È un hip hop di tutto rispetto quello di Azealia Banks. Nonostante il genere non rientri nei miei ascolti più frequenti, sono in fissa con il disco d'esordio di questa giovane (23 anni) cantante di Harlem, New York.
A dire il vero non sembra neanche un disco d'esordio, perché è molto ben strutturato e arrangiato.
Ci sono diversi registri e diversi stili, quasi tutti che ruotano intorno alla musica elettronica. Ma di quelli di cui non ho neanche mai sentito parlare, tipo "uk-bass" o "sea punk".
Per capire, vi basterebbe sentire "Gimme a Chance" (traccia n°2 del disco): l'incipit sembra un brano di Kruder&Dormeister, poi inizia un cantato alla Eminem su un bellissimo giro di basso, dopodiché entrano i fiati a dare manforte al basso; quindi arriva il ritornello in cui si torna a uno stile K&D, dove comunque il basso la fa da padrone e la voce diventa armoniosa e non più rappata; e sul finale parte una specie di samba con cantanto in spagnolo.
Detto così non si capisce un belino, lo so, ma vi assicuro che è veramente bella, non per niente è una delle mie canzoni preferite del disco in questione.
Insomma, questi 16 brani, per chi è almeno un po' avvezzo all'elettronica è veramente una piacevole sorpresa. Azealia snocciola una serie di rime metropolitane ad alto contenuto di volgarità (continuo a sentire dei "niggers", "bitches", "cunt" e robe così) con grande talento e, come accennavo prima, si avvale di un tappeto musicale molto stratificato ma assolutamente non fastidioso.
Bella e brava.
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