. Cercherò di essere più obiettivo possibile.
Passiamo all'ascolto.


L'album parte con "Supremacy", un brano estremamente "Bellamy style": etmosfere epiche, ampio respiro e musica in crescendo. E quindi, almeno per i primi 5 minuti, sono i Muse che conosciamo.

Con "Madness", primo singolo estratto dall'album, si comincia a intravedere qualcosa di diverso. La canzone che ha fatto storcere il naso a più di un fan, effettivamente ha una base elettronica da Depeche Mode e cori da Queen. Insomma, se siete tra quelli che auspicano un ritorno a "Origin of Simmetry", questi non sono i Muse che fanno per voi. A me, comunque, piace molto.

"Panic Station" sembra un brano di David Bowie: un funkettone elettronico con batteria basica ed arrangiamenti dei più svariegati (sezione fiati campionata?). Non mi fa proprio impazzire.

Siamo a "Prelude + Survival": qua Bellamy dà sfogo a tutti i suoi progetti di magnificenza operistica. Già dall'apertura si capisce che luilì ascolta musica classica, e non mi stupirei se un giorno o l'altro volesse scrivere una sinfonia. Certo che la finezza e la ricercatezza di Beethoven sono lontane. Ma comunque noi qua apprezziamo i tentativi, anche se un po' tamarri e autocelebrativi.

Con il trittico "Follow Me", "Animals" ed "Explorers" si torna a quelle atmosfere intime e malinconiche alla Muse, come nelle canzoni più struggenti di "Absolution". Sarà il periodo della mia vita, non lo so, ma a me queste canzoni piacciono così tanto da mandarmi quasi alle lacrime.

Anche "Big Freeze" sembra uscita "Absolution". E se consideriamo che è il mio disco preferito della band inglese, tiratene voi le conclusioni. La voce di Bellamy in questo brano raggiunge una tecnica e un'intensità emotiva a cui mi sembra non sia mai arrivata prima.

L'inizio di "Save Me" invece è quasi scioccante: di chi è questa voce? Beh, io lo so e forse lo sapete anche voi: Chris Wolstenholme, il bassista, ha rotto l'egemonia bellamyesca di autore e ha composto ben due brani per questo album. E li canta pure.
Il primo è appunto "Save Me", canzone carina, ma non molto di più.
Il secondo è la successiva "Liquid State", che risente maggiormente dell'esperienza Muse da parte di Wolstenholme. Non dico che sembra scritta da Bellamy, ma siamo lì lì.

Gli ultimi due pezzi del cd sembrano rispondere a un unico comune denominatore: prove tecniche di colonna sonora.
"The 2nd Law- Unsustainable", brano che compariva in un filmato/anteprima del disco - e che ha scatenato le ire dei fan storici della band -  sembra essere stata scritta per un film tipo Iron Man, vista la massiccia presenza di componenti elettronici.
La seguente "The 2nd Law- Isolated System", invece, è un brano molto più tranquillo e di ampio respiro, ma pur sempre brano strumentale, adatto a quei filmati tipo "Koyaanisqatsi".

Tanto per cercare di dare un senso a tutte le minchiate che ho scritto sopra, cerchiamo di riordinare le idee. È sicuramente un disco di buona fattura, come i Muse ci hanno abituato.
Penso che ci sarà la solita pioggia di fan delusi che li preferivano prima e che urleranno al sacrilegio perché il disco non risponde alle loro aspettative.

Ma a voi, signori Muse, che cazzo ve frega? Andate per la vostra strada e uscite pure dal seminato, che fate benissimo!
Detto questo, a me piace.

01 ottobre 2012

partito

È rimasto lì, immobile nella libreria, ancora fasciato nel suo cellophane, ad aspettarmi.
Per anni e anni. Non siamo sulla decina d'anni, ma ci andiamo vicino.
Ieri sera mi sono deciso, ho strappato la plastica e ho iniziato il primo libro.
Non so se riuscirò mai a finirlo.


28 settembre 2012

modello

Da oggi avete una ragione in più per farvi due sane risate: farò il modello.
Sì, sì, avete capito bene: proprio il modello.
Ma roba che mi metto mezzo biotto e mi riprendono con una telecamera, con tanto di troupe, costumista e tutto.
Cioè, stiamo parlando di una produzione pubblicitaria di migliaia di euro.
E il modello sono io.

Lo so, lo so, siete lì che vi state chiedendo "dov'è la gabola? com'è possibile abbiano scelto lui come modello?".
La questione è molto semplice: serve un cinquantenne in forma.
Io sono un quarantenne fuori forma, ma come cinquantenne vado benissimo!

E non crediate di potermi riconoscere, per prendermi in giro, perché in viso non mi si vede.
Anche perché altrimenti non l'avrei fatto. Non per questioni ideologiche, eh!
Ma perché non mi avrebbero mai preso. Di viso sono ancora un ragazzino.
O quasi.



hey, questo qua sopra non sono io, eh!

23 settembre 2012

poetessa

Elena, uscendo dal bagno: "Papà, ho fatto un legnetto dal sedere".
(un modo un po' originale per dire "ho fatto la cacca")


20 settembre 2012

nel caos della regione Lazio

Parlo poco volentieri di politica su questo blog.
Non che non mi interessi, eh! Solo che c'è gente che ne sa molto più di me e ne scrive molto meglio di me, quindi spesso evito il discorso in toto.
Oggi farò solo un accenno alla politica, per parlare in realtà di un'attitudine che mi fa arrabbiare come poche altre.

Da qualche giorno si è sollevato un polverone pazzesco sulla regione Lazio e sulla sua scellerata gestione delle risorse economiche: pranzi pantagruelici, auto blu (alcuni addirittura ce ne hanno due) e festini vari, tutto a spese dei contribuenti.

A parte che questa gente sarebbe da prendere a calci in culo da Roma fino alla Sicilia e poi imbarcarli su una nave e mandarli a guadagnarsi da vivere in un altro paese, vorrei soffermarmi in particolare su uno di loro.
Uno che, accusato, sostiene che - per amor di dio - lui festini non ne ha mai visti e non ci ha mai partecipato. Peccato che poi spuntino delle foto che invece lo ritraggono vestito da Ulisse in un mega party organizzato proprio da lui.

Ora: che lui sia innocente o colpevole non me ne frega niente. Se l'ha pagato di tasca sua o ha rubato i soldi a suo fratello non sono cose che mi competono.
Quello che mi fa incazzare come una bestia è sentirsi presi per il culo: "Festini io? non sia mai!". E poi non è che ne aveva partecipato a uno solo, magari controvoglia, trascinato da un collega.
No, ne aveva organizzato uno lui in grande stile!
Ma questa gente la vergogna proprio non sa che cosa sia.

Ecco, a lui e a tutti quelli come lui io farei mangiare un bel piatto di merda fumante.
Consentitemi una piccola legge del contrappasso: hai detto una caterva di cagate non vere sostenendole, quasi offeso? Adesso te le rimangi tutte.
Tutto questo dopo i calci in culo, ovviamente.
Quelli sono a prescindere.

19 settembre 2012

fuori uno


Ricordo ancora la fatidica domanda che si poneva Richard Bach, dopo che "Il Gabbiano Jonathan Livingstone" era diventato un best seller mondiale: che cosa dopo "il gabbiano"?
Cosa fare dopo che hai scritto qualcosa che meglio di quella non ti riuscirà niente?

Nel 2004 i Green Day incisero "American Idiot", che sembrava essere la loro opera definitiva.
Poi, miracolosamente, nel 2009 con "21st century breakdown" sono riusciti a fare un disco all'altezza del precedente. Qualcuno (o forse solo io) dice che addirittura fosse meglio.
E poi? Beh, poi è difficile. Dopo aver pubblicato due masterpieces è molto difficile.


Eccoli quindi di nuovo alla ribalta con un'altra novità: un disco triplo, o forse sarebbe meglio dire tre dischi dalle uscite consecutive, dai titoli fin troppo semplici di "Uno!" "Dos!" e "Tre!".
Parlando con l'amico Samuele, che si informa più di me sulle vicende musicali, vengo a sapere che "nel primo ci sono pezzi alla dookie/insomniac, nel secondo alla foxboro hottubes e nel terzo alla american idiot/21st".

Ed effettivamente, appena parte "Nuclear family", prima traccia di "Uno!" l'impressione è quella di scivolare indietro di vent'anni nella storia della band californiana.
Il disco è composto da una serie di bei pezzi sufficientemente "tirati", dove le uniche due canzoni che stonano sono "Oh Love" (la più brutta del cd) e "Kill the Dj", i due pezzi scelti come singoli.
Misteri dell'industria discografica.

In sunto, comunque è un disco carino, un po' leggero. Classico spartiacque che deluderà i fan e piacerà a chi invece si aspetta poco o nulla. Perché loro - lo sappiamo bene - sono bravi.
Sono sempre le aspettative che fregano.


18 settembre 2012

puro rock

Cos'è il rock, esattamente? Non lo so, però ci sono tante di quelle definizioni derivate da esso (indie rock, alt rock, progressive rock, ecc.) che la semplice parola "rock" mi catapulta indietro di decenni.
Evoca Hendrix, gli Stones, fa pensare a Woodstock.
E non esagero se dico che i Rival Sons sembrano usciti da quell'epoca.

Ne parlai già l'anno scorso, quando uscì "Pressure and Time", è vero.
E in linea di massima la loro linea melodica è la stessa, anche nel nuovo "Head Down".

Quello che c'è di differenza è che qua c'è una leggera vena progressive che spunta verso la fine del disco. Forse che forse i ragazzi cercano di dare una piccola evoluzione alla loro musica, pur rimanendo sempre nell'ambito della musica degli anni '70.
Inoltre ho trovato che la voce di Jay Buchanan sia migliorata rispetto all'album precedente.

Comunque sia, anche quest'anno ce li godiamo.
E tra un mesetto li vedo pure in concerto. Non vedo l'ora.

10 settembre 2012

si comincia

Primo giorno di scuola elementare per Anita.
Lei tranquillissima, un po' emozionata e molto contenta.
Io mi sento terribilmente vecchio.


09 settembre 2012

trifesta

Oggi abbiamo fatto la terza festa di compleanno di Anita.
Ne abbiamo fatta una a luglio, insieme alla mia famiglia (Stefano, il cuginetto compie gli anni a fine luglio).
Poi l'abbiamo ri-festeggiata il giorno giusto, che è il 4 agosto.
Peccato che fosse giorno di spostamento in Umbria, quindi il tutto si è ridotto a una torta e a dei bastoncini di magnesio.
Oggi, infine, quella con le compagne dell'asilo che da domani, in cui inizia la scuola elementare, non vedrà più o quasi, visto che è l'unica bambina della sua ex classe che farà il "modulo" (ovvero solo 2 pomeriggi alla settimana trascorsi a scuola).


in foto: Elena e Anita che giocano coi bastoncini di magnesio, il 4 agosto.
Loro non si vedono, ma vi assicuro che ci sono.

07 settembre 2012

disamoramento

Ogni anno che passa seguo sempre di meno il calcio. Come se non bastasse la pletora di impegni a cui la mia vita di genitore mi sottopone, che è il deterrente principale di qualsiasi attività di svago, diversi fattori aumentano il distacco tra me e lo sport più popolare.

La prima, e più importante è che il calcio è diventato noioso.
Ci sono tre grandi squadre (Milan, Juve, Inter) che giocano un altro campionato rispetto a tutte le altre. Come una volta da bambino, se la tua squadra giocava in una serie minore, ti chiedevano "ma in serie A chi tifi?", così adesso puoi dire che parteggi per Genoa o Lazio o Parma e ragionevolemente uno potrebbe chiederti la stessa cosa.
Tre squadre che cannibalizzano tutti i media e il marketing (solo a Roma penso sia diverso). Basti pensare che in un negozio sportivo in Liguria ho trovato le tre maglie delle squadre sopra menzionate e non ho trovato ne' quella del Genoa ne' quella della Sampdoria. Tanto per darvi un'idea.

Inoltre sono tre squadre che dispongono di un budget nettamente superiore rispetto alle altre. Per cui, se il Genoa (mia squadra del cuore) ha un giocatore che gioca bene, siamo quasi certi che a Gennaio sarà acquistato da una delle "big" (se già non ne è proprietaria, sia chiaro). Una volta si aveva almeno la decenza di arrivare a fine stagione; adesso non più (basti pensare al "caso Samp" di due anni fa: squadra di metà classifica, con ambizione europee; a Gennaio hanno venduto Cassano al Milan e Pazzini all'Inter e sono retrocessi in B).

Tutto questo per farvi capire che finché c'è Juve-Inter si parla di un tipo di calcio. Quando c'è Catania-Pescara invece che c'è da vedere? Partite di una noia mortale. Due anni fa sono andato insieme a mio cognato a vedere Genoa-Livorno allo stadio: se mi portavo la settimana enigmistica era meglio.

Considerate inoltre che a maggio ho letto "Nel fango del dio pallone", un libro che fa crollare gli entusiasmi del più sfegatato dei tifosi.

Ma uno spiraglio c'è.
C'è ancora un motivo che la domenica sera mi porta a sbirciare i risultati.
C'è ancora un ultimo lumicino di speranza, che potrebbe dare un senso a questo sport.

Lui:


04 settembre 2012

genio e regolatezza

La cosa che mi fa amare tantissimo Newton Faulkner è che, nonostante lui sia un chitarrista con un talento fuori dal comune, non intride i suoi dischi di virtuosismi inascoltabili.
Per cui, nel suo terzo disco "Write it on your Skin", così come nei due precedenti, potete ascoltare della musica folk/rock di ottima fattura, scritta da un uomo che fortunatamente non ha fatto del suo talento la sua schiavitù.

Eppoi lui è un tipo simpatico. Lo vedo anche da quello che scrive sulla sua pagina Facebook, per quello che può valere.



30 agosto 2012

hot cakes

Il nuovo disco dei Darkness è una bomba.
Per chi non si è mai interessato troppo alla storia della band inglese, bisogna sapere che sono passati 7 anni dal precedente "One way ticket to Hell... and back" (che mi piacque).
Sette anni in cui è successo un po' di tutto: prima si sono sciolti a causa di problemi - dicono - di droga di Justin Hawkins (frontman e cantante del gruppo); poi dalle ceneri sono nate nuove band; intanto Justin, una volta riabilitato, ha tentato la carriera solista.

Insomma, quel che ci importa è che adesso siano tornati.
O meglio: a me importa, visto che sono stato un loro (seppur tiepido) fan.
E se voi che state leggendo siete stati fan come me, o anche solo li ascoltavate e vi piaciucchiavano, beh, allora non perdetevi questo disco.



Gli elementi portanti sono gli stessi di prima: un discreto hard rock, con una strizzatina d'occhio al pop, bei riff di chitarra (in un paio di brani l'incipit sembra opera degli AC/DC) e soprattutto la presenza eclettica di Justin Hawkins e del suo falsetto che fa sembrare sempre tutto un gioco.
In effetti è questo che mi è sempre piaciuto dei Darkness: mi divertono.

E se fino a qua ancora non vi ho incuriosito, sappiate che nel disco c'è pure spazio per una bellissima versione di "Street Spirit (fade out)" dei Radiohead e nell'ultima traccia "Cannonball" (forse la mia canzone preferita insieme a "with a Woman") compare nientepopodimenoche Ian Anderson, leader dei Jethro Tull, col suo flauto magico.

E per chi non li conoscesse, guardatevi il video, appena uscito, del secondo singolo estratto dall'album. Dice molto della band.


28 agosto 2012

di me e dei miei segnali di senilità precoce

Tornando dalle ferie ho una certezza: sto invecchiando.
No, non è perché non ho più il fisico per le nottate; non è neanche per i capelli bianchi; e neanche perché mi metto in riva al mare, con i piedi a mollo, dicendo "ai miei tempi..."
Sono tutte cose che non mi appartengono. Vabbè, a parte i (pochi) capelli bianchi che hanno già fatto capolino ai lati del mio cranio.

La mia deduzione si basa principalmente su due elementi.

Il primo è l'insonnia.
Cioè: ho sempre sofferto di insonnia, ma la cosa inizia a farsi seria, perché ormai non riesco a dormire se non in condizioni superfavorevoli.
La notte tra il 14 e il 15 agosto per esempio, l'abbiamo passata in tenda, a Lurisia, nel prato davanti alla casa di mia cugina Federica e di suo marito Bruno. Era tale il disagio nel dormire in 4 nella stessa tenda, con sistemazioni di fortuna (non avevamo ne' sacchi a pelo, ne' i materassini da mettere sotto) che la mia insonnia a un certo punto si è trasformata in una sorta di claustrofobia. Mi sembrava di impazzire.
Ho dovuto uscire dalla tenda un paio di volte, da quanto il nervosismo mi stava lacerando.

Quando - verso le 4 - ormai avevo perso ogni speranza di addormentarmi e mi sono rassegnato a passare la notte osservando le mie tre donzelle dormire, finalmente Morfeo mi ha accolto tra le sue braccia.
Ah, direte voi, ma allora è solo una questione di testa!
Grazie, lo so anch'io. Ma, come viene detto nel film "Le conseguenze dell'amore" di Sorrentino, "chi soffre d'insonnia ha un'unica ossessione: addormentarsi."
E vi assicuro che questa ossessione è in grado di portarvi a vette incredibili. E indesiderate, ovviamente.

Il secondo elemento, invece, è la solitudine
D'estate passo alcune settimane da solo, raggiungendo la famiglia al mare solo nei weekend. I primi anni in cui godevo di questa libertà non avevo una serata libera: programmavo con largo anticipo partite a calcetto, cinema e serate con gli amici.
Ultimamente invece voglio unicamente stare da solo. Sarà per la stanchezza, chissà. Però voglio stare da solo. E passo le mie serate in casa, magari guardando un film o qualche serie tv (in questi giorni sono presissimo da Games of Thrones).
Ed è una cosa che "non è da me".

Se poi consideriamo che solitamente con l'età si peggiora, beh, mi immagino che da ora in avanti sarà sempre più così.
Riguardo all'insonnia, invece, ho abbandonato le speranze di tornare "normale" già da tempo.


in foto: Elena mentre dorme beata in tenda. Almeno lei.

02 agosto 2012

è il 2 agosto e tutto va bene

Sembra incredibile: domani sera parto per le ferie e sono tranquillo.
Solitamente 2/3 giorni prima delle ferie mi verrebbe voglia di rimandare la partenza di una settimana, da quante cose ho da fare; invece quest'anno sono tranquillo.

Che non vuol dire che non ho niente da fare, eh! Ho detto che sono tranquillo.
Il mio bell'elenco - che una volta appuntavo su carta ma che ho perso troppe volte, quindi adesso me lo scrivo sull'aifòun - ce l'ho comunque ed è ben nutrito.

Quasi pronto per la partenza. Quasi.