Come avrete capito, a
casa sono io che non porto i pantaloni. E quindi, nonostante sia
stressato dal lavoro, quando arrivo a casa, mi rilasso da una parte
giocando/insegnando a vivere con sani principi morali alle gnome,
dall'altra facendo la donna di casa. La cucina è il mio regno. Anche a
stirare non me la cavo male, ma questo sarà l'argomento per un altro
post. Stiamo sul pezzo. La cucina è il mio regno, dicevo.
A casa di mia moglie (mica è mia!) e delle mie figlie, la cucina è
sempre in ordine, a parte quando cucino con le gnome. Sono disposto a
dormire mezz'ora in meno, ma quando mi corico la cucina dev'essere in
perfetto ordine. Ma, se a casa riesco tutto sommato a tenerla sotto
controllo, a lavoro, dove abbiamo uno spazio all'americana, per
intenderci, per il caffé e gli spuntini, è un problema che
paradossalmente, rischia di mandarmi fuori di testa.
Spesso sono stupito di quanto poco educate riescano ad essere le
persone. Briciole in giro dappertutto, tazze, bicchieri, coltelli,
cucchiaini non lavati, vassoi che, pur di non essere l'ultimo ad
usufruirne, cosa che obbligherebbe a compiere l'enorme sforzo di
gettarlo nella pattumiera, rimangono con una parte infinitesimale del
dolce/focaccia/pizza or whatever, bottiglie senza tappo, il cucchiaino
della zuccheriera sparito, sporco dappertutto, fino ad arrivare alle
famose "caccole" di caffè nello zucchero, elementi che sottintendono il
fatto che una persona abbia preso il cucchiaino adibito alla
zuccheriera, abbia versato lo zucchero nel suo caffè toccando il caffè
stesso, per poi re-immetterlo nella zuccheriera, creando quelle schifose
palle di misto caffèzucchero.
Vi giuro che devo ricorrere perennemente alla mia solida e verificata ISO14000 pazienza zen, per non compiere una strage.
1 commento:
applausi!
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