Trent'anni fa usciva "The Wall" dei Pink Floyd.
Il disco che forZe ha cambiato la mia vita.
30 novembre 2009
25 novembre 2009
tecnologia
Giornate di grande lavoro. Il delirio pre-natalizio quest'anno è cominciato prima.
Non ho il tempo per fare niente. Mi manca soprattutto quello da dedicare alla famiglia.
Per fortuna la tecnologia mi aiuta: ho installato Skype anche a casa, così ci possiamo videochiamare.
Serve a me per vedere le mie figlie ancora sveglie.
E soprattutto serve a loro per ricordarsi che faccia ha il papà.
Non ho il tempo per fare niente. Mi manca soprattutto quello da dedicare alla famiglia.
Per fortuna la tecnologia mi aiuta: ho installato Skype anche a casa, così ci possiamo videochiamare.
Serve a me per vedere le mie figlie ancora sveglie.
E soprattutto serve a loro per ricordarsi che faccia ha il papà.
10 novembre 2009
vuoto
È un periodo a dir poco intenso.
Il sunto è: lavoro tanto e dormo poco. Ma le due cose non sono correlate tra loro.
Cioè: non è che dormo poco perché torno a casa a chissà che ora dall'ufficio.
Forse c'entrano i pensieri e la tensione dei mille lavori da gestire simultaneamente, quello sì, potrebbe essere.
Ma d'altronde le gioie del lavorare in proprio quali sono, se non - costretto in un angolo di 35 cm di larghezza del tuo letto dal sovraffollamento motturno - mettersi a pensare come fare il banner pubblicitario che devi presentare il giorno dopo?
Insomma, ogni tanto mi mancano le energie.
Più quelle mentali che quelle fisiche.
Il corpo, nonostante l'avanzante età, regge bene.
Saranno i caffè, chissà.
È la testa che che avrebbe bisogno di riposo.
L'agognato vuoto pneumatico della non-responsabilità.
Perché avere sulle spalle una famiglia (con moglie che lavora part-time) e un'azienda sulle spalle ti dà una responsabilità che alla lunga può logorare.
Intendiamoci, mes amis: non mi sto lamentando.
È solo che capisco perché certe persone bevono o fumano o vanno a troie o si fanno un'amante: si cercano un loro spazio personale. Una loro bolla di sapone in cui non vogliono far entrare tutti i casini e i pensieri della quotidianità.
C'è bisogno di spazio personale, di un'ora di "fuori tutti".
Per esempio, io non vedo l'ora che vadano a letto tutti, per starmente un quarto d'ora in pace da solo. A fare che? non lo so.
Certe sere leggo un libro, certe sere guardo la tv, oppure mi metto sul terrazzo e sto lì a pensare ai fatti miei.
È che - semplicemente - c'è bisogno di "un pensiero superficiale che renda la pelle splendida", come cantano gli Afterhours.
Il sunto è: lavoro tanto e dormo poco. Ma le due cose non sono correlate tra loro.
Cioè: non è che dormo poco perché torno a casa a chissà che ora dall'ufficio.
Forse c'entrano i pensieri e la tensione dei mille lavori da gestire simultaneamente, quello sì, potrebbe essere.
Ma d'altronde le gioie del lavorare in proprio quali sono, se non - costretto in un angolo di 35 cm di larghezza del tuo letto dal sovraffollamento motturno - mettersi a pensare come fare il banner pubblicitario che devi presentare il giorno dopo?
Insomma, ogni tanto mi mancano le energie.
Più quelle mentali che quelle fisiche.
Il corpo, nonostante l'avanzante età, regge bene.
Saranno i caffè, chissà.
È la testa che che avrebbe bisogno di riposo.
L'agognato vuoto pneumatico della non-responsabilità.
Perché avere sulle spalle una famiglia (con moglie che lavora part-time) e un'azienda sulle spalle ti dà una responsabilità che alla lunga può logorare.
Intendiamoci, mes amis: non mi sto lamentando.
È solo che capisco perché certe persone bevono o fumano o vanno a troie o si fanno un'amante: si cercano un loro spazio personale. Una loro bolla di sapone in cui non vogliono far entrare tutti i casini e i pensieri della quotidianità.
C'è bisogno di spazio personale, di un'ora di "fuori tutti".
Per esempio, io non vedo l'ora che vadano a letto tutti, per starmente un quarto d'ora in pace da solo. A fare che? non lo so.
Certe sere leggo un libro, certe sere guardo la tv, oppure mi metto sul terrazzo e sto lì a pensare ai fatti miei.
È che - semplicemente - c'è bisogno di "un pensiero superficiale che renda la pelle splendida", come cantano gli Afterhours.
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