Sabato sera ho visto i Rival Sons in concerto, ai Magazzini Generali.
Show breve ma intenso, come piace a me. Hanno cominciato alle 20,30 (sì, sì, avete letto bene; non ho sbagliato a scrivere l'orario) e finito verso le 22,10.
Penso sia dovuto al fatto che ai Magazzini di solito dalle 23,00 in poi si balla. Quindi ci dev'essere il tempo di far sloggiare band e pubblico per poi ricominciare.
Mi piace questa formula del concerto che inizia presto.
Un po' perché non ho più il fisico per fare tardi, un po' perché veramente mi sembra assurdo dover aspettare le 23,00 per un concerto. Per quale motivo razionale bisogna farlo?
Se qualcuno lo sa lo dica, io non lo capisco.
Comunque: concerto molto bello.
Jay Buchanan vero animale da palco. Canta, si muove trascinato dalla musica come un Jim Morrison strafatto, ma soprattutto ha "quella voce lì" anche dal vivo.
Band precisa come un metronomo, con menzione speciale Mike Miley (batteria) per la simpatia.
Una cosa mi colpisce ogni volta che una band straniera suona in Italia: rimangono sempre tutti folgorati dal calore e dalla partecipazione del pubblico.
Alla fine sono venuti lì davanti, come se lo spettacolo fossimo noi e ci stringevano le mani.
Boh! magari han fatto così anche in Svizzera, ma dal loro atteggiamento non sembrava proprio.
che dite? ero abbastanza vicino al palco?
29 ottobre 2012
26 ottobre 2012
verso il 14 novembre
Succede che ti informi sempre e cerchi musica nuova.
Succede che trovi cose interessanti e pensi che tutto sommato ogni anno c'è sempre qualcosa di buono da ascoltare. O forse è più che buono.
Succede che tuoni contro tutti i vari "il rock è morto" o "negli anni 90 sì che c'era buona musica".
Succede che le reunion sono la tomba dell'amore.
Succede che cerchi sempre di trovare qualche giovane che ti sembri meritevole di essere seguito con passione.
Poi
arrivano delle vecchie canaglie, che distruggono ogni tua certezza e rimani lì basito a pensare "certo che con loro è tutto un altro andare".
17 ottobre 2012
che stai a di'?
Anita ha una compagna di scuola cui è affezionatissima.
Si chiama Matilde, e si è trasferita da Roma a Milano durante l'estate.
La mamma era terrorizzata all'idea che entrasse in una classe dove si conoscevano tutti tranne lei.
Ma anche Anita non conosceva nessuno e si sono trovate vicine di banco. Così hanno iniziato a fare amicizia.
Matilde è molto vivace. Direi quasi iperagitata. Anita le sta dietro e si divertono come matte.
L'unico problema, e l'avrete capito dal titolo del post, è sentirsi apostrofare da una bambina di 6 anni con frasi tipo "papà, che stai a fa'?"
Sembra di far parte di una puntata dei Cesaroni.
Si chiama Matilde, e si è trasferita da Roma a Milano durante l'estate.
La mamma era terrorizzata all'idea che entrasse in una classe dove si conoscevano tutti tranne lei.
Ma anche Anita non conosceva nessuno e si sono trovate vicine di banco. Così hanno iniziato a fare amicizia.
Matilde è molto vivace. Direi quasi iperagitata. Anita le sta dietro e si divertono come matte.
L'unico problema, e l'avrete capito dal titolo del post, è sentirsi apostrofare da una bambina di 6 anni con frasi tipo "papà, che stai a fa'?"
Sembra di far parte di una puntata dei Cesaroni.
12 ottobre 2012
indovina la citazione - 24
Film culto.
Indovinarlo al sesto indizio è troppo facile.
01 - I tempi di reazione sono importanti quindi ti prego, fai attenzione, devi rispondere rapidamente.
02 - "Tremito? Anch'io. Ce l'ho di brutto. Fa parte del business."
"Io non sono nel business... Io sono il business."
03 - "Più umano dell'umano" è il nostro slogan.
04 - Dai, non fare lo stronzo, Deckard. Ho quattro lavori in pelle in giro per la città.
05 - Ho fatto delle cose discutibili. Cose per cui il Dio della biomeccanica non ti farebbe entrare in paradiso.
06 - Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.
Indovinarlo al sesto indizio è troppo facile.
01 - I tempi di reazione sono importanti quindi ti prego, fai attenzione, devi rispondere rapidamente.
02 - "Tremito? Anch'io. Ce l'ho di brutto. Fa parte del business."
"Io non sono nel business... Io sono il business."
03 - "Più umano dell'umano" è il nostro slogan.
04 - Dai, non fare lo stronzo, Deckard. Ho quattro lavori in pelle in giro per la città.
05 - Ho fatto delle cose discutibili. Cose per cui il Dio della biomeccanica non ti farebbe entrare in paradiso.
06 - Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.
09 ottobre 2012
biscotti senza uovo
Sabato ero a casa con la povera Elenina, costretta tra le mura domestiche da una convalescenza. Non sapevo bene cosa farle fare, così ho pensato di farla giocare con le formine.
Devo dire che la ragazza si è dimostrata particolarmente abile sia nello stendere la pasta, sia nel fare i biscotti con gli stampini. Alla fine le sembrava normale avere ottenuto dei biscotti buoni, cose che per me, invece, è stato un successo straordinario.
Elenina in azione
cosa vi serve
1 leccarda
1 forno
1 ciotola
1 mattarello
gli stampini per i biscotti
della carta forno
ingredienti
200 gr di farina
50 gr di farina di riso
50 ml di olio di semi
80 gr di zucchero
80 ml di latte
1 cucchiaio di miele
1/2 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
un po' di sale (se piace)
realizzazione
1 - Impastate tutti gli ingredienti dentro la ciotola, fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. 2 - Con il mattarello, stendete la pasta su un piano infarinato, fino a ottenere uno strato dello spessore di circa 1 centimetro.
3 - Prendete degli stampini e dividete il composto in tanti biscotti.
4 - Posizionare i biscotti sulla leccarda, coperta con la carta da forno.
5 - Infornate e lasciateli dentro il forno caldo per circa 8 minuti a una temperatura di 180°C.
il (sorprendente) risultato finale
Devo dire che la ragazza si è dimostrata particolarmente abile sia nello stendere la pasta, sia nel fare i biscotti con gli stampini. Alla fine le sembrava normale avere ottenuto dei biscotti buoni, cose che per me, invece, è stato un successo straordinario.
Elenina in azione
cosa vi serve
1 leccarda
1 forno
1 ciotola
1 mattarello
gli stampini per i biscotti
della carta forno
ingredienti
200 gr di farina
50 gr di farina di riso
50 ml di olio di semi
80 gr di zucchero
80 ml di latte
1 cucchiaio di miele
1/2 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
un po' di sale (se piace)
realizzazione
1 - Impastate tutti gli ingredienti dentro la ciotola, fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. 2 - Con il mattarello, stendete la pasta su un piano infarinato, fino a ottenere uno strato dello spessore di circa 1 centimetro.
3 - Prendete degli stampini e dividete il composto in tanti biscotti.
4 - Posizionare i biscotti sulla leccarda, coperta con la carta da forno.
5 - Infornate e lasciateli dentro il forno caldo per circa 8 minuti a una temperatura di 180°C.
04 ottobre 2012
the 2nd law
Difficile parlare del nuovo album dei Muse. Da una parte ci sono le aspettative nei confronti di uno dei dischi più attesi dell'anno; dall'altra quella sorta di fanatismo che ti fa digerire anche una scoreggia, se fatta dal tuo cantante preferito.
Come spesso mi accade, io sono in mezzo: non sono loro fan, però mi piacciono parecchio. Cercherò di essere più obiettivo possibile.
Passiamo all'ascolto.
L'album parte con "Supremacy", un brano estremamente "Bellamy style": etmosfere epiche, ampio respiro e musica in crescendo. E quindi, almeno per i primi 5 minuti, sono i Muse che conosciamo.
Con "Madness", primo singolo estratto dall'album, si comincia a intravedere qualcosa di diverso. La canzone che ha fatto storcere il naso a più di un fan, effettivamente ha una base elettronica da Depeche Mode e cori da Queen. Insomma, se siete tra quelli che auspicano un ritorno a "Origin of Simmetry", questi non sono i Muse che fanno per voi. A me, comunque, piace molto.
"Panic Station" sembra un brano di David Bowie: un funkettone elettronico con batteria basica ed arrangiamenti dei più svariegati (sezione fiati campionata?). Non mi fa proprio impazzire.
Siamo a "Prelude + Survival": qua Bellamy dà sfogo a tutti i suoi progetti di magnificenza operistica. Già dall'apertura si capisce che luilì ascolta musica classica, e non mi stupirei se un giorno o l'altro volesse scrivere una sinfonia. Certo che la finezza e la ricercatezza di Beethoven sono lontane. Ma comunque noi qua apprezziamo i tentativi, anche se un po' tamarri e autocelebrativi.
Con il trittico "Follow Me", "Animals" ed "Explorers" si torna a quelle atmosfere intime e malinconiche alla Muse, come nelle canzoni più struggenti di "Absolution". Sarà il periodo della mia vita, non lo so, ma a me queste canzoni piacciono così tanto da mandarmi quasi alle lacrime.
Anche "Big Freeze" sembra uscita "Absolution". E se consideriamo che è il mio disco preferito della band inglese, tiratene voi le conclusioni. La voce di Bellamy in questo brano raggiunge una tecnica e un'intensità emotiva a cui mi sembra non sia mai arrivata prima.
L'inizio di "Save Me" invece è quasi scioccante: di chi è questa voce? Beh, io lo so e forse lo sapete anche voi: Chris Wolstenholme, il bassista, ha rotto l'egemonia bellamyesca di autore e ha composto ben due brani per questo album. E li canta pure.
Il primo è appunto "Save Me", canzone carina, ma non molto di più.
Il secondo è la successiva "Liquid State", che risente maggiormente dell'esperienza Muse da parte di Wolstenholme. Non dico che sembra scritta da Bellamy, ma siamo lì lì.
Gli ultimi due pezzi del cd sembrano rispondere a un unico comune denominatore: prove tecniche di colonna sonora.
"The 2nd Law- Unsustainable", brano che compariva in un filmato/anteprima del disco - e che ha scatenato le ire dei fan storici della band - sembra essere stata scritta per un film tipo Iron Man, vista la massiccia presenza di componenti elettronici.
La seguente "The 2nd Law- Isolated System", invece, è un brano molto più tranquillo e di ampio respiro, ma pur sempre brano strumentale, adatto a quei filmati tipo "Koyaanisqatsi".
Tanto per cercare di dare un senso a tutte le minchiate che ho scritto sopra, cerchiamo di riordinare le idee. È sicuramente un disco di buona fattura, come i Muse ci hanno abituato.
Penso che ci sarà la solita pioggia di fan delusi che li preferivano prima e che urleranno al sacrilegio perché il disco non risponde alle loro aspettative.
Ma a voi, signori Muse, che cazzo ve frega? Andate per la vostra strada e uscite pure dal seminato, che fate benissimo!
Detto questo, a me piace.
Come spesso mi accade, io sono in mezzo: non sono loro fan, però mi piacciono parecchio. Cercherò di essere più obiettivo possibile.
Passiamo all'ascolto.
L'album parte con "Supremacy", un brano estremamente "Bellamy style": etmosfere epiche, ampio respiro e musica in crescendo. E quindi, almeno per i primi 5 minuti, sono i Muse che conosciamo.
Con "Madness", primo singolo estratto dall'album, si comincia a intravedere qualcosa di diverso. La canzone che ha fatto storcere il naso a più di un fan, effettivamente ha una base elettronica da Depeche Mode e cori da Queen. Insomma, se siete tra quelli che auspicano un ritorno a "Origin of Simmetry", questi non sono i Muse che fanno per voi. A me, comunque, piace molto.
"Panic Station" sembra un brano di David Bowie: un funkettone elettronico con batteria basica ed arrangiamenti dei più svariegati (sezione fiati campionata?). Non mi fa proprio impazzire.
Siamo a "Prelude + Survival": qua Bellamy dà sfogo a tutti i suoi progetti di magnificenza operistica. Già dall'apertura si capisce che luilì ascolta musica classica, e non mi stupirei se un giorno o l'altro volesse scrivere una sinfonia. Certo che la finezza e la ricercatezza di Beethoven sono lontane. Ma comunque noi qua apprezziamo i tentativi, anche se un po' tamarri e autocelebrativi.
Con il trittico "Follow Me", "Animals" ed "Explorers" si torna a quelle atmosfere intime e malinconiche alla Muse, come nelle canzoni più struggenti di "Absolution". Sarà il periodo della mia vita, non lo so, ma a me queste canzoni piacciono così tanto da mandarmi quasi alle lacrime.
Anche "Big Freeze" sembra uscita "Absolution". E se consideriamo che è il mio disco preferito della band inglese, tiratene voi le conclusioni. La voce di Bellamy in questo brano raggiunge una tecnica e un'intensità emotiva a cui mi sembra non sia mai arrivata prima.
L'inizio di "Save Me" invece è quasi scioccante: di chi è questa voce? Beh, io lo so e forse lo sapete anche voi: Chris Wolstenholme, il bassista, ha rotto l'egemonia bellamyesca di autore e ha composto ben due brani per questo album. E li canta pure.
Il primo è appunto "Save Me", canzone carina, ma non molto di più.
Il secondo è la successiva "Liquid State", che risente maggiormente dell'esperienza Muse da parte di Wolstenholme. Non dico che sembra scritta da Bellamy, ma siamo lì lì.
Gli ultimi due pezzi del cd sembrano rispondere a un unico comune denominatore: prove tecniche di colonna sonora.
"The 2nd Law- Unsustainable", brano che compariva in un filmato/anteprima del disco - e che ha scatenato le ire dei fan storici della band - sembra essere stata scritta per un film tipo Iron Man, vista la massiccia presenza di componenti elettronici.
La seguente "The 2nd Law- Isolated System", invece, è un brano molto più tranquillo e di ampio respiro, ma pur sempre brano strumentale, adatto a quei filmati tipo "Koyaanisqatsi".
Tanto per cercare di dare un senso a tutte le minchiate che ho scritto sopra, cerchiamo di riordinare le idee. È sicuramente un disco di buona fattura, come i Muse ci hanno abituato.
Penso che ci sarà la solita pioggia di fan delusi che li preferivano prima e che urleranno al sacrilegio perché il disco non risponde alle loro aspettative.
Ma a voi, signori Muse, che cazzo ve frega? Andate per la vostra strada e uscite pure dal seminato, che fate benissimo!
Detto questo, a me piace.
01 ottobre 2012
partito
È rimasto lì, immobile nella libreria, ancora fasciato nel suo cellophane, ad aspettarmi.
Per anni e anni. Non siamo sulla decina d'anni, ma ci andiamo vicino.
Ieri sera mi sono deciso, ho strappato la plastica e ho iniziato il primo libro.
Non so se riuscirò mai a finirlo.
Per anni e anni. Non siamo sulla decina d'anni, ma ci andiamo vicino.
Ieri sera mi sono deciso, ho strappato la plastica e ho iniziato il primo libro.
Non so se riuscirò mai a finirlo.
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