I fumetti per me sono sempre stati strumenti di svago e poco di cultura. O ne leggo di magnificamente stupidi tipo Rat-Man, o di "svuota-cervello" tipo Dylan Dog.
A 'sto giro ho fatto un'eccezione: il mio amico Paci mi ha prestato Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle, un fumettista canadese la cui moglie lavora per Medici Senza Frontiere e che, per questo, si trova spesso sballottato da un paese all'altro.
Cronache di Gerusalemme racconta, appunto, le peripezie di un padre che si trova a vivere nella strana realtà della città santa, tra posti di blocco, strade dove è consentito circolare solo ai sostenitori di una determinata fede, militari in assetto da guerra e - soprattutto - la scarsa certezza di quello che succederà l'indomani.
Tra una ricerca di parco giochi per i suoi due figli, tate con cui non riesce a dialogare per via della lingua e con il dubbio di come vestirisi e cosa può mangiare, Guy cerca di trascorrere la vita e di portare avanti il suo lavoro il più serenamente possibile.
Quello che colpisce, in questa graphic novel, è la leggerezza con cui Delisle riesce a raffigurare e commentare uno scenario di guerra, perennemente sul punto di esplodere. L'ironia e un punto di vista quasi bambinesco - nonché apolitico - consentono al fumettista, di darci una fotografia molto lucida della realtà israeliana-palestinese, dove regnano le contraddizioni religiose, politiche e culturali.
E, devo aggiungere da cattolico, una realtà in cui qualsiasi religione appare in tutto il suo assurdo integralismo.
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