01 maggio 2020

delle serie tv e delle incazzature che mi prendono

Ho terminato quasi in contemporanea la quarta stagione de La Casa di Carta e la terza di Atypical.
E vabbè, la differenza salta subito all'occhio, o forse dovrei dire che salta subito al mio sistema nervoso: la prima mi fa incazzare, la seconda mi rilassa.
E non mi sto riferendo al plot narrativo, perché una parla di una rapina e l'altra è una (atipica, appunto) family comedy. Sto proprio parlando del fatto che La Casa di Carta non vedevo l'ora che finisse, mentre Atypical vorrei che non finisse mai.

Nell'ormai vastissimo mondo delle serie tv si stanno delineando dei prodotti che nascono apposta per farti rimanere incollato allo schermo e per farti dire "no, adesso come faccio fino alla prossima stagione?".
Prendiamo l'esempio de La Casa di Carta, appunto. Le prime due stagioni - totale 22 episodi - potevano tranquillamente essere concentrati in una decina di episodi, e sarebbe stata una serie molto figa.
Non vivo sulla Luna, conosco anche io le regole del marketing, quindi a malavoglia cedo e mi guardo tutte e 22 le puntate, con punte di noia mista a insofferenza, ma vabbè.

Quando esce la terza stagione, un po' riluttante la guardo. L'incipit è bello, devo ammettere, ma poi la qualità scende e mi ritrovo a dover aspettare la quarta stagione per vedere come finisce el atraco.
Insomma arriva 'sta quarta stagione, me la vedo tutta, nonostante alcuni irritanti risvolti stile "Beautiful", e quando arriva alla fine cosa scopro? Che la rapina non è finita e devo aspettare la quinta stagione!
La sensazione di sentirsi presi per il culo è veramente tanta.

hanno pure riesumato Berlin, morto nella seconda stagione, l'unico personaggio veramente interessante.

Insomma, per vincere la noia della serie spagnola, mi sono guardato in parallelo la terza stagione di Atypical. E lì finalmente mi sono riconciliato con le serie tv.
Perché se da una parte, come dicevo, ho la sensazione di essere un rincitrullito, che gli sceneggiatori prendono per il culo a loro piacimento, nella family comedy in oggetto, mi sento a mio agio.
I personaggi sono tutti veritieri, con pregi e difetti talmente poco mascherati che ogni tanto hai la sensazione che non sia recitata, ma abbiano messo delle telecamere nascoste nella casa di una reale famiglia americana.

È una famiglia dove si sbaglia, si impara, e magari si sbaglia di nuovo, ma - santoiddio - chi non ha mai ripetuto un proprio errore nella sua vita.
E ti sembra di essere il loro vicino di casa, perché arrivi a conoscere tutti così bene che vorresti vederne una puntata ogni giorno. E talvolta impari anche con loro, perché certe scene ti fanno pensare alle scelte e ai comportamenti che hai fatto e ti porti appresso nella tua vita di tutti i giorni.
La terza serie l'ho adorata, forse anche più delle prime due. O forse solo perché la vedevo in contemporanea con La Casa di Carta e la differenza di voglia di vedere una nuova puntata era così differente che me l'ha fatta apprezzare di più.


Sam e Casey: fratelli talmente veri nelle loro reazioni, prese per il culo, litigi, che non si può che fare un plauso agli attori e al regista.

1 commento:

monty ha detto...

Io da un pò fatico ad arrivare in fondo anche a quelle che mi piacciono...
Comunque volevo segnalarti questo articolo di Nocturno, sulla deriva che hanno preso le serie. O meglio, alcune serie.
https://www.nocturno.it/la-fine-delle-serie-tv-complesse/