Estate strana, questa del 2020. Soprattutto a causa del Covid, che ha cambiato alcune abitudini degli italiani. Molti sono rimasti in terra nostrana, un po' perché all'estero la nostra presenza non era gradita, in quanto focolaio dell'epidemia, un po' perché la paura ti fa stare vicino a casa.
Dal canto nostro, noi abbiamo rinunciato alla tradizionale vacanza in Sardegna, perché fino a inizio giugno non si capiva bene se si poteva approdare in terra sarda e con che modalità. Così abbiamo investito i soldi di quella vacanza in un'altra e finalmente, dopo anni e anni di tira e molla con Dalia, abbiamo fatto la nostra prima vacanza estiva in montagna.
"E come hai fatto a convincerla?" chiederete voi. In realtà tutto nasce dai problemi di socialità (non gravi, per carità) di nostra figlia Anita. Abbiamo pensato che inserirla in un gruppo di ragazzi già esistente, grazie alla presenza dirompente di Valentina, sua amica nonché figlia del mio storico amico Gabriele, sarebbe stato un tentativo che valeva la pena percorrere per sbloccarla. E così fortunatamente è stato.
Insomma sono state due settimane abbastanza serene (nonostante nella prima delle due io abbia dovuto lavorare) come speravo, in memoria delle vacanze in Trentino che facevo con la mia famiglia quando eravamo piccolini. Gite all'aria aperta, tante attività sportive e buona compagnia. E anche parecchio mangiare e bere, ovviamente.
Le mie figlie mi hanno chiesto almeno una decina di volte se l'anno prossimo ci possiamo tornare. Rimane da convincere la moglie.