19 agosto 2020

umami

Ci sono libri che si scrivono con la testa e altri col cuore. Nella mia mente di solito questa divisione corrisponde a: maschile/raziocinio/testa vs femminile/emozioni/cuore. Ma recentemente mi è capitato un libro che sembra scritto con la pancia.

Umami, della scrittrice messicana Laia Jufresa, è un libro che sfugge a qualsiasi logica, infatti non ha un inizio e non ha una fine, così come non ha una sequenza temporale costante. Un libro corale dove conosciamo la vita di alcune persone che, per casualità, vivono nello stesso comprensorio, con il giardino in comune.

Storie diverse, lutti, speranze, misteri, domande: c'è un po' di tutto in questo libro, così come non c'è niente. Non c'è un episodio scatenante, o un evento da cui si parte per seguire un filo logico. Ci sono delle persone di cui approfondiamo - pagina dopo pagina - le singole vite.

È un libro bello? È un libro brutto? Lo consiglieresti? Non so veramente rispondere. È sicuramente particolare e in alcuni tratti commovente, quello sì.



Nessun commento: