Cambiare l'acqua ai fiori, di Valérie Perrin, è stato un po' il caso letterario di questa primavera estate 2020. Infatti l'ho comprato per curiosità, attirato dagli elogi che ne decantavano la bellezza.
Devo ammetterlo: il libro non è niente male, lo si legge in fretta (nonostante le quasi 500 pagine) e la storia è interessante. Ma io non vedevo l'ora che finisse.
Sì, perché queste operazioni commerciali dopo un po' stufano. Capisci che è una storia scritta a tavolino per farti rimanere incollato alle pagine. Non c'è un vero trasporto di emozioni.
E per me quello dovrebbe fare l'artista: trasmetterti le sue emozioni. Non cercare di vendere il più possibile con un libro paraculo. Mi sono spiegato?
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