Alla fine mi sono dovuto arrendere: Matthew McConaughey è veramente un grande attore. Ho dovuto abbandonare tutti i miei preconcetti che trovavano insopportabile il belloccio degli anni 90; preconcetti che sono stati presi a badilate dalla sua intepretazione del detective Cohle, nella serie tv True Detective.
Per quei pochi che avessero vissuto sulla luna negli ultimi dieci anni, le serie tv stanno ormai affiancando (e in alcuni casi anche sorpassando) il cinema. Con sempre maggior frequenza si trovano attori di grido (Kevin Spacey, Glenn Close) passare dal cinema ai serial, mentre una volta era esattamente il contrario (George Clooney ha "usato" la sua popolarità in ER per approdare al mondo del grande schermo).
Ogni tanto riesco a trovare il tempo di seguire alcuni di questi telefilm e l'ultimo a cui mi sono appassionato è True Detective. Storie di omicidi, in quella landa particolare che è la Louisiana, tra terre sprofondate sotto i colpi dell'uragano Kathrina e una situazione economico/sociale non proprio entusiasmante.
Se McConaughey spadroneggia nei panni di un detective alquanto fuori dagli schemi, al suo fianco c'è un Woody Harrelson altrettanto bravo nell'interpretare il classico poliziotto benpensante (e alcune volte pure un po' sempliciotto).
8 episodi raccontano un'indagine che dura quasi una ventina d'anni.
Avvincente, ben girato, ben sceneggiato, con attori in stato di grazia e pure con belle musiche.
Se non vi ho convinto così, non so cos'altro dirvi.
15 luglio 2014
11 luglio 2014
in love with marco presta
C'è che mi hanno prestato un libro di Marco Presta che si chiama "Il Piantagrane". Mi sono innamorato così tanto della sua scrittura, che ero terrorizzato dall'idea di terminarlo troppo in fretta. Così, quando mancavano poche pagine mi sono fiondato nella prima libreria che mi è capitata a tiro (materializzatasi nella Feltrinelli dell'aeroporto di Olbia) per comprarmi subito un'altra opera dell'autore romano.
Per il mio modo di vedere le cose un libro che si chiama "Un calcio in bocca fa miracoli" andrebbe comprato solo per il titolo, indipendentemente dall'autore.
Se poi il nome che affianca il titolo è proprio quello cha stai cercando direi che la scelta è obbligata.
Aggiungeteci in più un grande adesivo giallo con su scritto -25% e capirete con quale velocità può essere entrato il libro nelle mie tasche.
E l'ho iniziato subito, ovviamente.
E la delizia nel leggerlo è stata tale, che ho fatto di tutto per farlo durare più a lungo possibile. Come una bottiglia di buon vino, me ne riservavo un po' per ogni giorno. La mattina presto 5/6 pagine; la sera poco più. Quando riuscivo anche una decina al pomeriggio.
Insomma: questo è un libro che vorrei consigliare a tutti. Se poi siete maschietti e avete passato i 40anni, beh, impossibile non provare un minimo di empatia con il personaggio principale.
In ultimo, vorrei segnalare una recensione che non spoilera nulla, e che descrive pienamente i miei sentimenti a proposito di quanto appena letto:
"Non capita spesso agli scrittori di avere il dono della grazia. Quel dono che consiste nel far toccare l'infinitamente grande con l'infinitamente piccolo, nel ridimensionare la vita e la morte alla trascurabilità del quotidiano. Ci vuole ironia, ci vuole cinismo, ma il premio alla fine è molto alto: renderci chiare, affrontabili, lampanti le cose che contano. [...] Con un'amarezza dolcissima, Presta riesce a tessere nientemeno che un apologo intorno al senso della vita, un piccolo Canto di Natale intorno agli «uomini di buona volontà»." Enrico Bonanno - il Riformista
Per il mio modo di vedere le cose un libro che si chiama "Un calcio in bocca fa miracoli" andrebbe comprato solo per il titolo, indipendentemente dall'autore.
Se poi il nome che affianca il titolo è proprio quello cha stai cercando direi che la scelta è obbligata.
Aggiungeteci in più un grande adesivo giallo con su scritto -25% e capirete con quale velocità può essere entrato il libro nelle mie tasche.
E l'ho iniziato subito, ovviamente.
E la delizia nel leggerlo è stata tale, che ho fatto di tutto per farlo durare più a lungo possibile. Come una bottiglia di buon vino, me ne riservavo un po' per ogni giorno. La mattina presto 5/6 pagine; la sera poco più. Quando riuscivo anche una decina al pomeriggio.
Insomma: questo è un libro che vorrei consigliare a tutti. Se poi siete maschietti e avete passato i 40anni, beh, impossibile non provare un minimo di empatia con il personaggio principale.
In ultimo, vorrei segnalare una recensione che non spoilera nulla, e che descrive pienamente i miei sentimenti a proposito di quanto appena letto:
"Non capita spesso agli scrittori di avere il dono della grazia. Quel dono che consiste nel far toccare l'infinitamente grande con l'infinitamente piccolo, nel ridimensionare la vita e la morte alla trascurabilità del quotidiano. Ci vuole ironia, ci vuole cinismo, ma il premio alla fine è molto alto: renderci chiare, affrontabili, lampanti le cose che contano. [...] Con un'amarezza dolcissima, Presta riesce a tessere nientemeno che un apologo intorno al senso della vita, un piccolo Canto di Natale intorno agli «uomini di buona volontà»." Enrico Bonanno - il Riformista
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