20 luglio 2011

nostalgia vampiresca

Anche senza i suoi Bauhaus, Peter Murphy è vivo. Vivo e vegeto, direi, visto che ha appena sfornato il suo nono ("Ninth", appunto) disco solista.

Come fare a descrivere un album così? Posso sicuramente dire che si tratta di un disco che trasuda esperienza vissuta ad ogni traccia. È tutto reale, vero, sentito, intimista.
Ed è straordinariamente rock. Un rock con diverse influenze, tutte attinenti alla storia personale di Mr Murphy. C'è dentro del glam-rock, della new wave, del post-punk e quant'altro ancora. Il tutto tenuto insieme dalla sua magnifica voce.

Insomma, è roba per dinosauri, ma si tratta di roba buona.

19 luglio 2011

mostri

I Battles sono dei mostri. Dei mostri di bravura, s'intende. Nonostante la dipartita di Tyondai Braxton, forse l'elemento più talentuoso della formazione iniziale, anche il loro secondo disco, "Gloss Drop", è di una bellezza sconvolgente.

Chiariamoci: è musica per chi si intende di musica. Ma con questo non è che voglio tirarmela, dicendo che io lo posso ascoltare e voi no. Lo dico perché, se qualcuno non li conoscesse, è giusto avvisare che non stiamo parlando di musica easy listening.

I Battles, sono dei mostri di bravura e nei loro dischi questa cosa si fa sentire. Per orecchie non avvezze a visrtuosismi vari potrebbero sembrare persino indigesti. Io per esempio ho avuto un po' di difficoltà con la loro opera prima, "Mirrored".

Con questo seconda uscita non ho ancora capito se sono io che mi sono abituato alle loro sonorità o se sono loro che, a detta di molti, hanno fatto un disco più "facile", quasi allegro.
Fatto sta che "Gloss Drop" è una meraviglia per le orecchie.

17 luglio 2011

dei bimbi e della loro educazione

Chi era bambino negli anni 70 si ricorda sicuramente di quei poster orribili che raffiguravano scimmie intente a fare cose tipicamente "umane". Tipo scimmia in giacca e cravatta che si atteggia da broker; scimmia vestita come Humprey Bogart, seduta dietro una scrivania da detective, ecc. A me (complice la mia passione per il calcio) ne avevano regalato uno con una scimmia vestita da arbitro che sventolava un cartellino rosso.

Ecco, non fosse stato sufficiente l'aggettivo "orribili" nella prima frase, a me quei poster mi hanno sempre fatto schifo. Ma più che schifo forse dovrei dire che mi facevano pena quelle povere scimmie così conciate. Intente a fare qualcosa che sicuramente non era nei loro desideri.



Facciamo un salto spaziotemporale e arriviamo allo stadio di San Siro, 3 anni fa. Concerto di Springsteen. Stadio gremito, io, insieme all'amico Monty, in mezzo al pubblico, a cantare e scherzare.
A un certo punto mi cade l'occhio su un tizio che porta sulle spalle un bambino (presumibilmente suo figlio) di 3/4 anni, non di più. Mi scende la mandibola a terra e rimango a bocca aperta.
E mi domando: ma chi può essere così imbecille da portarsi un bambino così piccolo a un concerto del genere?
Riformulando la domanda: oh tu, genitore incosciente, perché devi sottoporre tuo figlio a un tale bombardamento di decibel e tenerlo in mezzo a una bolgia fino a mezzanotte, peraltro, per vedere una cosa di cui si ricorderà poco o - più probabilmente - nulla?

Le risposte che mi sono venute in mente sono due:
1 - (poco probabile) tuo figlio ti ha chiesto di portarlo a un concerto e tu l'hai portato proprio a quello. Il che significa che: la natura ti ha dotato di intelligenza scarsa. Punto e a capo.
2 - (purtroppo più probabile) hai voluto "fare il pazzesco" (come si dice a Genova) e portare tuo figlio a vedere un concerto del tuo cantante preferito per poi poter dire agli amici "ma sai che ho portato mio figlio al concerto del Boss?"
Il che significa che: non pensi al bene di tuo figlio; pensi solo al tuo interesse personale e lo tratti come tratteresti una scimmia ammaestrata.

Ma tutto questo per dire che cosa?
Recentemente stavo discutendo con alcuni amici su cosa sia giusto insegnare o non insegnare ai bambini. In queste discussioni faccio sempre la figura dell'integralista islamico o, forse peggio, di quello che vuole i figli perfetti che dicono sempre "sissisgnore".

In realtà non è così. Molto più semplicemente rimango perplesso di fronte ad alcuni genitori che usano i figli come una cosa da mostrare e gli impongono quelle che secondo me sono delle forzature: dalla maglietta del Milan fatta indossare al bambino di tre mesi (giuro!, visto ieri) al fare ascoltare le canzoni/sinfonia dei Genesis (anche questa è vera, giuro bis!) per poi potersi vantare dicendo che "sai, i miei figli ascoltano Selling England by the Pound".
Ultimo esempio (giuro tris!) bambini che vengono trattati come adulti e che si pretende da loro - appunto - un atteggiamento da adulti.

Per carità, non sono cose gravi. Lo so che c'è di peggio. Ma una cosa che mi lascia perplesso è l'uso (sì, proprio "l'uso") che i genitori fanno dei propri figli.
Ma che è? Siete così frustrati da riporre nei vostri figli così tante aspettative?
Ma ci pensate al loro bene?

Non sono certo un genitore perfetto, ma cerco sempre di agire con razionalità e mosso soprattutto dal sacro fuoco del buonsenso. Quello che manca a tanta gente. Ma tanta, eh!

15 luglio 2011

anice

Ho appena finito di leggere il post di Angelo sul mistero che attanaglia i fan del ghiacciolo all'anice: perché nei cartoni da 50 ghiaccioli che riforniscono i bar ce ne sono solo due all'anice?

Beh, posso assicurare che è così: ce ne sono veramente due di numero. Chi mi conosce da tempo sa che, in età da liceo, ho più volte fatto il barista (o un altro tra i tanti mestieri stagionali) per guadagnarmi quattro lire, come molti ragazzi di Celle Ligure fanno.

E quando mi capitava di fare il "cambio di cartone" dei ghiaccioli nel frigo, ovvero quel momento in cui ne rimangono meno di dieci e devi aprire un'altra confezione, mi capitava sovente che i due ghiaccioli all'anice fossero ancora lì, intonsi e incuranti del mondo circostante.

Ed essendo io una persona molto ligia al dovere, che non si è mai sognata di sottrarre con l'inganno nulla a nessun datore di lavoro, mi sentivo in pace con me stesso se, in un momento di pausa, mi mangiavo un ghiacciolo all'anice.
Il piacere personale si intersecava con una strana forma di ordine mondiale per cui dovevo rimettere in pari l'equilibrio dei ghiaccioli presenti nel frigo.

Beh, che ci crediate o no, al tempo non impazzivo per il ghiacciolo all'anice. Ma da allora non desidero altro gusto.

08 luglio 2011

aspettando un segno

Non che io sia appassionato di gossip, però si chiacchierava con gli amici dinosauri della separazione di Ben Harper da Laura Dern come di una speranza di risentire lo zio Ben tornare ai vecchi fasti che tanto ce lo avevano fatto amare.

Tornare ad ascoltare canzoni emotivamente forti come "Roses from my friends" è pretendere troppo, però ci si spera sempre.
Pensavamo che fosse uno come noi, bollito dietro ad una donna che gli ha fatto perdere il senno. Una cosa che può capitare a chiunque.
Insomma, Ben, dacci un cenno. Facci capire che hai avuto una brutta parentesi da dopo il "Live from Mars", ma che adesso ti sei risvegliato.

Beh, dispiace deludervi, ma non è così. È come succede da un po' di anni a questa parte, ovvero che il disco in se' non è neanche brutto. Ma di "Glory and Consequence", manco mezza. Di "Ground on down" manco l'ombra.
E, ironia della sorte, una delle poche canzoni che si salvano, si chiama "Waiting on a Sign". Che fai, Ben, ci pigghi pure pou culu?

07 luglio 2011

nei tuoi panni

È incredibile: le persone che dicono "mettiti nei miei panni" sono quelle che di solito si mettono meno nei panni degli altri.
Fateci caso.

30 giugno 2011

la TAV in Val di Susa

Certe volte le persone si chiedono come sia possibile che certe guerre durino 20 anni. E se succedesse solo perché le persone si fossilizzano sulle proprie posizioni, quando in realtà nessuna delle due fazioni ha pienamente ragione o torto?
Pensavo a questo in seguito agli ennesimi che si scontri tra comitato "no TAV" e forze dell'ordine, in Val di Susa. Sia chiaro: è un punto di vista di un "esterno", di uno che non ha mai approfondito più di tanto l'argomento, eh! Quindi perdonate l'eventuali banalità che leggerete.

Facendo un piccolo passo indietro: la TAV (linea per il Trano ad Alta Velocità) fa parte di una rete di trasporti europei decisi eoni fa. La linea ferroviaria Torino-Lione, uno dei succitati trasporti, dovrebbe passare dalla Val di Susa.

Secondo me il governo sbaglia perché:
1 - queste cose sono state decise troppo tempo fa e non è stato chiesto un consenso popolare per questo lavoro; cosa che in un paese civile sarebbe stato opportuno fare.
2 - tutta 'sta marea di soldi potrebbero essere usati meglio, tipo potenziare il sistema ferroviario nazionale; chiedere ai vari pendolari, per conferma.

Secondo me il comitato no-TAV sbaglia perché:
1 - che ti piaccia o no, se una cosa è stata decisa dai governi (che teoricamente dovrebbero avere in mente il bene della collettività; se non altro quelli europei, dai!) vuol dire che c'è un progetto di miglioramento della vita comune.
2 - comme se dixe a Zena, son tutti bulicci col culo degli altri. O meglio: la TAV passa sotto casa tua? eh, ciccio, mi dispiace, ma può succedere. Son sicuro che se passava sotto casa di un altro non protestavi alla stessa maniera. Quando hanno costruito Malpensa, pensi che i bustocchi (abitanti di Busto Arsizio) fossero contenti? Quindi, cerchiamo di avere un minimo il senso della collettività e non del proprio orticello.

In sunto: secondo me entrambe le fazioni non hanno del tutto ragione e non hanno del tutto torto. E quindi?
Niente, a me sembra il classico caso in cui tutti perderanno.
Ma potrei sbagliarmi e aver detto delle grosse scemate. Se avete idee o link ad articoli particolarmente illuminanti, siete gentilmente pregati di aiutarmi a capire meglio la situazione.

29 giugno 2011

back to the 70's and back

Impressionante debutto dei Rival Sons, rock band americana: questo Pressure and Time è un disco che rocchenrolleggia di brutto.

La base è decisamente la musica anni 70 e, se dobbiamo identificare un gruppo di riferimento, il primo che viene in mente sono sicuramente i Led Zeppelin. Basta sentire il primo singolo, nonché title track dell'album per gridare quasi al plagio.

Ma è tutto il r'n'r anni settanta a venire saccheggiato (bene) abbondantemente. "Gipsy Heart" ha echi Hendrixiani, "White Noise" sembra un pezzo degli Who, "Save Me" ha un incipit che potrebbe essere un brano dei primi AC/DC e "Burn Down Los Angeles" non sfigurerebbe in un album dei Doors.

Ma quel che conta è: il risultato è supergodibile. Un disco da non perdere.

26 giugno 2011

Malinconolba - part one

L'anno scorso, dopo 12 anni di permanenza, i miei genitori hanno deciso di "abbandonare" la casa di Olba alla Marasca per una serie di motivi pratici e io non sono mai riuscito a dedicarle il giusto tributo sul mio blog.
Questa sera finalmente mi fermo e dedico un po' di tempo a lei, a quella casa, simbolo di bellissimi momenti e di avvenimenti importanti. Mi sento di doverglielo. Ho voglia di farlo.

Era il 1998 ed era d'inverno, mi ricordo benissimo. La nostra famiglia trascorreva da sempre le vacanze estive a Olba, nella zona del paese chiamata Ferriera: un nucleo di una quindicina di case, frequentate da gente che si conosce da una vita o quasi.
Una piccola precisazione: non è esatto dire "la nostra famiglia", in realtà. Per alcuni anni siamo andati tutti. Poi, coll'avanzare dell'età, noi ragazzi rimanevamo a Celle, a fare lavori estivi, e quindi erano i miei genitori a trascorre i canonici mesi di luglio e agosto a Olba, dove noi compivamo sporadiche apparizioni per non più d'un paio di giorni.

Dicevo: era il 1998 ed era d'inverno. Sono quasi sicuro che fosse gennaio. Mio padre insistette perché io l'accompagnassi a Olba per vedere "una casa nuova". Il mio interesse era pari allo zero, ma avevo ormai valicato quello snodo della vita in cui inizi a compiere delle azioni solo per far piacere ai tuoi genitori. E lo accompagnai. E c'era anche mia madre.

Arrivammo a quella casa e io non capivo: perché così lontano dal centro del paese? perché così isolata? perché così grande? Come detto, in generale erano i miei genitori ad andarci, quindi assecondai l'entusiasmo di mio padre senza fare troppe domande. E senza sapere ciò che quella casa sperduta in mezzo al bosco avrebbe rappresentato per me.


foto: io e mio papà nell'estate del 1998. Mio papà aveva ancora tutti i capelli neri; ma so che non sono i suoi capelli che state guardando.

24 giugno 2011

aifòun

E così finalmente sono passato al lato oscuro della forza: anch'io adesso posseggo un iPhone.
Me l'ha regalato Dalia per il mio compleanno. Che in realtà il mio compleanno è lunedì prossimo, però essendo lei partita per il mare martedì, mi ha fatto il regalo in anticipo.

L'oggetto in se' è fighissimo e a poco a poco comincerò a scoprire le varie funzionalità, oltre a quelle basiche che già uso. Già ieri sera, nell'attesa del cinema, mi ci sono divertito un po'.
Temo che sia uno di quei "punti di non ritorno" che prima o poi tutti dobbiamo affrontare, come è successo con il computer prima e il telefonino dopo.

E non fate quella faccia da "io non ci penso neanche per sogno" perché mi sa che prima o poi dovrete farci i conti anche voi. Blackberry, Android o iPhone che sia, passate al lato oscuro.

23 giugno 2011

Cava Zanzara

Ieri sera ennesimo concerto ministrico, questa volta nella cornice scenica di Cava Manara, in provincia di Pavia.
Come sempre, live act a livelli di coinvolgimento altissimi.
Loro, nonostante il susseguirsi di date, in forma smagliante.

Abbiamo rischiato di essere prima divorati dalle zanzare e poi di perire nel pogo feroce, ma tutto sommato siamo usciti vivi e stancamente felici.
Molto gradito il ritorno in scaletta di "Vicenza (la voglio anch'io una base a)", anche se a scapito di "Brucia".

I Minsitri si confermano delle macchine da palco. Epico il finale con Divi che annuncia "io mi sono rotto il cazzo (testuale) di suonare il basso, chi è che viene a suonare al posto mio?" e conseguente arruolaggio di un volontario del pubblico per suonare il finale di "Abituarsi alla fine".


in foto: la scaletta del concerto, debitamente rubata a palco smontante

22 giugno 2011

barock

Come probabilmente ho già detto, c'è sempre una piccola vena di piacere quando ascolti per la prima volta il nuovo album di un artista che ti piace. Ne riconosci la voce, le sonorità e la costruzione musicale.

Per questo motivo il nuovo album di Patrick Wolf mi piace già dal primo ascolto, tanto mi era piaciuto l'album prececente.
Lupercalia, questo il titolo, è meno elettronico e più barocco del precedente, ma non in modo troppo pomposo o stancante. Oserei dire che sembra un album più maturo dei precedenti, benché "maturo" non sia una parola che spiega molto.

Tanto pianoforte, tanti archi, tanta melodia e tanto pathos: io amo questo ragazzo.

21 giugno 2011

cani sciolti

Posso dirlo? (domanda retorica, dal momento che il blog è mio personale, quindi posso dire un po' quel cazzo che voglio) Lo dico comunque: a me il tanto osannato album d'esordio de "i Cani" mi fa abbastanza cagare.

Potrei anche finirla qua, ma uno dice "spiega almeno il perché" e io cercherò di mettere insieme quella serie di sensazioni che a pelle mi fanno giudicare preventivamente questo album. Sì, sì: ho detto preventivamente.
Cioè: io l'album l'ho anche ascoltato, ma mi stava già sulle palle prima di ascoltarlo.
Innanzitutto il titolo: "il sorprendente album d'esordio dei Cani" mi ricorda un po' "L'opera struggente di un formidabile genio", libro pseudoautobiografico di Dave Eggers che non era ne' struggente (l'opera) ne' formidabile (lui).
In pratica solo un bel giochino per creare rumore attorno a un album di una (one man) band esordiente.

In seconda battuta il battage pubblicitario che la rete ha sparso su questo ciddì. Prima ancora che uscisse sembrava già di trovarsi di fronte a dei fenomeni, che poi appunto è uno solo ma vabbè.
E a me 'ste cose un po' mi urtano, devo essere sincero.

Poi al primo ascolto la questione si aggrava. Si intanto perché luilì ha la stessa voce di quello dei Baustelle, o almeno così a me sembra.
E poi i testi: sarebbero anche originali se non fossero appena passati sotto l'italico sole band quali "le Luci della Centrale elettrica" o gli "Offlaga Disco Pax" o (nel migliore dei casi) Max Gazzè.
Che poi qualche testo non mi dispiace anche, specie quelli che contengono un po' di ironia. Quando sono troppo seri (e di conseguenza troppo snob) mi urtano.

Insomma: non mi piace. Si era capito?


19 giugno 2011

Addio Big Man

Clarence Clemons non c’è più e per chi ama il sax questa è una perdita grave. I quarantenni lo associano da sempre a Bruce Springsteen (come dimenticare la copertina di Born to Run, mio primo disco del Boss?), ma la sua carriera è costellata da collaborazioni con Grateful Dead, Ringo Starr All Star Band, Aretha Franklin, Roy Orbison, Jackson Browne e tanti altri.

Ma quella che le batte tutte è l'ultima: quella con Lady Gaga. Ha suonato con lei in Edge of Glory, anche dal vivo, alla finale di American Idol 2011.
E per chi vi scrive, questo è un complimento. Non perché io ami Lady Gaga, ma perché amo le persone che non si pongono limiti, specie in campo musicale.

16 giugno 2011

inventori di bar

Stamattina, portando Anita a scuola.

Anita: "Papà, perché il bar oggi è chiuso"
Io: "Non lo so, fammi vedere. Ah, ecco: c'è scritto "Chiuso per inventario""
Anita: "e cosa inventano lì dentro?"

14 giugno 2011

in questi ultimi giorni

Ho visto Piazza Duomo piena di gente, senza bandiere, vestita di arancione.
Ho visto un automobilista fare un piccolo incidente con uno scooter e poi scendere dalla macchina dichiarando apertamente "scusami: ho fatto una cazzata".
Ho visto una signora arrogante e antipatica, che cercava di saltare la coda per prendere un pollo da Giannasi, venire irrisa dalle altre persone con la seguente frase "probabilmente non ha votato Pisapia".
Ho visto un Audi, parcheggiata nel parcheggio adibito alle bici, subire il giusto trattamento che meritava da parte di un ciclista.
Ho visto persone in coda per votare al referendum che si scambiavano sorrisi complici, pur non essendo conoscenti.

Ho visto parecchie cose, da quando Pisapia è stato nominato sindaco di Milano; molte delle quali positive e incoraggianti. Non so cosa succederà nei prossimi mesi/anni.
So solo che una città che molti considerano ostile e gelida, in questi ultimi tempi sembra diventare accogliente.
Non sembra la città di pochi sbruffoni, ma la città di tutti.
Voglio che questo sogno continui.


in foto: "ah, sì? parcheggi l'auto al posto delle bici?
Beh, io la bici ce la metto lo stesso".

12 giugno 2011

sul cucuzzolo della montagna

Addio al celibato di Carlo, sul Monte Bianco.
Due bei giorni, ma anche una grande fatica muscolare.
Bello bellissimo.

07 giugno 2011

indovina la citazione - 17

01 - Che dice il matusa volante?
- Che lo manda il Signore.
- Su una moto Suzuki?

02 - Il gruppo è questo?
- Sì.
- Allora gli U2 si cagheranno sotto.

03 - Elvis non è soul.
- Elvis è Dio.
- Non ce lo vedio Dio con la pancia e l'occhio strafatto a cantare "My way" a Las Vegas.

04 - Gli irlandesi sono i più negri d'Europa. I dublinesi sono i più negri d'Irlanda. E noi di periferia siamo i più negri di Dublino. Quindi ripetete con me ad alta voce: sono un negro e me ne vanto.

05 - Siete lavoratori giusto?
- Beh, se ci fosse il lavoro.
- La vostra musica deve ricordare l'ambiente, le famiglie da cui venite. Deve parlare il linguaggio di strada. Deve parlare di fatica e di sesso. Niente canzoncine smielate del tipo "tienimi stretta a te tutta la notte", capito? Deve parlare di corpi, pomiciate, cosce, lingue, scopate, tette!
- Magari! E che musica è questa?
- Il soul.

02 giugno 2011

Praga dolce Praga

Da quando siamo tornati dalla nostra mini-vacanza, capita abbastanza spesso che Elena, se contrariata per un qualsiasi motivo metta su il broncio, incroci le braccia e dica: "Voglio tornare a Praga".

Come darle torto? cosa c'è di meglio per un bambino che avere i genitori tutti per se' tutto il giorno e sentire nell'aria quella sensazione "di festa" che solo le vacanze ti danno?
Ci tornerei anch'io.


Elena in uno dei parchi della capitale ceca.

29 maggio 2011

26 maggio 2011

l'Alanis innamorata

L'Alanis mi si è innamorata. Cioè, ma ve la ricordate in "You oughta know" (pezzo con un tiro memorabile grazie agli strabordanti Flea e Dave Navarro) che tira saracchi dietro al proprio ex?
Ok, avete ragione: nel frattempo è andata in India, ha trovato una sua spiritualità e tutto, però cara la mia Alanis, belin, un conto è la spiritualità, un conto è il romanticismo mieloso.

Nel caso non lo sapeste, la Morissette l'anno scorso mi si è sposata con tale Mario Suevele Treadway, un rapper (capito? un rapper!) americano. E a distanza di un anno, mi esce con 'sta nuova canzone "into a King" che sarebbe considerata insopportabilmente romantica se la cantasse la Pausini, figuriamoci cantata da una che ha nel passato canzoni come "You oughta know".

Quindi la canzone fa schifo?
No, è bellissima, maledizione a lei e alla sua bravura.
E alla sua voce meravigliosa.

25 maggio 2011

di tutto un pop

È uscito il nuovo disco dei Tv on the Radio.
Sarà che loro sono di New York (per la precisione di Brooklyn), probabilmente la città più internazionale che esista, sarà che questo gruppo che ha in se' e nei suoi componenti diverse estrazioni, il risultato qual è?

Una decina di tracce intrise di melodie Pop, Rock, Hip Hop ed Elettronica che ben si mescolano con una voce in qualche modo vicina al Soul (a me ricorda quella dei Bloc Party, ma vabbè).
Forse è un po’ presto per dirlo, ma ”Nine Types of Light” mi sembra uno tra gli album più interessanti dell’anno.

23 maggio 2011

Milano e la questione Red Ronnie

Che Red Ronnie fosse un cretino lo si sapeva. Basta avere un minimo di conoscenza musicale e si capisce che ha basato la sua carriera non sulla competenza e la passione, ma sulle conoscenze e la fama che deriva dalla tv.
Cioè: è il classico "esperto" che se gli si parano davanti all'improvviso - chessò - gli Arcade Fire o gli Afterhours non saprebbe rivolgergli una domanda intelligente, se non con l'ausilio di un copione.

Il 18 maggio scorso, verso l’ora di pranzo, Red Ronnie sulla sua pagina Facebook pubblica lo status che leggete qua sotto:



In pratica attribuisce la cancellazione del LiveMi di sabato 21 maggio (musicisti emergenti che suonano in metropolitana), dandone la colpa a Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra, e quindi inviso alla sua (sua: di lui, Red Ronnie) amica Letizia Moratti.
A parte l'assurdità dell'accusa (come può un candidato sindaco interferire con le attività del comune? non ha nessun senso), colpisce questo atteggiamento della destra di attaccare gli avversari senza un minimo di ritegno, con accuse false e infondate. Mettono in atto quella che Saviano definisce la macchina del fango.

Per fortuna la rete non perdona e, come vedete dal primo commento pubblicato sotto lo status, la pagina Facebook di codesto galantuomo è stata ed è tuttora letteralmente invasa da commenti di ogni tipo tutti riportanti il tormentone "è colpa di Pisapia se...".
Un po' come quando il fenomeno Chuck Norris approdò alla rete.

Una risata li seppellirà?
Speriamo.

21 maggio 2011

terrorismo elettorale

Milano da questa mattina è letteralmente invasa da manifesti elettorali del Pdl che parlano dell'avvento di Pisapia (canidato del centrosx attualmente in testa) come di una catastrofe da scongiurare a tutti i costi.
Non si vede neanche un manifesto pro-Pisapia: nella notte passata è stato compiuto un superlavoro di attacchinaggio, da parte dei sostenitori del Pdl.

"Pisapia vuole costruire la più grande moschea d'Europa", "Pisapia vuole estendere l'ecopass a tutti", "Pisapia vuol fare entrare i centri sociali a Palazzo Marino", sono solo alcuni degli spauracchi che campeggiano sui muri e sugli orribili pannelli di lamiera.

Mi auguro che questa campagna denigratoria non funzioni. E non me lo auguro non solo perché io sostengo Pisapia. Me lo auguro perché se l'elettorato abbocca a questo tipo di provocazioni, e al ballottaggio fa vincere la Moratti, vuol dire che siamo proprio un popolo di rincoglioniti.

Ho veramente paura.

20 maggio 2011

Capita

Capita, a volte, di aprire gli occhi prematuri all’alba precoce, nell'ora chiara dei risvegli ingiusti e di occuparmi mentalmente della mia vita, di quella della mia famiglia e della mia città. Lo sdegno mi mantiene insonne e il mio istinto di chioccia mi porta alla mente l’impraticabilità dell’energia nucleare o l’imbarazzo di queste ultime elezioni comunali.

Le consapevolezze del mattino sono lucide, inappellabili, spietate: sono stanco delle pagliacciate che raccontano le compagnie telefoniche, degli uomini senza coraggio che fingono di osteggiare uomini senza etica, della rassegnazione mascherata da disinteresse e del finto sdegno che cela ideologie stantie.
Ho voglia di guide illuminate, di una città pulita, di ascoltare dibattiti che si arricchiscono nel confronto e di respirare ancora il profumo del rispetto del prossimo.

Non ne posso più di strilli. Il sussurro della ragione, pretendo. E la carezza dell’arte che sazia anche se non si mangia, l’entusiasmo disinteressato alla divulgazione del bello, i raduni spontanei per le parole pulite, e poi la musica senza iva e i libri letti a piedi nudi nei parchi.

E ho anche una disumana voglia di Nutella.

19 maggio 2011

indovina la citazione - 16

1 - Si può abbassare un po' la musica?
- Questa musica va sentita alta.
- Ma io dovrei parlarti lo stesso.
- Ti sento.

2 - Chi ti ha chiesto niente? eh? Io stavo male. Stavo bene quando stavo male. Tu mi hai fatto star bene? E io adesso sto male.

3 - Secondo te quello che sta con lei adesso lavora lì nella radio?
- Sì... secondo me potrebbe essere chiunque.
- Non me lo riesco a immaginare. Almeno sapere che faccia ha!

4 - Uno passa la vita a farsi dire che prima è troppo giovane, poi dopo diventa troppo vecchio... Ci sarà una fase centrale in cui uno deve correre, no?
Vuvuvuvu, l'effetto velocità...

5 - Allora, sentiamo un po': Signor Trofimov, che cosa ne pensa lei di me?

6 - Lo vede quel beccaccino? Venga che le mostro il beccaccino, un attimo.


Angelo, questo devi indovinarlo entro le prime tre sennò ti squalifico.

16 maggio 2011

Praga, in definitiva

Per fare un piccolo riassunto, posso dire che Praga mi è piaciuta veramente tanto.
La città, oltre ad essere bella architettonicamente è anche ben tenuta e offre un buon numero di spazi "vivibili".
Ovviamente questa considerazione è dettata dal fatto di non aver avuto problemi nel girarla con due bambine; e non è poco perché in fondo in fondo i bambini sono un po' l'unità di misura della vivibilità di una città.
Se la città è a misura di bambino e di anziano, dovrebbe andare bene per tutti, no?

E poi a Praga la birra è buona e costa meno dell'acqua.
Cosa volete di più?


Elena e Anita all'aeroporto, sulla via del ritorno.

13 maggio 2011

Praga, 6° giorno

Oggi giornata "defatigante", dedicata a qualche ultimo giretto e ad alcuni acquisti. In centro fervevano i preparativi di una festa nazional-nonsocosa con conseguente presidio di alcuni baracchini birro-gastronomici.
Abbiamo compiuto anche alcune tappe per vedere posti che non eravamo ancora riusciti a vedere, come la famosa casa danzante o la prestigiosa fabbrica di birra (con annesso pub) "U Fleku".
Abbiamo concluso con un graditissimo (per le bimbe) ritorno all'Isola dei Bambini.

Adesso stiamo preparando le valigie e sistemando la casa che ci ha ospitati..
Ho un po' di malinconia addosso un po' perché questa città mi ha veramente colpito e, in seconda battuta, molto banalmente, perché le vacanze sono finite.
Amen.


in foto: la casa danzante.

12 maggio 2011

Praga, 5° giorno

Stamattina ci siamo alzati di buon'ora e siamo usciti abbastanza presto. Presto rispetto ai nostri canoni, diciamo.
Siamo tornati a visitare il Castello, visto che 3 giorni fa avevamo più che altro visitato il Parco attiguo.
Sfortuna vuole che verso le 11,00 (dopo che abbiamo fatto la scarpinata per arrivare sulle alture su cui sorge il Castello) il cielo abbia iniziato a rannuvolarsi e verso le 11,40 ha iniziato pure a piovigginare.

Siamo comunque riusciti a vedere il cambio della guardia, evento molto folkloristico che si svolge tutti i giorni alle 12,00 e, mentre visitavamo il resto del castello, la pioggia si è fatta sempre più insistente fino afarci tornare a casa, dove abbiamo pranzato.

Nel pomerigigo il tempo sembrava darci tregua e siamo quindi usciti per fare il giro del quartiere ebraico, ma anche qui abbiamo resistito un po' finché Giove Pluvio non ci ha di nuovo costretto tra le mura domestiche.


un momento del cambio della guardia

11 maggio 2011

Praga, 4° giorno

Lo schema è sempre il solito: finché le bambine resistono vediamo quello che ci interessa. Quando iniziano a sclerare (o possibilmente prima) ci dedichiamo a qualcosa che possa interessare a loro.
Così stamattina giro per Mala Strana, con visita prima alla barocchissima chiesa di Sant Nicolas e poi a palazzo e giardini Wallenstein.

Nel pomeriggio, invece, siamo andati allo zoo di Praga, una struttura molto varia e interessante, anche per noi adulti. Le bimbe ovviamente erano matte di felicità.

a latere bis: quando mi chiedono "ma tu non avresti voluto un maschietto?" lì per lì mi viene da rispondere di sì. Poi penso a quella furia di Elena e mi dico che forse anche così è sufficiente.
È una pazza scatenata e non si ferma davanti a niente. Ogni tanto parte per i fatti suoi e, se non ci stai attento, la ritrovi in Groenlandia.


Pausa merenda allo zoo, davanti agli orsi bianchi

10 maggio 2011

Praga, 3° giorno

La giornata si è aperta con una chicca: Elena sta giocando con Barbie Cenerentola in una mano ed Hello Kitty nell'altra. Le fa dialogare e Cenerentola dice ad Hello Kitty: "Ciao. Tu non ce l'hai la bocca?" Ho riso per 10 minuti buoni.

Oggi visita classica di Praga, di quelle da guida turistica: Ponte Carlo, Torre dell'Orologio, Piazza della Città Vecchia e varie zone pedonali del centro città. Caldo quasi fastidioso e bambine un po' bollite ma brave.
Verso le 16,00 per premiarle di cotanta pazienza siamo andati all'Isola dei Bambini, un'isoletta sul fiume Moldava che è tutto un parco giochi. Le bimbe si sono divertite da morire.

Momento catartico: Anita ha giocato con due bambine. Prima con una che, se non ho capito male, si chiama Ana. Poi con un'altra con cui ha fatto diversi giochi.
A un certo punto la madre mi chiede "She speaks English?", indicando Anita.
Ho colto la palla al balzo per far capire ad Anita che le lezioni di inglese servono nella vita reale e le ho prontamente detto: "Guarda che lei parla inglese. Dille come ti chiami".
E Anita subito: "My name is Anita" e la bambina di riflesso: "and my name is Ivonka".
Dopodiché, essendo bambine, non c'è stato più bisogno di dire niente, che si capivano già benissimo.


Anita e Ivonka in action


A latere: visto che, come già detto, nell'ordine quotidiano della famiglia solitamente io mi dedico più ad Elena, questa vacanza mi serve anche per dedicarmi un po' di più ad Anita e a recuperare il rapporto con lei. Oggi, per esempio, è andato tutto a meraviglia.

09 maggio 2011

Praga, 2° giorno

La giornata non è cominciata proprio con i crismi di una giornata di vacanze di quelle che uno si augura. Prima Dora (la nostra babysitter tuttofare, che va comunque a casa nostra ogni giorno anche in nostra assenza) ci ha inviato un messaggio dicendo che si è rotto un vetro della finestra di camera nostra.
Poi ho dovuto risolvere a distanza un paio di questioni lavorative. E mentre ero al telefono per queste cose Anita ha pensato bene di strattonare Elena per un braccio, lussandoglielo.
Quindi siamo dovuti correre al Pronto Soccorso per farla visitare.

Ah, quasi dimenticavo: se qualcuno vi dice che a Praga ormai parlano tutti inglese non credetegli. Sì, forse le nuove generazioni. Forse.
All'ospedale è stata dura trovare qualcuno con cui interloquire; e pensate che c'è un ufficio apposta per stranieri.
Per farle breve, siamo usciti dall'ospedale che erano quasi le due del pomeriggio ed Elena fortunatamente sta bene, che in fondo è quel che conta.
Abbiamo trascorso ciò che rimaneva del pomeriggio al Castello di Praga, per la maggior parte nel Giardino Reale.


vietato calpestare le aiuole


Praga non è la città decadente che ci aspettavamo: è molto più colorata e vivace. Buona parte dei palazzi conserva comunque un certo fascino fuori dal tempo, anche se la maggior parte di loro è passata attraverso restauri relativamente recenti.
Una cità che merita sicuramente una visita.

08 maggio 2011

Praga, 1° giorno

Siamo arrivati a Praga alle 13,30. Verso le 14,15 abbiamo raggiunto il nostro alloggio in Maltezske Namesti, nel quartiere di Mala Strana.
La casa è piccolina, ma neanche troppo. Come posizione è eccellente perché siamo a due passi dal Ponte Carlo.

Come prima meta ci siamo dati il Tesco (supermercato) al di là del fiume, a una ventina di minuti a piedi. Per arrivarci ci abbiamo messo un paio d'ore perché ci siamo fermati in vari parchi e giardini, in modo che le bimbe potessero giocare un po', dopo un'intera mattinata passata sui vari mezzi di trasporto.

La città sembra molto vivibile, anche perché il tempo è bello e, essendo domenica, c'è molta gente in giro.
Abbiamo incontrato non poche difficoltà nel fare la spesa perché gli ingredienti sulle confezioni sono scritti in ceco, quindi abbiamo dovuto un po' arrangiarci con un dizionarietto tascabile.
Per tornare abbiamo percorso un tragitto diverso dal precedente, passando dal famoso Ponte Carlo.


Maltezske Namesti. La casa bianca è la nostra dimora praghese.

verso Praga

Come al solito chiudiamo tutti i bagagli a poche ore dalla partenza. Abbiamo preso tutto? Sicuramente no, ma pazienza.
Arrivederci a presto.

07 maggio 2011

daddy climbing

Uno dei giochi preferiti delle mie figlie, nelle mattine dei uichendz, è saltare a più riprese (e possibilmente insieme) sul corpo inerme del papà sdraiato.
Finché il papà non fa finta di scocciarsi, inizia ad alzarsi prima con le gambe poi a poco a poco con tutto il resto del corpo e loro due tentano di rimanere appese.

Inevitabilmente prima o poi (e in maniera sempre più rocambolesca, col passare dei minuti) cadono sul letto.
Allora il papà si risdraia e fa finta di addormentarsi. E loro ricominciano.
Per un tempo quasi infinito.

06 maggio 2011

back to garage rock

Se una band è sul mercato già da qualche anno e se inizia a perdere i fan della prima ora, la frase che si sente ripetere come un mantra ad ogni nuovo disco è "è il nostro disco più rock".
Se poi, come nel caso dei Foo Fighters, a questa dichiarazione ne segue un'altra del tipo "abbiamo provato e inciso il disco in un garage per ritrovare un certo tipo di ispirazione", beh allora hai praticamente la certezza che il disco in questione sarà un flop.

E invece.
Invece i Foo Fighters sfoderano un lavoro di quelli belli tosti: riff di chitarra come l'hard rock comanda, canzoni con un tiro micidiale, il tutto confezionato ad arte per chi, come me, ama la musica senza troppi fronzoli.
Per chi non li ama: oh no, un altro disco dei Foo Fighters.
Per chi li ama: braccio fuori dal finestrino, autoradio a palla e vai con gli urli!

05 maggio 2011

futilitia

Se fossi ricco, mi piacerebbe circondarmi di cose così futili, ma così futili che ve le scrivo.
Mi piacerebbe avere:
• le All Star (basse) di tutti i colori
• le Lacoste (mezza manica) di tutti i colori
• una Moto tipo la Guzzi California
• la chitarra "diavoletto" della Gibson

(continua)

27 aprile 2011

commistioni musicali

Se vi piacciono le contaminazioni musicali, vi piace la malinconica atmosfera gitana alla Kusturica e vi piace ascoltare musica che esce dai canoni classici, non perdetevi l'ultimo disco dei Devotchka, "100 Lovers".

Un raro esempio di come si possa combinare musica mittle-europea con elettronica, tango argentino, le trombe mariachi ed altro ancora.
E la cosa curiosa è che loro sono di Denver, Colorado.
Disco rivelazione dell'anno.

24 aprile 2011

sconforto

Anita peggiora. Non si fa in tempo a vederne i miglioramenti che nel giro di mezza giornata peggiora.

Mi rendo conto che certe volte faccio fatica.
Già vedere dei bambini che stanno male, in generale, ti fa male al cuore. Quando poi si tratta di un figlio tuo, mi perdonerete l'ovvietà, è ancora peggio.
E non è sempre semplice, quando tiri su la maglietta e vedi la schiena zeppa di bolle, sorridere e dire "non è niente; vedrai che ti passa subito".

Ho già detto e ripeto che essere genitori secondo me è una delle tappe per diventare Cavaliere Jedi. Non devi mai perderti d'animo. E devi sempre essere sereno e comunicare sicurezza.
Non sempre è facile.

23 aprile 2011

caos

Vigilia di Pasqua assai particolare: Milano è deserta come se fosse il 15 d'agosto; per strada s'incontrano solo vecchi e immigrati. Nel nostro palazzo ci siamo solo noi, più la rompiballe del primo piano e qualche altro anziano. Le uniche forme di vita si concentrano all'Esselunga, dove la prospettiva di stare due giorni con il supermercato chiuso fa comprare alla gente ogni genere alimentare a disposizione sugli scaffali.

Siamo a Milano perché Anita sta male. Ha avuto una complicazione allergica simile a quella che le capitò un anno e mezzo fa.
Questa volta, se non altro, eravamo preparati e armati di Zirtec e cortisone siamo riusciti a combattere i ponfi che erano comparsi sul corpo di Anita e a tenerla calma. Ce la siamo cavata in un paio d'ore e, verso le 5 di mattina, siamo tornati a dormire.
Parlo degli altri, ovviamente. Perché la mia insonnia non mi ha dato tregua, come al solito.

Nel buio della notte riflettevo su questa festività che avremmo dovuto trascorrere a Celle, in compagnia della mia famiglia e che, invece, passiamo a Milano. Mi sforzo di trovare un perché a tutto ciò, come se un ordine superiore avesse interceduto affinché succedesse una determinata cosa. O come se dovessi ricavare chissà quale insegnamento per la mia vita. È una cosa che mi capita spesso.

Ma probabilmente è solo sfiga. E allora? Perché abbiamo così bisogno di trovare un senso a tutto? Ci è così necessario pensare che facciamo parte di un disegno superiore? È così difficile accettare che le nostre azioni sono solo frutto di un grande caos?

19 aprile 2011

pressioni sanguigne

C'è dell'ottimo garage rock, nel nuovo disco dei The Kills. Niente di nuovo per carità, ma forse la marcia in più la dà la voce di Alison Mosshart, sexy in maniera quasi inconsapevole.

Ci sono anche un bel po' di influenze del progetto "Dead Weather" (da cui la Mosshart è reduce). C'è molta freschezza, un buon dosaggio degli strumenti (benché suonati in maniera essenziale).
Ma soprattutto ci sono 11 brani ben confezionati.
E non è poco.

18 aprile 2011

a colloquio con Michele

A colloquio con Michele Salvemini, meglio conosciuto come Caparezza. Pochi passaggi, estrapolati da una lunga chiacchiera, che passava da Barry Lindon e pure dall'arte del gonfiare i palloncini.

Michele, perdonami una curiosità: quanto ci metti tu a scrivere un pezzo? Perché tra rime, controrime e assonanze mi sembra un lavoraccio.
Eh, in effetti ci metto anche una settimana a scrivere mezza strofa. Ci metto tanto. Anche perché torno più volte sulla stessa canzone, e a più riprese. Ci penso sempre a qualsiasi ora. Anche mentre sono sul cesso (ride).
Pensa che i miei amici mi prendono in giro perché magari usciamo a bere una birra e io mi metto lì (mima l'atteggiamento del pensatore, con la mano sotto il mento e lo sguardo rivolto verso l'alto).
Perché, sai, prima ti vengono le rime quelle più semplici, diciamo. E tracci l'ossatura della canzone. Poi a poco a poco inizi ad affinare i testi, a fare rime più ricercate, finché la canzone non prende forma.
E poi devo fare la musica. E lì è un delirio.

Senti, un'altra curiosità: ma perché Tony Hadley?
Mi serviva un'icona degli anni' 80. L'abbiamo chiamato. Lui inspiegabilmente ha detto di sì, e quindi... è andata.

E gli è piaciuto come è venuto il pezzo?
Tantissimo. Pensa che ne vuole fare una versione in inglese. Non ho idea di come realizzarla, eh! Ma adesso stiamo ancora valutando se farlo o meno.

Hai già idea di quale sarà il prossimo singolo dell'album?
Mah, ci stavo pensando in questi giorni. Probabilmente sarà "La fine di Gaia", un pezzo rock.



so che stentate a crederlo, ma io sono il terzo da sinistra.

05 aprile 2011

l'eretico della musica italiana

Semplicemente meraviglioso il nuovo disco di Caparezza. Certo: non sono proprio il tipo che ne può parlare in maniera obiettiva, visto che adoro il rapper pugliese.
Però mi sembra che ad ogni disco lui si migliori. E non era facile dopo "Le dimensioni del mio caos", credetemi, anche nel caso siate tra i pochi sventurati che non l'hanno ascoltato.

Anche questa volta il buon Capa mostra la sua predilizione per i deboli e gli eroi, in particolare in questo disco si citano una serie di personaggi cha hanno pagato con la vita le loro convinzioni.
Anche questa volta riesce nella magistrale impresa di coniugare la musica con i temi che tratta nelle varie tracce (accenni di musica medievale nella canzone che richiama l'inquisizione, ecc)
Ma soprattutto anche questa volta Michele Salvemini mi affascina con i suoi pazzeschi calembour verbali, che io manco riesco a pronunciare e che rimane per me un mistero come lui faccia a cantarli senza ingarbugliarsi la lingua.

Un disco imperdibile.

04 aprile 2011

la Tarte Tatin

Una torta semplice, ma di grande effetto? E - ça va sans dire - che non contenga la minima traccia di uovo? La Tarte Tatin!

cosa vi serve
1 teglia rotonda (occhio a non usare gli stampi a cerniera!*)
1 recipiente
1 coltello
1 forno

ingredienti
4 mele gialle un po' grossine
1 confezione di pasta brisée
120 gr di zucchero
80 gr di burro
un po' di cannella in polvere
1 limone

realizzazione
1 - tagliate le mele a fettine il più possibile simili tra loro e mettetele in un recipiente; irroratele con il succo di un limone (anche spremuto "a mano") per non farle annerire; intanto srotolate la pasta brisée e lasciatela riposrae
2 - mettete il burro (tagliato grossolanamente) e lo zucchero nella teglia; mettete la teglia sul fuoco vivo e fate caramellare il composto; quando è bello scuro (ma ancora liquido) spegnete e levate dal fuoco.
3 - prima che il caramello solidifichi, disponete le fettine di mele a raggiera nella teglia. Fate diversi strati e poi cospargete con un po' di cannella (di più o di meno a seconda dei vostri gusti); intanto fate scaldare il forno a 180°
4 - sovrapponete la pasta brisée al composto; se vi avanza della pasta ai bordi, rigiratela sopra la pasta stessa, con un effetto che oserei definire "torta di Nonna Papera". Infornate per mezz'ora a 180°
5 - Appena terminata la cottura, tirtae fuori la teglia dal forno e rovesciate la torta su un vassoio o su un piatto tondo. È importante farlo subito per evitare che il caramello si solidifichi.

Se avete seguito passo passo, otterrete più o meno un effetto del genere:



*tortiere "a cerniera": questo tipo di tortiera tende ad allentarsi leggermente con il calore. E di conseguenza, nel caso della Tarte Tatin, a far fuoriscire tutto il liquido caramellato.

29 marzo 2011

giovani (e giganti) promesse

Appena esce un disco di un nuovo gruppo indie, il primo giochetto in cui si tende a cadere è quello di associare la band a qualche altra realtà musicale ben precisa.
E infatti, al primo ascolto dei "Young the Giant" (album omonimo) ho iniziato a snocciolare nomi tipo Kings of Leon, Coldplay e via dicendo.

A un secondo ascolto invece mi son detto un bel "chissenefrega" e mi sono goduto questo disco. Carino, piacevole e promettente. Bravi, ragazzi. Coraggio, continuate così!

25 marzo 2011

si comincia

Anche se l'età è decisamente prematura, Anita è fidanzata.
Qualche giorno fa mi ha detto che ha baciato Giulio sulla bocca così le altre compagne capivano che lui ero suo e basta. E fin lì, vabbè.
Oggi l'ho accompagnata a scuola e quando siamo entrati in classe, lei è andata subito da Giulio, che sembrava aspettarla; e si scambiavano sguardi languidi e parole sottovoce.
Di fronte al mio stupore la maestra ha detto "guarda che qua si sono formate le coppie ormai".
E mentre la prendevo sul ridere e stavo andandomene, ho visto Lorenzo (loro compagno di scuola) abbracciato alle gambe della mamma, tutto malinconico.
E mentre stavo per uscire ho sentito la sua mamma che diceva alla maestra "Silvia è vero che Fatima lunedì torna?" E lei di risposta "Ma sì, Lorenzo, stai tranquillo".

Mi sono girato verso la maestra con gli occhi che dicevano "Non può essere".
E lei: "cosa ti avevo detto?"

23 marzo 2011

indovina la citazione - 15

Questo è facile facile, eh!


1 - Dopo tanti anni come hai fatto a decidere di lasciarla?
- Basta, non ne potevo più. Erano anni che volevo lasciarla, ma era bellissima. Tutti mi invidiavano e io dicevo "come posso lasciare una cosa così preziosa? Ma dovrà invecchiare così nessuno più la vorrà e posso lasciarla senza rimpianti. Macché, quella non invecchiava mai, era sempre bellissima."
- E intanto tu invecchiavi.
- Pazienza.
- L'hai sempre amata, non l'hai mai amata...?
- Non mi ricordo.

2 - "Non si uccide per amore, basta solo aspettare, aspettare".
"E allora non mi uccido per amore, mi uccido per impazienza"

3 - Lasciatemi soffrire tranquillo. Chi vi chiede niente a voi? Vi ho chiesto qualcosa? No. Voglio solo soffrire bene. Mi distraete, non mi riesco a concentrare. Con voi qua non riesco... Soffro male, soffro poco, non mi diverto. Non c'è quella bella sofferenza...

4 - Ma perché siete tutti così sinceri con me? Che cosa vi ho fatto di male?

5 - Com'è che vi sposate? avete problemi?

6 - Io credo che, in particolare, un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro.

15 marzo 2011

rain

Giornate piovose e stancanti. Ogni giorno la mole di lavoro mi sommerge e l'umore ne risente.
Per accompagnare le mattinate, un disco che rispecchia questo mood: "Eleonore" dei the Bony King of Nowhere.
Giusto per farvi capire, direi che siamo a metà tra il cantautorato alla Tim Buckley e le atmosfere malinconiche dei Radiohead. (ricordiamolo: "The Bony King of Nowhere" era il sottotitolo di "There There", canzone dei Radiohead, contenuta in "Hail to the Thief")

In un altro periodo mi sarei sparato alla terza canzone. Ma, si sa, ci sono album che arrivano al momento giusto e quindi...

14 marzo 2011

no, ma io

Mi colpisce la mancanza di responsabilità e la mancanza di collettività della gente.
Di tutti, intendo, eh! Alti, bassi, belli, brutti, ricchi o poveri.
Quando tendo a criticare una situazione generale, mi sento spesso rispondere al singolare. A voi capita?

Mi capita in ufficio, con il calcetto, in parrocchia; praticamente ovunque.
Se dico: "mi dà fastidio questa o quella situazione che si è venuta a creare", raramente ho in risposta qualcuno che dice "anche a me" oppure un semplice "mi dispiace", "ti capisco". Mi andrebbe bene anche un semplice cenno del capo.
No. Qualunque sia l'interlocutore, parte direttamente sulla difensiva: "no, ma io ti avevo detto...", "no, ma io non ho mai fatto..."

Anche oggi. Stasera dovremmo giocare a calcetto, ma c'è il solito che disdice poche ora prima della partita. Parlando con un amico, dico: "Se c'è una cosa che mi fa incazzare sono le persone che disdicono il lunedì stesso. Dobbiamo cambiare questo modo di fare".
La risposta: "ma io avviso sempre per tempo".
Ma chi ti sta dicendo niente? Non sto parlando di te. Ti sto esponendo un problema da risolvere, cazzo.

Perché alla gente manca completamente il senso della collettività? Perché le persone, alla minima occasione, si chiudono a riccio e passano subito all'autodifesa?
Ditemi voi: si tratta di egoismo o semplicemente di mancanza di visione allargata?
Aiutatemi voi, perché io vi giuro che non capisco.

11 marzo 2011

gelosie

In casa nostra viene applicata un'involontaria suddivisione: Dalia si occupa più di Anita e io più di Elena. Non l'abbiamo stabilito: è successo.
Con la piccolina abbiamo un tale rapporto che ormai lei chiama me per qualsasi cosa (anche di notte, purtroppo).
È prassi quindi che la mattina, mentre Dalia comincia le scaramucce con Anita per vestirsi, lavarsi e quant'altro, io stia con Elena a giocare sul lettone, a leggere un libro o a disegnare.

Ma stamattina, anche un po' per restare in contatto con la gnoma grande, mi sono messo a fare il solletico ad Anita e a giocare sul lettone. Non l'avessi mai fatto!
Elena ha cominciato una scena di gelosia pazzesca che l'ha portata a tenermi il broncio e a dirmi "no" a qualsiasi cosa le dicessi o proponessi.
Ha persino rifiutato latte e cibo, lei che di solito a tavola sembra un inceneritore.
Verrò scalzato nella hit parade delle preferenze?
Per quanto riguarda la notte non sarebbe un grave danno...



in foto: piccoli Picasso crescono

08 marzo 2011

thank you for booking

È un periodo un po' difficile: tantissimi impegni di lavoro e, vabbè, la situazione a casa che si è un po' normalizzata ma è pur sempre impegnativa. Che fare?

Un mio approccio semiterapeutico è pensare alle vacanze. E oggi, sfruttando una promozione in corso, ho acquistato 4 biglietti andata e ritorno per Praga.
Se non crolla il mondo, dall'8 al 14 maggio sarò là, con tutta la famiglia.
E ci aggiungerei pure un vaffanculo.

03 marzo 2011

potere alle donne

C'è poco da dire: musicalmente il 2011 è iniziato con la voce femminile protagonista. Per quanto mi riguarda ho dato ascolto, in particolare, a quattro cantanti.



Cominciamo da Joan as a Police Woman: il suo "The Deep Field" è una meraviglia, dominato da un'atmosfera sensuale e intima. Sarà la sua voce, che ormai mi suona familiare, chissà; sarà che dopo il primo disco "Real Life" mi sembrava si fosse un po' involuta, chissà. Forse non è un caso che anche per lei (come per Cat Power) la rinascita sia avvenuta dopo un album di covers, come se il confrontarsi con i pezzi altrui avesse contribuito ad aprire gli orizzonti musicali e avesse stimolato la voglia di percorrere nuove strade. Chissà. E anche chissenefraga. Godiamoci in santa pace questo disco.



Un'altra uscita interessante è "21", il cd di Adele, cantante britannica dalle poderose capacità vocali. Impressionanti, poi, se si pensa che il numero 21 corrisponde alla sua età (con lo stesso filo logico per cui il titolo del suo disco d'esordio era "19"). Ed è proprio la sua voce la vera protagonista dell’album: roca, graffiante, potente ed emozionante. Forse qua e là viene esibito qualche virtuosismo di troppo, ma - cazzo! - se avessi una voce così cadrei anch'io facilmente in questo "tranello". Melodie anni ’50 e ’60 ed arrangiamenti moderni fanno il resto. Un bel lavoro che in un colpo solo spazza via tutte le Amy Winehouse, le Duffy e le Giusy Ferreri che percorrono la strada soul. Questa è la figlia segreta di Ella Fitzgerald, ve lo dico io.



Discorso completamente diverso per quanto riguarda PJ Harvey. Esce il suo (ottavo) disco dal titolo "Let England Shake" ed io continuo a non capire: boh, forse mi manca la chiave d'accesso, chi lo sa. Ma proprio non capisco la venerazione che la gente nutre nei suoi confronti. Provo ad ascoltarlo e riascoltarlo. Lo lascio lì e poi lo riprendo, ma proprio non ci riesco. Perdonami, Polly Jean: mentre tutti sono impegnati a venerare il tuo ultimo disco come la summa di tutto ciò che hai fatto, io continuo a non capirti.
Chissà, un giorno, forse.



Ed arriviamo alla rivelazione di quest'anno Rumer: una ragazza metà pakistana e metà inglese (ma la sua storia sarebbe tutta da raccontare) dalla voce melodiosa e incantevole. Ecco, dopo la rece di Ale sul suo blog ho pensato di darle una chance e, caspita, è stato amore al primo ascolto. Voce suadente e avvolgente; melodie semplici e un po' retrò, tipo anni 70 americani (non a caso l'hanno paragonata a Carly Simon o a Karen Carpenter) con qualche accenno in stile Burt Bacharach (che ha conosciuto la ragazza, ne è rimasto folgorato e ha quindi deciso di aiutarla nella stesura di alcuni brani). Oserei definirlo un disco "plaid": te lo metti addosso e ti scalda a dovere.
Al momento in cima alle mie preferenze.