Questo inverno/primavera 2020 passerà alla storia per la pandemia che ha colpito il mondo.
Il Covid 19, meglio conosciuto come "coronavirus" si è abbattuto sull'Italia con un impatto che nessuno si aspettava.
Attualmente le scuole sono chiuse da più di un mese e gli uffici già da 3 settimane hanno dato via al famoso smart working per far rimanere a casa le persone e limitare così il contagio.
Inizialmente la questione era stata presa un po' sottogamba, specialmente da chi abita nel centro e nel sud Italia, le zone meno colpite dalla malattia.
Anche i miei genitori, in Liguria, hanno continuato a fare la loro vita, quasi regolarmente.
Penso che il vero scossone sia arrivato un paio di settimane fa, quando nei TG e in rete circolavano le immagini di alcuni camion militari che trasportavano centinaia di bare dall'Ospedale di Bergamo verso i forni crematori. Lì, improvvisamente, la gente ha capito che non c'era più tanto da scherzare con il virus. E così sono iniziate le restrizioni.
La nostra famiglia vive quindi un periodo particolare. Come tutti del resto.
Dalia e io lavoriamo da casa (io ho iniziato il nuovo lavoro) e le ragazze seguono le lezioni online. Fortunatamente abbiamo due tablet e due computer, quindi riusciamo ad avere ognuno il proprio supporto elettronico.
Rigorosamente chiusi in casa, esco solo io una volta alla settimana per fare la spesa, munito di mascherina e guanti. Una scena da filmone apocalittico americano. Chi l'avrebbe mai immaginato.
Stranamente l'atmosfera è serena. Fatta eccezione per qualche sbalzo ormonale di Anita (sempre più vicina ai 14 anni) riusciamo a tenere il morale abbastanza alto.
Si sfornano biscotti e torte ormai di pregevole fattura, si guardano film e ogni tanto si gioca ai giochi di tavolo tipo Pictionary.
E basta. Non ho nessun aneddoto da raccontare, nessuna situazione particolare...
Sento solo il bisogno di lasciare un ricordo di questi mesi su questo diario. Nonostante sia tutt'altro che un assiduo scrittore di questo blog, è un periodo troppo importante per lasciare questo spazio vuoto.
in foto: i buonissimi biscotti di Elena.
1 commento:
Giusto. Vorrei tornarci sopra anch'io. ;)
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