Come se in questi giorni non facesse abbastanza caldo, stiamo riassestando l'ufficio. E non poteva mancare l'appuntamento con la discarica.
Abbiamo buttato via un camioncino di roba che giaceva in studio da millenni.
Anche questa volta, mentre buttavo quintalate di ciarpame ho avuto un bel senso di sollievo. Ed è un sentimento che mi prende sempre ogni volta che butto via qualcosa; anche il semplice sacchetto della spazzatura.
Per un lungo tempo della mia vita ho cercato di possedere molte cose, sia che fossero cd o vestiti, e pensavo che la felicità (o almeno parte di essa) derivasse dall'averne tante. Poi non so bene quando è successo, ma comunque non tanto tempo fa, ho iniziato a disfarmi di alcuni di questi oggetti. Mi sembravano inutili, superflui. Come se fisicamente intralciassero il mio cammino.
Dagli oggetti sono passato ai fumetti (che ho collezionato per anni), poi ai vestiti. Ora come ora mi libererei di metà delle cose che possiedo. Vedo il mio percorso come un viaggio verso l'essenziale. "Le cose che possiedi alla fine ti posseggono" sostiene Tyler Durden in Fight Club; e devo dire che lo penso anch'io.
Credo che tra non molto comincerò con i libri, quelli a cui sono meno affezionato. D'altronde i libri che ho letto più di una volta non raggiungono la decina, così a naso, quindi non so che senso abbia tenerli. Quando passerò ai cd vorrà dire che ormai sarò veramente al punto di non ritorno.
in foto: un momento dei lavori di assestamento dello studio di oggi.
2 commenti:
Ma soprattutto: quando passerai ai cd fammelo sapere...
Un libro per bambini, se non addirittura il più famoso libro per bambini, dice che "L'essenziale è invisibile agli occhi". Per il resto quoto Matte, quando ti liberi dei CD, se non chiami m'offendo :P
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