20 novembre 2012

dei telefilm polizieschi e di The Wire

In principio fu Hill Street giorno e notte, telefilm poliziesco che si distaccava da tutti gli altri perché raccontava storie di strada, veraci e calate in una realtà scomoda. Il poliziotto buono ma beone; il capo del distretto separato e antipatico, ma retto e giusto; e soprattutto Mick, poliziotto infiltrato, tipo Serpico, cattivo fino al midollo ma che non poteva esimersi da lunghe telefonate sdolcinate con sua mamma.
In casa nostra fece breccia proprio per questo motivo. Dopo tutti i Derrick o strade di San Francisco, quello era avvincente, perché non sapevi se i buoni l'avrebbero spuntata. O addirittura se qualcuno moriva.

Poi fu la volta di The Shield. Penso che ancora adesso sia il più riuscito, tra questo tipo di telefilm polizieschi. C'era un po' di Vic Mackey in ognuno di noi: poliziotto corrotto e corruttore che però perseguiva un suo ideale di giustizia. Il suo Strike Team per me è leggenda.
Anche qui non potevi mai immaginare cosa sarebbe successo.

In questi giorni è il turno di The Wire, telefilm ambientato a Baltimora (la città con il più alto tasso di criminalità degli States, almeno così dicono).
Al momento ne ho visto due intere stagioni. E la trovo appassionante per la pluralità degli interpreti e anche per la varietà delle azioni.
Ieri sera, in pieno trip, mi son visto tre puntate di fila, andando a dormire a un'ora indecente.
Il bello (e il brutto) delle serie che si scaric... ehm... che si comprano in DVD originali, volevo dire.

Tutto ciò anche per spiegare, ai profani, chi è il tizio che campeggia, da stamattina, nella header del blog.
Si chiama Omar ed è uno dei personaggi più divertenti della serie.

in foto: Mick, personaggio storico di Hill Street Giorno e Notte.

6 commenti:

monty ha detto...

Hill Street è stato il primo TF ad
utilizzare la serialità nei polizieschi.
Un'intuizione geniale e in anticipo
sui tempi, se pensiamo ai modelli
degli ultimi anni.
Sono convinto anch'io che The Shield
e The Wire (sopratutto quest'ultimo)
debbano molto a questa serie degli
ottanta.
La miscela dei personaggi di HS era
straordinaria. Mick, che hai messo a
corredo del post era ovviamente
il mio preferito, un emarginato
della società che lavorava per la
polizia. Gli episodi della sua love
story con la collega, e soprattutto
la conclusione della relazione, mi hanno
spezzato il cuore.

Bei tempi quando si seguivano sette
stagioni di un telefilm senza sapere
che cazzo fossero le stagioni!

monty ha detto...

Rileggendomi ho l'impressione di
essermi spiegato male. Per introduzione
del meccanismo di serialità non intendevo
il succedersi di stagioni, quello
c'era già con i vari starski, hutch e soci,
ma bensì la novità della progressione
della storia puntata dopo puntata,
uscendo dallo schema degli episodi fini a se stessi.
Per la precisione :)

M. ha detto...

Modalità Esperto ON
Angelo: quando la trama si sviluppa su più episodi e finanche su più stagioni si parla di Trama orizzontale (The wire & GOT = trama orizzontale)
Quando si privilegiano trame che iniziano e si concludono in un singolo episodio allora si parla di trama verticale (Colombo, ma anche quasi tutte le sitcom o metti anche i Simpsons = trama verticale)

Ovvio che in molti casi si parla di mix tra i due modelli dove a volte prevale uno o l'altro. In Six Feet Under ad esempio, ma anche in Mad Men si fa un ttimo connubio tra trama verticale e orizzontale, la narrazione si dipana nell'arco di più stagioni, ma ogni episodio riesce ad avere una sua struttura autoconclusiva.

Modalità Esperto OFF

Omar spacca i culi in tutti i sensi. E specificherei che va letto Omàr con l'accento sulla "a".

zesitian ha detto...

ottima spiegazione, Esperto.

Filo ha detto...

Angelo, sai che non ricordavoi la storia d'amore di Mickey con la collega? Mi hai scatenato un flash pazzesco.

Massi, super esperto. E anche un po' pedante (sul mio blog si può dire!).

monty ha detto...

E poi dicono che internet non
è educativo...
:D