Chi mi conosce lo sa: sono un pessimo uomo di casa. Sono molto meglio come casalinga.
Datemi pure una camicia da stirare, ma non chiedetemi di montare una mensola, perché non so neanche da che parte si comincia.
È quindi con moltissimo orgoglio che vi annuncio che domenica pomeriggio, complice la giornata uggiosa, mi sono dedicato a una serie di incombenze tra cui un lavoro molto maschile.
Almeno per me, che quando monto una sedia dell'Ikea mi sento MacGyver.
Insomma, domenica ho "liberato" una presa elettrica, da un pezzo di plastica che c'era rimasto incastrato. Sapete quei robetti di plastica che si mettono nelle prese per evitare che i bambini piccoli ci mettano le mani dentro? Ecco, levandolo, la nostra tata tuttofare ci aveva malauguratamente lasciato incastrato un pirolino di plastica.
Era lì da anni, io me ne sono accorto domenica. E, contrariamente alle mia indole da procrastinatore, ho deciso di affrontarlo subito: ho staccato la luce generale; ho staccato la presa dal muro,smontato tutta la presa e finalmente estratto l'intruso dal suo antro.
Cosa c'è di strano? Bah, per voi probabilmente niente.
Per me è stata una vera sorpresa alzare le levette dell'interrutore generale e non far saltare in aria l'intero edificio.
25 marzo 2015
23 marzo 2015
birdman
Alla fine il film vincitore degli Oscar 2015 l'ho visto anch'io. Sto parlando di Birdman, film del regista messicano Alejandro Iñárritu, colui che tanto ci aveva colpito una decina di anni fa con 21 grammi.
Lo so, non c'è bisogno di una nuova recensione e neanche state aspettando trepidanti una mia opinione in merito, però mi va di parlarne lo stesso (così come spesso non mi va di parlare di film che considero "trascurabili").
Birdman è un gran bel film, secondo me. Nonostante un sacco di cose.
Nonostante sia un film che parla di cinema, per esempio, non risulta solo per addetti ai lavori, ma ben ritrae la parabola discendente dell'uomo.
Nonostante sia girato quasi tutto in piano sequenza, tecnica spesso stucchevole e fine a se stessa, che qua invece aiuta a seguire (anche fisicamente) Michael Keaton e i suoi percorsi mentali.
E nonostante non sia certo il più bel lungometraggio di Iñárritu (devo ammettere che ho avuto qualche momento di stanchezza, durante la visione), rimane comunque un bel film che riesce a intrecciare diverse storie in un unico plot narrativo, per di più condensato in poche ore di vita "vissuta".
E se gli attori (e il cinema, di conseguenza) vengono messi alla gogna, non viene risparmiato neanche lo spettatore, che si lascia abbindolare dai blockbuster e che valuta tutto attraverso il numero di tweet, positivi o negativi che siano.
Insomma, un bel film ricco di spunti e significati, completamente avulso dalla costruzione narrativa standard.
Ditemi se è poco.
Lo so, non c'è bisogno di una nuova recensione e neanche state aspettando trepidanti una mia opinione in merito, però mi va di parlarne lo stesso (così come spesso non mi va di parlare di film che considero "trascurabili").
Birdman è un gran bel film, secondo me. Nonostante un sacco di cose.
Nonostante sia un film che parla di cinema, per esempio, non risulta solo per addetti ai lavori, ma ben ritrae la parabola discendente dell'uomo.
Nonostante sia girato quasi tutto in piano sequenza, tecnica spesso stucchevole e fine a se stessa, che qua invece aiuta a seguire (anche fisicamente) Michael Keaton e i suoi percorsi mentali.
E nonostante non sia certo il più bel lungometraggio di Iñárritu (devo ammettere che ho avuto qualche momento di stanchezza, durante la visione), rimane comunque un bel film che riesce a intrecciare diverse storie in un unico plot narrativo, per di più condensato in poche ore di vita "vissuta".
E se gli attori (e il cinema, di conseguenza) vengono messi alla gogna, non viene risparmiato neanche lo spettatore, che si lascia abbindolare dai blockbuster e che valuta tutto attraverso il numero di tweet, positivi o negativi che siano.
Insomma, un bel film ricco di spunti e significati, completamente avulso dalla costruzione narrativa standard.
Ditemi se è poco.
13 marzo 2015
Nneka
Ringraziamo ancora una volta Mister Tricky per averci portato alla luce l'ennesimo talento: a questo giro parliamo di Nneka, una cantautrice di padre nigeriano e madre tedesca.
Tanto per darvi delle coordinate musicali siamo nel campo di Erikah Badu o di Selah Sue: una sorta di hip-hop reggaeggiante con una spruzzatina di soul.
Insomma, se c'è una bella giornata di sole (come oggi) ed è venerdì pomeriggio (come adesso) e vi si prospetta un weekend di relax (come il mio), direi che il nuovo disco "My Fairy Tales" è proprio quello che ci vuole.
Tanto per darvi delle coordinate musicali siamo nel campo di Erikah Badu o di Selah Sue: una sorta di hip-hop reggaeggiante con una spruzzatina di soul.
Insomma, se c'è una bella giornata di sole (come oggi) ed è venerdì pomeriggio (come adesso) e vi si prospetta un weekend di relax (come il mio), direi che il nuovo disco "My Fairy Tales" è proprio quello che ci vuole.
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