06 ottobre 2008

il Trentino e via Tertuliano

Premessa n° 1 - quando eravamo bambini, a luglio andavamo sempre in vacanza a Pera di Fassa. Mio compito era, la mattina presto, andare a comprare il pane: nell'aria tersa del mattino di montagna, andavo fino al panificio dove, appena aperta la porta, venivo inondato da un intenso profumo di pane.

Premessa n° 2 - l'Esselunga avrà tanti difetti ma sicuramente ha un pregio: monitora regolarmente i clienti per sapere in cosa può migliorare il servizio. Da qualche tempo, su sollecito della clientela appunto, si è messa a fare il pane; non più a scaldare quello surgelato che gli arrivava da fuori (e che, dopo mezza giornata, poteva essere usato come ariete per sfondare la porta, se avevi dimenticato le chiavi), ma proprio a farlo con regolare forno, e quant'altro.

Torniamo a noi: che c'azzecca il Trentino con via Tertulliano?
Niente. E da diversi punti di vista.
Ma visto il nuovo corso appena intrapreso (quello di alzarsi presto la mattina), mi succede una cosa strana: nell'aria tersa (sì, "tersa" avete capito bene) di queste mattinate ventose, inforco il motorino e, mentre mi avvicino al semaforo di viale Umbria, vengo investito da un inebriante odore di pane che mi catapulta indietro nel tempo e mi rimanda alle mattinate di vacanza in Trentino.
E la giornata comincia bene.

4 commenti:

dria ha detto...

Strano che l'odore del pane ti faccia venire in mente il Trentino e non Celle...
Comunque sia ti sei dimenticato un particolare: al panificio sulla statale di Pera, alla mattina, oltre ad essere "inondato da un intenso profumo di pane" eri anche avvolto dal fascino della gnokka che ci lavorava! Mi spiace che non me ne ricordo più il nome.

Filo ha detto...

eh eh eh.
Neanch'io mi ricordo più il nome, ma leilì me la ricordo bene bene.
Comunque a Celle c'è più odore di focaccia che non di pane. Il mio naso sente la differenza.

Anonimo ha detto...

Mio nonno, quello che non c'è più, quando andavo a trovarlo in inverno quando ero piccolo, mi dava tutti i giorni le duemilalire per andare a comprarlo. Non era il Trentino, era la Calabria.
Mi si strozza in gola il pensiero di quanto ero spensierato allora.
Eppure non è passato tanto.

Mi hai fatto tornare in mente un altro bel ricordo di mio nonno, grazie.

zesitian ha detto...

seguo dria nell'ampliare le tue percezioni olfattive: la classica brioche delle quattro del mattino, prima che i milanesi lo facessero per moda, primo morso sulla punta e secondo cauto, molto cauto, in attesa della marmellata. e il pischello foresto che giocava a fare il cellese imitando la cadenza...