19 settembre 2012

fuori uno


Ricordo ancora la fatidica domanda che si poneva Richard Bach, dopo che "Il Gabbiano Jonathan Livingstone" era diventato un best seller mondiale: che cosa dopo "il gabbiano"?
Cosa fare dopo che hai scritto qualcosa che meglio di quella non ti riuscirà niente?

Nel 2004 i Green Day incisero "American Idiot", che sembrava essere la loro opera definitiva.
Poi, miracolosamente, nel 2009 con "21st century breakdown" sono riusciti a fare un disco all'altezza del precedente. Qualcuno (o forse solo io) dice che addirittura fosse meglio.
E poi? Beh, poi è difficile. Dopo aver pubblicato due masterpieces è molto difficile.


Eccoli quindi di nuovo alla ribalta con un'altra novità: un disco triplo, o forse sarebbe meglio dire tre dischi dalle uscite consecutive, dai titoli fin troppo semplici di "Uno!" "Dos!" e "Tre!".
Parlando con l'amico Samuele, che si informa più di me sulle vicende musicali, vengo a sapere che "nel primo ci sono pezzi alla dookie/insomniac, nel secondo alla foxboro hottubes e nel terzo alla american idiot/21st".

Ed effettivamente, appena parte "Nuclear family", prima traccia di "Uno!" l'impressione è quella di scivolare indietro di vent'anni nella storia della band californiana.
Il disco è composto da una serie di bei pezzi sufficientemente "tirati", dove le uniche due canzoni che stonano sono "Oh Love" (la più brutta del cd) e "Kill the Dj", i due pezzi scelti come singoli.
Misteri dell'industria discografica.

In sunto, comunque è un disco carino, un po' leggero. Classico spartiacque che deluderà i fan e piacerà a chi invece si aspetta poco o nulla. Perché loro - lo sappiamo bene - sono bravi.
Sono sempre le aspettative che fregano.


3 commenti:

Sam ha detto...

Maledetto, mi hai battuto sul tempo di 23 minuti con la pubblicazione! :D

Roccia ha detto...

Mi hai fatto venir voglia di ascoltarlo...

Iacopo ha detto...

Mah...alcune tracce sono carine...ma i testi secondo me stonano molto in bocca ad un quarantenne che aveva dimostrato di aver raggiunto una propria maturità artistica. E comunque a me l'iperprolificità non ha mai convinto...pensa ad uno Springsteen che mi tira fuori nello stesso giorno Human Touch e Lucky Town...del primo se ne poteva fare tranquillamente a meno (non che l'altro sia un capolavoro, eh!!)!!