15 giugno 2008

a bullet in my head

Rieccomi: torno allo stadio "Braglia" di Modena dopo 21 anni dal fatidico concerto degli U2 (Joshua Tree Tour).
Questa volta sono qui per i Rage against the Machine, un gruppo che all'epoca forse non mi sarebbe piaciuto.
Io e Edoardo arriviamo tardi, ma riusciamo comunque a trovare due biglietti "prato" e a guadagnare una buona postazione vicino alle transenne che delimitano il "pit", la zona dei veri fan che probabilmente sono lì da parecchie ore.
Poi, la svolta: tra il secondo gruppo di supporto e l'atteso concerto del quartetto californiamo sfruttiamo un allontanamento degli steward (che sono lì appositamente per non fare entrare nessuno) che intervengono qualche metro più in là per sedare una rissa. E in un attimo siamo di là.
Mentre scavalco la transenna penso al fatto che ho (quasi) 38 anni e una figlia e mi sento un po' idiota. Ma questo pensiero passa immediatamente quando grazie a questa manovra riesco ad arrivare abbastanza vicino al palco. Quasi come nella già citata notte dell'87.



E poi che dire? Al suono di un allarme antiaereo, i quattro salgono sul palco vestiti da prigionieri di Guantanamo. I roadies li aiutano ad accomodarsi ai vari strumenti e poi parte "Bombtrack". Dall'entrata della batteria sono nel pogo. Ma è un pogo assolutamente non violento: solo tanta gente che canta e salta, salta, salta.
Ininterrottamente fino alla fine del concerto.
Mi sono divertito tantissimo.

photo by Stefano Masselli

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