20 gennaio 2015

ancora su Sonic Highways

Ho scritto poco fa dell'uscita di Sonic Highways, dei Foo Fighters.
Da allora è stato IL disco delle mie vacanze di Natale e ancora oggi ce l'ho lì nel lettore della macchina, determinato a non lasciare la postazione come neanche un politico italiano sulla sua onorevole poltrona.

E qualche giorno fa ho capito cosa mi ha conquistato di questo album.
Fateci caso, ma non c'è un singolo. Voglio dire: i Foo Fighters si sono (furbamente) distinti per essere sì rock, ma sempre con la strizzatina d'occhio verso la hit.
Non sto qua a nominarvene alcune, perché penso che le conosciate meglio di me, ma in ogni album c'è sempre stata una o più canzoni di cosiddetto easylistening, con il riffone di chitarra che conquista e il ritornello sufficientemente paraculo.
Beh, in questo album non c'è. O, se c'è, non è studiato a tavolino.

Se chiedete a 8 persone qual è la canzone preferita dell'album, è facile che vi sentiate dire 8 risposte diverse.
Personalmente preferisco l'ultima traccia "I am the River", con quel meraviglioso crescendo finale, ma tra una settimana potrei benissimo aver cambiato idea. Anche perché l'ho già cambiata almeno un paio di volte, a riguardo.

Insomma, quello che voglio dire è che probabilmente i FF sono cresciuti. Sono diventati una band matura. Come se non bastasse tutta la filosofia che sta dietro all'album (8 canzoni, registrate in 8 diverse città, con 8 cortometraggi che le raccontano), a dimostrarcelo c'è anche questa sensazione che almeno a 'sto giro non abbiano cercato il consenso del pubblico, ma abbiano seguito (anche fisicamente) un loro percorso personale.
E se è veramente così, prepariamoci a grandi cose.


1 commento:

Ely ha detto...

concordo al 100%, uno degli album migliori che io ricordi o, per lo meno, uno di quelli di cui non butterei nemmeno una traccia