In notevole ritardo (si tratta di un libro che ho letto in estate), una minirecensione del capolavoro di Alexandre Dumas. Come ogni tanto accade, cerco di mettermi a pari con quelli che sono considerati i libri imprescindibili, da un punto di vista di cultura generale. Visto il nutrito numero di pagine, mi sono riservato la lettura de Il Conte di Montecristo per la stagione estiva, contando su più ore a disposizione, rispetto ai normali periodi lavorativi. Come sempre, ci tengo a specificare che non sono un esperto di letteratura, ma un semplice lettore.
Nel recensire l'opera, mi trovo diviso in due sentimenti contrastanti, che potrei riassumere così:
Prima parte del libro da 8 in pagella (se non 8,5). La successione degli eventi è appassionante, i personaggi sono interessanti (l'Abate Faria ha dominato le mie fantasie fin dallo sceneggiato tv anni 70), gli scenari (Marsiglia, Roma, l'isola stessa) evocano fantasie esotiche e lo sviluppo della trama fa volare via le pagine con facilità.
Seconda parte del libro a malapena sufficiente. Da quando il protagonista, Edmond Dantès, comincia la sua vendetta assistiamo a una serie di coincidenze che lasciano abbastanza con la bocca storta. Ok che è un romanzo di fantasia, ma - tanto per dirne una - il fatto che tutti i partecipanti alla congiura contro Dantès siano tutti a Parigi, frequentino gli stessi ambienti e le loro storie siano così intrecciate fa un po' sorridere. Così come vedere che ogni azione del Conte abbia le esatte conseguenze che lui prevede. A questo si aggiunga che questa seconda parte, nel mio modo di vedere, è a dir poco prolissa.
Insomma, nella totalità un libro che ho goduto, anche se con qualche riserva.