13 dicembre 2011

temporary co-blogger

Vista la mia latitanza dal blog, l'amico Ale ha deciso di scrivere un post per me, esasperando una mia peculiarità: la "casalinghitudine". Il risultato l'ho trovato esilarante. Ve lo copio/incollo qua sotto.

Come avrete capito, a casa sono io che non porto i pantaloni. E quindi, nonostante sia stressato dal lavoro, quando arrivo a casa, mi rilasso da una parte giocando/insegnando a vivere con sani principi morali alle gnome, dall'altra facendo la donna di casa. La cucina è il mio regno. Anche a stirare non me la cavo male, ma questo sarà l'argomento per un altro post. Stiamo sul pezzo. La cucina è il mio regno, dicevo.
A casa di mia moglie (mica è mia!) e delle mie figlie, la cucina è sempre in ordine, a parte quando cucino con le gnome. Sono disposto a dormire mezz'ora in meno, ma quando mi corico la cucina dev'essere in perfetto ordine. Ma, se a casa riesco tutto sommato a tenerla sotto controllo, a lavoro, dove abbiamo uno spazio all'americana, per intenderci, per il caffé e gli spuntini, è un problema che paradossalmente, rischia di mandarmi fuori di testa.
Spesso sono stupito di quanto poco educate riescano ad essere le persone. Briciole in giro dappertutto, tazze, bicchieri, coltelli, cucchiaini non lavati, vassoi che, pur di non essere l'ultimo ad usufruirne, cosa che obbligherebbe a compiere l'enorme sforzo di gettarlo nella pattumiera, rimangono con una parte infinitesimale del dolce/focaccia/pizza or whatever, bottiglie senza tappo, il cucchiaino della zuccheriera sparito, sporco dappertutto, fino ad arrivare alle famose "caccole" di caffè nello zucchero, elementi che sottintendono il fatto che una persona abbia preso il cucchiaino adibito alla zuccheriera, abbia versato lo zucchero nel suo caffè toccando il caffè stesso, per poi re-immetterlo nella zuccheriera, creando quelle schifose palle di misto caffèzucchero.
Vi giuro che devo ricorrere perennemente alla mia solida e verificata ISO14000 pazienza zen, per non compiere una strage.

1 commento:

Matteo ha detto...

applausi!