26 novembre 2008

four days in one day

Chi è stato in Irlanda conosce bene il significato dell'espressione "four seasons in one day", ovvero quando ti capitano di quelle giornate assurde per esempio in cui la mattina ti alzi e c'è un bel tepore primaverile; a metà mattinata c'è vento e piove che sembra autunno; dopo pranzo esce di nuovo il sole e te ne vai in giro in maglietta; e poi di sera magari nevica.

Nelle ultime ore invece mi è capitato di vivere una giornata assurda: ieri ero a pranzo bello bello (si fa per dire) con i miei ex colleghi, quando, mentre rientro, ricevo una telefonata: una collega è andata a ritirare un catalogo e ci sono delle pagine sbagliate. Penso: non è possibile.
Rientro in ufficio e controllo: è tutto vero.
Urge soluzione. E in tempi brevissimi: il catalogo è per una Fiera che comincia il giorno dopo alle 9,00. A Cannes.

Dopo un po' di prove, trovo una soluzione e faccio stampare delle pagine "di ripiego" a un nostro stampatore di fiducia, implorandolo che mi aiuti nel fronteggiare l'urgenza. Quindi preparo le pagine, le mando allo stampatore, dopodiché vado a casa, preparo una borsa con un ricambio (e un po' di cd) e vado dallo stampatore.
Alle 21,15 ho le pagine sostitutive nel bagagliaio della macchina e parto per Cannes.
La collega (che è a Cannes) mi prenota un albergo al quale arrivo all'1,15.
Tempo di sistemarmi e farmi un thè in camera si fanno le 2 e vado a nanna.
Un microsecondo dopo suona la sveglia: sono le 7. Mi lavo, mi sbarbo, mi vesto e sono al Palais des Festival alle 7,45, come da appuntamento.

Mi metto a integrare i primi cataloghi (in tutto sono 2700!) con le "nuove" pagine.
Alle 9,00 ne ho fatto un numero sufficiente perché i primi avventori entrino a abbiano il loro catalogo con le pagine corrette.
Era quello che volevo e quindi mi concedo una giusta pausa mangiandomi 6 (sei!) croissant. Ma piccoli, eh! Dopotutto avevo saltato cena e colazione e chi mi conosce sa che senza cibo non riesco a stare.
Quando torno per salutare, le ragazze mi coinvolgono in una serie di "fuori programma" di bassa manovalanza (tra cui anche una specie di buttafuori all'ingresso) per tappare alcune urgenze.
Finalmente verso le 11,00 la mia domanda "cosa posso fare?", che fino a quel momento mi aveva procurato le più svariate mansioni, ha la sua degna risposta: "niente, mi sembra sia tutto ok".
Così, finalmente sollevato, mi decido a salire in macchina e fare rotta verso Milano; mando un sms a mia mamma e mi autoinvito a pranzo, e così all'1,15 esco a Celle e mi dirigo dai miei genitori, ben contenti di questo fuori programma.
Alle 2,20 sono di nuovo in macchina e torno a Milano, in ufficio.
Ora sono le 6 di sera e devo ancora finire un lavoro e poi andare a casa dalla mia famiglia. Però già adesso se penso al pranzo coi miei ex colleghi, mi sembra passata una settimana.

Ah, le gioie di lavorare in proprio!

1 commento:

jumbolo ha detto...

insomma....una splendida giornata!!!